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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 16/02/2023 in tutte le aree

  1. Mah, a me l'Africa non ispira tanto... Fu la risposta che diedi ad una giovane Mouette che a maggio 2014 mi raccontò che stava per andare in Uganda... Di acqua ne è passata sotto i ponti, la giovane Mouette è stata impandata, da quasi 5 anni e io sono qui a raccontarvi il nostro 4° viaggio in Africa, perché sì, non mi ispirava tanto, ma le idee sono fatte per essere cambiate, no? Questo viaggio comincia a maggio scorso, quando un'innocua domanda a Julius, il tour operator locale a cui si era rivolta Barbara nel 2014, si trasforma nell'embrione del nostro viaggio invernale... "Gennaio è un buon mese per l'Uganda?" "Perfetto, è finita la stagione delle piogge e si sta bene!" Controlliamo un po' i voli e la Qatar ci offre un Roma - Doha - Entebbe ad un prezzo accettabile, poco più di 600€ a persona, dal 3 al 14 gennaio... ci pensiamo quei 4 o 5 nanosecondi e via, volo preso! Un po' di mail scambiate con Julius e alla fine l'itinerario è questo: 01 03.01 FCO -EBB 02 04.01 Arrivo a EBB - Sorgenti del Nilo - Jinja 03 05.01 Jinja - Ziwa Rhino Sanctuary - Murchinson Falls 04 06.01 Murchinson Falls 05 07.01 Murchinson Falls - Tea Plantations - Kibale 06 08.01 Kibale - chimpazee track - Queen Elizabeth NP 07 09.01 Queen Elizabeth NP - Kazinga Channel 08 10.01 Queen Elizabeth - Kisoro 09 11.01 Kisoro - Bwindi Impenetrable Forest - Gorilla 10 12.01 Kisoro - Lake Bunyonyi - Lake Mburo 11 13.01 Lake Mburo - Mabamba Swamp 12 14.01 Lake Mburo - EBB - volo A ottobre poi, una serie di sorprese... 2 amici, Marco e Sabrina, da qui in poi identificati come "Balzi" (No, niente parentesi quadre stavolta, sono viaggiatori anche loro), si aggiungono al nostro viaggio e acquistano il biglietto, 2 giorni dopo, la Qatar ci annuncia che il volo di andata è stato cancellato 😑😑😑😑. Il volo non c'è più, o si arriva il 5 oppure si parte il giorno precedente, il 2, con arrivo ad Entebbe alle 6 del mattino. L'opzione "giorno successivo" non è nemmeno presa in considerazione, cambiare compagnia aerea costa davvero troppo e ci tocca allungare il viaggio di un giorno. E per fortuna! Perché quei simpaticoni della Qatar ci hanno anticipato l'orario di partenza, dalle 18:30 alle 18, alle 17:45 e per finire, il 19 dicembre, a 2 settimane dal viaggio, alle 17:05, cosa che ci avrebbe reso impossibile visitare le Mabamba Swamp al mattino. Alla fine, l'itinerario è stato il seguente: 2-Jan Mon Roma - Doha - Entebbe 3-Jan Tue Entebbe - Mabamba Swamp 4-Jan Wed Entebbe - Jinja 5-Jan Thu Jinja - Fort Murchison 6-Jan Fri Murchison Falls 7-Jan Sat Fort Murchison - Fort Portal 8-Jan Sun Fort Portal - Kibale 9-Jan Mon Queen Elizabeth National Park 10-Jan Tue Kibale - Kisoro 11-Jan Wed Mgahinga National Park 12-Jan Thu Kisoro - Lake Bunyoni 13-Jan Fri Lake Bunyoni - Lake Mburo 14-Jan Sat Lake Mburo - Entebbe - volo Abbiamo il nostro logo... Anzi, 2! E finalmente... 2-3 Gennaio 2023 Alle 12:15 usciamo di casa dopo aver salutato i gatti (incazzati come non mai), direzione Fiumicino! Fila business, pranzo con un carissimo pezzo di pizza, imbarco prioritario e con qualche minuto di ritardo, partiamo verso Doha. Ritardo che recuperiamo in volo e riaccumuliamo a Doha, visto che lo sbarco avviene con il bus e siamo costretti a rifare i controlli di sicurezza. Confermo la mia idea su Doha, lo so, ho dei pregiudizi su quest'area, ma, come per i mondiali di calcio, il titolo di "miglior aeroporto del mondo" l'hanno pagato... Qui ci ricongiungiamo con i Balzi, che avevano un volo precedente e che ne hanno approfittato per fare un giro a Doha, viste le dimensioni di questo aeroporto ci incontriamo direttamente al gate e ci imbarchiamo all'una di notte. Questa volta però il ritardo è consistente, più di un'ora, per attendere i passeggeri di altri voli in ritardo... in effetti il volo per Entebbe non c'è tutti i giorni... Dormicchiamo un po', alle 5:30 ci servono la colazione e poco dopo iniziamo la nostra discesa verso Entebbe, e dal finestrino si vede un grosso temporale all'orizzonte, che per fortuna, se ne va da qualche altra parte! Atterriamo quasi in orario, alle 7, sistemiamo la parte burocratica, con il primo visto del passaporto nuovo, controllo sanitario per le vaccinazioni Covid e Febbre Gialla, ritiriamo le nostre valigie (per fortuna ci sono tutte!) e siamo pronti ad incontrare il nostro autista! Per la verità si fa attendere un po', ma quando arriva, Robert ci porta verso il suo Toyota Hiace, un van con un po' di km, 4 ruote motrici e gomme rinforzate... tutto quello che serve per un viaggio in Uganda! Prima tappa, l'hotel che ci ospiterà questa notte... dopo quasi 24 ore di viaggio, puzziamo come capre e abbiamo urgentemente bisogno di una doccia! Decidiamo di ottimizzare i tempi e io e Sabrina, accompagnati da Robert, facciamo un salto a cambiare un po' di soldi (300€ = 1140000 Scellini, cambio più o meno costante a 3800 UGX x 1€) e a prendere una scheda Sim, che ci permetterà di restare in contatto con casa. Visto come guidano, meglio identificare bene le auto della scuola guida!!! Puliti e profumati, alle 10 partiamo in direzione delle Mabamba Swamp, la strada che facciamo prevede una traversata in ferry, che però a quest'ora è parecchio affollato. Nessun problema, tutto intorno c'è un animato e colorato mercato e ne approfittiamo per passare un paio d'ore a comprare acqua, frutta coloratissima, biscotti, a far ridere (e piangere) un po' di bimbi e soprattutto, a scattare foto! Nelle ultime 2 foto, due volatili un po' diversi tra loro... un Mig-29 che ci è passato più volte sulla testa e il primo degli innumerevoli kingfisher black and white, il martin pescatore! Quando completiamo la traversata, è ormai ora di pranzo e ci fermiamo allo Nkima Forest Lodge, dove facciamo il nostro primo incontro con una costante dei nostri pranzi/cene in giro... la zuppa! Questa volta è una zuppa al pomodoro, seguita dalla tilapia del Lago Vittoria, un'insalata cetrioli e zenzero e una versione light del coleslaw, senza maionese. Ma quando stiamo per ripartire, il nostro Aiace non ha nessuna voglia di avviarsi, ma niente panico, Robert fa un paio di telefonate e in pochi minuti arriva la guida delle Mabamba Swamp, con la sua auto, una toyota che ha visto tempi molto migliori, con tanto di tappeto peloso sul cruscotto e in pochi minuti siamo all'imbarco! La gita nelle Swamp è fantastica, si viaggia lentamente su una barca a motore tra i canali, vediamo tantissimi uccelli, soprattutto aironi, ma il più ricercato è lui, il Malachite Kingfisher! Questi sono soprannominati Jesus Bird, li avevamo visti, praticamente uguali, in Florida, qui abbiamo la possibilità di avvicinarci tantissimo! Ma il più ricercato del parco è lui... il becco a scarpa! Certo, avere un mocassino al posto del naso non lo rende l'uccello più bello e aggraziato del mondo, ma è fantastico, sembra quasi un animale preistorico. Ci fermiamo qualche minuto a guardarlo, ma poi il meteo decide per noi, c'è qualche tuono in lontananza, cominciamo a sentire qualche goccia e cominciamo a tornare verso l'approdo, passando ancora tra le ninfee e i papiri che caratterizzano questo parco. Ancora Kingfisher, non ci si stanca mai a fotografarli! Quando ci avviciniamo, eccolo lì, c'è Robert con Aiace! Il guasto è presto spiegato, c'era poco carburante e con il van parcheggiato in salita, la pompa non pescava... è bastato fare il pieno e siamo pronti per l'avventura! Purtroppo, quei pochi minuti di ritardo sulla partenza ci fanno perdere l'ultimo traghetto e siamo costretti a fare un lungo giro via terra, tra paesaggi stupendi e lunghi tratti sulle strade sterrate. Birra e cena ottime in hotel, ma siamo praticamente sfatti, alle 9 ci infiliamo a letto, faccio appena in tempo a scrivere gli appunti del giorno e ... RONF!
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  2. Grazie mille @Simobiancoblu consigli davvero utili!! ed anche grazie a @criscorpione! In effetti mi piace e se l'idea può essere eliminare Nashville ed aggiungere un giorno in più a Chicago ed uno a milwaukee spezzando a pontiac. Cioè fare: 22/04 Roma - Chicago 23/04 Chicago 24/04 Chicago 25/04 Chicago - Milwaukee 26/04 Milwaukee - Pontiac 27/04 Pontiac- Saint Louis 28/04 Saint Louis- Indianapolis 29/04 Indianapolis- Chicago 30/04 Chicago Cosi da avere la possibilità di aggiungere un giorno a Chicago e sto anche più tranquillo con l'aereo di ritorno. Indianapolis da quello che sto studiando nei diari sembra una città carina ma da dedicargli una giornata scarsa ed è quello che farei. L'unica cosa secondo voi riesco a riempire bene le giornate del 26 e 27 correndo lungo la route66? Grazie ancora!!
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  3. allora non conosco Milwaukee quindi non ti so rispondere su quanto tempo vale la pena spenderci ma ti posso dire che l'idea di salire per poi scendere non mi piace. Se la tua idea è quella di andare a Saint Louis dedicherei quei giorni per percorre la Route66, oltretutto 2 giorni soli a Chicago secondo me sono davvero pochini. Non conosco nemmeno Indianapolis. Se per te Milwaukee è irrinunciabile mi dedicherei sinceramente solo al lago tra Chicago e Milwaukee altrimenti io farei 22/04 Roma - Chicago 23/04 Chicago 24/04 Chicago 25/04 Chicago- Pontiac 26/04 Pontiac- Saint Louis 27/04 Saint Louis-Nashville 28/04 Nasville- 29/04 Nashville - Indianapolis 30/04 Indianapolis - Chicago Anche se così a Chicago ci rimani comunque poco. Altrimenti togliere Nashville che ti porta un po' in giù e aggiungere un giorno a Chicago e uno ad Indianapolis... ma Nashville personalmente è uno dei posti che più mi è piaciuto lo scorso anno
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  4. Considerando i pochi giorni a disposizione torglierei sicuramente Nashville e mi concentrerei di più sulla zona del lago Michigan anche se non conosco la zona. Se non ricordo male ci dovrebbe essere un diario di Wolentini proprio su quelle zone lì.
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  5. Che esperienza meravigliosa con i gorilla!!
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  7. Proviamo a chiamare a raccolta @Simobiancoblu, @Frafrà e @rikybla, sicuramente potranno esserti d'aiuto.
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  8. Che meraviglia, uno di quei viaggi che non riuscirò mai a fare. Vi leggo con interesse!
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  9. Che esperienza stupenda! Inviato dal mio 2201117TY utilizzando Tapatalk
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  10. Che emozione i gorilla! Sono bellissimi.
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  11. Che meraviglia i gorilla... 😍😍😍 E sento quasi il profumo del caffè!
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  12. questo sinceramente lo eviterei. O fai un loop su Denver (di seguito ti metto il mio itinerario) oppure fai un loop su Las Vegas (in questo secondo caso penso che occorrano i 20 giorni). 1. Denver-Custer 2. Custer-Crazy Horse Memorial-Sylvan Lake (Custer SP)-Mt.Rushmore-Badlands NP 3. Badlands NP-Deadwood-Devil's Tower-Gillette 4. Gillette-Bighorn Canoyn-Cody 5. Cody-Yellowstone NP 6. Yellowstone NP 7. Yellowstone NP 8. Yellowstone NP 9. Yellowstone NP-Grand Teton NP 10. Grand Teton NP 11. Grand Teton NP-Moab 12. Moab (Canyonlands NP e Dead Horse Point SP) 13. Moab (Arches NP) 14. Moab-Colorado NM-Montrose 15. Montrose-Black Canyon of The Gunnison NP-Denver 16. Volo di rientro in Italia 17. Arrivo in Italia Il viaggio é stato pienamente soddisfacente
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  13. Ciao a tutti, eccomi pronto per un primo tentativo di fotodiario della nostra ultima vacanza: 5 giorni in Marocco, tra Marrakech e il deserto. Abbiamo diviso il viaggio in questo modo: 27 Dicembre: Milano- Marrakech 28 Dicembre: Marrakech- Ourzazate- Valle del Dadès 29 Dicembre: Valle del Dadès- Gola del Todra- Erg Chebbi 30 Dicembre: Erg Chebbi- Marrakech 31 Dicembre: All day long in Marrakech 1 Gennaio: Rientro a Milano in mattinata Volo: Easyjet con bagaglio in stiva (doveroso, per via della notte in tenda nel deserto e un pò di attrezzatura fotografica) Desert Trip: 3 giorni-2 notti (un classico) con partenza e rientro a Marrakech. 85€ a testa, esclusi solo i pranzi. Prenotato tramite un amico, è possibile prenotarlo anche in loco. Abbiamo risparmiato (almeno) 15€ a testa rispetto a quelli visti online. Pernotto a Marrakech: Riad a due passi dalla piazza principale Jemaa el Fna, al centro della Medina. Posto ideale per visitare Marrakech, camera minimal ma funzionale per un breve soggiorno. A più tardi per le foto!
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  14. 4° Giorno: sveglia alle 6 per vedere l'alba nel deserto. Rientro a Mezouga per colazione e poi partenza per rientrare a Marrakech in serata. Cena e branda, distrutti dal viaggio. 5° giorno: sveglia di buon ora per tour di Marrakech (quello suggerito da Lonely in mezza giornata). Causa chiusura della scuola coranica per lavori, dirottiamo verso Henna cafè e poi Jardin Majorelle. Tardo pomeriggio all'insegna degli acquisti e rientro in hotel per fare le valigie. Cena in piazza tra i 150 chioschi differenti e attesa della mezzanotte sorseggiando whisky berbero (tè alla menta) nelle terrazze che danno su Jemaa el fna. Le mie esperienze "arabe" si limitano a Istanbul e Marrakech. Ti direi che non ho trovato grandi differenze nella pressione. La lonely planet ci aveva messo in guardia sul fatto che cerchino di venderti tutto, ma dopo il primo impatto è sufficiente essere decisi nel dire "no", o trovare escamotage ( 150 chioschi in cui tutti cercano di farti sedere: è bastato andare un pò più tardi, quindi verso le 21, e dire "ho già cenato" per respingere gli abbordaggi). E' vero che sono molto invadenti, ma non sono pesanti nè scortesi.
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  15. Primo giorno: Arrivo a Marrakech in tarda mattinata, riposino in hotel e giro preliminare nella medina: Moschea koutubia e souk. Cena in Jemaa el Fna in uno dei 150 chioschi disseminati nella piazza. Rientro in albergo presto per prepararci al Desert trip.
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  16. I sogni nel cassetto, si sa, fanno la muffa ... io ho deciso di lasciarlo aperto, quel cassetto, così ogni tanto posso tirarne fuori uno, dargli una lavata e stenderlo all’aria, finché sa di sole e sapone di Marsiglia - quello di cui mi porto sempre via un pezzettino perché va bene sia per lavarmi che per fare il bucato, e che è diventato così per me profumo di viaggio. E quando è pronto, fresco, ogni volta nuovo e diverso, è ora di viverlo … questo del deserto era un sogno antico, cresciuto con me mentre ascoltavo i racconti del nonno - soldato nella triste campagna d’Africa nel 1942 e scampato per un soffio alla battaglia ad El Alamein “grazie” al tifo – mentre leggevo Il piccolo principe e più tardi il bellissimo Sono nato con la sabbia negli occhi, mentre guardavo incantata foto su foto, mentre seguivo i racconti di chi ne tornava entusiasta, magari dopo una notte in tenda. Quale scelta più felice allora per inaugurare la mia Africa? Già sapete, il Continente Nero mi ha rubato il cuore e l’anima. Sono qui ma sono anche là, ho vissuto doppio in quei sette giorni troppo brevi e in quelle sette notti troppo dolci … tornerò. Tornerò anche al mio consueto prendermi in giro, certamente … anzi facciamo che ci torno subito, ci tengo a restare “io”, anche se ora mi ci sento un po’ di più Il viaggio l’ho adocchiato a febbraio 2013, un trek di una settimana nella Valle del Dràa dal 26 ottobre … così, per darmi il tempo di fare un po’ di fiato e di gambe (seeee … ) e di cambiare eventualmente idea (naaaa … ). Tra una cosa e l’altra, per distrarmi e passare il tempo, ho fatto "qualche" giretto giusto per far venire ottobre - tre viaggi a piedi, dieci giorni in Olanda in solitaria, un paio di week end lunghi con le amiche … inaugurando tra l'altro una tradizione che anche stavolta ho visto confermata: sole sfacciato e tempo splendido per tutta la vacanza, poi torno a Verona e quel giorno, immancabilmente, piove In qualche modo, il 25 ottobre arriva, come sempre mi riduco a sera per inzeppare lo zaino con tutto quel che serve – e di quel che ho dimenticato farò a meno – e poi mi metto in trepidante attesa delle 3.00, quando finalmente suonerà la sveglia … e qui, aperta parentesi, non posso non dirvi fino a che punto sono donna fortunata: non che pensi di dormire molto, ma sono pur sempre sorda, potrei non sentirla, la sveglia. Quanti possono vantarsi di avere un’amica che gli vuol bene abbastanza da telefonargli alle tre del mattino per essere certa che salgano su quell’aereo a Bergamo alle 6.50? io si … grazie Alessia! Chiusa parentesi Ed ecco: io, zaino, zainetto e pandina ci avviamo baldanzosi, cd a palla, autostrada deserta, felicità. Con il senno di poi, conclusioni sul bagaglio (6,9 kg imbarcati all’andata e 8,4 al ritorno ). Tornato intonso: a) una mutanda. Vabbè, anche i migliori matematici ogni tanto sbagliano i conti. un calzino spaiato. Ehm. c) Imodium, antinfiammatorio, antibiotico. No, non sono ipocondriaca, erano indicati nell’elenco delle cose da portare. Sapete, nel deserto le farmacie hanno orari strani, ho scoperto Da portare assolutamente alla prossima gita nel Sahara, invece: a) burrocacao protettivo da alta altissima montagna. Baciare me o la carta vetrata è la stessa cosa, al momento del rientro. Anzi, mi sa che la carta vetrata vi da più soddisfazione b)foulard, cintura, pezzo di corda o altro ammennicolo atto a tener su le braghe dal terzo giorno in poi c) accendino. Italiano. Funzionante. Direte: a che serve un accendino (italiano, funzionante) nel Sahara? La risposta nel mio prossimo best seller, Le cento cose che avreste voluto sapere sul deserto e non avete mai osato chiedere. Di prossima pubblicazione, abbiate fede, me ne mancano solo 99 Scherzi a parte … ragazzi, non vorrete lasciare la carta igienica a spasso tra le dune, vero? Sono le cose a cui magari non pensi, tutta presa dall’idea rrromantica della luna, delle stelle, della sabbia e bla bla bla, ma che sono importanti. Per esempio, al campo non c’è la doccia. Non ci sono neanche i rubinetti. O lo sciacquone. Santo cielo No, davvero … a qualche disagio ero preparata, del resto se vuoi un servizio a cinque stelle scegli piuttosto il Grand Hotel di Rosolina Mare, giusto? Beh, alla fine … non ho sofferto per niente, anzi, direi che è stato bello tornare bambina. Sapete, a quattro anni odiavo talmente lavarmi che una volta, lasciata incautamente sola un istante da mia madre prima di tuffarmi recalcitrante tra shampoo e bagnoschiuma, mi sono chiusa a chiave in bagno e ho trascorso una buona mezz’ora urlando “e io la doccia non la voglio fareeeeee”. Poi non ero più capace di aprire, ed è stato chiamato in soccorso il vicino perché smontasse la serratura. Ehm Ovviamente è rimasta tra le leggende di famiglia e viene ammannita con entusiasmo dalla mia perfida genitrice a chiunque, ogni volta che è possibile rovinarmi un po' la reputazione Non ci riesco proprio a star seria, eh? … allora, questa era la nostra doccia. Funzionale, comodissima, e tra questa e le salviette profumate, riportate tutte rigorosamente con me e buttate a fine vacanza, non ho avvertito alcun disagio. Pazienza per i capelli che non hanno visto shampoo per una settimana: ho imparato subito ad avvolgermi la shishe – oddio, facciamo che si chiama e si scrive così – quasi come una vera berbera, in un minuto e senza specchio. Capelli da medusa nascosti alla vista, e protesi acustiche salve: si, perché anche a questo non avevo pensato, la polvere si infila ovunque e distrugge con entusiasmo. E vi dirò, a proposito di polvere … una delle mie espressioni preferite, simpatico/a come la sabbia nelle mutande, ha assunto una pregnanza ed un’intensità del tutto nuove Abbiamo camminato circa sei ore al giorno, di buon passo, partendo presto la mattina e fermandoci nelle ore più calde, il sole è impietoso anche a novembre, per 20-22 km (in totale ne abbiamo percorsi un centinaio o giù di lì), principalmente nell’hamada sassosa, con qualche tratto nella sabbia, e un ultimo spettacolare pomeriggio tra le dune, nel paesaggio che ti viene subito in cuore quando dici deserto … dislivelli dolci, collinette perlopiù, un caldo penetrante, ma secco ed asciutto, che ti faceva evaporare subito il sudore di dosso. Nessuna stanchezza, e persino le vesciche che i miei vecchi fedeli scarponcini mi hanno regalato per la prima volta in vita loro – vendetta perché a casa mi aspettavano già i nuovi da inaugurare? – una volta sistemate con ago, filo, salvietta disinfettante ed accendino ... beh, hanno fatto male fino alla fine ma senza rallentarmi di un secondo: in fondo, come ho detto a Olga, senza quel doloretto avrei avuto molto più tempo per pensare a quanto avessi caldo E le notti? E va bene … lo confesso. Dopo tutte le storie sull’accampamento berbero con cui ho riempito la testa di chiunque volesse ascoltarmi (e anche di chi non voleva), in tenda ne ho passata una sola ... La seconda sera faceva un caldo maiale, passatemi l’espressione di classe, e così io e le centocinquantasette oche immolate per riempire il mio sacco-a-pelo-mi-raccomando-bello-caldo-che-in-novembre-di-notte-si-gela ci siamo spostate sul tappeto davanti al fuoco. Voi non avete idea, ma se l’avete la pensate come me senz'altro, di cosa sia svegliarsi nel cuore della notte ed aprire gli occhi su milioni di piccoli cuori pulsanti … da piangere, e infatti ho pianto, lo dico senza pudore. Le tre notti successive il freddo è tornato, anche se non mordeva poi così tanto, ma ormai … non potevo sopportare più niente tra me ed il cielo. E poi via, che si siano sacrificati per qualcosa quei poveri pennuti L’ultima notte in albergo a Marrakech l’ho passata in bianco, non riuscivo ad abituarmi a letto e cuscino Concluso lo sproloquio a mo’ di premessa, vi lascio qualche foto scronda Made in Saponetta per farvi la bocca … poi vi racconterò qualcosa delle nostre giornate, dei nostri compagni di viaggio, del fuoco, della luna e del suq … volete? on the road, verso il deserto tramonto a Ouarzazate vedute d'antan si, vabbé, però sembro la Monaca di Monza Grand Hotel Rosolina poco belli? vecchio scarpone Abbey Road la piccola vedetta lombard ... ehm, saharawi e finalmente ... Lui. ... a dama sulla sabbia ciao, deserto ... mi manchi di già in hotel a Marrakech ... ridatemi il sacco a pelo, vi prego!
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  17. Come promesso a vostra richiesta ora tocca al Marocco.... Sono passati ben 6 anni, spero quindi di riuscire a ricordare tutto anche se sarà molto difficile!! Il vero e proprio tour, abbastanza corto, si svolge in circa una settimana, quindi in realtà non avrò moltissimo da ricordare poco ma buono! Premessa Il Marocco si trova nell'estremo nord ovest del continente africano, bagnato sia dal Mediterraneo che dall'Atlantico. Lingua ufficiale è l'arabo (anche se non tutti lo conoscono) insieme al locale dialetto, e al francese usato per la pubblica amministrazione e il commercio. Nel paese poi esistono vari altri dialetti berberi. è un paese con ampia varietà di climi vista la diversa altitudine e latitudine. La capitale è Rabat anche se Marrakech e Casablanca sono più conosciute. Come nasce questo viaggio? Mio marito è originario del Marocco, quindi a un anno dal nostro matrimonio decidiamo di andare a trovare i suoi parenti (anche se i suoi genitori vengono in Italia annualmente) che abitano nella zona a nord di Rabat, precisamente Kenitra o Quneitra. Si uniscono quindi a noi anche un'altra giovanissima coppia di sposini, Manu e Denise, e per l'occasione decidiamo di dividere la vacanza in 2 tranche: famiglia e tour fai da te, concentrandoci sulle zone interne del paese e lasciando la costa (Safi, Essaouira, Agadir...) per un prossimo ipotetico viaggio... sarà certamente una vacanza molto economica! Voli prenotati a febbraio per agosto... Andata con Airarabia Orio al Serio-Casablanca 1/8/2010 11.50-13.00 a 130€ a testa Ritorno con Jet4u Casablanca-Malpensa 14/8/2010 16-21 a 80€ a testa E poi prenotati dall'Italia gli hotel di Marrakech e Boulmalne. (il resto lasciato al caso eh sì eravamo giovincelli ancora... facevamo i primi passi nel fai da te, l'anno dopo il primo viaggio della nostra storia organizzato da me per la nostra luna di miele fai da te alle Seychelles) Itinerario e tappe 1 agosto: partenza 2 agosto: spiaggia di Kenitra 3 agosto: costa di Rabat 4 agosto: couscous dalla zia Afidah 5 agosto: partenza tour ore 5.30 da Kenitra, Cascate di Ouzoud, arrivo a Marrakech, breve tour, souk 6 agosto: Valle di Ourika, pernotto a Marrakech 7 agosto: passo Tizi n Tichka, Kasbah Ait Benhaddou, pernotto Ouarzazate 8 agosto: Valle mille Kasbah, pernotto Boulmalne Dades 9 agosto: Gole del Dades + Gole del Todra + arrivo Merzouga + cammellata e pernotto nel deserto Erg Chebbi 10 agosto: alba deserto + ritorno, pernotto Meknes 11 agosto: visita Meknes e ritorno a Kenitra (inizio ramadan) 12 agosto: spiaggia Kenitra 13 agosto: spiaggia Kenitra 14 agosto: ritorno Milano Allora ripartiamo??
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  18. Da dove comincio? Dall’inizio, dai Ore 9.25 sul fuso di Greenwich, sono sulla scaletta, tra un momento poserò il piedino in terra d’Africa. Riderete, ma … sono più emozionata che al primo appuntamento! Quasi non ci credo, sono davvero qui. A Rosolina Con cura maniacale scelgo la fila più lenta al controllo passaporti, l’unica dove l’annoiatissimo funzionario fa – giustamente – passare avanti le mamme marocchine con prole. Ecco, le mie hanno almeno una dozzina di figli ciascuna, così quando finalmente emergo al baggage claim incontro subito il mio zaino (vi faccio notare l’imballaggio professionale ) che mi guarda e lagrima in solitaria malinconia … che peccato, mi sono persa la suspense del momento più bello del viaggio, quello in cui ancora non sai se il bagaglio ha preso il tuo stesso volo. Supero rapidamente la delusione ed esco dalla zona arrivi, il gruppo al completo aspetta solo me. Adoro le entrate trionfali Dopo i primi saluti – io e Paola, mia coetanea e vicina di casa, è di Brescia, eravamo sedute vicine in aereo e “Scusi signora, mi presta la penna per cortesia?” diventa il nostro ritornello, visto che al momento di compilare la fiche d’ingresso QUALCUNA era sprovvista del prezioso strumento – ci caricano tutti sul minibus e si parte. L’impatto con il traffico creativo di Marrakech mi rende subito felice – mica guido io – e mi ritrovo entusiasta ad ammirare i carretti tirati da asini che bloccano i semafori, e i cavalli che intasano le rotonde. Sono a casa! … in realtà, quando ci allontaniamo un po’ dalla zona dell’aeroporto e ci avviamo in direzione sud, mi rendo conto che dovrò incellofanare il cuore meglio di quanto abbia fatto con lo zaino … che non posso salvare il mondo da sola è una dura lezione imparata a costo di non poche lacrime nel corso degli anni, ma lo stesso sarà difficile accettare che neanche se comprassi tutti i biscotti del Marocco potrei adottare ogni vecchina che ne vende una manciata a bordo strada, che non posso portarmi a casa tutti gli asinelli che ho visto rudemente bastonare, che non posso raccogliere gatti randagi e bimbi con gli occhi così grandi che ti ci senti perso dentro, se li guardi con troppa tenerezza. Ok, basta così sennò mi rovino la reputazione da strega cattiva, che ci ho messo anni ad arrivare a certe vette Mi ero promessa di non partire prevenuta, non lo faccio mai e mi è riuscito abbastanza facile, e di non giudicare, e questo già è stato un po’ più duro … ma era imperativo. Non è il mio mondo, non ha quello che io ho, non vive quello che io vivo. Non sono nessuno e non ho titoli per decidere come si debbano comportare con i loro animali, come le loro vite vadano vissute, come i loro giorni debbano trascorrere e le loro donne essere trattate. Posso – devo – solo rispettare, e se posso, cercare di capire. Il mondo è meraviglioso, la vita mi sta regalando l’occasione di apprezzare qualcosa di diverso da quello che conosco, con le sue luci e le sue ombre esattamente come ce ne sono nel mio universo. A fine settimana, pur avendola vissuta quasi per intero nel deserto, a contatto con undici dromedari, quindici compagni di cammino e otto splendidi berberi soltanto, mi guardo allo specchio e vedo una persona … no, non una persona che ha estremo bisogno di una doccia, accidenti! Non rovinatemi il momento lirico … dicevo, vedo una persona che ha il cuore più grande di quella che era partita, che ha più fiducia nel mondo e la mente più aperta. O almeno, lo spero ... Appena fuori Marrakech ci fermiamo: spuntino! Ancora un po’ diffidenti, in quel clima vagamente incerto da pre amicizia che ho già sperimentato in altri cammini di gruppo, quando ancora sei lì che ti chiedi se c'è il rompiballe di turno e cerchi di individuarlo, e di decidere chi invece ti piacerà proprio (io le sbaglio clamorosamente entrambe, in genere ) Primo incontro con lo squisito pane marocchino intinto nell’olio di oliva più saporito che abbia assaggiato da tempo, le olive buonissime di tutti i colori ed in tutte le salse, e poi il paradiso liquido, quel the marocchino di cui mi sono subito innamorata, con foglie di menta e un sacco di zucchero … io, che prendo sempre tutto amaro. Ma quanto è buono? Inizio a giocare con la saponetta, con risultati modesti come sempre, ma quel che mi importa è portarmi a casa ricordi e sensazioni, so da tempo che l’arte della fotografia non è per me ... o almeno così pensavo all'epoca Ripartiamo verso Ouarzazate per affrontare il Tizi n'Tichka, in berbero il poetico Passo dei Pascoli, la strada più alta del Marocco che si inerpica sull’Atlante … me ne avevano detto di ogni, ed ero preparata ad almeno un po’ di nausea, ma l’unico risultato della gita è un po’ di rimpianto perché il cielo è velato e fa freddo, e non riesco a godermela come vorrei. Rubo la foto al web, purtroppo non ci siamo mai fermati lungo la panoramica. Mi rifarò con il cielo tersissimo del rientro, tra una settimana, quando misteriosamente, pur appiccicata al finestrino lato strapiombo non avrò ombra delle mie consuete vertigini, nonostante il guard-rail, quando c’è, non abbia l’aria proprio rassicurante. Troppa felicità? Sono totalmente affascinata, dalle curve della strada, dai colori di questa parte di mondo nonostante l’atmosfera bigia, dai mezzi scalcinati che superiamo via via, dall’ottimismo commovente con cui negozietti ancor più scalcinati se ne stanno abbarbicati alla montagna esponendo fossili dell’Atlante, chincaglierie assortite, pentole e stracci colorati … arriva l’ora di pranzo e ci fermiamo in quello che stento a chiamare paesino, direi più un pittoresco agglomerato di casupole ed umanità, sgarrupato, rumoroso, trafficato: anche se c’è una strada sola che lo taglia a metà, gli ingorghi sono incredibili. Odori, rumori, grida, confusione, profumi … buoni e meno buoni … si mangia, via. All’entrata del bar/trattoria/negozio/macelleria, lo spettacolo qui sotto fa balenare a qualcuno l’idea di farsi vegano. Non a me, in caso aveste dubbi … anzi, insensibile al sangue che cola sulla strada dai gradini ed alle teste delle vittime sacrificali posate sul pavimento con noncuranza, mangio proprio di gusto la prima impiattata di quella che diventerà una lunga lunghissima serie, accolta i primi giorni da “ooooohhh, la tajine”, ed a fine settimana da un più sonoro “nooooooo, la tajine di nuovoooohhh” … il Marocco mi ha rapito il cuore, è certo. Ma lo stomaco no, è certissimo Scherzi a parte, parentesi culinaria: ho mangiato, bene, sano (sigh), abbondante, sia in giro che al campo grazie al cuoco berbero, che se l’è cavata egregiamente se pensate che per cinque interi giorni non abbiamo avuto alcun contatto con il mondo ed è riuscito comunque a servirci sempre frutta e verdura fresche e piatti ben cucinati, ma la varietà non è il forte della cucina marocchina, che ha anche una incomprensibile, pervicace avversione per il sale. Tajine – si chiamano così la pentola e la pietanza – di pollo, di manzo, di montone, di verdura. Cous cous. Tajine. Cous cous. Botta di vita a pranzo nell’hamada: frittata con i piselli … ma allora ditelo che ce l’avete con me! (per i pochi che ancora non lo sapessero: io ODIO i piselli, sono l’unica cosa che non riesco a mangiare, o quasi … anche se poi la fame è fame, e mi sono arresa all’orrido legume ). E un giorno … pasta Barilla e fagioli alla curcuma. Giuro Non mi sto lamentando, sia chiaro: mi piace assaggiare tutto e mi ci dedico sempre con entusiasmo, se poi ho scelto un trek nel deserto l’esperienza culinaria non è il motivo principe della mia vacanza, è ovvio, quindi … ben venga la tajine cotta senza grassi, senza sale, senza niente, vedeste come mi ballavano i pantaloni da trekking alla fine! Il sogno di quasi ogni donna, dimagrire senza far fatica E poi c’è quel buonissimo the, prima di pranzo e a merenda, che mi consola sempre di tutto! Ripartiamo, sosta per consentire a chi ha stomaco meno da struzzo di me di ritemprarsi – per il resto del viaggio passo più indietro sul minibus, tanto non faccio un plissé, come si dice – di cui approfitto per un paio di scatti al cielo che appena superato il valico si è fatto scintillante e limpidissimo e poi nel tardo pomeriggio arriviamo ad Ouarzazate. Il nostro hotel è in periferia, lasciamo a volo gli zaini e poi con Paola e Cinzia, le mie compagne di stanza per l’ultima notte in un letto vero, ce ne andiamo a zonzo … niente strade principali, infiliamo subito un dedalo di vicoletti, visto che ho incautamente affermato che non mi perdo mai e le tapine si fidano e … che bello che sei, mondo. Incontriamo un sacco di gente, tutti gentilissimi, tutti con un sorriso ed un ça va? per noi, nessuna pressione, nessuna richiesta, nessuna insistenza, i bimbi curiosi ci corrono incontro e ci osservano come fossimo strani esemplari piovuti lì da non si sa dove … il sole cala in fretta, ma prima mi regala uno spettacolo che mi porterò in giro per sempre … alla fine non ho mentito, non mi sono persa, e tornando verso l’hotel ci infiliamo in qualche negozio, Paola a caccia di pile di ricambio per la compatta e tutte e tre in cerca di un accendino. Veniamo rimpallate con estrema gentilezza da tutti i negozianti che ci dicono che troveremo tutto “nel negozio più avanti”, e quando comincio a pensare che arriverò presto a Gibilterra finalmente la nostra costanza viene premiata. Dagli accendini più sfigati del continente ma pazienza, tanto più che lo scoprirò solo in pieno deserto … poi essendo notoriamente impedita – e non avendo mai acceso una sigaretta, una pipa, un sigaro, una canna - mi attribuirò per intero la quasi incapacità di farlo funzionare fino al rientro a Marrakech, quando scoprirò che il pensiero era comune e condiviso. Prossimo giro me lo porto da qui! Rientro, cena, chiacchiere, domande, curiosità, trepidazione … domani si comincia. E chi ce la fa a dormire ora? Io, naturalmente
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  19. 6 agosto La notte scorre un po’ difficilmente, la camera è davvero un forno, le finestre sono minuscole e non entra aria, aria condizionata non ce n’è, sudiamo e sudiamo in questa sauna, si soffoca abbastanza… In compenso non sentiamo affatto il muezzin che chiama alla preghiera, meno male! La sveglia è per le 7, scendiamo per una buona colazione, fuori fa un bel freschetto, si sta proprio bene! La meta di oggi è la valle di Ourika, attraversiamo ampi paesaggi, fermandoci ogni tanto per fotografare. Arriviamo in prossimità del fiume poco prima di Setti Fatma e anche qui ci fermiamo a fotografare i ripari creati dai locali dall’altra parte del fiume, per godersi il freschetto, divertendoci anche ad attraversare i loro traballanti ponticelli di legno! Risalendo notiamo tavolini e sedie proprio nel letto del fiume e famiglie con bambini che fanno il bagno, delle scene davvero dolcissime! In prossimità di Setti Fatma la coda di veicoli è lunga, c’è moltissima gente, e non facciamo altro che semplicemente scendere dall’auto e fare la strada rimanente a piedi… sarà Ibrahim a preoccuparsene! Che comodità! Arriviamo quindi alla zona dei ponticelli che collegano tutti i vari ristoranti dalle due sponde, per attraversarne alcuni occorre davvero dar prova di doti di equilibrismo, perché oltre ad essere traballanti sono anche stretti! Dopo un bel giretto decidiamo di riempire la panza, scegliamo un ristorantino e ci accomodiamo sulla bellissima terrazza… ordiniamo tajine e patatine, per fortuna qui non ci sono mosche…. Finito il pranzetto scopriamo che i piatti di terracotta dove cuociono e servono il tajine non vengono neanche lavati fra un cliente e l’altro ma semplicemente riempiti e messi di nuovo a cuocere!!!! Un po’ perplessi decidiamo di intraprendere la salita alle cascate… ma prima cerchiamo un ragazzino che aveva fatto da guida al gruppo di mio marito nel 2006… e lo troviamo!!! È cresciuto ma si ricorda del gruppo, anche perché compariva nel loro filmino con una frase in italiano….. Insieme a lui saliamo quindi il sentiero in mezzo agli alberi verso le cascate, passiamo la prima, che quasi non ha acqua, arriviamo alla seconda, che non ci piace nemmeno…. ma la mia caviglia non è ottimo stato e ad un certo punto arriviamo ad una zona totalmente esposta al vuoto, le persone che salgono con noi sembrano dei bufali, corrono come pazzi sulle rocce e spingono pure per passare, un paio di volte rischiamo di essere spinti nel vuoto, no c’è troppa ressa, qui rischiamo la vita!! Decidiamo di mollare il colpo, è davvero troppo troppo pericoloso!! Scendiamo quindi dalle zone rocciose e ci fermiamo un pochino alla prima cascata per fare un break… Ad un certo punto….io comincio a sudare freddo… mi si rizzano i peli per la pelle d’oca! Mi alzo, cerco di stringere il sedere più che posso, me la sto per fare addosso!! Mio marito mi guarda terrorizzato, sono diventata rosso fuoco in faccia, non posso muovere un altro muscolo oppure succederà il fattaccio, sono i 5 minuti più lunghi della mia vita, mi concentro sulla tenuta della posizione… ad un certo punto sento la pressione allentarsi… è il momento! Come se avessi sentito lo sparo di inizio di una corsa, mi precipito correndo e zoppicando giù per la collina alla ricerca disperata di un bagno, sembro una matta! 5 minuti più giù finalmente trovo un loculo col solito buco al pavimento… aiutooooooo. Da questo momento in poi le scatole di Imodium verranno svuotate giorno dopo giorno… sperando sempre che basteranno per tutta la vacanza… la maledizione ci ha colpiti!! Tornando indietro al fiume anche i ragazzi faranno il bagno, dopodichè riprenderemo la strada verso Marrakech… Qui visitiamo i famosissimi suq, giriamo per diverse ore attraverso le varie zone e merci, io acquisto qualche paio di sandaletti di cuoio, c’è davvero l’imbarazzo della scelta! E dopo lo shopping saliamo sulla terrazza panoramica del ristorante Cafe de France per goderci l’ultima vista di questa bellissima piazza…
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  20. 5 agosto Anche questa mattina vengo svegliata dalla preghiera del muezzin dalla voce cavernosa, ma stavolta è giusto così! [/size] Alle 5.30 abbiamo appuntamento con Ibrahim per partire per il nostro tour!!! [/size] [/size] Zaini pronti e caricati nel mega bagagliaio della Mercedes bianca e siamo pronti per iniziare la nostra avventura! La destinazione finale di oggi è Marrakech.[/size] A finestrini aperti per goderci un po' d'aria (aria condizionata nisba!!) costeggiamo la costa fino a Rabat che già conosciamo e da qui prendiamo la strada interna verso Beni Mellal passando dalla provincia di Khouribga. (foto dall'auto) Da qui prendiamo la strada verso la nostra prima tappa, le cascate di Ouzoud, attraversando zone disabitate, oppure sorpassando persone che cavalcano muli, avvistando antiche kasbah sulle colline, capre a perdita d’occhio e stando attenti alle pecore che attraversano la strada. Ci fermiamo per dare da bere a dei bambini sulla strada, da soli sotto il sole a curare le pecore... e poi su un ponte sopra un fiume che purtroppo oggi appare fangoso, a quanto pare è piovuto il giorno prima e quindi l’acqua invece di essere cristallina ha terra in sospensione, speriamo che la cascata non sia così cupa!! Superato ancora qualche saliscendi dopo 6 ore totali di strada (344 km) arriviamo finalmente alle cascate. Le ammiriamo dall’alto e prima di scendere, visto che ormai è ora di pranzo, decidiamo di mangiare qualcosa al ristorante in loco con vista panoramica sulla cascata. Ci sediamo quindi a un tavolino rotondo sul terrazzino. Ci portano il menu e sarà il primo di una lunga serie di menu sempre identici in cui la scelta principale sarà fra tajine e brochette… Cosa scegliamo? [/size]Mah, scegliamo il tajine… [/size] In attesa che arrivi io e Denise chiediamo dove si trovi una toilette, ci indicano di salire degli scalini su una collinetta… Arriviamo vicino a 2 loculi di lamiera di 1 metro per 1 metro, se si chiude la porta dentro è assolutamente buio, [/size] [/size] così facciamo a turno per poter lasciare uno spiraglio di luce, all’interno un pavimento di calce con un buco al centro, che pur essendo abbastanza grande si vede che è molto difficile da centrare, perché in realtà quello che dovrebbe stare dentro è sparso un po’ ovunque…. [/size] [/size] [/size] [/size] Ci abbassiamo per entrare perché fra soffitto e parete c’è una tappezzeria di tele e ragni, insomma non era esattamente il bagno che speravamo, per fortuna abbiamo un pacchetto di fazzoletti e comunque non c’è neanche acqua, per fortuna Denise tira fuori qualcosa che ci salverà in diverse occasioni: salviettine disinfettanti!!!!!! [/size] Torniamo al nostro tavolino e nel frattempo ci hanno portato le bottigliette d’acqua con dei bicchieri talmente neri di sporco che non ci azzardiamo neanche a toccarli, mentre alle posate diamo una passata con la salvietta… [/size] Non appena arrivano i nostri tajine tutte le migliaia di mosche dei dintorni si riversano su di noi! [/size] [/size] [/size] Il tajine non è affatto male, ma l’unico modo per mangiarlo è sventolando costantemente il tutto con un tovagliolo nella mano sinistra mentre la destra con la forchetta porta il cibo alla bocca, insomma ci vuole una capacità dii coordinazione non indifferente [/size] [/size], perché appena si smette di sventolare le mosche si posano ovunque e per poco non entrano pure in bocca! Che schifo!! [/size] [/size] Cerchiamo quindi di finire il più in fretta possibile, dopo le mosche ci lasceranno in pace. [/size] Dopo esserci ingozzati decidiamo di scendere i gradini che portano alla base della cascata per rilassarci un po’ al fresco, il panorama è davvero bello! [/size] Turisti neanche l’ombra, ci sono solo locali, che cerco di fotografare facendo finta di riprendere la cascata, ma alcuni comunque se ne accorgono e a grandi cenni esprimono il loro dissenso, vabbè… Ragazzi si tuffano nell’acqua color fango e famiglie fanno un giretto con la barca nel laghetto sotto la cascata, è tutto molto rilassante.[/size] Abbiamo comunque ancora circa 3 ore di strada fino a Marrakech quindi decidiamo di tornare all’auto. Alle 19 circa arriviamo a Marrakech. Ibrahim ci lascia nei pressi della Koutubia, scarichiamo armi e bagagli, definiamo l’orario di partenza per la gita dell’indomani mattina e lo salutiamo. Zaini in spalla ci dirigiamo quindi al nostro Riyad prenotato dall’Italia da Booking, Dar Zouar, https://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g293734-d621536-Reviews-Dar_Zouar-Marrakech_Marrakech_Tensift_El_Haouz_Region.html che si trova in prossimità di Bab Taghzout, il più economico (ma decente) trovato, per circa 50€ a notte a camera. Costeggiando l’esterno della Medina chiediamo indicazioni per Bab Taghzout e la troviamo senza particolari problemi. Ma una volta varcata la soglia di ingresso è un altro paio di maniche! Ci troviamo in un vero labirinto e per fortuna avevo stampato le indicazioni per raggiungere il Riyad dalla porta Taghzout altrimenti avremmo girato per ore. La troviamo quindi e bussata alla porta entriamo in un luogo davvero suggestivo. Ci vengono mostrate le nostre camere, che sono dei veri forni crematori ma anche molto caratteristiche, lasciamo i nostri zaini e senza perdere tempo (perché siamo davvero stanchi morti, è tardi e abbiamo molta fame) rifacciamo la strada a ritroso verso Bab Taghzout, ricosteggiamo le mura della medina e a piedi arriviamo infine alla famosa piazza Djemaa el Fnaa!! Facciamo un giretto, ci guardiamo un po’ intorno, si potrebbe mangiare anche sulle bancarelle della piazza ma noi non stiamo già benissimo “di pancia” e quindi optiamo per un ristorante, ancora meglio se con vista panoramica, il famoso ristorante Argana (che verrà fatto saltare in aria dai terroristi l’anno dopo, il 28/4/2011!! E credo abbia riaperto solo l’anno scorso) Qui sulla terrazza in alto abbiamo modo di gustare il miglior tajine alle prugne di tutta la vacanza, davvero sublime, finiamo tutto il pane e ci lecchiamo le dita! Godendoci la splendida vista sulla piazza arriva l’ora di tornare in camera, rimandiamo la visita di Marrakech per la sera dopo e “corriamo” ai nostri letti, siamo veramente morti e domani la sveglia è alle 7....
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  21. Eccoci qui a raccontare un bel viaggio extra Usa che ci ha lasciato davvero tanto nel cuore: l'idea è nata come regalo per il trentesimo compleanno di mio cognato Antonio, un bel giro a Marrakech con Easyjet più un tour di quattro giorni nel deserto. 25-26 aprile 2008 La nostra avventura parte la notte del 25 aprile dalla stazione di Vasto dove prendiamo il treno Intercity per Milano Centrale delle 23:25, biglietto acquistato via internet con la tariffa amica al prezzo di 28 € cadauno. Rimaniamo allibiti quando vediamo arrivare il nostro treno perfettamente in orario: che sia una di quelle vacanza in cui va tutto liscio come l'olio?! Ah, poveri illusi!!!! In ogni modo la prima parte del viaggio fila via liscia, riusciamo perfino a dormire decentemente sul treno che, approfittando del giorno di festa, non traborda di gente. Sul treno per Milano Arriviamo alla stazione di Milano Centrale addirittura con 15 minuti d'anticipo, alle 6:55 anzichè alle 7:10, le Ferrovie Italiane devono proprio essere impazzite Scesi dal treni facciamo una bella colazione in stazione ed acquistiamo in edicola qualche giornale per il viaggio ed i biglietti per il Malpensa Shuttle, in pochi minuti siamo alla fermata del bus ma per strada incontriamo più di un chiosco che espone una promozione di 3 biglietti al prezzo di 13 € anzichè 18 €: cominciamo ad avere i primi dubbi circa la nostra fortuna...Partiamo col bus delle 8:30 e dopo 50 minuti siamo in aeroporto, siamo piuttosto in anticipo per la partenza del nostro volo che sarà solamente alle 13:20. Gironzoliamo un pò per l'aeroporto in attesa che apra il checkin per liberarci almeno dei bagagli, diamo uno sguardo ai monitor per controllare i voli e sono tutti in orario, "sarà una giornata relativamente tranquilla" diciamo tra noi. Come dicevo tutti i voli in orario tranne il nostro infatti sullo schermo appare come orario di partenza 14:00 invece di 13:20, vabbè che vuoi che siamo 40 minuti, facciamo il checkin e lasciamo i bagagli, ora siamo liberi per fare uno spuntino da McDonal's prima di partire. Le operazioni d'imbarco ed il volo procedono regolarmente ed atterriamo puntuali all'aeroporto di Marrakech Menara, c'è da fare un pò di fila al controllo passaporti dove il tutto procede con estrema lentezza poi mentre Pamela ed Antonio cambiano un pò di dihram io vado alla ricerca del tassista mandatoci a prendere dal riad, lo trovo e lo prego di attendere qualche minuto, espletate tutte le operazioni di cambio lasciamo l'aeroporto a bordo di una Palio dorata. Lo stretto di Gibilterra Iniziamo ad ammirare dal taxi le mura di cinta della città poi ci fermiamo in una strada dalla quale dobbiamo proseguire a piedi perche dalle 13 in poi la piazza Djemaa el Fna è chiusa al traffico delle vetture, il ragazzo ci guida attraverso i vicoli labirintici di Marrakech fino alla porta del Riad Dar Tamlil dove avevo prenotato via internet una tripla al prezzo di 43,50 € a notte compresa la prima colazione. L'arrivo a Marrakech Ci accoglie una ragazza che provvede alla nostra registrazione e ci assegna la stanza numero 1, l'unica al pianterreno. Sia il riad che la stanza sono piuttosto semplici ma comunque puliti e accolgienti, certo non è uno di quei riad lussuosi ma non è quello che cercavamo, avevamo bisogno di un posto pulito e sopratutto centralissimo rispetto alla piazza Djemaa e dunque abbiamo centrato il nostro obiettivo in quanto siamo a 150 metri da questa. Il riad Dar Tamlil Dopo aver buttato le valigie in un angolo ed aver fatto una doccia veloce siamo ansiosi di tuffarci nel caos di Marra così lasciamo il riad ed in 2 minuti siamo invasi da odori d'incenso, suoni, grida di venditori, motorini che sfrecciamo da ogni parte, sì siamo finalmente a Marrakech. Facciamo un giro della piazza per ambientarci, osserviamo i venditori di spremute di fianco a quelli di lumache, le bancarelle per la ristorazione che già brulicano di gente con il fumo dei barbecue che si alza verso il cielo e poi incantatori di serpenti che ci avvolgono intorno al collo il proprio animale per scattare qualche foto in cambio di pochi dihram. Il primo impatto con la piazza Djemaa el Fna Un giro in calesse dà un tocco romantico alla vacanza, vero? Peccato per il terzo incomodo di mio cognato....scherzo Antonio, scherzo..... Questi sono gli incontri che potreste fare in piazza Facciamo un giro dei souk e Pamela qui va in estasi, fosse per lei passeremmo tutte le giornate qui: riusciamo a tornare alla Djemaa el Fna senza perderci e decidiamo di salire sulla terrazza del Hotel Glacier da dove si può ammirare dall'alto tutta la piazza consumando qualcosa nei tavolini all'aperto o molto spesso all'impiedi visto il numero di persone che ci sono. La piazza Djemaa el Fna dalla terrazza dell'Hotel Glacier La Koutubia al tramonto dalla terrazza Scattiamo qualche foto ed osserviamo l'andirivieni di persone, motorini e calessi. Dopo una giornata di viaggio siamo piuttosto affamati e ci mettiamo alla ricerca del Cafè Arabe, dove abbiamo riservato un tavolo: dobbiamo attraversare buon parte dei souk per giungere a destinazione ma tra qualche informazione qua e là ed un paio di cartelli un pò nascosti sotto un'arcata riusciamo ad arrivare. Ci fanno accomodare in un salone con una fontana e luci rilassanti che danno una grande sensazione di relax, ci voleva proprio dopo una giornata di viaggio ed il primo approccio col caos marocchino. Ordiniamo delle tajine in tre modi differenti, una di pesce e due differenti di carne, annaffiamo il tutto con una bottiglia di Cabernet Sauvignon di Meknes. Terminata la cena siamo veramente distrutti, dedichiamo ancora qualche giro alla paizza sempre più in fermento ma poi decidiamo di andare a letto per essere belli carichi domani mattina. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Treno: Vasto-Milano € 85,20 Autobus: Milano Centrale-Malpensa € 18 Volo: Milano-Marrakech a/r € 536.03 Colazione: Milano Centrale € 10,00 Pranzo: Mc Donald's Malpensa € 15,00 Cena: Café Arabe, Marrakech Dh 750 Alloggio: Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50
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  22. 4 maggio 2008 Ci alziamo alle 4:30 e lasciamo il riad, alle 5 prendiamo un taxi per l'aeroporto dove giungiamo dopo 15 minuti: al check in c'è una fila disumana tant'è che il nostro volo, come molti altri, subisce un bel ritardo così approfittiamo per fare colazione con cornetto e cappuccino, eh si ci sono anche qui a Marrakech! Anzichè alle 7 partiamo che sono le 8.50, naturalmente perdiamo l'eurostar che doveva portarci a casa per le 21 e per 5 minuti riusciamo a prendere l'intercity che era poi l'ultimo treno per scendere, pranziamo con acqua, patatine e panini. A bordo troviamo del personale gentilissimo, ci cambiano il biglietto senza per fortuna sovrattasse anche perchè il treno arriva solo fino a Pescara dove ci vengono a prendere i miei suoceri. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Colazione: aeroporto Menara Dh 60 Pranzo: In treno € 17 Cena: / Alloggio: Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50 Trasporti: da Djema el Fnaa ad aeroporto Dh 100 (taxi) + Malpensa Shuttle € 21 + Milano-Pescara € 137,50 (treno) Commento : Un commento veloce sulla vacanza: l'emozione di passare una notte o più nel deserto è qualcosa di indescrivibile e che consiglio a tutti, essendo un patito dei viaggi fai da te a giochi fatti e se dovessi ripetere lo stesso itinerario opterei sicuramente per un auto a noleggio per fermarmi dove e quando voglio ed evitare le noiose soste nelle boutique di tappeti o nei negozi di fossili che ci sono state propinate durante il tour organizzato. Le strade sono in buone condizioni e facilmente percorribili, di questo non ero ben informato ed ha costituito un dubbio che alla fine ha fatto pendere la decisione verso un tour in agenzia locale. Marrakech è una città che si ama o si odia secondo me, non bisogna certo essere troppo schizzinosi altrimenti si propende sicuramente per la seconda ipotesi, il fascino dei souk e delle mille stradine, degli hammam e delle moschee resterà sicuramente impresso nella nostra memoria. Peccato per la disavventura con la macchina fotografica che mi ha privato dei ricordi di posti molto interessanti.
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  23. 3 maggio 2008 Alle 8 siamo in piedi convinti da Antonio a seguirlo alla Plage Rouge per prendere un pò di tintarella e fare una nuotata, facciamo colazione ed in taxi raggiungiamo questa spiaggia artificiale dove ci consegnano gli asciugamani e ci assegnano dei materassi giganti con ombrellone annesso. Rimaniamo a crogiolarci al sole fino alle 16 alternando il relax ad una nuotata il tutto a ritmo di musica disco, Pamela approfitta anche per fare una manicure. Devo dire che anche se inizialmente ero restio all'idea una giornata di "mare" ci voleva dopo le fatiche del deserto e le lunghe passeggiate in città sotto il sole cocente. Tornati in taxi a Marrakech mangiamo un kebab da Al Bahb poi torniamo in camera per la doccia. Ci rilassiamo ancora un pò sulla terrazza del riad prima di preparare le valigie per la partenza del giorno dopo, la sveglia sarà peggiore di quelle nel deserto quindi meglio sistemare tutto a dovere da questa sera. Per la cena confermiamo la bancarella numero 97, gironzoliamo per l'ultima volta per i souk e la Djema el Fna dove vediamo un incontro di pseudo boxe, ci scoliamo una birra al solito Tazi e poi dritti in camera. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Colazione: Riad Dar Tamlil, compresa Pranzo: Al Bahb 220 Dh Cena: Djemaa el Fna, Marrakech, bancarella #97 Dh 150 Alloggio: Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50 Extra: Plage Rouge 750 Dh
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  24. 2 maggio 2008 Premetto che per queste ultime due giornate non ho foto a disposizione in quanto la macchinetta come già ditto è andata distrutta e non ci sono più gli australiani con noi a prestarci la macchinetta. Stamattina ci alziamo davvero con tutta calma, facciamo colazione nel patio poi le nostre strade si dividono: Antonio prende un taxi e finalmente va alla Plage Rouge noi invece facciamo un bel giro a piedi per la città, arriviamo al Palais El Badi che si rivela davvero molto interessante, poi proviamo l'ingresso alle Tombe Saaadiane ma non ci fanno entrare perchè troppo pieno. Fa un caldo pazzesco e decidiamo di prendere un taxi fino ai Giardini di Menara dove ci rinfreschiamo su una panchina all'ombra degli olivi; una volta ritemprati percorriamo a piedi tutto il vialone dei giardini fino alla Koutubia, la strada sembrava più corta ad occhio ma non è così ed infatti siamo piuttosto stanchi quando giungiamo a destinazione, fa troppo caldo per stare in giro e ci rilassiamo un'oretta in camera per poi ripartire verso le tombe che riaprono alle 14:30 ma anche a quest'ora la ressa è indescrivibile ed a malincuore desistiamo. andiamo allora al Palais El Bahia che risulta meno interessante di quello visitato in mattinata. Percorriamo i souk per trovare refrigerio all'ombra ed arriviamo fino alla medersa per poi tornare in piazza dove gustiamo un buon gelato da Argana ed incontriamo Antonio di ritorno dalla Plage Rouge: è entusiasta, ci racconta della musica, del movimento e delle donne naturalmente e ci convince a tornare lì con lui il giorno seguente. Dopo la doccia torniamo in piazza per cena ma prima Antonio riesce a litigare con un venditore di babbucce che spara 350 dirham per un paio di ciabatte, Antonio replica con 50 e non intende schiodarsi, questo scende fino ad 80 ed al rifiuto chiude la contrattazione, noi diciamo ad Antonio che il prezzo non era male e che era stato troppo brusco ed irruento quindi torniamo indietro per accettare il prezzo ma il venditore è incazzato nero e ci dice che "nostro amico no essere simpatico" e che neanche per 100 dirham ci vende le babbucce. La prendiamo con filosofia e ce ne andiamo a mangiare alla bancarella numero 97 attratti da un ragazzo molto simpatico che c'infila il bancone sotto il sedere e comincia a portare degli antipasti a base di salse varie, mangiamo a dismisura a base di polpette, brochettes, salsicce e peperoni. Guardiamo uno spettacolo di boxe piuttosto comico e ci andiamo a scolare qualche birra, sapete dove ormai, facciamo ancora qualche giro per gli ultimi acquisti e ce ne andiamo a letto. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Colazione: Riad Dar Tamlil, compresa Pranzo: / Cena: Djemaa el Fna, Marrakech, bancarella #97 Dh 200 Alloggio: Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50
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  25. 1 maggio 2008 Finalmente ci alziamo ad un orario più decente ma nemmeno più di tanto, alle 6.30 infatti siamo in piedi ed alle 7 facciamo colazione con le ormai solite cose, alle 6 siamo in strada diretti alla Valle delle rose dove osserviamo le infinite distese di fiori con donne e bambini intenti a formare collane da vendere ai turisti, le donne del gruppo approfittano per fare uno shopping sfrenato a base di acqua di rose ed altre diavolerie del genere. Lungo la Valle delle rose Attraverso la Valle delle mille kasbah torniamo a Ouarzazate poco prima delle 12, visitiamo la kasbah di Taourirt con una guida che rende molto interessante il suo racconto pieno di anedotti e sopratutto in un italiano eccellente. La kasbah Taourirt a Ouarzazate Prima di pranzo il nostro amico greco decide di visitare un negozio dove vendono tovaglie d'organza di cui avevo letto sulla Lonely Planet, le trattative sono estenuanti e tutti vorremmo ucciderlo visto che siamo ad aspettarlo sotto il sole cocente, per fortuna un negoziante vicino ci offre degli sgabelli ed un posto all'ombra dinanzi alla sua boutique, naturalmente dopo che le nostre donne avevano fatto incetta di regali e regalini. Finalmente si pranza, questa volta andiamo in un ristorante che propone cucina marocchina ma anche internazionale con tanto di hamburger, hot dog e pizza. Naturalmente evitiamo quest'ultima e ne siamo contenti dopo che Michael ci ha quasi obbligato ad assaggiare un pezzo dalla sua quattro stagioni, mangiamo invece delle ottime insalate e panini. Dopo pranzo è tutta una lunga strada fino a Marrakech, ne approfittiamo per dormire in macchina e recuperare un pò di forze: alle 18 siamo dinanzi agli uffici della Sahara Expedition dove salutiamo l'autista Rashid ed i due greci mentre con il trio aussie ci facciamo tre o quattro birre al solito Hotel Tazi. Sulla strada di ritorno verso il riad ci fermiamo a prelevare al bancomat e ne dobbiamo provare più di uno prima di riuscire nell'impresa. Giunti al riad troviamo le nostre valigie già in camera, ci hanno assegnato la stessa dei giorni precedenti, dopo una doccia io e Pamy abbiamo voglia di tornare subito in strada mentre Antonio se la prende con calma, ci diamo appuntamento davanti al ristorante Argana dove avevamo pranzato qualche giorno prima ma Antonio con il suo grande senso dell'orientamento ci aspetta da tutt'altra parte, senza soldi al cellulare contatta la mamma in Italia con il solito trucco dell'addebito di chiamata, un altro dei suoi must, riceviamo un messaggio da mia suocera con la conferma del luogo dell'appuntamento ma noi siamo li da tempo e lui non si vede. Giriamo tutta la piazza e poi c'incontriamo casualmente, ci mostra dove ci aspettava e lo copriamo d'insulti, non c'azzeccava un "beeep". Andiamo a cena nelle bancarelle che sono le 10, optiamo per il pesce fritto ma non ci soddisfa come la carne. Mentre torniamo in camera Antonio trova il tempo anche di farsi la barba per strada. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Colazione: Hotel Le Vieux Chateaux, compresa Pranzo: Ristorante a Ouarzazate Dh 220 Cena: Djemaa el Fna, Marrakech Dh 140 Alloggio:Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50
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  26. 28 aprile 2008 La sveglia suona impietosa alle 5:45 e ci indica che è ora di prepararci per il tour: come detto, la sera prima avevamo preparato tutto quindi non ci resta che vestirci e lasciare il riad, lasciando le valigie nella stanzetta indicataci dal poprietario e portando ocn noi solo gli zaini da campeggio. Attraversiamo la piazza Djemaa el Fna e sembra di essere in un altro posto, sono lontane le luci e i rumori dei giorni passati, ora c'è solo qualche tassista in giro e la piazza sembra ancora più grande così vuota. La piazza Djemaa el Fna al mattino presto è deserta In dieci minuti siamo dinanzi agli uffici della Sahara Expedition, ci sono già una decine di persone in attesa di partire, facciamo una veloce colazione a base di spremuta d'arancia e omelette nel bar all'angolo mentre il marciapiede comincia a riempirsi di gente. Alle 7:30 arrivano i bus e veniamo divisi in base al tour prescelto, noi siamo insieme ad una coppia di signori greci ed a 3 ragazzi australiani in un minivan a 9 posti. Lasciata Marrakech la strada comincia pian piano a salire fino a diventare una vera e propria erta che ci porta ai 2000 e passa metri del Tizi n'Tichka; si gode un bellissimo panorama sulle valli sottostanti contornate da villaggi berberi. Facciamo una prima sosta per scattare qualche foto e fare compere da un ambulante che vende pietre tagliate a metà con all'interno dei minerali lavorati coloratissimi, il tizio ci chiede inizialmente 200 dirham per una pietra, alla fine chiudiamo la nostra trattativa con all'attivo 2 pietre per 100 dirham. Il nostro primo acquisto, chiusa sembra una semplice pietra..... .....ma una volta aperta!!! Ripartiamo e continuiamo a salire, facciamo una seconda sosta per un caffè e per espletare le funzioni fisiologiche e ripartiamo alla volta di Ait Benhaddou: la strada verso questa famosissima kasbah, patrimonio mondiale dell'Unesco, sembra interminabile ma alla fine, dopo circa 3 ore e mezza giungiamo a destinazione. Ci sono un sacco di bambini ad attendere il nostro arrivo e regaliamo loro delle penne portate da casa appositamente, non dimenticherò mai lo sguardo felice di quei bambini quando hanno ricevuto quello che per noi è un oggetto insignificante, i loro occhi raggianti e le loro urla di gioia rimarranno uno degli aspetti più belli di questo viaggio. Un ragazzino più grande degli altri sarà la nostra guida all'interno della kasbah, ci racconta della vita al suo interno, dei tanti film girati qui, tra i più famosi Lawrence d'Arabia, Gesù di Nazareth ed Il Gladiatore. Guadiamo un fiume su dei sacchi di terra essiccata e giungiamo all'interno dell'agglomerato di case fatte con terra e paglia, sembrano molto solide a dispetto dei materiali utilizzati, fà davvero un caldo terribile. Verso Ait Benhaddou Un paio di foto panoramiche della kasbah di Ait Benhaddou: Panorama 1 Panorama 2 La kasbah di Ait Benhaddou Dopo un'ora la nostra visita volge al termine, diamo una mancia alla guida e torniamo al bus, pochi chilometri ci separano da Ouarzazate e dal nostro primo pranzo che si rivelerà poi il peggiore dell'intero tour. All'una siamo seduti ai tavoli all'aperto del ristorante la Kasbah, proprio di fronte alla famosa kasbah Taourirt, mangiamo delle brochette di manzo e pollo piuttosto dure che ci lasciano molto delusi. La kasbah di Taourirt a Ouarzazate Museo del Cinema a Ouarzazate Auto partecipanti al Rally delle kasbah Il ristorante La kasbah a Ouarzazate Tutto il mondo è paese! Faccio conoscenza anche con i bagni pubblici marocchini dove lo scarico consiste in un secchio d'acqua da riempire direttamente da un rubinetto, solo dopo aver armeggiato vengo a sapere dall'autita che al piano superiore, nella terrazza, ci sono i bagni tradizionali xqq Sono le 14 quando torniamo alla macchina che definirei piuttosto un forno, attraversiamo la Valle del Draa tra oasi di palme e montagne sullo sfondo che ricordano piuttosto da vicino il Grand Canyon per la loro conformazione. Draa Valley Oasi nella Draa Valley Facciamo qualche sosta per strada per delle foto prima di giungere a Zagora dove il nostro autista ci lascerà nelle mani dei touareg, pronti ad affrontare il deserto. Pamela acquista il turbante per proteggersi dalla sabbia mentre la coppia di greci, che non aveva bene in mente il programma della vacanza, è convinta che solo la seconda notte dovessimo dormire in tenda, decidono così di restare a dormire in hotel con l'autista mentre noi alle 17:30 siamo pronti a salire sui nostri cammelli fiammanti non prima di aver scolato una bella birra ghiacciata, l'ideale con questo caldo. Pamela è pronta ad affrontare il deserto Verso le dune di Zagora.... ....con la nostra guida Quello delle birre sarà un altro dei tormentoni di mio cognato Antonio, sempre intento a chiedere all'autista di trovargli un posto dove scolarsene una tanto da meritarsi il soprannome di Heineken. Il panorama di questa prima cammellata non è dei più belli, facciamo un primo breve tratto sull'asfalto per poi addentrarci in un paesaggio arido ma molto lontano dalla nostra idea di deserto. lo definirei un pre-deserto, i cammelli poi sono scomodissimi ed abbiamo tutti un grand dolore al sedere ed ai gemelli di famiglia. Per fortuna le due ore di marcia indicate sul programma sono fittizie e si riducono ad un'ora e dieci minuti al termine della quale vediamo le dune ed il campo tendato. Il sole sta pian piano calando... ...allungando le ombre Siamo nella stessa tenda con i ragazzi australiano con i quali cominciamo finalmente a familiarizzare: Michael e Katrin sono una giovane coppia di sposi e con loro c'è la cugina Rachel. La nostra tenda Il sole comincia a tramontare e scattiamo tante foto tra una chiacchiera e l'altra ed un sorso di tè alla menta che ci viene puntualmente servita dai nostri cammellieri, quando il sole è completamente tramontato e comincia a fare scuro non c'è molto da fare e tra una cannetta e l'altra attendiamo il momento della cena che viene servita all'interno della tenda su dei tavolini bassi: mangiamo tajine di pollo con patate lesse e verdure, il solito ottimo pane e concludiamo con il tè alla menta che diventa sempre più una prelibatezza per me. Continuiamo la conversazione con i ragazzi australiani ed entriamo sempre più in sintonia, sono molto simpatici e socievoli, quando arriva l'oscurità completa è uno spettacolo rimanere allungati a guardare le stesse luminosissime ed infinite tant'è che la guida definisce la nostra tenda un "hotel a mille stelle" ed ha ragione, non c'è lusso che tenga con il piacere di stare lì, soli nel deserto ad ammirare un cielo stellato. Ci prepariamo per la notte e noi, che ci eravamo portati di tutto, vediamo che in tenda ci sono coperte e cuscini a volontà, inoltre fa molto caldo ed il sacco a pelo ci serve solo ad ammorbidire un pò il terreno anche se verso le 4 del mattino comincerà a fare più fresco. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Tour Sahara Expeditions: € 370,00 Colazione: Bar Marrakech Dh 20 Pranzo: Ristorante La kasbah, Ouarzazate Dh 350 Cena: in tenda nel deserto, compresa Alloggio: in tenda nel deserto, compresa
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  27. 27 aprile 2008 La sveglia suona alle 8, battezziamo subito la colazione del Riad Dar Tamlil e la promuoviamo alla grande: ci accomodiamo nel cortile e ci servono caffè, latte, spremuta d'arancia, cornetti, diversi tipi di marmellata, formaggini, baguette, mangiamo a sazietà e prima di uscire il proprietario ci dice che se vogliamo evitare di andare alla Sahara Expeditions per completare il pagamento del tour (anticipo pagato online) possiamo farlo con lui visto che deve andare lì per altri clienti: siamo un pò titubanti all'inizio ma visto che sul sito del riad avevo letto che effettuavano le prenotazioni per i tour nel deserto ci fidiamo, d'altronde ci rilasciano pure una ricevuta...usciamo e ci dirigiamo subito verso la Koutubia, c'è un solo splendente e fa un caldo africano, ah già, siamo in Africa, quasi quasi lo dimenticavo. Attraversiamo il vialone con i calessi, passiamo dinanzi al Club Med e giungiamo in un attimo a destinazione, giriamo tutto intorno, passeggiamo nei giardini poi Antonio insiste per fare il tour con i classici bus scoperti della City Sightseeing, io sono sempre stato restio a questo genere di tour ma per una volta accetto tanto per farci un'idea generale della città. La Koutubia I giardini intorno alla Koutubia Per 130 Dh a testa possiamo usufruire di questi bus per le prossime 24 ore salendo e scendendo a nostra scelta nelle varie fermate intermedie. Dall'alto del bus si gode una bella vista della città, visitiamo sia la Medina che la città nuova e devo dire che non è stata poi una cattiva idea, a parte il caldo impressionante a quell'ora del giorno. Con Antonio sul bus turistico Le mura della Medina Una delle porte della Medina Nei pressi della Koutubia Cammelli per strada Cartelli stradali Anche il commercio a Marrakech...... .....si mette al passo coi tempi! Place de la Liberté, nella Ville Nouvelle Ville Nouvelle La fontana del Sofitel Marrakech Hotel Fontana nella Ville Nouvelle Arrivata ora di pranzo ci fermiamo al ristorante Argara la cui terrazza offre una bella vista sulla piazza Djemaa el Fna, mentre stiamo assaporando delle cotolette di pollo impanate molto poco marocchine arrivano due amiche di Antonio di Casablanca, che vivono dalle nostre parti, si siedono al tavolo con noi e scambiamo quattro chiacchiere all'ombra, finalmente al riparo. La piazza Djemaa el Fna dalla terrazza dell'Argara Dopo pranzo cerchiamo ancora refrigerio all'ombra dei souk, li percorriamo in lungo ed in largo fino ad arrivare alla Moschea ed alla Medersa Ali ben Youssef ed al Museo di Marrakech. Tra i souk di Marrakech Le continue pressioni di Antonio per andare alla Plage Rouge, una spiaggia artificiale con piscina che avevamo visto in un servizio a Nonsolomoda, diventano sempre più pesanti, alla fine decido di accontentarlo e di togliermi questo peso in modo da poter dedicare i giorni successivi al rientro dal tour interamente alla visita della città: torniamo così al riad per cambiarci ma il ragazzo alla reception ci accoglie dicendoci che ha chiamato la Sahara Expeditions per un problema, dobbiamo così recarci lì e vedere cosa succede anche se i primi dubbi cominciano ad assalirci: sull'email c'era scritto che bisognava recarsi presso gli uffici il giorno prima della partenza per saldare il conto così immaginiamo che il proprietario ci abbia tirato una fregatura. Lasciamo perdere la Plage Rouge e ci fiondiamo in agenzia, la donna che ci accoglie ci dice che non ha ricevuto il denaro da nessuno e che è stato un nostro errore affidare i soldi al proprietario del riad, mostriamo la ricevuta di pagamento ma per loro non ha naturamente alcun valore senza i soldini....Torniamo indietro al riad e facciamo chiamare il proprietario, dopo alcuni tentativi ci dice di aspettarlo lì ma dopo 30 minuti non si vede così lo facciamo chiamare ancora ed inizia una conversazione concitata visto che il suo francese non sembra tanto migliore del mio: dopo altre telefonate ci dice di tornare in agenzia che è tutto risolto, siamo dubbiosi ma la donna al banco reception ci dice che in effetti il proprietario aveva lasciato il nostro saldo alla sua collega prima che lei arrivasse, siamo finalmente a posto ma quanta paura di aver gettato al vento i nostri soldi..... Dopo questa disavventura che ci ha un pò stressati la cosa migliore è rilassarsi un pò, è ormai tardi per la "benedetta" Plage Rouge così Pamela sceglie la strada dell'hammam Les couleurs de l'Orient , proprio di fronte al nostro riad, l'accompagno, pago e le dò appuntamento ad un'ora dopo, raggiungo così Antonio che nel frattempo si era intrattenuto in qualche acquisto non proprio lecito e ci rilassiamo fumando allungati sui divani del riad (dai concedetemelo, è un must del Marocco anche questo rytrtt: ) E dopo questa divagazione devo sottostare ad un altro dei tormentoni di questa vacanza da parte di mio cognato: la birra. Impossibilitato a reperire nei ber della piazza la tanto amata bevanda usufruiamo ancora una volta degli agganci del ragazzo in reception per farci indicare un bar dove poter sorseggiare in santa pace una bella bottiglia ghiacciata e lui ci indica la strada per l'Hotel Tazi: passiamo attraverso dei vicoletti che alla fine riconosciamo come la strada fatta il giorno prima per arrivare al riad dal parcheggio dei taxi, entriamo e dinanzi ad un televisore al plasma che trasmette partite di calcio marocchino ci concediamo 2 birre a testa interrotti ogni tanto da venditori di fumo seduti nei tavoli intorno al nostro....ragazzi ora basta però! Guardiamo l'orologio e ci rendiamo conto che è ora di tornare a prendere la Pamy, entriamo e mentre aspettiamo ci offrono un tè alla menta, poco dopo esce la mia signora che sprizza gioia da tutti i pori, ci racconta delle meraviglie dell'hammam mentre torniamo al riad. Prepariamo le borse da trekking per la partenza del giorno dopo e chiediamo al ragazzo se possiamo lasciare le valigie da qualche parte, ci indica uno stanzino assicurandoci che non le toccherà nessuno: terminati i preparatrivi ci facciamo una doccia rinfrescante e rigenerante e siamo più affamati che mai, decidiamo di cenare nelle bancarelle della piazza, c'è veramente solo l'imbarazzo della scelta, i vari addetti alle vendite ci tirano letteralmente per le braccia per cercare di farci scegliere la propria bancarella, troviamo pesce fritto, spiedini, uova sode da mettere nei panini fino alle interiora di pecora con le teste dei poveri equini a far bella mostra di sè sui tavoli. Decidiamo per una cosa piuttosto tranquilla e ci rimpinziamo con tre porzioni di brochette ognuna composta da cinque spiedini, due porzioni di patatine fritte, coca ed acqua più il pane che viene sempre servito a tavola con qualche salsa piccante: spendiamo in totale 140 dirham. Ecco cosa significa cenare nella Djemaa el Fna Terminata la cena ci concediamo solo un giro veloce per osservare qualche spettacolo e poi andiamo a letto presto dopo una fumatina per conciliare il sonno bww , domani alle 7 bisogna essere dinanzi alla Sahara Expeditions per l'inizio del tour nel deserto che ci terrà lontani da Marrakech per 4 giorni e tre notti. Resoconto di giornata I prezzi, dove non specificato diversamente, sono per tre persone Un euro corrisponde a 11 dihram marocchini circa. Bus turistico: Dh 390 Colazione: Riad Dar Tamlil, Marrakech, compresa Pranzo: Ristorante Argara, Marrakech Dh 250 Cena: Djemaa el Fna, Marrakech Dh 140 Alloggio: Riad Dar Tamlil, Marrakech € 43,50 Hammam: Les couleurs de l'Orient Dh 370
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