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pandathegreat

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  1. Sinceramente, io sceglierei tra vedere la zona sud (Philadelphia, Washington, Amish County, Outer Banks) e la zona nord (Boston e New England). In giornata e a piedi vedi una o 2 cittadine, l'isola è grande e per arrivare nella zona più panoramica ci sono circa 30 km... noi avevamo previsto un pernotto sull'isola, con l'auto per riuscire a fare il giro, purtroppo non siamo riusciti a partire per colpa del covid...
  2. Ah, già! Dopo cena, col camp immerso nel buio più totale, abbiamo avuto qualche difficoltà a ritrovare la strada che porta verso il nostro chalet, ci infiliamo in un vicolo cieco, in un altro, torniamo verso il ristorante, ricominciamo il giro, incontriamo Heidi a Francoforte che ci da le indicazioni, prendiamo un bivio sbagliato, giro a destra e... Un'enorme giraffa proprio di fronte a noi, assolutamente invisibile se non fosse per la luce dei fari, mi fermo, la facciamo passare, svoltiamo a sinistra e dopo aver evitato un paio di campeggiatori che vagavano nel buio alla ricerca della loro tenda e visibili come la giraffa, arriviamo al nostro meritato riposo!
  3. 16 agosto 2024 - Kaziikini La notte in tenda è andata molto meglio di quanto ci aspettassimo, letti comodi, poco freddo, una dormita epocale di quasi 10 ore! Dopo un'ottima colazione, partiamo con Kwaltu in direzione della concessione, stamattina puntiamo verso la zona umida, dove scorre l'unico fiume ancora vivo della zona. Quello che passava dalla concessione è asciutto da qualche anno. Il Botswana è un enorme altopiano, è una zona sismica e spesso i terremoti modificano, anche di pochissimo, il corso di un fiume, che improvvisamente comincia a seguire un nuovo percorso, portando acqua dove non c'era e siccità dove passava il fiume. La strada è lunga e mutevole, si passa da spianate sabbiose con delle ripide discese che arrivano al vecchio corso del fiume, a zone dove sembra essere scoppiata una bomba, con resti di alberi mozzati e bruciati, fino alle foreste di mophane (si pronuncia "mopane" ed è l'albero tipico di questa zona), che sono alte e rigogliose dove c'è un po' di acqua e basse e cespugliose dove ce n'è di meno. Kwaltu ci fa fermare spesso, per osservare gli scheletri, per raccontarci di quanto sia leggero il teschio di un elefante, per mostrarci lo scheletro di una giraffa, per farci vedere la differenza tra le spine delle acacie, che dominano la parte deserta. La strada serpeggia tra gli alberi, guido in scioltezza sul fondo sabbioso, forse un po' troppo perché... SBAM!!! Passo troppo vicino ad un ramo di mophane e lo specchietto di sinistra va in mille pezzi, ci fermiamo, Kwaltu recupera lo specchio, che per fortuna è intatto e un po' di pezzi di plastica che purtroppo non lo sono, cerca di rimetterlo a posto, ma vedo subito che non è possibile, sembra molto amareggiato, ma gli dico che siamo assicurati e non c'è problema, il danno sarà rimborsato! Le assicurazioni servono a questo, non ci facciamo rovinare la giornata! La zona del fiume è bellissima, dopo 2 giorni di secco totale, vedere l'acqua e il verde è quasi surreale. Vediamo parecchi uccelli, un'aquila nera, un po' di ippopotami in lontananza, un'aquila reale, gruccioni di tutti i colori, due pescatori sul loro mokoro. Naturalmente finora abbiamo visto tutti gli erbivori del parco, dei leoni però, nessuna traccia o meglio, solo quella, visto che vicino al fiume vediamo una lunga fila di impronte di un leone che corre, probabilmente un grosso maschio Riprendiamo la strada per il ritorno e incrociamo un branco di antilopi delle sabbie o antilope nera, una specie che vive in quest'area e caratterizzata da lunghe corna curve. Le ossa degli animali vengono lasciate sul posto perché gli erbivori se ne nutrono per acquisire il calcio, del quale sarebbero carenti. Da questa foto si capisce anche perché il teschio dell'elefante pesi così poco... è praticamente una spugna di osso! L'ultimo avvistamento (per fortuna!!!) della giornata è un Kori Bustard, il più grosso uccello volante africano e simbolo del Botswana. Riprendiamo la strada per il Camp, ma a circa un'ora dall'uscita Kwaltu mi dice: "Stop, we have a problem" Il problem è la gomma posteriore sinistra completamente tritata, probabilmente tranciata da un tronco o da una pietra affiorante... Impegnato com'ero a tirare giù tutti gli dei dell'Olimpo, ho dimenticato di scattare la foto, ma la situazione era abbastanza simile a questa: Kwaltu parte come se fosse un meccanico della Ferrari, sa cosa fare, un bel sasso sotto il cric, svita i bulloni, tira su la macchina, tira giù la ruota di scorta... Eh, già, ma come si tira giù la ruota di scorta di una Ford Ranger? Io non lo so, lui nemmeno, i telefoni non prendono, ma abbiamo un telefono satellitare e non abbiamo paura di usarlo! Chiama un suo amico che gli dice che per abbassare la ruota bisogna girare un meccanismo accessibile attraverso un buco sopra la targa, usando lo special tool presente in auto... Il sistema più stupido mai visto in un'auto! Riusciamo a calare la gomma di scorta, la montiamo, abbassiamo l'auto e... La gomma di scorta è sgonfia... Don't Panic!!! Ho il compressore... Accendo il compressore e... Il compressore non funziona... OK, Panic!!! Le proviamo tutte, anche a smontare il compressore dal suo alloggiamento e attaccarlo direttamente alla batteria, ma niente da fare. Parte un altro giro di telefonate e finalmente rispondono un paio di amici che hanno un compressore e dopo un'ora finalmente arrivano 2 ragazzi con un pickup con sopra il compressore e un generatore per farlo funzionare! Ma siamo in Africa, nulla è facile! Il compressore ha un attacco diverso dall'adattatore per gonfiare la gomma, ma loro, che sono previdenti, sanno come fare, basta un nastro ricavato da una camera d'aria per fare una giunzione, poi un'altra ed ecco che piano piano la nostra gomma si gonfia! Grandi sorrisi e pacche sulle spalle, siamo tutti felici di aver risolto, ringrazio e chiedo ai ragazzi quanto gli devo per il loro intervento e... "Per me, siamo a posto così" Questi emeriti sconosciuti si sono fatti un'ora di strada e se ne faranno un'altra per tornare e non vogliono niente??? Gli lascio una mancia generosa, perché mi sembra davvero il minimo, ripartiamo e in un'oretta, con "sole" 3 ore di ritardo rispetto al programma arriviamo al Camp, salutiamo anche Kwaltu, anche lui con generosa mancia (e anche lui non la voleva), passiamo al ristorante dicendo a Miss Heidi a Francoforte che quello che avevamo per pranzo lo mangeremo a cena, sistemo lo specchietto alla bella e meglio e siamo pronti per la doccia e al pomeriggio di semirelax nel nostro bellissimo chalet! Stasera battiamo il record assoluto, sono le 19:11, abbiamo già cenato, siamo sbronzi perché dopo la giornata abbiamo dato fondo al vino, siamo piuttosto cotti e... Buonanotte!!! Ah, per chi se lo chiedesse, con l'auto eravamo fermi più o meno qui: E l'albero indicato dalla freccia è quello dove ieri abbiamo visto i leoni... in 3 ore non è passato nessuno, nemmeno uno springbok e quando abbiamo chiesto a Kwaltu se ci fosse pericolo, visto che i leoni erano così vicini, ci ha detto di stare tranquilli, perché faceva caldo e i leoni hanno le zampe delicate, col caldo non si muovono da sotto l'albero!
  4. Dipende da cosa ti piace fare, il giro basso è praticamente solo città, puoi passare 3/4 giorni a Washington per visitare i musei e 1 o 2 a Philadelphia, potresti visitare Fallingwater house di Lloyd Wright. Passando da sopra hai Toronto, Niagara, la zona della Thousand Islands e rientrare verso NY passando per Montreal e la valle dell'Hudson, che lo scorso maggio ci ha davvero incantato. Per quest'ultima zona e per la parte canadese trovi i nostri diari in firma.
  5. Le cascate si vedono praticamente solo dal lato canadese... dal lato USA hai una specie di passerella che ti porta a vedere abbastanza di lato l'arco principale. Io ho fatto il passaggio in auto dal Rainbow Bridge e ci ho perso una mezz'oretta. Per muoversi a Niagara Falls c'è una navetta che ti porta in tutte le zone, cerca un hotel col parcheggio incluso, perché quelli in strada costano un rene e poco più. Buffalo la usi solo come punto di arrivo e partenza, anche perché è una città piuttosto brutta. puoi tranquillamente evitare la salita sul piedistallo della statua, ma Ellis Island è uno dei musei più interessanti di NY, secondo me è da fare. Staten Island è davvero carina, ma lo skyline da Liberty Island è davvero iconico. Fai attenzione al Labour day, che l'anno prossimo cade il 1° settembre, è un momento molto congestionato e i prezzi salgono, sarebbe meglio evitare quel weekend. Secondo me, sì, soprattutto se inizi la giornata presto. Il Top of The Rock è meglio farlo al pomeriggio, a cavallo del tramonto, ma anche col pass, devi prenotare qualche giorno prima direttamente sul posto (o almeno, era così nel 2017). Occupare mezza giornata a NY è la cosa più facile del mondo... anche passeggiando tra le strade, fare un giro sulla High Line, non sempre c'è bisogno di avere qualcosa di programmato.
  6. Il rischio c'è, ma di solito la costa occidentale è meno colpita dagli uragani. Sì, oppure nei dintorni, all'epoca costava la metà.
  7. Per il Canyon de Chelly, non fare solo il giro dei viewpoint dall'alto, ma prendi un giro guidato all'interno del canyon, ne vale la pena! Non vedo nella lista il Meteor Crater, merita una visita e non è troppo impegnativo.
  8. pandathegreat

    Boston a gennaio?

    Boston a gennaio è fredda, anche molto fredda, con picchi fino a -10°... lo scorso gennaio hanno avuto anche 16 di massima, ma principalmente le massime sono intorno allo 0. A Cape Cod potresti trovare parecchie attività chiuse, visto che è una zona più estiva/autunnale, Provincetown è appena più calda di Boston, non so se il villaggio dei pionieri vicino Plymouth è aperto e soprattutto, se è possibile fare la crociera per avvistare le balene. Normalmente per Boston bastano 2/3 giorni pieni, 4 li potresti dedicare ad esplorare Cape Cod con una notte proprio a Plymouth e 2 a Provincetown.
  9. Le aree in concessione al Kaziikini sono al confine della Moremi, ma non essendoci barriere, gli animali sono liberi di passare da una zona all'altra senza problemi, tanto che qui abbiamo incontrato i leoni più belli del viaggio.
  10. E per la gioia delle lettrici, ecco il TROPPO giovane James, in uno scatto in cui non è venuto troppo bene:
  11. Se cerchi tra i miei diari, ce n'è uno del 2011 che fa proprio quel giro, includendo anche Niagara, non è il mio viaggio preferito, ma per motivi esterni. Avevo diviso la permanenza a NY in 2 parti in modo di avere l'ultima notte in città per raggiungere l'aeroporto comodamente, ma se il volo ce l'hai la sera, puoi partire direttamente da Philadelphia. Fatti 2 conti, perché noi a maggio siamo rimasti nel budget solo perché avevamo prenotato con un grosso anticipo, ricontrollando gli hotel abbiamo trovato sempre i prezzi quasi raddoppiati. Anche i pasti hanno raggiunto cifre proibitive.
  12. 14 agosto - Maun Oggi è il grande giorno, uno dei motivi che ci ha spinto a fare questo viaggio, esploriamo il delta dell'Okavango! Sveglia alle 5, colazione in camera con i biscotti che ci hanno lasciato ieri pomeriggio e alle 6 siamo pronti. Ieri sera abbiamo sentito Mpho e ci ha detto che conviene partire presto per evitare le ore più calde, ma quando siamo al cancello, ci arriva un messaggio da Open Sands Safaris che ci dice che il nostro autista è appena partito e arriverà con qualche minuto di ritardo. Poco male, restiamo in zona, ne approfittiamo per scattare un paio di foto sceme, il selfie del giorno e alle 6:15 siamo pronti per partire! Ci vogliono circa 2 ore per arrivare alla zona dell'imbarco, per una parte su asfalto, per poi proseguire su una sterrata che passa nelle vicinanze di Elephant Haven, che visiteremo domani, un paio di villaggi sparsi nel nulla, passiamo dalla città, al deserto, per arrivare in una zona molto più verde! Verso le 8 ci fermiamo in mezzo alla savana, il nostro autista scende e apparecchia una colazione da fare invidia, caffè, latte, thé, biscotti e dei muffin davvero clamorosi... mentre mangiamo, ci guardiamo intorno e... Zebre, gnu, qualche gazzella in lontananza, gli scoiattoli di terra che corrono velocissimi, qualche timida mangusta. Alle 8:30 siamo all'imbarcadero, i mokoro ci sono, solo che manca il poler che sta arrivando a piedi da uno dei villaggi che abbiamo incrociato... Nel frattempo arrivano orde di turisti in viaggio di gruppo, tanto che la nostra bush toilet, della quale abbiamo approfittato in completa solitudine, ha una fila che pare quella dei cessi dell'Olimpico nell'intervallo di Italia - Scozia di rugby. In attesa del poler camminatore, ci gustiamo lo specchio d'acqua su cui si affaccia questa parte di mondo, è uno dei mille rami dell'Okavango, il fiume che porta la vita in questo angolo di mondo. L'Okavango è un bacino endoreico, che non ha uno sbocco in mare e muore nella zona nord del deserto del Kalahari, ma prima alimenta tutto il sistema delle acque di quest'area. Anche l'acqua del Boteti River arriva da qui, partendo dall'Angola e attraversando la Namibia, in un ecosistema in grandissimo rischio sia per le attività umane, che per i rischi legati al cambiamento climatico: la siccità in Angola degli ultimi anni ha drasticamente ridotto la portata del fiume. Nell'attesa, ci gustiamo le bestioline, qualche ippopotamo proprio di fronte a noi, una stupenda aquila e i tantissimi uccelli che passano per il delta. E quando arrivano i vari poler, tutti insieme, dal villaggio, si sono fatte le 9! Beh, i botswani sono meno crucchi dei namibiani... Il mokoro è la canoa tradizionale del delta, una volta era in legno di marula o di sausage tree (si, proprio salsicce), ora sono in vetroresina, sia per la salvaguardia delle piante, sia perché un mokoro adesso dura 15 anni contro i 5 dell'originale in legno ed è enormemente più leggero. È poco più largo del mio culo e la seduta è a terra e per renderlo più "comodo" è dotato di un paio di schienali movibili ricavati da una sedia di plastica. Io che sono un cristone di 180 per 100kg, agile come un ippopotamo, cerco di atterrare più leggiadramente possibile su questo guscio di noce, quindi cerco di tenere fermo tutto per permettere alla mia signora e pandona di poggiare il suo leggiadro posteriore sulla sedia... Ok, ci siamo riusciti, quello che non sappiamo è che dovremo ripetere quest'operazione altre 2 volte!!! La navigazione è una bellissima esperienza, si naviga sui canali che si stano riempiendo lentamente, fortunatamente quest'anno sembra che il fiume sia più gonfio rispetto agli anni scorsi, c'è solo il fruscio delle foglie e lo sciabordio dell'acqua intorno al mokoro, tra oche egiziane, open bill stork, kingfisher, aironi ed egrette. In più, ippopotami, il bufalo d'acqua, i waterbucks, impala e zebre. La passeggiata su una delle isole ci porta a conoscere le cacche e le impronte degli animali della zona... quelle degli elefanti sono facili da riconoscere (quella sopra è l'impronta, le cacche sono quei mucchi sparsi che si vedono nelle foto), le antilopi la fanno come le nostre pecore, quella del facocero sembra proprio un grappolo d'uva, quella delle giraffe è incredibilmente piccola e dura. Dividiamo il nostro pranzo col poler all'ombra di un'acacia su un'altra isoletta, la porzione è decisamente abbondante e lui sembra gradire, adesso la temperatura è decisamente alta, procediamo quasi sempre controcorrente e poverino, fa una gran fatica! Incrociamo dei pescatori, qui ci sono persici e pesci gatto, delle vere prelibatezze per loro. Torniamo all'imbarcadero dove ci aspetta l'ultima sfida della giornata... Sì, perché mentre all'andata ci siamo alzati e abbiamo camminato, è circa un'ora che siamo seduti nella stessa posizione e mi si sono addormentate le gambe, bloccate le anche e alzarmi è diventata un'impresa... Barbara scende abbastanza tranquilla, io mi esibisco nella migliore prestazione "Agile come un rinoceronte, pesante come un ippopotamo", rischiando di finire lungo disteso tra acqua, fango e mokori parcheggiati! Ora ci aspettano 2 ore con Tsidi per tornare in hotel, abbiamo giusto qualche minuto per rilassarci verso l'aeroporto! Sì, perché colti da trance agonistica, durante le prenotazioni abbiamo deciso che il delta dell'Okavango va visto dal basso, ma anche dall'alto ed abbiamo prenotato il volo con l'elicottero... è il nostro battesimo sull'ala rotante, Barbara ha passato gli ultimi mesi altalenando tra "sarà bellissimo" e "sarà l'ultima cosa che faccio" e sulla strada del ritorno comincia a canticchiare "Mi sto cagando sotto, otto, otto"... Arriviamo in agenzia, ci danno la carta d'imbarco, controlli di sicurezza e infine ci chiamano, il nostro elicottero è pronto! Oddio, proprio pronto no, aspettiamo qualche minuto sulla pista perché James, il nostro pilota, deve ancora atterrare dal giro precedente, arriva, fa il pieno e... Barbara vede James e comincia a magnificare tutte le sue virtù, prima tra tutte "è un bonazzo da paura". In effetti è un bel ragazzo, molto giovane (TROPPO), simpatico e disponibile, saliamo a bordo e... https://www.youtube.com/watch?v=VRJqNvNBXD4 La torre di controllo dell'aeroporto di Maun da l'autorizzazione al decollo e via, motore al massimo e dolcemente ci stacchiamo da terra, la paura di Barbara svanisce e diventa entusiasmo, in 5 minuti arriviamo sul delta e abbiamo una visuale davvero particolare della zona. Questo è un punto di vista davvero molto particolare, gli elefanti e gli ippopotami a mollo, i gruppi di giraffe quando ad un certo punto, James apre la comunicazione, ha avvistato uno degli animali più difficili da vedere, l'african wild dog, meglio conosciuto come licaone! Sono lontani e piccoli, si vedono appena e dall'elicottero è difficile ottenere dei buoni risultati, ma almeno si vedono. Sono rari, in via di estinzione, in quasi tutti i parchi c'è l'avviso di segnarsi il punto di avvistamento e comunicarlo ai ranger, anche il pilota è stupito, li ha visti pochissime volte. Naturalmente James avverte gli altri piloti e visto che mi sono dimenticato di fotografare il nostro velivolo, faccio la foto al gemello che ci si avvicina. Lo spettacolo dall'alto nella luce calda e liquida del tramonto è davvero una magia, Barbara alza il pollice e se la spassa, la sua paura è rimasta a terra, ora c'è solo gioia ed entusiasmo. Dopo i canonici 45 minuti atterriamo e Barbara fa: - Ne facciamo un altro? Spesa, benzina, visto che ci dovrà bastare per i prossimi 4 giorni e per finire la giornata, cena da Marc Eateries, dove mangiamo lo stufato di eland, il goulasch di facocero e una strepitosa zuppa di pomodori! Ah, c'è anche James, seduto con gli altri piloti proprio al tavolo dietro di noi... Troppo, troppo giovani... 😂😂😂😂
  13. La prima l'abbiamo finita al Kaziikini, la seconda è stata abbandonata non finita (ma mancava un bicchiere) a Kasane... Non siamo dei grandi bevitori!
  14. Ciao @Griso73, forse sarebbe meglio aprire un tuo topico per raccogliere le informazioni in un solo posto. Comunque, quella è una zona che non conosco direttamente, mentre ho percorso la tratta Niagara - Washington - NY come nella seconda mappa. Tra Chicago e Detroit sono 4 ore e mezza di strada, potresti fare una sosta all'Indiana Dunes State Park, a un'ora da Chicago, a Kalamazoo c'è un museo della scienza e dell'aviazione, ma non è che sia proprio la zona più turistica degli USA.
  15. Con il senno di poi... Eviterei di rifare il mio primo OTR come l'ho fatto! Era il 2008, questo forum non esisteva e pescando da diari, esperienze di viaggio e da un altro forum, che adesso non esiste più, programmai questo itinerario... 1 - 5 New York 6 - 8 volo per LA e 3 notti in città 9 - 13 LA - San Francisco, trasferimento in un unica tirata, passando per l'autostrada 14 - 15 Yosemite, dormendo allo Yosemite Westgate Lodge 16 Yosemite - Death Valley 17 Death Valley - Las Vegas con 2 notti a Las Vegas 19 Las Vegas - NY - casa Cosa non rifarei... 1) Mescolare est ed ovest, i giorni a NY mi hanno precluso la possibilità di visitare i grandi parchi. 2) Dormire a più di un'ora dall'ingresso di Yosemite. 3) La tiratona da Yosemite a Furnace Creek, una giornata intera in auto, infinita.
  16. Te la consigliamo, è davvero un'esperienza unica! Se ci riesci, cerca una notte senza luna...
  17. 12 agosto: Boteti River - Ntwentwe Pan Sonno profondo stanotte al fresco del Boteti River Camp, ci svegliamo ben ricampati e molto affamati, solite sghignazzate dei locali quando tentiamo di usare le 2 sole parole che conosciamo in Setswana, una delle lingue ufficiali del Botswana! Sì, perché come forma di rispetto cerchiamo sempre di imparare almeno "Salve" e "Grazie", in questo caso sono dumela e kealeboga, seguiti da "Rra" se ci si rivolge ad un uomo e da "Mma" se invece si parla ad una donna. La nostra pronuncia deve essere davvero terrificante a giudicare dalle loro risate! Non siamo gli unici affamati, ecco che ricompare il gatto grigio di ieri sera, che stamattina si è portato l'amico per scroccarci almeno un po' di colazione... Il grigio è molto più propositivo e praticamente fa il giro dei tavoli, il roscio, sta lì, ti guarda, ti giudica e ti fa sentire in colpa. Oggi percorreremo circa 200 km per arrivare al Gweta Lodge, scegliamo la strada più lunga, che però è tutta asfaltata e non prevede guadi... oddio, co 'sto secco de acqua ce n'è poca, ma dove non c'è acqua, c'è sabbia e decidiamo di soprassedere per il momento. La strada passa molto vicina alla zona diamantifera, dove solo pochi giorni dopo il nostro passaggio viene trovato questo sassolino: Un diamante di 2492 carati! I diamanti sono appunto una delle voci commerciali all'attivo per il Botswana, con 2 grosse compagnie attive che versano una consistente fetta dei guadagni all'amministrazione, la Debswana e la Lucara... la zona estrattiva è anche abbastanza limitata, ma i risultati sono davvero notevoli, visto che solo qualche anno fa ne avevano estratto uno da quasi 1800 carati. Quelle cicatrici che si vedono nella mappa sono le miniere di diamanti. Passata Mopipi, è arrivato il momento tanto temuto da Barbara... La guida del bestione, più grosso della nostra cameretta, più alto dell'armadio, in confronto la sua Kia Picanto pare una macchina Bburago... Si issa al posto di comando dopo aver lanciato quello che pare un grido di guerra, ma forse è solo artrite, regola il sedile, regola gli specchietti e via, si parte!!! Fino a questo momento, abbiamo incrociato solo poche macchine, mucche, asini, cavalli e capre, ma appena Barbara raggiunge la velocità di crociera, ecco spuntare uno struzzo, poi un altro, qualche zebra e infine, gli elefanti!!! Naturalmente non mancano i camion, che sono diventati improvvisamente più frequenti... Nonostante il terrore, guida per un centinaio di km, quando mi rende il comando del transatlantico, forse adesso il mostro le fa un po' meno paura! Mangiamo una crema di broccoli e un paio di sandwich al ristorante del Gweta Lodge, l'auto resterà parcheggiata qui per stanotte, tra poco ci attende il nostro autista per l'avventura di stanotte! Ci siamo preparati un bagaglio minimal con dentro pigiami, asciugamano in microfibra, ciabatte, beauty case... col senno di poi, ci sarebbe bastato lo spazzolino e il dentifricio, carichiamo i cavalletti, gli zaini e siamo pronti. Con noi c'è una famiglia anglo-austriaca, i genitori sono molto simpatici, i 2 figli hanno detto forse 4 parole, prima tappa il baobab, un albero con un'età stimata di 1500 anni davvero maestoso, che emana un'energia che solo questi giganti della natura riescono a dare. Non lo sapevamo, ma in Botswana ci sono tanti baobab, sparsi un po' ovunque sul territorio, sono degli alberi bellissimi, ma che in questo periodo perdono le foglie. Sì, perché siamo al culmine della stagione asciutta, vedremo tantissimi alberi spogli o con un foliage che non ha nulla da invidiare a quello del nord est americano. Il Botswana è anche il paese con il maggior numero di elefanti in Africa e sono davvero ovunque! Ma questa zona è famosa per un altro abitante della savana... il suricato! Questa famiglia vive tra le fattorie e si è abituata agli essere umani, si lasciano avvicinare, ma restano sempre all'erta anche se si mettono in posa per noi. Non hanno proprio l'espressione da primi della classe, ma sono fantastici! Il sole scende rapidamente ed è ora della prossima tappa, il Pan! Cos'è il Pan? Non è altro che il fondo del lago effimero che si forma qui durante la stagione delle piogge, un lago che non supera i 60cm di profondità, ma che è sufficiente a dare da bere alle greggi e alle coltivazioni dell'area, visto che il sottosuolo è ricco d'acqua. Per la maggior parte dell'anno invece è una piana salata, che scricchiola sotto le ruote. https://youtu.be/YLVlssTwUtE Il tramonto sul Pan è un'esperienza incredibile. Uno spettacolo che ci lascia senza parole, il sole si riflette sulla crosta salata e su quella che sembra una nebbiolina bassa, ma è la polvere che galleggia in aria. Il cielo si incendia e il sole scende giù, velocissimo, ma grazie al filtro dell'atmosfera e del pulviscolo, nella seconda foto si vedono anche le macchie solari. Salutiamo il sole e raggiungiamo il punto del nostro "hotel" per stanotte, direttamente al centro di una spianata di 12000 kmq completamente asciutta. I ragazzi preparano la cena, accendono il fuoco e organizzano il bivacco... dei materassi a terra con doppio lenzuolo e tripla coperta e ci servirà tutta! Foto del mattino dopo... era troppo buio per scattare la sera! A cena facciamo il bis della crema di broccoli del pranzo, più del riso ed uno spezzatino, tutto davvero ottimo e lo accompagniamo con del Savannah Dry, la bevanda preferita di questo lato di mondo! Ma lo spettacolo arriva dopo cena, il cielo diventa la casa di milioni di stelle, con un baffo di Via Lattea parzialmente cancellato dalla luna a metà che un po' ci rovina lo spettacolo. Quel piccolo cubo con 2 lucine in basso in questa foto non è altro che il nostro bagno per stanotte!!! Si è fatta l'ora di andare a letto, fa freddo e si dorme vestiti, pigiami ed asciugamano si sono fatti una gita senza motivo, ci infiliamo il berretto, appoggiamo la testa sul cuscino e ci addormentiamo in questo hotel a 5 milioni di stelle.
  18. Non è un viaggio economico, nella mia classifica la Namibia è un cm più avanti, per Barbara sono in parità!
  19. Ho aggiunto la schermata nel primo post, l'itinerario è questo: Data Percorso 8-ago-24 giovedì In volo 9-ago-24 venerdì JNB - Mokopane 10-ago-24 sabato Mokopane - Khama Rhino Sanctuary 11-ago-24 domenica Khama Rhino - Boteti river camp 12-ago-24 lunedì Boteti River Camp - Gweta Lodge 13-ago-24 martedì Gweta Lodge - Maun 14-ago-24 mercoledì Maun 15-ago-24 giovedì Maun - Kaziikini community camp 16-ago-24 venerdì Kaziikini community camp 17-ago-24 sabato Kaziikini community camp - Khwai Guesthouse 18-ago-24 domenica Khwai Guesthouse - Mwandi View 19-ago-24 lunedì Mwandi View - Big 5 Chobe Lodge 20-ago-24 martedì Big 5 Chobe Lodge 21-ago-24 mercoledì Big 5 Chobe Lodge - Victoria Falls 22-ago-24 giovedì Victoria Falls - Senyati Safari Camp 23-ago-24 venerdì Senyati Safari Camp 24-ago-24 sabato Senyati Safari Camp - Elephant Sands 25-ago-24 domenica Elephant Sands - Palapye 26-ago-24 lunedì Palapye - Mokopane 27-ago-24 martedì Mokopane - JNB 28-ago-24 mercoledì Arrivo a casa Giusto un suggerimento, per quanto la Self Drive Tour Botswana sia stata eccezionale per l'organizzazione e che questo paese è davvero tra i più sicuri di tutta il continente, non ti consiglierei il Botswana come prima Africa, perché ha alcuni tratti un po' troppo "africani"... non sempre ci sono indicazioni, gli orari non sono chiari, a volte ti devi affidare a mappe un po' nebulose per scegliere la strada. Come primo viaggio, trovo perfetta la Namibia, anche in fai da te, perché dal punto di vista di assistenza al viaggiatore è un passo avanti, oppure l'Uganda con un tour accompagnato, che ti permette di farti un'idea di come è viaggiare in Africa.
  20. Eccomi, tornato col corpo, ma con la mente ancora lì... Io toglierei una delle notti a Miami per aggiungerla in zona Naples... Miami, a parte la zona di Miami Beach fatta al mattino, non mi ha detto molto. Come ti ha già detto @Lauretta83, finita la visita agli Universal, andrei direttamente in zona Cape Canaveral, magari Cocoa Beach, per essere al KSC direttamente all'apertura.
  21. Nessun trucco o meglio, in anticipo comunichiamo alla compagnia aerea che abbiamo l'assistenza per sordi, o direttamente al momento della prenotazione (british) o subito dopo. Con la scritta DEAF sulla carta d'imbarco o anche solo con la Disability Card, parto diretto verso la fila business, al massimo se non c'è scritto nulla, chiedo al banco dell'imbarco se come disabile abbiamo diritto al preimbarco, quasi sempre è così. L'unica che ha rotto le balle è stata quella simpatica signorina di facili costumi del JFK.
  22. Prova a contattarli direttamente, a me fa prenotare sul loro sito.
  23. 10 agosto 2024, Mokopane - Palapye - Khama Rhino Sanctuary La sveglia suona prestissimo, 5:30 pronti a saltare giù dal letto, ore 6:00 ritiriamo il pacchetto colazione che ci hanno preparato, nel frattempo abbiamo caffè, latte e biscotti per uno spuntino, decidiamo di lasciare i 2 roll della breakfast box per il pranzo, insieme a un paio di succhi di frutta, carichiamo i bagagli sulla Ranger, 6:45, si parte, direzione Botswana! Ci vogliono circa 2 ore di viaggio per arrivare al punto di confine di Martin's Drift e lungo la strada vediamo la prima wildlife del viaggio... alcune antilopi, un gruppo di babbuini, qualche facocero (non mi rassegnerò mai al fatto che si pronunci facocéro e non fàcocero), delle piccole scimmie con la coda lunga e parecchi Banana Bill, uno dei quali tenta di suicidarsi su quella specie di muretto che è il frontale di Night Owl, il nome ufficiale del nostro mezzo, che ancora non si è trasformato in Miss Sphiggy! Oggi ci attende il passaggio della frontiera, non sappiamo cosa aspettarci e quando prima di arrivare al confine vedo una coda di 2 km di camion, comincio a sudare freddo. Per fortuna, i camion fanno la coda, gli automobilisti possono proseguire e quando arriviamo ci sono solo 2 auto davanti a noi e in pochissimi minuti passiamo il confine sudafricano. Al border post botswano arriviamo per primi e ci fiondiamo agli sportelli... e qui, 2 cattivissime guardie di frontiera ci fanno il terzo grado, vogliono sapere tutti i posti dove dormiremo! Adesso potrei recitarli a memoria, ma sul momento... PANICO! Non ce ne viene in mente nemmeno uno, non ci ricordavamo la sequenza delle destinazioni e il travelbook è, naturalmente, in auto! Dopo aver sudato come Billy Hayes a Istanbul, CLACLACK! arriva il sospirato timbro sul passaporto e via, siamo in Botswana. Ma prima di entrare, c'è il controllo sanitario e la disinfezione delle ruote. La macchina deve passare in una vasca contenente del disinfettante e noi su un tappetino inzuppato del suddetto disinfettante. Qui hanno un grosso problema con l'afta epizootica e di posti di controllo e disinfezione come questo ne troveremo altri lungo la strada. Prima tappa Palapye, dove ci aspetta Peo per consegnarci il pacchetto viaggio... se prima pensavo che noi fossimo organizzati bene, il pacchetto viaggio della Self Drive Tour Botswana contiene perfino le copie dei bonifici effettuati per il pagamento di attività e sistemazioni, più una serie di libretti per i parchi, una mappa del Botswana e un travelbook da fare invidia, con tutte le informazioni su quello che potremo vedere lungo il viaggio, la storia dei posti, aneddoti e suggerimenti. Peo ci accompagna al negozio di telefonia per acquistare la nostra scheda sim, ma visto che c'è coda, le diciamo di andare e ce la caviamo da soli. Come insegnare ai bambini a fare la pupù nel water? Ma certo, con un WC in miniatura!!! Siamo gli unici bianchi del centro commerciale ma il posto è tranquillo, così come gli impiegati della BTC, ma siamo in Africa, è tutto pole pole, piano piano, anche se è swahili e non setswana! Ne approfittiamo per fare una piccola spesa per la colazione e per rimpinguare le scorte di acqua e via, verso Serowe, dove c'è la tomba di Seretse Khama, il padre di questo Botswana, la cui vita è raccontata nel film e ancora meglio nel libro "A United Kingdom". Seretse Khama si sposò con Ruth Williams, un'inglese conosciuta durante gli studi nel Regno unito e, nonostante l'opposizione di Sudafrica e Rhodesia e dopo anni di esilio, divenne il primo presidente del Botswana indipendente. Purtroppo l'accesso al sito è bloccato, scopriremo solo al ritorno che l'accesso è attraverso il museo e ci accontentiamo di salutarlo dal basso Sotto l'ombra di un'acacia ci mangiamo il nostro breakfast sandwich... 2 uova, prosciutto, insalata, formaggio, maionese! Ottimo come pranzo, se l'avessimo mangiata a colazione ci saremmo addormentati direttamente al border post! In mezz'ora siamo al Khama Rhino Sanctuary, prendiamo possesso della nostra capanna e prima delle 3 partiamo per il nostro tour in solitaria per le strade del parco, un vero e proprio battesimo della sabbia per me e per la macchina! Avevamo delle aspettative abbastanza basse, ma ci siamo ricreduti. Oltre agli immancabili impala e kudu, vediamo 5 rinoceronti tra cui un cucciolo, una piccola mangusta e a pochissimi metri da noi... una giraffa, anzi, un GIRAFFO! Come si riconosce un giraffo da una giraffa? Lasciando perdere il motivo più ovvio, che spesso è ben nascosto, basta guardare le corna... no, avete capito male, la giraffa non è una bestia di facili costumi, ma le femmine hanno le corna pelose, mentre i maschi ce le hanno senza peli! E poi, ancora tantissimi uccelli, dagli hornbill agli uccelli tessitori, alcuni avvoltoi in lontananza, struzzi, guardiabuoi e tanti altri, dai colori spettacolari. Finiamo il nostro giro nel primo viewpoint, non me la sento di girare al buio su queste strade e ci gustiamo il primo tramonto di questo viaggio... Oddio, gustiamo... a rovinare l'atmosfera, un gruppo di italiani che non riesce a tenere la bocca chiusa e deve per forza fare casino! Non è il sensore sporco... sono proprio le macchie solari che si vedono!!! Il giro è davvero bello, le strade sono molto sabbiose e ci vuole un pizzico di pratica e di abilità per evitare di affondare nei punti dove la sabbia è molto profonda. Qualche minuto di relax sulle sedie della nostra capanna prima di andare a cena nel piccolo ristorante del resort, un hamburger con il petto di pollo, delle cotolette, tutto davvero buono e accompagnato dal Savannah Dry!
  24. Secondo me, meglio se sposti solo l'hotel, il Grand Canyon è grosso e non è proprio facile da spostare...
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