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claudiaa

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  1. Grazie delle dritte! Effettivamente sembrerebbe che il cooler ci sia anche al Wallmart di Mesquite! Pensavo di usarlo più che altro per avere qualcosa da bere in fresco durante il giorno e magari tenerci frutta, panini e qualche insalatona. Sicuramente organizzando le cene in camera bisogna prevedere di acquistare anche qualcosa in giornata di volta in volta.. ci accontenteremo! @al3cs a LV abbiamo adocchiato il Sahara, pare un po' fuori mano ma comodo alla metrorail e con il parcheggio gratuito e il Park MGM più centrale... come prezzi siamo sui 100-110 € a notte che va bene... @luisa53 al The Carriage alloggiai nel 2013 e mi ero trovata bene, effettivamente il parcheggio sembra ancora gratuito e forse non c'è neanche la resort fee! Ma è vero che parliamo di 50$ a notte?? @Marty74 la scorsa estate in Islanda anche noi avevamo portato i classici risotti e vellutate knor, poi dei mix di farro/cous cous della Valfrutta che non erano male, tonno, verdurine in scatola da far saltare con i noodles e la classica pasta e sughi pronti... se poi posso dire la mia: il classico Bonus l'ho trovato abbastanza terribile (e noi non siamo persone schizzinose) molto meglio il Kronan! Negli USA è escluso portare cibo a meno di non dover dichiarare tutto nel dettaglio giusto?
  2. Ciao a tutti, ritorno con qualche aggiornamento! Abbiamo fermato una intermediate SUV per 780,00 € per 15 giorni di noleggio, con Hertz e supercover... mi sembra un prezzo piuttosto ragionevole. A parte le ultime due notti a LV (...consigli ?) abbiamo già prenotato anche gli alberghi/motel, tutti con cancellazione gratuita e quasi tutti con "colazione" già inclusa. Stiamo spendendo una media di 145,00 € a camera a notte, anche qui mi sembra abbastanza ragionevole. La più cara ovviamente la Premium View Cabin alla MV, la meno cara invece la camera al Bryce View Lodge (speriamo bene...meh!). Parlando di tour abbiamo prenotato un giro di 5-6 ore con Jason della Waterpocket Pocket Adventures che ci dovrebbe scarrozzare tra la Cathedral Valley, le Bentonite Hills e il Moonscape Overlook nella zona di Capitol Reef alla modica cifra di 250€ a testa (gulp!), stessa cifra che prospettiamo di spendere per il tour di una giornata a Page, nella "peggiore" delle ipotesi al White Pocket. Mamma che prezzi! E poi c'è il capitolo cibo: per contenere un minimo stiamo seriamente pensando di optare per cene in camera e qui la domanda da un milione di ddddollari: ma cosa si schiaffa dentro quei microonde unti onnipresenti in tutte le camere?! E poi, ma il famoso cooler in polistirolo, lo si trova ancora? Avrei puntato il Wallmart di Mesquite per una prima spesa di non deperibili... In ogni caso anche se mi sembra di capire che gli USA economicamente siano the new Islanda, non vediamo l'ora di partire!
  3. 21 giugno 2023 Questa mattina sveglia alle 6:00 per partire alle 6:30, mezz'ora prima dell'alba, per la Endagered Species Drive. Approfittiamo del coffee time, generosamente offerto nella louge del The Barn, giusto per bere qualcosa di caldo e stuzzicare qualche muffin, la colazione vera e propria la faremo al nostro rientro. La temperatura sulla Landrover scoperta è veramente bassa ma abbiamo indossato tutti gli strati che avevamo e le copertine di pile qui ad Okonjima hanno il plus che sono leggermente cerate quindi proteggono anche dal vento e, soprattutto, stanno belle ferme senza svolazzare. Procediamo in una zona della riserva diversa da quella che abbiamo battuto ieri alla ricerca di Neo e vediamo subito giraffe e gnu oltre ad una simpatica lepre, definita simpaticamente un "Leopard's muffin" dalla nostra guida! La luce è meravigliosa e la natura si sveglia in tutta la sua forza e splendore. I colori in particolare sono assoluti: l'azzurro del cielo, il verde della vegetazione, il giallo dell'erba bruciata dal sole e il rosso della terra. Siamo alla ricerca della prima delle tre specie "endangered": l'otocione o bat-eared fox, una specie di volpe distintiva dell'Africa Subsahariana, in particolare di Sudafrica, Namibia e Botswana. È conosciuta per le sue orecchie insolitamente grandi, che le danno il nome e che svolgono un ruolo pratico nella sua sopravvivenza poiché sono fondamentali per rilevare piccoli insetti come le termiti, che costituiscono la maggior parte della loro dieta. La nostra guida ci conduce nel suo habitat preferito: si trovano infatti spesso in aree con terreni relativamente pianeggianti, sabbiosi, dove possono scavare tane o rifugi dove dormire durante il giorno. Dopo tanti giri a vuoto, proprio quando stavamo per perdere le speranze, ecco che riusciamo a vedere una coppia anche se, purtroppo, davvero molto lontana. Comunque soddisfatti, proseguiamo quindi l'esplorazione della riserva fino a trovare un'altra stupenda coppia, questa volta di magnifici rinoceronti bianchi, sorvegliata praticamente a vista dai ranger. Sono incredibilmente passate già tre ore e dobbiamo tassativamente tornare al The Barn dove arriviamo giuste giuste per fare colazione, bonariamente redarguite dalla receptionist con la quale abbiamo fatto nel frattempo amicizia. Ci godiamo un'ottima omelette, acquistiamo due bellissime giraffe in legno dipinte a mano che oggi fanno bella mostra a casa, ed è purtroppo ora di fare il check-out. Non saremmo più volute andar via: due giornate piene qui non sarebbero state affatto di troppo. Approfittiamo ancora un secondo del wi-fi per fare il check-in sull'App di Qatar per l'indomani e, caricata la Hilux, percorriamo la strada del ritorno letteralmente con le lacrime agli occhi. Speriamo con tutto il cuore che sia solo un arrivederci. I 200 km che ci separano da Windhoek scorrono lenti, arrivate in città facciamo un rabbocco al carburante e ci facciamo dare una veloce lavata esterna all'auto. Ci concediamo poi una sosta al Namibia Craft Center, interessante centro che raccoglie diverse proposte di artigianato e prodotti locali, e poi andiamo a fare il check-in al solito Chameleon Backpacker Hostel. Una volta in camera, montiamo e rimontiamo i borsoni per essere pronte per il volo di rientro l'indomani. Non abbiamo minimamente voglia di uscire a cena e diamo fondo alle ultime riserve della cambusa improvvisando un aperitivo con qualche snack e due birre. 22 giugno 2023 Purtroppo non c'è molto da raccontare sulla giornata di oggi, il nostro volo parte dall'aeroporto Hosea Kutako alle 13:30 così abbiamo tutto il tempo di alzarci e fare con calma colazione in ostello. Percorriamo gli ultimi chilometri fuori Windhoek fino alla Safari Car Rental con il magone: lasciare la nostra Hilux segna definitivamente la fine del viaggio. E' sempre Joel che dal rental ci porta davanti al terminal dell'aeroporto, lo ringraziamo profusamente per tutti gli ottimi consigli di guida e lui ridendo ci risponde che la prossima volta dovremo scegliere per forza la soluzione con la tenda sul tetto! E' veramente ora: imbarchiamo il borsone più grande, facciamo i controlli e ci dirigiamo verso il gate. Pranziamo con un meat pie, che purtroppo non è paragonabile a quello acquistato a Solitaire (sigh!) scambiando due chiacchiere con una coppia di italiani anche loro di rientro dopo due settimane con un bush-camper. Ci imbarchiamo e nel momento esatto in cui l'aereo si solleva da terra, un nodo si stringe in gola e una sensazione di malinconia dolce e inquieta prende piano piano forma. Chiudo gli occhi, il cuore si perde in un abbraccio silenzioso con quella terra selvaggia e misteriosa ed il mal d'Africa torna ad essere un desiderio che cresce insieme alla promessa di ritornare.
  4. ...prosegue. Ritorniamo al The Barn davvero entusiaste e salutiamo la nostra guida con una meritatissima mancia e la promessa, l'indomani, di fare con lui la Endangeres Species Drive del mattino, altra chicca offerta da Okonjima, che si concentra sulla ricerca di tre specie di mammiferi piuttosto speciali: l'otocione, la iena bruna e il rinoceronte. Rientrate al nostro chalet ci godiamo una meritatissima doccia nel nostro bagno principesco. L'esperienza del leopard tracking è stata elettrizzante e, nel contempo, trovarci in questa struttura di primaria bellezza e comfort ci fa sentire speciali e coccolate. Andiamo a cena a piedi, dove ci pappiamo, dopo l'entree, un gran filetto con verdure, dolce e vino. Il tutto in un ambiente e servizio sempre a livelli top, decisamente ben oltre quelli a cui siamo abituate durante i nostri viaggi. Tornando in camera dopo cena, con il buio, illuminiamo i nostri passi con la frontale e ci prendiamo un bello spavento quando incrociamo un gruppo di zebre che sta tranquillamente brucando dietro la nostra casetta. La notte ci svegliano a più riprese due sciacallini che si contendono la cena, facendo un gran baccano proprio sotto la nostra finestra. Le ossicina che troveremo sparse la mattina dopo ne sono la prova! Domani mattina sarà ancora safari e poi toccherà tornare a Windhoek. Buonanotte Neo, buonanotte Africa.
  5. 20 Giugno 2023 Ci stiamo avvicinando alla fine del viaggio, la sveglia suona relativamente presto come al solito e noi ci fiondiamo a fare colazione. Anche qui la mattina ce la caviamo egregiamente con uova, bacon e tazzona di tè e caffè. Carichiamo la Hilux, facciamo un veloce check-out e usciamo dai confini del campo, riagganciandoci alla C22 che ripercorriamo a ritroso fino alla B1, dove svoltiamo a sinistra verso sud. Da qui sono solo più una quarantina di chilometri fino all'Okonjima Nature Reserve. Okonjima è una riserva privata nata dal desiderio della Hansenn family di trovare un equilibrio tra gli allevatori namibiani e i grandi predatori, oggi copre 22.000 ettari delle scenografiche Highlands centrali e ospita anche la rinomata fondazione AfriCat, impegnata nella conservazione dei grandi carnivori, in particolare ghepardo e leopardo. La scelta di includerla nell'itinerario è stata dettata dalla possibilità di partecipare ad un leopard tracking, fiore all'occhiello delle molte attività offerte. Alcuni individui della riserva sono infatti collarizzati e al mattino e al tramonto vengono organizzati dei safari proprio nel tentativo di localizzarli. La natura ovviamente non offre alcuna garanzia di vederli, anche perchè gli animali vagano comunque liberi e sono totalmente autonomi nella caccia, nell'accoppiamento e nella scelta del territorio, ma le probabilità di avvistare un leopardo qui sono decisamente più alte che altrove. Arriviamo alle 9:30 al primo gate del parco, sempre presidiato da ranger, dove facciamo una sorta di pre check-in. Procediamo quindi fino al cancello principale che apriamo e chiudiamo dietro di noi (premendo un comodissimo pulsante ad altezza guidatore!). Da qui sono solo più una decina di chilometri su strada sterrata ma ottimamente tenuta, dove i cartelli stradali ammoniscono dell'attraversamento di ghepardi, leopardi e pangolini. Arriviamo al The Barn, la meravigliosa struttura centrale del Plains Camp che serve da ristorante, lounge e area comune. Ci accoglie Marco, gentilissimo, che ci mostra tutto il complesso. L'ambiente è incantevole, curatissimo, decisamente african-chic! Nell'attesa che la nostra "room" sia pronta, ci godiamo in assoluto relax il sole, gli ampi divani e la vista confermando il leopard tracking delle 15:00. La nostra Classic Room, di cui prendiamo possesso poco dopo, supera le aspettative, si tratta in realtà di uno chalet indipendente, arredato in maniera squisita, con bagno enorme e vista sulla pianura circostante. In lontananza vediamo subito una simpatica famiglia di facoceri. Torniamo poi al The Barn dove ci concediamo, finalmente sedute (oltre chè, devo ammettere, "servite e riverite" dal gentilissimo personale) anche un veloce pranzo riempiendoci gli occhi della la natura sconfinata davanti a noi. Ci stiamo davvero rigenerando. L'orario fissato per il leopard tracking arriva in un attimo e, anzi, ci troviamo una mezz'oretta prima per il coffee time e il briefing. Ci hanno diviso in tre jeep, ognuna assegnata ad una guida e ognuna impegnata nella ricerca di uno specifico leopardo collarizzato. Il nostro è Neo, uno dei maschi più longevi della riserva. Noi siamo elettrizzate, facciamo la conoscenza del nostro driver e di un'altra coppia di ragazzi (sulla jeep saremo quindi solo in quattro ospiti) e partiamo. Passiamo subito la fence che separa i confini del Plain Camp con quelli della riserva vera e propria entrando così nel territorio dei grandi felini. Durante il tracking è possibile fare off road e anzi, la nostra guida ama definirsi anche un po' giardiniere dal momento che è dotata di grandi tenaglie per tagliare qualche ramo che dovesse impedire il passaggio del nostro mezzo. Raggiunta l'area dove abitualmente Neo è territoriale, la guida tira fuori il localizzatore radio spiegandocene attentamente l'utilizzo. Il collare non permette di geolocalizzare il leopardo ma unicamente di individuarlo tramite frequenza radio, una specifica per ogni individuo. Il tracking consiste quindi nell'affidarsi al bip-bip emesso dall'antenna che si intensifica man mano che ci si avvicina, procedendo per tentativi. Le probabilità di avvistamento sono del 50-50. Facciamo quindi più giri in corrispondenza delle piste principali fino a quando, dopo circa un'ora - e questo dà l'idea di quanto sia sconfinata la riserva -, la guida capta il segnale che sembra collocare l'animale fittamente nascosto nel bush. Proviamo quindi ad addentrarci anche noi, una sforbiciata di qui e una sforbiciata di là, raggiungiamo una sorta di radura. Dal segnale radio Neo è qui da qualche parte. La nostra guida spegne il motore e si mette in ascolto, scrutando tra la fittissima vegetazione da cui siamo circondati. Finalmente, dopo qualche interminabile minuto, ce lo indica! E' a meno di dieci metri da noi ma così perfettamente mimetizzato che sarebbe stato veramente impossibile individuarlo senza l'aiuto di occhi esperti. Sta dormendo e, non potendo avvicinarci oltre, vediamo solo la testa. Passano i minuti e pian piano assistiamo al risveglio del...gattone! Proprio come un micione troppo cresciuto, Neo tende le orecchie, alza la testa, sbadiglia e si stiracchia usando un tronco come tiragraffi. Emozionante! Successivamente, in pochi passi sfila a qualche metro da noi, senza degnarci di uno sguardo, e scompare nuovamente nel bush. A quel punto la guida rimette in moto ed usciamo dalla radura di rovi, sperando di incrociarlo in un punto di savana più aperta. Per fortuna non dobbiamo aspettare molto e come un'apparizione ecco che si mostra in tutta la sua bellezza. Siamo al settimo cielo, poter ammirare con calma quello che, senza dubbio, è il più affascinante ed elusivo dei big five è un privilegio raro. Lo seguiamo con lo sguardo fino a quando non scompare nuovamente tra il bush. La guida ci asseconda ancora e si sposta abilmente fino ad una posizione dove ce lo troviamo ancora una volta davanti. E Neo ci regala ancora un po' della sua aurea, attraversando placido l'erba bassa, sfilando fiero verso i cespugli. "...and just like magic, he's gone! ...now let him be" sentenzia la guida. E noi ti lasciamo andare, meraviglioso Neo, padrone delle Plains, augurandoti lunga vita! Abbiamo il cuore a mille e siamo incredule per questo incontro davvero magico. E non c'è miglior conclusione a questa magnifica esperienza che il classico sundowner! Brindiamo con spumante e gin&tonic da una posizione davvero mozzafiato con una vista a perdita d'occhio sui 22mila ettari della riserva. Ho poche parole per descrivere questo tramonto che è sicuramente uno dei più belli della mia vita e affido le emozioni di quel momento a questa citazione tratta da La Mia Africa "il respiro del panorama era immenso. Ogni cosa dava un senso di grandezza, di libertà, di nobiltà suprema... Lassù si respirava bene, si sorbiva coraggio di vita e leggerezza di cuore." ... continua.
  6. 19 Giugno 2023 Questa mattina è l'ultima che trascorriamo nel parco e abbiamo deciso di dedicarla al safari guidato del mattino che parte dal Camp di Namutoni. Partiamo alle 6:30 davanti al ristornate dove faremo colazione al nostro rientro. La guida è un corpulento omone, dopo il solito veloce breefing sulla sicurezza e l'ammonimento che siamo in natura e gli avvistamenti non sono garanti da nessuno se non dalla pazienza e da un briciolo di fortuna, mette in moto e partiamo. Ci dirigiamo subito alla pozza di Koinachas che però troviamo vuota. Una coppia di turisti locali ci informa che la notte precedente hanno sentito ruggiti in lontananza e sperano di avvistare i leoni residenti in questa zona. Noi cambiamo rotta e proseguiamo verso la Chudop Waterhole, dopo un paio di incontri ravvicinati con delle ienette alla ricerca di cibo. Alla pozza troviamo solo una coppia di sciacalli, maschio e femmina, intenti nella caccia. Lui si rilassa mentre lei si da un gran da fare nel tentativo di sorprendere le numerose colombe che bevono ai bordi della pozza. La sua tecnica consiste nel muoversi con cautela, cercando di sorprendere una colomba e sperando che una delle prede scappi verso di lei. Purtroppo durante il nostro passaggio non ha successo ma speriamo abbia avuto miglior fortuna più tardi. Gli avvistamenti importanti proseguono quando ci troviamo faccia a faccia con un rinoceronte nero che ci fissa per molti minuti. E' l'incontro più ravvicinato che faremo con questi magnifici animali durante questo viaggio e sono decisamente contenta di sentirmi al sicuro a bordo del nostro veicolo da safari, scattando foto con calma e senza la paura di dover accelerare in fretta nel caso il rinoceronte non gradisse troppo la nostra vicinanza. Tornati sulla strada principale, con grande sorpresa, incrociamo niente poco di meno che un tasso del miele. Questo piccolo, ma temerario animale, è noto per la sua straordinaria resistenza e aggressività, tanto da non temere predatori molto più grandi, compresi i grandi felini. Sono davvero entusiasta, perché qualche giorno prima ci eravamo fermate per un ingorgo causato dalla presenza di un altro tasso, ma purtroppo, nonostante le indicazioni degli altri safari, non eravamo riusciti in nessun modo a vederlo, tanto era nascosto nel bush! Un altro eccezionale incontro è con un gruppo di eland, la più grande specie di antilope vivente, con il caratteristico mantello chiaro e particolari corna a spirali. La nostra guida è particolarmente eccitata perché, a detta sua, sono animali estremamente schivi e che solo una grande necessità di acqua li avrebbe spinti ad esporsi fino alla pozza. Nel frattempo le ore di safari sono volate e la nostra guida fa ancora un tentativo per incrociare sul suo e nostro cammino un predatore. Prima di rientrare al campo ci porta alla Fisher Pan Drive, che disegna un anello dietro Namutoni, e ci porta fino alla carcassa di un cucciolo di giraffa, scoperta qualche giorno prima. Purtroppo ad attenderci troviamo solo due simpatiche iene che si stanno contendendo solo più le poche ossa rimaste. È ormai il momento di tornare. Al nostro rientro al campo, siamo praticamente sole, poiché tutti gli altri safaristi sono già partiti da un pezzo. Facciamo quindi colazione in tranquillità e poi ci dirigiamo al nostro bungalow per recuperare i bagagli. Lasciamo l'Etosha a malincuore: uscire dal parco significa inevitabilmente dirigersi verso sud, verso Windhoek, e quindi verso la fine di questo splendido viaggio. Ci aspettano 400 Km di asfalto prima di arrivare al Waterberg Camp NWR, dove abbiamo deciso di passare la notte. Come già scritto in premessa, la scelta di alloggiare qui è stata fatta per diversificare rispetto ai paesaggi che sapevamo avremmo visto fino a questo momento. Il Waterberg è infatti un imponente altopiano che si eleva di circa 200 metri sopra le pianure circostanti, creando un ecosistema unico rispetto alle altre zone della Namibia. Con il senno di poi, avremmo dovuto probabilmente optare per passare la notte ad Okonjima, la nostra destinazione per il giorno successivo. Non solo perché arriviamo al camp NWR abbastanza tardi e stanche, dopo aver percorso buona parte della B1 e attraversato un numero imprecisato di paesi che iniziano per O... ma soprattutto perchè troviamo il posto purtroppo allineato alle pessime recensioni lette su TripAdvisor che avrebbero dovuto farci desistere. Per fortuna non avevamo molto in programma, se non una passeggiata sui sentieri "escursionistici" attorno al campo ma dopo qualche passo lasciamo perdere anche quelli perchè li troviamo invasi da rovi e, peggio, da babboons! La camera, pur essendo economica rispetto agli standard namibiani, è decisamente deludente, così come la bistecca che ci servono a cena. Non ci resta che andare a dormire e svegliarci presto l'indomani per goderci appieno la giornata alla Okonjima Nature Reserve!
  7. Ho recuperato anche io le ultime giornate di questo bellissimo viaggio! Ve la siete cavata alla grandissima nonostante i tentativi di auto-sabotaggio di Miss Sphigghy! Faccio parte di quelli che sono stati in autonomia in Sudafrica senza avvertire alcun tipo di problema o pericolo anche se nell'ormai lontano 2019 quindi prima dell'accentuarsi delle diseguaglianze economiche post-pandemia. L'aumento della criminalità è purtroppo un dato di fatto ma ritengo sia una prerogativa di molte grandi città e non solo africane. Evitando queste (forse solo con l'eccezione di CT) e puntando ai parchi secondo me si può ancora andare sul sicuro.
  8. Ho approfittato della (breve) pausa natalizia per portare a termine il diario. Ecco il racconto e le fotografie del nostro ultimo giorno all'Etosha! 18 Giugno 2023 Ci svegliamo ad Halali con più calma del solito e andiamo subito a fare colazione, il pasto che riesce decisamente meglio allo staff dell'NWR. Uova strapazzate, bacon, pancake e un bicchierone di caffè e siamo pronte per il trasferimento di giornata. L'obiettivo finale è Namutoni, dove trascorreremo la nostra ultima notte nel parco. Uscite dal camp svoltiamo a sinistra per riprendere la strada principale C38 da cui procediamo verso l'Etosha Pan Lookout Road, incrociamo i soliti nutriti branchi di gnu e zebre diretti all'abbeverata del mattino, probabilmente verso Nuamses. In questa piccola deviazione vediamo la nostra prima iena e, seppur lontanissimo, un altro bellissimo rinoceronte nero. Ritornati sulla strada principale proseguiamo fino alla pozza di Goas, che raggiungiamo dopo avere percorso una strada secondaria fortemente dissestata. Quando arriviamo la pozza è pressoché deserta ma facciamo qualche foto da vicino ad alcune antilopi roane e a delle zebre "offsettate" all'abbeverata. Decidiamo di proseguire, tentando la fortuna in qualche altra pozza ma, rientrate sulla strada principale rimaniamo incolonnate insieme ad altre auto: qualche centinaia di metri più avanti sta attraversando la strada una numerosissima mandria di elefanti. Camminano di gran carriera incolonnati, e puntano nella direzione da cui veniamo. Ci guardiamo un attimo e non abbiamo dubbi: sono sicuramente dirette a Goas! Facciamo inversione e ci rifiondiamo al punto di osservazione. Dopo 30-40 minuti abbondanti eccoli che arrivano! Sono tantissimi! Esemplari adulti, giovani e un cucciolo che sembra Dumbo tanto è piccolo e impacciato. Non sappiamo dove guardare e scattiamo foto da tutte le parti. Stiamo tantissimo tempo a goderci lo spettacolo e si sono fatte le due del pomeriggio. Decidiamo di puntare dritte a Namutoni per fare il check-in, pranzare e poi riprendere l'esplorazione dell'area. Arrivate al campo le procedure del check-in sono lente ma, in compenso, la camera che ci viene assegnata è molto bella, quasi lussuosa se paragonata a quelle di Okaukuejo e Halali: soprattutto il bagno ci colpisce, lavandino con specchio gigante e mega vasca con doccia. Ci sarebbe perfino una doccia esterna in stile maldiviano! Pranziamo fuori con le poche provviste che ci sono rimaste e ci rilassiamo un po' in camera dal momento che oggi fa anche piuttosto caldo. Verso metà pomeriggio usciamo nuovamente ma non siamo particolarmente fortunate con gli avvistamenti: un gigantesco "ghost elephant" interamente ricoperto della polvere bianca proveniente dai depositi salini del parco, e delle belle giraffe al tramonto. Rientriamo quindi prima del tramonto, buttiamo un occhio alla pozza anche se sappiano essere, al contrario di quelle degli altri campi piuttosto avara di avvistamenti e infatti facciamo solo una foto al sole che se ne va a riposare oltre l'orizzonte. A cena non abbiamo scelta che il ristorante del parco, siamo pochissime persone e la proposta sul menù è piuttosto scarna: per cambiare ci accontentiamo di alcuni wrap di pollo e verdure che non ci soddisfano per niente. Domani abbiamo prenotato il sunrise safari quindi ce ne andiamo a dormire presto con la sveglia puntata alle 6:00.
  9. Tanti cari auguri a tutto il Forum!
  10. Grazie a tutti per i consigli! Credo che i primi giorni tra Zion e Bryce li strutturemo così. LAS VEGAS - ZION/SPRINGDALE -> considerando di fare una prima spesa in qualche Walmart (è ancora la catena di riferimento del forum? ) e che conto di metterci tre orette per arrivare a Sprindgdale, tra poi il tempo che se ne va con la navetta, credo che punteremo allo Scout Lookout e a qualcosa tipo Emerald Pools. Notte a Springdale. ZION/SPRINGDALE - BRYCE CANYON -> vorremmo fare sicuramente il Canyon Overlook sulla strada per il Bryce poi l'Observation Point con shuttle a 7$ dal Ponderosa Ranch. Sto solo cercando di capire se prendendo il loro shuttle il parcheggio al ranch è garantito. A seguire trasferimento al Bryce per il tramonto. Se prima avanzasse tempo, una camminata in zona Red Canyon. Notte a Bryce Canyon City o giù di li. BRYCE CANYON -> sperando nel bel tempo (saremo li l'ultima di agosto) credo proprio che seguiremo il suggerimento di Rob e faremo il Figure 8 Loop dando al Bryce tutto il tempo che merita (alba compresa!). Notte ad Escalante potrebbe essere un'ottima idea! Proseguo con lo studio dei diari...
  11. Questo è l'itinerario che abbiamo stilato: LINATE - LAS VEGAS LAS VEGAS - ZION/SPRINGDALE ZION/SPRINGDALE - BRYCE CANYON/TROPIC BRYCE CANYON/TROPIC BRYCE CANYON /TROPIC - TORREY/CAPITOL REEF TORREY/CAPITOL REEF – MOAB MOAB ARCHES MOAB CANYONLANDS MOAB - MONUMENT VALLEY MONUMENT VALLEY – PAGE PAGE PAGE - GRAND CANYON GRAND CANYON - LAS VEGAS LAS VEGAS LAS VEGAS - LINATE Alcuni pensieri sparsi, riporto i giorni di riferimento: 2. Mi sarebbe piaciuto visitare la Valley of Fire la mattina, magari sfruttando il fuso, ma ho letto che i trail sono chiusi da maggio a settembre causa temperature proibitive quindi credo che la deviazione non valga la pena e pensavo di tirare dritto a Zion. Purtroppo il trail a cui tenevo di più lo Zion Observation Point via East Rim Trail è attualmente chiuso perchè l'attacco è a Weeping Rock dove c'è stata una frana (da un po' di mesi ormai) e non sono molto confidente verrà riaperto. Che alternative mi consigliate per una visita da camminatori escludendo l'Angels Landing? 3. Rispetto a come organizzeremo il giorno 2 qui le alternative sono o dedicare ancora del tempo a Zion e poi spostarsi al Bryce oppure lasciare subito Zion e magari fare un trail al Red Rock Canyon prima di arrivare al Bryce per vedere il tramonto. C'è qualche chicca nel mezzo tra i due parchi che mi sfugge? 4. Giornata intera dedicata al Bryce (troppo tempo?), considerate che faremo sicuramente il Loop Queen's Garden + Navajo e tutti i punti panoramici poi possiamo spostarci un po' più avanti lungo la UT12 per dormire (dove?) 5. Oltre ai punti panoramici sulla UT12 ho un po' di dubbi sul trail delle Lower Calf Creef che mi sembra porti via almeno 3 ore. Non mi sono ancora fatta un'idea precisa se ne valga veramente la pena oppure se convenga andare diretti a Capitol Reef per vedere già qualcosa sulla UT24 e fare il trail della Chimney Rock al tramonto che sembra molto bello. 6. Qui il programma forse è ambizioso: Capitol Reef Scenic Drive, Hickman Bridge, deviazione per il Moonscape Overlook e Dead Horse Point al tramonto prima di raggiungere Moab. Troppo? 7 e 8. ho abbastanza le idee chiare nel dedicare una giornata a ciascun parco: Arches sicuramente più da camminare, Canyonlands più punti panoramici. Il Corona Arch ce lo infilo? Quando? 9. Anche qui programma ambizioso: dritti fino a Muley Point, poi Moki Dugway, Valley of The Gods e infine Monument Valley Drive. Mi sembra di aver capito che l'ultimo ingresso nella valle è alle 16:30...ce la facciamo? 10. Trasferimento a Page per l'Antelope Canyon (vedremo quale), Horseshoe Bend e magari un po' di relax... 11. Vorremmo fare un'escursione "guidata": da capire se tentare una lottery per le North/South Coyote Butte o puntare al White Pocket District che, mi sembra di capire, continua ad essere l'unico senza bisogno di un permit e sinceramente mi ha sempre piuttosto affascinato. Paria Outpost&Outfitters sono sempre i più affidabili? 12. Il dubbio qui riguarda cosa fare oltre ai vari punti panoramici proveniendo dalla Desert View Drive: mi piacerebbe considerare di affittare bici e arrivare all'Hermit Point dal GC Village. Dove dormire anche qui un dubbio. 13 e 14. Giornata piena a Las Vegas per svaligiare outlet oppure fare ancora una tappa a Sedona? Forse vista tutta la carne al fuoco spingerò per la prima! Grazie a chi mi vorrà dare un parere! Intanto vado a leggermi qualcuno dei millemila bellissimi diari di queste zone! Buona giornata a tutti!
  12. Cari amici del forum, abbiamo appena acquistato voli Linate - Las Vegas dal 22/08 al 05/09 con KLM e scalo comodo su Amsterdam! Dal momento che il giro sarà il classico Grand Circle, nonostante qualche centinaio di euro in più di spesa, sono molto contenta di volare su LV ed evitare il trasferimento da/per il LAX!
  13. …ma invece parlando di tempi e non di budget: come lo vedete uno scalo di 1 ora e 50 min a Chicago? Proveniendo da Malpensa per poi proseguire su Las Vegas? 🤔
  14. Grazie a tutti per gli aggiornamenti! Precisissimi! L’idea è senz’altro quella di trovare hotel/motel con colazione oppure farla in camera. Stessa cosa per i pranzi, ci organizzeremo con panini o simili. A cena ci concederemo qualcosa in più a meno di non farla anche in camera qualche volta! Certo è che i tempi sono veramente cambiati! 😕
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