Vai al contenuto

Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...


Messaggi raccomandati

10 ore fa, yalen86 dice:

Beh dai almeno aveva il cambio automatico, retrocamera, sensori parcheggio, aria condizionata, interni in pelle :P :P 

Sì, proprio! 🤣🤣🤣🤣

Dei sensori di parcheggio non c'è bisogno, hai un passeggero, no?

 

10 ore fa, yalen86 dice:

Con le 4x4 per comuni mortali non si gira proprio

Si gira, si... ma non si va ovunque, soprattutto se non hanno le gomme rinforzate.

Noi abbiamo bucato 3 volte la stessa gomma, ho dovuto usare almeno 2 volte le marce ridotte, il 4x4 per le sterrate, e ho tenuto la pressione degli pneumatici inizialmente a 1.8 a caldo, poi a 1.6, sempre a caldo... con le gomme stradali non puoi tenere le pressioni così basse.

Se non ricordo male, il noleggio del Mostro ha un prezzo notevole, 23500 N$, circa 1500€, ma alla prima strada sterrata capirai che ne valeva la pena.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

Martedì 8 maggio 2018

 

 

Buongiorno Africa, oggi si fa sul serio 😉

 

Al b&b ci godiamo un'ottima colazione con tanto di cane di casa mendicante :megalol:, per Paolo quella dei campioni con uova e pancetta, per me - più modesta - un'enorme macedonia con lo yogurt, la frutta è buona come ricordavo dall'Uganda e anche di più. Salutata la gentilissima host e il gatto appiccicoso, dopo un veloce passaggio a conoscere Sonja alla sede della Cardboard Box, riempito il serbatoio del Mostro - 1500 NAD, circa 100 euro, per 115 litri! - imbocchiamo finalmente la strada che porta a sud, incontrando il primo dei posti di controllo all'uscita dei centri più grandi. Ci tocca anche pagare la tangente al poliziotto di turno: una bottiglia di acqua gasata! Ce la ridiamo, che vuoi fare? ha pure chiesto per favore :grin:

 

Prima tappa Hardap Dam, con qualche doverosa sosta foto lungo la strada. Ammirate qui il Mostro in tutto il suo splendore prima delle sterrate, così non lo rivedrete mai più. Ma no, che avete capito? il Mostro è quello bianco a quattro ruote sulla destra, l'altro è mio marito! :prrrr:

 

 

DSC_7078.jpg

 

 

Ecco, adesso ho quasi completato la collezione, dopo il Meridiano di Greenwich e l'Equatore ho anche il Tropico del Capricorno ... e tra il cielo blu e la terra rossa inizio a sentirmi davvero in viaggio, davvero in Africa nonostante la splendida striscia di asfalto che ci accompagnerà per tutta la giornata.

 

 

DSC_7081.jpg

 

 

Cartello con aggiunta ^^

 

 

DSC_7085.jpg

 

 

Lungo la strada incontriamo anche i primi nidi di Social Weavers, gli uccelli tessitori, che vivono in grandi comunità, veri e propri condomini con tanti appartamenti quante uscite, dei piccoli labirinti di sicurezza. Beati e incoscienti li fotografiamo anche da sotto per la prima ed ultima volta.

 

 

DSC_7091.jpg

 

 

 

DSC_7094.jpg

 

 

 

DSC_7097.jpg

 

 

Arriviamo alla diga verso mezzogiorno, perfettamente in linea con la tabella di marcia mooooolto ipotetica che abbiamo stilato, e dopo qualche foto decidiamo di vedere se il ristorante è aperto, tanto la fame è l'unica cosa che non ci manca mai :Chessygrin:. La Hardap Dam è tutt'altro che imperdibile, ma è una sosta piacevole per spezzare il non brevissimo viaggio verso il Kalahari, soprattutto se guida solo il tuo disgraziato consorte perché "no, no, no, non se ne parla neanche, è un pullman, non si vede dietro, ha i comandi dalla parte sbagliata, è troppo grosso, è troppo alto, blablabla :eek:". E poi ho appena inizato a perfezionare il grido di guerra (AYAYAYAYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY) per salire dal lato passeggero, troppo alto di quei trenta centimetri per la Tappa qui presente, figuriamoci se mi metto al volante :64_zipper_mouth:

 

 

DSC_7112.jpg

 

 

 

DSC_7113.jpg

 

 

 

C'è solo un'altra coppia, ma il ristorante è aperto, evviva, possiamo ordinare. Per me un club sandwich per favore, non ce l'abbiamo, okay, allora un toast, non abbiamo il prosciutto, allora un panino con il formaggio, non abbiamo il formaggio, okay, portami quello che vuoi ... va bene un Hake a la meuniere? Paolo invece ci azzecca al primo colpo, la sua Schintzel di maiale arriva subito ... saranno mica krukki per niente ❤️

 

Mentre aspettiamo i nostri piatti, e io attendo di scoprire cosa sia un Hake, vediamo le prime spettacolosissime bestiole del viaggio, dei cosi "ciccioli e piccottelli" che mi fanno subito strillare come un'adolescente cretina. Scopriremo poi che sono Iraci del Capo, e che per magnarseli sti namibani senza cuore li ubriacano con la birra "così noi li catturiamo facilmente e loro muoiono felici!" ... ma via, ve li mangereste voi, pucciosi e tenerotti come sono? :cry:

 

 

DSC_7121.jpg

 

 

 

DSC_7125.jpg

 

 

 

DSC_7126.jpg

 

 

Una cosa che non si può assolutamente dire sulla Namibia è che i suoi abitanti siano tirchi nel mescere il vino: due calici del loro ne fanno almeno quattro a casa mia! Abbiamo provato un bianco e un rosso sudafricani per accompagnare il maialino e quello che scoprirò essere un nasello, tutto ottimo, per una spesa totale inferiore alla ventina di euro.

 

 

DSC_7138.jpg

 

 

E prima di andarcene, ho modo di immortalare la prima di una lunga e curiosa serie di bestiole che ha il mio stesso parrucchiere! :Yahooo:

 

 

DSC_7151.jpg

 

 

Alle 14 circa, più in orario che mai, arriviamo al Kalahari Anib Lodge, una struttura bellissima dove ci assegnano una splendida camera vista piscina con un dondolo nel portico e ci offrono, come omaggio honeymoon, due bottigliette di (pessimo ^^) spumante sudafricano che apprezziamo tantissimo, una gentilezza che nonostante i miseri 7.5 gradi alcolici che per una veneta sono praticamente un'aranciata ci rende felici.

 

 

DSC_7160.jpg

 

 

 

DSC_7164.jpg

 

 

Prenotiamo il game drive delle 16 e trascorriamo l'attesa gironzolando per l'hotel e godendoci la temperatura perfetta e il nostro calice di aranc... di spumante. Quando arriva l'ora ci troviamo una flotta di tre jeep coperte da una decina di posti ciascuno, il nostro driver/guida è Ndumba, che ci invita a dirgli "Nduma stop or Ndumba go" a seconda delle foto che vogliamo scattare e inizia a raccontarci un po' di vita nella savana. Siamo al margine del Kalahari, uno dei deserti dei miei sogni, ma qui la vegetazione è ancora abbondante, stiamo andando verso l'inverno e la zona è rigogliosa.

 

 

Il primo game drive di Paolo è sicuramente ben riuscito anche se più soddisfacente per lui che per me, lo ammetto: dopo i parchi dell'Uganda sono viziata ed arriverò a rifarmi davvero, lato animali, solo con l'Etosha, una delle esperienze più piene e splendide di tutta una vita. Qui non ci sono grandi felini né elefanti, di solito e comprensibilmente gli avvistamenti più ambiti, ma possiamo comunque dirci felici: orici, springbock, struzzi, suricati, gnu, antilopi, scoiattoli di terra ...

 

 

 

DSC_7165.jpg

 

 

 

DSC_7190.jpg

 

 

 

DSC_7194.jpg

 

 

 

DSC_7206.jpg

 

 

 

DSC_7215.jpg

 

 

 

DSC_7218.jpg

 

 

 

DSC_7236.jpg

 

 

Anche qui abbondano i nidi di Social Weavers, e Ndumba ci raccomanda di non metterci MAI sotto, per fare le foto: le uova e gli uccellini appena nati sono una delle colazioni favorite di diversi serpenti, e siccome gli uccelli adulti non gradiscono e beccano con violenza gli intrusi, capita che questi ultimi si lascino cadere a terra dal nido ... ops.

 

 

DSC_7245.jpg

 

 

 

DSC_7274.jpg

 

 

 

DSC_7292.jpg

 

 

 

Signori, il Kori Bustard, l'uccello volante più ciccione del mondo: arriva a 18 kg e più che volare procede balzellon balzelloni, ma ci è simpatico e non intendiamo togliergli il primato:

 

 

DSC_7300.jpg

 

 

 

DSC_7322.jpg

 

 

 

DSC_7340.jpg

 

 

OPS!!!

 

... cobra giallo in azione. Gli adulti svolazzano come impazziti tutto intorno, e noi restiamo ipnotizzati per una buona decina di minuti e forse più. E' il primo degli spettacoli affascinanti e terribili che questo viaggio ci regalerà.

 

 

DSC_7346.jpg

 

 

 

DSC_7357.jpg

 

 

 

DSC_7367.jpg

 

 

 

DSC_7368.jpg

 

 

 

Tra le altre cose Ndumba ci racconta che è altrettanto pericoloso mettersi di fronte alle profonde buche che ogni tanto vediamo nel terreno, specie se davanti svolazzano le mosche: sono scavate dagli oritteropi, che con gran delusione di entrambi non riusciremo mai a vedere, e vengono poi usate come rifugi dai facoceri (molto amati dalle mosche per il loro profumo che ricorda vagamente lo Chanel numero 5 e per la loro estrema pulizia) ... se si sentono minacciati escono caricando, e anche se è un'esperienza che non ho mai fatto credo che trovarsi di fronte un facocero incazzato non sia tra esattamente tra "le dieci cose da fare assolutamente almeno una volta nella vita" :megalol:

 

 

 

DSC_7387.jpg

 

 

 

DSC_7414.jpg

 

 

Per il tramonto ci fermiamo sulle dune, e dalle jeep, che si riuniscono dopo un paio d'ore in cui ciascuna ha seguito un suo percorso, vengono estratti per magia tavolini, bevande, patatine, biltong come se piovesse, e Ndumba annuncia: Happy Hour! Vabbé, brindiamo per l'ennesima volta al nostro matrimonio, va: io cado vittima di una nuova terribile dipendenza: il succo di guava. Bei tempi, quando bevevo birra e vino!

 

 

DSC_7427.jpg

 

 

 

DSC_7429.jpg

 

 

Un gruppo di simpaticizzzzzzimi francesi toglie le flip flop e si gode la sabbia a piedi nudi. Nessuna delle mie invocazioni al Dio Scorpione va a buon fine, peccato. Saggiamente ci allontaniamo dal gruppo e ci godiamo con gli occhi lucidi il primo vero brevissimo e magnifico tramonto africano. Sono tornata ... grazie, amore mio, questo viaggio è il più bel regalo che mi potessi fare.

 

 

DSC_7435.jpg

 

 

 

DSC_7442.jpg

 

 

 

DSC_7444.jpg

 

 

 

DSC_7452.jpg

 

 

 

DSC_7454.jpg

 

 

 

DSC_7479.jpg

 


Per non concludere su questa nota diabietizzante, ci teniamo a informarvi che siamo due brutte persone che dopo aver passato il pomeriggio a gorgheggiare deliziati su quanto siano cariiiiiine le bestiole del Kalahari hanno cenato con spiedini di impala. E che buoni erano! 😍

Modificato da mouette
  • Mi piace 3
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

9 maggio 2018 - Kalahari Anib Lodge - Quiver Tree Forest Rest Camp

 

 

Finalmente si dorme!

Stamattina abbiamo deciso che è ora di riposarci un po', dopo svariate settimane passate ad organizzare tutto, ce lo meritiamo!

La colazione è ottima, a buffet, ma con la possibilità di richiedere piatti cucinati espressi, qui le uova la fanno da padrone!

Tra le varie scelte, c'è la famigerata Marmite:

IMG_20180509_075633.jpg

La marmite è un estratto di lievito, uno scarto di lavorazione della birra... ha un gusto metallico molto salato, per usare una delicata espressione romanesca, fa schifo ar ca**o!

 

Io la conosco, l'ho assaggiata, ma Barbara no, e allora...

Purtroppo non ho documentato la sua faccia all'assaggio, ma davvero, diceva tutto!


Partiamo dal Lodge per una tappa che consideravo di trasferimento e invece ci ha riservato un sacco di sorprese.

A Mariental facciamo la sosta alla Spar per comprare un po' di generi di prima necessità... acqua, patatine, giochi all'erba gatta per i nostri mici, pane e formaggio per i pranzi al volo, le spezie che ci siamo riportati a Roma.


Facciamo anche un salto al bancomat e Barbara va un po' in panico, non riusciamo a prelevare e alla fine siamo costretti a usare la carta di credito.


Anche oggi la strada è tutta asfaltata, la fettuccia corre sotto le ruote del Mostro, fino a che non vediamo un segnale marrone, di quelli turistici... 

 

DSC07542-Medium.jpg?fit=1200%2C675&ssl=1

 

Un cimitero di guerra, qui si combattè durante la 1° guerra mondiale, gli inglesi cercarono subito di conquistare l'Africa Tedesca del Sud Ovest, soprattutto per le materie prime.

Ce ne sono parecchi in giro, tutti tenuti con cura dall'associazione dei veterani, raccontano le guerre tra indigeni e tedeschi, tra le truppe del Commonwealth e i tedeschi e la lotta impari di entrambi gli schieramenti con la Spagnola...


In particolare, il cimitero è proprio di fronte alla stazione (abbandonata) di Gibeon.

 

DSC_2643.JPG

 

DSC_2648.JPG

 

DSC_2655.JPG

 

DSC_2659.JPG

 

DSC_2670.JPG

 

Ci perdiamo un po' di tempo, cerchiamo di conoscere un po' di più quello che accadde in queste zone, così lontane da noi.

 

Proseguiamo verso sud, la strada è larga, ma non larghissima e quasi rischio di perdere il controllo dell'auto a causa dello spostamento d'aria di un trasporto eccezionale che procede a velocità eccezionale.

 

Ci fermiamo a pranzare in una delle tante piazzole di sosta sulla strada, ce ne sono tantissime e sono segnalate da un cartello che indica anche da che lato sono!

La cosa più incredibile è che sono pulite, i cestini sono vuoti, il tavolino è pulito e spesso c'è anche un gazebo a ripararvi!

 

IMG_20180509_130309.jpg

 

Arriviamo al Quivertree e il proprietario ci fa scegliere la camera... o una specie di igloo col tetto in plastica oppure una bella camera con uno dei pochi letti matrimoniali del viaggio...

 

Siamo in viaggio di nozze, vada per la camera!

 

Il Quiver Tree Forest Rest Camp non è un hotel, ma una fattoria che lavora... non vi aspettate un posto elegante, non lo è, ma è un B&B rustico, pulito e con i proprietari gentili e disponibili.

 

Dopo un po' di coccole ai cani della fattoria e 4 chiacchiere con un gruppo di fotografi italiani in viaggio, andiamo in esplorazione alla Quiver Tree Forest, a pochi minuti di auto dal B&B.

Quella che era stata scelta come una semplice tappa di passaggio, si rivela la prima grande sopresa... la Quiver Tree Forest è una sorpresa!

 

DSC_2689.JPG

 

Questi alberi, che alberi non sono, visto che è una specie di aloe e tecnicamente è un'erba, sono davvero affascinanti e con una corteccia che sembra cera fusa, crescono tra rocce di tutte le forme e dimensioni, c'è anche il Pac-Sasso!

 

DSC_2693.JPG

 

 

IMG_20180509_164004.jpg

 

 

DSC_2695.JPG


Facciamo un rapido sopralluogo nella foreste per decidere il miglior punto per il tramonto, capiamo che per la foto alla stellata non andremo all'interno, ma resteremo ai margini (caviglia di cristallo... non me la sento di mettere i piedi dove non vedo) e torniamo in hotel, dove alle 5 ci aspetta il Chetaah feeding.


Ma prima...

 

DSC_2696.JPG


Io vedo un corvo che mangia da una delle ciotole e non mi accorgo del facocero che è proprio davanti alla porta e si litiga la ciotola con un cucciolo di boxer... Barbara invece si sbraccia, comincia a dirmi "guarda, guarda!" e niente, io continuo a vedere il corvo, finché non mi accorgo...


Tranquillo, pacioso, lì in ginocchio (si, perchè il facocero non solo è brutto, ma pure sgraziato, mangia in ginocchio, visto che ha il collo come Costanzo), grufola rumorosamente, rutta, sgranocchia e sbava... mangia proprio come un facocero!

 

DSC_2703.JPG


Al limitare della proprietà c'è un grosso recinto, ampio qualche km quadrato, nel quale vivono 2 ghepardi, 2 maschi, Saddam e Gheddafi:

 

DSC_2725.JPG


Appena il proprietario entra col secchio pieno di carne, i 2 ghepardi si avvicinano baldanzosi, aprono la bocca e... 


MIAO


Miao???

Miao???


Ma sei serio? sei un gatto di 50 kg, il simbolo dell'eleganza felina e fai miao, come i nostri ciopini?

 

DSC_2733.JPG


Come se non bastasse, appena vedono il secchio ci si infilano dentro, dando ancora più l'impressione di essere dei gatti leggermente oversized...

 

DSC_2762.JPG

 

DSC_2769.JPG


MIAO!

Però quando mangiano, si sentono gli scrocchi delle ossa che si spezzano, lo strappo della carne e dei tendini... 

Il proprietario gli fa anche i grattini, ci racconta che sono gli unici felini che quando hanno un pezzo di carne a portata di mano sono contenti e si fanno fare di tutto, ma che anche se attaccano un gregge non se ne vanno prima di aver fatto una strage, anche se poi mangiano poco...

Che si, sono veloci, ma solo da "adolescenti", appena crescono preferiscono gli agguati agli inseguimenti, e che si, in fondo sono dei gattoni e da gattoni si comportano.

 

DSC_2815.JPG


Torniamo alla foresta e qui ci accorgiamo che è pieno di iraci...

 

DSC_2825.JPG

 

 

 

DSC_2828.JPG

 

DSC_2836.JPG

 

DSC_2887.JPG

 

 

 

Aspettiamo che il sole cali dietro gli alberi e torniamo in hotel, cena a buffet con una specie di stufato di hartebeest (il nome italiano è Alcefalo, ma del cefalo non ha nulla 😀), leggermente piccante, ma davvero buono, accompagnato da un paio di Windhoek Lager. L'antipasto e un dessert completano un'ottima cena, tutta preparata dalla gentilissima padrona di casa.

 

IMG_20180509_193651.jpgIMG_20180509_193630.jpg


Poco dopo cena, partiamo verso la Quiver Tree Forest per le prime foto alla stellata... essendo molto vicina alla fattoria, ci sono un po' di luci a disturbare le riprese, ma è comunque molto bello essere qui, la quantità di stelle è impressionante:

 

DSC_2908.JPG


Mentre stiamo per partire, un gruppo di 3 ragazze cinesi, in viaggio da sole, ci chiede di fargli strada, hanno provato ad andare, ma col buio non hanno trovato la strada, vogliono fare le foto alle stelle ma non hanno idea di come fare, non hanno nemmeno la torcia, noi cominciamo mentre loro confabulano su dove mettersi (non davanti a noi, grazie!), come fare, cosa provare.

 

DSC_2918_E.jpg


Questa è di Barbara, che mi ha carpito con l'inganno il tokina 11/16 e riesce a fare le foto più belle delle mie...

😃😃😃😃😃😃

 

DSC_7743_E.jpg


Stare qui è un sogno, si vede la Croce del Sud, Alpha Centauri, Sirio, Orione che sta per tramontare.
Questo cielo è in gran parte alieno per me, si vedono le nebulose di Magellano che non possono essere viste nel nostro emisfero, costellazioni sconosciute e soprattutto, una quantità di astri che fa paura, mai visti così tanti, nemmeno nei deserti dello Utah.


Quando ci dichiariamo soddisfatti e cominciamo a smontare, le cinesine vengono a chiederci se si possono mettere al nostro posto e se possiamo prestargli una delle nostre torce, ce la ridaranno domattina, ma soprattutto, ci chiedono come impostare la fotocamera per fare le foto alle stelle... hanno una mirrorless, non ho idea di come verranno le loro foto, ma almeno ci avranno provato!


Buonanotte mondo!

  • Mi piace 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Che meraviglia di cielo! Penso di non averne ad oggi visto uno più bello di quello della Namibia, neanche nel deserto del Sahara che già mi aveva lasciato senza fiato era così ...
Sana invidia perché avete beccato la croce del sud al primo colpo, come sapete io ci ho messo una settimana ad individuarla ...
Impala buona ma il Kudu mi piace di più


Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk

Link al commento
Condividi su altri siti

41 minuti fa, fraxnico dice:

Ma.... che.... FIGATA! :17_heart_eyes:

Aspetta che tra poco arriviamo a Kolmanskop... ma pure le rovine delle varie stazioni abbandonate hanno il loro porco fascino...

36 minuti fa, valebiz dice:

i brividi ogni volta che ci penso

a chi lo dici... c'è un cielo unico e una qualità di buio impressionante!

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 4 settimane dopo...

La Namibia resta effettivamente uno dei viaggi TOP che si possa fare se si è interessati alla natura con un pochino di Safari anche se per quest'ultimo non è certamente la meta migliore. La Namibia ha un livello di "wild" moooolto acceso rispetto ad un on the road Americano e questo bisogna considerarlo per bene prima di partire. La cosa sulla quale non ero effettivamente preparato è stata quella di guidare per delle intere giornate su strade sterrate anche per 350-400 km. A fine giornata si sente di non avere guidato su strade asfaltate o almeno la mia esperienza è stata questa. Leggo il diario con interesse visto che al momento la Namibia è al secondo posto dei viaggi più belli mai fatti subito dietro a Perù e Bolivia che credo siano difficili da scalzare. Gli States sono scivolati al terzo posto al momento. Spero di avere la possibilità di mettere ancora mano a questa classifica in futuro. Concordo con Panda sull'auto da noleggiare. Assolutamente Toyota Hilux 4x4 o similare. Tuttavia il doppio serbatoio diciamo che non mi è mai effettivamente servito.

Link al commento
Condividi su altri siti

Il 27/8/2018 at 10:46, Shining dice:

A fine giornata si sente di non avere guidato su strade asfaltate

Si sente tutto, l'importante è sgonfiare le gomme a sufficienza (1.6  calde). Poi dipende tanto da strada e strada, ci sono quelle abbastanza lisce e quelle che ti sballottano per ore, o peggio ancora, quelle un po' frequentate che ti riempiono di polvere.

 

Il 27/8/2018 at 10:46, Shining dice:

Tuttavia il doppio serbatoio diciamo che non mi è mai effettivamente servito.

Solo una volta ho intaccato il secondo serbatoio, ma l'idea di avere 140L di gasolio mi ha reso più tranquillo... anche la doppia ruota di scorta ha i suoi motivi!

 

Il 27/8/2018 at 10:46, Shining dice:

La Namibia resta effettivamente uno dei viaggi TOP che si possa fare

Guardo le foto che ho appeso in casa ogni volta con un sospiro. Paesaggi incantevoli, ma la parte del leone (in senso letterario!) la fanno gli animali, tanti, tantissimi!

Link al commento
Condividi su altri siti

Giovedì 10 maggio 2018

 

 

Buongiorno facoceri di terra e di mare! Che strano, pure oggi ci si sveglia felici, noi :megalol:

 

 

DSC_7755.jpg

 

 

 

DSC_7757.jpg

 

 

Dai gatti piccoli e neri passiamo a quelli grossi e biondi con la massima nonchalance: alle 7.30, soli con uno dei ragazzi della fattoria, per il morning cheetah feeding. Stavolta si entra nel recinto di Saddam e Gheddafi, nella morbida luce dell'alba avviciniamo i micioni il più possibile, fermandoci solo quando iniziano a borbottare ... siamo ormai a pochi metri da loro, che non appena vedono il secchio giallo della pappa perdono qualsiasi interesse per i soliti umani rompiballe con la fotocamera.

 

 

DSC_7759.jpg

 

 

 

DSC_7769.jpg

 

 

Dopo colazione, cosa c'è di meglio che giocare un po'? passato ormai anche quel minuscolo pizzico di tensione provato appena varcate le porte del recinto, non possiamo non farci una bella risata. Tutte quelle ore di volo, tutta quella strada ... e il ghepardo ce l'avevamo in casa!

 

 

cf0f1180-55a2-44cc-aebc-e8e9e2d4f812.jpg

 

 

 

DSC_7775.jpg

 

 

 

DSC_7779.jpg

 

 

 

Restiamo ancora un po', la luce è splendida, e i gattoni ormai sazi si concedono all'obiettivo senza fare una piega. Difficilissimo resistere alla voglia di fargli i grattini ... probabilmente se ci fosse stato il proprietario avremmo provato a corromperlo.

 

 

DSC_7782.jpg

 

 

 

DSC_7783.jpg

 

 

 

DSC_7791.jpg

 

 

 

DSC_7794.jpg

 

 

 

DSC_7810.jpg

 

 

 

DSC_7819.jpg

 

 

 

Eh sì, siamo proprio vicini vicini :wink2:

Dai, fammi le coccole, dai, fammi le coccole, dai, fammi le coccole! :megalol:

 

 

 

DSC_7830.jpg

 

 

 

DSC_7850.jpg

 

 

A malincuore ci decidiamo ad andare a far colazione. Le cinesi smontano subito i miei propositi bellicosi correndoci incontro giulive con la nostra torcetta, e quando gli chiediamo se la custodia del cavalletto che abbiamo trovato ieri sera tornando dalla Quiver Tree Forest è per caso loro cadono letteralmente in deliquio. Deliquio che si trasforma in un orgasmo di gridolini quando scoprono da dove veniamo e cosa abbiamo fatto. Viste un paio di foto sul display della reflex partono in quarta a cercare di indurre la padrona di casa a fare un secondo giro di foto dai gattoni, a cui alla fine si unisce anche il gruppo di fotografi italiani. Ragazzi, ma voi i viaggi come li preparate? C'è scritto bello chiaro sul sito cosa si può fare al Quiver Tree, con tanto di tariffe e alternative ... mah.

 

 

dsc_7851.jpg

 

 

Saldato il conto, salutato il facocero, testate le unghie del gatto e le sbausate della boxerina, ci dirigiamo verso il Giant's Playground per una veloce passeggiata tra le rocce che mi ricordano un po' il Sentier des Douaniers a Ploumanach.

 

Nel passare accanto al recinto dei ghepardi dal lato della strada vediamo un capannello di reflexisti e cinesi circondare qualcosa di basso al centro della boscaglia e sento distintamente Saddam ringhiare un "ma li mortacci, un po' di caxxi vostri mai voi due?", chiaramente indirizzato alla pandesca coppia :22_stuck_out_tongue_winking_eye:

 

 

DSC_7854.jpg

 

 

 

Ci ritroviamo in un posto surreale e silenzioso, i nostri passi accompagnati solo dal vento e dal raro fruscio di qualche animaletto, hyrax, uccellini, lucertole ... una passeggiata che scomparirà tra le mille foto memorabili che ci si imprimeranno sulla retina nel corso del viaggio, ma piacevole e rasserenante come poche.

 

 

DSC_7855.jpg

 

 

 

DSC_7857.jpg

 

 

 

DSC_7861.jpg

 

 

 

DSC_7867.jpg

 

 

 

DSC_7868.jpg

 

 

 

DSC_7871.jpg

 

 

 

DSC_7872.jpg

 

 

 

DSC_7875.jpg

 

 

 

Prossima tappa, una puntatina allo Spar di Ketmanshoop, dove ci procuriamo pane, formaggio, avocado, succhi di frutta e schifezze assortite per un pranzo che alla fine consumeremo solo sulla veranda del nostro bungalow al Fish River Canyon Lodge. Per la prima volta, un ragazzo appostato fuori dal supermercato ci chiede l'elemosina, poi cambia idea e domanda "some meal" ... come fai a dire di no? gli compriamo pane e prosciutto e se ne va felice ringraziando con un gran sorriso. Avremo speso un euro per lui, con che cuore potrei negarglielo? tra l'altro ci capiterà solo un'altra volta in corso di viaggio, la Namibia è un Paese che sta bene e non conosce la fame, forse questi ragazzi hanno solo poca voglia di fare o forse non trovano lavoro, non lo so e non giudico, va bene così.

 

Tappa dal benzinaio per controllare e sgonfiare un po' le gomme e per rifare il pieno, gli lasciamo 30 dollari di mancia, un paio di euro si e no ... gli cade la mascella e non la finisce più di ringraziarci: non per la prima, e non certo per l'ultima volta, ci rendiamo conto di non avere assolutamente il senso della misura qui, ignoriamo il costo della vita, ignoriamo lo stipendio medio, ignoriamo che quello che per noi è nulla può essere invece tantissimo per altri. Un po' imbarazzati, ci chiediamo come mediare ... ancora non lo sappiamo, lo ammetto.

 

Da brava veneta poi non posso esimermi dal far tappa alla Naute Kristall Kellerei: ebbene sì, in mezzo al deserto - ma vicino alla Naute Dam - c'è chi è riuscito a coltivare la vite. Per il momento la produzione qui è ancora agli inizi e i vini in vendita e degustazione provengono soprattutto dalla cantina gemella che si trova dalle parti di Omaruru, nel nord del Paese. La sosta è piacevolissima, naturalmente assaggiamo e trovando il bianco di nostro gradimento ne prendiamo tre bottiglie da mezzo litro ciascuna, in vista di qualche brindisi estemporaneo nel corso del viaggio.

 

 

DSC_7884.jpg

 

 

 

DSC_7887.jpg

 

 

 

DSC_7888.jpg

 

 

 

DSC_7889.jpg

 

 

 

DSC_7890.jpg

 

 

Ci scopriamo una volta di più vittime della sindrome di San Francesco, tutti i cagnetti dei dintorni vengono a noi, scodinzolano, sbavano e chiedono coccole. Ne approfittiamo per un ultimo caffè prima di dare l'addio all'asfalto: ed ecco che poco dopo la prima svolta il Mostro affronta con la massima disinvoltura un poccioso guaderello.

 

 

DSC_7892.jpg

 

 

Mentre ci dirigiamo verso l'inizio dei cento chilometri di sterrata che ci porteranno al Fish River Canyo, uno strillo lacera l'aria ... FERMATILEZEBREEEEEE!!! Paolo, che non le ha mai viste in libertà, impazzisce subito. Scendiamo, attraversiamo la strada, cerchiamo di convincerle ad avvicinarsi, e come si vede dalla seconda foto ci riusciamo benissimo :megalol:

 

 

DSC_7894.jpg

 

 

 

DSC_7901.jpg

 

 

Galvanizzati da questo primo quasi incontro con la vera fauna wild, imbocchiamo senza paura la nostra prima UNPAVED road ... e il modo in cui Silvia lo pronuncia, con un terribile decisissimo accento sulla U, mi procurerà fino alla fine del viaggio numerosissime lisergiche visioni di balletti di Umpa Lumpa scatenati :grin:

 

 

DSC_7905.jpg

 

 

 

DSC_7908.jpg

 

 

 

DSC_7917.jpg

 

 

 

DSC_7924.jpg

 

 

 

I primi 80 km scivolano via facilmente, incrociamo qualche rara macchina con cui cerchiamo di non impolverarci troppo a vicenda, ogni tanto facciamo una sosta fotografica nel mezzo di uno splendido nulla, salutiamo il ranger che si ferma a chiederci se è tutto okay o se abbiamo bisogno di aiuto perché di gente ne passa poca e quando vedi qualcuno fermo a lato strada è un obbligo morale fermarti a tua volta ed eventualmente prestare soccorso, perdiamo gli occhiali da sole di Paolo, facciamo una nuova sosta per il mio personalissimo concorso "Forografa un albero morto per  @monybg75" , torniamo indietro a recuperare gli occhiali da sole di Paolo e imbocchiamo finalmente la parte finale, gli ultimi 20 km che tutti definiscono tremendi.

 

Bon, hanno ragione, e tanto di cappello a Paolo che se li sciroppa senza lamentarsi, senza forare, senza graffiare la carrozzeria, senza bestemmiare in turcomanno, senza quasi dare segno di tensione se non un silenzioso ma visibile sospiro di sollievo quando, attraversata anche la pista dell'aeroporto (!) locale, arriviamo finalmente alle porte della reception.

 

 

DSC_7927.jpg

 

 

 

DSC_7932.jpg

 

 

 

DSC_7934.jpg

 

 

 

E qui ... beh, impossibile per me trattenere le lacrime. A dispetto della foschia che appanna le foto e toglie un po' di magia, la vista che ti si spalanca davanti quando esci sulla terrazza della reception è di quelle che ti fanno sentire grato alla vita per averti condotto qui, per vie misteriose e inaspettate ... e sì, con questa persona accanto, proprio quella con cui la felicità di essere qui moltiplica per mille e mille volte la bellezza di ogni istante.

 

E' un Grand Canyon più solitario ma non meno potente. L'emozione di essere qui in pochi intimi (ci sono solo 20 lussuosi bungalow e le poche casette del personale del Lodge su questo rim - ahò, siamo in viaggio di nozze, ci siamo trattati bene! :inlove2:) è tra le più forti e felici che abbia mai provato. Ci offrono un succo di frutta, ci chiedono - sarà una costante - se c'è qualcosa cui siamo allergici nel menu della cena, ci illustrano rapidamente orari e possibilità e poi accompagnati da un ragazzo che porta la nostra sacca ci avviamo finalmente alla nostra casetta, una meraviglia di architettura ed ecologia. Quassù non è certo facile portare materie prime e acqua, e ci guarderemo bene dallo sprecare le une e l'altra ... decidiamo anche di portare via i rifiuti, visto che sicuramente anche lo smaltimento non è cosa semplice qui.

 

 

DSC_7944.jpg

 

 

 

DSC_7948.jpg

 

 

 

DSC_7949.jpg

 

 

Rubo dal web qualche foto delle camere con relativa vista, che purtroppo non ho pensato di fare:

 

 

 

 

Double%2BRoom.png

 

fish-river-lodge.jpg

 

FR_The-Lodge.jpg

 

images.jpg

 

 

 

Consumato il nostro pranzo frugale, ce ne andiamo verso la reception in attesa della partenza per il sundowner drive prevista per le 17 (con teutonica puntualità: se arrivi alle 17.01, peggio per te :Bash:) per goderci la vista, la piscina e qualche simpatico incontro, come questo grillo grande quando il mio gatto da cucciolo.

 

 

DSC_7959.jpg

 

 

 

DSC_7961.jpg

 

 

Ci accomodiamo per scoprire con piacevole sorpresa che sono arrivati anche i due tedeschi anzianotti e simpatici che ci avevano attaccato bottone al Quiver Tree. Cominciamo a parlare di fotografia e il marito ammira interdetto le foto in notturna sullo schermo delle reflex: ha una bridge, vuole provare anche lui, Paolo gli dà qualche suggerimento e ci diciamo che non sapremo mai se è riuscito a combinare qualcosa ... ci sbagliamo ;)

 

Loro si fermeranno due notti e hanno in previsione la discesa a fondo canyon per domani ... mannaggia, la fortuna di essere in pensione e girarsi la Namibia per sei settimane invece che per tre. Sono davvero alla mano e chiacchierando scopriamo che hanno noleggiato un Mostro con le tende sul tetto, per ammortizzare i costi fanno anche campeggio. Che dire? chapeau!

 

 

 

DSC_7965.jpg

 

 

 

DSC_7967.jpg

 

 

 

DSC_7972.jpg

 

 

Per il sundowner drive partono due jeep da dieci posti affiancate. Il nostro driver e guida ogni tanto si ferma e ci racconta qualcosa della vita lì, del villaggio dei dipendenti che lavorano tre mesi e poi fanno una pausa di uno per andare a casa, del vecchio resort di una decina di casette che è stato abbandonato in favore del nuovo perché non c'era spazio per altri alloggi e mantenere anche questo così lontano dal nuovo corpo centrale sarebbe stato antieconomico e antiecologico, delle piante e degli animali della zona (se non sapete cos'é, non toccatelo e non mangiatelo - diventerà il mio mantra, un po' meno quello di colui che compirà svariati tentativi di rendermi precocemente vedova prima della fine del viaggio :megalol:).

 

Arrivati a pochi passi da un terrificante strapiombo - io sono quella delle vertigini con il tacco cinque, ricordate? :eek: - ci avverte di stare attenti: da qui è facile e bellissimo volare, un po' meno atterrare, dice. Ovviamente Paolo non perde l'occasione per togliermi dieci anni di vita: dieci oggi, dieci domani, qua si eredita in fretta :Chessygrin:.

 

 

DSC_7979.jpg

 

 

 

DSC_7981.jpg

 

DSC_7984.jpg

 

DSC_7986.jpg

 

DSC_7988.jpg

 

DSC_7990.jpg

 

ARIDAJE!!!

 

 

 

DSC_7995.jpg

 

 

 

Risaliti sulla jeep, dopo un altro paio di lunghi giri panoramici ci fermiamo per il tramonto, e come al Kalahari Anib Lodge compaiono per magia bicchieri, patatine, biltong per rallegrare l'attesa. Prendiamo due bicchieri di bianco e invece di libar nè lieti calici cominciamo a studiare la luce attraverso il vino, l'angolazione del sole al tramonto ... insomma, il sacro fuoco del fotografo scemo è con noi: scemo sì, perché uno dei due bicchieri, stufo di fare il modello gratis, si suicida fracassandosi sulle rocce ai piedi di quella dove lo abbiamo graziosamente appoggiato, mentre l'altro si offre come piscina ai moscerini :Blink:

 

La guida ridacchiando sotto i baffi si offre di sostituire il perduto alcool, ma resto ferma sulle mie posizioni: stavolta meritiamo solo acqua, e ben ci sta. Comunque gli daremo mancia doppia in cambio del suo silenzio con le autorità :megalol:

 

 

DSC_8004.jpg

 

 

 

DSC_8022.jpg

 

 

 

 

DSC_8027.jpg

 

 

 

DSC_8038.jpg

 

 

 

Ci consoliamo vagando per ogni dove in cerca dell'inquadratura magica mentre gli altri diciotto ospiti brindano, magnano e bevono guardando dalla parte sbagliata, tanto ci sono le patatine, il tramonto la prossima volta 😛

 

 

DSC_8042.jpg

 

 

 

DSC_8048.jpg

 

 

 

DSC_8058.jpg

 

 

 

DSC_8081.jpg

 

 

 

DSC_8088.jpg

 

 

 

DSC_8102.jpg

 

 

Rientrati verso le otto andiamo subito a cena, una romantica cena a lume di candela, rinfrescata dal battito delle ali dei moscerini che stavolta puntano il bicchiere di rosso di Paolo: chiediamo di sostituirlo, la cameriera ci dice di sì con un sorriso crudele e porta a tempo di record un bicchiere che secondo me è lo stesso post salvataggio dei naufraghi. Bon: come diceva nonno, quel che no strangola ingrassa, ciò. :prrrr:

 

 

DSC_8103.jpg

 

 

 

La cena è ottima: crema di zucca, insalata mista per Paolo che alla zucca è allergico, una bistecca di orice veramente divina con riso e verdure, un delizioso brownie al cioccolato con la panna. Concludiamo la serata sulla terrazza della nostra stanza a fotografare il cielo notturno bevendo il nostro vino bianco, libagioni alle quali tenderei a dar la colpa per gli scarsi risultati se fossi onesta, ma visto che sono invece me stessa attribuirò la resposabilità dello scarso carisma di queste Vie Lattee alla mancanza di un soggetto a fare da catalizzatore dando risalto al cielo con la sua sagoma nera :Chessygrin:

 

Ce ne andiamo a dormire felici una volta di più di aver scelto l'Africa, e mi tranquillizzo definitivamente circa la possibilità non più tanto remota che anche Paolo se ne innamori.

 

 

 

DSC_8120.jpg

 

 

 

DSC_8121.jpg

 

Modificato da mouette
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Ma solo per farvi vedere bene quanto fossero vicini i micioni...

 

180510_002.jpg

 

E che a volte, non sempre è saggio chinarsi per scattare una foto migliore, perché i ghepardi non attaccano chi è più grosso di loro, ma in ginocchio, non c'è poi troppa differenza...

 

180510_001.jpg

 

 Mi sono alzato più velocemente di quando giocavo a "Sacco pieno, Sacco vuoto" alle elementari, ma probabilmente a tenere lontano il micio è stato il doppio schiocco delle ginocchia! 

🤣🤣🤣🤣🤣🤣

 

L'enorme frutteto alla Naute Dam per il momento produce datteri e frutta secca, l'uva viene coltivata solo per farne uvetta... hanno cominciato a coltivare il vitigno che viene usato per il cognac e il vino che ne ricavano è un bianco abbastanza forte.

 

180510_006.jpg

 

180510_004.jpg

 

Le zebre ci stanno sempre e vederle libere, ma soprattutto inattese, è stata davvero una sorpresa...

 

E per ultima, un esperimento con una lunghissima esposizione, quasi 10 minuti ad aspettare questo...

Si vedono a destra le 2 nebulose che nelle leggende locali sono i 2 cespugli dietro i quali si nasconde il cacciatore (che è Orione, strano, ma vero) nell'inseguimento della zebra, che è verso il centro della foto...

 

180510_005.jpg

 

 

 

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

×
×
  • Crea Nuovo...