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Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...


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2 minuti fa, Giovanna86 dice:

o si mangia tantissima carne?

guarda, la nostra guida a Walvis Bay ha definito pollo e maiale come "Namibian veggies!"... 😂

sulla costa trovi anche dell'ottimo pesce, le ostriche, le aragoste... all'interno mangi quasi esclusivamente cacciagione, tutta buonissima.

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37 minuti fa, pandathegreat dice:

ha definito pollo e maiale come "Namibian veggies!"

:4_joy::4_joy:

 

38 minuti fa, pandathegreat dice:

all'interno mangi quasi esclusivamente cacciagione, tutta buonissima.

 

Ecco, questa è decisamente una cosa che mi piacerebbe della Namibia.

 

Non vedo l'ora di leggere le prossime giornate!

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Sabato 12 maggio 2018


 

 

Oggi giornata pienissima, anche se il sogno di fare una lavatrice nel pomeriggio sfumerà miseramente … eh, sì, adesso che sono sposata diventerò una casalinga modello, che vi credete? 😁

 

Il nostro residence non offre servizio colazione, ma è proprio accanto a un b&b (quello che avevamo puntato all’inizio ma che era già pieno con dieci mesi di anticipo) che apre la sala colazioni anche agli esterni, e alle sette siamo già in posizione, visto che dobbiamo essere al porto alle otto per la gita in catamarano. Le opzioni per la colazione sono tutte piuttosto impegnative e contemplano sempre uova e pancetta, quindi puntiamo la health breakfast che consiste in muesli, mele e bevanda calda … non soffriamo il mare, ma meglio non allargarci :)

 

 

 

 

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Il proprietario del catamarano è un magnifico vecchio lupo di mare con la pelle cotta dal sole e una Nikon a portata di mano, ci conquista subito. Il freddo è pungente, e le tre coppie e mezza a bordo (uno ha lasciato a terra la fidanzata col mal di mare 😜) vengono fornite di calde coperte dal solerte mozzo moretto che mi ha raccolta al volo appena prima che spiaccicassi me stessa e soprattuto la mia reflex sul ponte – ce l’hanno un ponte, i catamarani? Boh 😕 – muovendomi con la mia consueta commovente agilità. Decido saggiamente di restare incollata al sedile, meglio foto meno artistiche che un bagno in queste acque gelide.



 

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l giro nella baia e fino a Penguin Island dura due magnifiche brevissime ore, il sole inizia a scaldare una giornata bellissima, il mare ci offre tutti i suoi tesori. Incontriamo foche, fenicotteri, pinguini, delfini … vediamo anche il raro e bruttissimo pesce luna, che qui chiamano sunfish. È uno spettacolo emozionante, fenicotteri e pinguini insieme si possono vedere solo qui, e siamo felici di scoprire che la colonia di pinguini sta riprendendo vigore e consistenza dopo essere arrivata a un passo dall’estinzione a causa dello sfruttamento intensivo e alla distruzione dello strato di cacca protettiva 😆 sull’isola per le fabbriche di lavorazione del guano, i cui edifici ora abbandonati dall’uomo e conquistati alla causa dei pinguini danno un tocco di fascino spettrale alla costa scabra.



 

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Restiamo a lungo ad ammirarli, goffi e buffi a terra, agili ed eleganti appena si tuffano, e quando arriva il momento di tornare la piccola fitta di dispiacere è autentica. Scendiamo dal catamarano entusiasti della gita, e una volta di più increduli per il fatto di essere qui, di stare facendo questo viaggio fantastico, di riuscire a goderci l’istante con tanta intensità.


 

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 (pesce luna!)

 

 

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Passiamo all’ufficio turistico, che ieri sera abbiamo trovato chiuso, a ritirare i permessi per Kolmanskop, uno dei momenti più attesi … dal poco che abbiamo visto ieri arrivando a Luderitz, siamo sicuri che non ci deluderà. La signora alla cassa chiede se siamo proprio sicuri di voler andare nel pomeriggio: i permessi sono giornalieri e valgono non le 24 ore che speravamo, ma da mattina a sera soltanto, ci dice, e la luce del pomeriggio non è l’ideale per le foto. Ci restiamo abbastanza male, ma dopo un rapido consulto decidiamo di non stravolgere i piani, e quindi niente alba domattina, faremmo troppo tardi e in ogni caso il permesso costicchia, quindi prenderne due per fare sia il pomeriggio oggi che la mattina domani è escluso.

 

Per fortuna ci atteniamo al programma originario, perché anche se non lo sappiamo, domattina ci saranno nebbia e brutto tempo a salutare il nostro risveglio … avremmo davvero sprecato un’occasione. Se poi la luce del pomeriggio sciupi le foto, lo lascerò giudicare a voi tra poco. Decidiamo di andare per le quindici circa, in modo da aver tempo di fare foto sia in piena luce che al tramonto, poco dopo le diciotto. Nel frattempo facciamo un po’ di spesa alla Spar per il pranzo di domani – la strada per la Kana’an Desert Retreat è lunga e desolatamente vuota, non sappiamo a che ora arriveremo e Paolo cerca sempre di evitare che mi mangi pezzi della macchina, degli zaini o del suo avambraccio 😋. Al banco panetteria intravvedo dei croissant e delle girelle all’uvetta, e insomma, noi ADORIAMO il muesli con le mele, ma amore, che ne dici se prendiamo anche il latte e facciamo colazione in stanza? Per risparmiare, sai. "Amore" è entusiasta del muesli quanto me, ma si sa, a una neo moglie non si può negare niente e così … sempre pronto al sacrificio lui! 😁😁😁

 

Luderitz è grande come un francobollo, quindi torniamo a deporre la spesa e lasciare il mostro e ci avviamo ad esplorare, gironzolando un po’ a caso per le strade di questa deliziosa crucchissima cittadina, piena di gente che entra ed esce dai negozi, chiacchiera, fa file lunghissime per prelevare ai numerosi bancomat, e di profumi provenienti dai tanti banchetti improvvisati per strada, finché la fame mi spinge verso il Garden Cafè e lasciamo l’animata confusione del mondo per entrare in un piccolo sorprendente meraviglioso giardino dove circondati da fiori coloratissimi, lucertole e uccellini ci godiamo un ottimo pranzo sotto un cielo “blu fastidio”, che è uno dei miei colori preferiti.

 

 

 

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 (ci tengo a precisarlo: tutte le foto di Luderitz sono così come scattate: il cielo è DAVVERO blu fastidio, come vedete)

 

 

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Un hamburger, una quiche al tonno, un’insalata e una apple crumble in due costituiscono il nostro pranzo sorprendentemente buono, visto che da fuori il posto non lasciava indovinare tanti tesori. Scopro anche il TINER di mele fatto in casa, che prendo senza chiedere cosa sia, sono curiosa: beh, è un ottimo succo di mela leggermente frizzante per cui potrei tranquillamente sviluppare l’ennesima dipendenza. Peccato che non lo ritroverò mai più 😔


 

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Quando usciamo, dopo oltre un’ora di splendido relax, ci troviamo in uno scenario post atomico, una Luderitz vuota e solitaria … non so che sia accaduto, ma questo sabato di sole, prima popolato di decine di persone si è svuotato di colpo e ci troviamo soli in mezzo alla strada tra le balle di fieno rotolanti. Poco male, ci piace anche così.

 

Si è fatta l’ora di partire per Kolmanskop, a pochi chilometri di asfalto verso l’entroterra. Che posso raccontarvi? È un posto surreale, metafisico, pazzesco … questa cittadina mineraria, abbandonata dal 1954 e pian piano mangiata dalla sabbia è uno dei posti più belli e sconcertanti che mi abbiano mai affascinata. Anche senza considerare il piacere carnale che può provare un maniaco della fotografia qui, guardarsi intorno è una continua sorpresa, un colpo al cuore, un’emozione. Qui aleggiano i fantasmi di una vita che non c’è più, ma non c’è la sensazione di tragico abbandono provata a Bodie, la sabbia stende il suo velo morbido e rasserenante un po’ ovunque, nemmeno il vecchio ospedale mi fa l’impressione spettrale che mi attendevo.

 

Quando arriviamo ci sono un paio di macchine parcheggiate … c’è una coppia di sposi con damigelle, testimoni e fotografo che ci dà il permesso di immortalarli a nostra volta e ricambia le congratulazioni quando gli diciamo che siamo in luna di miele e ci siamo sposati la settimana scorsa, Paolo testa la Polaroid comprata apposta per questo viaggio e quando finalmente su suggerimento dello sposo toglie il tappo dall’obiettivo 😁 riesce anche a scattare, ci salutiamo tra le risate e dopo che anche i quattro motociclisti che sono arrivati nel frattempo a curiosare se ne vanno restiamo completamente soli.

 

 

 

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 (questa mi piace proprio tanto, me lo dico da sola 😃)

 

 

 

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Siamo rimasti più di tre ore, inesplicabilmente volate via in un attimo, tra una foto e un oooohhh, che meraviglia. E aspettate di vedere le foto di quello bravo sul serio!



 

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Ce ne andiamo poco prima del tramonto per vederlo sulla punta estrema di Shark Island, a due passi dal nostro alloggio. C’è un campeggio, e quando chiediamo al custode cicciottello e sorridente di passare ci dice che dovremo pagare qualche dollaro all’uscita perché il suo collega col registro si è assentato un momento … decidiamo che ne vale la pena e ci godiamo una splendida mezz’ora di altre foto, anche a una famiglia namibiana in vacanza dall’aria benestante che ci chiede un ritratto di gruppo. Quando ce ne andiamo, il custode ci fa passare gratis perché il collega non è ancora tornato, e quando gli allunghiamo venti dollari di mancia come “a drink for you, and thank you very much” il suo sorriso simpatico si accende di tantissimi watt.

 

 

 

 

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Vorremmo provare Barrels per cena, tutti lo raccomandano, ma il sabato e la domenica è chiuso, accidenti a lui. Vabbé, la scelta non è enorme, e data una scorsa alle recensioni sul tablet con la sim namibiana torniamo neanche tanto a malincuore da Diaz, dove proseguiamo con lo sterminio delle ostriche (32, stasera) e facciamo onore a un’altra meravigliosa apple crumble con la custard. Giornata densa, andiamo a letto con il cuore che trabocca … e siamo ancora solo all’inizio 💖

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12 maggio 2018, una piccola aggiunta.

 

La gita in mare col catamarano è stato il vero valore aggiunto di questa giornata, molto bella davvero.

Per pignoleria, aggiungo che l'isola dei pinguini fa parte di un arcipelago denominato Penguin Islands, ma si chiama Halifax Island.

 

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Il comandante del catamarano ci ha raccontato la storia di Halifax Island, che era coperta di uno strato di quasi 40 metri di guano... 40 metri!!!

Ci ha mostrato la foto qui sotto... l'isola pullulava di pinguini prima dell'inizio dello sfruttamento...

 

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L'estrazione ha distrutto l'habitat dei pinguini, che si nascondevano dai predatori nelle gallerie sotto il guano. Ma non solo... 

All'inizio è stata la pesca delle acciughe, che sono state sterminate, poi hanno cominciato con le sardine, finite le sardine, sono passati ai crostacei.

 

La colonia si era ridotta a poche centinaia di esemplari. 

 

Negli anni 70 l'allora governo sudafricano decise di istituire un'area protetta, dove sono vietate caccia e pesca; quest'area si è espansa fino a coprire 12000 kmq, 400 km di costa per 30 km di distanza.

 

Ora la colonia si è ripresa, ci sono circa 5000 pinguini!

 

E poi Kolmanskop... che dire???

 

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Incredibile, spettrale, la sabbia conquista quello che le era stato rubato... siamo al margine della Sperrgebiet, la Zona Vietata, dove vengono ancora estratti diamanti.

 

La zona appartiene alla NamDeb (dove Deb sta per De Beers!) e non è possibile accedere, se non con un permesso e una guida.

 

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Barbarina protezione sabbia modalità ON!

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13 minuti fa, Giovanna86 dice:

Non sapevo ci volesse il permesso per visitarla.

non è nemmeno l'unico posto dove è necessario, ci vuole per il Deadvlei, dove te lo fanno pagare all'uscita, per la Welwitschia Drive (si può comprare al ministero, ma nessuno sa né come, né dove, noi l'abbiamo preso in uscita proprio dal Deadvlei) e ci vuole per la zona di Sandwich Harbor, dove in teoria potresti anche andare da solo, in pratica, meglio con uno del posto, che guidare sulle dune non è proprio semplice!!!

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18 ore fa, mouette dice:

Vorremmo provare Barrels per cena, tutti lo raccomandano

Una vera istituzione a Luderitz e non è solo per turisti....peccato ve lo siate perso....

 

Era per caso il Kairos Cottage dove avete fatto colazione?? 

 

Se posso permettermi: anche io non posso che consigliare l'agenzia Cardboard Box per gli alloggi.

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4 minuti fa, Giovanna86 dice:

sono un pò scoraggiata dai costi...

Non farti ingannare dalle agenzie, considera che nelle città si trovano dei b&b a prezzi nettamente inferiori anche a quelli che ti propone la Cardboard box... per i resort, ce ne sono per tutte le tasche, da quelli a 500€ a notte a quelli più modesti.

 

L'unica cosa su cui non devi risparmiare è la macchina, ho visto  persone girare con le Duster o con le Rogue, che saranno fighe, ma non sono proprio l'ideale con le gommine da asfalto.

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57 minuti fa, pandathegreat dice:

L'unica cosa su cui non devi risparmiare è la macchina,

 

E' proprio questa la cosa che mi spaventa, 2000 euro con la tenda e 1500 senza per circa 16 giorni :51_scream:

Quando ho visto sti prezzi mi è passata la voglia di andare... Adesso che avete pubblicato un altra giornata però mi è tornata di nuovo :D 

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Lungi da me l'idea di scoraggiare qualcuno, sia chiaro, visto che ogni volta che scrivo una giornata e scelgo le foto calde lacrime di nostalgia scendono sul piccì (non scherzo, é il viaggio più bello della vita senza confronto), ma in effetti Namibia e risparmio vivono su fusi orari diversi. È anche vero che noi siamo stati oltre tre settimane e abbiamo speso 800 euro per il volo, ma non c'è dubbio che la lista nozze abbia aiutato, anche perché molte escursioni si possono fare solo con le guide, e sarebbe un delitto saltarle.

Tutto questo per dire: Luca, sposala!

Inviato da Hogwarts
 

Modificato da mouette
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13 Maggio 2018 - Luderitz - Kanaan Desert Retreat


Canzone del giorno

https://www.youtube.com/watch?v=tRcPA7Fzebw


Ci svegliamo di buon ora, guardiamo fuori dalla finestra e...


Nebbia... nuvole... cielo e mare color piombo.

Meno male che siamo stati a Kolmanskop ieri pomeriggio!


Piccola nota: in Namibia abbiamo incontrato nuvole e nebbia solo sulla costa, per cui, se volete fare delle escursioni, controllate sempre le previsioni del tempo!


Visto che ieri ci siamo procurati il necessario per una colazione frugale e che non possiamo avanzare nulla, spazzoliamo con abnegazione: brioche al formaggio, chelsea bun, latte, caffè, banana, ancora latte che sennò resta...


Carichiamo il Mostro, apro lo sportellino antipolvere e siamo pronti a partire, destinazione deserto del Namib... ah, no, benzina e controllo gomme, che ci aspetta qualche giorno senza rifornimenti.


Ci eravamo ripromessi di fotografare il Luderitz Sign, poco fuori città, ma niente, ci siamo dimenticati!


Fino ad Aus, la strada è quella che abbiamo già percorso l'altroieri, le nuvole ci salutano appena ricominciamo a salire e ritorna quel magnifico cielo blu.

Ci fermiamo nuovamente a salutare i cavalli (poco) selvaggi di Aus, qualche km dopo la "città" (che secondo i siti locali ha tra 30 e 300 abitanti)...

 

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... svoltiamo sulla C13 e ci tuffiamo nel deserto!

 

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Beh, abbastanza deserto, alcuni abitanti ci sono!

 

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o meglio, c'erano! 😂😂😂😂


La C13 è una lunga fettuccia di ghiaia battuta in mezzo al deserto, la strada è in buone condizioni, ma è polverosa, le poche macchine che si incrociano alzano delle grosse nuvole. La difficoltà maggiore è sorpassare, perchè per quanto la macchina davanti vada piano, la visibilità è prossima allo 0...


Il trucco è spostarsi il più possibile in modo di uscire dal polverone e passare velocemente.

 

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Dopo un'oretta di strada, si svolta sulla D707 e capiamo che si, salendo di lettera dell'alfabeto la strada peggiora notevolmente e ballonzoliamo per bene, tra una sosta fotografica, una pipì open space, durante la quale mi attiro l'invidia di Barbara perchè lei non potrà mai firmare la duna con la pipì ed eccoci, finalmente il segnale per la N/a`an ku sê Kanaan Desert Retreat.


Attenzione! la posizione non è quella che trovate su google maps, inserite il punto indicato sul loro sito e soprattutto, seguite le indicazioni che riportano, sono molto accurate. Oltretutto Googlemaps non calcola l'itinerario, perchè secondo lei (deve essere donna, per forza) non ci si può arrivare.


In lontananza vedo una nuvola di polvere, un'auto davanti a noi, dopo un paio di curve, vedo l'auto ferma e comincio a dire a Barbara "Chissà cosa hanno visto!".


Ci avviciniamo e capisco che non hanno visto niente, hanno "solo" bucato una gomma...


Oddio, bucato forse è un po' riduttivo, la gomma è praticamente a brandelli, qualche minuto prima sulla strada abbiamo attraversato un punto in cui delle belle rocce acuminate sbucavano da sotto la sabbia e probabilmente il tipo ci è arrivato un po' troppo allegro.


Mi fermo, vedo 2 signori non proprio di primissimo pelo e gli faccio:

"Do you need help?"

Mi si avvicina la signora facendomi un gesto con la mano, sulle orecchie e sulla bocca e penso "cappero, sarà mica sordomuta?"...

Invece no mi guarda e fa:

"Je ne parle pas anglais..."


"Avez-vous besoin d'aide?"

Che botta di culo, eh? Ti trovi in un paese la cui densità abitativa è di 3,2 abitanti per kmq e becchi uno che parla anche francese sulla tua strada...


Scendiamo, provo a vedere se si può fare qualcosa, il marito mi dice che il cric non funziona, gli dico che se vuole accompagnamo la moglie alla reception e gli mandiamo la macchina del resort, che sicuramente saranno attrezzati.


Ci carichiamo la signora, una volta arrivati alla reception spiego alla ragazza che il marito ha la macchina bloccata, faccio da interprete e finalmente...


Arriviamo alla nostra camera:


 

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Il Kanaan Desert Retreat è costruito per essere quasi ad impatto 0, delle tende su palafitta sul crinale di una delle tante collinette della zona (gli hardap), bellissime, ben tenute.

Scopriamo che è gestito da un'organizzazione No-Profit, che si occupa sia della wildlife dell'area che delle scuole e dell'addestramento al lavoro nel campo del turismo e dell'accoglienza dei San, che è una delle etnie più svantaggiate della Namibia: http://naankuse.com/

 

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E qui facciamo il nostro primo incontro con la lingua locale, con i suoi clic e i suoi scoppi, una lingua che viene direttamente dalla preistoria, quando i cacciatori non dovevano farsi scoprire dalle loro prede e svilupparono questa lingua "naturale".

Ad usarla, mentre parlano tra loro, sono le nostre 2 guide, 2 ragazzi simpaticissimi che ci accompagneranno per le nostre peregrinazioni.


Si, abbiamo scelto di prenotare il Photographic tour, con i ghepardi, il giro al tramonto, la stellata e l'alba, da decidere se sulle dune o sulle dune con i ghepardi.


Il primo appuntamento è verso le 15, facciamo un rapido giro in stanza e facciamo un errore terribile... apriamo le finestre, fa un po' caldo ed è meglio cambiare l'aria, pensiamo.


Pranziamo sulla terrazza, pochi minuti di relax e via, con le nostre 2 guide andiamo verso il cheetah feeding...

 

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Non siamo soli, con noi c'è una famiglia che sta nel campeggio, ci aspettiamo 2 micioni docili e invece...

Cominciano a soffiare, da dietro alla rete, saltano e ringhiano quando ci avviciniamo... per un attimo ho pensato che no, lì dentro non ci entro!

 

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Invece le 2 guide erano tranquillissime, ci hanno dato un bastone ciascuno, con l'indicazione di sollevarlo se gli animali si avvicinavano troppo... i ghepardi non attaccano chi è più grosso di loro e il bastone li disorienta...

KFC (non pensate male, è Kanaan Feed Cheetah!), è più amichevole, mentre Hannabelle è nervosa, tanto che inizialmente le tirano un pezzo di carne che lei va a mangiare sotto l'albero.

 

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I 2 ragazzi ci raccontano un po' di cose sui ghepardi, in questa zona c'è circa il 20% di tutti i ghepardi veramente wild in Namibia, qui tengono gli animali che sono stati ritrovati feriti o abbandonati da cuccioli e che non possono essere reintrodotti in natura.


Non sono tranquillo come al Quivertree, avere un ghepardo che si avvicina quatto quatto al gruppo non è una cosa rilassante, ma le guide sanno cosa fare e si dispongono in modo di controllare entrambe i mici.

 

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Finita la merenda dei gattoni facciamo un rapidissimo passaggio in camera, fa ancora caldo e lasciamo ancora la finestra aperta e via, tramonto con aperitivo, questa volta da soli.

 

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La zona è meravigliosa, non c'è tantissima wildlife, vediamo da lontano un paio di struzzi e un po' più da vicino una volpe del capo, che però non riusciamo a fotografare.

 

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Arriviamo nella vallata centrale in tempo per l'aperitivo e per il tramonto, una sfilata di alberi che fa da cornice al sole che cala.

 

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Questo è proprio il logo del Kanaan, l'albero più famoso!

 

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Prendiamo appuntamento con le guide per lo stargazing, abbiamo giusto il tempo per la cena!

 

 

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Davvero ottima, la carne di manzo veramente eccezionale, buon vino, il personale è tutto locale e di livello.


Qui incontriamo i nostri "amici" francesi... anche lui parla inglese come una vacca spagnola e mi tocca fargli da interprete con la cameriera; lui ci racconta che sono venuti i 2 ragazzi col cric ma soprattutto con un mattone per tenerlo fermo sulla sabbia e in 5 minuti hanno sistemato.

Sono 2 buzzurri patentati, sgarbati col personale che ha l'unica colpa di non parlare francese (ma parlano inglese, afrikaans e tedesco), non ci pensano nemmeno ad offrirci il vino per l'aiuto, non hanno fatto nessuna delle attività previste, ci dicono che all'Etosha hanno visto giusto qualche elefante, ma chissenefrega, noi adesso andiamo a goderci le stelle!


Prendiamo i piumini in macchina e via, torniamo verso gli alberi e ci perdiamo per un'oretta tra le stelle più incredibili di tutta la mia vita.

 

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Lo spettacolo è impareggiabile, non c'è fine, il buio è totale tutto intorno, la via lattea è meravigliosa, niente, ci siamo innamorati!


Mentre rientriamo, chiediamo cosa è meglio fare per l'alba e loro ci consigliano l'alba con i ghepardi... vabbè, non ci hanno mangiato oggi, speriamo che domattina non lo facciano!!!


Buonanotte mondo!!!


Ah, no... torniamo nella nostra tenda e ci ricordiamo delle finestre aperte... ma è tardi, fa freddo, chiudiamo la finestra, ma niente, non c'è nulla per riscaldare la stanza, i letti sono piccoli, un po' meno di una piazza e mezza, ci infiliamo per bene sotto le coperte, ci guardiamo e...


Vabbè, siamo in viaggio di nozze, prendiamo anche il secondo piumino e ci facciamo piccoli piccoli sotto la montagna di coperte nello stesso letto e...


Buonanotte mondo!



BRRRRRRRR!

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Lunedì 14 maggio 2018

 
 
Dopo tanta indecisione, su consiglio di Lucas abbiamo optato per l’alba sulle dune con i micioni: la notte è trascorsa talmente gelida e tormentata che la sveglia arriva come un sollievo. A nulla è servito dormire abbracciati nel lettino singolo con due piumoni, siamo letteralmente surgelati. Così impariamo a “lasciare aperte le zip della tenda, tanto fa caldo e ci sono le zanzariere”
 
Torniamo nel recinto, accolti con poco garbo dalle cheetah di malumore. Hannabelle è decisamente incazzosa, stamattina, e anche se con noi ci sono i due ragazzi che sono visibilmente esperti e rilassati, scalare la duna di sabbia con due gattoni di ottanta chili con le balle per traverso che ci seguono a qualche metro … lo ammetto, un pizzico di ansia c'è. Lucas a metà salita decide che è meglio se per ora ci godiamo solo KFC, che è più tranquilla, e lancia un pezzo di carne ad Hannabelle che brontolando se ne va a mangiarlo sotto un albero poco lontano. Quando arriviamo quasi alla sommità della duna Lucas ci fa cenno di preparare le macchine fotografiche: con una accorta distribuzione della pappa fa in modo che KFC, ora di ottimo umore, si posizioni scenograficamente al centro di uno splendido quadretto, da perfetto micione delle sabbie.

 

 

 

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 Ecco che si avvicina anche Hannabelle

 

 

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Non so esprimere l’emozione di vedere il sole che pian piano si sveglia e ci raggiunge, dei colori che cambiano coprendo tutte le sfumature dell’iride, dal viola al rosa all’arancione fino alla gloria splendente del sole pieno. Forse l’alba più bella della mia vita, alla pari o persino un pelo sopra quella alla Monument Valley, e naturalmente come quella inondo di lacrime anche questa. I ragazzi ci lasciano sfogare a piacimento e arriviamo al tavolo della colazione alle otto passate, dopo aver elargito una meritatissima mancia: questo safari fotografico ce lo siamo proprio goduto, è valso fino all’ultimo centesimo speso.



 

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Dopo colazione e dopo la decisione ecumenica, presa in seduta plenaria, di saltare la doccia che fa un freddo caino (e via, un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno, la polmonite invece sì, e poi stasera saremo nel deserto, ci laviamo lassù ), andiamo alla reception per saldare – non ci aspettiamo che i sssssimpatici francesi di ieri ci abbiano offerto i due calici di vino presi a cena, e facciamo bene così non restiamo delusi – e per farci il regalo di nozze. Ieri sera a tavola abbiamo trovato un depliant illustrativo delle varie attività del resort, che come vi diceva Paolo reinveste tutti i profitti nel sociale, e cerca di offrire un’istruzione ai bimbi san, una delle popolazioni più svantaggiate e discriminate in Namibia. Ci è bastato uno sguardo per capirci, e così stamattina adottiamo Mina … abbiamo speso senza battere ciglio quattromila dollari per il giro fotografico. Un anno di scuola per lei ne costa duemilacinquecento, per un attimo mi vergogno, ci credete? Poi penso che se ho avuto la fortuna di nascere dalla parte giusta del mondo, che è appunto solo fortuna, non ci ho merito né demerito, che i miei quattromila pagheranno stipendi e quaderni e ciccia per i gattoni, e che più bella bimba non potevamo scegliere. Sì, perché ci chiedono chi vogliamo e ci mostrano un librone con foto e biografie … la tentazione iniziale di dire “scegliete voi” è forte, ma poi vedo il sorrisone di Mina, leggo che non ha i genitori e vive con la zia, è sempre sorridente e la chiamano Raggio di sole. Come resisterle?
 

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Lasciamo la Kanaan Desert Retreat con un pizzico di rimpianto, è un luogo di pace e bellezza e saremmo rimasti volentieri ancora un po’, ma ci aspettano 180 km di sterrato e finalmente il Truzzhotel nel deserto. Paolo mi infoma di aver capito finalmente il sistema di classificazione delle strade in Namibia, tutte contraddistinte da una lettera:
 
A-sfalto, ce ne sono giusto due in tutto il Paese
B-uono
C-acca
D-emmerda
F-ossa biologica
 
Non siamo in grado di aiutarvi con la E, non ancora perlomeno, magari il resto del viaggio ci riserverà qualche sorpresa ^^
 
 

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Natura morta ...

 

 

Il viaggio scorre monotono, con rari avvistamenti e frequenti sobbalzi, ci fermiamo al Betta Campsite per un caffè e il rifornimento e la mia solita pipì e nel primo pomeriggio raggiungiamo la meta. 



 

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Rarissimo esemplare di SceMarito, animale leggendario di difficilissimo avvistamento. Narra la leggenda che si accompagni a una SceMoglie, che nessuno però ha mai visto. Questo era particolarmente amichevole ed ha accettato di posare in cambio di un sacchetto di chips di lenticchie. Un affarone, non vi pare?

 

 

 

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Il posto in sé - Le Mirage Resort e Spa, eh, mica pizza e fichi - è terribile, ma tutto sommato abbastanza divertente: non abbiamo trovato posto nel camp di fronte all’entrata del Sossusvlei (per fortuna, con il senno di poi, la notte è gelida e la polvere tanta, non so quanto le tendine ti salvino) e questo era il più vicino, venti miglia, ed economico. Qualche foto dal web, perché troppo abbagliati da cotanta bellezza non abbiamo pensato di scattarne di nostre: 



 

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Certo trovarsi in una specie di Disneyland orientaleggiante e burina un pochino spiazza, ma alla fine siamo rimasti soddisfatti del soggiorno: le stanze sono belle, pulite, grandissime, la doccia è calda e ce la concediamo subito, la piscina è carina, il bar di cui approfittiamo subito per birra e noccioline è ben posizionato … ci sarebbe anche la Spa, ma anche se tentati decidiamo di soprassedere e concederci invece un pomeriggio di pigrotting estremo: siamo in giro da più di una settimana e non ci siamo fermati un attimo, qualche ora di ozio non ci farà male. Tramonto con aperitivo, qui inizia la storia d’amore col Savannah Dry, chiacchiere, coccole, risate, insomma … siamo in piena luna di miele!



 

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E dal libro per bambini che stavo leggendo quel giorno, una degna conclusione di giornata  
 

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Modificato da mouette
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