luisa53 Inviato 13 Luglio 2014 Segnala Inviato 13 Luglio 2014 Bravissima! “Non fate così! Al buio siete belle anche voi” … la nomination all’Oscar della Cavalleria non gliela leva nessuno! Cita
al3cs Inviato 13 Luglio 2014 Segnala Inviato 13 Luglio 2014 Però sono partita avvantaggiata: confesso che già al dialogo con l'augusta genitrice ridevo da matti... Non posso esimermi dal farti una domanda da un milione di dollari...Ma i due liocorni? Cita
mouette Inviato 13 Luglio 2014 Autore Segnala Inviato 13 Luglio 2014 Mangiati a cena la sera dopo Cita
criscorpione Inviato 13 Luglio 2014 Segnala Inviato 13 Luglio 2014 Recuperate adesso le ultime pagine e sempre di piu' innamorata del tuo racconto e di questo viaggio!!! Complimentoni :clap: [ Post made via iPad ] Cita
ventu Inviato 13 Luglio 2014 Segnala Inviato 13 Luglio 2014 Diario stupendo, grande modo di raccontare e riflessioni decisamente interessanti e condivisibili!! una curiosita', se non sono indiscreto.. da quanto ho capito hai problemi di udito? Nel senso di sordita' o qualcosa di intermedio? Cita
mouette Inviato 14 Luglio 2014 Autore Segnala Inviato 14 Luglio 2014 Nessuna indiscrezione, ne ho parlato io per prima Una via di mezzo, direi: porto le protesi acustiche da quando avevo otto anni, alla nascita ci sentivo perfettamente e infatti parlo come una persona normale (di più, di più, sostengono i maligni ), poi all'inizio delle elementari ho cominciato progressivamente a peggiorare ed ora mi resta circa un 10% di capacità residua. Leggo benissimo il labiale, ci sento quasi bene con le protesi, quando c'è casino assumo un'espressione intelligente - mi viene molto bene - e faccio finta di capire tutto In viaggio sono avvantaggiata, siccome a volte capita che I don't understand una cippa anche in patria ho già perfezionato gli occhioni da cerbiatta da répétez, s'il vous plait Ps: grazie, a tutti. E' troppo quello che dite delle mie quattro sciocchezze, ma fa veramente piacere Cita
Frafrà Inviato 14 Luglio 2014 Segnala Inviato 14 Luglio 2014 Davvero troppo bello il tuo racconto, giusto mix tra ironia ed emozioni, è un piacere leggere ogni nuova puntata :clap: [ Post made via iPad ] Cita
Flowerpower81 Inviato 14 Luglio 2014 Segnala Inviato 14 Luglio 2014 Negli ultimi tempi avevo "trascurato" questo diario perché volevo prendermi il tempo per leggerlo attentamente... e devo dire che ho fatto benissimo. Hai un modo speciale di raccontare; vivere la tua esperienza attraverso le tue foto e il tuo scritto è semplicemente emozionante . Cita
oceanomare78 Inviato 14 Luglio 2014 Segnala Inviato 14 Luglio 2014 Ancora super complimenti! Mi hai fatto rivivere le meozioni che ho provato il primo giorno nel Parco Etosha in Namibia, lucciconi a manetta! Cita
mouette Inviato 14 Luglio 2014 Autore Segnala Inviato 14 Luglio 2014 Namibia! è uno dei miei prossimi obiettivi insieme al Botswana. Insieme ad altri due o tremila, naturalmente Cita
acfraine Inviato 14 Luglio 2014 Segnala Inviato 14 Luglio 2014 posti favolosi, racconto divententissimo, coinvolgente, spiritoso anche se ......che pezzenti dai se non pagavate quel salatissimo conto Cita
mouette Inviato 14 Luglio 2014 Autore Segnala Inviato 14 Luglio 2014 In realtà si era pensato, alla disperazione, di lasciargli Ale come lavapiatti. O soprammobile esotico ... certo poi la nostra femminile autostima non so come se la sarebbe cavata Cita
mouette Inviato 8 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 8 Agosto 2014 Sabato 14 giugno 2014 E insomma, le belle al buio se ne tornano sulle rive del Nilo ancora affamate a fare la quotidiana doccia fredda, restando comunque di ottimo umore almeno fino alla fatidica domanda: a che ora la colazione domattina? Quando Ale risponde con un sorriso da un orecchio all’altro “Cinque e un quarto, non te l’hanno detto?” dapprima tento di picchiarlo selvaggiamente col sacchetto della lavanderia – ebbene sì, ci si tratta bene, noi! – poi decido che le mie mutande pulite non meritano un simile trattamento e gli intimo di piantarla di scherzare … solo che non scherza neanche un po’! Presente la chiatta di ieri? Ecco, il primo giro lo fa alle sette, il secondo alle nove … e dato che ci aspetta la seconda – ed ultima, per fortuna – giornata di quasi solo trasferimento, partire tardi vuol dire arrivare tardissimo. Per essere all’imbarco alle sette, dobbiamo trovarci ai cancelli del Murchison alle sei … e quindi, beh … quindi mi regalo anche stasera la mia mezz’oretta di pace fronte Nilo, scherziamo? Dormirò per strada, toh! Freschi e riposati come rose ben appassite, prima delle sei siamo già ai cancelli … pure il guardiano se la dorme, ma alla fine, tra la guida avventurosa di Robert e la strada tutta per noi – non che ieri ci fosse un gran traffico – arriviamo puntuali a prendere la chiatta, dove si sale all’africana, ben alla rinfusa, uomini, macchine, animali e tutto quel che vi viene in mente, ed in pochi minuti il Nilo è attraversato, non senza un pizzico di commossa emozione davanti ai timidi raggi di sole che a fatica cercano di farsi strada tra le nuvole soffici e grigie che accompagnano l’alba. Prima ed unica deviazione della giornata, il Top of the Falls, meta della scarpinata mancata di ieri pomeriggio. Arrivarci via carrareccia – che chiamarla strada è farle un complimento esagerato - è meno gratificante, anche se sicuramente pure meno faticoso … ma la bellezza dello spettacolo, pur nella mattinata bigia, è tale che non ci pensiamo nemmeno. Non sarà una cascata incredibile come quelle del continente americano o come le Victoria Falls, ma ad una che ha visto soltanto le Marmore, la portata sembra piuttosto imponente! Consumiamo qui praticamente tutta la razione di foto della giornata, perché il lungo viaggio fino a Fort Portal, tra caldo e polvere, offre pochi spunti di distrazione. Altra giornata propizia alle “riflessioni della zia”, dunque … almeno quando la zia, avendo una certa età, non si ritrova a scuotersi all’improvviso da uno dei molteplici sonnellini che punteggiano il viaggio Scherzi a parte … mi sono appisolata sul serio qualche volta, pur senza perdere mai del tutto coscienza, ma è difficile mantenersi vigili per tutti i 400 e passa km, a una media di 50-60 l’ora, e trovare motivi di interesse ad ogni angolo di strada, quando ti sei svegliata alle 4.30 e i sobbalzi del pulmino ti cullano che è un piacere … Oggi ha capito almeno in parte perché questa Africa mi è così familiare e vicina … qui c’è, ovunque io giri lo sguardo, lo stesso sorriso di nonno, il nonno che mi ha cresciuta ed amata, e di cui dicono io abbia rubato il carattere, il nonno sempre allegro, sempre ottimista, curioso della gente e del mondo, il nonno a cui la vita non ha certo risparmiato le batoste, ma che fino all’ultimo ha detto - e vissuto – il più positivo dei “domani è un altro giorno e andrà tutto bene”. C’è lo stesso non buttare nulla, rattoppare, riciclare, far rivivere gli oggetti con cura ed amore, c’è la sua bici scassata, c’è il suo piacere di incontrare gli amici e di fare due chiacchiere con gli sconosciuti anche se hanno un colore diverso, c’è la sua infinita gioia di vivere. Ecco, sono un po’ africana anch’io, per eredità! Per pranzo, dopo averci affettuosamente prese in giro “... e per le donne un bel McDonald”, Robert ci conduce in un … posticino, naturalmente ma un po’ meno posticino di quello di ieri sera, dove non solo il pollo che atterra nel mio piatto non è peloso ed è un po’ più grassottello, ma è anche accompagnato da … patatine fritte, yuppiiiii! Le ore trascorrono sonnolente ed avvolte da una nube di calore e sottile nebbiolina rossa … con il finestrino è una guerra, se lo tieni chiuso soffochi per il caldo, e se lo apri soffochi per la polvere. Democraticamente optiamo per tentare il suicidio un po’ in entrambi i modi, e quando – finalmente! – verso le 17 arriviamo al b&b di Fort Portal sembriamo un gruppetto di profughi da Marte … e non vi dico in che stato sono gli zaini, non sono ancora riuscita a riportare il mio al colore originale! La casa sulle colline, con vista sui monti Rwenzori (wow, anche ora solo scriverne il nome mi regala un brivido … ) è davvero bellissima, in stile coloniale, con uno splendido giardino incredibilmente pettinato … ma c’è solo la cameriera e non ha le chiavi delle stanze. Ci propone di farci accomodare in salotto mentre tenta con Robert di contattare i titolari, poi ci guarda meglio e ci spedisce in veranda sulle sedie di plastica con uno sguardo che dice chiaramente … e non toccate niente! Si, siamo decisamente pittoreschi , oltre che un pochino provati. Niente da fare, i titolari non torneranno prima delle otto … e si sono dimenticati di lasciare le chiavi! Robert non la prende benissimo, anche se cerchiamo di buttarla in ridere, e carica turisti, armi e bagagli per trasferirli in un lodge poco distante, trovato al momento. Difficile aspettarsi un posto altrettanto bello, ma siamo luridi, stanchi e in fondo tutto quello che vogliamo è ripulirci un pochino, l’idea di aspettare tre ore non ci sorride così tanto … avremmo dovuto anche cenare al b&b, ma non importa, risolveremo in qualche modo. Il nuovo hotel è il meno apprezzato di tutto il giro, ed è l’unico momento di tutto il viaggio in cui mi faccio prendere da un attacco di schizzinosità, anzi due, o meglio … facciamo tre La tovaglia della colazione – che faremo, gaudium magnum, alle sei ed un quarto – ha degli schizzi di non voglio sapere cosa piuttosto disgustosi, il bagno cade letteralmente a pezzettini ed il water ha ogni volta dei rigurgiti preoccupanti – oh, razzista, che è, non ti piace la pipì occidentale? – e soprattutto le federe pur all’apparenza pulite e in un contesto altrimenti piuttosto carino non hanno per nulla un buon profumo. Ok, l’ho fatta drammatica … mi avete creduto? Male … alla fine mi sono limitata a ripiegare l’angolo della tovaglia continuando a sgranocchiare serenamente la mia colazione, ho chiesto cortesemente al water di non traboccare e lui cortesemente non l’ha fatto, ho maledetto in 25 lingue i rubinetti separati per l’acqua calda e fredda del lavandino, ma solo il mattino perché la doccia serale ovviamente era fredda, ed ho messo il mio asciugamano in microfibra (dimensione massima cubetto di Rubik) sul cuscino. Si lo so, se vai in Uganda e sei saggia ti porti il sacco lenzuolo, ma nonostante stia diventando una specie di guru nell’arte di fare lo zaino, convincere anche quello ad entrare nel tuo bagaglio a mano otto-chili-per-14-giorni va oltre le mie attuali capacità. E alla fine ho dormito benissimo lo stesso Il vero dramma si è consumato nel momento in cui ho aperto il microastuccio che ho la sfacciataggine di chiamare pomposamente beauty e mi sono accorta di aver dimenticato nella doccia fronte Nilo lo scatolino con il pezzetto di shampoo ed il pezzetto di marsiglia. Orrore, panico, sommo raccapriccio! Sono incrostata come un maialino nel fango, spargo polveri sottili ad ogni passo e puzzo pure … e mo’? e mo’ vedo sul lavandino ben due confezioni di sapone, quello minuscolo da hotel tutto plasticoso, presente? Bon, sono salva. Fine del panico, termine dell’orrore, crollo del sommo raccapriccio Sono a posto, uno lo uso e l’altro lo frego, per i capelli pazienza che tanto sembro sempre un mocio lo stesso e via, la vita mi sorride di nuovo. Non che avesse smesso, ma suonava bene qui A cena Robert ci sorprende portandoci in un posto che più da occidentali non si può, pure la pizza fanno … almeno come aspetto e come menu, visto che poi abbiamo la gioia di vivere in diretta una nuova esaltante puntata di “Ready when ready” … ho scoperto poi che alcuni locali, nonostante l’aria per nulla africana, nascondono antri affascinanti dove si cucina sul fuoco di legna e ogni cosa viene fatta a mano … ma questo mi consola davvero relativamente, tra l’altro ho preso una birra e ne ho bevuta metà a stomaco vuoto, così quando – dopo solo un’ora abbondante – arrivano i nostri piatti, non ho la forza di protestare perché si sono dimenticati i miei samosa, e alla cameriera che mi guarda con gli occhi sbarrati assicuro che non importa, mangerò solo le mie piccantissime e buonissime masala chips. E metà della cena di Sabri 1 Cita
criscorpione Inviato 8 Agosto 2014 Segnala Inviato 8 Agosto 2014 un'altra giornata raccontata con un'intensità di emozioni che sembra davvero di averle visute personalmente! brava brava Cita
al3cs Inviato 8 Agosto 2014 Segnala Inviato 8 Agosto 2014 Il ricordo del nonno un po' "africano" mi ha commossa... Questo diario è una continua scoperta, grazie di non essertene dimenticata! Cita
mouette Inviato 9 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 9 Agosto 2014 Domenica 15 giugno 2014 Domenica! In realtà ho completamente perso il senso del tempo, come sempre quando sono lontana da casa … la differenza stavolta è che ho perso di vista anche me stessa, un po’ come mi è successo durante la settimana passata a camminare nel deserto, e vivo in un eterno perfetto presente fatto soltanto di qui ed ora. Ma so che è domenica, perché è il giorno degli chimpanzee, e se non lo sapessi me ne accorgerei lungo la strada, meno affollata del solito … certo, la gente va a piedi anche oggi, ma i loro passi li portano spesso verso una chiesa, e molti indossano … il vestito della domenica, appunto Dentro di me non posso che applaudire queste donne bellissime e stanche che per un giorno dimenticano la fatica di vivere e barcollano sui tacchi alti lungo una strada come questa, con il sorriso che oggi sembra persino più splendente ... Prima delle sette siamo per strada, il sole sorge e la nebbia piano piano si alza su un paesaggio di fiaba … ed eccoci qua, muzungu in the mist, a riempirci gli occhi di bellezza assoluta Riflessione della zia: le chiese, in questo Paese misero e bellissimo, sono pressoché gli unici edifici ad avere un aspetto prospero, i vetri, anzi le vetrate colorate, un intonaco decente, un tetto che sfida la pioggia. Pur nel totale rispetto dei credenti, e forse a causa della mia poca simpatia per l’istituzione, non posso fare a meno di ricordare quello che mi dicevano a scuola dalle suore, che le chiese devono essere belle, maestose, splendenti, o almeno ben tenute, a gloria del Buon Dio. E polemica come allora, sento la stessa vocina fastidiosa di tanti anni fa che mi chiede … ma il Buon Dio, qualora esistesse, sarebbe mica più contento, non si sentirebbe più glorificato, se i soldi delle vetrate colorate fossero stati spesi per vaccinare chissà quanti bimbi, in un paese in cui l'aspettativa di vita è intorno ai 51 anni, e la mortalità infantile altissima? … come al solito, mi rispondo oh, si, eccome, però ricordati, vecchia … che tu non ci credi e andare in chiesa la domenica non ha significato per te. Che ne sai che per loro invece la fede non sia una delle molle di quell’eterno sorriso? OT a ruota libera, a proposito della vita media. Io e Julius, il titolare della Coffee Tours che abbiamo conosciuto a fine viaggio, siamo amici su facebook, e ogni tanto la mattina presto mi manda un saluto. Sabati fa mi ha chiesto che programmi avessi per la giornata, e al mio I’m going to see and kiss my granny now, as every week … you know, she’s 93 ha risposto con un incredulo 93! So cool, send her my hugs! … ecco, a volte parlo senza riflettere, mi sono chiesta solo dopo che effetto può fare laggiù l’idea di una nonna di NOVANTATRE’ anni … ma certo ho sentito un sorriso sincero nelle sue parole Torniamo a noi … chimpanzee tracking! E si, l’ho scritto giusto, gente di poca fede niente trekking, è proprio un tracking, come quello dei gorilla: seguire le tracce. Certo, mica le seguiamo noi, che manco le vediamo : arrivati al Kibale National Park, dopo un breve briefing – wow, quanto mi piace parlare potabile – con un ranger, una delle tre donne in pantaloni di cui dicevo qualche post più su, veniamo divisi in gruppetti e ci inoltriamo nella foresta. È abbastanza fitta, ma del tutto affrontabile, anche quando usciamo dal sentiero tracciato seguendo il nostro accompagnatore, che prima di partire ci ha avvertiti, giustamente, che siamo in una riserva protetta e non in uno zoo e quindi non ci possono garantire l’avvistamento, che se incontreremo gli chimpanzee dovremo mantenerci ad adeguata distanza, non infastidirli, non imitarli, non provocarli, non usare il flash, non mangiare davanti a loro … resto sempre un po’ sconcertata davanti a questa sfilza di ovvietà perché non posso fare a meno di pensare che se ce le dicono, evidentemente c’è qualcuno che ha bisogno di sentirsele dire L’unica cosa che non ci raccomandano è di infilare il bordo dei pantaloni nelle calze, accidenti a loro … così faccio conoscenza – non la posso definire un’amicizia, ahia – con un sacco di simpatiche bestiole mordicchiose, credo formiche, e passo il primo quarto d’ora a prendermi a sberle i polpacci masticando insulti velenosi all'indirizzo gli dèi dei mirmecologi (ve l’ho detto che mi piace parlare potabile, si? ) Nella foresta il terreno è compatto ed asciutto, tranne in rari punti … naturalmente è proprio uno di questi che scelgo per dare il meglio di me. C’è una specie di ponticello, o meglio una serie di piccoli tronchi mezzi marci allineati scompostamente sopra un rigagnolo, più un ammasso di fango in realtà, dall’aria traballante e malmessa … un istante prima di posarci lo scarponcino penso occhio, che qui si scivola. Un istante dopo, non ho idea di come, sono seduta sul ponticello, una gamba per aria e la mano sinistra immersa fin oltre il polso nella melma Con l’aplomb di un maggiordomo inglese mi rialzo, scuoto via il fango e riparto, agitando la mano per farla asciugare, così poi potrò ripulirla con i fazzolettini da bebé che, quelli si per fortuna, ho convinto ad entrare nello zaino ben conoscendo le mie innate attitudini infantili, impiastrocchiamento in testa . In quest’altra faccenda affaccendata, vengo sorpresa da una serie di grida acute … li sentiamo ben prima di vederli, li abbiamo trovati! E siamo stati fortunati, sono appena tre quarti d’ora che camminiamo … a gruppetti o da soli, ne incontriamo nelle due ore successive circa una trentina, cioè un quarto dell’intera popolazione della foresta … mi fanno una tenerezza infinita, si vede che sono abituati agli umani, si mettono in posa con espressioni buffissime, si avvicinano, uno addirittura si mette a camminare in fila indiana in mezzo a noi, un altro si avvicina a mezzo metro per raccogliere i frutti sparsi davanti a noi … che voglia di coccolarmeli un po’! Usciamo dalla foresta sazi e soddisfatti, sono da poco passate le undici, e mentre Robert ci porta a pranzo è tutto un intrecciarsi di commenti e di risate, di soddisfazione e di piacevole, fremente aspettativa per l’altro tracking, quello che ci aspetta mercoledì, il momento clou del viaggio … i gorilla! Finiamo in un posto fighissimo dove, unici ospiti, pensando di far presto ordiniamo i sandwich più luuuuunghi del mondo, un’altra ora abbondante di attesa – oh insomma: ready when ready! – che quando arrivano si rivelano per fortuna decisamente buonissimi … e pazienza, il tempo passa piacevolmente in chiacchiere ed è bello anche perderne un po’ così, facendo progetti per rilevare il posto noi cinque dividendoci le mansioni ed i guadagni (io finirò a lavare i piatti, me lo sento) e ridendoci su. Nel pomeriggio, Crater Lakes … Robert ci porta a piccole tappe in giro per una regione piena di piccoli laghi vulcanici immersi in paesaggi pittoreschi, vagamente alpini nonostante la vegetazione equatoriale, e di paesi sgarrupati e incasinati. E proprio l’Equatore attraverseremo nel pomeriggio … ah, quante arie posso darmi finalmente Io, proprio io, ho posato finalmente il piedino anche sull’emisfero australe. Lo so … è solo un puntino sul mappamondo, eppure lo ammetto, è stata un’emozione Poco dopo, appena entrati nel sud del mondo, Robert inchioda bruscamente. Che c’è? C’è che noi non l’avremmo mai vista, ma a pochi metri da noi e dall’asfalto (eh, si, abbiamo incontrato la prima strada asfaltata!) c’è una splendida miciona! Pregustando il game drive di domani al Queen Elizabeth National Park arriviamo al nostro lodge, questa volta sul Kazinga Channel, sotto uno scenografico temporale … lampi, tuoni, il diluvio universale … ci rifugiamo nella struttura principale, visto che i vialetti che conducono alle rispettive tende somigliano più a fiumi di fango, e che ci siamo inzuppati solo scendendo dal pulmino, in attesa che smetta. E lo fa piuttosto rapidamente per fortuna: non dovremo rinunciare alla nostra doccia fredda, evviva! Le tende sono uguali a quelle che avevamo sul Nilo, bellissime, ed io ancora una volta sono la felice titolare della singola. Prima di assegnarcele, ci avvertono che per nessun motivo dobbiamo girare soli dopo che sarà calato il buio. Come possiamo sentire benissimo, sulla riva del canale vivono gli ippopotami, che di notte hanno piacere di andarsene a spasso e non sempre gradiscono incontrare i viaggiatori sprovveduti. E se mi scappa la pipì? Se ti scappa la pipì, fai un segnale con la torcia e un omino armato viene a prenderti e ti riaccompagna. Ecco, l’idea che un ippopotamo possa incontrare un omino armato perché a me scappa la pipì non mi piace neanche un po’! La notte per fortuna trascorre serena, dormo come un bebé, finché non vengo disturbata da un potente SGRONF-GRONF-RONF … nel dormiveglia, il mio primo pensiero è … ma senti come russo. E il secondo, ormai praticamente riaddormentata … sembro un ippopotamo. Devo imparare ad essere più clemente con me stessa, scopro l’indomani mattina: sul vialetto di accesso alla mia tenda c’è, nettissima, una coppia di impronte, anzi di improntone! Si avvicina Sabri, le mostro le impronte, e mi dice che ha sentito brucare tutta la notte, si avvicina Ale e mi delude subito ... al mio: che dici, sono del cavallo del principe azzurro? risponde crudelmente sincero: mah, direi più ippopotamo. E insomma! Del principe faccio a meno allegramente, ma perché dovrei rinunciare all’azzurro? ecco, quindi, in esclusiva per voi, l’identikit del mio visitatore notturno Cita
yesterday1973 Inviato 9 Agosto 2014 Segnala Inviato 9 Agosto 2014 E' veramente uno spasso leggerti!! E gli scimpanze', che meraviglia.... Cita
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