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Anche quest'anno ho iniziato a pensare al viaggio per l'anno prossimo, e come sempre il primo pensiero è "diamo un'occhiata nel forum" (non c'è nemmeno bisogno di specificare quale).. Stavo pensando a visitare Texas, New Mexico e Colorado e sono andato nell'indice diari per farmi un elenco di cose da leggere. Ebbene, mi sono fatto 3 pagine di word con i link a 74 diari. SETTANTAQUATTRO, che raccontano di viaggi in questi tre stati, o che comunque ci passano. Ho poi cambiato idea limitando il viaggio al solo Texas, quindi li ho ridotti a 'soli' 18. Ne ho letto uno e iniziato un altro e ho già pagine di appunti e informazioni preziosissime, introvabili nelle guide ufficiali, piccoli suggerimenti, sensazioni.. insomma una marea di informazioni impagabili. Da qui nasce la mia voglia di ringraziare "il forum", inteso: - come utenti, perchè in tantissimi si sono presi la briga di mettere per scritto con dovizia di particolari i loro viaggi. Nessuno vi ha obbligato, non eravate tenuti a farlo (se non per riconoscenza!) ma lo avete fatto comunque. GRAZIE! Io mi sento in enorme difetto, perchè negli ultimi 10 anni ho attinto tante volte da queste informazioni ma non sono mai riuscito a completare un diario per ricambiare. GRAZIE GRAZIE! - come gestori (amministratori, moderatori, collaboratori), per aver aperto, mantenuto e manutenuto il forum in modo che sia fruibile, "pulito", indicizzato. La sezione con l'indice dei diari, che forse non avevo mai usato direttamente, è una cosa incredibile: tutti i diari da, credo, 15 anni divisi per zona di interesse, ordinati e linkati a disposizione di tutti. E' un enorme database credo unico nel panorama italiano, e sinceramente non so se anche fuori dai confini nazionali esista qualcosa di così organizzato e ben tenuto. GRAZIE! Sono sicuro che gestire un forum di questo livello non sia facile: richiede impegno, tempo e alla fine anche soldi. sappiate che il vostro lavoro è molto apprezzato, anche quando non direttamente riconosciuto. GRAZIE GRAZIE! Stefano15 punti
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Arrivata verso le 16 a casa devastata ma tutto ok mio papà nessuna news ma anche i medici dicono che è difficile si riprenderà e se succedesse avrebbe grossi danni.. ha comunque 84anni ha fatto una bella vita non ha mai avuto neanche un raffreddore ed è stato male mentre vedevo per la prima volta il GC suo sogno .. più di così non potevo sperare13 punti
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Eccoci…..io ci provo. Scrivo questo diario come ringraziamento per tutti quelli che mi hanno aiutato nell’organizzazione di questo viaggio lo trovo doveroso visto che senza il Vostro aiuto non sarebbe stato tutto così perfetto. Grazie grazie grazie. L’idea di questo OTR era nel cassetto da un po' , Yellowstone il grande sogno , il resto da costruire , finché verso settembre/ottobre dello scorso anno decido di provarci sul serio parlo con mia moglie che è subito entusiasta del viaggio ma un pò titubante sul fatto di fare un viaggio di questo tipo con una bambina di 6 anni (ma alla fine non servirà molto a convincerla) , nel frattempo io continuo la pianificazione leggo sul forum , guardo video , cerco on line e comincio a guarde i prezzi dei voli che inizialmente mi scoraggiano da Milano su Denver trovo solo prezzi abbondantemente sopra i 3000€ senza bagaglio da stiva e scali abbastanza improponibili guardo e riguardo tutti giorni ma poco cambia finché leggendo nel forum vedo che qualcuno ha fatto Zurigo Denver ……...ecco la botta di c… fortuna che mi serviva volo con scalo a Rykjavík a €1646 in 3 con bagaglio da stiva! È fatta!!!! ITINERARIO: 6 AGOSTO – ZURIGO REYKJAVIK 7 AGOSTO – REYKJAVIK DENVER 8 AGOSTO - DENVER – BADLANDS 9 AGOSTO - BADLANDS- BLACKHILLS 10 AGOSTO- BLACKHILLS BLACKHILLS 11 AGOSTO - BLACKHILLS – SHERIDAN 12 AGOSTO - SHERIDAN – CODY 13 AGOSTO - CODY - YELLOWSTONE 14 AGOSTO - YELOWSTONE 15 AGOSTO - YELLOWSTONE 16 AGOSTO - YELLOWSTONE 17 AGOSTO - YELLOWSTONE -GRAND TETON 18 AGOSTO - GRAND TEATON - ROCK SPRINGS 19 AGOSTO - ROCK SPRINGS - RIFLE 20 AGOSTO - RIFLE - DENVER 21 AGOSTO - RIENTRO IN ITALIA COSTI: Volo €1646 Alberghi €2172 Macchina €685 (hertz) Ass. viaggi sicur € 230 Cibo + varie €2000 circa 6 AGOSTO – MILANO -ZURIGO REYKJAVIK Dopo mesi di pianificazione è il grande giorno si parte!!! Adrenalina a 1000 ancora non ci credo stiamo partendo davvero , sveglia alle sette colazione e partenza per Zurigo dove prenderemo il volo alle 16,45 per Reykjavik . Quando ho prenotato i voli a vevo 2 scelte a parità di prezzo una con scalo di 50 minuti e l’altra con scalo di 21h , decido la seconda per far spezzare il volo alla bambina e fare una notte in Islanda , tornassi indietro rifarei la stessa scelta alla fine è stato meno sfiancante anche per noi. il viaggio in auto procede tranquillamente in circa 5 ore siamo a Zurigo, lasciamo la macchina al parcheggio e ci portano in aeroporto dove mangiamo qualcosa mentre aspettiamo l'ora per imbarcarci. il Volo è di circa 4 ore passa senza problemi e atterriamo in orario , ritiro valigia da stiva , mangiamo , prendiamo un taxi che ci porta al nostro albergo , doccia , relax e tutti a dormire. Alloggio Blue Viking Guesthouse €155.5 Camera con 2 letti e basta cucina e bagni in comune ma di una pulizia pazzesca veramente tirati a lucido e profumati. Come appoggio tra i voli per me va benissimo Prezzo alto per quello che offre ma comunque """basso""" rispetto agli altri hotel di Rykjavík .11 punti
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8 AGOSTO BADLANDS - BLACKHILLS Sveglia puntata alle 6 per sfruttare le prime ore della mattina con un clima accettabile. Facciamo colazione in camera con pane , marmellata e succo d’arancia ci prepariamo e via direzione notch trail. Saliamo in macchina e in poco tempo siamo al parcheggio , zaino in spalla e ci avventuriamo in questo paesaggio surreale , il sentiero non presenta grosse difficoltà si fa senza problemi e merita sicuramente . La camminata non è lunga e dopo essercela goduta torniamo in stanza a farci una bella doccia prima del check out. Fatto tutto saliamo in macchina e andiamo al Visitor Center per il solito giro di rito per poi imboccare la Badlands Loop Road , la strada di per se non è lunghissima ma ci fermiamo ai numerosi overlook perché ognuno regala panorami da non perdere , il tempo passa velocemente e decidiamo di deviare verso Wall dove facciamo un giro tra in negozi e mangiamo qualcosa al Wall Drugs per poi ripartire direzione Keystone. Da qui procediamo senza fermarci fino ad imboccare l'iron mountain road da Sud una strada panoramica con stretti tunnel con vista sul monte Rushmore per poi arrivara con calma a Keystone. Per questa notte niente motel abbiamo deciso di dormire in una tenda in mezzo al bosco , esperienza divertente tenda con 2 letti e stufa a legna . Ceniamo al ristorante dove alloggiamo per poi andare a cuocere qualche marschmellow sui dei braceri ormai si è fatto buio andiamo alla terrazza panoramica a guardre il monte Rhusmore illuminato poi tutti a letto. Under Canvas Mount Rushmore €274 Tende spaziose con stufa a legna , bagni in comune , ristorante e terrazza sul monte rhusmore . Pulizia Ottima11 punti
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Vi giro un'informazione che magari già conoscete ma che io ho scoperto solo qualche giorno fa [emoji16], e che può far comodo sapere quando si è in viaggio al di fuori dell'Unione Europea. In caso di necessità, ossia - smarrimento o furto del passaporto; - se si è vittime di reati, compresi scippi ed aggressioni; - in caso di arresto o detenzione; - per richiedere soccorso o rimpatrio in caso di emergenza; - in caso di incidente, infortunio grave o decesso; ogni cittadino europeo - ovviamente italiani compresi - se impossibilitato a raggiungere le ambasciate o i consolati del proprio paese (perché non esistono o sono troppo lontani), può ottenere aiuto da quelli di un qualsiasi paese dell'Unione, come se si rivolgesse ai propri, in forza della Consular Protection. Per maggiori informazioni. vi rimando direttamente al sito dell'UE: https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/policies/justice-and-fundamental-rights/democracy-eu-citizenship-anti-corruption/consular-protection_en https://commission.europa.eu/document/download/81e8d806-fb2b-4097-8dd0-4ddc07e4bc60_it?filename=eu_consular_protection_rights_explained_it.pdf11 punti
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8 AGOSTO DENVER - BADLANDS Nonostante non siamo andati a dormire prestissimo e il giorno prima in aereo non abbiamo chiuso occhio alle 6 siamo già operativi. Scendiamo a fare colazione mia moglie mangia qualche waffle con spremuta io e la nana malefica partiamo con i buoni propositi ma finiamo facendo schifo mangiando panini con salsicce come se non ci fosse un domani ( a nostra discolpa dico che la sera prima non abbiamo cenato). Torniamo in camera a recuperare le valigie e partiamo per la nostra prima tappa : WALMART! Dieci minuti di macchina e siamo nel parcheggio di questo luogo di perdizione assoluta , i presupposti erano più o meno questi “ ragazze mi raccomando entriamo compriamo quello che serve cerchiamo il cooler e andiamo perché oggi i km sono abbastanza… ok come non detto ci perdiamo tra gli scaffali a guardare tutte le cose più assurde o esageratamente grandi che vediamo , logicamente ci troviamo a comprare anche schifezze su tutte monster java e beef jerkey che diventeranno i nostri aperitivi / merende / non ho fame ma ho voglia di schifezze per tutta la nostra vacanza. Finita l’avventura spesa ci rimettiamo in viaggio prima tappa scelta per spezzare il viaggio Scotts Bluff NM. La strada che ci porta dal Colorado al Nebraska è la pace più assoluta celo azzurro, miglia infinite e campi sconfinati non potremmo stare meglio. Appena arrivati entriamo nel nostro primo Visitor center a comprare il passport stamp per Sofia che mette subito il suo primo timbro tutta contenta , facciamo una passeggiata per sgranchirci un po' e poi ci mettiamo a pranzare su un tavolo vicino al parcheggio. Quando ripartiamo decidiamo si salire un cima con la macchina sono 5 minuti di strada ormai siamo qui andiamo… arriviamo in cima scattiamo qualche foto e poi via verso Chimneyrock. Qui veramente ci fermiamo poco timbro al Visitor center 2 foto e via non c’è moto da fare ma se si è di strada non costa niente fermarsi . Ripartendo andiamo a Alliance precisamente a carhenge a vedere queste macchine d’epoca piantate per terra come fossero massi una sorta di stonehenge ma fatta di auto. Da qui basta soste si va dritti a Interior l’obbiettivo è essere alle badlands per il tramonto , arriviamo al nostro motel/campeggio intorno alle19,30 facciamo check in prendiamo le chiavi della stanza e voliamo all’entrata del parco il sole comincia a calare, al pelo ma siamo arrivati in temo. Guido fino al Pinnacle overlook che mi era stato consigliato per la sua vista e devo dire che lo spettacolo che troviamo è qualcosa di assurdo non saprei come altro definirlo è tutto surreale non ci capacitiamo di essere in un posto tanto speciale, ci godiamo il panorama fa abbastanza fresco ma non vogliamo andare via . Il sole è scomparso facciamo un salto in camera per scaricare la macchina e poi andiamo a mangiare , qui in realtà non c’è molto , optiamo per il Wagon Wheel Bar un locale sperduto nel nulla ormai è buio il parcheggio vuoto...va be entriamo. Nella veranda fuori ci sono 2 signori ancora vestiti da lavoro ci guardano straniti e ci chiedono se vogliamo mangiare, la mia risposta è affermativa allora mi consigliano i tacos dicono che sono buonissimi . Quando apro la porta capisco perché erano stupiti di vederci all’interno ci saranno si e no 5/6 persone tutte rigorosamente del posto appena entriamo si girano tutti a guardarci una signora ci chiede se dobbiamo mangiare e poi ci indica il menu sulla lavagna e ci fa accomodare. Questo non è decisamente un locale da turisti…..mi piace tantissimo!! Ordiniamo i tacos come consigliato e 2 hamburger nel frattempo uno dei signori che era fuori entra ci sorride e va a mettere un dollaro in un juke box , lo farà per tutta la sarata. Mangiamo alla grande , paghiamo , salutiamo tutti e usciamo dove ritroviamo i 2 lavoratori che ci chiedono cosa facciamo da quelle parti gli spiego con il mio pessimo/scarso inglese che stiamo facendo un roadtrip e che quella è la nostra prima tappa. E’ stata una bellissima serata ma è ora di andare a nanna domani sveglia presto il notch trail ci aspetta . Badlands Hotel & Campground €142 motel/campeggio camera ampia e pulita frigo, microonde parcheggio davanti all’ingresso della stanza. È dotato anche di un piccolo market Posizione ottima subito fuori dall’ingresso del parco. il giorno in più ci è stato gentilmente donato da Icelandair al ritorno.... ma non voglio spoilerare 🤣10 punti
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Ciao a tutti, mi ricollego a questa discussione per lasciarvi la mia esperienza con Sightseen...se può essere d'aiuto a qualcuno. Anche noi avevamo acquistato 3 pass non più validi. Abbiamo contattato via mail il fornitore...inutilmente. Fortunatamente avevamo pagato con Paypal per cui abbiamo prima aperto una pratica con loro e successivamente convertita in reclamo. Passati i tempi tecnici perchè il venditore risponda alla richiesta di Paypal, ci hanno rimborsato l'intero importo (oltre 600$) in quando ovviamente nemmeno loro hanno ricevuto riscontri.9 punti
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14 agosto - Maun Oggi è il grande giorno, uno dei motivi che ci ha spinto a fare questo viaggio, esploriamo il delta dell'Okavango! Sveglia alle 5, colazione in camera con i biscotti che ci hanno lasciato ieri pomeriggio e alle 6 siamo pronti. Ieri sera abbiamo sentito Mpho e ci ha detto che conviene partire presto per evitare le ore più calde, ma quando siamo al cancello, ci arriva un messaggio da Open Sands Safaris che ci dice che il nostro autista è appena partito e arriverà con qualche minuto di ritardo. Poco male, restiamo in zona, ne approfittiamo per scattare un paio di foto sceme, il selfie del giorno e alle 6:15 siamo pronti per partire! Ci vogliono circa 2 ore per arrivare alla zona dell'imbarco, per una parte su asfalto, per poi proseguire su una sterrata che passa nelle vicinanze di Elephant Haven, che visiteremo domani, un paio di villaggi sparsi nel nulla, passiamo dalla città, al deserto, per arrivare in una zona molto più verde! Verso le 8 ci fermiamo in mezzo alla savana, il nostro autista scende e apparecchia una colazione da fare invidia, caffè, latte, thé, biscotti e dei muffin davvero clamorosi... mentre mangiamo, ci guardiamo intorno e... Zebre, gnu, qualche gazzella in lontananza, gli scoiattoli di terra che corrono velocissimi, qualche timida mangusta. Alle 8:30 siamo all'imbarcadero, i mokoro ci sono, solo che manca il poler che sta arrivando a piedi da uno dei villaggi che abbiamo incrociato... Nel frattempo arrivano orde di turisti in viaggio di gruppo, tanto che la nostra bush toilet, della quale abbiamo approfittato in completa solitudine, ha una fila che pare quella dei cessi dell'Olimpico nell'intervallo di Italia - Scozia di rugby. In attesa del poler camminatore, ci gustiamo lo specchio d'acqua su cui si affaccia questa parte di mondo, è uno dei mille rami dell'Okavango, il fiume che porta la vita in questo angolo di mondo. L'Okavango è un bacino endoreico, che non ha uno sbocco in mare e muore nella zona nord del deserto del Kalahari, ma prima alimenta tutto il sistema delle acque di quest'area. Anche l'acqua del Boteti River arriva da qui, partendo dall'Angola e attraversando la Namibia, in un ecosistema in grandissimo rischio sia per le attività umane, che per i rischi legati al cambiamento climatico: la siccità in Angola degli ultimi anni ha drasticamente ridotto la portata del fiume. Nell'attesa, ci gustiamo le bestioline, qualche ippopotamo proprio di fronte a noi, una stupenda aquila e i tantissimi uccelli che passano per il delta. E quando arrivano i vari poler, tutti insieme, dal villaggio, si sono fatte le 9! Beh, i botswani sono meno crucchi dei namibiani... Il mokoro è la canoa tradizionale del delta, una volta era in legno di marula o di sausage tree (si, proprio salsicce), ora sono in vetroresina, sia per la salvaguardia delle piante, sia perché un mokoro adesso dura 15 anni contro i 5 dell'originale in legno ed è enormemente più leggero. È poco più largo del mio culo e la seduta è a terra e per renderlo più "comodo" è dotato di un paio di schienali movibili ricavati da una sedia di plastica. Io che sono un cristone di 180 per 100kg, agile come un ippopotamo, cerco di atterrare più leggiadramente possibile su questo guscio di noce, quindi cerco di tenere fermo tutto per permettere alla mia signora e pandona di poggiare il suo leggiadro posteriore sulla sedia... Ok, ci siamo riusciti, quello che non sappiamo è che dovremo ripetere quest'operazione altre 2 volte!!! La navigazione è una bellissima esperienza, si naviga sui canali che si stano riempiendo lentamente, fortunatamente quest'anno sembra che il fiume sia più gonfio rispetto agli anni scorsi, c'è solo il fruscio delle foglie e lo sciabordio dell'acqua intorno al mokoro, tra oche egiziane, open bill stork, kingfisher, aironi ed egrette. In più, ippopotami, il bufalo d'acqua, i waterbucks, impala e zebre. La passeggiata su una delle isole ci porta a conoscere le cacche e le impronte degli animali della zona... quelle degli elefanti sono facili da riconoscere (quella sopra è l'impronta, le cacche sono quei mucchi sparsi che si vedono nelle foto), le antilopi la fanno come le nostre pecore, quella del facocero sembra proprio un grappolo d'uva, quella delle giraffe è incredibilmente piccola e dura. Dividiamo il nostro pranzo col poler all'ombra di un'acacia su un'altra isoletta, la porzione è decisamente abbondante e lui sembra gradire, adesso la temperatura è decisamente alta, procediamo quasi sempre controcorrente e poverino, fa una gran fatica! Incrociamo dei pescatori, qui ci sono persici e pesci gatto, delle vere prelibatezze per loro. Torniamo all'imbarcadero dove ci aspetta l'ultima sfida della giornata... Sì, perché mentre all'andata ci siamo alzati e abbiamo camminato, è circa un'ora che siamo seduti nella stessa posizione e mi si sono addormentate le gambe, bloccate le anche e alzarmi è diventata un'impresa... Barbara scende abbastanza tranquilla, io mi esibisco nella migliore prestazione "Agile come un rinoceronte, pesante come un ippopotamo", rischiando di finire lungo disteso tra acqua, fango e mokori parcheggiati! Ora ci aspettano 2 ore con Tsidi per tornare in hotel, abbiamo giusto qualche minuto per rilassarci verso l'aeroporto! Sì, perché colti da trance agonistica, durante le prenotazioni abbiamo deciso che il delta dell'Okavango va visto dal basso, ma anche dall'alto ed abbiamo prenotato il volo con l'elicottero... è il nostro battesimo sull'ala rotante, Barbara ha passato gli ultimi mesi altalenando tra "sarà bellissimo" e "sarà l'ultima cosa che faccio" e sulla strada del ritorno comincia a canticchiare "Mi sto cagando sotto, otto, otto"... Arriviamo in agenzia, ci danno la carta d'imbarco, controlli di sicurezza e infine ci chiamano, il nostro elicottero è pronto! Oddio, proprio pronto no, aspettiamo qualche minuto sulla pista perché James, il nostro pilota, deve ancora atterrare dal giro precedente, arriva, fa il pieno e... Barbara vede James e comincia a magnificare tutte le sue virtù, prima tra tutte "è un bonazzo da paura". In effetti è un bel ragazzo, molto giovane (TROPPO), simpatico e disponibile, saliamo a bordo e... https://www.youtube.com/watch?v=VRJqNvNBXD4 La torre di controllo dell'aeroporto di Maun da l'autorizzazione al decollo e via, motore al massimo e dolcemente ci stacchiamo da terra, la paura di Barbara svanisce e diventa entusiasmo, in 5 minuti arriviamo sul delta e abbiamo una visuale davvero particolare della zona. Questo è un punto di vista davvero molto particolare, gli elefanti e gli ippopotami a mollo, i gruppi di giraffe quando ad un certo punto, James apre la comunicazione, ha avvistato uno degli animali più difficili da vedere, l'african wild dog, meglio conosciuto come licaone! Sono lontani e piccoli, si vedono appena e dall'elicottero è difficile ottenere dei buoni risultati, ma almeno si vedono. Sono rari, in via di estinzione, in quasi tutti i parchi c'è l'avviso di segnarsi il punto di avvistamento e comunicarlo ai ranger, anche il pilota è stupito, li ha visti pochissime volte. Naturalmente James avverte gli altri piloti e visto che mi sono dimenticato di fotografare il nostro velivolo, faccio la foto al gemello che ci si avvicina. Lo spettacolo dall'alto nella luce calda e liquida del tramonto è davvero una magia, Barbara alza il pollice e se la spassa, la sua paura è rimasta a terra, ora c'è solo gioia ed entusiasmo. Dopo i canonici 45 minuti atterriamo e Barbara fa: - Ne facciamo un altro? Spesa, benzina, visto che ci dovrà bastare per i prossimi 4 giorni e per finire la giornata, cena da Marc Eateries, dove mangiamo lo stufato di eland, il goulasch di facocero e una strepitosa zuppa di pomodori! Ah, c'è anche James, seduto con gli altri piloti proprio al tavolo dietro di noi... Troppo, troppo giovani... 😂😂😂😂9 punti
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7 AGOSTO – REYKJAVIK – DENVER Oggi arriveremo a Denver , sveglia con calma il volo è alle 13 sistemiamo tutto e cerco un posto per fare colazione su trip advisor , ne trovo uno a 10 minuti dalla nostra stanza cogliamo quindi l’occasione per fare una passeggiata e scattare qualche foto . Dopo aver riempito le pance torniamo in camera e verso le 11 arriva la navetta che ci riporta all’aeroporto dove con molta calma imbarchiamo il bagaglio da stiva , facciamo i controlli , giro tra i negozi dell’aeroporto , mangiamo qualcosa e poi dritti al gate! ci siamo si sale sull’aereo , sorriso da ebete stampato in faccia per la gioia e via a queste 8 ore di passione che tra letture , qualche gioco con mia figlia e pezzi di film qua e la passano agevolmente. Finalmente atterriamo a Denver riaccendo il telefono e ivio il modulo per l’immigrazione con app MPC (nessuno di noi 3 era mai entrato in America con l’ esta e per mia figlia era la prima volta in assoluto ma ha funzionato senza problemi) prendiamo la corsie dedicata e in meno di 20 minuti pratiche fatte con 2 domande di rito e impronte digitali. A questo punto ci dirigiamo a prendere il pulman che ci porterà alla hertz per il ritiro della macchina qui troviamo un po' di casino ci mettiamo circa un’ora ma alla fine ce la facciamo e ci consegano una Kia Sportage con 18000 miglia. Per la prima sera avevo scelto un hotel vicino all’aeroporto e in poco tempo arriviamo e facciamo il check in e ci fiondiamo in a camera a farci una bella doccia e poi a nanna che da domani si cominciano a macinare miglia. Alloggio : Baymon by Wyndham Denver International airport €96 Camera spaziosa e pulita 2 letti matrimoniali ,tv , bagno e tutto il necessario. colazione a buffet con cereali , uova , salsicce , waffle , caffè..... parcheggio a pagamento (10dollari)8 punti
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Non si tratta di USA ma vi giro qualche foto del Travelbook che sto preparando per il viaggio in Noervega8 punti
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Allora contribuisco anch'io. Se non avessi conosciuto questo forum sarei sempre andato in vacanza sull'Adriatico e avrei svariate migliaia di euro in più in tasca8 punti
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23 agosto 2024 (Senyati Safari Camp & Chobe NP) Anniversario numero dieci degnamente festeggiato! finalmente una giornata senza levatacce (no, non è vero ... in viaggio non sono levatacce, non ci pesano per niente), colazione self con gli acquisti di ieri sulla verandina vista pozza, poi si va in cerca del promesso "best coffee outside Italy", non prima di esserci chiusi fuori dallo chalet QUALCUNO, non vi dirò chi ma non è Paolo, si è dimenticato la levetta abbassata e ... clonk QUALCHEDUE, colpevoli e innocenti, ciabatteranno nella sabbia alta fino alla reception per farsi dare la chiave di scorta, con il capo cosparso di cenere. Bisognerà pur trovare dei volontari che facciano sghignazzare le signorine alla reception, no? Per il momento niente coffee, tutto il complesso è senza corrente, che tornerà con calmissima. Passiamo una mattinata molto rilassante sulla terrazza al primo piano del bar davanti alla pozza, senza grandi avvistamenti perché c'è un vento terribile che alza tonnellate di sabbia e non si presenta nessuno. Ci divertiamo lo stesso, facciamo amicizia con la mangustina domestica del complesso, beviamo finalmente l'agognato espresso, pranziamo dividendoci una margherita assolutamente decorosa. Mai farsi mancare un cat in Africa, big o small che sia! Scendiamo anche nel bunker con vista diretta a livello della pozza, sperando in un elefante assetato o almeno in una giraffa solitaria, ma restiamo delusi. Vabbè, ci riproveremo stasera ... questo bigolotto sotterraneo è il vero plus del Senyati, ed è il motivo per cui abbiamo due pernottamenti qui, a soli venti minuti da Kasane, dal Chobe e dal nostro alloggio precedente. Con o senza macchina fotografica, la vista da qui è impressionante, e l'unico rimpianto della vacanza resterà il non aver sfruttato di più questa possibilità. Abbiamo prenotato un game drive al Chobe per le 14, si entra dal Sedudu Gate, che raggiungiamo in un quarto d'ora tagliando per un sabbione terrificante: abbiamo già più o meno fatto questo giro, ma ripetiamo di buon grado, è affascinante tornare sui passi già dati, ne vale sempre la pena. Ripassiamo vicino all'ippopotamo morto dell'altro giorno, ora circondato da avvoltoi e coccodrilli: i leoni ci hanno rinunciato perché ormai è troppo frollato ed è buono soltanto per i mangiatori di carogne. In compenso, la scena è da documentario della BBC e restiamo a guardarla per un po', mezzo inorriditi e mezzo affascinati. Gironzoliamo ancora per un po' collezionando i soliti elefanti, ippopotami, giraffe, impala, finché ... la guida ci dice che è stato avvistato un leopardo a mezz'ora di strada, ci interessa? Vedi un po'!!!! Sappiamo che non è detto che arriveremo in tempo per trovarlo ancora là, ma provarci è imperativo. E così, dopo un altro giro di sterrate, sabbioni e velocità smodata ... eccolo! anzi, eccola, è una Signora Leoparda: il nostro fantastico regalo di anniversario. E siccome è un regalo, si lascia ammirare per una buona mezz'ora, in beata solitudine, passandoci anche sotto la macchina con un disinteresse quasi offensivo. Non dico che avrei voluto essere assaggiata, ma insomma, almeno un salutino! Ce ne torniamo al lodge con la faccia più ebete di tutto il viaggio, incrociando torme di jeep cariche di turisti che hanno ricevuto in ritardo la notizia dell'avvistamento, felici come non mai mentre gli elefanti ci attraversano la strada con lo stesso interesse della leopardessa. Abbiamo i Big Five, tutti insieme in un viaggio solo per la prima volta! 😍 Chobe Elephants Celebrato l'avvenimento con una specie di Aperol Spritz notevolmente più buono di quello che NON sanno fare a Roma (mi son veneta, ciò ) scendiamo nel bunker per fotografare gli elefanti giunti nel frattempo alla pozza, ma si fa buio velocemente e dopo poco desistiamo, cercheremo di salvare il salvabile con San Photosciop ma non è venuto un granché ... resta l'emozione intatta di un punto di vista pazzesco. Si è fatta l'ora di preparare il falò per arrostire la cena. Breve lite con la legna, un paio di allarmi elefante (caxxocaxxocaxxoviaviavia!!! ) che ci fanno tornare precipitosamente dietro il muretto del patio, sciacalli in lontananza - e qui la scena bellissima degli elefanti adulti che fanno cerchio intorno ai cuccioli per proteggerli, mi si è sciolto il cuore - i rumori di chi viene a bere alla pozza nel buio, un mare di stelle ... difficilmente una prossima cena di anniversario potrà superare questa meravigliosa serata. Senyati Safari Camp8 punti
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20/08/2024 Chobe waterfront Cominciamo presto stamattina, tanto per cambiare! Alle 5:30 arriva il nostro driver, Elmos, noi abbiamo già fatto una specie di colazione appena alzati per evitare che ci venga famissima mentre giriamo nel parco. Elmo ci fornisce un paio di coperte, raccattiamo altri 5 disperati in giro tra Kasane e Kazungula e via, verso il Chobe! Gli autisti si registrano all'ingresso e noi abbiamo il tempo per un paio di selfies (e per una sigaretta...), entriamo nel parco e lo spettacolo del sole che sorge sul waterfront è qualcosa di spettacolare. Iniziamo col vedere i soliti erbivori, tantissimi uccelli sulla riva del fiume, i babbuini che si risvegliano col sole, fino a che non incontriamo un altro autista che confabula con Elmos, che ad un certo punto si gira e ci fa: "Andiamo a vedere i leoni!" Sì, c'è un'intera famiglia di leoni, un maschio adulto, alcune femmine, un po' di giovani e qualche cucciolo, tutt'intorno ad un ippopotamo morto di cause naturali (si vede che era giunta la sua ora!). I leoni non hanno ancora iniziato a sgranocchiare la preda, perché non sono in grado di incidere la pelle dell'ippopotamo, visto che è dura e spessa, devono aspettare che qualcuno lo faccia per loro o che, visto il progredire della putrefazione, il corpo del povero Pippo si apra a causa dei gas. È un spettacolo, vicino a loro c'è un veicolo che sta girando per un documentario, il leone arriva spavaldo, i piccoli giocano e si rincorrono, sembra di vedere i nostri gatti a casa, hanno le stesse movenze! Ci fermiamo per un po', risalendo lo spaventoso ingorgo che si è formato, tutte le macchine del Chobe sono qui, ci riusciamo a mettere in una posizione più favorevole. Ad un certo punto, una leonessa punta qualcosa alle nostre spalle, parte all'inseguimento passando tra le macchine (non senza qualche strillo di paura da parte degli occupanti) e si ferma sul lato opposto della strada, a pochi passi da noi. Salutiamo i gattoni, anche per fare spazio alle altre auto, c'è spazio ancora per qualche avvistamento, ancora uccelli, un gruppo di babbuini assai rumoroso, giraffe, elefanti e antilopi, ma dopo questa famiglia di leoni, non ce n'è per nessuno! Pausa caffè, quattro chiacchiere con Elmos e ci rimettiamo in strada verso l'hotel. Qui ci aspetta la nostra colazione dei campioni, che ci fa capire una volta di più che siamo diventati dei veri vecchi di merda... 2 uova che ci rimangono sullo stomaco per l'intera giornata, tanto che salteremo il pranzo e faremo una cena molto leggera al buffet del nostro hotel! Annebbiati dalla colazione e bloccati dalla mancanza dell'auto, decidiamo di fare un pomeriggio relax nel giardino sul sul Chobe, ma senza avvicinarci alle sponde, visto i cartelli un po' inquietanti... Alle 3 aspettiamo il pickup per la crociera, ma quando vediamo che alle 3:15 non si presenta nessuno, chiamiamo la compagnia e scopriamo che... ci aspettano lì! Eh no cari... abbiamo il pickup in hotel! Nessun problema! Parte Mondo, che sarà il nostro capitano per oggi, ci viene a prendere direttamente in hotel, check in e via, si naviga sul Chobe River! La navigazione è davvero una bella esperienza, coccodrilli, ippopotami, un'iguana, tanti uccelli tra ibis e cicogne e il povero marabù, che ha la particolarità di avere uno scroto sotto al becco che gli serve per raffreddarsi (un metodo meno brutto no?), e ancora elefanti e bufali d'acqua, leggermente diversi dai loro cugini della savana per la forma delle corna e delle zampe. Quando arriva l'ora di rientrare, Mondo corre a tutta velocità sul fiume per farci arrivare nel posto perfetto per il tramonto... Torniamo in hotel che è già buio e quasi ora di cena, che visto che abbiamo ancora la colazione in giro è frugale, prepariamo i bagagli per domani, visto che ci aspetta il trasferimento a Victoria Falls e buonanotte! Ah, la proprietaria del Toro Big5 Lodge è una cinese che si è trasferita qui 5 anni fa, quando ha saputo che abbiamo l'auto e non sappiamo dove lasciare i bagagli si è offerta di tenerceli lei fino al nostro ritorno da Victoria Falls!8 punti
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Ciao a tutti!!! Sono tornato da un viaggio davvero meraviglioso in cui bene o male non è successo nulla di catastrofico, se escludiamo le 5 ore di ritardo all'andata che però non hanno avuto conseguenze sul viaggio ma solo sul nostro riposo all'inizio, e questo è già molto buono! Per il resto che dire grazie a tutti dei consigli, ci sono stati posti davvero bellissimi ed altri sempre molto belli ma forse non proprio indicati a noi! Spero presto di riuscire a scrivere il diario in modo da aiutare gli utenti su alcune parti di USA poco battute per adesso cerco di riprendermi e di continuare a pensare a tutte le cose meravigliose viste!!!7 punti
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Ciao ragazzi!! Come state? Un veloce aggiornamento mi sembra più che doveroso in questo momento vi scrivo dal The Inn alla Death Valley e cavolo se fa caldo! Siamo arrivati alle 18:30 e c’erano 135 gradi Fahrenheit.. ora sono le 20:30 e siamo sui 115, da morire comunque, i primi 2.5 gg a San Francisco sono andati bene.. però diciamo che ho capito perché lo chiamino Fogaust 😂 in generale mi aspettavo di più dalla città, molto carina di giorno ma la sera il degrado fa perdere un po’ la magia..ciononostante, consiglierei comunque di visitarla, attraversare il golden gate è stata una emozione! abbiamo anche trascorso qualche ora alla silicon valley, merita per gli appassionati di big tech per quanto riguarda lo Yosemite, grazie a tutti voi per avermi suggerito di visitarlo (a discapito del Sequoia), è stato veramente favoloso! abbiamo fatto grizzly giant, Taft point, glacier point, passaggio da tunnel view, mist trail fino al footbridge (purtroppo non siamo riusciti ad arrivare prima delle 7 e quindi proseguire fino alle vernal falls), poi cook’s meadows e infine bridelveil falls.. ho sostituito pertanto le lower Yosemite con cook’s meadows dato che il ranger mi ha informata del fatto che le lower fossero ormai completamente asciutte! in ogni caso, ci siamo dati da fare ahaha ieri poi ci siamo spostati lungo la tioga road e infine tramonto stupendo a mono lakes.. stamattina Bodie, molto particolare, poi pranzo a Bishop e abbiamo deviato per Alabama Hills, nella speranza di non rimanere impantanati ahah a quel punto, direzione death valley (anche il tragitto meritava non poco) e abbiamo approcciato 400 m verso mosaic canyon e qualche scatto alle sand dunes domani proseguiamo l’itinerario della Death Valley, decisamente all’alba 😂 in generale, non mi aspettavo tanta eterogeneità di paesaggi, penso sia la cosa che mi ha colpita di più! P.S. alla fine niente orsi ahah P.P.S. Ho scritto un po’ di fretta, perdonate eventuali errori/ripetizioni7 punti
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Grazie a tutti davvero! Comunque la riconsegna dell’auto a phoenix in aeroporto è stata ancora più facile del previsto . Ho spiegato la situazione e senza problemi mi hanno detto che era tutto ok hanno controllato l’auto e per chiudere il ctr hanno addebitato solo 38$ nonostante l’avessimo consegnata senza pieno perché eravamo di corsa Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk7 punti
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13 agosto 2024 (Ntwentwe Pan - Maun) Alle 3 Paolo si sveglia perché gli scappa la pipì. Ovviamente scappa anche a me, ma non sono capace di far la firma con la proboscide, io [emoji3166] Ma come, non avevate il bagno? certo che ce l'avevamo ... peccato fosse a mille miglia dalla nostra camera, indicato solo da due fiochissimi lumi di candela, come quelli che fanno da porta alla nostra stanza del resto, dentro due sacchettini di carta a proteggerli dal vento. Dopo un rapido conciliabolo ci troviamo d'accordo che fa troppo freddo per andarsene a zonzo, e che i nostri gatti definirebbero il pan intero né più né meno che un'immensa lettiera, e si sa che i gatti hanno sempre ragione: lasciamo una torcetta accesa sul letto per non perderci nel nulla, ci allontaniamo di qualche decina di metri e ... fatto il misfatto! Alle 4.40 Paolo si sveglia di nuovo - non che si dorma poi così saporitamente, qua al Polo Nord, eh - e va a fare un book fotografico ad Orione a testa in giù. Orione, non Paolo, nell'emisfero australe naturalmente funziona tutto al contrario Chi mai sarebbe così scema da seguirlo al freddo e nel buio pesto per fare due foto? Ecco, appunto Non siamo molto soddisfatti, del resto le foto in notturna per me sono le meno facili, e senza nessun riferimento a fare da punto focale, l'insieme perde molto. Di questa, che ho scattato nel 2018 in Namibia, sono per esempio decisamente più contenta: Vabbé, non si può avere sempre l'albero scenografico a disposizione, ci accontentiamo di avere questo cielo di velluto trapunto di diamanti a nostra intera disposizione e dopo aver riposto i cavalletti nella jeep, ci accorgiamo che raggiungerla è stato decisamente più facile che ritrovare i nostri lettini, visto che le candele si sono ormai del tutto consumate e che nel nero totale in cui siamo avvolti non è facile tenere una direzione ... ... in qualche modo ce la facciamo e torniamo sotto i piumini finché inizia ad albeggiare, e lì ci rendiamo conto che il non aver chiuso bene i sacchi a pelo come hanno fatto gli altri per tenerci poeticamente la manina non è essere romantici, è solo onesta e sanissima gnuccaggine Non la ricorderemo come la notte più calda del nostro matrimonio, ma è stata bellissima, e abbiamo gli occhi ancora pieni di tutte le stelle del firmamento. E di sabbia, sì Non per l'ultima volta mi ritrovo a provare un enorme senso di gratitudine per questo viaggio, che ci sta regalando così tanto. Mentre facciamo colazione, più o meno alle sei, il nostro autista e l'altro ragazzo addetto alla logistica vanno all'insediamento più vicino con la jeep (e le nostre macchine fotografiche e i nostri cavalletti, argh) perché la vetustissima macchina che porta i rifornimenti ha una gomma a terra e ci serve una pompa. Non contenta, una volta rigonfiata si rifiuta di partire e ai ragazzi tocca armeggiare un po' per convincerla ... noi ci ridiamo su, tapini inconsapevoli di cosa abbia in serbo per noi la Sphiggy per il prossimo futuro, finiamo con calma la colazione e finalmente ripartiamo per il Gweta Lodge, dove arriviamo verso le dieci, dopo aver rischiato una nuova perdita oltre alle lenti da sole: stavolta è l'accendino di Paolo che cerca di suicidarsi sepolto nella sabbia. Caffè al lodge, che quando tentiamo di pagare ci viene gentilmente offerto, constatazione che un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno eccetera quindi possiamo rinunciare alla doccia, per il momento, e partenza per Maun, il cuore del Delta. Ma prima, anche se ci porta fuori strada di qualche chilometro, andiamo a rendere omaggio all'attrazione locale: la pittoresca buffissima statuona all'hardvak, che presento resterà l'unico del viaggio. Ebbene sì, spoiler, l'oritteropo tanto sognato da Paolo in ciccia e pelo non lo vedremo neanche stavolta: tocca tornare in Africa! Ma almeno un selfie con lui ce l'abbiamo, doh! Lungo la strada incontriamo una quantità offensiva di elefanti, sento che a breve - come già a suo tempo in Namibia per le zebre - passeremo da "ooooohhh, un elefaaaaanteeeee" a "balla il tiptap? no? allora fa niente, procediamo" ... del resto il Botswana è il Paese dove vive il maggior numero di pachidermi in assoluto, e si dà da fare per non lasciarci dubbi in proposito. Uno struzzo che ci attraversa la strada! Una delle ricchezze del Botswana, oltre i diamanti, è senz'altro il bestiame. Abbiamo incontrato un'infinità di mandrie, tutte tenute benissimo, dall'aria sana e florida nonostante la siccità che imperversa ... purtroppo ogni tanto qualche capo entra a far parte del cerchio della vita prima del tempo, come questo vitellino che ora si dedica a sfamare un gruppo di avvoltoi litigiosi come non mi sarei mai aspettata. E' uno spettacolo raccapricciante, ma non nego che ha un certo fascino macabro. Maun non è come ce la aspettavamo dopo essere stati a Palapye, altra cittadina di discrete dimensioni: c'è un sacco di traffico, e pur essendo molto moderna è decisamente più Africa, sgarrupata e caotica. Siamo nel cuore del Delta, ora si comincia a fare sul serio, molto sul serio, e mentre io cerco di non pensare all'elicottero che ci aspetta domani ci fermiamo a mangiare (benissimo) al Dusty Donkey, in allegra e copiosa compagnia. Paolo si trova finalmente l'agognato kudu nel piatto, sotto forma di hamburger, io che temo - sbagliando - penuria di verdura nei prossimi giorni prendo un delizioso piattone vegetariano che fatico a finire. Passiamo la prima parte del pomeriggio dedicandoci a un paio di tappe infruttuose alla ricerca di copriocchialidasole per Paolo e del pass per i parchi che visiteremo nei prossimi giorni, ci avevano detto che a Maun è possibile acquistarlo pagando con carta di credito (non abbiamo ancora capito, anche se siamo qui da tre giorni, che con la carta di credito ci puoi pagare davvero tutto dappertutto, anche gli ingressi ai parchi che le guide proclamano solo in contanti) ma veniamo rimbalzati fino a scoprire che oggi è giorno semifestivo e nel pomeriggio lo sportello che ci serve è chiuso. Per finire ci dedichiamo al supermercato dove compriamo ogni genere di porcherie inutili e ci dimentichiamo clamorosamente dell'acqua ... una cosa ce dovevamo ricordà, una! Finalmente andiamo al B&B, che è una favola, immerso nel giardino creato dalla nonna di Sarah, la proprietaria, 55 anni fa. Abbiamo prenotato, come ultima disponibilità, la tenda lusso a bordo fiume, Sarah ci propone senza sovrapprezzo uno dei due bungalow in muratura per cui ha avuto una disdetta ma dopo aver visto la tenda ce ne siamo innamorati e decliniamo, preferendo tenerci la vista stupenda e lo charme di questa sistemazione. La mamma di Sarah, una signora bellissima dall'eleganza innata che ha voglia di chiacchierare (e con l'occasione, di parlar male dei francesi ), ci porta il sacchetto con la colazione perché domattina usciremo alle sei, in frigo abbiamo trovato latte e succhi di frutta, c'è il bollitore con the, caffè e tisane in abbondanza e ce la caveremo egregiamente. Usciamo dal retro del giardino, che dà proprio sul fiume - finalmente sta arrivando l'acqua dall'Angola, domani sera ci renderemo conto che il livello si sta già alzando - per fare qualche foto, ma tra moscerini e allarme coccodrilli decidiamo che è più saggio rientrare velocemente. A un'ora da ospizio, certamente non adatta a noi quando siamo a Roma, andiamo a cena alla Okavango Craft Brewery, e per for onore al nome ci prendiamo un flyer di ottime birre locali, oltre al pollo (fritto) all'halloumi (fritto) e all'insalata (fritt ... ah, no). Pur se friggono con un po' troppo entusiasmo per i miei gusti anche qui, si mangia decisamente meglio che in USA, si spende un quinto e ci sono anche gli elefanti: io di dubbi su dove trasferirmi proprio non ne ho, sono anche sorda e l'inferno di concerto che tengono proprio sotto la nostra tenda tutti i rospi del Botswana non mi tange neanche un po'7 punti
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25 agosto 2024 (Elephant Sands - Palapye) Siamo alle battute finali, morale ed entusiasmo fanno quello che possono, ma la sottile malinconia di fine viaggio la conosciamo tutti, no? e quando le ultime ore in un Paese che ti ha rapito il cuore sono dense e ciciottose come tutti i giorni che le hanno precedute, magari la malinconia la dimentichi un po' ... se invece sono giorni di trasferimento e poco più, i pensieri vagano mentre cerchi di capire come ci sei arrivato fino a qui, se non più di un quarto d'ora fa sei atterrato, e hai preso la macchina da cinque minuti. Questo Paese ci ha conquistati, ed ora che la fine del viaggio è sempre più inesorabilmente vicina ci manca già. Effetto Africa ... con noi non fallisce mai, non c'è posto al mondo che mi tenga avvinta in questo modo, quanto a Paolo non lo vedo messo tanto meglio Colazione abbastanza frugale ma in buona compagnia Il Botswana, uno dei Paesi più sicuri al mondo, ti può regalare qualche brivido, se ci tieni Questo cucciolo è passato sotto il nostro chalet stanotte, le tracce di pneumatici sono nostre, di quando abbiamo parcheggiato ieri sera ... più in là ci sono anche quelle della mamma, per fortuna non abbiamo sentito nulla e i nostri sonni sono stati tranquillissimi, ci siamo resi conto di aver avuto compagnia solo al mattino, tra impronte e caccone, che decidiamo di prendere come attestato di stima e augurio di buona fortuna Partiamo da Elephant Sands con me stessa medesima alla guida da subito dopo lo sterrato, le cose vanno benino fino a Nata ma da lì in poi ... tragedia: strada stretta, senza banchine laterali, tenuta piuttosto male (l'unica di tutto il viaggio), con un sacco di traffico pesante, autista imbranata. Stringo i denti più che posso, ma dopo un centinaio di chilometri Paolo impietosito prende il volante e io ricomincio a respirare e perdo la bellissima sfumatura blu che mi aveva donato la concentrazione alla guida Cartelli in dialetto veneto, mi sento a casa Cartelli "Se vi fate male caxxi vostri", mi sento rilassata Per merenda, biscotti e succo - questa marca è una droga, non riusciamo a resistere - in un punto ristoro in mezzo al nulla, dove i locali prendono piattoni improponibili e il fatto che l'acqua del lavandino in cortile non sia potabile è un fatto talmente inconsueto in questo Paese da meritare con cartello pieno di punti esclamativi. Per pranzo, patatine e succo di frutta a una stazione di servizio poco fuori Francistown, oggi è la Giornata del Mangiare Sano, e finalmente verso le 15.30 arriviamo alla Segaigai Farm, dove ci accoglie Gillian, la titolare della Self Drive Tours Botswana. Inizialmente avevamo fissato la tappa di stasera a Francistown, due ore abbondanti di strada in meno, con l'idea di andare il giorno dopo verso il confine direttamente da lì, ma poi abbiamo scoperto che a un'ora e mezza da Palapye in direzione sud c'è il monumento al Tropico del Capricorno e anche se ci allunga la strada non amiamo resistere alle tentazioni ... abbiamo chiesto a Peo di trovarci un alloggio a Palapye cancellando il pernottamento a Francistown e lei ci ha proposto tra le altre soluzioni anche il pernottamento con grigliata da Gillian e Graeme, i titolari neozelandesi della Self Drive Tours che nella loro proprietà hanno costruito la Porcupine Cabin, un vero e proprio appartamentino - grande come casa nostra a Roma - con tutti i comfort. Non potevamo faci sfuggire l'occasione di conoscere tutti di persona e ringraziarli per come ci hanno aiutato ad organizzare quello che per me probabilmente resterà il viaggio della vita insieme alla luna di miele in Namibia (che invece è al primo posto per Paolo) e quindi ... eccoci qua! Ci sistemiamo e poco dopo viene a prelevarci Graeme, inizialmente un po' sulle sue e poi sempre più sciolto e chiacchierone, ci accompagna in giro per la proprietà, raccontandoci un sacco di cose sulle piante, gli animali, la vita locale, il loro trasferimento dalla Nuova Zelanda pochi anni dopo il colpo di fulmine alla prima visita da turisti. Mentre Peo griglia e Gillian sistema il tavolo e i contorni, iniziamo una degustazione di bevande locali, prodotte artigianalmente in zona con sapienza secolare ... immagino che tutte le norme igieniche italiane siano state scrupolosamente disattese, ma io sono la nipotina del nonno, e QUEL CHE NO STRANGOLA INGRASSA, CIO', con grande soddisfazione di Graeme secondo cui siamo tra i pochi temerari che assaggiano tutto senza fare storie. Iniziamo con birra di zenzero, birra di miglio con banana e senza banana (quelle prodotte da un tedesco per i minatori locali e chiamate "chibuku", e quelle prodotte dalla mamma di Peo con la ricetta VERA - qui ogni famiglia ha la ricetta VERA, e ovviamente sono tutte diverse), poi passiamo al vino di cocomero per finire con il colpo di grazia doppio, gin dell'Okavango e gin con i semi di mopane. Siccome non siamo abbastanza ciucchi, con la cena ci offrono anche del vino rosso sudafricano dai nomi bellissimi Pollo, salsicce, manzo, rape rosse, patate, coleslaw, ZUCCA (per la gioia di Paolo, unico essere umano al mondo allergico alla mia cucurbitacea preferita, sigh), dolce ... non ci mandano a letto affamati, decisamente! Durante la cena, tante risate e una piacevole chiacchierata sui fatti loro, su Gillian e Graeme che vivono qui dal 2016, su Peo che ha un bimbo di tre anni e non ha in programma di moltiplicarsi ulteriormente ... gli spieghiamo anche come si fanno gli spaghetti VERI, visto che li abbiamo omaggiati di qualche pacco di ottimi Rummo, ben diversi dalla pasta che si vende copiosamente qui, come ci confermerà Gillian giorni dopo. Peo a fine serata ci chiede di dedicarle dieci minuti per darle un feedback di prima mano e faccia a faccia sul viaggio, e ne resta molto soddisfatta, almeno quanto siamo soddisfatti noi di scoprire che averli subissati di domande per mesi ci ha fatto finire dritti nella categoria degli "ottimi viaggiatori, consapevoli e davvero interessati" invece che in quella dei "rompiballe ipergalattici" Per chiudere in bellezza, Graeme ci porta dagli istricioni: sono sei, mamma papà e piccoli (ehm) e vivono al sicuro in un enorme recinto creato per salvarli dalle ire del vicino contadino, che non ha alcuna simpatia per loro. Inspiegabile, visto che poverini gli facevano il controllo qualità con incredibile abnegazione, assaggiando frutto per frutto e pianta per pianta, naturalmente lasciando lì tutto bello sbocconcellato a metà come prova dell'avvenuta ispezione Sono bellissimi, molto carini e molto educati, uno di loro mi ha persino preso la meletta dalla mano con grande cortesia mentre altri tre mi grufolavano intorno Vedendo le foto su facebook un amico americano mi ha scritto "OMG, Barbara aren't you afraid of anything" e ne vado fiera come di una medaglia, ma va detto che questi cosi dagli aculei minacciosi in realtà a me sono sembrati dei veri paciocconi E adesso nanna ... pronti per l'ultima notte in Botswana 🥲6 punti
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18 Agosto 2024 - Khwai - Mwandi View Notte riposante al Khwai, questo posto avrebbe meritato un'altra giornata! Colazione alle 7, oggi ci aspetta la tappa più impegnativa del viaggio, lunga, quasi tutta su sterrato, per la maggior parte sulla sabbia. Prima tappa, il Mabebe Gate, da dove si entra nella sezione sud del Chobe National Park, dove arriviamo dopo aver incontrato tante giraffe, ma soprattutto, tanti elefanti... Ci fermiamo per fotografare un gruppo sulla sinistra, mi giro per prendere la macchina fotografica, guardo a destra e vedo un cucciolo vicinissimo alla nostra auto e subito dietro la madre, per niente felice di vederci! Abbassa la testa, scuote le orecchie, accenna la carica e via, parto a tutto gas, senza scattare nemmeno una foto! 😬 Al Mabebe Gate registriamo l'ingresso, pagheremo più avanti, ci informiamo sulla strada migliore da fare e ci consigliano quella che passa sul bordo della Savuti Marsh, perché le altre che ci siamo segnati in questa stagione sono troppo sabbiose, mentre questa passa sul bordo del lago effimero e il fondo è più solido. Pausa pipì, lasciamo il nostro adesivo sul cartello, saliamo in macchina e... clic... clic vrrrrrrrr La macchina non parte... Comincio ad evocare alcune divinità assortite, spero che sia la batteria scarica, per fortuna ci sono alcuni ragazzi del parco a cui chiedere se possiamo provare con i cavi, attacchiamo e riprovo... clic... clic vrrrrrrrr Si affollano le divinità nel cielo del Mabebe Gate, ma niente da fare, Miss Sphiggy non parte! Come sempre da queste parti (e non solo), quando si vede un'automobile col cofano aperto si raccoglie il capannello di locali, tutti a cercare di capire cosa succede a questi poveri bianchi sprovveduti, uno degli autisti mi dice di riprovare e sentenzia... É il motorino di avviamento... Le divinità assortite ormai sono scese tutte, uno dei ragazzi a cui avevamo chiesto aiuto si butta sotto la macchina, lo individua e il motorino è praticamente staccato dal motore, uno dei bulloni è spezzato a metà, l'altro è quasi completamente svitato... In questo momento scendono i pantheon completi di tutte le religioni, per paura di sbagliare non ne ho saltata nessuna, anche perché l'autista mi dice che l'unico modo è tornare a Maun per cercare di risolvere il problema... Maun è dall'altra parte, a un giorno di viaggio e ci toccherebbe rivoluzionare tutto il giro e perderemmo alcune delle attività già prenotate e pagate. Per di più, non posso nemmeno partire a spinta, l'auto è automatica e non c'è modo di togliere la marcia. Però il ragazzo sotto la macchina si intigna, forse è un po' infastidito dagli angeli e i santi che svolazzano intorno, ma secondo lui c'è una soluzione, prende le chiavi e serra al massimo l'unico bullone rimasto e mi dice di riprovare... clic... vroooooom! Miss Sphiggy riparte, spengo e riparte ancora, la toppa sembra funzionare e, dopo aver lasciato una lauta mancia al ragazzo (anche lui non la voleva), ripartiamo dal Mababe Gate col terrore di spegnere l'auto. Barbara, detta anche miss Ansia, non si vorrebbe fermare nemmeno per scattare queste foto, ma il percorso è così bello che è impossibile farlo. Naturalmente nelle soste lascio il motore acceso, certo, il parco è bellissimo, ma goderselo è un'altra cosa. Arriviamo al Savuti Gate e qui... spengo il motore! Prima o poi dovevo farlo e poi qui c'è parecchia gente, un piccolo villaggio e l'aeroporto, qualcuno che ci potrà aiutare c'è! Paghiamo l'ingresso, ci sediamo per pranzare e apriamo la Lunch Box che ci hanno preparato... C'è da mangiare per un pullman, 4 uova, un mazzetto di spiedini, pane, formaggio, succhi di frutta, veramente ogni ben di dio! Ma per noi è troppo e lo dividiamo con i ranger del Savuti, che mangiano di gusto. Qui ci facciamo anche dire qual è la strada migliore per raggiungere Mwandi e naturalmente non è quella che indica il navigatore, raccogliamo le indicazioni e con un po' di ansia, proviamo a riaccendere l'auto... clic... vroooooom! Yeeeeeeh!!! Un po' più rilassati partiamo verso la nostra destinazione! Da Savuti al Ghoha Gate il paesaggio è molto più vario, comincia ad inverdire, ma subito dopo il gate c'è un tratto davvero terribile, sabbia profonda e percorso davvero bumpy, uno sballottamento continuo. Io sono stanco, un po' teso per il motorino, col terrore che si possa rompere qualcos'altro, arriviamo davanti ad un baobab e... Spengo il motore. Qualche secondo di silenzio assoluto, guardo in cielo e non vedo né angeli, né santi e nemmeno le divinità, provo a riaccendere e l'auto parte! Vabbè, qualche minuto di pausa ci sta, mi serve un po' di riposo, un po' di foto all'albero e siamo pronti a partire, Miss Sphiggy non mi tradisce! Arriviamo al Mwandi che sono quasi le 5, prendiamo la camera, tra stress e ansia siamo praticamente sfatti, ma la doccia ci rimette in sesto, pronti a goderci il tramonto dalla terrazza della nostra palafitta. Al Mwandi incontriamo 2 ragazzi conosciuti su Facebook, Quirino e Orietta, che fanno il giro contrario al nostro e che domani dovranno affrontare la strada che abbiamo percorso oggi, ci scambiamo un po' di informazioni, 4 chiacchiere a tavola (zucca, zucca ovunque!!!), proseguiamo le chiacchiere davanti al fuoco della terrazza dove si avvicendano ippopotami, giraffe e elefanti, il tutto tra le maledizioni del proprietario che ce l'ha con la tecnologia: sì, perché tutti i navigatori, Google Maps e anche il più quotato Tracks4Africa segnalano la strada peggiore per arrivare qui in questa stagione e moltissimi turisti si trovano insabbiati nel nulla! Ad un certo punto, un movimento furtivo, dall'ombra compare un african wild cat, si avvicina alla luce, vede qualcosa, lo azzanna e sparisce nuovamente nel buio. https://www.youtube.com/watch?v=mXKdIYgpdzs Un avvistamento incredibile, questi animali sono difficilissimi da vedere in natura, purtroppo avevo lasciato la macchina fotografica in stanza e le uniche foto che ho sono quelle scattate col cellulare!6 punti
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16 agosto 2024 - Kaziikini La notte in tenda è andata molto meglio di quanto ci aspettassimo, letti comodi, poco freddo, una dormita epocale di quasi 10 ore! Dopo un'ottima colazione, partiamo con Kwaltu in direzione della concessione, stamattina puntiamo verso la zona umida, dove scorre l'unico fiume ancora vivo della zona. Quello che passava dalla concessione è asciutto da qualche anno. Il Botswana è un enorme altopiano, è una zona sismica e spesso i terremoti modificano, anche di pochissimo, il corso di un fiume, che improvvisamente comincia a seguire un nuovo percorso, portando acqua dove non c'era e siccità dove passava il fiume. La strada è lunga e mutevole, si passa da spianate sabbiose con delle ripide discese che arrivano al vecchio corso del fiume, a zone dove sembra essere scoppiata una bomba, con resti di alberi mozzati e bruciati, fino alle foreste di mophane (si pronuncia "mopane" ed è l'albero tipico di questa zona), che sono alte e rigogliose dove c'è un po' di acqua e basse e cespugliose dove ce n'è di meno. Kwaltu ci fa fermare spesso, per osservare gli scheletri, per raccontarci di quanto sia leggero il teschio di un elefante, per mostrarci lo scheletro di una giraffa, per farci vedere la differenza tra le spine delle acacie, che dominano la parte deserta. La strada serpeggia tra gli alberi, guido in scioltezza sul fondo sabbioso, forse un po' troppo perché... SBAM!!! Passo troppo vicino ad un ramo di mophane e lo specchietto di sinistra va in mille pezzi, ci fermiamo, Kwaltu recupera lo specchio, che per fortuna è intatto e un po' di pezzi di plastica che purtroppo non lo sono, cerca di rimetterlo a posto, ma vedo subito che non è possibile, sembra molto amareggiato, ma gli dico che siamo assicurati e non c'è problema, il danno sarà rimborsato! Le assicurazioni servono a questo, non ci facciamo rovinare la giornata! La zona del fiume è bellissima, dopo 2 giorni di secco totale, vedere l'acqua e il verde è quasi surreale. Vediamo parecchi uccelli, un'aquila nera, un po' di ippopotami in lontananza, un'aquila reale, gruccioni di tutti i colori, due pescatori sul loro mokoro. Naturalmente finora abbiamo visto tutti gli erbivori del parco, dei leoni però, nessuna traccia o meglio, solo quella, visto che vicino al fiume vediamo una lunga fila di impronte di un leone che corre, probabilmente un grosso maschio Riprendiamo la strada per il ritorno e incrociamo un branco di antilopi delle sabbie o antilope nera, una specie che vive in quest'area e caratterizzata da lunghe corna curve. Le ossa degli animali vengono lasciate sul posto perché gli erbivori se ne nutrono per acquisire il calcio, del quale sarebbero carenti. Da questa foto si capisce anche perché il teschio dell'elefante pesi così poco... è praticamente una spugna di osso! L'ultimo avvistamento (per fortuna!!!) della giornata è un Kori Bustard, il più grosso uccello volante africano e simbolo del Botswana. Riprendiamo la strada per il Camp, ma a circa un'ora dall'uscita Kwaltu mi dice: "Stop, we have a problem" Il problem è la gomma posteriore sinistra completamente tritata, probabilmente tranciata da un tronco o da una pietra affiorante... Impegnato com'ero a tirare giù tutti gli dei dell'Olimpo, ho dimenticato di scattare la foto, ma la situazione era abbastanza simile a questa: Kwaltu parte come se fosse un meccanico della Ferrari, sa cosa fare, un bel sasso sotto il cric, svita i bulloni, tira su la macchina, tira giù la ruota di scorta... Eh, già, ma come si tira giù la ruota di scorta di una Ford Ranger? Io non lo so, lui nemmeno, i telefoni non prendono, ma abbiamo un telefono satellitare e non abbiamo paura di usarlo! Chiama un suo amico che gli dice che per abbassare la ruota bisogna girare un meccanismo accessibile attraverso un buco sopra la targa, usando lo special tool presente in auto... Il sistema più stupido mai visto in un'auto! Riusciamo a calare la gomma di scorta, la montiamo, abbassiamo l'auto e... La gomma di scorta è sgonfia... Don't Panic!!! Ho il compressore... Accendo il compressore e... Il compressore non funziona... OK, Panic!!! Le proviamo tutte, anche a smontare il compressore dal suo alloggiamento e attaccarlo direttamente alla batteria, ma niente da fare. Parte un altro giro di telefonate e finalmente rispondono un paio di amici che hanno un compressore e dopo un'ora finalmente arrivano 2 ragazzi con un pickup con sopra il compressore e un generatore per farlo funzionare! Ma siamo in Africa, nulla è facile! Il compressore ha un attacco diverso dall'adattatore per gonfiare la gomma, ma loro, che sono previdenti, sanno come fare, basta un nastro ricavato da una camera d'aria per fare una giunzione, poi un'altra ed ecco che piano piano la nostra gomma si gonfia! Grandi sorrisi e pacche sulle spalle, siamo tutti felici di aver risolto, ringrazio e chiedo ai ragazzi quanto gli devo per il loro intervento e... "Per me, siamo a posto così" Questi emeriti sconosciuti si sono fatti un'ora di strada e se ne faranno un'altra per tornare e non vogliono niente??? Gli lascio una mancia generosa, perché mi sembra davvero il minimo, ripartiamo e in un'oretta, con "sole" 3 ore di ritardo rispetto al programma arriviamo al Camp, salutiamo anche Kwaltu, anche lui con generosa mancia (e anche lui non la voleva), passiamo al ristorante dicendo a Miss Heidi a Francoforte che quello che avevamo per pranzo lo mangeremo a cena, sistemo lo specchietto alla bella e meglio e siamo pronti per la doccia e al pomeriggio di semirelax nel nostro bellissimo chalet! Stasera battiamo il record assoluto, sono le 19:11, abbiamo già cenato, siamo sbronzi perché dopo la giornata abbiamo dato fondo al vino, siamo piuttosto cotti e... Buonanotte!!! Ah, per chi se lo chiedesse, con l'auto eravamo fermi più o meno qui: E l'albero indicato dalla freccia è quello dove ieri abbiamo visto i leoni... in 3 ore non è passato nessuno, nemmeno uno springbok e quando abbiamo chiesto a Kwaltu se ci fosse pericolo, visto che i leoni erano così vicini, ci ha detto di stare tranquilli, perché faceva caldo e i leoni hanno le zampe delicate, col caldo non si muovono da sotto l'albero!6 punti
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15 agosto 2024 (Maun - Kaziikini) Dopo una giornata come quella di ieri, potremmo anche dichiarare conclusi in gloria viaggio e diario, difficile superare tutta la bellezza che abbiamo assorbito in una manciata di ore sul Delta. Ma ragazzi, noi vogliamo bene ai nostri lettori, e ci siamo detti: ma cosa sarebbe Actarus senza i Vegani? O Remi senza decessi multipli, o Lady Oscar senza Bastiglia? (se non li conoscete, vuol dire che siete giovani: documentatevi e poi ringraziate il Cielo per non essere stati bambini nei primi anni Ottanta ) ... e così, per voi e solo per voi, abbiamo deciso di girare una avvincentissima serie, roba che Netflix e Sky fateve in là, e Hollywood scansete! Siore e siori, ecco a voi I Panda in *** I Giorni della nostra Sfiga *** Oggi è Ferragosto, siamo quasi tutti in vacanza, siamo pigri, quindi cominciamo con un antipasto, una sfighina ... ma fidatevi e continuate a seguirci, le cose si faranno più interessanti nei prossimi giorni! Il Buon (Freddo) Ferragosto ce lo dà un ippopotamo in giardino! Questa sistemazione, penso, resterà la più bella del viaggio (spoiler: avevo ragione, anche se ci siamo trovati benissimo ovunque): vista fiume, immersa in un giardino bellissimo, piena di piccoli tocchi attenti. Alle sette siamo già a fare colazione nell'arietta frizzante del giardino, paghiamo velocemente la lavanderia, sistemiamo le ultime cose e ben prima delle otto partiamo in direzione Elephant Havens, concordi sul fatto che difficilmente la giornata di ieri sarà superabile, ma pronti a goderci ogni momento. In poco più di mezz'ora e un pezzetto di sterrata sabbiosa siamo davanti ai cancelli, che alle nove si aprono solo per noi. Arriveranno poi anche due coppie di ricchy che si spostano in elicottero, ma noi siamo più belli Elephant Havens è un centro di recupero per elefanti orfani, che vengono portati qui da tutto il Botswana. E' stato fondato da un locale e prospera grazie alle donazioni, alle visite, alla sponsorizzazione di una coppia di Dallas, che abbiamo conosciuto, e all'Università del Texas che ha fornito le attrezzature al laboratorio in modo che possano fare le analisi in proprio senza mandarle ogni volta a Johannesburg. Qui i piccoli (ehm) vengono curati, accuditi, gli viene insegnato ad elefantare - ma non chiedetemi come fanno - e dopo cinque anni vengono liberati in un'area protetta, senza più essere chiamati per nome e senza quasi più contatti con gli esseri umani, per riabituarli in modo soft e graduale a una vita da elefanti liberi. Dopo altri cinque anni, ormai adulti, vengono rilasciati in natura. Come facciano a lasciarli andare dopo averli pastrugnati per anni è oltre la mia comprensione, ma hanno il mio sincero plauso e tutta la mia ammirazione. Veniamo accolti da una simpatica ragazza di trentadue anni - che ha una sola figlia di due, per la cronaca, e torniamo al discorso "Paese ricco" - che ci accompagna in giro per uffici, laboratori e zona pappa spiegandoci molte cose sulla dieta dei piccini, sui salvataggi, su come è gestito il centro, sul sostegno scolastico alla piccola comunità che vive qui vicino. Poi finalmente ... andiamo in gabbia! per una volta siamo noi le bestioline rinchiuse: veniamo accompagnati dentro un recinto di robusti pali di legno, e in men che non si dica arriva tutto l'asilo al gran completo. In questo momento ci sono quattordici piccini in orfanotrofio e una dozzina già in inserimento soft. Ci sono Boteti (trovato in zona Boteti River), Noname (si sono dimenticati il trattino quando hanno annotato il nuovo arrivo, non ancora battezzata, e così le è rimasto appiccicato il nome, da leggere esattamente come è scritto), Khwai, Tsala, Mela e tutti gli altri. Le loro storie spezzano il cuore, soprattutto a due che hanno l'hobby di adottare gattini da cassonetto e il cuore di burro: chi è stato trovato a vagare tutto solo, chi è stato ferito dalle jene, chi è rimasto vicino alla mamma morta per essersi rotta un legamento cercando di uscire dal fango in cui era rimasta bloccata, o uccisa da un contadino furibondo ... il centro riceve segnalazioni da tutto il Botswana, i salvataggi seguono precisi protocolli che prevedono di aspettare tre giorni monitorando il piccolo ma senza far nulla, perché gli elefanti sono animali sociali e sono abituati ad adottare in gruppo i piccoli orfani. Solo se in tre giorni nessuno si avvicina a prendersi cura dei piccoli si procede a caricarli su camion, barche, pickup a seconda delle dimensioni e di dove si trovano i cuccioli. Attualmente il più piccino ha dieci mesi, gli altri spaziano tra l'anno e i sei di vita. Ci propongono di dar da mangiare ai piccoli, ci sono quarti di mela succulenti già pronti per loro ... non ci facciamo pregare, molliamo reflex e cellulare ai ragazzi del centro che se la spassano a immortalarci e via! Quando mi ricapita di fare i grattini a un elefantino o di passargli la pappa? I più piccoli nel pomeriggio prendono il biberon, fosse per me ci passerei la giornata qui, peccato che abbiamo programmi ... mi sono innamorata! (speriamo non arrivi QUALCUNO a farmi notare che anche questi sono TROPPO giovani, ora ) Ecco qua, i due vecchi gattari senza figli se ne vanno con i lacrimoni, con il cuore a pezzi per i piccoli e insieme un gran sorriso di felicità. Lasciamo il centro verso le 10.15 e dopo un'oretta di strada sterrata ma ben praticabile (bravo Pando!) arriviamo al Kaziikini Community Camp. Si tratta di un campsite gestito dalla comunità locale, che ha avuto in concessione una parte della Moremi Game Reserve e si occupa di turismo e salvaguardia. Ci sono diverse piazzole per le tende con i relativi ablution blocks molto basic ma che tutto sommato non hanno molto da invidiare ai campeggi in USA, e un paio di tende attrezzate su palafitta con bagno privato. Noi abbiamo prenotato una di quelle perché siamo due vecchiacci comodoni ma ... sentite suonare in lontananza le prime trombette della sfiga? e ci sentite bene! Siamo in anticipo sull'orario di check in, ma siamo in Africa e ci proviamo ... alla reception non c'è nessuno, così ci inoltriamo tra le casette del personale, veniamo rispediti ad aspettare alla capanna dell'accoglienza e dopo poco arriva l'unica botswana incazzata del viaggio, e probabilmente di tutto il Paese, che per tutto il tempo che passeremo qui avrà sempre l'aria di essere felice come Heidi a Francoforte (se non conoscete neanche lei, andate a rileggervi la nota più su ), soprattutto quando presiederà con aria lugubre ai nostri pasti, visto che qui siamo in pensione completa. Heidi non trova la nostra prenotazione, io vado in macchina trionfante a prendere la copia della conferma e del pagamento che ci ha consegnato Peo e ... torno con le orecchie basse: sulla conferma le date sono sbagliate, non dal 15 al 17 ma dal 16 al 18! siamo in mezzo al nulla più nullesco e il cellulare non prende, ma se piangi abbastanza il loro fisso funziona, devi solo uscire e trovare il punto preciso sotto l'albero di acacia. Chiamiamo Peo, che chiama Naomi, che chiama la sede di Kaziikini a Maun, che al mercato mio padre comprò In estrema sintesi: ha sbagliato il Kaziikini, la mail di conferma è corretta, ma ci hanno fissato le date sbagliate. E naturalmente la nostra tenda con bagno deluxe da vecchidimexxa è occupata stanotte. Quindi? Heidi, sempre più felice, ci dice che se ci adattiamo ci preparano una tenda per stanotte, e domani potremo avere il nostro prezioso alloggio, in modo da non dovercene tornare a Maun per stanotte (eh sì, la città più vicina è a 80 km). Per scusarsi ci regaleranno un secondo game drive domattina, oltre a quello già prenotato per oggi pomeriggio. Son fortunati, hannno trovato due panda: fedeli al motto "un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno e possiamo fare a meno del bagno" invece di far polemiche accettiamo magno cum gaudio, e ci diciamo tutti contenti che poteva andare peggio. Altro spoiler: se può andar peggio, lo farà Ci accomodiamo al bar ristorante dove mangiamo le provviste che ci siamo portati da Maun, cracker, formaggini, prosciutto in busta, e ammiriamo la fauna locale e la pozza poco lontana. Visto che la partenza per il game drive pomeridiano è prevista per le 14, chiedo a Heidi se posso avvicinarmi alla pozza, dove ho visto balzellare una scimmietta. Heidi mi dice di no e mentre mastico epiteti irriferibili al suo indirizzo ... ops, forse forse ha ragione lei. Guardate chi arriva La pozza è quasi secca, ma c'è acqua sufficiente per un bagnetto rinfrescante ... e noi ce lo godiamo! (siamo talmente vicini che non mi entra tutto nell'obiettivo!) Alle 14 arriva Kwaltu (si scriverà così?) la nostra giovanissima guida, solo ventiquattro anni, che ci accompagnerà con la nostra macchina in giro per la concessione: uno dei posti più secchi e riarsi che abbia mai visto, eppure piena di vita. E poi eccolo ... LUI. Anzi, loro, l'incontro più atteso, che non ci aspettavamo di fare qui: tre maestosi leoni, uno più bello dell'altro, almeno credo visto che il terzo, strxxxo come tutti i gatti, non muove una vibrissa e non si degna di farci vedere più che il posteriore dormiente Siamo incantati ... ora ci mancherebbe il leopardo per completare l'album dei Big Five, ma chi ci pensa? restiamo assolutamente incantanti per una buona mezz'ora, mentre le Loro Maestà non ci degnano di uno sguardo ma si concedono in pose fotogeniche, pieni di regale sussiego. (sonno io!) Dopo di loro tutto impallidisce, e pian piano, dopo tre bellissime ore su strade veramente nefaste (bravo Pando!) torniamo verso il campsite. Ci accompagnano alla nostra tendina, decisamente più lussuosa delle nostre scarsissime attese, e ci dicono che la cena sarà pronta alle 18.30 (!) Cena che sarà allietata da un bellissimo tramonto e dalla presenza di un'allegra cuochina che ci illustra i piatti con dovizia di dettagli e ci passa qualche ricetta, e di Heidi che più plumbea che mai ci strappa i piatti da sotto appena raccogliamo l'ultima forchettata. Secondo me se potesse ci manderebbe a letto senza cena per punizione Ma quando ci chiede se abbiamo trovato la tenda e le rispondiamo entusiasti che è bellissima riusciamo persino a strapparle un sorriso ... e ora siete pronti per le vere, mirabolanti sfighe? Non vi deluderemo!6 punti
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Le esperienze in tenda sono sempre interessanti (ma in camper sono meglio ) ! @Picard un viaggio otr non è mica una vacanza in villaggio, SVEGLIAAAAAAAAA!5 punti
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Ciao a tutti, Appena rientrato a casa , breve post solo per ringraziarvi tutti per avermi aiutato e sopportato nella programmazione del nostro OTR . Abbiamo fatto un viaggio pazzesco che ci resterà per sempre,fatto esperienze fantastiche e visto posti unici (ma questo già lo sapete). Senza i vostri consigli sicuramente non sarei riuscito a organizzare tutto così bene. Grazie grazie grazie. (Adesso vado a chiedere il rimborso per il volo sai mica che salta fuori qualcosa per il prossimo otr🤣)5 punti
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Con il senno di poi... - come dice Panda, non mischierei est ed ovest come nel mio primo viaggio, New York + costa ovest. Non andremmo mai a vedere Lisbona e Budapest nello stesso viaggio A mia discolpa posso solo dire che mi ero aggiunto ad un viaggio di amici, che avevano già prenotato i voli.. - non farei tiratone di centinaia di miglia in giornata, o mille cose da vedere e calcolate al minuto. Alla fine siamo in vacanza, prendiamocela comoda.. anche io dicevo "ma poi quando mi ricapita" e poi ad oggi sono stato 6 volte negli USA.. * - eviterei di visitare più luoghi della stessa tipologia, tipo 10 canyon, 20 laghi di montagna o tutte le foreste di sequoie.. si rischia l'effetto saturazione e anche posti che singolarmente sarebbero bellissimi, al 15° lago di montagna sembra uguale a tutti gli altri (però dai le sequoie forse le escluderei, sono bellissime!! ) * specifico che ovviamente questo è un "buon proposito" perchè poi ad ogni viaggio mi ritrovo con delle tiratone spaventose e una pianificazione serratissima5 punti
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Mah guarda in realtà dal giorno del ricovero hanno detto subito di prepararsi al peggio sia per l’età 84anni sia perché l’emorragia ha colpito la parte del cervello dove ci sono tutte le funzioni primarie il “problema” è che mio papà non è mai stato male salute di ferro e sta tempra lo sta facendo tirare avanti grazie ❤️5 punti
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Trovato un volo oggi per phoenix domani siamo Linate sperando che poi l’assicurazione ci rimborsi grazie tutti Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk5 punti
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26 agosto 2024 Palapye - Mokopane Poco da scrivere per oggi, colazione nel nostro bungalow con caffè e biscotti, prepariamo la nostra tazzona da viaggio e siamo pronti a partire! Salutiamo Gillian, che ci chiede di mostrarle il nostro travelbook e ci fa un sacco di domande su come organizziamo i viaggi e salutiamo Sasha, la cagnona di casa che ci fa un sacco di feste! Oggi abbiamo deciso di fare una deviazione che ci porterà verso il Tropico del Capricorno, sì, è più di un'ora di strada in più, ma oggi non abbiamo grandi cose da fare, se non passare la frontiera e un po' di spesa. Proprio sul tropico è stato costruito un monumento molto bello, ricavato da colonne di basalto estratto dalle cave nelle vicinanze di Gaborone. Le colonne riportano in sequenza tutti i paesi tagliati dal tropico a partire dal Botswana verso ovest, dalla Namibia, al Sud America e poi Oceania, per poi tornare in Africa, dal Madagascar. Rapido piss-stop al piccolo mercato, ancora chiuso, sorto dietro al monumento, oggi manca l'acqua e uno dei ragazzi del posto ci fornisce il rimedio tutto africano per risolvere il problema... Secchio d'acqua e via! Da qui, prende il comando Barbara, che è ormai padrona di Miss Sphiggy e la guida come se fosse la sua picanto nelle vie di Trastevere e mi porta fin quasi a Martin's Drift, il confine con il Sud Africa, facciamo il pieno canticchiando: "Salakabula, spendi le pula, bibidibobidi bu!" Mentre ci avviciniamo al posto di frontiera ci scopriamo tutti e 2 con le lacrime agli occhi, ci dispiace lasciare questo stupendo paese che ha scavato un altro solco nel cuore, con la sua gente, i suoi paesaggi e la natura, così difficile, ma affrontata col sorriso dai suoi abitanti. Dopo 18 giorni di viaggio possiamo dire che gli unici Setswana meno che simpatici sono i poliziotti di frontiera... oddio, c'è anche la signora del Kaziikini, quella felice come Heidi a Francoforte, ma era incinta e si sa, gli ormoni giocano dei brutti scherzi! A mezz'ora dal confine, ci fermiamo a pranzo al Baobab Padstal, dove dividiamo il nostro pranzo (hamburger e roll di pollo) con i canucci propositivi del ristorante. Facciamo 2 chiacchiere col proprietario che ci lascia anche il biglietto da visita per darci delle dritte per quando decideremo di visitare il suo paese, compriamo del biltong di kudu e delle spezie da portare a casa Canuccio propositivo... Da qui ci sono altre 2 ore di strada per arrivare al nostro B&B di stasera, lo stesso dove abbiamo iniziato il nostro viaggio. Questa volta scarichiamo completamente la macchina, c'è da sistemare tutto, ma prima, spesa alla Spar per le ultime ghiottonerie, biltong, ancora spezie, la fantastica Perineise di Nando's, un barattolo di Bovril, che ormai ha preso il posto della marmite nelle mie grazie, torniamo al B&B e la nostra stanza sembra quasi come se fosse scoppiata una bomba nelle valigie... E qui, per la prima volta in 10 anni ho visto Barbara arrabbiata con me... Sì, cerco le chiavi di casa, palpo il bagaglio a mano e non le trovo, cerchiamo ovunque, ma non ci sono, riapriamo le valigie e niente, alla fine Barbara guarda nel bagaglio a mano e indovinate un po'... sono lì! "MA NON AVEVI GUARDATO TU???" No, io avevo palpato e non le avevo sentite...😢😢😢😢😢😢 Comunque, passa tutto velocemente, richiudiamo i bagagli, sistemiamo gli zaini e siamo pronti per la cena, che ci è stata servita in camera. Riso, pollo, frutta e un dolcetto a dir poco inquietante...5 punti
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19 agosto 2024 (Mwandi - Kasane) Cambiare programmi solo perchè la Sphiggy ha deciso di fare i capricci come se avesse 170mila chilometri sul groppone e tutto il diritto di concedere un po' di riposo al motorino di avviamento? giammai Da casa avevamo chiesto se fosse possibile prenotare un game drive mattutino con il lodge nel Chobe NP, e ricevuta risposta affermativa ci eravamo riservati di prenotare in loco. La stanza-capanna-palafitta va liberata alle 10, il game drive parte alle 6, prevede tre ore nel parco distante mezz'ora, che si fa? si libera la stanza alle 5.45, che domande. La colazione ce la tengono da parte per quando torniamo, e all'ora concordata, dopo aver spostato la macchina in un'area in cui non disturberà nessuno (yeppa, partita di nuovo al primo giro di chiave! ) siamo pronti a partire con Lucky ... speriamo che il nome ci porti bene! E tutto sommato male non ci va: primo avvistamento, mio mio tutto mio perché Paolo e Lucky stavano parlando e se lo sarebbero perso, un tasso del miele, l'animaletto più aggressivo e cattivo del mondo, quello che litiga con i leoni e azzanna i serpenti velenosi ... e infatti risponde ai miei strilli di entusiasmo voltandoci le spalle e scomparendo tra gli alberi. Insensibile. Vabbè, mancava al nostro album di figurine quindi siamo contenti così, senza fare amicizia. Proseguiamo alla ricerca dei cat, che ovviamente sono stati la risposta corale alla domanda di Lucky su cosa avremmo voluto vedere oggi. Cat di qualsiasi tipo, eh? ci sarebbe andato bene anche il gatto del ranger all'ingresso, non siamo schizzinosi ... ma a quanto pare nessun cat ha voglia di vedere noi Ci "accontentiamo" di baboons, giraffe, kudu, zebre, mucche, facoceri, ippopotami, cicogne, uccelli vari, aquile ... Il più zen della (rumorosa) compagnia Il facocero con la pelle d'oca A un certo punto, nella foga della ricerca, Lucky si butta in uno spericolato fuoristrada all'interno della macchia e ... non ci crederete mai ... boooooom, gomma bucata Lo sfigabbonamento vale anche per mezzi che non siano nostri, a quanto pare ... ormai manco più convochiamo angeli e santi, se qualcosa può andare storto lo farà, ne abbiamo preso atto Per fortuna siamo vicini alla strada, il parco è affollato, Lucky ha un signor cric, una gomma di scorta gonfia, una manualità da manuale, una chiave che non è compatibile con i bulloni ... no, un attimo, come non è compatibile? eh no, su questa jeeppona hanno messo la chiave sbagliata ... mentre sto decidendo se ridere o piangere, e mi maledico per non aver portato il kindle, arriva una serie di altre jeep più o meno cariche di turisti, alla fine una famiglia sudafricana dopo aver ribaltato tutta la macchina con gran gioia dei figli adolescenti che si stavano annoiando a morte trova e ci presta l'indispensabile aggeggio, e da lì è tutta discesa, in cinque minuti di orologio Lucky fa il cambio e ripartiamo. Salutati e ringraziati i simpatici sudafricani (ooohhh, Italia, oooohhh, Rome!) giungono da radioparco voci di un avvistamento di leoni in un settore abbastanza lontano ... c'è da chiedere? velocità smodata e via! Niente da fare, oggi non ci vogliono, quando arriviamo se ne sono già andati ... vabbé, pazienza ... almeno posso godermi il ritorno, pure quello a velocità smodata perché siamo in ritardo Tornati al lodge, la nostra colazione ci aspetta e le facciamo onore, salutiamo i gestori australiani - quanta gente si trasferisce in Botswana! non so dar loro torto, ho lasciato qua il poco di cuore che mi avanzava dopo aver girato un po' di mondo negli ultimi dieci anni, non me ne resta più neanche un pezzetto e sono anche diventata povera, ma caspio se ne è valsa la pena, è un viaggio meraviglioso - e riprendiamo la nostra strada tormentata. Su consiglio di Lucky, che nel frattempo ci ha chiesto di sorvolare sulla foratura con i titolari e ha anche ricevuto una telefonata con la proposta di assunzione da parte di un grosso gruppo turistico che lo ha reso molto felice, ci dirigiamo a Kasane attraversando di nuovo il Chobe NP per cui oggi abbiamo già pagato la fee. Ho acconsentito solo perché nel parco c'è un sacco di gente e se la Sphiggy decidesse di salutare il motorino proprio qui almeno non rischieremmo di morire nel deserto, dimenticati da tutti, e perché alla fine siamo a meno di un'ora da Kasane, anche se come titolare della fascia cinquantennale di Miss Ansia Secolo XX e XXI mentirei se vi dicessi che sono serenissima Ecco la Namibia, dall'altra parte del Chobe! In questo punto si incontrano confini a mazzetti: Namibia, Zambia, Zimbabwe e Botswana, tutti insieme appassionatamente. Alla fine devo ammettere che quello di Lucky è stato un ottimo consiglio, le strade non sono male a parte qualche tratto di sabbione su cui Paolo si diverte (io un po' meno ) e anche se non vediamo il promesso leopardo, aggiungiamo al nostro album le figurine di 1) sciacallino che fa la cacca dopo aver portato una testa di springbok in dispensa sotto il suo albero 2) pellicani tutti ammassati tipo cigni della pesca al luna park ma Paolo non mi lascia giocare perché se poi vinco dove lo mettiamo e ci fa la cacca in soggiorno e puzza e ai gatti non piacerà 3) hornbill neri e rossi, grossi e brutti, cercare nome sul libretto con le foto, leggo nei miei appunti (sono pigra, non l'ho fatto ) 4) piccola e graziosa tromba d'aria, anzi no, di sabbia, in lontananza Arriviamo al Big Five Toro Lodge prima delle 15, è davvero sul fiume, un fiume vero ... il Chobe, per l'appunto ... capirete, dopo dieci giorni di siccità restiamo folgorati. La nostra casetta vista acqua è graziosissima. Prima di rilassarci in giardino con l'alcool dobbiamo passare dal meccanico del nostro sempre più caro amico Luan. Chi conosce Mma Ramostwe, la celebre investigatrice numero uno del Botswana nata dalla penna di Alexander McCall Smith, di cui anche Paolo è ormai un fedele adepto, capirà il nostro entusiasmo nel trovarci catapultati direttamente nell'officina del signor JLB Matekoni Il titolare, che è sicuramente un figlio di Mister T dell'A Team perché sennò il suo aspetto non si spiega, è un simpatico armadio che ci viene incontro sfoggiando una maglietta che dice più o meno: sono Frank, dimmi che problema hai e vediamo di sistemarlo subito. La maglietta purtroppo mente, perché per quanto Frank e i suoi apprendisti si mettano a ravanare con impegno nel cofano della Sphiggy, la prognosi è infausta: ci vorrà almeno tutto domani per sistemare, forse anche dopodomani A conti fatti ci è andata pure bene: oggi è lunedì, domani abbiamo un game drive e una crociera sul Chobe già prenotati da Peo con un'agenzia locale, mercoledì mattina ci hanno organizzato il transfer con autista in Zimbabwe, dove passeremo la notte a Victoria Falls ... basterà eventualmente disdire la prenotazione overnight per il garage che avevamo prenotato per la Sphiggy e chiedere al Big Five Toro se ci tengono le valigie per la notte. Quando sente che in caso di necessità può tenere la macchina fino a giovedì, Frank si rilassa visibilmente, ancora di più quando gli diciamo che giovedì e venerdì notte dormiremo comunque a mezz'ora da qui ... a questo punto cerchiamo di rilassarci anche noi, torniamo in taxi al lodge dimenticando la mia preziosissima custard nel frigo della macchina Non ci resta che dare fondo a quel che resta delle bottiglie di Mokopane comodamente sistemati in giardino, in compagnia del gatto più paraculo del mondo dopo mezz'ora ci ha già carpito tre sottilette, una fetta di prosciutto e la promessa di dividere con lui la colazione di domani, godendoci un meraviglioso tramonto africano Springbokkini domestici5 punti
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Allora i miei diari non saranno i tuoi preferiti 😂. Il sentiero si imbocca all'alba!!4 punti
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Ciao a tutti, intervengo solo ora in questo topic che ho seguito da spettatrice perchè le riflessioni di @antattack sarebbero da incorniciare: oggi siamo totalmente immersi in una quantità di informazioni e immagini "poco spontanee", diciamo così, che quando ci si impegna nell'organizzazione di un viaggio e si vuole lasciare poco spazio all'imprevisto e all'improvvisazione, si legge, si guardano foto, documentari, video, qualunque cosa: un po' perchè quando si spendono certe cifrette magari è anche carino cercare di non buttarle proprio al vento, e anche perchè si ha un po' l'ansia del "performare" e del portare a casa il ricordo perfetto (non solo fotografico, ovviamente). E invece un filo di sana inconsapevolezza a volte regala emozioni grandi: il mio primo viaggio in Usa è stato una specie di servizio di accompagnamento (ah, le dame di compagnie dei secoli passati ). Una zia anziana voleva tornare per l'ennesima volta negli Usa a trovare dei parenti ed essendo vedova e senza figli ha chiesto a noi se volevamo andare con lei (incluso nostro figlio maggiore che all'epoca, anno 2009, aveva 10 anni). Lei ci pagava tutti gli hotels, noi ci pagavamo il volo e le spese personali (e mio marito faceva l'autista), e così siamo partiti per le nostre prime 3 settimane in Usa. Senza aver toccato palla nell'organizzazione del giro, perchè la zia si è appoggiata come sempre al suo agente di viaggi di fiducia che ha prenotato hotels, noleggio auto, voli e tutto il prenotabile, oltre ovviamente ad aver pianificato l'itinerario (totalmente folle con il senno di poi, ma a caval donato...). Quindi quando arrivai ad affacciarmi per la prima volta sull'anfiteatro del Bryce, parco che non avevo mai nemmeno sentito nominare prima, mi sono commossa come mai prima mi era successo durante un viaggio. Quell'emozione non la scorderò mai. Mio marito ogni anno ha il privilegio di provare qualcosa di simile perchè fino al giorno prima della partenza, quando prepara le reflex, non sa nemmeno dove andiamo, o quasi...non usa i social (nemmeno io, veramente, ma smanetto ovunque), non vuole nemmeno vedere in tv qualcosa che sa che visiteremo nel prossimo viaggio, proprio per non crearsi aspettative che rischiano di essere deluse. Uomo fortunato... Scusate il papiro, ma è colpa di @antattack Dimenticavo...per giustificare il mio passaggio qui, consiglio anch'io a @Critrot di impiegare parte dell'ultimo giorno a LA prima del volo per fare un salto a Downtown, la Walt Disney Concert Hall è un edificio meraviglioso, e non c'è solo quella...4 punti
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Ragazzi siam rientrato domenica all'una di notte e subito a lavoro xD. Che dire.. è stato IL VIAGGIO.. non come si dice di solito vado a fare un viaggio in vacanza.. E' stato proprio il viaggio con i suoi lati positivi e negativi. I negativi è che ci è successo di tutto .. Da un telefono che è morto e ricaricava solo quando voleva, al tempo che abbiam incontrato (dalla neve al caldo assurdo) ad aver bucato per 2 volte! 1 ci sta 20 km di sterrato nel nulla.. la seconda però tra st.George e las vegas in autostrada non mi capacito proprio, ai problemi col mio passaporto a los angeles e ai bagagli in ritardo di 2 ore per la coincidenza roma cagliari ( ci hanno graziato facendoci saltare poi le file dei controlli passando per primi). Però a queste disavventure come ci siam detti abbiam sempre messo una pezza e le abbiam risolte ed ha reso ancora più divertente il viaggio. Detto questo le cose che mi son "piaciute meno" passatemi il termine sicuramente Las Vegas in primis e poi Los Angeles. (venice beach è a parte l'abbiamo amata e ci siam andati anche poco prima di riprendere il volo. Abbiamo amato visitare le piccole città e scoprire anche lungo il percorso le cavolate che non conoscevamo fermandoci ogni 3 x2 . Viaggiare da un punto all'altro e vedere come cambiava il paesaggio è stata un'esperienza che non vedo l'ora di rifare l'anno prossimo avendo ora un pò di esperienza e non facendo piccoli errori o dimenticanze di cui ci siam accorti lungo il viaggio. Ci son stati giorni veramente tosti per via del meteo. Ci siam svegliati al Grand Canyon con -5 gradi (il giorno dopo ne dava 15) neve e cielo scuro vestiti con felpa e giacca... eravam scoraggiati. poi dalle 10 è uscito il sole e abbiam potuto ammirare il paesaggio maestoso . Andiam alla monument valley e cosa becchiam nel lungo rettilineo prima dell'alloggio?neveeeeeee . La mattina dopo invece giornata bellissima caldo ma mooolto vento.Stupendo fare i trekking figure 8 al bryce e poi attraversare il virgin river allo zion perchè un ponte era in ristrutturazione e non volevo tornar indietro e amando l'avventura mi son immerso fino a metà per attraversarlo da una sponda all'atra XD Poi da li il clima ci ha assistito fino alla death valley dove c'eran 35 km/h di vento e tra un pò volavo pure io. Ci sarebbero mille cose da dire ma ristretto il tutto per farvi un idea.4 punti
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Se.il contratto dice "dati illimitati" lo sono, però T-Mobile usa questo trucchetto: in base al prezzo del piano scelto si hanno 5, 10, 15 o più GB di dati (al mese) a 5G o 4G LTE, superata la quota prevista dal contratto si ha il resto dei dati (illimitati) alla fantastica velocità di 128kbps. Solo i piani telefonici "consumer" che praticamente sono per chi risiede in USA hanno dati illimitati effettivi. La copertura di T-Mobile è buona, il 5G buono almeno che non si sia in una zona particolarmente congestionata. Io ho T-Mobile.4 punti
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Ciao a tutti, dopo un periodo di assenza, eccomi qui con quello che è il programma definitivo, partenza oramai prossima. Giorno 1 - Verso Zurigo dove con AA voleremo su Philadelphia e da li su Austin - ritiro auto e notte ad Austin; Giorno 2 - Austin - S Antonio - Tappe a Natural Bridge Caverns e in serata Tejas Rodeo - notte su S Antonio; Giorno 3 - S Antonio (nel pomeriggio partita NBA) Giorno 4 - S Antonio Giorno 5 - S Antonio - Bandera Giorno 6 - Bandera Giorno 7 - Fredicksburg Giorno 8 - Sealy Giorno 9 - Galveston Giorno 10 - Galveston (visita Nasa) Giorno 11 - Austin Giorno 12 - Austin Giorno 13 - Ritorno a casa. Alla fine volare da Zurigo ci fa risparmiare, su questa tratta, davvero tantissimo. Auto prenotata con Thrifty Assicurazione ancora da fare, penso la farò con viaggisicuri. Vi saprò dire come andrà il tutto.4 punti
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21 giugno 2023 Questa mattina sveglia alle 6:00 per partire alle 6:30, mezz'ora prima dell'alba, per la Endagered Species Drive. Approfittiamo del coffee time, generosamente offerto nella louge del The Barn, giusto per bere qualcosa di caldo e stuzzicare qualche muffin, la colazione vera e propria la faremo al nostro rientro. La temperatura sulla Landrover scoperta è veramente bassa ma abbiamo indossato tutti gli strati che avevamo e le copertine di pile qui ad Okonjima hanno il plus che sono leggermente cerate quindi proteggono anche dal vento e, soprattutto, stanno belle ferme senza svolazzare. Procediamo in una zona della riserva diversa da quella che abbiamo battuto ieri alla ricerca di Neo e vediamo subito giraffe e gnu oltre ad una simpatica lepre, definita simpaticamente un "Leopard's muffin" dalla nostra guida! La luce è meravigliosa e la natura si sveglia in tutta la sua forza e splendore. I colori in particolare sono assoluti: l'azzurro del cielo, il verde della vegetazione, il giallo dell'erba bruciata dal sole e il rosso della terra. Siamo alla ricerca della prima delle tre specie "endangered": l'otocione o bat-eared fox, una specie di volpe distintiva dell'Africa Subsahariana, in particolare di Sudafrica, Namibia e Botswana. È conosciuta per le sue orecchie insolitamente grandi, che le danno il nome e che svolgono un ruolo pratico nella sua sopravvivenza poiché sono fondamentali per rilevare piccoli insetti come le termiti, che costituiscono la maggior parte della loro dieta. La nostra guida ci conduce nel suo habitat preferito: si trovano infatti spesso in aree con terreni relativamente pianeggianti, sabbiosi, dove possono scavare tane o rifugi dove dormire durante il giorno. Dopo tanti giri a vuoto, proprio quando stavamo per perdere le speranze, ecco che riusciamo a vedere una coppia anche se, purtroppo, davvero molto lontana. Comunque soddisfatti, proseguiamo quindi l'esplorazione della riserva fino a trovare un'altra stupenda coppia, questa volta di magnifici rinoceronti bianchi, sorvegliata praticamente a vista dai ranger. Sono incredibilmente passate già tre ore e dobbiamo tassativamente tornare al The Barn dove arriviamo giuste giuste per fare colazione, bonariamente redarguite dalla receptionist con la quale abbiamo fatto nel frattempo amicizia. Ci godiamo un'ottima omelette, acquistiamo due bellissime giraffe in legno dipinte a mano che oggi fanno bella mostra a casa, ed è purtroppo ora di fare il check-out. Non saremmo più volute andar via: due giornate piene qui non sarebbero state affatto di troppo. Approfittiamo ancora un secondo del wi-fi per fare il check-in sull'App di Qatar per l'indomani e, caricata la Hilux, percorriamo la strada del ritorno letteralmente con le lacrime agli occhi. Speriamo con tutto il cuore che sia solo un arrivederci. I 200 km che ci separano da Windhoek scorrono lenti, arrivate in città facciamo un rabbocco al carburante e ci facciamo dare una veloce lavata esterna all'auto. Ci concediamo poi una sosta al Namibia Craft Center, interessante centro che raccoglie diverse proposte di artigianato e prodotti locali, e poi andiamo a fare il check-in al solito Chameleon Backpacker Hostel. Una volta in camera, montiamo e rimontiamo i borsoni per essere pronte per il volo di rientro l'indomani. Non abbiamo minimamente voglia di uscire a cena e diamo fondo alle ultime riserve della cambusa improvvisando un aperitivo con qualche snack e due birre. 22 giugno 2023 Purtroppo non c'è molto da raccontare sulla giornata di oggi, il nostro volo parte dall'aeroporto Hosea Kutako alle 13:30 così abbiamo tutto il tempo di alzarci e fare con calma colazione in ostello. Percorriamo gli ultimi chilometri fuori Windhoek fino alla Safari Car Rental con il magone: lasciare la nostra Hilux segna definitivamente la fine del viaggio. E' sempre Joel che dal rental ci porta davanti al terminal dell'aeroporto, lo ringraziamo profusamente per tutti gli ottimi consigli di guida e lui ridendo ci risponde che la prossima volta dovremo scegliere per forza la soluzione con la tenda sul tetto! E' veramente ora: imbarchiamo il borsone più grande, facciamo i controlli e ci dirigiamo verso il gate. Pranziamo con un meat pie, che purtroppo non è paragonabile a quello acquistato a Solitaire (sigh!) scambiando due chiacchiere con una coppia di italiani anche loro di rientro dopo due settimane con un bush-camper. Ci imbarchiamo e nel momento esatto in cui l'aereo si solleva da terra, un nodo si stringe in gola e una sensazione di malinconia dolce e inquieta prende piano piano forma. Chiudo gli occhi, il cuore si perde in un abbraccio silenzioso con quella terra selvaggia e misteriosa ed il mal d'Africa torna ad essere un desiderio che cresce insieme alla promessa di ritornare.4 punti
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...prosegue. Ritorniamo al The Barn davvero entusiaste e salutiamo la nostra guida con una meritatissima mancia e la promessa, l'indomani, di fare con lui la Endangeres Species Drive del mattino, altra chicca offerta da Okonjima, che si concentra sulla ricerca di tre specie di mammiferi piuttosto speciali: l'otocione, la iena bruna e il rinoceronte. Rientrate al nostro chalet ci godiamo una meritatissima doccia nel nostro bagno principesco. L'esperienza del leopard tracking è stata elettrizzante e, nel contempo, trovarci in questa struttura di primaria bellezza e comfort ci fa sentire speciali e coccolate. Andiamo a cena a piedi, dove ci pappiamo, dopo l'entree, un gran filetto con verdure, dolce e vino. Il tutto in un ambiente e servizio sempre a livelli top, decisamente ben oltre quelli a cui siamo abituate durante i nostri viaggi. Tornando in camera dopo cena, con il buio, illuminiamo i nostri passi con la frontale e ci prendiamo un bello spavento quando incrociamo un gruppo di zebre che sta tranquillamente brucando dietro la nostra casetta. La notte ci svegliano a più riprese due sciacallini che si contendono la cena, facendo un gran baccano proprio sotto la nostra finestra. Le ossicina che troveremo sparse la mattina dopo ne sono la prova! Domani mattina sarà ancora safari e poi toccherà tornare a Windhoek. Buonanotte Neo, buonanotte Africa.4 punti
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20 Giugno 2023 Ci stiamo avvicinando alla fine del viaggio, la sveglia suona relativamente presto come al solito e noi ci fiondiamo a fare colazione. Anche qui la mattina ce la caviamo egregiamente con uova, bacon e tazzona di tè e caffè. Carichiamo la Hilux, facciamo un veloce check-out e usciamo dai confini del campo, riagganciandoci alla C22 che ripercorriamo a ritroso fino alla B1, dove svoltiamo a sinistra verso sud. Da qui sono solo più una quarantina di chilometri fino all'Okonjima Nature Reserve. Okonjima è una riserva privata nata dal desiderio della Hansenn family di trovare un equilibrio tra gli allevatori namibiani e i grandi predatori, oggi copre 22.000 ettari delle scenografiche Highlands centrali e ospita anche la rinomata fondazione AfriCat, impegnata nella conservazione dei grandi carnivori, in particolare ghepardo e leopardo. La scelta di includerla nell'itinerario è stata dettata dalla possibilità di partecipare ad un leopard tracking, fiore all'occhiello delle molte attività offerte. Alcuni individui della riserva sono infatti collarizzati e al mattino e al tramonto vengono organizzati dei safari proprio nel tentativo di localizzarli. La natura ovviamente non offre alcuna garanzia di vederli, anche perchè gli animali vagano comunque liberi e sono totalmente autonomi nella caccia, nell'accoppiamento e nella scelta del territorio, ma le probabilità di avvistare un leopardo qui sono decisamente più alte che altrove. Arriviamo alle 9:30 al primo gate del parco, sempre presidiato da ranger, dove facciamo una sorta di pre check-in. Procediamo quindi fino al cancello principale che apriamo e chiudiamo dietro di noi (premendo un comodissimo pulsante ad altezza guidatore!). Da qui sono solo più una decina di chilometri su strada sterrata ma ottimamente tenuta, dove i cartelli stradali ammoniscono dell'attraversamento di ghepardi, leopardi e pangolini. Arriviamo al The Barn, la meravigliosa struttura centrale del Plains Camp che serve da ristorante, lounge e area comune. Ci accoglie Marco, gentilissimo, che ci mostra tutto il complesso. L'ambiente è incantevole, curatissimo, decisamente african-chic! Nell'attesa che la nostra "room" sia pronta, ci godiamo in assoluto relax il sole, gli ampi divani e la vista confermando il leopard tracking delle 15:00. La nostra Classic Room, di cui prendiamo possesso poco dopo, supera le aspettative, si tratta in realtà di uno chalet indipendente, arredato in maniera squisita, con bagno enorme e vista sulla pianura circostante. In lontananza vediamo subito una simpatica famiglia di facoceri. Torniamo poi al The Barn dove ci concediamo, finalmente sedute (oltre chè, devo ammettere, "servite e riverite" dal gentilissimo personale) anche un veloce pranzo riempiendoci gli occhi della la natura sconfinata davanti a noi. Ci stiamo davvero rigenerando. L'orario fissato per il leopard tracking arriva in un attimo e, anzi, ci troviamo una mezz'oretta prima per il coffee time e il briefing. Ci hanno diviso in tre jeep, ognuna assegnata ad una guida e ognuna impegnata nella ricerca di uno specifico leopardo collarizzato. Il nostro è Neo, uno dei maschi più longevi della riserva. Noi siamo elettrizzate, facciamo la conoscenza del nostro driver e di un'altra coppia di ragazzi (sulla jeep saremo quindi solo in quattro ospiti) e partiamo. Passiamo subito la fence che separa i confini del Plain Camp con quelli della riserva vera e propria entrando così nel territorio dei grandi felini. Durante il tracking è possibile fare off road e anzi, la nostra guida ama definirsi anche un po' giardiniere dal momento che è dotata di grandi tenaglie per tagliare qualche ramo che dovesse impedire il passaggio del nostro mezzo. Raggiunta l'area dove abitualmente Neo è territoriale, la guida tira fuori il localizzatore radio spiegandocene attentamente l'utilizzo. Il collare non permette di geolocalizzare il leopardo ma unicamente di individuarlo tramite frequenza radio, una specifica per ogni individuo. Il tracking consiste quindi nell'affidarsi al bip-bip emesso dall'antenna che si intensifica man mano che ci si avvicina, procedendo per tentativi. Le probabilità di avvistamento sono del 50-50. Facciamo quindi più giri in corrispondenza delle piste principali fino a quando, dopo circa un'ora - e questo dà l'idea di quanto sia sconfinata la riserva -, la guida capta il segnale che sembra collocare l'animale fittamente nascosto nel bush. Proviamo quindi ad addentrarci anche noi, una sforbiciata di qui e una sforbiciata di là, raggiungiamo una sorta di radura. Dal segnale radio Neo è qui da qualche parte. La nostra guida spegne il motore e si mette in ascolto, scrutando tra la fittissima vegetazione da cui siamo circondati. Finalmente, dopo qualche interminabile minuto, ce lo indica! E' a meno di dieci metri da noi ma così perfettamente mimetizzato che sarebbe stato veramente impossibile individuarlo senza l'aiuto di occhi esperti. Sta dormendo e, non potendo avvicinarci oltre, vediamo solo la testa. Passano i minuti e pian piano assistiamo al risveglio del...gattone! Proprio come un micione troppo cresciuto, Neo tende le orecchie, alza la testa, sbadiglia e si stiracchia usando un tronco come tiragraffi. Emozionante! Successivamente, in pochi passi sfila a qualche metro da noi, senza degnarci di uno sguardo, e scompare nuovamente nel bush. A quel punto la guida rimette in moto ed usciamo dalla radura di rovi, sperando di incrociarlo in un punto di savana più aperta. Per fortuna non dobbiamo aspettare molto e come un'apparizione ecco che si mostra in tutta la sua bellezza. Siamo al settimo cielo, poter ammirare con calma quello che, senza dubbio, è il più affascinante ed elusivo dei big five è un privilegio raro. Lo seguiamo con lo sguardo fino a quando non scompare nuovamente tra il bush. La guida ci asseconda ancora e si sposta abilmente fino ad una posizione dove ce lo troviamo ancora una volta davanti. E Neo ci regala ancora un po' della sua aurea, attraversando placido l'erba bassa, sfilando fiero verso i cespugli. "...and just like magic, he's gone! ...now let him be" sentenzia la guida. E noi ti lasciamo andare, meraviglioso Neo, padrone delle Plains, augurandoti lunga vita! Abbiamo il cuore a mille e siamo incredule per questo incontro davvero magico. E non c'è miglior conclusione a questa magnifica esperienza che il classico sundowner! Brindiamo con spumante e gin&tonic da una posizione davvero mozzafiato con una vista a perdita d'occhio sui 22mila ettari della riserva. Ho poche parole per descrivere questo tramonto che è sicuramente uno dei più belli della mia vita e affido le emozioni di quel momento a questa citazione tratta da La Mia Africa "il respiro del panorama era immenso. Ogni cosa dava un senso di grandezza, di libertà, di nobiltà suprema... Lassù si respirava bene, si sorbiva coraggio di vita e leggerezza di cuore." ... continua.4 punti
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19 Giugno 2023 Questa mattina è l'ultima che trascorriamo nel parco e abbiamo deciso di dedicarla al safari guidato del mattino che parte dal Camp di Namutoni. Partiamo alle 6:30 davanti al ristornate dove faremo colazione al nostro rientro. La guida è un corpulento omone, dopo il solito veloce breefing sulla sicurezza e l'ammonimento che siamo in natura e gli avvistamenti non sono garanti da nessuno se non dalla pazienza e da un briciolo di fortuna, mette in moto e partiamo. Ci dirigiamo subito alla pozza di Koinachas che però troviamo vuota. Una coppia di turisti locali ci informa che la notte precedente hanno sentito ruggiti in lontananza e sperano di avvistare i leoni residenti in questa zona. Noi cambiamo rotta e proseguiamo verso la Chudop Waterhole, dopo un paio di incontri ravvicinati con delle ienette alla ricerca di cibo. Alla pozza troviamo solo una coppia di sciacalli, maschio e femmina, intenti nella caccia. Lui si rilassa mentre lei si da un gran da fare nel tentativo di sorprendere le numerose colombe che bevono ai bordi della pozza. La sua tecnica consiste nel muoversi con cautela, cercando di sorprendere una colomba e sperando che una delle prede scappi verso di lei. Purtroppo durante il nostro passaggio non ha successo ma speriamo abbia avuto miglior fortuna più tardi. Gli avvistamenti importanti proseguono quando ci troviamo faccia a faccia con un rinoceronte nero che ci fissa per molti minuti. E' l'incontro più ravvicinato che faremo con questi magnifici animali durante questo viaggio e sono decisamente contenta di sentirmi al sicuro a bordo del nostro veicolo da safari, scattando foto con calma e senza la paura di dover accelerare in fretta nel caso il rinoceronte non gradisse troppo la nostra vicinanza. Tornati sulla strada principale, con grande sorpresa, incrociamo niente poco di meno che un tasso del miele. Questo piccolo, ma temerario animale, è noto per la sua straordinaria resistenza e aggressività, tanto da non temere predatori molto più grandi, compresi i grandi felini. Sono davvero entusiasta, perché qualche giorno prima ci eravamo fermate per un ingorgo causato dalla presenza di un altro tasso, ma purtroppo, nonostante le indicazioni degli altri safari, non eravamo riusciti in nessun modo a vederlo, tanto era nascosto nel bush! Un altro eccezionale incontro è con un gruppo di eland, la più grande specie di antilope vivente, con il caratteristico mantello chiaro e particolari corna a spirali. La nostra guida è particolarmente eccitata perché, a detta sua, sono animali estremamente schivi e che solo una grande necessità di acqua li avrebbe spinti ad esporsi fino alla pozza. Nel frattempo le ore di safari sono volate e la nostra guida fa ancora un tentativo per incrociare sul suo e nostro cammino un predatore. Prima di rientrare al campo ci porta alla Fisher Pan Drive, che disegna un anello dietro Namutoni, e ci porta fino alla carcassa di un cucciolo di giraffa, scoperta qualche giorno prima. Purtroppo ad attenderci troviamo solo due simpatiche iene che si stanno contendendo solo più le poche ossa rimaste. È ormai il momento di tornare. Al nostro rientro al campo, siamo praticamente sole, poiché tutti gli altri safaristi sono già partiti da un pezzo. Facciamo quindi colazione in tranquillità e poi ci dirigiamo al nostro bungalow per recuperare i bagagli. Lasciamo l'Etosha a malincuore: uscire dal parco significa inevitabilmente dirigersi verso sud, verso Windhoek, e quindi verso la fine di questo splendido viaggio. Ci aspettano 400 Km di asfalto prima di arrivare al Waterberg Camp NWR, dove abbiamo deciso di passare la notte. Come già scritto in premessa, la scelta di alloggiare qui è stata fatta per diversificare rispetto ai paesaggi che sapevamo avremmo visto fino a questo momento. Il Waterberg è infatti un imponente altopiano che si eleva di circa 200 metri sopra le pianure circostanti, creando un ecosistema unico rispetto alle altre zone della Namibia. Con il senno di poi, avremmo dovuto probabilmente optare per passare la notte ad Okonjima, la nostra destinazione per il giorno successivo. Non solo perché arriviamo al camp NWR abbastanza tardi e stanche, dopo aver percorso buona parte della B1 e attraversato un numero imprecisato di paesi che iniziano per O... ma soprattutto perchè troviamo il posto purtroppo allineato alle pessime recensioni lette su TripAdvisor che avrebbero dovuto farci desistere. Per fortuna non avevamo molto in programma, se non una passeggiata sui sentieri "escursionistici" attorno al campo ma dopo qualche passo lasciamo perdere anche quelli perchè li troviamo invasi da rovi e, peggio, da babboons! La camera, pur essendo economica rispetto agli standard namibiani, è decisamente deludente, così come la bistecca che ci servono a cena. Non ci resta che andare a dormire e svegliarci presto l'indomani per goderci appieno la giornata alla Okonjima Nature Reserve!4 punti
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27 agosto 2024 (Mokopane - Johannesburg - Roma) Ed eccoci alla fine sul serio. Ultima doccia africana nel nostro bagnetto strafigo, c'è anche la vasca in cui ieri mi sono trattenuta dall'affogare Maritone quando si è perso le chiavi (e comunque non è vero che ero arrabbiata, ho solo ringhiato sommessamente per trenta secondi al massimo ... arrabbiata davvero ancora non mi ha mai vista ) Ci accomodiamo nel salone per gustare una sontuosa e leggerissima colazione, preparata dalla gentilissima e sollecita mamma/suocera dei titolari, e per salutare umani e canucci in questa malinconica mattinata, con uno spirito ben diverso da quando siamo usciti l'altra volta da questo cancello ... Che ci sarà mai da raccontare oggi? dobbiamo solo arrivare a Johannesburg, ammazzare il tempo fino all'ora di andare in aeroporto, rinconsegnare la Sphiggy a cui nonostante tutto ci siamo affezionati un sacco, salutare il CARISSIMO Luan e prendere il nostro LufthANSIA ciccione, sospirando già il prossimo ritorno in Africa, dopo tutto. Ma no, a noi non piace annoiarvi e quindi abbiamo in serbo un'ultima scoppiettante avventura! partiamo bel belli, ci facciamo le nostre due ore di autostrada, le soste pipì, i sospiri di prammatica e ci diciamo che Johannesburg probabilmente è pericolosa quindi per stare tranquilli sarà meglio evitare il giro in centro come invece abbiamo fatto l'ultima mattina a Windhoek alla fine del viaggio di nozze. Com'era? Beati gli ingenui e i puri di cuore Per mio grande diletto Paolo propone di andare a spiaggiarci in un centro commerciale vicino all'aeroporto, magari facciamo un ultimo giro al supermercato che ci manca ancora un barattolo di delizionsa Perinaise Nando's (la maionese piccante e agliosa più buona di tutti gli emisferi conosciuti e non, perché siam boccucce delicate) ... con il mio solito entusiasmo da shopping acconsento, arriviamo, parcheggiamo, entriamo e puntiamo diretti un supermercato ENORME, una specie di Walmart tenuto meglio e più fornito. Ci stiamo deliziando con l'acquisto di altro biltong - ennesima droga! - e siamo tutti presi dal più sfrenato consumismo alimentare quando all'improvviso risuonano tre o quattro colpi secchi e la gente comincia a ondeggiare e fuggire in tutte le direzioni ... restiamo impietriti mentre mi passa per la testa un fragoroso "Caxxo, lo sapevo che non dovevamo entrare al Walmart" ... faccio appena in tempo a ricordarmi che non siamo al Walmart e non siamo in USA, a pensare astutamente che devo coprire Paolo se riesco a capire da che parte arriva il pericolo e a guardarlo con aria smarrita che dall'altoparlante ci rassicurano che non è successo niente e di stare tranquilli, no panic, tutto sotto controllo. La gente torna a farsi gli affari suoi, tutti belli sereni e ridacchiosi, una coppia di corpulente signorone mi dice ridendo tutta allegra "sentito che casino?" e al mio "sì, ma che è successo?" ridono ancora più forte e mi rispondono "niente, niente, è stato fuori". Un po' perplessi ma tutto sommato rassicurati riprendiamo con lo shopping, curiosiamo dappertutto, paghiamo, usciamo e naturalmente mi scappa la pipì. Usciti dal bagno non ci accorgiamo di aver preso una direzione diversa da quella da cui siamo arrivati e vaghiamo disperati per una ventina di minuti senza riuscire a raccapezzarci, finché una ragazza gentilissima a cui mostriamo il sacchetto del supermercato per spiegarle dove abbiamo parcheggiato ci risponde che dobbiamo tornare nell'altro centro commerciale, perché abbiamo sconfinato nel secondo , e ci spiega come fare. Ci avviamo commentando che i mall americani hanno solo da imparare sul come intrappolare i turisti, e nel mentre vedo un nastro giallo che circonda qualcosa in mezzo al corridoio. Avvezza alle meraviglie della metro di Roma dico tutta allegra a Maritone: guarda, anche qua gli piove dentro Ci avviciniamo e ... ehm, no, non piove dentro. Non è un secchio la cosa che ho visto, è un contenitore che circonda un ... bossolo. E sul nastro giallo c'è scritto CSI - POLICE. E più avanti lungo il corridoio di sono altri nastri gialli che circondano altri bossoli, più avanti ci sono dei buchini nel soffitto ... e più avanti ancora, una gioielleria con il bancone di cristallo esploso in minuscoli frammenti e delle ragazze in lacrime che parlano con un agente, un vago aleggiare di fumo, parecchi militari e un paio di poliziotti con la ghiacchetta CSI Insomma, per farvela breve, ho scoperto leggendo i giornali locali nei giorni successivi che - un po' avevamo intuito, eh - c'è stata una rapina parzialmente fallita alla famosa gioielleria perché le commesse sono riuscite a far scattare l'allarme. I rapinatori in fuga hanno sparato dei colpi, per la maggior parte verso l'alto, ma un proiettile ha colpito di striscio alla gamba un poveraccio che stava pagando il parcheggio alle colonnine, e sono scappati su quattro macchine rubate. Alcune persone sono state arrestate il giorno successivo e la refurtiva recuperata. Alla fine non ci siamo veramente resi conto di cosa stesse succedendo fino a cose ormai finite, ma la sensazione di relax spensierato si era ormai dissolta, e anche se dato il numero di poliziotti e militari che giravano eravamo probabilmente nel posto al momento più sicuro della città abbiamo preferito puntare subito l'aeroporto e andare a rifugiarci in una sontuosa lounge dove il buffet esagerato ci ha fatto velocemente tornare l'appetito e il buonumore Tutti presi dall'emozione ci siamo dimenticati di fare il pieno alla Sphiggy, ma il CARISSIMO Luan ha pensato bene di non addebitarci le commissioni per il servizio, oltre a scusarsi profusamente e rimborsarci per le varie riparazioni che avevamo pagato in corso di viaggio, gomma minipimerata ovviamente esclusa (a quella ci ha pensato Santa Amex). Sono passati ormai quattro mesi e mezzo dal nostro rientro, e ci restano solo e soltanto immagini luminose e felici negli occhi, i contrattempi e le disavventure sono diventate simpatici aneddoti da raccontare agli amici a cena tra grandi risate, e il nostro cuore continua a cantare una canzone africana ... ci manchi, bellissima. Non so quando, non so dove, ma so che torneremo 💖4 punti
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24 Agosto - Senyati - Elephant Sands Si avvicina la fine di questo viaggio, da oggi si parte in direzione sud, ci svegliamo al Senyati con una splendida alba. Facciamo colazione sulla nostra veranda, godendoci la vista sulla pozza, per il momento non ci sono elefanti, ma tantissimi hornbill che vengono a cercare qualche briciola dai nostri muffin. All'improvviso, all'orizzonte si vede una nuvola di polvere, c'è un animale che corre, cominciamo a chiederci cosa fosse, quando si avvicinano vediamo che sono tanti animali che corrono insieme! Sono delle manguste, meno comodose di quella domestica che ha eletto il Senyati a sua residenza, ma una famiglia numerosa e divertente! Sì, perché corrono in gruppi serrati, poi la prima si ferma e tutte le altre si ammucchiano sulla capofila, come un enorme tamponamento a catena! E lo fanno più volte, ripartono tutte insieme e poi tump tump tump, tutte ferme! Salutiamo la mangustina, che col suo "pi pi pi pi" cerca coccole, il gattone che ha deciso di vivere qui e che ancora non sa che dopo pochi giorni avrebbe detto addio alle sue pallette e via, pronti a partire! Prima fermata, il Lesoma Memorial, di cui avevamo letto nel travelbook che ci ha dato Peo... Questo memoriale ci racconta una storia che non conoscevamo: il Botswana al momento dell'indipendenza aveva deciso di non dotarsi di un esercito, convinti del fatto che essendo pacifici nessuno dei loro vicini li avrebbe attaccati, avevano solo la Botswana Defence Force che aveva compiti di sorveglianza. In un pianeta in cui vivono gli unicorni e gli elefanti fanno puzzette profumate sarebbe fantastico, ma nel nostro mondo non è una grandissima idea... i guerriglieri della Rhodesia (attuale Zimbabwe) sconfinavano abitualmente da questo lato del confine e nel 1978 ci furono parecchie scaramucce con la BDF, che culminarono con il Lesoma Disaster, quando nel villaggio di Lesoma i guerriglieri uccisero 15 agenti e 2 civili. Una volta arrivati sull'asfalto prende il comando di Miss Sphiggy Barbara, che, tranquilla come Maria Antonietta verso la ghigliottina, ci porta fino a Pandamatenga, con il suo terreno nero e fertile, il granaio del Botswana. Mancano circa 120 km, facciamo il cambio ad un distributore proprio a Pandamatenga, parto e... Meno di un chilometro dopo, da un'auto ferma sul ciglio della strada salta fuori un poliziotto che si sbraccia e mi fa segno di accostare, si avvicina e mi dice: "Vieni alla macchina con la patente..." Mi avvicino e mi fanno vedere il video del mio passaggio con Miss Sphiggy che sfreccia a 74km/h quando il limite è 60km/h... 380 pula, grazie e ricordati di rispettare i limiti, gli 80km/h sono più avanti, dopo il cartello... 😡😡😡😡😡😡😡 Dopo un'oretta di viaggio e dopo aver passato un controllo sanitario con tanto di sciacquata di scarpe e di ruote, eccoci alla svolta per Elephand Sands, dove colto da un impeto di sadismo e cattiveria, decido di far percorrere a Barbara l'ultimo tratto, tutto su sterrato e su sabbia profonda... 😂 Nonostante il terrore, si comporta benissimo e non si insabbia nemmeno! All'Elephant Sands scopriamo alla reception che è tutto "At the Baaaaar", connessione, ricarica cellulari, bevande... e proprio dalla terrazza del bar ci godiamo un pomeriggio relax gustandoci del succo di frutta e gli elefanti che bivaccano intorno alla pozza! Ma non solo elefanti, anche gli uccelli, molto propositivi e sempre alla ricerca di un boccone tra i tavoli, hornbill e storni splendenti di Burchell con i loro fantastici colori e i versi striduli. Ci facciamo un aperitivo con Savannah Dry e biltong sulla terrazza del nostro chalet e per la cena torniamo al baaaar, dove ci attende un'ottimo buffet, uno dei più buoni di questo viaggio. Ma lo spettacolo è dopo cena, quando l'intero branco di elefanti si presenta alla pozza, tutti alla ricerca dell'acqua... la cosa più stupefacente è che gli elefanti sono silenziosissimi quando camminano, nel buio si percepiscono solo quando barriscono, ce li siamo trovati praticamente accanto senza accorgene.4 punti
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Cari amici del forum, abbiamo appena acquistato voli Linate - Las Vegas dal 22/08 al 05/09 con KLM e scalo comodo su Amsterdam! Dal momento che il giro sarà il classico Grand Circle, nonostante qualche centinaio di euro in più di spesa, sono molto contenta di volare su LV ed evitare il trasferimento da/per il LAX!4 punti
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Buongiorno! Dato che nel 2025 festeggeremo i 25 anni di matrimonio (o di detenzione, come dice Denis ) sto ipotizzando un fantomatico loop su Las Vegas per il prossimo agosto. Mi piacerebbe inserire, oltre ad almeno 3 giorni a LV, posti in cui non siamo mai stati e, nello specifico: Sedona, Petrified Forest/Painted Desert e poi il New Mexico, in primis per le White Sands, poi una puntatina ad Albuquerque (per Breaking Bad), Bandelier NM e poi ?? Supponendo di avere un paio di settimane abbondanti, che giro fareste? Ho dato un'occhiata ad un diario di @Lizzina che toccava più o meno tutti i posti che ho in mente ma, non conoscendo la zona (a parte le immediate vicinanze di Las Vegas), non ho idea delle tappe...inoltre, guardando su Maps, mi sembra che gli USA si siano "allargati" ancora di più e sinceramente non vorrei fare tappe infinite anche perché i 25 anni di detenzione potrebbero concludersi proprio in terra americana Grazie!4 punti