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I Panda in Uganda - Gennaio 2023


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11 gennaio - Mgahinga National Park

 

Oggi è il giorno più atteso del viaggio, quello dei gorilla!

Sveglia alle 5:20, colazione alle 6 con caffè, frutta e pancake, partenza alle 6:30 con una passeggera in più, che però si fa attendere...

"Robert, sei sicuro di fare in tempo se dobbiamo aspettare una persona?"
"Non sei mai in ritardo, se vai a scuola col professore!"

 

E ancora una volta, Robert ha le sue conoscenze, anche importanti! 😁
Sì, perché ci sono 2 parcheggi per il parco, uno è in alto, l'altro è in basso, con una lunga scalinata che porta al Visitor Center... indovinate dove parcheggiamo con "il professore"? 

La strada per arrivare è terribile, da qualche giorno sono iniziati i lavori di ripristino dopo la stagione delle piogge, ma nuove precipitazioni hanno reso il percorso ancora più impraticabile!

Apprezziamo le 4 ruote motrici del nostro Aiace e arriviamo in perfetto orario.

 

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Barbara è atterrita, sull'orlo del panico ripensando a quello che ha passato 9 anni fa, è quasi pentita di rifarlo!

Noi siamo carichi, preoccupati ma forse ignari di quello che potrebbe aspettarci, ci gustiamo la danza di benvenuto e di buon augurio.
 
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Siamo pronti alla partenza, c'è altra gente con noi e questo manda Barbara ancora più nel panico, ma quando arriva Juventin, il nostro ranger per oggi, restiamo solo noi 4, gli altri fanno il trekking per il vulcano, circa 8 ore di cammino.
 
Rapido briefing con Juventin, sosta prepartenza ai bagni e si parte! Ah, vista la nostra culopesaggine, decidiamo di prenderci dei portatori per gli zaini, mai scelta fu più azzeccata, Jennifer, la portatrice di Barbara, la aiuta in tutti i passaggi più difficili e i 3 ragazzi che ci hanno seguito sono stati fantastici. Partiamo, noi 4, Juventin, i 3 portatori e il ranger armato, per la nostra sicurezza.
 
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Ed eccolo, Juventin, in tutto i suoi 190cm di altezza che ci aggiorna sulle procedure in caso di emergenza:
  • Emergenza A: avvisi il ranger, quindi vai dietro un cespuglio e la fai.
  • Emergenza B: avvisi il ranger, lui ti scava una buca col machete profonda almeno 30 cm dietro ad un cespuglio, tu la fai e poi ricopri il tutto...
Il primo incontro con la fauna del posto non è dei migliori...
 
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Un vermone della dimensione di un grosso wurstel!
 
Ma poi continuiamo a camminare ai bordi del Mgahinga, che è il più piccolo dei parchi dove vivono i gorilla, siamo praticamente al confine con Congo e Ruanda, alle pendici di 3 degli 8 vulcani che formano la catena delle Virunga Mountains. Questi sono dormienti, ma 2, entrambi in Congo, sono ancora attivi e hanno eruttato pochi anni fa.
 
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Lungo il percorso, Juventin ci fa conoscere piante e animali, ci descrive le impronte che troviamo, ci racconta del muro, che divide il parco dai campi circostanti e che viene continuamente rinforzato dai contadini del posto, per evitare che elefanti e bufali scavalchino, devastando i campi.
 
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Camminiamo nella boscaglia fitta per circa un'ora, finché non incontriamo i veri eroi del parco, la squadra di battitori che è partita all'alba, alla ricerca delle tracce dei nostri gorilla... Sanno dove hanno dormito stanotte e hanno seguito le impronte per sapere dove sono ora e sono in contatto continuo con i ranger via cellulare, la copertura è ottima anche in mezzo alla jungla!
 
In una delle poche radure, Juventin si ferma e ci dice che da questo momento saremo soli, portatori e battitori si fermano lì, prendiamo solo l'indispensabile dagli zaini, igienizziamo le mani, tiriamo su le mascherine, le ultime raccomandazioni su come comportarsi e...
 
"Ecco il primo!"
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A pochi passi da noi, quasi non realizzo che c'è un gorilla accanto a me, che sta tranquillamente piluccando dalla pianta, accanto all'albero!
 
Questa è una famiglia nella quale convivono 3 maschi adulti, un dominante e 2 sottoposti, alcune femmine, alcuni giovani e un baby gorilla di circa 2 anni e mezzo.
 
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A turno vediamo i 3 maschi, uno dei quali, dopo essersi stiracchiato, comincia a dirigersi verso di noi...
 
"Non vi muovete, non vi agitate, non urlate, non cercate di imitarli, non alzate le braccia!"
 
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E il grosso silverback ci passa praticamente sui piedi! Lo so, la foto fa cagare, ma ci è passato davvero a pochi cm!
 
Vediamo una mamma allattare il cucciolo più giovane e, visto che è geloso, anche il fratello più grande!
 
Il piccolo è un vero attore, comincia a giocare tra i rami, guardandoci curioso, ci mostra quanto è bravo ad appendersi, a rimbalzare, a testa in giù, appeso solo con le zampe posteriori!
 
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Dietro alla cortina di alberi, sentiamo i suoni degli altri componenti del gruppo, ma questo silverback ha deciso che quella è la sua posizione preferita per schiacciare il pisolino odierno e non ha intenzione di spostarsi!
 
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Rinuncio all'idea di disturbare un bestione di un metro e 70 per 200 kg di peso e con la forza di sollevarmi con il mignolo e lanciarmi fuori dal parco, i battitori cercano di aprire un'altra via, ma, rispettando il nome del parco vicino, anche qui la foresta è particolarmente impenetrabile e ci "accontentiamo" del nostro gruppetto, anche perché il piccolo è particolarmente simpatico!
 
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Ah, tornati a casa, questa foto ha scatenato l'ilarità di Barbara, che non faceva che pensare "Ma dove l'ho visto questo?"
 
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😂😂😂😂
 
Passiamo un'ora in compagnia dei gorilla, praticamente volata, il piccolo gioca, spulcia il silverback, mangia, salta...
 
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"Sembri tu la domenica pomeriggio sul divano"...
 
ah, l'amour...
 
Si, perché il gorilla dorme, si gratta e tira degli scoreggioni prepotenti!
 
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Appena li lasciamo, troviamo i nostri angeli custodi, coloro che hanno reso la giornata davvero indimenticabile!
Nella prima foto scattata, avevano tutti un'espressione truce ma appena gli dico "hey guys, a smile for us", sorridono quasi tutti... il più cattivo mantiene l'espressione truce finché non gli allunghiamo una generosa mancia!
 
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È stata un'esperienza fantastica, torniamo verso l'uscita con gli occhi pieni di meraviglia per quello che abbiamo appena vissuto, incontriamo altri animali, tra cui un bellissimo camaleonte.
 
Una volta arrivati al visitor center, Juventin ci consegna i diplomi di Gorilla Tracker, che prima o poi finiranno in cornice!
 
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La giornata terribile vissuta da Barbara nel 2014 non è nemmeno paragonabile a questa, in meno di 4 ore siamo andati e tornati su sentieri anche abbastanza facili ed aperti.
 
Abbiamo anche il tempo di tornare in hotel per mangiare la nostra lunchbox e riposarci, prima di ripartire per l'esperienza prevista per oggi...
 
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Il caffè!
 
Si, perché fin dalla colonizzazione inglese, l'Uganda è un produttore di té e caffè!
 
Per il caffè la gestione è statale, tutti i raccolti vengono conferiti alla UCDA che si occupa dell'esportazione, anche per le piccole realtà, che comunque possono utilizzare una parte del raccolto per loro e lo vendono localmente.
 
Oggi pomeriggio visitiamo la Kisoro Volcanic Organic Coffee, gestita da Peter, sua moglie e la squadra di calcetto con riserve formata dai figli. 
Peter ci accompagna descrivendoci tutte le fasi della coltivazione del caffè, dalla piantumazione alla raccolta a mano delle bacche mature, il modo migliore per ottenere un caffè di qualità e strappare un prezzo più alto alla UCDA.
 
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Passiamo tutte le fasi, dal lavaggio delle bacche alla separazione dei semi, l'essiccazione e la battitura, per finire con la tostatura in 3 gradi diversi, light, medium e dark, tutto rigorosamente a mano!
 
La tostatura light è quella con più caffeina, la dark è quella più aromatica e leggera.
 
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Non possiamo esimerci dal dare una mano, per gustare il caffè, preparato per infusione!
 
"Robert, quanti anni ha il macinino?"
"Non lo so, lo usava già mio nonno e io ho 54 anni..."
 
Naturalmente, facciamo solo un assaggio, altrimenti stanotte ci tocca cercare una discoteca per passare la nottata!!!
 
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Naturalmente, ci portiamo a casa una light roast e una dark roast, sperando di riuscire a macinare il caffè da soli!
 
Ceniamo nuovamente al Coffee Pot, domani ci aspetta una giornata di quasi relax!
 
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4 ore fa, federicama dice:

uno di quei viaggi che non riuscirò mai a fare

 

... fino a dieci anni fa lo dicevo anch'io, poi l'ho fatto due volte :wub:

Non si sa mai, nella vita :wink2:

 

 

4 ore fa, acfraine dice:

Che viaggio super ragazzi!!!

 

Arizona ce la vedrei benissimo, tra un pochino. Pensaci :megalol:

Modificato da mouette
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24 minuti fa, federicama dice:

è obbligatoria l'antimalarica immagino per recarsi a vedere i gorilla ?!?

 

No, l'unica vaccinazione obbligatoria per l'Uganda è la febbre gialla. 

L'antimalarica è consigliata a seconda del periodo o delle zone che si visitano, a noi hanno prescritto il Malarone che io avevo già preso senza problemi nel 2014, ma che ho dovuto interrompere dopo una settimana perché iniziavo a stare male, oramai son vecia, ciò. Ho ovviato aumentando la frequenza delle spruzzate di repellente e curato meglio lo spargimento di permetrina sui vestiti. A un mese dal rientro nessun problema, toccando ferro :)

 

 

8 minuti fa, Lauretta83 dice:

Solo i gorilla valgono il viaggio!😍

 

Sì, è vero, e anche questa seconda volta è entrata nel pantheon delle emozioni più belle della mia vita :wub:

Modificato da mouette
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 12 gennaio 2023

 

Il letto è talmente scomodo che più che col mal di schiena ci alziamo con il mal di mare, visto che qualunque cosa facciamo siamo destinati a rotolare inesorabilmente uno verso l'altro ... quello che abbiamo fatto nei quarant'anni che abbiamo dovuto aspettare per incontrarci, inconsapevoli allocchi, in pratica :megalol:

 

Con l'avventura dei gorilla si è chiusa la parte più emozionante del viaggio, da qui è tutta discesa verso l'aereo che sabato pomeriggio ci porterà via da questo magnifico Paese che ha rubato il cuore anche agli altri tre, dopo aver tenuto in ostaggio il mio per nove anni ... ma sarà una discesa molto piacevole, una sorta di decompressione prima del ritorno al mondo reale. 

 

Colazione alle otto e partenza con tutta calma alle nove, oggi, ci aspetta il breve e tutto sommato comodo trasferimento a Lake Bunyonyi, stanotte dormiremo in un eco resort che occupa per intero una delle numerose piccole isole che lo costellano. 

 
 
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Il viaggio dura meno di tre ore e non è mai noioso, l'Uganda ha una varietà di paesaggi incredibile, dalle terrazze coltivate alle foreste alla savana, dai laghi vulcanici al Nilo, un'infinità di immagini da documentario sono scorse davanti ai nostri occhi in questa manciata di giorni. 


 
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A mezzogiorno siamo già all'imbarcadero, dove ci attende un sontuoso natante :Chessygrin: che conduce noi e i nostri bagagli a Kyahugye Island in dieci minuti di piacevole traversata. 
 
 
 
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Non rinunciamo mai a fare un po' gli scemi, ma perché mai dovremmo, dopotutto? :razz:

 

 
 
 
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L'eco resort si rivela uno dei posti più in salita di tutta l'Uganda ... altro che Bwindi Impenetrable Forest, qua sì che ci vuole il fisico! :megalol:
 
 
 
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Superati gli abissi e le risalite dei vialetti, veniamo premiati da una bellissima casetta tutta per noi :wub:
 
 
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Ordiniamo l'ottimo pranzo che ci viene servito nel giro di un'oretta, che impieghiamo a sistemarci e rilassarci un po' ed a sperare che Giove Pluvio se ne vada a pluviare da qualche altra parte, come ci ha promesso Robert assicurandoci che qui il meteo cambia molto velocemente ... 
 
 
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Il tempo da lupi però non sembra propenso a lasciarci e dopo mangiato ci ritiriamo ancora un po' nei nostri appartamenti ... quando smette di piovere io e Paolo ce ne andiamo un po' a zonzo per l'isola, che per quanto piccola ha molti ospiti non umani ... 
 
 
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Qualcuno sostiene addirittura di aver avvistato un panda ... mah, sono scettica :razz:
 
 
 
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Di sicuro non mancano le gru crestate, simbolo dell'Uganda, tanto da apparire anche sulla bandiera nazionale ... 
 
 
 
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Finalmente verso le 16 il meteo decide di darci tregua e possiamo partire per la gita promessa, piacevole, placida, rilassante, insomma bellissima. La luce non è il massimo per le foto, ma giunti quasi a fine vacanza possiamo ritenerci soddisfatti e in qualche modo sazi, non ce la prendiamo più di tanto e passiamo a goderci il qui e ora senza rimpianti.
 
 
 
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Incrociamo tre signore che tornano verso casa dopo essersi occupate dell'orto che coltivano su una delle isolette, delle famigliole di rientro a casa, dei bimbetti che girano da soli in barca come noi in bicicletta quando nella mia preistorica infanzia si poteva ancora farlo senza troppo pericolo :)
 
 
 
 
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Se mai dovessi scrivere un noir, ho pronta la copertina :cool:
 
 
 
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Questo albero così gotico si trova al centro di Punishment Island, dove un tempo (neanche troppo remoto) venivano abbandonate le "zoccolette" che restavano incinte fuori del matrimonio, lasciate lì ad aspettare qualcuno che venisse a prendersele per fare di loro una sorta di schiavette ... immagino qualche vedovo con uno stuolo di figli, o qualcuno che avesse bisogno di braccia per i lavori di fatica ...
 
 
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Oltre ai cormorani incontriamo altre gru coronate, bellissime e maestose :)
 
 
 
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Rientrati sulla "nostra" isola, rifacciamo la salitona che ci toglie ogni remora sulla cena di stasera, e incontriamo degli ibis e qualche impala, ma non la zebra (!) che ci era sembrato di intravvedere al nostro arrivo, peccato. 
 
 
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Non ci resta che sperare in un bel tramonto, dopo questa giornata decisamente più rilassante delle ultime, e non resteremo delusi.
 
 
 
 
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Vagabonda vagabonda, a un certo punto ci fermiamo a pomiciare (eh, i primi tempi :inlove2:) ma non sono a mio agio, mi sento osservata ... mi giro e ... ma allora ti avevamo vista sul serio! :megalol:
 
 
 
 
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Non mi sono mai avvicinata così tanto a una zebra in vita mia, non a piedi almeno :)
 
 
 
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Ma non è sola, sebbene il suo amico abbia meno quarti di nobiltà da vantare :Chessygrin:
 
 
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Eccallà, lo juventino socializza subito con la bestiola sbagliata. Paolo, è l'altra la bianconera! :razz:
 
 
 
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La cena è buona quanto il pranzo, ce la gustiamo con un pizzico di malinconia sapendo che domani e l'ultimo giorno intero di questa vacanza volata in un soffio tra le pieghe del tempo.
 
 
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