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Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...


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Domenica 20 maggio 2018

 

 

 

Maledetti letti separati! Fa freddino, anche se meno di quanto pensassi, e i due singoli anche se accostati ci complicano l’operazione “sposini che dormono avvinghiati”, ma in qualche modo e come sempre vinciamo noi. Sappiate poi che la pipì dell’una di notte sotto le stelle è un bellissimo ricordo! Mi sono innamorata di questo posto 💓
 
Alle sette abbiamo il village walk con la stessa guida di ieri sera (venticinque anni … sigh!). Il titolare ci ha avvertiti che molti turisti ne restano delusi perché si aspettano scene folcloristiche, balletti, costumi, insomma tutto l’armamentario che io detesto, ed è bastato questo a convincerci a prenotare il giro. Ne usciamo davvero soddisfatti, incuriositi e con i piedi zuppi: non abbiamo visto nulla di straordinario, eppure in un certo senso è stato tutto straordinario. Camminare sulla loro terra, con uno di loro, ascoltando la vita quotidiana, i problemi, scoprendo le usanze … è una di quelle cose che danno un senso al viaggio, tanto quanto incontrare un branco di elefanti o una coppia di leoni che fanno colazione con uno gnu.
 
Ci racconta delle mucche, delle capre, della siccità, della petizione che hanno inviato al dipartimento dell’agricoltura perché mandino un rappresentante fisso ad ascoltare i loro problemi e le loro richieste, hanno anche preparato le fondamenta per la futura sede dell'ufficio. Ci racconta che il mese scorso un ghepardo ha ucciso cinque capre in un solo allevamento, ci mostra un aspetto diverso a cui non avevamo pensato, i magnifici predatori che popolano i sogni dei turisti sono anche negli incubi dei contadini e degli allevatori. Iene, sciacalli, ghepardi, elefanti, possono produrre danni enormi, e la popolazione ha bisogno di aiuto per contenerli senza far loro del male, perché comunque tutti capiscono benissimo il senso della protezione accordata alle specie più fragili e rare.
 
Ci racconta che prima del 2012 – data di nascita del Madisa Camp – un’alluvione ha devastato il villaggio distruggendo il pozzo, poi la siccità ha completato l’opera e più di un allevatore si è trovato a dover ricominciare daccapo, con tutto il bestiame morto o svenduto. Sono partiti per la città, hanno lavorato fino a mettere abbastanza da parte per ricomprare gli animali, e sono tornati … credo sia impossibile per loro rinunciare a vivere qui, nonostante la fatica, i problemi, i frequenti disastri, il richiamo della terra madre è sempre più forte.
 
 
 

 

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Ce ne ripartiamo più ricchi, lasciando più ricco ed entusiasta anche il ragazzino che si occupa della cucina, che non crede ai suoi occhi quando gli lasciamo anche la mancia post colazione e ci regala uno dei sorrisi più belli del viaggio. Un altro arriva poco dopo, quando vediamo una famigliola locale – mamma papà e cinque bimbi! - alle prese con il cambio di una gomma a bordo strada e ci fermiamo per chiedere se hanno bisogno di aiuto. Non abbiamo la pompa elettrica che gli farebbe comodo, ma quando Paolo si offre di gonfiare a mano la ruota di scorta al posto della figlia maggiore che si stava impegnando allo spasimo ma è pur sempre una ragazzina, accettano con entusiasmo, come i bimbi accettano entusiasti le polaroid che gli scattiamo tra grandi risate. Ci raccontano che per fortuna abitano “vicinissimi”, a quindici chilometri da lì, e non sono nuovi a questi inconvenienti … e di nuovo, salutata la famiglia, ripartiamo più ricchi ed allegri.

 

 

 

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Prima tappa in programma oggi, Petrified Forest … sono consentite solo visite guidate e passiamo un’interessante mezz’oretta con una giovane paffutella che parla un inglese abbastanza facile perché riesca a seguirla anch’io, a cercare di immaginare cosa siano i milioni di anni che sono stati necessari per fare pietra di questi tronchi che affiorano e ci guardano, dopo aver visto chissà quali sconvolgimenti e disastri, alluvioni, frane, incendi … a conferma che sono le avversità a farti diventare roccia J

 

 

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Dopo la Petrified Forest tocca a Twyfelfontein – la Fonte Indecisa, a volte c’era a volte no – dove si trovano, disseminati su un’area abbastanza ampia, antichi petroglifi che immancabilmente troviamo molto somiglianti a tanti già visti, nel deserto del Marocco e in quello del New Mexico, a Mesa Verde e a Capitol Reef. Mi affascina sempre scoprire come l’evoluzione dell’umanità segua a tratti gli stessi percorsi e poi si ramifichi tra mille tradizioni e mille differenze, mi fa sentire ricca. Paolo completa tutto il percorso, io rinuncio all’ultimo pezzo, troppo esposto e scosceso per i miei gusti, così mi perdo l’Uomo Leone, scelto come simbolo del sito, ma resto comunque soddisfatta. Il ragazzo che ci fa da guida poi, oltre a essere molto preparato e simpatico, mi dimostra una particolare cortesia, saputo che sono sorda si sforza per tutto il tempo di parlare più chiaramente e lentamente possibile il suo già ottimo inglese … quanto apprezzo queste piccole gentilezze, anche se ho sempre con me il mio traduttore e interprete personale J
 
 
 

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Decidiamo di rinunciare sia all’Organ Pipe che al pranzo (per l’ottima ragione che da qui al Lodge c’è un nulla assolutamente nullissimo e nessun modo di procurarci pappa, per fortuna abbiamo le provviste e ci sfamiamo con un imponderabile misciotto di biltong, crisp di lenticchie, succo di guava, noccioline … insomma, il solito mix tutta salute di ogni OTR che si rispetti ^^) e andare direttamente al lodge: stasera ci aspetta il Grootberg, che tanta pena ci ha dato in fase di prenotazione, ma intorno alle cui date disponibili abbiamo costruito la seconda parte del viaggio … le aspettative sono altissime.
 
Lungo il percorso abbiamo fortuna con gli avvistamenti: cacca di elefante, mucche, cacca di elefante, springbok, cacca di elefante, un kamikazoiattolo, cacca di elefante, capre, cacca di elefante. Insomma, tanto valeva andare a fare un giro al laghetto dell’EUR 😛
 
La salita per il Grootberg resterà nei miei ricordi. Peggiori :D
La maggior parte degli ospiti lascia la macchina al parcheggio alla base della prima salita, stretta, impegnativa, ripidissima e piena di sassi e prende la navetta, ma a Paolo non passa neanche per la testa di sottostare a una simile infamia, e io mi fido a sufficienza da non pensare nemmeno di proporlo. Se la cava benissimo, ma il centinaio di metri praticamente in verticale che porta al placido altipiano su cui sorge il lodge mette alla prova non tanto l’illimitata fiducia che ripongo nel mio eroe quanto il mio stomaco, che si chiude come un riccio alla vista dello strapiombo alla mia sinistra … tranquilli, per cena si riaprirà, avevate dubbi?
 
Le nostre attese non restano deluse, anzi … questo posto supera le nostre più rosee aspettative, la vista dal bungalow mozza il fiato e i miei occhi si riempiono subito di lacrime. Il benvenuto è caloroso, la stanza accogliente, il cestoneymoon che ci fanno trovare sul letto con i complimenti della direzione prontamente saccheggiato. Che c’è di meglio che sgranocchiare patatine, biltong, noccioline e bere spumante davanti all’immensità? Ovviamente mele e banane vengono lasciate con sommo sdegno. Roba sana? Scherziamo? Neanche la scoperta che abbiamo forato vale a scalfire di un pelo la nostra felicità.
 
 
 

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La cena è ottima, come sempre la carne fa la parte del leone … ma è un inatteso, graditissimo pollo, per quanto la selvaggina sia favolosa un’interruzione ogni tanto fa piacere. Scopriamo l’amarula, meravigliosa, e ci godiamo fino alla fine l’improvvisato (o più probabilmente perfettamente coordinato e studiato per sembrare improvvisato), emozionante spettacolo di canti tradizionali messo in scena a cena finita dal personale di sala e cucina.

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20 maggio 2018, the Lion Man

 

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Eccomi, solo per raccontarvi qualcosa in più sui petroglifi che abbiamo trovato!

Questo qui sotto, è una specie di mappa che indica le pozze d'acqua attive con un cerchietto puntato, quelle asciutte con un cerchio e in quale zone si trovano gli animali... in basso, vicino alla pozza ci sono orici e antilopi, mentre più in alto, ci sono i leoni...

 

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Altre sono una lavagna, per insegnare che forme hanno gli animali, ma non solo quelli della zona, come antilopi e giraffe, ma anche quelli della costa, come foche e pinguini (sulla destra).

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E per finire, il protagonista, il Lion Man...

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è la raffigurazione sciamanica di un uomo che si trasfigura in leone... infatti le zampe e la coda terminano con una mano a tutti gli effetti, con 5 dita invece dei 4 artigli del leone.

 

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21.05.2018 Grootberg Lodge


Oggi ci aspetta una delle escursione più belle del viaggio, l'elephant tracking al Grootberg Lodge.
La nostra guida è Kanu, faccia da figo, sorriso da piacione, praticamente un incrocio tra Harrison Ford e Eddie Murphy...

 

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 Ci farà compagnia quasi tutta la giornata, visto che sarà lui a farci compagnia anche per il giro al tramonto.


E diciamo che comincia subito alla grande... vede il Mostro con una ruota a terra e subito chiede di chi fosse l'auto... 

Gli do le chiavi, lui le passa all'inserviente, così al mio ritorno l'avranno riparata.

 

Partiamo alla ricerca degli elefanti... 

Si, ma come si fa a cercare gli elefanti?

 

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No, non con la linguaccia, è quello che faresti se cerchi qualcuno al paese... chiedi in giro!

Quindi cominciamo a chiedere a 2 col carretto, ad una famigliola che aspetta una macchina, agli abitanti di una delle fattorie dei dintorni... 

 

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Tra un gira e un rigira, Kanu ci presenta la bush toilet... No, non è il bagno di casa di un paio di ex presidenti USA, è qualcosa che suona come "find a bush, hide behind and use the toilet"... 

Ancora una volta Barbara invidia la comodità di poter firmare le rocce e la savana...

 

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In verità, ci sono 2 metodi per cercare gli elefanti e quando il primo non da frutti, allora si applica il secondo...

 

Qual è il secondo? Ma semplice, cercare la cacca di elefante!

Naturalmente Kanu è troppo figo per cercare cacche e manda il suo scagnozzo, da solo e a piedi, mentre noi in auto cominciamo a creare una strada, seguendo le info dal walkie talkie.


Si, creare... si lascia il sentiero, si punta un cespuglio, poi un fiume in secca, poi una pietraia, si trova un altro sentiero. 

 

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Barbara è preoccupata... 

 

Gli elefanti si muovono in linea retta, soprattutto perchè nessuno ha il coraggio di dirgli di sterzare, quindi, trovata una cacca, bisogna trovare la direzione... se la successiva cacca è più fresca, la direzione è giusta, altrimenti, sono dall'altra parte.

 

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Il battitore chiama e dice che li ha trovati e ha visto dove si stanno dirigendo... Kanu parte di fretta, recupera il povero battitore e palpatore di cacche di elefanti e via, verso la zona...

 

Ci fermiamo, il silenzio è palpabile, siamo tutti in attesa, qualcosa si muove...

 

Ma è una giraffa...

 

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Nessun problema, dice Kanu, gli elefanti sono dietro alla giraffa, pazienza e silenzio, arrivano!

 

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Eccoli, finalmente!

Sono elefanti del deserto, adattati per camminare su sabbia e pietrisco, la loro zampa è molto più larga degli elefanti che incontreremo dopo... la famosa zampa d'elefante!

 

Sono un branco abbastanza numeroso, formato principalmente da femmine che viaggiano in gruppo compatto a proteggere un cucciolo, e da un giovane maschio, che va vedere che è lui che comanda, sbattendo le orecchie e tirando su la proboscide.

 

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Notate la zampa dell'elefante?

 

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Dopo l'avvistamento, ci fermiamo nel bush restaurant, proprio accanto ad un'altra bush toilet, per il nostro pranzo, accompagnato dall'immancabile Savannah Dry, quindi, sazi e soddisfatti, riprendiamo la strada per il lodge.

 

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Arriviamo verso le 2, il Mostro ha la ruota riparata, allungo una mancia all'inserviente e poi in stanza!

Oggi pomeriggio abbiamo tempo per riposarci un po', quindi relax sulla nostra terrazza in attesa di partire verso il sunset drive.

 

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E questa volta, esploriamo il pianoro su cui sorge il lodge, alla ricerca del punto migliore.

Anche questo lodge è completamente gestito dai locali, cuochi, camerieri, inservienti, sono tutti namibiani e tutti, invariabilmente sorridenti.

 

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Cena al Lodge, verso una vallata più buia del buio, per finire con la nostra terza dipendenza del viaggio... 

 

l'Amarula...

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  • 2 settimane dopo...

Martedì 22 maggio 2018

 

 

Per consolarsi del dispiacere di lasciare il Grootberg (davvero saremmo rimasti volentieri un altro paio di giorni, questo posto è un paradiso), Paolo si scofana coscienziosamente la terza enorme colazione dei campioni del viaggio, per affrontare in forze la discesa verticale. Non ho idea di come se la sia cavata perché ho chiuso gli occhi forte forte, ma direi che il fatto di essere ancora viva depone a suo favore :D
 
Oggi inizia l’avventura forse più bella – ma è dura fare classifiche – si punta l’Etosha! Salutiamo il Damaraland conversando di alta filosofia come sempre … un paio di esempi per chi si chiedesse come facciamo a funzionare così bene, noi due ;)
 
Barbara (puntando il dito): Duna!
Paolo: DDDUE!
Barbara: …
 
Barbara (ispirata e commossa, parlando dell’amore): … perché vedi, io metto i mattoncini e tu la malta.
Paolo: … malto?
Barbara (ancora più ispirata e commossa): BILLAAAAAAAAAA!!! [NDA: grido di battaglia di nostra nipote Sara quando a un anno e mezzo reclamava la sua giusta dose di alcol, che adora, ormai entrato nel lessico famigliare]
 
Arrivati a Kamanjab, prima di fare la spesa, Paolo decide di far controllare la gomma, che ha ancora l’aria provata, e in effetti ha due buchi nuovi. Che fare? 750 dollari e passa la paura, ci fermiamo dal gommista/barbiere/venditore di uova all in one che con un’attrezzatura commovente e una pratica indiscutibile mette una splendida toppa, che reggerà a meraviglia la settimana di sterrato che ancora ci aspetta. Nell’attesa, dopo aver declinato il gentile invito a comprare qualche ovetto fresco, mi dedico a pastrugnare coscienziosamente una micina minuscola, avrà forse due mesi (e probabilmente tutte le pulci del mondo) che ricambia stordendomi di fusa. La tenerezza ❤️
 

 

      A sorpresa, da Kamanjab all’entrata ovest dell’Etosha scorrono settanta chilometri di asfalto liscio e perfetto, non siamo più abituati. Paghiamo il dovuto agli uffici del parco, facciamo la pipì e … wow, siamo all’Etosha! Stanotte si dorme al Dolomite Camp, il più occidentale tra gli alloggi gestiti dal parco, e nei quarantacinque chilometri – di nuovo sterrati - che ci aspettano per raggiungerlo cominciamo a fare i primi incontri: zebre, giraffe, uccelli buffi e uccelli coloratissimi. Alle prime zebre l’entusiasmo è alle stelle e gli strilli non si contano, ma tempo ventiquattr’ore e ventiquattromila juventinissimi esemplari la conversazione si stempera: amore, ci sono le zebre a sinistra. Uhm, zebre … ballano il tip tap? No, allora non mi fermo :D
 

 

 

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Arrivati al lodge verso le due, prenotiamo al volo il game drive delle tre visto che per quello serale che puntavamo non c’è più posto, raggiungiamo la nostra camera con la navetta-golf cart, visto che il lodge è costituito da una serie di magnifici bungalow disposti sui due lati del crinale di una collina e la stradina per raggiungerli è minuscola e scomodissima per i bagagli anche se portiamo solo la sacca giornaliera, mangiamo un panino al volo concedendoci a malapena il tempo di ammirare il panorama magnifico che abbiamo davanti e via.
 

 

Saliamo su una jeep nove posti tutta per noi, che avrebbe bisogno di sospensioni nuove, e partiamo per un giro di tre ore durante il quale incontriamo orici, springbok, gnu, zebre, giraffe, struzzi, uno sciacallo … siamo contenti, ma non completamente, è stata una bella introduzione, ma come tutti quelli che vengono qui in realtà bramiamo elefanti e grandi felini. Dato poi che le strade percorse sono quelle normalmente aperte ai turisti con la propria auto, decidiamo di comune accordo di investire nei prossimi giorni solo nei game drive notturni e in quelli dell’alba, quando non potremmo uscire da soli dai cancelli dei lodge e comunque non sapremmo dove e come cercare gli animali, e di girare da soli durante il giorno, decisione che si rivelerà azzeccatissima.
 
 
 

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Torniamo in stanza a prepararci per la cena, dal balcone in lontananza vediamo muoversi nella pianura sotto di noi un puntolone scuro … prendiamo gli obiettivi al volo e proviamo a ingrandire … sìììì, un elefante! Un elefante vero, il nostro primo elefante dell’Etosha! Io saltello tutta felice, Paolo ha gli occhi lucidi … che emozione infinita, che felicità incredibile essere qui, sposati, innamorati, fortunati, con un elefante sotto casa. Per stemperare la commozione Paolo mi chiede dove voglio andare per il primo anniversario e mi propone Parigi … considerando che siamo sposati da diciassette giorni, non mi si può accusare di aver scelto un compagno poco previdente :D
 
Alla reception abbiamo apprezzato come sempre la richiesta di specificare se abbiamo intolleranze a qualche cibo particolare. Un po’ meno apprezziamo l’enorme fettona di zucca a contorno del secondo, che me lo chiedi a fare se poi mi dai esattamente quello a cui ti ho detto di essere allergico? La cameriera prima fa la gnorri, poi dice che non le è stato comunicato, ma comunque non ci sono alternative, vabbé, pazienza. Ci consoliamo con zuppa di cipolle e spezzatino di kudu, non la cena migliore del viaggio, ma sicuramente discreta.
 
 

 

 

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22.05.2018 - 2 parole in più...

 

Solo per dirvi che @mouette non mentiva sul bizzarro negozio dove non ho tagliato i capelli!

 

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E soprattutto, che l'incredibile personaggio che faceva da gommista, vestito con un improbabile impermeabile e senza nessun ausilio moderno, ha stallonato uno pneumatico usando solo la forza delle braccia e delle pedate, con questa leva montata a terra...

 

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 Un safari movimentato...

 

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 Ma soprattutto, la scena che mi ha fatto commuovere, la savana sotto di noi...

 

 

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23.05.2018 - Dolomite Camp - Okaukuejo... ETOSHA!

 

drin... driiiin.... DRIIIIN... 

azz, la sveglia... 

Si, perchè stamattina ci aspetta il morning game drive, con l'uscita prima dell'alba dal nostro resort ai bordi dell'Etosha...
Siamo belli vestiti, visto che la mattina fa molto freddo, usciamo dalla nostra tenda extra lusso (oh, non immaginatevi una canadese, era una casetta tendata con gli infissi veri, bagno e cucina!), ci mettiamo ad aspettare l'autista con la golf car che ci viene a prendere per portarci alla reception, per la partenza!

 

Ci muoviamo che è ancora notte, un buio totale rischiarato solo dalle luci fioche del resort, cominciamo a muoverci sulle strade del parco che si sta svegliando...

 

I primi incontri sono molto particolari, illuminati dalla luce rossa della nostra guida... va da se che è quasi impossibile scattare foto da una jeep in movimento, però riusciamo a vedere un otocione, o bat eared fox e una iena bruna (minuscolo, non è cognome e nome! 😀)

 

Riesco a fotografare uno sciacallo con la gualdrappa (black back jackal), ma lo spettacolo del sorgere del sole è unico!

 

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Eccone un altro!

 

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Il sole comincia ad alzarsi e dopo un po' di incontri con erbivori assortiti, arriviamo in una pozza dove un gruppo di 6 leoni si sta godendo la mattina...

 

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Oddio, non sono proprio tranquilli, sembrano prepararsi per la colazione, c'è un po' di fermento..

 

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In effetti, un po' defilato su un lato della pozza, c'è un gruppetto di zebre che probabilmente ha sete, ma non ha troppa voglia di essere mangiato... il vento gli porta l'odore dei leoni ed esitano parecchio ad avvicinarsi.

 

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Dal lato opposto invece, una zebra si avvicina, i leoni sono sottovento e lei non li sente, i felini si caricano, cominciano a pregustare un'ottima colazione a base di zebra fresca, sono tutti pronti a far scattare l'agguato...

 

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Quasi tutti... una leonessa parte troppo presto, tenta l'inseguimento, ma niente da fare, la zebra era troppo lontana e scappa!

 

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i 2 leoni rimasti fermi se la guardano sconsolati...

 

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E lei torna alla pozza con le pive nel sacco.

 

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Fallito l'agguato, i gatt... leoni cominciano a giocare tra di loro, simulando la lotta e i gesti della caccia... restiamo almeno un'ora, ipnotizzati dai felini!

 

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Si è fatta l'ora di tornare al resort, ancora un paio di incontri con un gruppo di zebre e di springbok che ci attraversa la strada... e ancora una giraffa! Non deve essere comodo essere una giraffa!

 

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Ci gustiamo la nostra colazione, chiediamo di poter avere un paio di lunch box per il pranzo e torniamo in camera per prepararci...

Arriva a prenderci la solita golf cart, nell'attesa del pranzo take away mi metto a chiacchierare con l'autista... Non deve essere una vita facile e lui è un privilegiato, visto che è un dipendente statale, come tutti quelli che lavorano nei resort dell'Etosha... Torna a casa 4 giorni al mese per vedere i figli e guadagna circa 4000N$, più o meno 300€, alle quali aggiunge le mance.

 

Recuperiamo il mostro e via, nella natura!

 

L'Etosha è un parco grande quanto l'Emilia Romagna che al centro ha un lago effimero, che dura pochi giorni nella stagione delle piogge. 

Però, anche se l'acqua in superficie è poca, quella in profondità è tanta e le pozze sono la testimonianza.


Non tutte le pozze sono naturali, alcune sono state scavate in seguito ad una lunga siccità nei primi anni 2000... il parco è recintato e gli animali non possono migrare... per evitare una strage, il governo ha deciso di costruire dei pozzi alimentati da sorgenti sotterranee.

 

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Visto che ormai abbiamo imparato come si gira nel parco, per arrivare all'Okaukuejo decidiamo di fare tutte le deviazioni possibili per le pozze, ma tenendo sempre gli occhi aperti...

Si, perchè gli avvistamenti sono tantissimi, non solo con la guida, ma anche da soli, sulla strada, sugli alberi... Un banana bill con la colazione, un leone...

 

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Attraversiamo anche Struzzey Road!

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😀😀😀😀😀😀

 

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Facciamo la sosta pranzo in una delle zone preposte... si, infatti non è possibile scendere dall'auto se non all'interno di recinti chiusi, dove di solito ci sono i bagni... la cosa particolare è che per aprire il cancello... bisogna scendere dall'auto!

 

Mando @mouette, è tornata, per fortuna!

😜😜😜😜😜

 

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Passiamo un po' di tempo con un branco di elefanti che si crogiola in alcune pozze fangose... Sono grossi, maestosi, lenti, animali senza tempo che ti guardano sempre con la faccia "io so' io e voi nun sete un cazzo", sono loro che comandano!

 

E ben prima del tramonto, entriamo nei cancelli dell'Okaukuejo resort...

Esatto, molto prima del tramonto... dovete sapere che questi resort chiudono i cancelli tra il tramonto e l'alba e gli unici mezzi autorizzati a girare di notte sono quelli del parco... Non credo che lascino fuori nessuno, ma vista la loro "crucchezza", non vorrei proprio provare!

 

Ci sistemiamo in camera, anche stasera abbiamo il bagaglio leggero, sposto un cuscino da un mobiletto e lì, attaccato al muro c'è lui...

 

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GODZILLA!!!

 

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oh, è ENORME!

un geco, tutto colorato, mi guarda e si sposta di 1 m, salto indietro ed elaboro un diabolico piano per cercare di buttarlo fuori... In fondo la camera la pago io!

 

Prendo il secchio e con la bottiglia cerco di spingerlo dentro... lui mi guarda ancora una volta, mi fa una pernacchia e parte verso il soffitto... vabbè geco, stasera la stanza la dividiamo...

 

A pochi passi dalla stanza c'è la famosa pozza del lodge... è enorme e quando arriviamo ci sono zebre, kudu, impala.

 

 

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Tantissimi uccelli, in distanza qualche giraffa, scattiamo a raffica, gli animali ci ignorano...

 

Andiamo a cena, stasera è una specie di buffet, probabilmente la cena meno buona del viaggio. Questo resort è il più grande e il più facilmente accessibile del parco, per cui è meta di tanti pullman carichi... il ristorante sembra più una grossa mensa. 

La nostra sociopatia regna sovrana quando arriva il solito carico di cinesi sciamanti e italiani caciaroni....

 

Dopo cena torniamo alla pozza e qui...

Ci sono 2 rinoceronti bianchi che si abbeverano, sono davvero grandi... un paio di piccole iene maculate sono dall'altra parte...

Anche se le fotoelettriche del parco illuminano la pozza, la luce è davvero scarsa nel punto più lontano.

 

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Uno spettacolo fantastico... quello che ci mancava oggi...

Sul nostro quadernino ho segnato tutti gli animali che abbiamo visto oggi... l'otocione, gli sciacalli, leoni, zebre e springbok a sfare, orici (anche a cena), le iene, gnu, kudu, impala, giraffe, elefanti, una scimmia (probabilmente un babbuino, ci ha attraversato la strada troppo veloce), i kamikazoiattoli, un assortimento di lucertole, falchi, banana bill e lyla chest, il fagiano scemo che scopriremo essere un angola fowler, godzilla...

 

Ma c'è un impala che attira la nostra attenzione... è solo, si è nascosto proprio sotto le luci della pozza, lontano da tutti gli altri animali... è strano, gli erbivori non sono mai soli, ma questo è fuori dal branco... chissà... 

 

Purtroppo scopriremo il perchè di questo comportamento domattina... per ora... 

Buonanotte Etosha!!!

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