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Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
@dodachi confermo, avevo cercato un multi-tratta direttamente tramite Skyscanner e il volo è sempre stato sui 450-460€. Per mia tranquillità avevo poi prenotato direttamente sul sito della compagnia aerea alla cifra che ho riportato. A te quali date interesserebbero? -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
Che bello il posticino che vi hanno suggerito per il pranzo! -
Che spettacolo queste giornate! Che felicità! ...
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Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
claudiaa ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Mi ricorda vagamente Muley Point... Visto il GC, anche io non mi sono particolarmente impressionata davanti ai punti panoramici del Blyde River Canyon in Sudafrica quest'anno, che dovrebbe essere il terzo più grande al mondo dopo appunto il GC e il Fish River... Sul piano "canyons" gli USA vincono a mani bassa non c'è che dire! La faccenda sabbia è una discreta rottura...attendiamo le prossime giornate! -
Real America in gruppo con bambini 20/8 -5/9/2020
claudiaa ha risposto a ilaesimo nella discussione Itinerari East + West, C2C, Route66 e altri Stati
Direi che il responso non lascia dubbi! Assolutamente aggiungi i giorni a Yellowstone! Se invece posso consigliarti, per quanto riguarda le giornate conclusive io farei: 1. Cody – Sundance (deviazione al Devil’s Canyon Overlook e poi Highway 14 che attraversa le Bighorn Mountains). Allunghi un po' rispetto a Sheridan e Sundance è un buco ma la mattina dopo sei a pochi km dalla Devils Tower. 2. Sundance – Custer (Devils Tower, Deadwood, trasferimento verso Custer percorrendo la Hwy 385 che si sviluppa lungo le Black Hills, Crazy Horse) 3. Custer – Badlands NP (è davvero un peccato essere da queste parti e perdersi i paesaggi delle Badlands! Mentre Rapid City secondo me non è nulla di che a parte qualche via ben tenuta del centro... Puoi tranquillamente inserire in questa giornata la visita del Custer State Park e del Monte Rushmore, arrivando alle Badlands nel pomeriggio) 4. Badlands NP - ... (giornata dedicata all'esplorazione del parco e poi potete avvicinarvi a Denver, avvantaggiandovi sul trasferimento del giorno dopo). 5. … - Denver aeroporto Il mio viaggio nella Real America risale al 2017 ma ricordo che nella zona delle Black Hills c'erano una marea di attrazioni per i bambini , trovi agevolmente informazioni online. Sul sito del turismo del South Dakota c'era addirittura una pubblicazione cartacea della zona con mappe e spiegazioni che potevi farti arrivare gratis a casa.- 8 risposte
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[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
Sai che con il senno del poi e sentiti anche i ranger sul posto che ce lo hanno confermato, in realtà tra giugno, luglio e agosto gli animali tendono a spostarsi a nord e infatti le concentrazioni di mandrie più numerose le abbiamo trovate più tra Satara e Olifants piuttosto che tra Skukuza o Lower Sabie. Anche io avevo scaricato Latest Sighting ! -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
...primo giorno leopardo e secondo giorno leoni?! Ma questo è c***o! Bellissima giornata! Satara sempre all’altezza delle aspettative! -
Los Angeles - Big Sur - Yellowstone.. fattibile?
claudiaa ha risposto a papinist nella discussione Itinerari West
Anche io voto Yellowstone abbinato alla Real America! Hai considerato un loop su Denver? Con solo uno scalo spesso e volentieri si vedono voli A/R sui 500-600€. In tre settimane si costruisce davvero un bel giro tra Rocky Mountains, Badlands e Black Hills in South Dakota, North Dakota (ho la fissa del semi sconosciuto Theodore Roosevelt National Park che purtroppo ho solo visto in fotografia), e gli sconfinati Wyoming e Montana... -
... in un mese (che invidia! ) fare il SouthWest e Yellowstone è una bella sfida ma fattibile con il giusto lavoro. Cosa ti porta però a voler arrivare fino alla Trail Ridge Road che vi manda tantissimo fuori strada? Le tappe Cody - Casper - Cheyenne fino alle Rockies secondo me sono davvero solo spostamento e rischi di buttare delle giornate. Se sei appassionato di passi di montagna e strade elevate delle validissime alternative sono tutti i magnifici itinerari del "basso" Colorado. Dai un'occhiata alla San Juan Skyway con loop su Cortez ad esempio https://www.myscenicdrives.com/drives/colorado/san-juan-skyway
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Sudafrica: Kruger NP
claudiaa ha risposto a dodachi nella discussione Itinerari e consigli di viaggio
@dodachi di nulla, felice di poter esserti utile. Aggiungo ancora che se trovi il volo interno CPT - JNB con orari mattinieri potresti riuscire a dormire dentro il Kruger già la notte stessa: dall'aeroporto di Johannesburg agli ingressi "ovest" del parco ci sono circa 400 Km di autostrada ben tenuta. Io come ingresso ti ho indicato quello di Malelane (con i vicini Rest Camp di Malelane o Bergendal) ma potrebbe andare bene anche Numbi un po' più a nord (con il vicino Rest Camp di Pretoriuskop). Il Kruger è splendido non farti impressionare dalle dimensioni, considera che una buona strategia è dividere l'esplorazione tra zona sud, zona centrale e zona nord (e con sei giorni pieni riesci a bilanciare bene). -
Sudafrica: Kruger NP
claudiaa ha risposto a dodachi nella discussione Itinerari e consigli di viaggio
Ciao, se sei intenzionato a non dedicare dei giorni a Cape Town (a parte quello di arrivo) abbinare la zona della Penisola del Capo + Hermanus/Gansbaii al Kruger in 16 giorni secondo me è fattibile ma devono incastrarsi alcuni elementi. Primo su tutti il volo che da CPT ti porterà a JBN (puoi verificare se ci sono dei voli che da CPT ti avvicinano al Kruger ma valuta anche bene dove e con che budget affittare poi la macchina...secondo me la scelta migliore è arrivare a Johannesburg e affittare la macchina lì). Secondo punto importante è verificare bene gli orari delle escursioni per avvistare le balene che partono da Hermanus e quelle per gli squali che partono da Gansbaii. Solitamente entrambe vengono fatte la mattina molto presto per sperare di avere condizioni di moto ondoso sopportabili. Una volta capiti bene gli orari potresti anche riuscire ad incastrare meglio le giornate dedicate appunto alle escursioni. Tieni presente che, purtroppo, non di rado le escursioni vengono cancellate per le condizioni del mare. Ti sconsiglio voli interni da Port Elizabeth, sicuramente il modo più facile, veloce ed economico per spostarsi dalla penisola del Capo al Kruger è un volo CPT - JNB. Un itinerario potrebbe essere questo: 1. ITA – CAPE TOWN 2. ARRIVO A CAPE TOWN (Waterfront) 3. CAPE TOWN PENINSULA (Pinguini di Boulder Beach, Cape Of Good Hope, Chapmans Peak Drive, etc. notte a Cape Town) 4. CAPE TOWN – HERMANUS (passando magari per Stellenbosh per visitare una cantina) 5. HERMANUS (escursione balene al mattino + Cape Whale Route per osservare le balene dalla costa) – GANSBAII 6. GANSBAII (escursione squali mattino) – RITORNO A CAPE TOWN 7. CAPE TOWN – VOLO PER JOHANNSEBURG – TRASFERIMENTO A MALELANE (immaginando volo CPT – JNB in mattinata) 8. KRUGER: MALELANE – SKUKUZA (O LOWER SABIE) 9. KRUGER: SKUKUZA (O LOWER SABIE) 10. KRUGER: SKUKUZA (O LOWER SABIE) – SATARA 11. KRUGER: SATARA 12. KRUGER: SATARA – OLIFANTS (O LETABA) 13. KRUGER: OLIFANTS (O LETABA) – PHALABORWA 14. PHALABORWA – BLYDE RIVER CANYON - GRASKOP 15. GRASKOP – JOHANNEBSURG – VOLO DI RIENTRO (immaginando volo JNB – ITALIA in serata) 16. +1 Dal momento che il tuo focus è il Kruger ti consiglio senza pensarci neanche un attimo di pernottare all'interno del parco e per questo occorre iniziare a monitorare le sistemazioni presso i Rest Camp. Una volta presi i voli e fissato l'itinerario, prenota! Ovviamente per il Kruger ti ho riportato un itinerario di massima ma che per la mia esperienza ha funzionato molto bene (io avevo solo 4 notti tu ne avresti 5). Spero di esserti stata utile se hai dubbi chiedi pure! -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
claudiaa ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Faccio una domanda estemporanea dal momento che sto ...studiacchiando per il 2020! Nel Damaraland (immaginando di raggiungerlo da Swakop con destinazione finale Etosha) ci si spinge così a nord dalle parti di Palmwag/Twyfelfontein unicamente per le pitture rupestri e/o per soggiornare al celeberrimo Grootberg Lodge? O ci sono altre zone/attività che al momento mi sfuggono? Leggendo qua e là forse sarei più orientata a mantenermi a sud facendo, ad esempio: Swakopmund - Cape Cross Seal Reserve - Spitzkoppe (lodge carissimo ma location pazzesca, da valutare!) Spitzkoppe - Brandberg (White Lady Painting) - Vingerklip Vingerklip (giornata relax/escursioni organizzate dal lodge in quella che citano essere la Monument Valley namibiana) Vingerklip - Etosha Okaukejo Tra l'altro il Vingerklip Lodge non sembra niente male e per gli standard namibiani anche piuttosto abbordabile! -
Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...
claudiaa ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
Allora eccolo: https://www.safaricrewtanzania.com E' un TO locale ma fondato e gestito da un italiano trapiantato in Tanzania, molto competente e disponibile via email. Hanno eccellenti recensioni e da quello che si legge online il loro punto di forza sembrano essere le preparatissime guide. Naturalmente propongono tour di gruppo per max 6 persone o privati. -
Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...
claudiaa ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
@mouette il bello della Grande Migrazione è il fatto che è un fenomeno ciclico ammirabile tutto l’anno! A grandi linee tieni conto che nel periodo gennaio – febbraio – marzo le mandrie sono tendenzialmente nella zona del Serengeti Sud (relativamente vicino alle altre meraviglie della Tanzania come Lake Manyara, Tarangire NP e Cratere del Ngorongoro) mentre nel periodo agosto – settembre – ottobre si spostano a nord verso il confine con il Kenya e Masai Mara (le scene frenetiche di gnu che attraversano i fiumi le vedi in questi mesi). @pandathegreat si si si...dite sempre così e poi!! Posso scrivere i contatti qui o infrango la forum-etiquette? -
Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...
claudiaa ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
@mouette e @pandathegreat volevo solo dirvi che ieri sera ho letto d'un fiato questo vostro meraviglioso diario e che ora sono piuttosto confusa! Diciamo che esiste un preventivo allettante per la grande migrazione in Tanzania il prossimo anno ma certo che anche questa Namibia .... per non parlare di un ritorno in Sudafrica (Penisola del Capo + Kgalagadi Transfrontier Park). Spero che il diario di @Giovanna86 mi schiarisca le idee! Buona giornata a tutti! -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
Bellissimi gli elefanti sull’Olifants! E che gran fortuna il leopardo avvistato in pieno giorno!! 👍🏻👍🏻 -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
claudiaa ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Quotissimo!!! -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
A luglio nessuno ci aveva avvisato degli ippopotami che pascolano per Phalaborwa! Ah il Bushveld Terrace... che bel ricordo, soprattutto il Pinot! -
Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
Grazie a tutti! Mi fa molto piacere che abbiate seguito con interesse!! @pandathegreat anche io felicissima di essermi fatta “smuovere” dagli USA! Cosa non deve essere anche l’Uganda a “caccia” di gorilla! 🥰 -
Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
@luisa53 grazie, è stato veramente un piacere condividerle qui sul Forum!!! @valen83 felice di essere riuscita a dare "voce" alle mille emozioni vissute in terra Sudafricana! La voglia di tornare è già tantissima! Tra Namibia, Tanzania, Kenya, Zimbabwe, Botswana, lo stesso Sudafrica... c'è solo l'imbarazzo della scelta... tempo e budget permettendo! La prossima estate saremo con ogni probabilità sulle Dolomiti che, per quanto a corto raggio, è un viaggio che sogno da tempo però non si sa mai ...chissà!!! -
Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
Sabato 06/07 e Domenica 07/07 Ci svegliamo nel tepore (leggi condensa) della nostra stanza verso le 7:30, ieri abbiamo concordato con Lucinda di fare colazione alle 8. La servono nella veranda che fa già parte della casa dove vivono i proprietari: troviamo la stufa a legna accesa e una bella atmosfera casalinga. La colazione è davvero ben allestita, ancora una volta apprezziamo l’infinita cura delle guest house sudafricane che coccolano l’ospite dall'inizio alla fine, indipendentemente dallo standard più o meno alto della struttura. Beviamo un buon caffè americano e mangiamo yogurt con frutta, frutta fresca tra cui kiwi, fragole e ciliegie. Nel piatto che ci servono ci sono addirittura affettati, formaggi e uova sode. Pienamente soddisfatte torniamo in camera dove sistemiamo i borsoni e gli zaini. I sacchetti a tenuta sottovuoto si sono rivelati utilissimi per non ritrovarsi con i vestiti raddoppiati di volume alla fine del viaggio. Svuotiamo anche le varie cianfrusaglie che avevamo in macchina facendo attenzione a non dimenticare nulla in qualche vano porta oggetti. Saldiamo il conto e approfittiamo della gentilezza del proprietario per stampare anche le carte di imbarco. Ieri sera infatti, rientrate da cena, abbiamo fatto subito il check in online per assicurarci i posti vicini. Come all’andata, nessun problema di assegnazione: ci siamo limitate a spostarci sul ponte superiore dell’enorme A380! È la prima volta che voliamo su questo gigante e non potevamo esimerci dal tentare di accaparrarci due posti in alto! Ci mettiamo in auto alle 10:00 con tutta calma e percorriamo la bella strada che collega Graskop a Sabie, la R37, per poi prendere la R539 fino alla N2, autostrada a tre corsie dove però troviamo non pochi lavori stradali che ci costringono a velocità ridotte e continui cambi di carreggiata. A circa 250 km dall’aeroporto ci fermiamo a sgranchirci le gambe e a pranzare da Milly’s, un’area di sosta super attrezzata con ristorante, caffetteria, negozio di souvenir, benzinaio. Per essere praticamente l’unico stop lungo la N2, insieme alla Alzu Petrol Station (quest’ultima famosa per i bufali, struzzi e gazzelle tenuti in semi in cattività nei pressi del distributore) non è affatto male. Ci sediamo alla caffetteria perché siamo ancora piuttosto sazie dalla cena della sera prima e dalla colazione di questa mattina. Ordiniamo le solite insalate greche che, oltre a essere tra le nostre preferite, sono davvero ben fatte qui in Sudafrica: probabilmente merito di una loro versione di Feta molto meno pesante di quella originale. Dopo un caffè espresso ci rimettiamo in macchina, io sono ancora un po’ disturbata da una lievissima ma persistente sensazione di mal di stomaco che, fortunatamente, svanirà poi nella notte. Percorriamo gli ultimi km della N2 che ci separano dall’aeroporto OR Tambo tra un lavoro stradale e l’altro. Facciamo anche la figura delle turiste da agenzia quando, all'ultimo casello, non riusciamo ad arrivare alla cifra richiesta per il pedaggio dal momento che abbiamo completamente esaurito i contanti. Nessuna delle nostre carte sembra essere accettata ma per fortuna il casellante, impietosito, ci lascia passare facendoci uno sconto di 20 Rand, l’equivalente di 1,2 € circa. Arriviamo all’aeroporto senza ulteriori ritardi, dopo un assaggio del traffico di Johannesburg a quest’ora piuttosto congestionato. L’aeroporto è ben segnalato ma siamo costrette a fare un giro dell’oca per raggiungere l’unico benzinaio del complesso dove rabbocchiamo il serbatoio del nostro (orma ancora per poco) SUV di qualche centinaio di rand. Giungiamo infine al parcheggio P2 dove troviamo subito le indicazioni per il drop off Hertz, un addetto ci indica dove parcheggiare e, mentre noi scarichiamo i bagagli assicurandoci per l’ennesima volta di non dimenticare, nulla, controlla per filo e per segno la vettura. Ieri il ragazzo al distributore di Phalaborwa è stato davvero bravo e l’auto sembra (quasi) appena lavata! Ci fanno cenno che va tutto bene e non ci rilasciano alcun tipo di ricevuta, nonostante la nostra richiesta. Speriamo! Fortunatamente, dopo una settimana circa dal nostro rientro, arriverà via mail la fattura che confermerà che la differenza dovuta per il noleggio è pari a zero, senza spiacevoli sorprese. Prendiamo l’ascensore fino al terminal delle partenze. Sono le 16:00 e siamo in perfetto orario: il decollo del nostro volo è previsto alle 19:20 con procedure di imbarco che iniziano quasi un’ora prima. Ci colleghiamo al WI-FI dell’aeroporto e avvisiamo casa che il nostro on the road in terra africana si è concluso nel migliore dei modi. Non avendo bagagli da stiva e con le carte di imbarco già stampate ci dirigiamo direttamente ai controlli di sicurezza e in un attimo siamo nel terminal A delle partenze internazionali. Gironzoliamo per una mezz’oretta da Out Of Africa, un bel negozio di artigianato tipico (più o meno autentico) dove facciamo gli ultimi acquisti e poi facciamo anche un veloce passaggio al duty free dove vorremmo razziare tutte le bottiglie di Amarula che hanno, limitandoci però ad acquistarne due! Non ci resta che andare al nostro gate, che è già stato chiamato, dove troviamo pronto ad attenderci il gigantesco A380 che brilla sotto gli ultimissimi raggi di sole. Assistiamo alle buffe manovre del personale di terra British Airways che, poco prima dell’imbarco, si mette a spostare tutte le panche e sedili del gate per ricreare una sorta di recinto/percorso in modo da incanalare i passeggeri del ponte superiore, dividendoli da quelli del ponte inferiore. Dopo un’ulteriore verifica passaporto/biglietto ci imbarchiamo dalla porta giusta che ci porta direttamente in cabina: come siamo in alto! I posti sul ponte superiore sono ottimi, decisamente più larghi: le file laterali ne ospitano solo due quindi saremo completamente autonome nel muoverci. Lato finestrino c’è anche un comodo vano porta oggetti dove riusciamo a far stare tranquillamente uno zaino. Partiamo in perfetto orario senza vedere alcunché dal momento che a quest’ora, come abbiamo bene imparato, è buio pesto. Ci servono la cena appena dopo il decollo (cibo dimenticabile e quindi dimenticato) e facciamo un po’ di “zapping” con l’intrattenimento di bordo. Memori dell’effetto soporifero dell’andata verso le 21:30 ci sintonizziamo sul canale musica classica e ci addormentiamo felicemente. Ci svegliamo alle 4:30 del mattino circa, abbiamo incredibilmente dormito 7 ore e la soluzione volo notturno ci sembra sempre più vincente. La quasi totale mancanza di fuso orario tra Sudafrica e Londra (appena 1 ora) ci fa sentire tutto sommato riposate e ci pappiamo la colazione, questa volta “uova e prosciutto” invece che “omelette e fagioli”! Atterriamo a Londra in orario e sbarchiamo ritrovandoci nel medesimo terminal gigantesco dell’andata. Passiamo i rigorosissimi controlli di sicurezza dove le bottiglie di Amarula vengono lungamente scandagliate dal personale ma alla fine restituite! Facciamo poi una seconda colazione da Starbucks con cappuccino e muffin in attesa del nostro ultimo volo per Milano. Partiamo in orario alle 7:50 e durante il volo per lo più sonnecchiamo. Ci avevano avvisato di possibili turbolenze dovute a passaggi temporaleschi sulle Alpi ma per fortuna non avvertiamo nulla e atterriamo puntuali dopo due ore esatte. A Malpensa ci accoglie una calura indicibile e pare sia nulla in confronto al caldo da Valle della Morte che hanno affrontato i torinesi l’ultima settimana di giugno! Non dobbiamo recuperare i bagagli e ci avviamo leggere uscendo in corrispondenza dell’uscita 6 da cui chiamiamo il servizio navetta del parcheggio a pagamento e torniamo alla nostra macchina. Passiamo il viaggio sulla Torino – Milano al telefono con amici e parenti a raccontare, esaltate, queste incredibili due settimane e arriviamo a casa nel primo pomeriggio. Attacchiamo una gigantesca lavatrice e la sera guardiamo La Mia Africa su Netflix mangiando la pizza! E ora...? Nei giorni successivi inizio a covare, come una malattia, quella sottile ma inesorabile sensazione di mancanza, di privazione e di assenza a cui hanno dato il nome di mal d’Africa che si traduce nel cercare oltre il finestrino quegli uomini e quelle donne che camminano sorridendo, nel sognare ad occhi aperti un branco di elefanti che ti attraversa la strada, nel desiderare di ammirare di nuovo un sole gigantesco che affonda in uno specchio d’acqua, mosso solo dagli ippopotami che lo abitano. L’Africa è stata per me vera essenza: della natura, della terra e del viaggio. Nonostante sia stata, immagino, un’Africa “facile” e “comoda”, probabilmente diversa da quella più autentica e disagiata, per me ha rappresentato davvero la fonte delle emozioni. Durante il viaggio abbiamo maturato una considerazione che, almeno per noi, è veritiera: gli USA, che probabilmente offrono tra i paesaggi più incredibili e sorprendenti del mondo, si lasciano sì ammirare e vivere ma per lo più come da una cartolina. L’Africa, invece, a noi ha dato la sensazione di essere completamente inglobante verso il viaggiatore che glie lo permette. Ti fa vivere dentro di sé, in mezzo a sé, ti circonda completamente ed è stata una sensazione meravigliosa mai provata prima. L’Africa mi si è insinuata dentro già dopo i primi giorni, ha smosso quello che Pascoli definiva il “fanciullino”, una dimensione dimenticata che grida al sogno, alla meraviglia, alla scoperta, alla curiosità. Tutte le volte che mi accorgo che quel “fanciullino” tace, per colpa delle centinaia di cose inutili a cui ostinatamente diamo importanza nel nostro quotidiano, rileggo questo diario e scorro le fotografie degli elefanti, delle giraffe, dei ghepardi, delle tre leonesse tanto attese e di quel leopardo sfuggente, padrone della notte. Per adesso, a distanza ormai di qualche mese dal rientro, l’effetto benefico che tutto questo ha avuto su di me ancora persiste e quando la voglia di tornare sarà più forte dei ricordi, allora torneremo, torneremo sempre. Syiabonga Africa! -
Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
Venerdì 05/07 Ci svegliamo nella guest house di Phalaborwa con estrema calma e anche con un po’ di magone: oggi è il nostro ultimo giorno on the road prima del volo del rientro. Scioccamente ieri sera ci siamo completamente dimenticate di chiedere l’orario della colazione e infatti siamo in ritardo. Con grande disponibilità però i padroni di casa ci danno la possibilità di farla comunque “fredda” e in un quarto d’ora l’attentissima cuoca sudafricana ci apparecchia di tutto punto il tavolo in giardino. È talmente gentile che ci sentiamo quasi in imbarazzo e la ringraziamo almeno un centinaio di volte. Mangiamo frutta freschissima e pane e marmellata fatta in casa. Saldiamo il conto e, caricati i bagagli, saliamo in macchina dirette prima in banca, per prelevare qualche centinaio di rand dal momento che siamo rimaste completamente senza contanti, e poi dal benzinaio per il pieno alla macchina. Qui un gentilissimo ragazzo con lunghe treccine ci lava praticamente l’auto mentre la pompa di benzina è in funzione e addirittura si scusa per il rumore dovuto agli operai che stanno lavorando ad un ampliamento del distributore. Ci spiega, con un gran sorriso, che la prossima volta che passeremo da queste parti ci sarà una caffetteria: lo prendiamo come un bellissimo augurio e gli allunghiamo 40 rand di mancia con sua grande gioia. In poche curve ci allontaniamo dal centro abitato di Phalaborwa e ci lasciamo definitivamente alle spalle il Kruger e le sue meraviglie. Siamo dirette a Graskop, nel cuore della regione del Mpumalanga e cittadina avamposto per l’esplorazione del Blyde River Canyon e la Panorama Route, perla della regione. I primi 100 km della R40 sono piuttosto monotoni, la strada è dritta e da entrambi i lati si susseguono gli ingressi elegantissimi di una serie di riserve private. Fa di nuovo capolino il rimpianto di non avere sperimentato questo tipo sistemazione in Sudafrica ma subito il pensiero va alla stupenda esperienza della Mkhaya Game Reserve in Swaziland e non possiamo che sentirci comunque appagate. Arriviamo alla deviazione con la R36 e la strada e il paesaggio cambia repentinamente, dopo una serie di tornanti saliamo in alto e sbuchiamo sull’altopiano che affaccia direttamente sul fiume Blyde. Se non fosse per l’alta erba gialla ai lati della carreggiata non sembrerebbe neanche di essere in Africa, quando incontriamo poi alcune ampie foreste di abeti, la strada mi ricorda tantissimo quella per arrivare al Grand Canyon North Rim. Percorrere la Panorama Route durante l’estate australe con il paesaggio totalmente verdeggiante deve essere un incanto. Arriviamo al primo punto panoramico, il più iconico, delle Three Rondavels, ovvero le Tre Capanne. Dopo un brevissimo tratto a piedi si raggiunge un meraviglioso affaccio a strapiombo sul fiume da cui ammirare, dall'altra parte del canyon, le tre immense formazioni rocciose che hanno appunto la forma di una capanna. Il fiume è quasi in secca ma riusciamo comunque a scorgere la potenza dell’acqua che ha scavato nei millenni. Il paesaggio è immenso e si fa davvero fatica a coglierne le proporzioni: sembra quasi il fondale di una gigantesca scenografia. Come ci aspettavamo, in questa stagione, la vista è leggermente opaca a causa di una diffusa foschia e le fotografie non rendono giustizia. Facciamo un giro tra le bancarelle di artigianato locale dove acquistiamo, tra le tante, una maschera tribale dall’espressione minacciosa, intagliata in un legno scuro che la dolcissima venditrice non ci spaccia per mogano, aumentando la fiducia che sia davvero originale. Ci chiede 250 rand e, intenerite, non stiamo più di tanto a contrattare concludendo a 200 rand. Contente della spesa, proseguiamo sulla bella Panorama Route fino alla successiva attrazione: le Bourke’s Luck Photoles, profonde cavità cilindriche scavate dalla potenza incessante dell’acqua e dei sedimenti. È ora di pranzo e siamo affamate, decidiamo quindi di fermarci nel bar/chiosco e ordiniamo due insalate greche e una porzione di patatine. L’area delle Bourke’s Luck Photoles è indubbiamente la più attrezzata e frequentata di tutta la strada panoramica, con caffetteria, bagni, negozi e un ampio parcheggio. Rifocillante (anche se io non mi sento troppo in forma e mi trangugio pure qualche fermento lattico) partiamo con l’esplorazione di queste caratteristiche formazioni geologiche: un bel percorso di passerelle permette di addentrarsi sopra le marmitte per ammirarle dall’alto. Tornate in auto proseguiamo fino alla deviazione delle Berlin Falls, molto scenografiche con la luce calda del pomeriggio e concludiamo la visita al punto panoramico di The Pinnacle, un gigantesco sperone roccioso incastonato in una gola verdeggiante del canyon. Questo ultimo tratto di Panorama Route ci è piaciuto particolarmente, sembra davvero di trovarsi in un’altra regione, in mezzo alle foreste. Anche la temperatura è sensibilmente diversa rispetto a quella incontrata sinora in Sudafrica è alle 16:00 abbiamo già indossato felpa e giacca a vento. Dopo quest’ultima deviazione, saliamo in auto e, in poche curve, entriamo nella cittadina di Graskop dove svoltiamo subito in una strada privata che porta alla nostra ultima guest house The Rustique. Scendendo dall’auto per suonare il citofono e farci aprire il portone, vedo nel curatissimo giardino razzolare una miriade di conigli domestici delle dimensioni di cani di taglia media! Ci accoglie la proprietaria Lucinda con un gran sorriso e ci dà istruzioni per parcheggiare sul vialetto proprio di fronte alla nostra sistemazione: una dependance ricavata da un garage. Ci mostra la camera, davvero carina arredata in stile country, spiegandoci che la notte può fare molto freddo e che quindi i letti sono riscaldati elettricamente. Se non bastasse, c’è anche una stufetta: ne avremo bisogno tanto che la mattina dopo, al risveglio, scopriremo la macchina completamente ricoperta di uno strato di brina! Lucinda ci informa che, se lo gradiamo, si è permessa di prenotare per noi un tavolo presso il delizioso ristorante The Glass House. Rimango di stucco perché era esattamente il ristorante che avrei voluto provare, individuato grazie alle ottime recensioni su TripAdvisor. La ringraziamo e confermiamo la prenotazione per le 19:30. È stata una graditissima attenzione nonché indispensabile perché il posto si è rivelato minuscolo ed era già tutto prenotato. Scarichiamo l’auto e ci rilassiamo in stanza con una doccia calda e il WI-FI gratuito. Siamo stanche e io ancora leggermente disturbata di stomaco quindi rimandiamo il rifacimento bagagli per il volo all'indomani mattina. Andiamo a cena accettando il consiglio di Lucinda di percorrere i 200 m che separano la guest house dal ristorante a piedi: è buio pesto e fa freddo ma siamo contente di aver abbandonato la macchina almeno stasera. Il posto è davvero carino, arredato in stile africano ma con gran gusto, i tavoli sono pochissimi e l’atmosfera davvero accogliente: una chicca. Ordiniamo il curry di pollo, servito con il riso basmati e una serie di contorni di accompagnamento tra cui banane e l’immancabile barbabietola, e un bobotie, la versione sudafricana del pasticcio di carne, che arriva accompagnato da ogni genere di deliziosi intrugli tra cui banane, mango, uova e marmellata di albicocche, tutto in mini-porzioni. Scegliamo una bottiglia di Pinot Nero del Capo che finiamo con il dolce tipico del Sudafrica: un Malva pudding con gelato alla vaniglia. Non potevamo chiedere di meglio per la nostra ultima cenetta in questa meravigliosa Terra. Il conto si aggira nuovamente intorno ai 40€ in due, comprensive di bottiglia, che cuba sui 10-12€, e mancia. Davvero un ottimo rapporto qualità prezzo. È ora di rientrare in guest house, dove arriviamo in una decina di minuti, utili per smaltire un po’ la sensazione di pienezza, e ci fiondiamo sotto il piumone accendendo lo scalda letto e pure la stufetta. Finalmente sperimentiamo l’inverno australe! Domani sarà una giornata, ahimè, di puro trasferimento: abbiamo il volo in serata da Johannesburg ma dobbiamo percorrere circa 400 km per arrivare all'aeroporto OR Tambo e faremo le cose con calma. Ancora una volta, l'ultima di questo meraviglioso viaggio, buona notte Africa. -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
claudiaa ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
Leggo con interesse soprattutto la parte di Cape Town che abbiamo dovuto saltare a piè pari! Sudafrica nel cuore! -
Avventure nel mondo. West + Real. 23 giorni.
claudiaa ha risposto a Giuliano Quarto nella discussione Itinerari West
Sono 2 viaggi distinti. Solitamente l’itinerario “classico” della Real America, oltre a Yellowstone e Grand Teton, include la zona del South Dakota con il Badlands NP, Custer SP, Mount Rushmore, Devils Tower e poi, una volta in Wyoming, Bighorn Canyon, Cody. Se fatto nel periodo primaverile estivo, volendo, si può percorrere la Beartooth Scenic Byway da Red Lodge a Cooke City alle porte di Yellowstone. Al solo Yellowstone si dovrebbe riuscire a dedicare almeno 3-4 giorni pieni. Da Yellowstone a Lake Tahoe quanti km ci sono e soprattutto cosa c’è in mezzo?!😅 -
Syiabonga Africa! Sudafrica & Swaziland 2019
claudiaa ha risposto a claudiaa nella discussione Diari di viaggio e live
Giovedì 04/07 Oggi ci svegliamo leggere: la nostra “missione” di avvistare i “big five” si è felicemente conclusa ieri con una giornata molto intensa ma altrettanto ricca di soddisfazioni, dal safari all'alba delle 5 a quello del tramonto fino alle 18, dal ghepardo, ai leoni, al leopardo… A pensarci bene, ieri abbiamo avvistato ben 4 su 5 “big five” in un unico giorno: il solo rinoceronte del Kruger resta infatti quello gigantesco che abbiamo visto in zona Malelane. Questo bellissimo parco ha ampiamente ripagato tutte le nostre aspettative anche se ci sono voluti quattro giorni pieni di esplorazione per tentare la fortuna con gli animali più difficili da avvistare e oggi sarà il nostro ultimo safari: da Satara percorreremo infatti la asfaltata H1-4 fino a Olifants, considerato una delle sistemazioni più belle e panoramiche, dove vorremmo fermarci per pranzo. Nel pomeriggio non ci resterà che imboccare la H1-5 prima e la H-9 poi fino all'uscita del Phalaborwa Gate. Alle 07, dopo avere radunato i bagagli e fatto un po’ di ordine in macchina, andiamo a fare colazione alla caffetteria take away del Tindolovu Restaurant dove beviamo due buoni caffè americani e dividiamo il solito muffin. Torniamo alla nostra rondavel, dopo aver fatto un veloce passaggio al negozio del campo, e alle 08 siamo in macchina. Troviamo la zona immediatamente dopo Satara, verso nord, molto densa di animali e la vegetazione pressoché inesistente consente di spaziare da un lato all’altro della strada anche a lunga distanza. Vediamo un gruppo di gnu e zebre nei pressi di una pozza e riusciamo a fotografare una bellissima otarda Kori da distanza piuttosto ravvicinata che, ad un certo punto, gonfia pure le piume del collo e della testa. Poco prima del Ntomeni Waterhole Viewpoint scorgiamo una enorme mandria di bufali, tutti acquattati nell’erba gialla: sono tantissimi e per noi è davvero insolito dal momento che li abbiamo sempre individuati a piccoli gruppi. Il contrasto delle loro schiene scure e massicce con l’erba gialla e il profilo appuntito delle corna è un’immagine che ho ancora oggi impressa nella memoria. Poco dopo, nei pressi della S127, la Ntomeni Road, ci attraversa la strada per poi proseguire in fila indiana sulla nostra sinistra, una bellissima mandria di elefanti con i piccoli, probabilmente diretti alla pozza per abbeverarsi. Li avvistiamo già dalla lunga distanza e ci uniamo ad altre due macchine che sono sopraggiunte prima di noi. Vederli camminare così vicini, un tutt'uno di schiene, zampe e proboscidi, mi emoziona profondamente anche perché sono con ogni probabilità gli ultimi elefanti che avvisteremo in questo viaggio. Proseguendo, arriviamo alla Ngotso Dam dove assistiamo ad un altro assembramento di diverse specie: zebre con i cuccioli, gnu, uno struzzo e un enorme elefante che, dopo essersi fatto fotografare di profilo da distanza molto ravvicinata, decide di seguirci per qualche decina di metri proprio in mezzo alla strada ma, per fortuna, con fare assolutamente pacifico. Arriviamo infine nei pressi del ponte sull’Olifants River che si rivela davvero spettacolare: è molto più grande rispetto agli altri fiumi che abbiamo attraversato in questi giorni di Kruger ed è completamente ricoperto di isolette di vegetazione più o meno sommerse sulle quali avvistiamo qualche impala e nyala. È un paesaggio da cartolina e ci chiediamo che meraviglia deve essere il celeberrimo Delta dell’Okavango, regione fluviale africana per antonomasia. Rincuorate dalla presenza di una camionetta di un safari privato, approfittiamo del traffico quasi totalmente assente, per sostare anche noi nel bel mezzo del ponte e scattare qualche fotografia. Questa occasione è stata, in assoluto, l’unico momento in cui siamo scese dalla macchina in aree non autorizzate. Dopo questa breve sosta raggiungiamo la deviazione con la S91, una strada sterrata che corre lungo un’ansa del fiume Olifants, avvicinandosi al Rest Camp. Qui avvistiamo delle schiene di elefanti piuttosto distanti: al contrario di quello che avevo immaginato la strada è sì vicina al fiume ma si trova anche piuttosto in alto rispetto alla riva e la fitta vegetazione rende parecchio difficoltoso avvistare eventuali animali più in basso. Rispetto alle recensioni entusiaste di questa deviazione restiamo in effetti un po’ deluse. Non ci resta che dirigerci all’Olifants Rest Camp per una pausa: sostiamo nell’area parcheggio, decisamente più piccola e curata rispetto a Skukuza, Lower Sabie e Satara, e lasciamo la macchina all’ombra. Dopo pochi passi siamo all’interno della costruzione principale che ospita il negozio, la reception, caffetteria e il ristorante della Tindlovu, la medesima catena che abbiamo sperimentato a Satara. Una volta uscite sulla terrazza restiamo a bocca aperta: siamo davvero in alto! Sotto di noi, si estendono le anse sinuose del fiume Olifants e savana a perdita d’occhio: con un buon binocolo a disposizione si potrebbe tranquillamente piazzarsi qui tutto il giorno e godersi lo spettacolo dall’alto. Noi, visto che non è ancora ora di pranzo, ci limitiamo a due caffè espressi che beviamo sedute ad un tavolino all’aperto. Questa giornata è improntata su ritmi decisamente più lenti e, dopo tutti questi giorni di safari, compresi quelli in Swaziland e nella regione del Kwazulu Natal, ci fa davvero piacere sentirci un po’ in vacanza. Dopo esserci rilassate un po’ e data una veloce occhiata all’orologio, decidiamo di percorrere il vicino anello composto da due sterrate, la S44 e la S93, per poi tornare qui per pranzo. Lungo il tragitto incontriamo unicamente piccoli erbivori qualche bufalo e una giraffa ma in compenso raggiungiamo un bellissimo punto panoramico dove i fiumi Olifants e Letaba si incontrano. Scendiamo dalla macchina in una minuscola area segnalata e ci godiamo ancora un po’ questi preziosi momenti di assoluto silenzio rotto solo dai suoni del vento e dagli sbuffi di un ippopotamo lungo il fiume. Terminiamo il loop senza altri avvistamenti notevoli e un po’ deluse: anche questo tratto era segnalato come interessante ma la fitta vegetazione e l’andamento tutt’altro che pianeggiante del terreno hanno praticamente azzerato ogni possibilità. Torniamo quindi all’Olifants Rest Camp dove pranziamo al Tindlovu Restaurant con due ottimi club sandwich, una coca e una birra Kudu, sempre della Karoo Craft Breweries. Prendiamo anche due espressi e ci rilassiamo approfittando dell’aria condizionata del locale dal momento che oggi è nuovamente molto caldo all'esterno. Ci sentiamo un po’ stanche e anche molto appagate dalle giornate precedenti, decidiamo quindi di rimetterci in macchina verso le 14:30 senza tentare ulteriori sterrate nei pressi di Letaba che avrebbero portato via troppo tempo. Percorrere la strada che collega Olifants a Phalaborwa è stato stranissimo: dopo giorni in cui i paesaggi prevalenti erano quelli aridi e secchi della savana sterminata, ci troviamo ad attraversare tratti collinari più o meno ondulati. Ai fianchi della strada scorre, inoltre, una vegetazione di alberi bassi ed arbusti molto fitti le cui foglie hanno dei meravigliosi colori autunnali che vanno dal giallo all’arancione al rosso. In alcuni momenti sembra quasi di trovarsi nelle nostre Langhe, a dir poco stupefacente. Percorriamo la H9 in circa un’ora, man mano che ci avviciniamo al gate di Phalaborwa vediamo all’orizzonte le impietose ciminiere della omonima cittadina. Sono i primi segnali di vera e propria civiltà che incontriamo dopo quattro giorni di immersione totale nella natura e mi provocano un po’ di tristezza. Mentre guido verso l’uscita di questo meraviglioso Kruger ripenso a tutti gli avvistamenti dei giorni scorsi, alla grandissima emozione di trovarsi al cospetto delle leonesse a caccia, al leopardo ma anche agli elefanti incrociati all’alba, alle scimmie dispettose, gli elegantissimi ghepardi e le dolci giraffe. Qualche curva prima del cancello, ci fermiamo ad osservare a lungo quello che sarà il nostro ultimo elefante, un maschio solitario un po’ magrino intento ad abbeverarsi con movenze buffe ad una pozza artificiale mentre il sole inizia a calare. È una bella immagine che ci portiamo dietro a rappresentazione dell’equilibrio e della convivenza tra noi e loro, gli animali selvaggi. Arriviamo, infine, al cancello di Phalaborwa dove mostriamo la ricevuta di ingresso (che risale ormai a quattro giorni fa) al ranger. Lui ci ricorda sorridendo che dal Kruger è possibile portare via solo foto, alludendo al fatto che è severamente vietato rimuovere qualsiasi tipo di fiore, pianta o peggio animale. Noi rispondiamo che in effetti abbiamo solo tanti ed incredibili ricordi. Usciamo e non mi sembra possibile tornare alla civiltà: vediamo supermercati, banche, benzinai, case. Siamo stanche e io mi sento un po’ attonita da questo improvviso cambio di contesto: è come se dietro di noi si fossero chiuse le porte di un mondo incantato, sospeso nel tempo, e ci trovassimo ora nuovamente nell'era moderna, alle prese con gli impegni terreni e quotidiani. Rimpiango sin da subito la sensazione del sentirmi “dentro la natura” che ho provato fino a qualche attimo prima. In una quindicina di minuti siamo alla guest house A Traveler’s Palm, prenotata su Booking in base alle ottime recensioni di Tripadvisor che riportavano un buon rapporto qualità prezzo. La guest house si trova in una zona residenziale, distante una decina di minuti dalla via principale di Phalaborwa, che è la medesima che porta al Kruger. Ci accoglie la simpatica coppia di proprietari, i loro due cani Jack Russel e una gatta, che non manca di farsi un bel giretto nella nostra camera. La casa è molto carina, con un grande e comodo parcheggio sotto palme altissime, le poche camere hanno tutte ingresso privato e la cosa ci fa sentire totalmente indipendenti. L’aspetto positivo di essere tornate nella civiltà è la stanza fresca, confortevole e immacolata che la proprietaria ci assegna. Restiamo quasi commosse dall'enorme bagno e ci facciamo subito una lunghissima doccia che ci toglie tutta la stanchezza (e la polvere!) delle giornate precedenti. Ci rilassiamo sul letto usufruendo del WI-FI e annunciamo il nostro ritorno nel mondo contemporaneo ad amici e famiglia a casa. Per cena decidiamo di festeggiare il Kruger al migliore ristorante della città: il Bushveld Terrace Restaurant che fa parte di un hotel a quattro stelle situato appena prima il cancello di ingresso al parco. Ci arriviamo in una decina di minuti di auto intorno alle 20:00. Parcheggiamo e percorriamo il sentiero per arrivare alla terrazza dove si cena alla luce del fuoco di bracieri. Ci accoglie un cameriere gentilissimo e la responsabile di sala, purtroppo sono al completo e ci chiedono di pazientare sui divani del patio esterno. Fortunatamente il fatto che sia tardi rispetto agli standard sudafricani è dalla nostra e, dopo neanche dieci minuti di attesa, ci fanno accomodare nella terrazza protetta da una veranda semi aperta. Come antipasto ordiniamo dei gamberi in tempura che vengono serviti accompagnati da una salsa al limone eccellente e poi non possiamo esimerci dallo scegliere il filetto alla griglia con verdure e l’immancabile purea di zucca. Non è all'altezza di quello di Skukuza, più che altro per il livello di esecuzione del piatto, ma la carne è come sempre eccellente. Ci facciamo anche consigliare una spettacolare bottiglia di Pinot Nero Three Peaks del Capo che finiamo, in due, con il dolce: una panna cotta “scomposta” a cui diamo la sufficienza per il tentativo e per la presentazione. Il conto alla fine è leggermente più alto della media (circa 42 € in due comprensive di mancia) ma il servizio e contesto, oltre alla bottiglia di vino, sono stati decisamente superiori. Torniamo in guest house alle 22 circa, stasera abbiamo fatto le ore piccole e ci addormentiamo subito (complice anche l’ottimo Pinot Nero!).