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Mostra il contenuto con la massima reputazione da 29/03/2023 in Risposte

  1. Eccoci qua! Concluso il secondo giorno pieno nel Parco, domani si parte verso Sud.. abbiamo aspettato stasera per esprimere qualche considerazione sparsa sulla condizione di "vivibilità" di Yellowstone e vorremmo 1) tranquillizzare chi verrà da queste parti prossimamente e 2) rassicurare la mitica @luisa53 sul fatto che può mettere in conto un ritorno da queste parti.. ma andiamo con ordine. INGRESSO: Dormendo a West Yellowstone avevamo sempre un po' il patema di trovare code all'ingresso Ovest, ma vuoi un po' per questa paura vuoi un po' perché la sera crolliamo prestissimo siamo sempre arrivati al cancello verso le 7.15-7.20.. al massimo abbiamo aspettato 3 minuti, ma solo perché stamattina la sbarra degli ingressi pre-paid era ancora chiusa. Domattina sicuramente entreremo più tardi quindi vi saprò dire quanto ci impiegheremo in un'altra fascia oraria. AREE PRINCIPALI (mi riferisco alle più famose ma con parcheggi limitati, ovvero Midway Geyser Basin (x la Grand Prismatic), Mud Vulcano, Mammoth Hot Spring, Inspiration Point del GC north ecc, anche se ammetto che alcuni li abbiamo saltati): gente tanta.. SI.. MA non abbiamo mai avuto problemi nel trovare posto, o di fare code per arrivarci.. anzi, talvolta ci stupivamo di quanto fosse rapido trovare un parcheggio, abbiamo infatti notato che c'era sempre tantissimo turnover quindi un posto bene o male si trovava sempre.. TRAFFICO: anche qui SI.. MA.. solo se beccavamo un traffic jam causa animali (di solito bisonti), o dei lavori (ci sono diversi cantieri, sul mt. Washburn, all'inizio della Lamar Valley giusto per citarne un paio) o una lumaca che faceva l'andatura, ma non abbiamo avuto mai avuto grossi disagi.. WILDLIFE: a regà... Canyon Area is the new Lamar Valley! @dariuz non serve più andare fin lassù, oggi abbiamo beccato 3 volte mamma black bear+ cuccioli (2 volte probabilmente erano gli stessi) a distanza davvero ravvicinatissima nel giro di poche miglia dal Gran Canyon, oltre a un bull elk e diversi deers.. ma sull'app ho visto che nella stessa zona sono stati spottati lupi e addirittura un grizzly.. inoltre come scritto sopra quasi all'inizio della Lamar c'è un cantiere con tanto di semaforo x il senso alternato e andarci è un'impresa. Domani mattina andiamo verso Lake Yellowstone poi verso Jackson! Ciao belli!
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  2. Ciao! La mia vita da qualche mese a questa parte si è un po’ stravolta e quindi questa mattina mi sono comprata un a/r Linate -Chicago dal 1 al 7 maggio con aer lingus per la bellezza di € 345 e sarò TUTTA SOLA [emoji33][emoji33] Da un lato sono super emozionata dall’altro abbastanza terrorizzata Un programma su Chicago l’avevo già preparato visto che inizialmente doveva essere tappa finale del viaggio 2023 ma visto che sarò appunto in solitaria vi chiedo tutti i consigli possibili!! Grazie Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
    8 punti
  3. Il mio tanto atteso ritorno in Africa è finalmente avvenuto il 6 giugno 2023, quattro anni dopo il primo viaggio in Sudafrica, una pandemia mondiale e tanti cambiamenti. L'Africa invece è sempre stata lì, nel cuore e nei pensieri, nelle fotografie e nei ricordi di viaggio - come un marchio indelebile. Per la mia compagna era invece la prima volta: lei che è appassionata di montagna, di climi freddi, di trekking si è imbarcata in un viaggio spiccatamente on the road, nel Paese che ospita il deserto più antico del mondo, dove i pochi millimetri di pioggia l'anno sono accolti come una benedizione. Preoccupata per le ore di guida, una macchina gigantesca da condurre (e l'incubo di una foratura), la consapevolezza che avremmo avvistato animali in self-drive (e ci saremmo dovute comportare di conseguenza), i posti "brutti, sporchi e cattivi", come li chiama qui sul forum la cara @mouette ... tutto si è dissolto giorno dopo giorno, lasciando posto alla magia di questa terra che è una cura per l'anima perchè risveglia emozioni primordiali sepolte dal caos della nostra vita occidentale. E' stato tutto un crescendo di felicità e fiducia, fino a quell'ultimo tramonto ad Okonjima che ci ha pugnalato dritto al cuore, mentre sorseggiavamo il loro strambo vino bianco ancora stordite di adrenalina dopo un eccezionale avvistamento pomeridiano. E sul volo del rientro, una nuova consapevolezza racchiusa in una frase: "Sai, ero molto scettica sul significato di maldafrica, invece nel momento stesso in cui la stai lasciando ti accorgi che qualcosa dentro di te è cambiato". Leone adulto nei pressi di Okaukuejo, Etosha
    8 punti
  4. Ciao a tutti, con colpevole ritardo riprendo il diario! Sabato 10 giugno 2023 Oggi affrontiamo una giornata di trasferimento piuttosto impegnativa, una delle più lunghe del viaggio, che da Sesriem ci porterà a Swakopmund dopo 347 km, praticamente tutti su strada sterrata. Evvai! Ci svegliamo alle 07:00 e andiamo subito a fare colazione a base delle ottime uova, bacon e pancake del Sossusvlei Lodge che sicuramente ci mancherà! Caricati i bagagli partiamo verso le 8:00. La C19 da Sesriem direzione Solitaire è decisamente in condizioni migliori rispetto al tratto della medesima strada che ci ha condotto qui due giorni fa. A quest'ora è tutto avvolto da una nebbiolina gentile dovuta all'escursione termica tra il giorno e la notte e la strada è davvero molto panoramica, avvistiamo in lontananza anche una giraffa. Procedendo con la dovuta tranquillità alle 9:30 arriviamo a Solitaire, il famoso avamposto reso celebre dalla McGregors' Bakery che sforna la torta di mele più famosa della Namibia. Ancora ampiamente sazie dalla colazione da campioni, decidiamo di lasciar perdere la torta di mele e acquistiamo, invece, una meat pie, un rotolone di pasta sfoglia farcito con carne dal peso specifico importante, e una fettona di crostata per pranzo. Facciamo le classiche foto gironzolando per i ruderi di auto disposti ad hoc e vediamo anche una simpatica mangusta gialla, animale che non avevamo ancora fotografato. Ci diamo quindi il cambio alla guida e imbocchiamo la C14 che seguiremo fino a Walvis Bay. In fase di programmazione mi ero lasciata tentare dal percorrere la strada sterrata che, superato il Kuiseb Bridge congiunge la C14 alla C28 attraverso le oasi di Ganab e Hotsas e taglia in direzione trasversale il Namib-Naukluft Park. Si tratta di una strada per cui occorre un permesso, acquistabile a Sesriem o a Swakopmund, ma alla fine abbiamo preferito evitare. E meno male perchè la C14, seppur molto panoramica, si rivela già da sola piuttosto ostica. Ma andiamo con ordine... Il primo tratto di C14 da Solitaire fino al cartello del tropico del Capricorno è piuttosto agevole, poche corrugazioni e dritta come un fuso. Il cartello è letteralmente nel bel mezzo del deserto ed è una sosta obbligata per l'immancabile foto di rito a noi e a Big Sister. Ci arriviamo verso le 11:00 e la luce è quasi abbagliante. Proseguendo troviamo, dopo una decina di chilometri, il Gaub Pass: anch'esso piuttosto agevole e riusciamo a fare anche una serie di belle riprese di guida, in mancanza di piazzole in cui fermarci. Il tratto invece che porta al Kuiseb Pass lo troviamo decisamente più impegnativo: la strada è piena di tornanti, fortemente corrugata, piuttosto stretta e particolarmente trafficata. D'altronde si tratta di uno spostamento "obbligato" per i turisti che, come noi, da Sesriem finiscono tutti sulla costa atlantica. Dopo una quarantina di minuti di tensione, accogliamo come un miraggio il Kuiseb Bridge e quelle poche centinaia di metri che si sono presi la briga di asfaltare. Il Kuiseb Bridge, così come il precedente Gaub Bridge, sono infatti ponti per l'attraversamento degli omonimi fiumi effimeri e le porzioni di strada in corrispondenza degli stessi sono pavimentate o asfaltate. Ciò per evitare che vengano completamente dilavate le poche volte che i fiumi sono in piena. Percorriamo quindi ancora una trentina di chilometri in mezzo ad un paesaggio lunare che ricominciamo ad apprezzare dopo la guida intensa di poco prima. Ci fermiamo per pranzo in un'area picnic dove possiamo vedere da vicino anche i magnifici alberi faretra e la strada davanti a noi che si perde in un deserto senza fine. Sazie dell'ottimo meat pie e dalla crostata acquistata a Solitaire, dopo una sosta pipì en-plen-air evitando serpenti e scorpioni, riprendiamo la guida. Mi sparo non stop i 100 km che ci separano da Walvis Bay: nonostante la prima quarantina sia sicuramente classificata "Col c***o che questa è una C!" la carreggiata è ampia e il traffico fortunatamente si è totalmente diradato rispetto ai passi di questa mattina ma per alcuni tratti procedo nella corsia opposta cercando di evitare il più possibile le corrugazioni. Poi ad un certo punto avviene il miracolo: il fondo stradale diventa, seppur sterrato, compatto e liscio. Andiamo via che è una bellezza e devo fare attenzione a non superare i limiti di velocità. Occorre anche fare attenzione alla guida di per sè dal momento che la strada diventa un rettilineo che si perde all'orizzonte, causando un vero e proprio "effetto miraggio", senza alcun punto di riferimento. Arriviamo finalmente a Walvis Bay alle 14:30 e, prima della rotondona che smista il traffico verso il centro città a sinistra e verso Swakopmund a destra, troviamo una zona lagunare a bordo strada ridentificata sulla mappa come "Bird Sanctuary" dove avvistiamo alcuni fenicotteri. E' occasione graditissima per fermarci, sgranchirsi le gambe e scattare qualche fotografia a questi coloratissimi pennuti. Tornate in auto, svoltiamo a destra e percorriamo gli ultimi chilometri che ci separano da Swakopmund. I sobborghi di Walvis Bay sono tristemente poveri e vediamo la prima vera township namibiana. Un insieme di case e baracche in lamiera, qualcuna in muratura, poche strade sterrate e solo qualche opera di urbanizzazione nei pressi del porto commerciale. La strada tra Walvis Bay e Swakopmund, asfaltata, è invece punteggiata da complessi condominiali e resort di edificazione recente e di una certa modernità. Ne risulta un contrasto purtroppo particolarmente stridente. Arriviamo a Swakopmund in circa mezz'ora: quanta vita in città! Abbondano negozi, ristoranti e alberghi! Arriviamo davanti al nostro Namibian Nights e troviamo già i proprietari ad aspettarci. Lui si intrattiene in pochissimi convenevoli e ha tanta fretta di farci pagare. La moglie, invece, è più cordiale e mi mostra la camera al piano superiore, ci da indicazioni su come parcheggiare nel minuscolo cortiletto e ci spiega il funzionamento del cancello elettrico. La camera è graziosa e pulita ma un po' piccola, manca completamente la porta del bagno cosa che, purtroppo, aumenta la già forte umidità che abbiamo trovato appena arrivate in città. Sistemati i bagagli ci rilassiamo dal viaggio e facciamo un micro bucato. Riprendiamo poi la macchina per andare ad un vicino Spar dove facciamo un poco di spesa in vista dei prossimi giorni nel Damaraland dove i servizi decisamente scarseggiano. Per cena abbiamo prenotato al The Tug alle 19:00. Si tratta di un ristornate particolarmente noto a Swakopmund ricavato, dicono, attorno ad un rimorchiatore in secca. La struttura è effettivamente molto caratteristica ed anche la cucina si rivela all'altezza della fama: prendiamo il Tug Trio, un piattone a base di nasello fritto, gamberoni alla griglia e calamari e il catch of the day alla griglia con due bicchieri di vino. Tutto ottimo, soprattutto i gamberoni sono uno spettacolo! Torniamo in camera dove avremmo decisamente apprezzato la presenza di una stufetta! Questa parte di Namibia è decisamente umida e rimpiangiamo già il deserto del Namib!
    8 punti
  5. Allora ragazzi, non diciamolo troppo forte (non si sa mai ), ma pare che quest'anno sia la volta buona per poterci ritrovare live! dopo parecchio tempo: prendendo spunto dalla RI-proposta fatta da @DaniReef qualche settimana fa ci piacerebbe incontrarci a Bologna nel weekend del 7/8 ottobre. A questo punto però ci è venuto un dubbio amletico: ci accontentiamo di una pizza in compagnia il sabato sera od organizziamo almeno qualche attività vecchio stile per avere l'opportunità di condividere, ancora una volta, le nostre esperienze? La risposta è... dipende! Se ci ritrovassimo tra "pochi intimi" (diciamo intorno alla quindicina di persone, più o meno) potremmo tranquillamente organizzarci autonomamente e darci appuntamento per cena e/o aperitivo; se invece dovessimo essere di più, crediamo sarebbe bello avere un punto di incontro e ritrovo solo per noi, per avere un tetto sopra la testa e poter passare il tempo piacevolmente. Ovviamente però, questa seconda ipotesi implicherebbe almeno un minimo di organizzazione da parte nostra, quantomeno per trovare una saletta e un numero di sedie sufficienti per tutti . In linea generale, in questo caso vorremmo optare per una versione short del raduno che impegni solo il sabato, lasciando a tutti la libertà di godere in piena autonomia dell'accoglienza bolognese la domenica. Ci piacerebbe dunque avere un'idea attendibile di quanti vorrebbero/potrebbero partecipare a questo incontro, con la preghiera di voler essere meno vaghi possibile, proprio perché il numero degli effettivi partecipanti cambierebbe radicalmente il nostro approccio ed il nostro impegno: ovvio che gli imprevisti dell'ultimo minuto possono sempre capitare (ci mancherebbe!) però, dai, se potete organizzare un viaggio di due/tre settimane negli USA con 8-10 mesi di anticipo, sono sicura che potete anche impegnarvi per mezzo weekend 5 mesi prima... Allora, chi vuole unirsi a noi? EDIT: Partecipanti (in ordine alfabetico, per non fare torto a nessuno ) al3cs x2 alberto tao x2 alessipe x2 ceemo x2 criscorpione x2 Danireef x 2 dariuz x1 (+ eventuale famiglia allargata ) Frafrà x2 fraxnico x2 Giovanna86 x2 mjfede x2 issa1990 x2 Lauretta83 x2 Lizzina x2 marv85 x1 mirko73 x2 Monica405 x2 simobiancoblu x2 Totale al 26/8: 34 (per ora... )
    8 punti
  6. Giovedì 14 giugno 2023 La sveglia suona prestissimo alle 4:30, fortuna che abbiamo preparato tutto la sera prima altrimenti non saremmo state in grado di intendere e volere. Fuori è buio pesto e raggiungiamo il lodge aiutate dalle frontali. Facciamo colazione e cerchiamo di svegliarci con due tazzone di te e caffè. Poi incontriamo la nostra guida e driver, Dessie, e i due tracker. Ci issiamo a fatica sulla Land Cruiser, con noi c'è anche un ragazzo a cui daremo uno strappo lungo la strada. Partiamo intorno alle 5:30 dal lodge e, miracolosamente, scendiamo indenni dalla terribile mulattiera fino al Grootberg Pass, dove la nostra Hilux sta dormendo beata. Svoltiamo a destra sulla C40 scendendo spediti dall'altopiano: fa un freddo cane, siamo vestite con tutto quello che abbiamo con tanto di guanti e cappelli di lana, siamo anche dotate di coperte di pile in cui cerchiamo di imbacuccarci ma l'aria fredda si infila praticamente ovunque. Ad un certo punto svoltiamo sua una D allontanandoci dalla strada principale. Raggiungiamo, che è ancora buio, una casupola letteralmente in mezzo al nulla. E' fatta di terra e lamiera, la proprietà delimitata da un recinto di tronchi contorti piantati in verticale, dalla porta di ingresso spunta una ragazza con un numero indefinito di bambini mentre il ragazzo che era con noi a bordo, probabilmente impiegato al lodge, scende per rincasare. Assisto assonnata a questo scampolo di vita quotidiana e non posso fare a meno di sentirmi improvvisamente grata per la mia casa e privilegiata per avere acqua corrente tutti i giorni. Proseguiamo sulla nostra strada, diretti verso il cuore della riserva. Verso le 7:00 di mattina inizia ad albeggiare e la luce rivela un ambiente di ruvida bellezza. Le precipitazioni annuali variano qui tra i 250 millimetri nel nord-est e i 100 millimetri nel sud-ovest. Oltre tre quarti di tutta la pioggia cade durante i primi tre mesi dell'anno, ma varia enormemente da mese a mese, da anno a anno e da luogo a luogo. Ne consegue che la fauna selvatica è continuamente costretta a spostarsi su vaste aree in cerca di cibo, ben oltre i confini della Conservacy. Ed è in questa regione che vivono i rinoceronti neri sudoccidentali adattati al deserto, esemplari unici, capaci di resistere molti giorni senza bere e tra i pochi animali in grado di nutrirsi del Damara milk-bush, una pianta altamente tossica. Dopo una breve pausa per godere dell'alba e sgranchirsi le gambe, proseguiamo fino ad arrivare nei pressi del letto di quello che, chissà ogni quanto, diventa uno dei tanti fiumi effimeri dell'area. Qui scendiamo e ci avviciniamo a piedi: arriviamo in un punto dove si vedono distintamente le impronte lasciate da un rinoceronte nero: non solo quelle delle zampe dalla caratteristica forma "a trifoglio" ma anche quelle del corpo e del fianco, segno che quello è stato il suo letto per qualche tempo. Qui avviene il rito dei tracker: la lettura del, come loro stessi lo definiscono, "morning newspaper" e cioè lo studio di orme, droppings più o meno secchi, segni di movimento dell'animale. Confabulano e poi partono a piedi dotati solo di una radio per comunicare tra loro e con la guida. Dessie, appunto, ci intrattiene ancora raccontandoci qualche curiosità su questi magnifici animali: nella porzione di Conservacy dove siamo noi ora se ne contano otto esemplari, la possibilità di avvistarli è del 50-50. Cosa interessantissima che ci fa notare, ravanando dei dropping più secchi, è il caratteristico taglio a 45 gradi dei rametti triturati, masticati e poi evacuati dal black rhino fino a formare dei trucioli di un paio di centimetri perfettamente tagliati. Noi tre torniamo quindi alla Toyo mentre i tracker fanno le loro cose da tracker ormai distanti e indistinguibili nella vastità del paesaggio. Nel frattempo vediamo in lontananza una giraffa che scatta sull'attenti appena avverte il rumore della macchina. Il Grootberg è l'unico lodge autorizzato a portare i turisti all'interno dell'area di conservazione pertanto gli animali non sono per nulla abituati al "traffico", ci colpirà moltissimo, appena l'indomani, la totale differenza di atteggiamento degli stessi animali all'Etosha, del tutto indifferenti a queste rumorose scatolette metalliche in cui noi umani scorrazziamo. Poco dopo facciamo un incontro davvero speciale: la coppia di Rhino Ranger a protezione della Concervacy che si uniscono anche loro con noi nella ricerca. Sono svegli ovviamente da prima dell'alba e hanno percorso già 10-15 km, rigorosamente a piedi, dal loro accampamento al punto dove li abbiamo incrociati. Uno di loro è armato di fucile, l'altro ha con sè una borraccia da mezzo litro d'acqua. Fanno turni di lavoro da 25 giorni filati e sono "on duty" praticamente h24, vivono in un accampamento all'interno della riserva, che vedremo più tardi, costituito da due tende canadesi, due pannelli solari, un fuoco e una recinzione a protezione delle loro cose e di loro stessi. Non hanno mezzi in dotazione e si spostano unicamente a piedi macinando chilometri su chilometri in questo ambiente così arido, così desolato, con il solo scopo di proteggere questa splendida specie animale, che costituisce per loro una fortunata opportunità per avere un impiego e un salario, così come il Grootberg e il turismo in generale, costituisce per questa comunità una grande opportunità di sostentamento e diversificazione. Per tutta la mattinata ci ricongiungiamo più volte con i tracker che tuttavia non portano buone notizie e passiamo il tempo a percorrere praticamente ogni pista della riserva, anche Dessie impegnato nel riconoscere eventuali tracce. Spesso incrociamo dropping freschi ma le impronte non conducono da nessuna parte. Avvertiamo crescente l'insofferenza dei tracker e dei ranger: sono i primi che vogliono trovare i rhino, a volte abbiamo la sensazione che lo vogliano addirittura più di noi, probabilmente per provarci le loro abilità. A metà giornata ci fermiamo in una radura in posizione sopraelevata: siamo infatti dotati di un pic-nic completo con tanto di insalata di pasta e polpette. Ci rifocilliamo tutti insieme all'ombra: noi, i tracker e anche i ranger a cui naturalmente offriamo il pranzo. Anche le prime ore del pomeriggio sono impiegate in una ricerca frenetica ma, purtroppo, tutte le piste seguite dai tracker si riveleranno dei vicoli ciechi. Alle 14:00 decretiamo, seppur a malincuore, la fine della spedizione, risaliamo tutti sulla Toyo e diamo uno strappo ai ranger fino al loro accampamento. Dopo un ultimo avvistamento di mamma giraffa e il suo cucciolo, usciamo dalla riserva e percorriamo la strada che ci separa dal lodge in 2 ore: arriviamo impolverate, accaldate e stanche morte. In compenso il torcicollo di cui soffrivo da qualche giorno è sparito: probabilmente l'african massage di cui abbiamo "goduto" per tutto il giorno mi ha definitivamente sbloccata! Un ultimo sguardo alla ≠Khoadi //Hoas Conservancy (dove otto black rhinos se la ridacchiano ben nascosti) Ci diamo una rinfrescata per poi goderci un altro bellissimo tramonto dal lodge, commentando la giornata. La delusione per non aver visto il rinoceronte piano piano si dissolve e rimane la gioia per aver vissuto una vera avventura, non solo per le piste impensabili in mezzo al nulla su cui siamo state, per la vastità in cui ci siamo sentite minuscole, ma soprattutto per gli incontri straordinari, questa volta umani, che abbiamo fatto. "It's not always that you see a rhino. There aren't many around. But you know God graced them to be on earth."
    7 punti
  7. anche io ho fatto "l'errore" di introdurre le votazioni (proponevo il PNW o il Canada)...... sono stato messo in minoranza e alla fine andiamo in Indonesia...... 🤣
    7 punti
  8. Il mio weekend è cominciato moooolto bene!! Presi i voli!! Bologna-Francoforte-Dallas Atlanta-Francoforte-Bologna Lufthansa a 972€ a testa compreso di bagaglio in stiva. Non è poco, ma il mio obiettivo era restare sotto ai mille e fino a ieri non era stato possibile con nessuna compagnia nemmeno senza bagaglio in stiva. Dalla prossima settimana si inizia seriamente a programmare e prenotare auto ed hotel!
    6 punti
  9. In effetti non abbiamo ancora deciso. Siamo in seduta permanente, i ragazzi ormai abbondantemente maggiorenni rispetto all'ultimo otr hanno diritto di voto e siamo in parità: 2 sw 2 nw. Sono in corso frenetiche trattative per raggiungere, se non l'unanimità, almeno la maggioranza su una scelta. In extrema ratio interviene il regolamento (sheldon cooper docet) che prevede in questi casi che il voto di chi paga vale doppio. Vi aggiorneremo.
    6 punti
  10. Venerdì 9 giugno 2023 Se è vero che uno dei "minus" di programmare un viaggio nell'emisfero australe a Giugno è quello di capitare nel mese con meno ore di luce, uno dei "plus" è sicuramente quello di godersi l'alba alle 7:30 di mattina risparmiando così diverse alzatacce! La sveglia suona, infatti, alle più che umane 6:30, ci vestiamo e andiamo a fare colazione. Niente terrazza stamattina, le temperature di notte non scherzano qui nel Namib e siamo ben contente di sederci all'interno. Per il cibo tocca però fare lo sforzo di uscire: le isole su cui ieri sera si cucinava carne e pesce alla griglia stamattina sfornano uova, bacon e deliziosi pancakes! Dopo un'abbondante e gustosa colazione, prendiamo la macchina e ci dirigiamo ai vicinissimi cancelli del Namib-Naukluft National Park che hanno da poco aperto. Sono circa le 7:20 di mattina e la coda di macchine rapidamente si dirada. Noi entriamo come 29esima vettura: occorre tenere a mente questo numero per comunicarlo una volta che si esce dal parco e si paga la fee (150,00 NAD a persona + 50,00 NAD per veicolo). I gate di ingresso sono infatti due: il primo, più esterno, segna il confine del parco, apre all'alba e chiude al tramonto. Quello interno, invece, segue orari un po' più laschi e permette a chi alloggia all'interno - i più pernottano al campeggio - di battere tutta la concorrenza sul tempo e assistere all'alba dalle dune. C'è da dire che, comunque, prima di raggiungere la Duna 45, una delle più gettonate per il levar del sole, occorre percorrere, appunto, 45 km. I limiti di velocità sono bassi, se ben ricordo 60km/h; è vero che la maggior parte della gente purtroppo se ne frega ma occorre comunque considerare un po' di tempo prima di arrivarci. La strada comunque è magnifica e scenografica, il paesaggio non ha veramente eguali: sembra di essere catapultati letteralmente in un altro pianeta, a metà tra Luna e Marte. All'inizio gli spazi sono ampi e la strada costeggia il Canyon di Sesriem per poi farsi sempre più stretti man mano che ci si avvicina al "cuore" della zona di Sossusvlei. Arriviamo, dopo alcune soste, alla Duna 45 dove vediamo un nutrito gruppo di scalatori che si sta già cimentando sui suoi 80 metri di altezza. Ci fermiamo per scattare qualche fotografia. La luce è perfetta e a quest'ora disegna un affascinante contrasto tra il lato in ombra e quello al sole. Proseguiamo e arriviamo con gli occhi colmi di meraviglia al parcheggio 2x4 dopo altri 20 km. Da qui partono i finali 5 km di pista sabbiosa fino a Deadvlei. Lasciata da parte ogni ambizione di guida 4x4 propriamente detta, facciamo prontamente segno al personale NWR della prima navetta disponibile di aspettarci. Alla modica cifra di 180,00 NAD a testa A/R siamo ben felici di farci trasportare e... di goderci il freddo pungente a bordo! Le temperature sono veramente basse e abbiamo addirittura indossato i cappellini di lana! In men che non si dica arriviamo al parcheggio 4x4. Da qui la piana di Deadvlei è sapientemente celata da Madre Natura in modo tale da mantenere l'effetto sorpresa. Noi però, come al solito, ce la dobbiamo guadagnare e, invece di guardare in basso, puntiamo in alto davanti a noi. E lei è lì... Big Daddy, la duna più alta dell'area di Sossusvlei nei suoi trecentoventiepassa metri. Qualche foto e partiamo, incamminandoci sul lato sinistro rispetto a Deadvlei. Le dune si scalano dalla cresta quindi noi partiamo proprio da dove attacca a terra e seguiamo fedelmente le impronte di chi ci ha preceduto. Per fortuna il caldo è contenuto e la sabbia, soprattutto, è ancora compatta dalle temperature della notte precedente. Mentre saliamo siamo comunque costrette a toglierci un po' di strati anche perché, man mano che passano i minuti, il sole viene su bello gagliardo. Dopo un tratto particolarmente faticoso perché siamo costrette ad abbandonare la cresta e a tagliarla in parte in diagonale, attacchiamo l'ultimo tratto di salita. Arrivate in cima la soddisfazione è enorme e lo stupore per il panorama in cui siamo immerse ancora maggiore. E' solo riguardando le fotografie che ci si rende conto del posto assurdo che è il deserto del Namib, quando si è là circondati da quel mare arancione si è letteralmente inebetiti da tanta bellezza che quasi non si riesce a concepirla. Dopo qualche decina di minuti di meritato riposo e contemplazione, scendiamo dal fianco di Big Daddy direttamente verso la piana di Deadvlei sottostante, sprofondando divertite con la sabbia fino al polpaccio. Una volta a terra, svuotiamo le scarpe e le calze da diversi chili di sabbia, mangiamo una barretta e qualche biscotto e ci incamminiamo verso il pan di un bianco abbagliante. In pochi minuti siamo al cospetto degli iconici alberi di acacia, sentinelle vecchie di centinaia di anni, guardiani di una valle incantata che sembra uscita dall'immaginazione di un pittore. Le foto naturalmente si sprecano. Decidiamo di tornare quando ormai pensiamo di avere fotografato ogni singola acacia e quando ormai i raggi del sole si fanno insopportabili. Il cammino sul falsopiano verso il parcheggio 4x4 è quasi più faticoso con queste temperature della scalata a Big Daddy qualche ora prima. Attendiamo la prima navetta NWR e ci facciamo dare uno strappo al vicino Sossusvlei, un pan più piccolo nonostante dia di fatto il nome all'intera area, sovrastato dalla duna "gemella" Big Mama. Qui ci tratteniamo appena una mezz'oretta giusto il tempo di scattare qualche fotografia. La navetta ci riconduce, infine, al parcheggio 2x4 dove troviamo la nostra Hilux che, d'ora in poi verrà soprannominata "Big Sister". Facciamo un pic-nic sotto un albero di acacia e una piccola siesta. Percorriamo infine a ritroso i 65 km fino all'ingresso del parco, fermandoci unicamente davanti alla duna 45 che perl con la luce del pomeriggio ha molto meno fascino rispetto alla mattina. Stanche e appagate usciamo dal parco alle 15:00 circa. Facciamo una velocissima deviazione al Sesriem Canyon che però non ci colpisce affatto, forse anche a causa dei pochi ma davvero molto accidentati km che dobbiamo percorrere per raggiungerlo. Spendiamo le ultime ore che ci separano dalla nostra seconda cena al Lodge, godendoci la vista dalla nostra camera e un altro indimenticabile tramonto con alcuni springbok ed uno sciacallino che vengono a farci visita.
    6 punti
  11. Grazie a tutti! [emoji7][emoji631] Nel frattempo dopo un tappone da mille-e-spicci km siamo arrivati al mitico Alpine Motel di West Yellowstone.. ora carichiamo armi, bagagli e pazienza e partiamo alla volta del Parco!
    6 punti
  12. Ciao a tutti!! Atterrati ieri sera a Seattle, oggi ci attende il tappone verso Yellowstone! We’re on the road again!
    6 punti
  13. Sabato 16 giugno 2023... metti un giorno ad Okaukuejo! Il programma di oggi prevede di esplorare la zona ad Est di Okaukuejo per dedicarci, il giorno successivo, a quella ovest fino ad Halali, dove dormiremo. Avendo escluso a priori di riuscire a raggiungere Olifantrus, l'idea è quella di procedere almeno fino alla famosa pozza di Ozomjuitji M'Bari e poi tornare indietro per fare qualche altro giro nei pressi del rest camp. Purtroppo perdiamo un po' di tempo con la sveglia e poi a colazione e ci mettiamo in auto verso le 7:40 che l'alba vera e propria è già passata da un pezzo. Decidiamo di puntare verso la waterhole di Okondeka, una delle più gettonate per riuscire ad avvistare l'omonimo branco di leoni stanziale, ma non abbiamo fortuna. Troviamo solo uno sciacallo intento a gironzolare. Anche proseguendo lungo la strada che supera Okondeka e collega le pozze asciutte di Adamax e Natco gli avvistamenti sono ridotti all'osso. Quando ci ricongiungiamo alla strada principale troviamo purtroppo anche una spiacevole sorpresa: lavori stradali ovunque che hanno completamente cambiato la - seppur banale - viabilità, tant'è che per la prima volta anche la fidata Maps.Me va in confusione. Ci sono parecchi mezzi pesanti impegnati a spostare grandi quantità di ghiaia che è stata precedentemente accumulata in montagnole e siamo obbligate a prendere un detour. La cosa che ci lascia piuttosto interdette è il fatto che non ci fosse avviso alcuno di questi lavori in corso nè al rest camp nè tantomeno lungo la strada per arrivare sino a qui. Inoltre ci siamo sempre tenute aggiornate con assiduità sul già citato gruppo DriveNam oltre che su alcuni gruppi dedicati agli avvistamenti del Parco senza trovare traccia alcuna di questi lavori...mistero! In ogni caso, in qualche modo ci districhiamo e riprendiamo quella che dovrebbe essere la strada principale ma il fondo è in condizioni pessime e dobbiamo andare pianissimo anche a causa di numerosi mezzi meccani che, invece, ci superano come dannati; già un po' sottotono, decidiamo che non abbiamo nessuna voglia di rischiare di perdere la giornata per pochi chilometri e facciamo inversione - tutto questo caos di sicuro non facilita gli avvistamenti. Superati nuovamente i lavori, direzione Okaukuejo, incrociamo infatti una coppia di giraffe che, come noi, sembra particolarmente disorientata da tutto questo movimento e fa fatica persino a decidersi ad attraversare la strada disseminata di mucchi di ghiaia. Siamo quindi di ritorno ad Okaukuejo per le 11:00 e, dopo una rapida pausa nella nostra room, decidiamo di vedere se c'è movimento alla waterhole. Abbiamo fortuna perchè evidentemente tutti gli animali del circondario sembrano essersi ritrovati qui: kudu, orici, springbok, zebre... in un vai e vieni ripetitivo, in cui tutti sembrano rispettare un ordine preciso. Accomodate sulla piccola "tribuna" in legno ci godiamo in tutta tranquillità lo spettacolo. Per pranzo organizziamo un pick-nic all'ombra, sempre nei pressi della pozza; passiamo buona parte del pomeriggio ipnotizzate dall'andirivieni di animali. Ad un certo punto, nella frenesia generale, arrivano anche gli elefanti, un gruppo di cinque individui adulti - ipotizzo maschi scapoli - che fanno scappare tutti facendo un gran casino. Saranno i padroni della pozza per un'ora abbondante e li fotografiamo da tutte le angolazioni. Magnifico! Poco prima del tramonto decidiamo di uscire per un giro veloce, a Gemsbokvlakte troviamo molte giraffe intente ad abbeverarsi e restiamo anche qui a lungo ad osservarle. Torniamo quindi ad Okaukuejo per il tramonto, altre giraffe e qualche elefante solitario in disparte, fino a quando puntualissimi compaiono anche i rino. Questa giornata è passata senza avvistamenti particolarmente sorprendenti e con ritmi decisamente lenti, ma il bello del safari è anche questo: saper avere pazienza, rallentare, appassionarsi anche alle piccole cose. Buonanotte Africa!
    5 punti
  14. Volo acquistato blq-lax tutto british sia andata che ritorno. Scalo a lhr andata h 2.25 🤞ritorno h 1.50 🤞.
    5 punti
  15. Venerdì 15 giugno 2024 Oggi lasciamo il Grootberg e il Damaraland per arrivare finalmente all'Etosha e le aspettative sono altissime. Abbiamo deciso di spendere quattro notti all'interno del parco, le prime due ad Okaukuejo, una ad Halali e infine una a Namutoni. Entreremo quindi dall'Anderson Gate e usciremo dal Von Lindequist Gate a est. La strategia è quella di "coprire" più area possibile di parco ma, con più tempo a disposizione, sarebbe stato possibile dedicare una giornata o due anche alla porzione più occidentale e remota (Dolomite/Olifantrus). In ogni caso, oggi dobbiamo percorrere ben 320 km fino al gate di ingresso ma per fortuna la C40, a partire dalla cittadina di Kamanjab, diventa una comoda seppur lunga strada asfaltata. Facciamo quindi una abbondante colazione e, dopo un ultimo sguardo commosso alla stupenda Klip River Valley dalla terrazza del Grootberg - come sempre spero sia un arrivederci e non un addio, salutiamo questo magnifico lodge e, verso le 8:30, siamo pronte a metterci in auto, dopo esserci fatte scarrozzare giù per la famigerata mulattiera per l'ultima volta dalla navetta. Troviamo la strada in discrete condizioni e arriviamo scorrevolmente a Kamanjab dove però decidiamo di tirare dritto fino all'incrocio con la C38. Invece di dirigerci subito a nord verso l'ingresso del parco, svoltiamo a sud per fare un pit-stop a Outjo a una manciata di chilometri di distanza. Outjo è una cittadina piuttosto grande se confrontata con gli altri centri abitati visti sinora ed è possibile fare ottimi rifornimenti prima di entrare all'Etosha. Dal momento che è risaputo che gli store all'interno dei Rest Camp non offrono moltissimo, ne approfittiamo per fermarci allo Spar locale, particolarmente fornito, per acquistare cibo e bevande per i prossimi pranzi e aperitivi. Uscite dal supermarket si è fatta, per l'appunto, quasi ora di pranzo e decidiamo quindi di fermarci alla Outjo Bakkery dove gustiamo con calma delle ottime quiche. Facciamo infine un rabbocco al vicino distributore e siamo pronte per dirigerci verso il mitico Anderson Gate dove arriviamo alle 13:30 spaccate. L'Etosha National Park non ha bisogno di presentazioni: è il parco nazionale più famoso del Paese e uno dei gioielli di tutta l'Africa australe. E' di fatto più grande del Kruger National Park ma ben 5.000 dei suoi totali 22.000 kmq sono occupato dal pan - una gigantesca distesa di deserto salino da cui il parco prende il nome: "Etosha" in lingua Ndonga significa, infatti, "il grande luogo bianco". Per fare un analogia con il Kruger, che ho visitato nelle zone meridionali e centrali, ha una rete molto meno capillare di strade e sono anche molti meno i rest camp e le aree di sosta; la caratteristica principale e suo punto di forza è però data dalla presenza significativa di sorgenti d'acqua - sia naturali sia artificiali - che, sparse per il parco, costituiscono un vantaggio negli avvistamenti. Non fraintendetemi, in safari, soprattutto se self drive, è tutta questione di tempismo, pazienza e fortuna ma la presenza di risorse d'acqua così ben segnalate sulla mappa costituisce un notevole aiuto per tutti gli appassionati. Avendo tempo sufficiente, la migliore strategia è infatti quella di appostarsi ad una pozza e...pazientare, sicuri che gli animali verranno da sè. Ovviamente ci sono pozze statisticamente più interessanti e fortunate di altre, in tal senso un eccellente aiuto in fase di programmazione per me è stato il manuale "The Photographers Guide to Etosha National Park", purtroppo acquistabile solo in formato digitale, che offre una panoramica dettagliatissima su ciascuna pozza e sulle strade del parco, disegnando degli itinerari "ideali". Tornando a noi: siamo finalmente ai cancelli del parco. C'è una coda di pochissime macchine, arriva il nostro turno e scendo dall'auto per compilare i moduli nel gabbiotto dei ranger lasciando i dati della macchina e indicazioni dei giorni di ingresso e uscita. Sono emozionata! Riprendiamo la guida e facciamo subito una deviazione alla pozza di Ombika, che troviamo praticamente asciutta, anche se frequentata dagli ungulati che vedremo con più frequenza: orici, zebre, nyala e springbok. In poco tempo raggiungiamo l'Okaukuejo Rest Camp dove facciamo subito il check-in e prendiamo possesso della nostra room: la posizione di queste sistemazioni economiche non è certo il massimo dal momento che siamo vicine alla strada ma la stanza è grande e confortevole, sicuramente meglio di quanto ci aspettassimo. Giusto il tempo di scaricare i bagagli e ripartiamo ad esplorare. Prendiamo la strada principale verso Halali, che troviamo - purtroppo - in pessime condizioni: ci sono corrugazioni pazzesche e il fatto di andare piano per lasciare il tempo agli avvistamenti aumenta notevolmente le vibrazioni. Vediamo tanti struzzi e piccoli gruppi di gnu e un dik-dik ma in questi primi momenti è il paesaggio che stupisce: c'è una strana luce che rende i colori quasi solidi, la linea dell'orizzonte è netta come un taglio tra la savana arida a perdita d'occhio e questo cielo reso plumbeo dalla polvere e dal caldo torrido del pomeriggio. Arriviamo fino alla pozza di Ondongab, affacciata sul pan, che troviamo asciutta per poi rientrare verso Okaukuejo percorrendo alcune strade secondarie che passano leggermente all'interno. Ed è qui che facciamo l'Avvistamento della giornata con la A maiuscola: un giovane leone maschio sul "kill" una malcapitata zebra. Lo troviamo letteralmente sdraiato sulla preda a meno cinque metri da noi, di spalle alla strada quasi a proteggerla da occhi indiscreti; uno sciacallino timido ma risoluto gli gira attorno, sperando di poter racimolare qualche avanzo. Ad un certo punto il leone si alza di scatto infastidito, lo sciacallo sparisce in quattro salti e lui torna a risedersi tranquillo sul pasto. L'emozione è alle stelle, questo è davvero un fantastico avvistamento. Stiamo li per molto tempo, mentre vanno e vengono altre auto, e il leone resta praticamente immobile. Io spero di avvistare il resto del branco perché sicuramente non è solo, anzi potrebbe trattarsi di una coppia "in luna di miele" che ha cacciato insieme, ma purtroppo non abbiamo fortuna. Il tempo passa e noi dobbiamo rientrare: riprendiamo la strada fino a sbucare a Gemsbokvlakte dove osserviamo una elegantissima giraffa che si sta dirigendo proprio là per l'abbeverata del tramonto. Proseguiamo oltre e arriviamo nei pressi di Nebrownii, che avevamo trovato vuota all'andata: ora ci sono alcuni elefanti davvero enormi intenti a farsi i famosissimi "bagni" di fango e polvere per proteggersi dai raggi UV. Il colore biancastro che acquisiscono dopo essersi cosparsi della caratteristica terra chiara che contraddistingue quest'area ha fatto guadagnare loro l'appellativo di "ghost elephants of Etosha". Maestosi! Decisamente soddisfatte di questo primo pomeriggio di safari, torniamo ad Okaukuejo per rinfrescarci e riposarci un po': in fin dei conti è stata una giornata piuttosto piena e siamo cotte! Con il sole ormai tramontato, prima di recarci al ristorante facciamo un salto alla waterhole dove troviamo "i soliti sospetti": i rhinos! Siamo infatti habituè della Okaukuejo Waterhole che monitoriamo ormai da alcuni mesi grazie al live stream su Youtube della NWR e abbiamo scoperto che in questo periodo l'avvistamento notturno è pressoché garantito e infatti eccoli li, che condividono la preziosa risorsa con alcune giraffe - apparentemente le sole, insieme agli elefanti, a tollerare la loro burrascosa presenza. Andiamo a cena e riusciamo a stento a sederci nell'unico tavolo libero all'interno del ristorante, rimasto un po' spoglio perchè la stragrande maggioranza dei tavoli è stata spostata fuori e tutti mangiano a lume di candela e al freschetto. Capiamo che bisognava "prenotare" in anticipo indicando numero della camera e orario di arrivo: domani non ci faremo cogliere impreparate. Facciamo una cena veloce a base di carne e verdure, piuttosto scarsa a livello di qualità, e poi torniamo alla pozza dove ci godiamo dal vivo un incontro di "sparring" tra alcuni rinoceronti neri che sbuffano, alzano polvere, bisbocciano a tutto spiano quasi fossero degli "attori" pagati per intrattenere noi umani curiosi. Non sembra vero di essere finalmente qui!
    5 punti
  16. Risolta! probabilmente ieri ho trovato una che non aveva voglia! mi hanno cambiato il volo con uno con scalo a Chicago e poi da lì diretto a Malpensa!
    5 punti
  17. Domenica 11 giugno 2023 La giornata di oggi non prevede spostamenti, faremo base a Swakopmund per dedicarci ad una delle escursione guidate più classiche della zona: abbiamo infatti prenotato con la Catamaran Charter un day tour: marine safari nella baia di Walvis Bay al mattino ed escursione in 4x4 tra le dune del deserto del Namib nel pomeriggio fino a Sandwich Harbour, marea permettendo, al costo di 6.600,00 NAD in due. Dal momento che il tour parte da Walvis Bay, in fase di prenotazione abbiamo chiesto il pick-up a Swakopmund, offerto gratuitamente: ci vengono a prendere davanti al B&B alle 08:00 quindi facciamo giusto in tempo a fare una piccola colazione in camera con succo di frutta e biscotti e scendiamo in strada. Il transfer ritarda un po' e il nostro padrone di casa, che nel frattempo ha aperto la caffetteria, ci fa la cortesia di dare un colpo di telefono alla Catamaran Charter che ci rassicura che il nostro van è in arrivo. Una volta salite troviamo le signore francesi già incontrate al Bagatelle e al Sossusvlei Lodge, facciamo ancora un passaggio a recuperare una coppia di spagnoli che alloggia nelle vicinanze e poi ci dirigiamo spediti al waterfront di Walvis Bay che raggiungiamo in una mezz'oretta scarsa percorrendo la strada ancora avvolta da una fitta nebbia. Una volta arrivate, saldiamo la prenotazione presso gli uffici della compagnia e, dopo qualche minuto di attesa sul molo, ci imbarchiamo su uno dei loro catamarani. Il tour della baia è senz'altro uno dei più commerciali, saremo almeno quindici persone ma, tutto sommato, c'è spazio per tutti e riusciamo a sistemarci comodamente. Gli avvistamenti sono quelli tipici e ampiamenti pubblicizzati: un pellicano "resident guest" che si presta ad un set fotografico da posizione ravvicinata in cambio di molti premi in pesce fresco che gli lancia l'equipaggio, otarie, delfini e "banchi" di ostriche di allevamento. La guida, un bianco sulla settantina con dei gran baffoni, è però un grande intrattenitore e ci racconta con passione le caratteristiche della costa, da quelle metereologiche, a quelle geologiche, dalla storia dei naufragi più celebri alla coltura delle ostriche. Lasciamo infine la baia di Walvis Bay per dirigerci verso Pelican Point, una lingua di sabbia molto scenografica che ospita un bel faro riconvertito a lodge di lusso, raggiungibile unicamente via mare o con un 4x4. Qui è presente una colonie di otarie che prolificano del tutto indisturbate (a meno di sciacalli e iene brune ovviamente!). Non è sicuramente paragonabile alla colonia di Cape Cross, più a nord lungo la Skeleton Coast, che non visiteremo, ma la deviazione è piacevole e possiamo dire di aver potuto apprezzare anche la vita marina della costa namibiana. Il tour dura circa 3 ore, dalle 09:00 alle 12:00, e sulla scia del ritorno possiamo approfittare anche di un aperitivo a base di ostriche, stuzzichini ed un vinello frizzantino servito sottocoperta al calduccio. Sbarcate, abbiamo giusto il tempo di comprare un paio di t-shirt nel negozio di souvenir che ci vengono a chiamare per la partenza del tour 4x4 verso Sandwich Harbour. Scopriamo di essere noi due e le francesi, tutte e quattro ci accomodiamo quindi nella Toyota Fortuner della nostra guida, un ragazzone originario proprio di Walvis Bay che guida in infradito ma in modo più che mai sicuro. Dopo pochissimi minuti ci lasciamo alle spalle il centro abitato e raggiungiamo la zona delle saline dove facciamo subito una pausa fotografica. Proseguiamo fino ad una zona lagunare dove troviamo una nutrita colonia di fenicotteri. La nostra guida ci fa avvicinare con calma così che possiamo ammirare questi particolarissimi animali molto da vicino. Dopo esserci trattenuti per qualche tempo riprendiamo l'esplorazione: il nostro driver ci spiega che Walvis Bay è l'unico posto al mondo, insieme ad Abu Dhabi ed al Marocco, dove il deserto incontra letteralmente l'oceano...e quando iniziamo a percorrere spediti il tratto di bagnasciuga, tra le dune da una parte e le onde che si frangono dall'altra è davvero emozionante. Dopo quella che sembra un'eternità a correre sul bagnasciuga, il nostro driver si inventa un percorso tra le dune e con poche, abili manovre, siamo in cima. Scendiamo dall'auto e la baia di Sandwich Harbour si staglia davanti a noi: contrasti di colore inimmaginabili, deserto e oceano a perdita d'occhio. Le fotografie si sprecano anche se non rendono minimamente l'idea dell'immensità e della bellezza del luogo. Il forte vento e il tempo che purtroppo è sempre tiranno ci costringono a rientrare in macchina; dopo altre divertenti evoluzioni tra le dune, la nostra guida parcheggia in una piccola conca un po' più riparata dove ci vengono serviti altri stuzzichini, altro vinello e altre immancabili ostriche. Vediamo addirittura, seppur lontanissimi, gli spruzzi di alcune balene di passaggio... Torniamo quindi a Walvis Bay dopo un'ultima sosta fotografica per ammirare alcuni orici tra le dune; il nostro van già ci aspetta e dopo un'altra mezzora, alle 17:00 siamo di ritorno a Swakopmund. Il tempo di rinfrescarci e rilassarci un po' e usciamo a cena. Abbiamo prenotato da The Ocean Cellar sul lungo mare vicino al faro. Il posto è più fighetto rispetto al The Tug ma mangiamo ugualmente bene, ordiniamo anche un assaggio di sushi che non riusciamo a finire e ci facciamo incartare in una doggy-bag. Rientriamo in camera dove sistemiamo i bagagli per essere pronte a partire di buon ora l'indomani, lasceremo la costa per raggiungere una delle zone più suggestive del paese: il Damaraland!
    5 punti
  18. La presente per informarVi che @Marty74 entra a far parte del meraviglioso "Gruppo guide" la cui peculiarità è avere un meraviglioso colore tiffany nel timbro, oltre al altri meravigliosi benefit che elencherò appena ritroverò il foglio con gli appunti. Tanto vi dovevo Cordiali saluti
    5 punti
  19. Sono a New Orleans da1h decisamente #TeamNola[emoji7][emoji7][emoji7] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
    5 punti
  20. @al3cs sono gattoni dolcissimi... o quasi!
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  21. Giovedì 8 giugno 2023 La sveglia suona relativamente con calma questa mattina in vista di una giornata di trasferimento che dal Bagatelle ci porterà a Sesriem. Dobbiamo percorrere circa 350 km dal Kalahari al Namib, per fortuna più o meno la metà dei quali su strada asfaltata. Facciamo una eccellente colazione al Bagatelle, altrettanto curata come la cena. Il buffet è ricco e vario, in particolare mi conquistano dei muffin fatti in casa al profumo di limone. Questa tappa nel Kalahari è stata davvero una sorpresa, non potevamo iniziare meglio. Caricati i bagagli in auto e fatto il check-out ripercorriamo la pista sabbiosa a ritroso prima e la "D" poi, ritornando velocemente sull'asfalto. A Mariental svoltiamo sulla C19 (asfaltata) e procediamo in direzione Maltahohe. La strada corre veloce e teniamo una buona andatura, comunque sempre sotto i 120 km/h. Arriviamo a Maltahohe che è, di fatto, una strada, una manciata di case, una stazione di polizia e un benzinaio. Qui ci fermiamo per un veloce rabbocco al serbatoio e per farci sgonfiare le gomme (da 2.0 a 1.8) in vista del lungo tratto sterrato. Veniamo avvicinate da un gruppo di bambini che non chiedono soldi ma da mangiare. Abbiamo poco con noi in tal senso: gli lasciamo delle patatine, un succo e dei Rand e mi si stringe il cuore nel vedere come si precipitano dentro il negozietto di alimentari per spenderli. Proseguiamo e appena lasciato il centro abitato inizia il divertimento. La C19 diventa sterrata e dobbiamo trovare la nostra andatura. A parte qualche tratto corrugato la troviamo tutto sommato in buone condizioni. Molta letteratura è stata scritta sul reale significato della nomenclatura delle strade namibiane. Mi permetto quindi di dare il mio personale contributo affermando che la C comprende, in realtà, un ampio range di casistiche che vanno dal "Così così" al "Che schifo", "Col c***o che questa è una C!". Per nostra fortuna, come detto, la C19 in questo primo tratto è clemente: quando le corrugazioni sono lievi la Hilux è perfetta e silenziosissima, tant'è che dobbiamo fare attenzione a non superare gli 80 km/h imposti dalla Safari Car Rental. Nei pressi dello Zaris Pass, dove arriviamo a circa metà giornata, incrociamo addirittura degli uomini impiegati nella manutenzione del manto a bordo di giganteschi trattori. Grande rispetto per questi lavoratori! Superato il passo, la strada piega decisamente a nord verso Sesriem e tanto il paesaggio si fa bello, tanto le condizioni della strada peggiorano. L'ultima quarantina di km prima di ricollegarci con la deviazione asfaltata che porta a Sesriem sono, in particolare, davvero pessimi. La superficie è ghiaiosa e ci sono profondi solchi formati dal passaggio delle altre auto. Cerchiamo di individuare i "binari" più lisci su cui far correre la Hilux e ce la caviamo anche se non in maniera particolarmente confortevole. Ho scoperto proprio ieri su DriveNam, un utile gruppo Facebook, che stanno risistemando proprio il tratto che dal Mirage porta a Sesriem. In compenso il paesaggio è eccezionale con ampie distese di erba gialla, acacie, e i massicci montuosi sullo sfondo. Le riprese si sprecano e, una volta a casa, monteremo dei video davvero suggestivi. Arrivati a Sesriem verso le 14:00 puntiamo direttamente al benzinaio Engen limitrofo al lodge per un check alla pressione degli pneumatici e qualche rifornimento (birre per l'aperitivo!). Non ci sembra vero di essere finalmente qui dopo mesi di sogni ad occhi aperti. Il Lodge è davvero molto bello, con spazi curati e una grande terrazza affacciata su una piccola waterhole che viene illuminata di notte. Facciamo il check-in e, come richiesto in fase di prenotazione, ci assegnano la Standard Room 147. Le standard unit sono di fatto costituite da due camere indipendenti che possono, al bisogno, essere messe in comunicazione attraverso una porta che divide i due bagni. Costano meno rispetto alle "superior" che sono più grandi ed indipendenti ma, scegliendo attentamente quale - in questo il layout del lodge pubblicato sul sito ha aiutato molto - è possibile godere di una vista stupenda verso la aperta savana e i massicci montuosi che incorniciano tutta la zona. Mentre spostiamo l'auto nel parcheggio che ci hanno indicato (tutte le auto si lasciano di fronte all'ingresso del Lodge) ci accorgiamo di un sibilo proveniente dalla ruota anteriore sinistra. Eccallà, stai a vedere che abbiamo forato. In realtà così non è, all'Engen ci dicono che probabilmente è una pietrolina che si è incastrata e "gratta". Ci porteremo dietro questo rumorino, che percepiremo solo ed esclusivamente in fase di manovra, per tutta il viaggio senza capire mai esattamente a cosa sia dovuto. Il sollievo per avere ancora tutte e quattro le ruote integre è tanto e ci concediamo uno spuntino con vista. Passiamo le ultime ore prima di cena a rilassarci al lodge e a dedicarci ad un video in timelapse del tramonto dal nostro patio, ammirando con il binocolo springbok e orici lontani. Iniziamo a sentirci davvero in viaggio, davvero in Namibia. Dalle 19:00 in poi ci godiamo il pantagruelico buffet che ha reso particolarmente famoso il lodge: oltre a quello freddo e caldo degli antipasti, "primi", contorni e dolci, all'esterno sulla terrazza troviamo infatti ben tre isole dove gli chef cucinano sul momento pesce e carne alla griglia, sia "normale" sia selvaggina - kudu, orice, springbok - e noodles saltati. Non possiamo farci mancare un tris di game meat alla griglia accompagnate da verdure e patate al forno. Assaggiamo anche qualche antipasto e dolce e finiamo con il rotolare fino alla nostra Room 147. Domani ci attende la sveglia prima dell'alba e la visita alle famose dune di Sossuvlei!
    5 punti
  22. Mercoledì 7 giugno 2023 Oggi ci attende una mattinata di trasferimento verso sud dalla capitale ad Hardap dove svolteremo poi sulla prima "D" del nostro itinerario direzione Bagatelle Game Ranch. Percorreremo poco meno di 300 km. Dopo una colazione molto basic a base di pane e marmellata, caffè e the, caricati i borsoni, fatto il check-out, siamo pronte a partire...se non fosse che un'altra Hilux ci impedisce di fare manovra nello stretto parcheggio interno. Riusciamo ad uscire solo grazie all'intervento di un altro ospite dell'ostello che riesce a fare una retro millimetrica. C'è ancora un po' di strada da fare prima di inquadrare le dimensioni dell'auto, ma siamo confidenti! Dopo poche svolte usciamo da Windhoek e ci ritroviamo sulla B1 direzione sud, una lunga lingua di asfalto perfetto che ci accompagnerà per quasi tutta la giornata. Il paesaggio tutto intorno a noi e suggestivo, grandi spazi e le caratteristiche acacie eriolobe disseminate a perdita d'occhio. Il traffico è praticamente inesistente ed è una piacevole occasione per testare l'auto e divertirci alla guida. Raggiungiamo rapidamente Rehoboth, piccolo centro abitato a circa 90 km da Windhoek, dove ci fermiamo allo Shell per fare il pieno e acquistare un po' di provviste allo Spar adiacente. Incrociamo una coppia di italiani che abbiamo visto sia a Malpensa sia a Doha il giorno prima, sono con un gruppo organizzato e soprattutto lui guarda con una certa invidia la nostra Hilux! Facciamo cambio ed è il turno di Vale di prendere dimestichezza con l'auto e la guida a sinistra. Dopo pochi minuti troviamo un posto di blocco della polizia. Ci fermiamo e mostriamo la patente internazionale, pochi scambi cortesi con il poliziotto e siamo libere di andare. Nei pressi di Kalkrand il navigatore ci vorrebbe far prendere una deviazione sterrata per arrivare al Bagatelle da nord ma noi restiamo fedeli alla asfaltata e svoltiamo solo quando incrociamo la C20 (in realtà anch'essa asfaltata). Prendiamo infine la D1268 direzione Bagatelle dopo esserci fermate e aver inserito il 4x4. E' emozionante trovarci finalmente alle prese con una sterrata. Trattandosi della strada che conduce al lodge, pur essendo una D, è sufficientemente manutenuta. Scopriamo che l'aspetto più fastidioso sono le corrugazioni dove occorre tenere la giusta andatura per far correre le ruote in modo tale che si sentano di meno. La Hilux, ovviamente, non fa una piega e viaggia sicura. Dopo circa mezz'ora arriviamo all'ingresso della riserva dove l'addetto ci accoglie, segnandosi la nostra targa e indirizzandoci più avanti verso il corpo centrale del lodge, ci divertiamo nell'ultimo tratto di pista sabbiosa. Il Ranch ci fa subito un'ottima impressione, accoglienza calorosa all'ombra di un bel patio, succo e bollicine di benvenuto, rapido check-in e un giro per mostrarci l'area piscina esterna, il bar e la sala ristorante. La nostra camera è limitrofa al corpo principale quindi scarichiamo i bagagli e organizziamo uno spuntino nel piccolo patio che abbiamo difronte a nostra disposizione esclusiva. Ci rilassiamo per circa un'oretta, prepariamo macchina foto e gimbal per i video, e alle 15:00 partiamo puntuali per la combo Nature Drive + Cheeta Feeding + Sundowner. Insieme a noi c'è un'altra coppia e quattro francesi che troveremo comicamente in quasi tutte le tappe successive fino all'Etosha! Partiamo per uno splendido game drive di circa un'ora e mezza che ci porta a scoprire più da vicino la riserva e i suoi animali che vivono beati nel meraviglioso contesto del deserto del Kalahari, qui al sicuro da predatori. Trovarsi di nuovo su una jeep scoperta, con il vento sulla faccia e circondata da tanta bellezza è un'emozione immensa. Vediamo subito delle giraffe intente a mangiare, seguite dagli sprinbok, specie endemica della Namibia e del bacino del Kalahari, e poi timide femmine di kudu e i primi orici. Il primo vero incontro della giornata è però con una coppia di rinoceronti bianchi, Bruno e Grace, che per nulla intimiditi - e anzi sicuramente abituati alla presenza delle jeep e dell'uomo - vengono ad "annusarci" a distanza veramente MOLTO ravvicinata. Bellissimo ed elettrizzante. Dopo altri avvistamenti tra cui una nutrita mandria di orici, rientriamo nei pressi del Ranch dove, dopo una breve pausa, partiamo per un'altra area della riserva per il Cheeta Feeding. Il Bagatelle ospita infatti, ad oggi, cinque ghepardi - provenienti dal CCF purtroppo orfani che non potrebbero sopravvivere in natura. L'attività permette di vederli davvero da vicino e, nonostante queste stupende creature non vivano in una condizione di piena libertà, è palpabile la cura e il rispetto che i ranger ed i guardiani impiegano nel salvaguardarli. Durante l'attività è possibile vederli anche "in azione" dal momento che il feeding cerca di simulare il più possibile quello che avverrebbe in natura. Questa caccia simulata rappresenta anche un necessario momento di esercizio per gli animali. E' incredibile come un attimo prima siano delle scattanti e fameliche creature che si scaraventano sul pasto e l'attimo dopo assomiglino a dei gattoni un po' troppo cresciuti. E' comunque incredibile poterli vedere così da vicino e portarsi a casa dei ricordi tanto vividi. Terminata anche questa attività, si sono fatte le 18:00 e non c'è migliore conclusione al game drive del tipico sundowner. Riprendiamo quindi la strada verso una delle dune di sabbia rossa più alte e scenografiche della riserva dove ci attendono altri ospiti e l'aperitivo. Possiamo scegliere tra vino bianco, gin&tonic e un'ampia varietà di snack. Brindiamo a questa prima giornata in terra africana e ci godiamo un tramonto davvero infuocato. L'aperitivo ci apre letteralmente una voragine e, tornate al Ranch dopo il tramonto, senza passare dal via andiamo direttamente a cena. Troviamo la sala ristorante apparecchiata con grande gusto: tovaglie bianche e lume di candela. Veramente molto bello ed elegante. Possiamo scegliere l'entree e il dolce e servirci invece liberamente al buffet. Scegliamo una tartare di manzo con avocado mentre al buffet indugiamo in particolare (con tanto di bis) sullo stufato di Springbok e terminiamo con una creme brulèe all'Amarula. Tutto davvero, e del tutto inaspettatamente, eccellente! Torniamo in camera veramente soddisfatte, sentendoci coccolate da questo contesto davvero indimenticabile e già pregustando la colazione dell'indomani! The Kalahari is a land extreme in temperature and extreme in appearance. Drought teaches humbleness, anticipation, resilience, and resourcefulness. Rain teaches thankfulness, productivity, and delight.
    5 punti
  23. Siamo arrivati.. mancano poche ore alla partenza, il primo viaggio dopo 5 anni di stop! Grazie a tutti per i consigli, a Fresno terremo gli occhi aperti, a prestoooooooo
    5 punti
  24. Come al solito mi scuserete per il ritardo! Lunedì 12 giugno 2023 Buongiorno Africa! Stamattina riprendiamo il nostro on the road dopo la giornata di "pausa" di ieri, i chilometri da percorrere non sono moltissimi ma in buona parte su strada sterrata, d'altronde non potrebbe essere diverso dal momento che ci stiamo addentrando in una delle zone meno densamente popolate del Paese. Inoltre, nelle settimane precedenti, seguendo su Facebook l'efficientissimo gruppo DriveNam, abbiamo appreso di diffusi lavori lungo la C35 in preparazione di asfaltare l'intero tratto stradale, pertanto ci aspettiamo di impiegare un po' di più delle tre ore scarse suggerite dal navigatore. Quindi, dopo una rapida colazione in camera, facciamo il check-out e un rabbocco al serbatoio della Hilux e usciamo da Swakopmund. La strada che corre lungo la costa Atlantica verso nord, la famigerata Skeleton Coast, in questo tratto è asfaltata e si percorre in modo piuttosto confortevole mentre fino a pochi anni fa era sostanzialmente una strada di sale "compatto" il che la rendeva veloce ma anche potenzialmente scivolosa. Maciniamo piuttosto rapidamente i chilometri che ci separano da Henties Bay, facendo solo una breve sosta di fronte al relitto della Zelia, arenatosi nell'agosto del 2008; stiamo solo il tempo di una foto senza scendere dall'auto dal momento che nella piazzola c'è un gruppo di uomini che non capiamo bene cosa stiano facendo o aspettando e siamo l'unica auto presente. Superato il centro abitato di Henties Bay, ultimo "avamposto" dove è possibile fare dei rifornimenti propriamente detti, prendiamo la C35 verso l'entroterra in direzione Uis. La strada è dritta, lunga e piuttosto monotona paesaggisticamente, fino a quando non si è prossimi al minuscolo abitato di Uis da cui inizia a stagliarsi il fenomenale massiccio del Brandberg. Per fortuna i lavori sulla C35 non ci rallentano più di tanto: hanno implementato una sorta di corsia di servizio laterale alla strada principale che stanno asfaltando, che troviamo piuttosto ben tenuta. A Uis ci fermiamo, come molti altri, all'Engen per fare benzina: non avremo infatti la possibilità di rabbocchi nei giorni seguenti fino praticamente all'Etosha. Percorriamo quindi gli ultimi chilometri che ci separano dal Brandberg White Lady Lodge, alle pendici di questo poderoso massiccio montuoso, lungo la D2359, una strada di servizio estremamente scenografica ma con corrugazioni davvero terribili. Il Brandberg White Lady Lodge è un'istituzione in zona, oltre a costituire una vera e propria oasi nel deserto, con diverse possibilità di alloggio e tutte dal prezzo piuttosto abbordabile, è una delle poche strutture ad offrire l'escursione alla ricerca degli elefanti che hanno fatto dello sterminato deserto del Namib il loro habitat attraverso alcuni adattamenti fisici (più piccoli e con zampe più esili e lunghe). Vedere questi elefanti è un'esperienza piuttosto speciale poiché attualmente la popolazione è stimata attorno ai 150 esemplari distribuiti in corrispondenza dei principali fiumi effimeri del Namib, tra cui proprio l'Ugab. Il numero stimato è purtroppo così esiguo a causa, oltre alle ovvie condizione ambientali estreme, anche all'aumento degli insediamenti umani che hanno causato, negli anni, l'interruzione delle rotte migratorie originali degli animali scatenando il conflitto uomo-elefante. Fortunatamente, in tempi recenti, proprio in queste zone sono fioriti molti progetti di sensibilizzazione e conservazione, tra cui la EHRA Elephant-Human Relation Aid i cui ricercatori e volontari abbiamo proprio incontrato durante il safari pomeridiano. Raggiunto quindi il Brandberg, parcheggiamo nei pressi del corpo centrale del lodge, una costruzione piuttosto curata circondata da un giardino in parte roccioso e in parte verde, dove facciamo il check-in e ci informiamo circa gli orari della cena. Ci consegnano quindi le chiavi della nostra rustic tent che dobbiamo raggiungere in auto dal momento che si trovano in una zona appartata proprio a ridosso dell'Ugab River. Questo vuol dire che se le mandrie di elefanti sono nei pressi è piuttosto abituale che raggiungano gli chalet e scorrazzino tra le tende (vedere la pagina Facebook del lodge per credere!). La tenda è proprio rustica ma comunque piuttosto ampia e il bagno en-plain-air una vera chicca. Il meerkat "di casa" Sono le 12:30, facciamo uno spuntino veloce per pranzo accompagnato da una birretta e ci rilassiamo un po'. Torniamo quindi al lodge da cui verso le 14:00 - 14:30 parte la Desert Elephant Drive (630,00 NAD a persona incluso qualche refreshment). Facciamo la conoscenza della guida, un ragazzo simpatico che indossa degli improbabili ma divertenti pantaloni leopardati, che ci informa subito che la mattina stessa sono stati avvistati gli elefanti ad ovest dalle parti della Sorris Sorris Concervacy. Partiamo quindi senza indugi a bordo di una vecchia Toyota riadattata a safari vehicle, siamo solo in quattro: noi e una coppia di australiani. Percorriamo per quella che sembra un'eternità una lunghissima pista ghiaiosa. La Toyo non fa una piega ma noi veniamo belli shakerati a dovere (african massage, quanto mi manchi!). Dopo essere passati davanti ad alcune minuscole casupole, raggiungiamo proprio il letto sabbioso dell'Ugab River, cintato in questa zona da una fitta vegetazione. Qui incrociamo due pastori e alcune capre e dai gesti capiamo che ci indicano ancora più a ovest. Raggiungiamo quindi una sorta di anfiteatro naturale delimitato da koppies dove la vegetazione è piuttosto fitta e c'è persino dell'acqua ed erba fresca. "E' fatta!" penso io "da un momento all'altro!" ... povera illusa! Ci addentriamo in quello che resta del letto del fiume, fino ad una sorta di "imbuto" naturale da cui non è possibile proseguire oltre. La guida, dopo averci offerto una birra per ingannare l'attesa, si arrampicarsi in cerca di una vista migliore ma purtroppo di elefanti neanche l'ombra. Continuiamo a cercare e ripercorriamo la pista a ritroso, fino all'imbocco dell'anfiteatro roccioso inziale: niente. Lasciamo il mezzo e, insieme alla guida, ci arrampichiamo pure noi su di un koppie in posizione centrale. In cima scrutiamo attentamente la vegetazione, pronti a scorgere il minimo spostamento, ma ancora nulla. E' incredibile perché l'area che stiamo osservano sarà si e no qualche km quadrato, gli elefanti - se mai ci sono - ci hanno sicuramente già sentito, visto e odorato da un pezzo ma noi, poveri umani, non siamo dotati di altrettante capacità. In ogni caso se ci si distrae un momento dall'ansia dell' "avvisamento" ci si rende conto del paesaggio di estrema ed aspra bellezza che ci circonda. Dopo un po' torniamo al nostro mezzo, l'australiana con tono demoralizzato fa "They're nowhere to be found...": d'altronde s'è fatta una certa, non manca molto al tramonto e vorrà tornare al lodge per farsi una doccia. Ma la guida è perentoria "Oh no: they're here somewhere, they HAVE to be found!". Grande! Ci riproviamo e finiamo per inziccarci nuovamente verso l'imbuto naturale da cui abbiamo poi fatto inversione. E dopo una piccola curva...eccoli lì, proprio in mezzo al letto del fiume, impegnata a mangiare del tutto indisturbati! E' la mandria di Mathilda, succeduta alla mitica Mama Afrika, dopo la sua morte nel 2014, che fu una delle prime matriarche a ritornare nella zona dell'Ugab River nel lontano 1998. Spettacolo affascinante e meraviglioso della natura, siamo al settimo cielo e lascio parlare le fotografie. La Toyota dei volontari e ricercatori dell'EHRA, simpaticamente caricata Anche se non vorremmo più andare via, si sono fatte le 16:30 e purtroppo dobbiamo tornare visto che la pista accidentata che abbiamo dovuto percorrere fino a qui non consente grandi velocità. Rientriamo quindi felici e impolverate nella rustic tent dove ci diamo una rassettata e poi ci godiamo un bel tramonto al lodge, insieme a tutti gli altri ospiti. La giornata si conclude con una cena a base di carne e verdura alla griglia, piuttosto casalinga ma comunque buona, e canti tradizionali offerti dallo staff del Brandberg radunato nella sala comune per l'occasione. Ci tratteniamo ancora qualche momento per sfruttare il Wi-Fi e la corrente (nelle rustic tent c'è la luce ma non le prese elettriche) e andiamo a dormire. Domani si attraversa il Damaraland per raggiungere il famoso Grootberg Lodge!
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  25. si sta insinuando forte in me la tentazione di percorrere la Route 66 per intero. è uno degli itinerari papabili da sempre! complice anche il prezzaccio del volo con andata diretta su Chicago e ritorno ovviamente da La... riesco anche ad aggiungere qualche giorno alle canoniche due settimane
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  26. Innamorata[emoji7][emoji7][emoji7] Inviato dal mio M2103K19G utilizzando Tapatalk
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  27. Ciao bella gente!! In diretta dalla ridente McMinville, OR! Non ci siamo dimenticati di voi! Faccio un attimo un breve recap dell'ultima settimana: dopo un paio di giornate non esaltanti dal punto di vista metereologico al Grand Teton (mannaggia, dire non esaltanti è un eufemismo, tanta anzi tantissima pioggia che però ci ha quantomeno graziato nel classico tour del jenny lake) ci siamo diretti verso zone più calde quindi dopo una toccata e fuga di mezza giornata a SLC (Temple Square completamente invasa da un cantiere di ristrutturazione delle strutture principali del Tempio) siamo passati dalle Bonneville Salt Flats, just in time per vedere qualche hot rod pronto per la Bonneville Race Week (che non so neanche se siano riusciti a farla, la distesa di sale era in realtà un perfetto lago che si perdeva fino all'orizzonte).. Notte nella tentacolare Winnemucca, e giorno successivo al Lassen Volcanic, che è stata una piacevole sorpresa con il celebre trail per il Bumpass Hell. Crater Lake, Painted Hills e Smith Rock SP nei giorni seguenti si sono rivelati ottimi per spendere qualche ora. Purtroppo tanti trail che avrei voluto fare li sto saltando a causa di una contrattura alla schiena poco simpatica, non sono più er giaguaro de 'na vorta (cit.) ma cerco di godermi comunque questi bei posti anche solo con qualche sgambatina easy! Oggi e domani invece giornate dedicate alla zona vinicola dell'Oregon centrale, come vi dicevo siamo nella Willamette Valley, famosa per la produzione di pinot nero, chardonnay e pinot grigio.. la sommelier di casa è decisamente a suo agio! Ai TG passano le news sugli incendi a Maui, che brutta roba.. questa Terra non ha pace! A presto!
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  28. Alla fine siamo riusciti a modificare la prenotazione dell’hotel.. tutti i voli british saltati una marea di gente che ha perso una notte! Ora ci hanno messo al Moxy non male e domani partiamo su Chicago spero che 4 h bastino di scalo per Atlanta! Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  29. Eccoci con le doverose premesse e qualche "recensione" iniziale. Periodo di viaggio: trovandoci nell'Africa australe naturalmente le stagioni sono invertite. L'inverno coincide con la dry season e va da Maggio ad Ottobre, l'estate coincide con la wet season (per così dire) e va da Novembre ad Aprile. I mesi di altissima stagione sono Luglio, Agosto e Settembre. Viaggiando in Giugno si riesce sicuramente ad usufruire di prezzi più bassi presso i lodge e per il noleggio dell'auto risparmiando cifre non da poco (l'alta stagione scatta mediamente il primo di Luglio). Giugno ci è sembrato, quindi, un ottimo compromesso sia per contenere un po' i costi sia per evitare il picco dell'afflusso turistico europeo dei mesi estivi centrali. Abbiamo trovato un tempo splendido, con giornate limpide soprattutto. E' bene infatti sapere che nel pieno della stagione secca vi è il rischio degli East Winds causati dalla discesa dei venti catabatici caldi e secchi dagli altipiani sulla costa (possono causare danni alla carrozzeria delle auto, strappare tende, nonché ostruire completamente la vista delle celeberrime dune di Deadvlei...). Anche le temperature non sono mai state eccessive nè di giorno nè di notte. Ovviamente durante i safari guidati su mezzi scoperti fa freddo, soprattutto al mattino e appena tramonta il sole. Voli internazionali: abbiamo volato con Qatar con scalo comodo sia all'andata sia al ritorno a Doha pagando 700,68 € a testa. Positivo il fatto che la compagnia includa per alcuni voli a lungo raggio, tra i quali le destinazioni africane, due bagagli in stiva da 23 kg a testa oltre al bagaglio a mano (anche se per un massimo di soli 7 kg). I voli sono stati puntuali, i bagagli idem, l'intrattenimento di bordo ottimo, discreto il cibo e molto apprezzate certe accortezze come il set di cortesia anche in Economy. Promossi! Voli acquistati a Dicembre 2022. Noleggio auto: punto assolutamente cruciale per un viaggio di questo tipo. Un itinerario in Namibia sarà per gran parte (almeno 2/3) su strade sterrate pertanto sicurezza e comfort devono, a mio avviso, essere una priorità. Le auto a noleggio di gran lunga più gettonate sono le Toyota Hilux seguite dalle Toyota Fortuner. E' possibile rivolgersi sia alle compagnie più note (Avis, Hertz, ecc.), che hanno anche gli uffici in aeroporto, sia a quelle locali. In fase di programmazione abbiamo richiesto un numero consistente di preventivi e valutato attentamente prezzi e tipologia di auto offerta. La nostra scelta è ricaduta sulla Safari Car Rental, compagnia a conduzione famigliare che ha gli uffici ed il parco auto a metà strada tra l'aeroporto e Windhoek e offre, gratuitamente, il transfer sia all'arrivo sia alla partenza. Oltre ad applicare un prezzo competitivo rispetto ad altre compagnie, il plus è stato il fatto che il loro parco auto vanta auto recenti e tutte con il cambio automatico. Non da poco anche il fatto che non hanno voluto alcun anticipo e abbiamo potuto saldare tutto all'arrivo, tra l'altro dividendo la spesa su due carte di credito differenti. Per la nostra favolosa Toyota Hilux Double Cab 4x4 2.4D con cambio automatico, chilometraggio illimitato, un guidatore aggiuntivo e frigorifero (nonchè doppia ruota di scorta, serbatoio maggiorato per totali 160L, navigatore Garmin e vari kit di sicurezza) abbiamo pagato 1.700 € per 16 giorni di noleggio. Assicuro che sono stati soldi veramente ben spesi. Nel costo, inoltre, era inclusa la copertura Reduce Excess che in caso di danni abbatteva la franchigia a soli 100,00 €. Anche l'auto è stata fermata a Dicembre 2022 usufruendo di un ulteriore piccolo sconto "early-birds". Per il noleggio abbiamo dovuto fare le patenti internazionali al costo complessivo di 84,40 €. Il costo della benzina (diesel) si è aggirato sempre sui 19,78 NAD ad al litro (circa 0,98 €). Non ho il calcolo al centesimo ma abbiamo speso circa 250,00 € ritirando l'auto con il pieno (del primo serbatoio) e restituendola parimenti. I benzinai sono sufficientemente diffusi per affrontare ogni trasferimento con la dovuta serenità e con un doppio serbatoio si viaggia spensierati. Noi abbiamo dovuto aspettare di uscire dall'Etosha per vedere scendere l'indicatore del serbatoio perchè affinchè si attivi la lancetta si devono consumare prima gli 80l di quello "di riserva". Nonostante l'autonomia della macchina abbiamo comunque preferito fare benzina prima di ogni trasferimento. Rispetto al nostro itinerario le uniche aree in cui non vi era presenza di benzinai (e di null'altro!) sono state la tratta Sesriem - Walvis Bay e la tratta Uis - Palmwag nella regione del Damaraland. Lodge e Guest-house Abbiamo prenotato tutto autonomamente, tramite Booking per le sistemazioni a Windhoek e Swakopmund, contattando direttamente i lodge privati e tramite il sito NWR per i rest camp statali. Chameleon Backpackers & Guesthouse (Windhoek) Senza mezzi termini: a Windhoek e Swakopmund siamo andate al risparmio. Il Chameleon è un ostello che offre, oltre alle camerate, anche qualche camere private e un giardino carino dotato di piscina e zona bar dove è possibile ordinare panini, toast, ecc. Il personale è molto gentile e disponibile, la colazione davvero senza pretese ma per il prezzo pagato non potevamo aspettarci di più. La scelta è stata anche dettata dalla comodità: l'ostello si trova infatti nella zona centrale di Windhoek, piuttosto agevole da raggiungere perché basta seguire la B6 dall'aeroporto senza dover operare troppe svolte ed è altrettanto facile imboccare poi la B1 in uscita da Windhoek. Di contro il traffico che purtroppo si sente. Prezzo 2pp: 743,85 NAD la prima notte e 934,50 NAD la seconda BB. Voto 5,5/10 Bagatelle Kalahari Game Ranch (Mariental) Abbiamo voluto inserire una notte alle pendici del Kalahari per il gusto di ammirare, anche se in piccola parte, anche questo deserto e il Bagatelle è stata una vera sorpresa. Il lodge è curato e offre diverse tipologie di sistemazione, dal campeggio allo chalet con vista, ma soprattutto abbiamo mangiato divinamente (spezzatino di springbok... altro che alla griglia!) con un servizio anche piuttosto raffinato. Noi abbiamo scelto la sistemazione più "economica": la Garden Room nel corpo centrale del lodge. La vista non si poteva dire panoramica ma in compenso la camera, il letto e il bagno erano GIGANTESCHI. Le attività offerte sono molto varie: noi abbiamo optato per l'afternoon game drive combinato al cheeta feeding. Il Ranch infatti collabora da anni con il Cheetah Conservation Fund ospitando esemplari orfani che, purtroppo, non possono più essere reinseriti in natura e sono, quindi, amorevolmente accuditi con grande attenzione e rispetto. Prezzo 2pp: 5.300,00 NAD per una Garden Room, DBB. Voto 9/10 Sossusvlei Lodge (Sesriem) Il lodge non ha bisogno di presentazioni. Escludendo le sistemazioni all'interno del parco, che vanno dal campeggio NWR a un lodge super esclusivo, alloggiare qui è a mio avviso uno dei migliori compromessi tra costo, posizione, comfort e...cibo! Il buffet, sia a colazione sia a cena, è davvero all'altezza delle aspettative e si esce belli pieni e soddisfatti. Noi abbiamo pernottato in una Standard Room, meno cara e più piccola delle Superior. Scegliendo accuratamente quale (la 147!) si ha una vista a perdita d'occhio, perfetta per il tramonto con i massicci montuosi che si incendiano di rosso fuoco e anche la giusta privacy! Prezzo 2pp: 8.760,00 NAD per due notti, DBB. Voto: 9/10 Namibia Night Accomodation (Swakopmund) A Swakopmund si torna al risparmio scegliendo un B&B in self-catering. Il B&B è gestito dal proprietario del bar/caffetteria Cordes e da sua moglie, entrambi molto gentili, ed è infatti proprio dietro il locale che si apre un piccolo e curato giardinetto con un paio di posti auto su cui si affacciano le camere al primo piano. Comodissima la posizione a due passi (o meglio a due svolte dal momento che ci siamo comunque mosse in auto) dai ristoranti, supermercati e tutto quello che la cittadina offre. La stanza, anche se piccola, era carina e pulita. Vista l'umidità che abbiamo però trovato sulla costa avremmo apprezzato una stufetta/deumidificatore anche perché non esisteva la porta tra camera e bagno! Prezzo 2pp: 1.368,00 NAD per due notti, B. Voto: 6/10 Brandberg White Lady Lodge (Uis) Abbiamo scelto questo lodge, una vera oasi nel deserto alle pendici del monumentale Brandberg, perchè da giugno a dicembre lungo le sponde del vicino Ugab River ci sono alte possibilità di incontrare gli elefanti del deserto che frequentano l'area stagionalmente. Il lodge si trova ad una ventina di km dal minuscolo centro di Uis e lo si raggiunge attraverso una strada panoramica che punta dritta al Brandberg, salvo poi deviare verso destra per raggiungere il letto del fiume in secca. Il lodge offre diverse sistemazioni, dal campeggio, agli chalet, alle camere. Noi abbiamo scelto una Rustic Tent, spartana e con bagno all'aperto ma in posizione defilata in mezzo agli alberi (dotate di luce ma non di corrente). Ovviamente il fiore all'occhiello del lodge è il game drive mattutino o pomeridiano per raggiungere gli elefanti del deserto quando sono presenti nell'area. Prezzo 2pp: 2.800,00 NAD la Rustic Tent, DBB. Voto: 8/10 Grootberg Lodge (Palmwag) Il Grootberg è un'altra sistemazione che non ha bisogno di presentazioni. Nonostante si trovino centinaia di foto online della magnifica vista dalla sua terrazza, trovarsela di fronte supera ogni aspettativa. Il lodge è gestito dalla comunità locale e l'accoglienza è calorosa e schietta. Gli chalet sono letteralmente a picco sul canyon con viste superlative all'alba ed al tramonto. Noi avevamo il numero 8, vicino alla struttura principale del lodge e alla piscina e, quindi, comodissimo pur mantenendo tutta la privacy necessaria. Tante comunque le accortezze per gli ospiti come il set di cortesia per il bagno, il tea-time del pomeriggio, il preparare il letto mentre si è a cena. Tantissime le attività proposte, noi abbiamo scelto quella più lunga ed avventurosa (chetelodicoadare): il Rhino Tracking nella riserva di #Khoadi/Hoas, una vera e propria giornata fianco a fianco con i ranger! Prezzo 2pp: 10.884,00 NAD, DBB. Voto: 9,5/10 Okaukuejo Rest Camp, Etosha Okaukuejo è il Rest Camp più grande e trafficato del Parco, il suo punto di forza è indubbiamente l'omonima waterhole, particolarmente scenografica e frequentatissima sia di giorno sia di notte. Noi abbiamo alloggiato in una Room di cui abbiamo apprezzato le dimensioni e la pulizia. Era sicuramente distante dalla waterhole (parliamo comunque di 10 minuti a piedi) ma comodissima al ristorante. Nota dolente è stata proprio sul cibo: soprattutto a cena la scelta è un po' scarsa e la qualità non eccelsa se messa a paragone con le altre location. Prezzo 2pp: 6.280,00 NAD due notti, BB. Voto: 7/10 Halali Rest Camp, Etosha Halali è il Rest Camp che ci è piaciuto di maggiormente: più raccolto di Okaukuejo, con una pozza altrettanto speciale (Moriga Waterhole) e posizionato in una zona più panoramica. Anche qui abbiamo optato per la sistemazione più abbordabile e cioè la Room. Si trovano in posizione defilata e perimetrale rispetto al campo ma per noi è stato un plus poter bere una birra nel piccolo patio affacciato sul bush sentendo gli impala sbuffare poco distante. La camera era decisamente più piccola di quella di Okaukuejo ma confortevole e pulita. Anche in questo campo abbiamo usufruito del ristorante, trovandolo ugualmente senza infamia e senza lode. Prezzo 2pp: 2.300,00 NAD una notte, BB. Voto: 7,5/10 Namutoni Rest Camp, Etosha Namutoni ci ha stupito perchè è particolarmente vicino e comodo ad una serie di pozze interessanti. Qui abbiamo cercato di massimizzare la visita partecipando ad un safari guidato mattutino prima di lasciare il parco. La sera abbiamo alloggiato in una Room che ci ha stupito per l'ampiezza e le finiture. La camera era sicuramente stata rinnovata in tempi recenti (anche se presentava già inesorabilmente qualche segno di usura) ed era di dimensioni generose, con bagno enorme e doccia (anche) esterna. La cena è stata piuttosto "triste" sia per il menù offerto sia per la sala semivuota. Decisamente meglio la colazione/brunch di cui abbiamo potuto usufruire dopo il safari. Prezzo 2pp: 3.040,00 NAD una notte, BB. Voto: 7/10 Waterberg Rest Camp Il Waterberg voleva essere una tappa intermedia tra l'Etosha e il gran finale di Okonjima e l'occasione per vedere un ambiente diverso. Per quanto la zona e l'altopiano di rocce rosse che svetta nella savana sia effettivamente molto bello dal punto di vista paesaggistico, a nostro avviso, non vale la, seppur breve, deviazione. Soprattutto la scelta di dormire nel Rest Camp del parco statale si è rivelata sbagliata. Tripadvisor ci aveva avvisato con decine di recensioni che vanno dal tiepido al negativo che, ahimè, si sono rivelate tutte assolutamente vere! Il campo si trova proprio ai piedi dell'altopiano ma è in un pressoché totale stato di abbandono: scarsa la pulizia, inesistente la manutenzione delle zone comuni. Per fortuna non avevamo in programma di esplorare più di tanto e infatti abbiamo praticamente solo posato le nostre cose in camera, mangiato (male) e dormito. Abbiamo decisamente pagato in negativo il voler cercare di risparmiare qualcosa rispetto alla vicina riserva privata del Waterberg Wilderness che sarebbe stata sicuramente più accogliente. Con il senno di poi avremmo dovuto strisciare doppiamente la carta e prenotare due notti ad Okonjima, la nostra ultima destinazione! Prezzo 2pp: 1.890,00 NAD una notte, BB. Voto: 4/10 Okonjima Nature Reserve, Otjiwarongo Okonjima è stata un sogno ad occhi aperti, il posto del cuore. La struttura è stata, per noi, il massimo a livello di comfort, qualità, estetica e gentilezza del personale. A ciò si aggiunge che la riserva si estende su una superficie di 20.000 acri di savana che lasciano letteralmente a bocca aperta offrendo, inoltre, una serie di attività meravigliose e uniche accompagnati da guide estremamente capaci. Abbiamo alloggiato all'Okonjima Plains Camp in una delle Standard Room che di "standard" non aveva proprio nulla: camera stupenda, con arredo ricercato, bagno enorme, vista meravigliosa sulla savana, facoceri che zampettavano sotto casa e un paio di sciacallini che hanno banchettato e bisbocciato fino alle prime ore dell'alba proprio accanto alla nostra veranda. Abbiamo sia pranzato sia cenato nella riserva mangiando veramente bene. Servizio eccellente ma molto amichevole e accogliente. Prezzo 2pp: 7.250,00 NAD una notte, DBB. Voto 10L/10 Itinerario: Volo per Windhoek Arrivo a Windhoek (Chameleon Backpackers) Windhoek - Kalahari (Bagatelle Kalahari Game Ranch) Kalahari - Sesriem (Sossusvlei Lodge) Sesriem (Sossusvlei Lodge) Sesriem - Swakopmund (Namibian Nights) Swakopmund (Namibian Nights) Swakopmund - Brandberg (Brandberg White Lady Lodge) Brandberg - Grootberg (Grootberg Lodge) Grootberg (Grootberg Lodge) Grootberg Lodge - Etosha (Okaukuejo) Etosha (Okaukuejo) Etosha (Halali) Etosha (Namutoni) Etosha - Waterberg (Waterberg Rest Camp) Waterberg - Okonjima Nature Reserve (Okonjima Plains Camp) Okonjima Nature Reserve - Windhoek (Chameleon Backpackers) Volo per Milano +1
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  30. Onestamente, per me è una pessima idea: prima di tutto perché non sai se effettivamente troverai la macchina che fa per te e a che prezzo, ma soprattutto perché affittarla anticipatamente dalle grandi compagnie ti dà la possibilità di verificare con tutta calma che l'auto sia assicurata contro ogni evenienza. Non mi è chiarissimo cosa tu intenda per ”locals", ma sinceramente io non perderei mai un paio d'ore del mio tempo per spulciare un contratto di noleggio in inglese redatto da una compagnia minore per assicurarmi che sia tutto in regola; meno che mai perché nessuno ti garantisce che ne otterrai realmente un risparmio. Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk
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  31. Venerdì 9 Settembre 2022 Eccoci arrivati all'ultimo giorno pieno di vacanza e all'ultimo giorno di Kruger NP. Sveglia all'alba e, dopo l'ormai classica prima, rapida, colazione, io e Valentina partiamo e, dopo aver pagato le conservation fees del giorno, alle 6.00 varchiamo il cancello del parco. Iniziamo la nostra giornata con un avvistamento di iene (è stata una costante in queste giornate). Percorriamo la zona nord privilegiando alcune strade secondarie non percorse nei giorni precedenti e, anche oggi, siamo fortunati: vediamo tantissimi animali. Lungo queste strade meno battute ci troviamo spesso completamente soli e non incontriamo altre automobili per diverso tempo. Ci troviamo anche, per due volte, completamente bloccati dagli animali. La prima volta avvistiamo una grossa mandria di bufali e, mentre siamo fermi a fotografarli, ci accorgiamo che ce ne sono altri che si avvicinano ai nostri lati e, altri ancora, che chiudono la strada alle nostre spalle. Riusciremo a muoverci solo quando, dalla direzione opposta alla nostra, arriverà un camper che, con il rumore, allontanerà la mandria. Scena simile con degli elefanti dai quali ci troveremo circondati. Dei momenti emozionanti... Nel corso della giornata incontriamo anche Alberto (come ci eravamo accordati il giorno precedente) che stà facendo il suo giro in solitaria, ci scambiamo notizie sugli avvistamenti e ci salutiamo. Quando siamo alle ultime miglia prima del gate del parco ci fermiamo nei pressi di una pozza e assistiamo al volo di una bellissima aquila. Nel lasciare il Kruger un impala ci saluta dall'alto di una roccia. Tornati al lodge ci rilassiamo in giardino bevendo qualcosa di fresco e mangiando qualche patatina. Dopo aver fatto la doccia ceniamo, come sempre in questi giorni, molto bene. Prima di andare a dormire scambiamo qualche chiacchiera con Daniela dandole le nostre impressioni sul soggiorno al Matimba e sulla vacanza in generale e lasciandole una mancia, con tutti i rand rimasti, da distribuire ai suoi collaboratori che sono sempre stati molto gentili ed efficienti. Anche in questo ultimo giorno il Kruger non si é smentito e ci ha offerto tanti avvistamenti ed emozioni! Attività: Conservation fees Kruger NP - 880 R Cena: Matimba Bush Lodge - Phalaborwa - 35 € circa Pernottamento: Matimba Bush Lodge - Phalaborwa - 520 € (5 notti) I prezzi di Matimba Bush Lodge (di questo e dei giorni precedenti) sono approssimativi in quanto, a parte un acconto di 260 € versato come caparra al momento della prenotazione, il resto della spesa l'abbiamo pagata in un'unica soluzione al termine del soggiorno e comprendeva, oltre al saldo di pernottamento + colazione, le cene, i safari organizzati da loro e le conservation fees per i relativi giorni di safari. ---- Sabato 10 - Domenica 11 Settembre 2022 Questa mattina ci svegliamo con più calma e, per l'unica volta, facciamo un'abbondante colazione americana presso il lodge con uova, bacon, omlette, pancake ecc. Ottima. Restiamo un po' a leggere in giardino e poi salutiamo il Matimba Bush Lodge e chi ci ha ben accolto nei giorni qui trascorsi. Nell'uscire dal complesso dove si trova il lodge ci sono alcuni animali nel campo da golf. Nel viaggio verso l'aeroporto di Johannesburg facciamo sosta per il pranzo nella stazione di servizio Alzu Petroport dove ci sono alcuni animali e salutiamo così idealmente tutta la wildlife che ci ha accompagnato in questo viaggio. Arrivati in aeroporto restituiamo l'auto, ceniamo e, senza problemi né ritardi, partiamo per il viaggio di ritorno arrivando in Italia il giorno successivo. Pranzo: Spur Appaloosa - Alzu Petroport - 170 R Cena: Piece a Pizza Diner - Aeroporto Johannesburg - 450 R ---- Conclusioni E' stato un viaggio entusiasmante! Io e, soprattutto, Valentina lo desideravamo da tempo e la soddisfazione é andata ben oltre le aspettative. L'itinerario seguito ricalca perfettamente le nostre preferenze: natura, paesaggi e animali. A distanza di qualche mese, dopo aver ripercorso, insieme a voi, la nostra esperienza, direi che é un itinerario ben strutturato. Sicuramente é un viaggio molto intenso e senza grandi momenti per rilassarsi ma, di fronte a così tante meraviglie, come si fa a fermarsi? L'unica modifica che farei sarebbe di togliere un paio di giorni dal soggiorno al Matimba Bush Lodge per spostarli ad uno o due camp all'interno del parco (Skukuza, Satara, Lower Sabie). Questo perché il punto di forza del soggiorno presso il Matimba sono i safari insieme ad Alberto. Per il resto é sicuramente una bella struttura, con un'accoglienza eccellente e cibo di qualità ma, per una vacanza all'insegna della natura, questa non é, a parer mio, la priorità. La prima parte del viaggio é stata molto bella ed é quella che più ci ha sorpreso dato che non avevamo grandi attese: la Penisola del Capo é affascinante e i paesaggi della costa meridionale sudafricana sono molto scenografici. Vedere i pinguini é stato molto simpatico e scendere in acqua con gli squali é stata un'esperienza molto particolare. I giorni trascorsi in eSwatini sono stati intensi e pieni di emozioni: dormire nel bush, in una rondavel aperta, circondati dalla natura e dai suoi suoni é un'esperienza fantastica che consiglio a tutti. Infine il Kruger, la meta principale del viaggio: un parco meraviglioso! Nella sua grandezza offre paesaggi molto vari e tantissime possibilità di fare avvistamenti. Girare in auto, guardando dietro ad ogni cespuglio o ciuffo d'erba alla ricerca di animali, é emozionante, tiene in uno stato adrenalinico costante e, nel momento dell'avvistamento, colpisce il cuore. Come detto nel racconto, siamo stati molto fortunati perché abbiamo fatto tantissimi avvistamenti e abbiamo anche potuto assistere a momenti di vita animale reale (come il tentativo di caccia dei bufali da parte dei leoni) e, nella parte settentrionale del parco, abbiamo goduto di occasioni di solitudine in mezzo alla natura. Spero che questo diario possa essere utile a chi vorrà conoscere il Sudafrica e la sua meravigliosa natura! Grazie Davide
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  32. Ciao giusto per rendervi partecipi il 1 aprile ho dato le dimissioni[emoji322][emoji322][emoji322][emoji322]martedì inizio un nuovo lavoro e per fortuna le ferie di agosto non sono un problema nonostante l’azienda non chiuda mai .. cosa che mi fa festeggiare doppio perché significa ferie quando voglio [emoji322] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  33. Ciao a tutti!!!! Tornata Lunedì da Miami, scrivo un breve epilogo al post con qualche piccola osservazione raccolta durante il viaggio, in attesa (lunga) di un ipotetico diario Capitolo voli: volo preso su British Airways ma operato per la tratta Heathrow - Miami da AA. Tutto filato liscio ma ho appurato che ormai AA non permette quasi mai il Check in online e non volendo, per principio, sborsare soldi per il posto a bordo, bisogna essere in aeroporto molto presto per il check in per avere posti non separati, i voli sono sempre pienissimi, mai un posto libero. Lo spazio vitale con AA è molto ridotto. Film nuovissimi, cibo orrendo escludendo il gelato Capitolo lingua: A Miami nessuno parla inglese l'addetto all' immigration ci ha parlato in italiano. Nei locali è pieno di personale italiano o al massimo ci hanno parlato in spagnolo. Capitolo Spring Break: Un disastro Prezzi altissimi per strutture di livello basso e tutta SoBe letteralmente militarizzata, spiaggia compresa. Coprifuoco dalle 00 alle 6:00 e tutto blindato di giorno. Ocean Drive e tutte le sue traverse sono chiuse al traffico. Alcuni ingressi in spiaggia sono chiusi e gli altri hanno controllo bagagli. Devo ammettere che no abbiamo mai visto nessuno ubriaco in giro ma negli alberghi fanno casino eccome. Meteo: 10 giorni di sole sparato ma con temperature e umidità molto variabili. Siamo arrivati con un clima che loro hanno definito estivo, 30 gradi con umidità altissima quindi percepiti mille mila e sudore costante, dopo 3 giorni finalmente il clima è tornato in linea con la stagione. Mattino e sera con golfino e giorno a 27°. Ultimi due giorni ci siamo ritrovati di nuovo in un acquario. Prima nostra volta ad Est: Ma quanto traffico c'è?????? TRaffico ovunque con code ad ogni ora di ogni giorno. Parcheggi: i pagano tutti tramite app, la prima volta va inserita la carta di credito con i dati personali. Le volte successive basta solo inserire il lotto del posteggio e autorizzare il pagamento. Sono carissimi ovunque. Noleggio auto: solita Alamo, unica differenza trovata è stato che a Miami nella categoria SUV standard era pieno di monovolume a 7 posti e pochi SUV. Siamo usciti con una Santa Fè, con pochissime miglia. UP & Down del viaggio: Everglades con Flamingo ed Shark Valley in bici⬆️ Key West⬆️ e la Key Lime Pie⬆️ Naples con super ville e tramonto al Pier ⬆️ KSC e Cocoa Beach⬆️ Daytona⬇️ Fort Lauderdale⬇️ Miami⬆️ Ps. Nessun problema nel reperire frigo in polistirolo
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  34. Ciao a tutti...ma davvero sto aprendo un post di pianificazione per un viaggio negli USA?!? Che ansia!! Sono 5 anni che non torno in terra americana. Prima premessa: io ho da tempo un pallino che si chiama Texas. Vorrei quindi unire un po' di Texas (la parte più "urbana") a un pezzetto di quello che solitamente si fa come itinerario “della musica”. Seconda premessa: a mio marito del cosiddetto itinerario "della musica" non potrebbe fregare di meno quindi non potrò calcare troppo la mano in quella zona. Al momento ho in mente 3 possibili itinerari, ma devo prima risolvere un grosso dubbio che si chiama Nashville. Qui ho sempre letto che preferite tutti Nashville a Memphis, ma considerando che comunque non faremmo visite guidate agli studi o al Ryman Auditorium è proprio un delitto lasciarla fuori? C'è molta differenza tra la Beale St. di Memphis e la Broadway di Nashville? Intendo come atmosfera nei locali che è un po' quello che vorrei vedere e vivere. Prima di comprare i voli devo prendere questa decisione…aiutatemi!!! Eliminare Nashville mi permetterebbe sia di evitare un Multicity che il relativo drop-off dell'auto e potrei fare con più calma la parte della Louisiana intorno a Nola (piantagioni, Cajun Country...) Ovviamente il viaggio sarà nel caldissimo mese di agosto e l'intenzione sarebbe di fare le classiche 2 settimane. Queste in linea di massima sarebbero le tappe principali: Dallas Fort Worth Austin Hill Country San Antonio Huston/Nasa Baton Rouge e Cajun Country New Orleans Risalita lungo il Mississippi (Natchez) Jackson – Vicksburg Memphis -> poi rientro verso Dallas?? Nashville?? Atlanta?? Grazie
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  35. Ho noleggiato l'auto con Thrifty (gruppo Hertz). Il guidatore aggiuntivo, anche se coniuge, non é incluso. E' però sufficiente iscriversi al Blue Chip Rewards (il loro programma fedeltà) e si ha diritto al coniuge guidatore aggiuntivo gratuito.
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  36. Martedì 13 giugno 2023 Dormiamo bene nella rustic tent ma ci svegliamo piuttosto presto complice il freschino che si infila all'interno. Alle 8:00 andiamo a fare colazione al lodge e ci sistemiamo all'esterno nella veranda con vista giardino roccioso. Mentre mangiamo vediamo uno degli ospiti indicare qualcosa al proprietario, un'omone con avambracci alla Braccio di Ferro che, dopo aver indossato un paio di guanti alti fino oltre il gomito, si mette a ravanare tra le piante tirando alla fine fuori niente di meno che un "baby" Rock Phyton che, a detta sua, è più spaventato di tutti noi e che verrà pertanto liberato altrove. Terminata la colazione, rientriamo in tenda a sistemare le nostre cose, carichiamo la Hilux e siamo pronte per partire. Oggi sarà una giornata per lo più di trasferimento, dobbiamo macinare "solo" 260 Km ma saranno tutti su sterrato e vorremmo arrivare al Grootberg in tempo per goderci un po' il lodge dal momento che sappiamo sarà uno dei più iconici di tutto il viaggio. Ci mettiamo in auto verso le 09:00 e riprendiamo la C35 in direzione nord per poi svoltare a ovest sulla D2612 che troviamo in condizioni davvero pessime, soprattutto all'inizio e fin dopo Madisa Camp: ci sono profondi solchi sabbiosi e la larghezza della carreggiata si è ridotta ad una sola corsia in molti punti. Guidiamo con la dovuto attenzione ma, per fortuna, man mano che proseguiamo la strada lentamente migliora fino ad un lungo tratto perfettamente asfaltato in concomitanza con la zona di Twyfelfontein. Percorriamo quasi in silenzio questi bellissimi e comodi chilometri fino all'incrocio con la C39. Incrociamo davvero pochissime auto, immerse in un paesaggio lunare, dove il senso del tempo quasi si perde, ad eccezione della strada - unico segno umano - tutto il resto attorno a noi è infatti solo silenzio, rocce, terra. Dopo una breve sosta per uno spuntino e per il "bush-toilet" nei pressi di Palmwag, percorriamo gli ultimi 20 km che ci separano dall'altopiano di Etendeka: la strada sembra non finire mai, un sali-scendi piuttosto faticoso a causa delle condizioni davvero pessime del fondo. Alle 14:00 in punto siamo finalmente al Grootberg Pass. Da qui parte una breve ma ripidissima mulattiera che sale fino al lodge percorribile solo e rigorosamente con un 4x4 a marce ridotte. La nostra Hilux è fatta apposta, siamo noi a non esserlo e la lasciamo parcheggiata con cura all'ombra vicino alla casupola del custode dove sarà al sicuro h24. Il tempo di recuperare i bagagli che scendono a prenderci con una delle camionette per il safari e in qualche minuto siamo su. L'accoglienza ovviamente è fantastica: il lodge è interamente di proprietà della ≠Khoadi-//Hôas Conservancy, una riserva di quasi novemila ettari situata lungo il confine occidentale del Parco Nazionale Etosha ed è gestito dalla comunità locale Nama-Damara. Ci accoglie Walter che ci offre subito un succo di frutta e ci accompagna sulla terrazza. Che dire, la vista è a perdita d'occhio su tutta la Klip River Valley e rimaniamo senza parole. Ci assegnano lo chalet n.8, vicino alla struttura del lodge e alla fotografatissima piscina. Gli chalet sono tutti a picco sul rim, indipendenti e offrono la massima privacy. Sono arredati davvero con gusto e, a parte la corrente elettrica che è presente solo nel lodge, non manca davvero alcun comfort, c'è persino un set di cortesia di prodotti da bagno buonissimo. Siamo parecchio stanche dalle ore di guida e decidiamo di non partecipare a nessuna attività pomeridiana (offrono sia una passeggiata guidata sia il classico sundowner) e preferiamo rilassarci al lodge, godendo del tea time delle 17:00 e poi sul nostro patio dove assistiamo ad un tramonto davvero speciale. A cena siamo tutti ospiti al lodge e mangiamo piuttosto bene - zuppa, seguita da selvaggina e contorni. A fine pasto conosciamo Ernest, il capo delle guide, che ci conferma la nostra avventura dell'indomani: il rhino tracking di un'intera giornata nel cuore della ≠Khoadi-//Hôas Conservancy ... con sveglia alle ore 4:30!
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  37. Un caloroso benvenuto a tutti i nuovi membri, abbiamo proprio bisogno di un pochino di linfa fresca!
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  38. Il Roosevelt Lodge a Tower Junction mi risulta sold out; dove pensavi di pernottare? Farete tutto di fretta, non c'è qualcosa per cui avrete più tempo Seguendo il giro generalmente consigliato dedicherai alla zona dell'Old Faithful dalle 6 alle 8 ore complessive in due tranche mentre con il tuo giro riusciresti a dedicargliene 6/7. La differenza però emerge quando vai a guardare i programmi giornalieri complessivi da Cody fino a SLC, laddove tu già ti poni il dubbio "se vedere la Hayden Valley o Canyon oppure saltarli tutti e due". P.S. Prendi un qualsiasi capolavoro della letteratura e poi limitati a leggere solo le pagine dispari perché altrimenti non ce la farai a finirlo in un solo giorno oppure prendi un qualsiasi capolavoro del cinema e poi vedilo a velocità x4 perché hai solo mezz'ora di tempo. Quale risultato ti aspetti di ottenere? Apprezzerai comunque i capolavori o concluderai che "in fondo sono sopravvalutati, niente di entusiasmante"? In rete se ne leggono tanti di giudizi negativi sui parchi americani, basta andare su Tripadvisor per rendersi conto che ad essere sbagliato è solo l'approccio tenuto dal turista da agenzia che parte convinto che "poco è meglio di nulla" tranne poi confrontarsi con la realtà e rimanere deluso. Prima della partenza c'è solo l'entusiasmo e l'idea idilliaca dei luoghi che si visiteranno, idea maturata dalla vista di foto spettacolari che raccontano solo il 50% della verità visto che quello che succede alle spalle del fotografo nessuno te lo mostra. Poi si arriva sul posto all'ora sbagliata, si perde mezz'ora a trovare parcheggio, si sgomita in mezzo alla folla per arrivare all'attrazione dove si attenderà un'altra mezzora mettendosi in fila dietro la truppa di cinesi in attesa di farsi il selfie. Arrivato il tuo momento si presenta la nuvoletta fantozziana ad uccidere definitivamente quel piccolo residuo di poesia fino ad allora sopravvissuto. Come non bastasse, il programma giornaliero, stilato a casa con tanta cura, va a rotoli dal momento che prevedeva una visita di mezz'ora ma ne sono passate già due di ore e tu sei ancora alla ricerca disperata di un bagno a causa di quell'hamburger mangiato la sera prima che doveva avere qualcosa che non andava... si, proprio una giornata di me...a!
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  39. Ciao, sono Anna, ho trovato per caso questo forum mentre ero alla ricerca di informazioni per il mio prossimo viaggio in Usa e inizio con il ringraziare per l'aiuto...Se tutto va secondo i piani, ad agosto 2024 torneremo in Usa per la quarta volta: primo viaggio, un tour de force al seguito di un'anziana zia che voleva tornare negli States, ma non da sola, e che ci aveva trascinato in un tour de force piuttosto folle tra on the road e voli interni, da SF ad Atlanta, in mezzo di tutto e di più, in 3 settimane insomma una panoramica che ci ha fatto comunque scoprire la meraviglia del viaggiare in Usa. Seconda volta tra NY, D.C., Niagara, Boston e Cape Cod stavolta solo io, mio marito e i nostri figli. Con la stessa compagnia siamo tornati poi in parte ad approfondire (doverosamente) alcuni luoghi sfiorati con la zia e altri mai visti, con un lungo loop su LA passando per San Diego, i classici parchi del West da Joshua Tree ad Arches, con qualche chicca inaspettata tipo il Canyon de Chelly...e adesso Yellowstone, parco difficile da incastrare, ma in qualche modo dovremmo essere riusciti nell'impresa: da Chicago a SF passando per la Real America e molto (troppo?) altro Ovviamente non disdegniamo altre mete, l'importante è viaggiare e non si può andare sempre in America...non vedo l'ora che arrivi il giorno della partenza, ma nel frattempo continuo a leggere, leggere, leggere...sono frequentatrice di un altro forum di viaggi dove ho pubblicato i miei diari, se non violo nessun regolamento magari potrei scriverli anche qui...ma andiamo con calma...che sono logorroica l'avrete già capito...a presto!
    3 punti
  40. Non so cosa sia successo, ma mi è venuto un colpo quando ho visto il ritorno a 140€/testa invece dei 390€ di ieri! Ho scritto al marito "CI SIAMO" e l'ho preso senza neanche chiedere ferie, a quello penseremo poi
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  41. Che emozione tornare a sognare di andare on the road! Era il lontanissimo 2019 quando abbiamo toccato Oregon e California del nord, non sapendo tutto quello che sarebbe successo dopo, nel 2022 stavo praticamente per prenotare un giro tra Chicago e Washington quando un sesto senso mi ha fatto attendere, e infatti poi ci sarebbe stato un Cipollino nella mia pancia Quest’anno abbiamo dovuto rimandare perché la situazione passaporti a Vicenza è scandalosa, e quindi solo adesso che dopo 7 mesi di tentativi ho l’appuntamento per dicembre posso cominciare a sognare di tornare nei nostri amati States in 3! bando alle ciance, vi dico un po’ le nostre idee che sono ancora molto confuse. se dobbiamo sognare facciamolo in grande, quindi sarebbe Pacific Northwest, devo ancora capire se Canada o Stati Uniti prevalentemente, e qui mi serve il vostro aiuto: mi aiutate a disegnare un itinerario non troppo serrato e magari fattibile senza grandi trail? già di nostro non siamo grandi camminatori, il nostro piccolo Alessandro a 7 mesi pesa già 9 chili e quindi pensare di fare tanti km con lui in groppa la vedo dura. abbiamo già opzionato le ferie 2024 per l’ultima di agosto e prima di settembre, in più l’Oregon noi lo abbiamo già fatto benissimo quindi pensavo un Washington state e Canada. Due settimane anche abbondanti nel caso come durata. mi sto riempiendo gli occhi dei vari diari, ma leggo appunto che Glacier va fatto camminando e quindi sono veramente in confusione. magari terrei in considerazione di fare sia Seattle che Vancouver, probabilmente le città si prestano meglio a ritmi più tranquilli con un passeggino. ditemi anche le migliori opzioni per il pernotto nei parchi, 5 anni di attesa ci permettono di non avere particolari problemi di budget. se proprio proprio capirò che è meglio rimandare questo giro a quando Alessandro potrà scarpinare il ripiego sarebbe Chicago e dintorni, però insomma proviamoci grazie in anticipo a tutti coloro che mi aiuteranno
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  42. Ecco la solita cosa all'italiana, solo promesse
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  43. Grazie mille!!!!!! Ora mi sento potentissima con tutti quei benefit
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  44. Non posso esservi d'aiuto neanche per sbaglio, però Poughkeepsie mi ricorda ineluttabilmente Ally McBeal
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  45. Ciao a tutti!!!! Al momento siamo a SD in attesa del passaggio di Hilary. Volo tutto ok, bagagli tutto ok, non vorrai mica non beccare il primo uragano dopo 70 anni 8n California. Gli scorsi 2 gg abbiamo cercato di vedere il più possibile, stravolgendo i piani. La conclusione è solo una...amiamo San Diego[emoji7][emoji7][emoji7]. Purtroppo abbiamo dovuto ricorrere alla macchina più del previsto per riuscire a vedere di più e nonostante il weekend non è stato per nulla problematico. Abituata alla Liguria qui un paradiso [emoji1787]Domani si parte per Ajo, speriamo di non trovare danni. Inviato dal mio M2103K19G utilizzando Tapatalk
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  46. Ciao a tutti! Salvo cambiamenti dei turni per malattie dell'ultimo minuto ci saremmo anche noi (2 persone)!
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  47. Giusto per aggiornarvi dopo infiniti studi e ricerche ho prenotato … Seychelles (volo award con avios!!! ) [emoji126][emoji126] [emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322][emoji322] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  48. ciao a tutti, volevo solo dire che Alamo ha dato una botta in ribasso ai prezzi. L'ultimo che avevo era di 1730$ dal 26/07 al 17/08 Miami ora l'ho trovato a 1348$ Dateci un'occhiata se vi serve un'auto
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  49. Ciao, segnalo che dal 11 maggio il vaccino non sarà più obbligatorio per partire in direzione USA. Fonti varie tra cui Corriere e Repubblica e sky24 https://www.corriere.it/esteri/23_maggio_02/covid-usa-eliminano-vaccino-gli-arrivi-internazionali-556d9eec-e86b-11ed-90be-edffb0f60146.shtml
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