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12 agosto: Boteti River - Ntwentwe Pan Sonno profondo stanotte al fresco del Boteti River Camp, ci svegliamo ben ricampati e molto affamati, solite sghignazzate dei locali quando tentiamo di usare le 2 sole parole che conosciamo in Setswana, una delle lingue ufficiali del Botswana! Sì, perché come forma di rispetto cerchiamo sempre di imparare almeno "Salve" e "Grazie", in questo caso sono dumela e kealeboga, seguiti da "Rra" se ci si rivolge ad un uomo e da "Mma" se invece si parla ad una donna. La nostra pronuncia deve essere davvero terrificante a giudicare dalle loro risate! Non siamo gli unici affamati, ecco che ricompare il gatto grigio di ieri sera, che stamattina si è portato l'amico per scroccarci almeno un po' di colazione... Il grigio è molto più propositivo e praticamente fa il giro dei tavoli, il roscio, sta lì, ti guarda, ti giudica e ti fa sentire in colpa. Oggi percorreremo circa 200 km per arrivare al Gweta Lodge, scegliamo la strada più lunga, che però è tutta asfaltata e non prevede guadi... oddio, co 'sto secco de acqua ce n'è poca, ma dove non c'è acqua, c'è sabbia e decidiamo di soprassedere per il momento. La strada passa molto vicina alla zona diamantifera, dove solo pochi giorni dopo il nostro passaggio viene trovato questo sassolino: Un diamante di 2492 carati! I diamanti sono appunto una delle voci commerciali all'attivo per il Botswana, con 2 grosse compagnie attive che versano una consistente fetta dei guadagni all'amministrazione, la Debswana e la Lucara... la zona estrattiva è anche abbastanza limitata, ma i risultati sono davvero notevoli, visto che solo qualche anno fa ne avevano estratto uno da quasi 1800 carati. Quelle cicatrici che si vedono nella mappa sono le miniere di diamanti. Passata Mopipi, è arrivato il momento tanto temuto da Barbara... La guida del bestione, più grosso della nostra cameretta, più alto dell'armadio, in confronto la sua Kia Picanto pare una macchina Bburago... Si issa al posto di comando dopo aver lanciato quello che pare un grido di guerra, ma forse è solo artrite, regola il sedile, regola gli specchietti e via, si parte!!! Fino a questo momento, abbiamo incrociato solo poche macchine, mucche, asini, cavalli e capre, ma appena Barbara raggiunge la velocità di crociera, ecco spuntare uno struzzo, poi un altro, qualche zebra e infine, gli elefanti!!! Naturalmente non mancano i camion, che sono diventati improvvisamente più frequenti... Nonostante il terrore, guida per un centinaio di km, quando mi rende il comando del transatlantico, forse adesso il mostro le fa un po' meno paura! Mangiamo una crema di broccoli e un paio di sandwich al ristorante del Gweta Lodge, l'auto resterà parcheggiata qui per stanotte, tra poco ci attende il nostro autista per l'avventura di stanotte! Ci siamo preparati un bagaglio minimal con dentro pigiami, asciugamano in microfibra, ciabatte, beauty case... col senno di poi, ci sarebbe bastato lo spazzolino e il dentifricio, carichiamo i cavalletti, gli zaini e siamo pronti. Con noi c'è una famiglia anglo-austriaca, i genitori sono molto simpatici, i 2 figli hanno detto forse 4 parole, prima tappa il baobab, un albero con un'età stimata di 1500 anni davvero maestoso, che emana un'energia che solo questi giganti della natura riescono a dare. Non lo sapevamo, ma in Botswana ci sono tanti baobab, sparsi un po' ovunque sul territorio, sono degli alberi bellissimi, ma che in questo periodo perdono le foglie. Sì, perché siamo al culmine della stagione asciutta, vedremo tantissimi alberi spogli o con un foliage che non ha nulla da invidiare a quello del nord est americano. Il Botswana è anche il paese con il maggior numero di elefanti in Africa e sono davvero ovunque! Ma questa zona è famosa per un altro abitante della savana... il suricato! Questa famiglia vive tra le fattorie e si è abituata agli essere umani, si lasciano avvicinare, ma restano sempre all'erta anche se si mettono in posa per noi. Non hanno proprio l'espressione da primi della classe, ma sono fantastici! Il sole scende rapidamente ed è ora della prossima tappa, il Pan! Cos'è il Pan? Non è altro che il fondo del lago effimero che si forma qui durante la stagione delle piogge, un lago che non supera i 60cm di profondità, ma che è sufficiente a dare da bere alle greggi e alle coltivazioni dell'area, visto che il sottosuolo è ricco d'acqua. Per la maggior parte dell'anno invece è una piana salata, che scricchiola sotto le ruote. https://youtu.be/YLVlssTwUtE Il tramonto sul Pan è un'esperienza incredibile. Uno spettacolo che ci lascia senza parole, il sole si riflette sulla crosta salata e su quella che sembra una nebbiolina bassa, ma è la polvere che galleggia in aria. Il cielo si incendia e il sole scende giù, velocissimo, ma grazie al filtro dell'atmosfera e del pulviscolo, nella seconda foto si vedono anche le macchie solari. Salutiamo il sole e raggiungiamo il punto del nostro "hotel" per stanotte, direttamente al centro di una spianata di 12000 kmq completamente asciutta. I ragazzi preparano la cena, accendono il fuoco e organizzano il bivacco... dei materassi a terra con doppio lenzuolo e tripla coperta e ci servirà tutta! Foto del mattino dopo... era troppo buio per scattare la sera! A cena facciamo il bis della crema di broccoli del pranzo, più del riso ed uno spezzatino, tutto davvero ottimo e lo accompagniamo con del Savannah Dry, la bevanda preferita di questo lato di mondo! Ma lo spettacolo arriva dopo cena, il cielo diventa la casa di milioni di stelle, con un baffo di Via Lattea parzialmente cancellato dalla luna a metà che un po' ci rovina lo spettacolo. Quel piccolo cubo con 2 lucine in basso in questa foto non è altro che il nostro bagno per stanotte!!! Si è fatta l'ora di andare a letto, fa freddo e si dorme vestiti, pigiami ed asciugamano si sono fatti una gita senza motivo, ci infiliamo il berretto, appoggiamo la testa sul cuscino e ci addormentiamo in questo hotel a 5 milioni di stelle.10 punti
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8 e 9 agosto 2024 (Roma - Mokopane) Sicuramente partire con il volo delle 15.05 ti evita una levataccia, ma non vedo altri vantaggi: abbiamo ciondolato in casa fino alle 11, io con la sindrome della Cenerentola Psicopatica, poi abbiamo ciondolato a Fiumicino, poi abbiamo ciondolato sul volo per Zurigo - puntualissimo per la prima volta da giorni, sì, ho anche la sindrome del Controllore di Volo Psicopatico - e infine abbiamo ciondolato per tutte e cinque le ore di scalo a Zurigo Ma ciondoliamo felici, a parte gli orrendi sensi di colpa nel confronti del baffuto trio di innocenti che lasciamo a casa tra pianti e alti lai, con le nostre magliette sceme che tanto successo avranno a destinazione e la felpa (pure!) che ormai sfiniti dal caldo torrido di quest'ultimo mese romano non vediamo l'ora di indossare, visto che in Botswana è pieno inverno Anche il volo per Johannesburg è puntuale, tutto va liscio, dall'immigration (che la povera sordina supera d'un balzo lasciandosi dietro almeno un paio d'ore di coda grazie alla corsia preferenziale ) al ritiro bagagli che arrivano quasi subito e tutti insieme, forse un tantino "molto individuabili" ma sempre felicissimi di rivederci. La cosa più degna di nota di tutto il viaggio, a parte la cena tristissima e vagamente ospedaliera nella lounge di Zurigo, è il fatto che i passeggeri del volo notturno per Johannesburg invece di cercare di addormentarsi contando le pecore contavano i miei giretti a far pipì Abbiamo volato con Swiss per la prima volta, veramente ottima, ma avendo acquistato con LufthANSIA veniamo perseguitati dai messaggini della app a partire da 24 ore prima della partenza, neanche il mio ex un po' stalker mi scriveva così spesso ... ammetto però di aver apprezzato gli aggiornamenti sul destino delle valigie, anche se non ci ho creduto mai fino in fondo Alle 10.24 del 9 agosto, a meno di un'ora dal momento in cui abbiamo toccato il suolo sudafricano, eravamo ai piedi della statua di Oliver R. Tambo nella lounge arrivi, addirittura prima dell'omino del noleggio! Ci aspettavamo di dover andare a ritirare l'auto in periferia, come a Windhoek sei anni fa, invece la nostra utilitaria ci aspettava direttamente in aeroporto, e dopo una quarantina di minuti di briefing e spiegazioni assortite su frigo, ruota di scorta (ma non quelle che ci sarebbero poi servite davvero ), doppio serbatoio e quant'altro veniamo spediti nel traffico infernale di Johannesburg. La cara bestiola porta, sui documenti e sul posteriore, il pomposo ma apparentemente non inadeguato nome di Night Owl ... sulle prime pensiamo che non sia il caso di ribattezzarla, dopotutto cotanto appellativo ci sembra meno irrispettoso dei vari Mostro, Gloria, Schifomobile, Bruttomobilina appioppati nel corso dei viaggi precedenti ai rispettivi cocchi ... ma nel giro di pochi giorni ci ricrediamo, e la nostra bella arriverà a destinazione con il poco glorioso ma calzante epiteto di Miss Sphiggy. Per darvi un'idea delle minuscole dimensioni della piccina, vi anticipo una mia indianapippesca immagine accanto a lei. Io sono quella col culone alta 1.65, lei è l'altra Come al solito Paolo sembra nato con il volante in mano, non importa da che lato si guidi, come sia il cambio, quanto traffico si trovi, tempo cinque minuti e sembra che abbia sempre fatto il camionista. Resterà in lite fino alla fine con tergicristalli e frecce, ma per compensare nei cinque giorni da che siamo tornati non ne ha azzeccata una manco qua Poteva davvero andare tutto così liscio? certo che no, of course. Al noleggio ci avevano garantito, giurando sulla testa dei figli e sacrificando un capretto come pegno di verità, che avremmo potuto tranquillamente usare la nostra Visa per pagare i pedaggi autostradali (ci sono caselli messi a caso ogni tot chilometri, a tariffa fissa, di solito pochi spicci), e io gnucca gli ho dato retta e non ho prelevato un singolo misero rand in aeroporto "tanto in Sudafrica ci stiamo cinque minuti, abbiamo cena e colazione pagate, al supermercato paghiamo con la carta, ho avvisato la banca e funziona sicuro". Al primo casello non riescono ad addebitare le nostre carte, pensiamo a un malfunzionamento del pos con entrambe, accettiamo l'aiuto di un'anima buona del pulmino di canterini dietro di noi che ci regala il pedaggio di circa un euro (ma noi insistiamo perché ne accetti cinque e se li vada a cambiare alla nostra salute) ma al secondo ... tragedia. Il casellante ci spiega in un inglese abbastanza esotico che certo che si può pagare con la Visa. Sudafricana. E anche con la Mastercard. Sudafricana. Mortacciloro. E che c'è un casello ogni due metri. Ri mortacciloro. Non c'è verso di farci cambiare una decina di euro da nessuno nè di pagare in euro o dollari, ci fanno fare inversione e ci dicono di aspettare a lato strada che poi forse passa la polizia e forse ce li cambiano loro, gli euro. O almeno così ci pare di capire, visto che non siamo lucidissimi e non lo è neanche l'inglese del nostro nuovo amico casellante. Aspettiamo un pochino senza sapere cosa fare, Paolo fa un altro vano tentativo con un paio di camionisti di passaggio e alla fine ci rompiamo le balle e gli dico di impostare il Garmin su un percorso senza pedaggio, torniamo indietro, appena possibile usciamo e al momento di pagare qualcosa mi inventerò, magari una bella scena madre, e poi andremo a prelevare. Da scemi non abbiamo pensato che se i caselli sono lungo il percorso e non sugli svincoli in entrata non ci sono neanche sugli svincoli in uscita, e quando dopo qualche chilometro imbocchiamo il primo e ci troviamo in centro nel ridente paesello di Hammanskraal, il sollievo è palpabile a Pandonia, anche se la coppia imperiale un pochino scema ci si sente. Vagando un po' ad caxxum finiamo in un centro commerciale moderno che ricorda vagamente l'outlet all'aperto di Las Vegas (sono seria, giuro) con accanto un mercato di bancarelle decisamente più africane Siamo gli unici bianchi nel raggio di chilometri, credo, ma nessuno ci considera minimamente, se non un solerte omino che al parcheggio si offre di fare la guardia alla Sphiggy come se fosse sua. C'è una sfilza di sportelli bancari, io scelgo la Standard Chartered perché la conosco e naturalmente pesco l'ATM che ha finito i contanti e mi dà solo 400 rand, una ventina di euro, Paolo prende una banca africana a caso e torna ricco come Creso sventolandomi sotto il naso una mazzetta di banconote. A quel punto, rasserenati anche dal fatto che le carte funzionano, ci accorgiamo di avere fame (e prendiamo un paio di ottime pastry, la mia con il pollo e la sua con manzo e rognoni, a meno di 4 euro comprese due bottiglie d'acqua) e che ci scappa la pipì, e nei rispettivi pulitissimi bagni troviamo oltre alla carta igienica a pacchi anche una bella prova di intelligenza. L'AIDS a queste latitudini miete purtroppo ancora tantissime vittime e questa campagna di prevenzione mi sembra veramente una cosa bella e importante. Facciamo felice il nostro amico parcheggiatore che sta amoreggiando con la Sphiggy con una mancia di un paio di euro - che a quanto pare è una cosa esagerata visto che si mette praticamente a ballare - e riprendiamo la strada fino a Mokopane, dove ci aspetta la nostra bellissima stanza all'Oryx B&B, prenotato per conto nostro su Booking con cena e colazione. Più che una stanza è un appartamento, enorme e molto bello, soprattutto se piace il genere "a tema", con tanto di cucina completa, accessori di ogni tipo e un bagno nella finta capanna dentro la stanza, che ha un soffitto assurdamente alto. Purtroppo stasera hanno qualche problema con la cena e ci dicono che ci daranno un voucher per andare a mangiare in uno dei posti che ci consigliano ... il voucher sono 500 rand in contanti Ci rimettiamo in sesto e usciamo per una gita alla SPAR (dove compilo la lista degli acquisti per il ritorno visto che adoriamo riportarci a casa la qualunque in schifezze alimentari e dormiremo qui anche l'ultima notte prima del volo, che ci sembra molto molto lontana), e per una cena al pub a orario indecoroso. (qui abbiamo parcheggiato davanti al pub e il sole oggi è tramontato alle 17.44, fate voi) Indecorosa anche la figura ... filetto, 195 rand, costata 220 rand. Poi, beh, è un po' caro ma con la carne ci sta, prendo anche un calice di cabernet e Paolo uno di pinotage a 225 rand ciascuno, costa come in Italia ma siamo stanchi e affamati e un brindisi al nostro viaggio ci sta tutto. I calici: Inizialmente non capisco come mai la fanciulla del pub ci lasci due intere bottiglie appena aperte invece di versarci il vino, penso che forse fanno il conto alla fine a seconda del numero di calici che ti sei scolato ... poi, colpita da un pensiero inquietante, quando arriva la ciccia chiedo con voce tremula: mi scusi ... abbiamo ordinato due bottiglie, per caso? e la fanciulla, con faccia da poker che cela un ghigno malvagio: certo che sì, madame. Ebbene, le adottiamo e dopo l'ottima cena le portiamo amorevolmente con noi, orfane solo del misero goccio che abbiamo bevuto, ci faranno compagnia a lungo e piacevolmente durante i nostri tramonti africani Ci accordiamo con i padroni di casa perché ci preparino il pacchetto colazione per le sei visto che vogliamo partire presto per il posto di confine a poco più di due ore da qui e non ci va di perdere troppo tempo, e ce ne andiamo a svenire nel comodissimo lettone dove chiuderemo questa prima lunghissima giornata cadendo all'istante in un sonno di piombo. In generale la prima impressione è ... molto Sud e poco Africa, per il momento non siamo colpiti (ma non vediamo l'ora di entrare in Botswana), il cielo è bigio come in Padania e i campi sono solo un po' più secchi, Mokopane sembra una Kanab che ci ha creduto - infatti qua i lampioni funzionano tutti ed è parecchio più illuminata - e la cassiera del supermercato si entusiasma per le nostre magliette come in un sacco di altri posti al mondo ... la scemitudine non ha latitudine10 punti
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Il 2024 è un anno un po' particolare, visto che si verificano 2 importanti ricorrenze: lo scorso 23 agosto sono passati 10 anni da quando un Panda un po' sottosopra invita una Mouette, zitella felice, a prendere un caffè a Firenze. Quel caffè è diventato qualcosa di più e merita una celebrazione adeguata! La seconda ricorrenza è che la mia Pandina diventa grande, cambia il numero della decina e non vi dirò mai che adesso ha un bel 5 davanti! Per 2 ricorrenze del genere, ci vuole un viaggio speciale, di quelli che lasciano il segno, il primo giretto post Covid negli USA l'abbiamo fatto a maggio, tornare subito dall'altra parte dell'oceano non ci va, non c'è nemmeno bisogno di ragionare troppo, la voglia di Africa è tanta! Cominciamo con la Tanzania, ma bisogna fare un giro accompagnati dall'autista e noi, che siamo sociopatici dentro, fuori e tutt'intorno, vogliamo essere soli, ma i primi preventivi che ci arrivano ci fanno tremare le vene. Per fare un viaggio in autonomia, bisogna rivolgersi verso il paese più sicuro dell'Africa Australe, il Botswana. Anche qui, i primi preventivi ci fanno rabbrividire, ci sono dei programmi di viaggio assurdi a prezzi spropositati, trasferimenti a destra e a manca con aerei o elicotteri, notti in campeggio sul tetto dell'auto, non si scende dai 15k€ per 2 settimane, voli A/R esclusi, ma non demordiamo, non abbiamo voglia di spendere un rene e un po' per questo viaggio, siamo un po' demoralizzati, finché non troviamo... Già la giraffa ci fa ridere, mandiamo la richiesta di preventivo, provando ad alternare notti sul tetto dell'auto a notti in sistemazioni più consone ai nostri culoni, ci risponde Gillian, neozelandese trasferita in Botswana, dicendoci che ha un preventivo perfetto per noi, anche senza dormire alla mercé delle bestioline africane... tutti hotel o B&B, tutti col bagno in camera, tutti in posizioni più che strategiche, alla modica cifra di 60.000 Pula, spiccio più, spiccio meno. Andiamo a fare la conversione e siamo intorno ai 4000€, molto, ma molto meno di quanto avevamo trovato fino ad allora, tanto che ci chiediamo se il prezzo è per persona o per coppia. Capirete la sorpresa quando Gillian ci dice che il prezzo è per 2, naturalmente esclude volo e auto, ma rientra perfettamente nel budget che ci eravamo dati! Gillian e suo marito Graeme si sono trasferiti qui perché si sono innamorati del paese, ma per avere la residenza, hanno dovuto aprire un'attività, appunto la Self Drive Tour Botswana, lavorano con 2 ragazze del posto, Peo e Naomi, che si occupano delle prenotazioni. Non avendo alcun intermediario, riescono ad ottenere prezzi che altre compagnie non hanno, anzi, ci hanno fatto ottenere degli sconti su alcune attività aggiuntive, come ad esempio il giro in elicottero. A questo punto, siamo partiti a tutta per trovare il volo, Victoria Falls costa troppo, Gaborone o Maun pure, la scelta ricade su Johannesburg con Lufthansa... con 1700€, un solo scalo, scelta posti gratuita grazie alla sordina del mio cuor! Altro capitolo, l'auto! Ci serve un simil-Mostro, come in Namibia, perché ci sono alcune tratte su sterrato, ma soprattutto su sabbia! La maggior parte delle strade in Botswana è asfaltata, anche bene, ma quelle all'interno dei parchi no e nella stagione asciutta, spesso si trasformano in trappole di sabbia. Anche qui, riceviamo dei preventivi tra l'impossibile e l'assurdo e alla fine troviamo la SA4x4Rentals che per 2500€ ci consegnerà direttamente in aeroporto una Ford Ranger dall'altisonante nome di Night Owl, che viste le vicissitudini, è stata prontamente soprannominata "Miss Sphiggy"! Cominciamo a scambiarci le mail con Peo e Naomi e dopo un po' di taglia e cuci, l'itinerario finale sarà questo: La prima mail risale al 23 settembre 2023 e già allora, alcune delle sistemazioni erano piene, un po' di aggiustamenti all'itinerario e alle attività, preparo il nostro logo per il viaggio... Sistemiamo con cura il travelbook, che attirerà tanta ammirazione e dopo quasi 11 mesi dall'inizio dell'avventura, ecco che arriva il tanto sperato 8 agosto! Siete pronti??? Siete caldi???9 punti
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14 agosto - Maun Oggi è il grande giorno, uno dei motivi che ci ha spinto a fare questo viaggio, esploriamo il delta dell'Okavango! Sveglia alle 5, colazione in camera con i biscotti che ci hanno lasciato ieri pomeriggio e alle 6 siamo pronti. Ieri sera abbiamo sentito Mpho e ci ha detto che conviene partire presto per evitare le ore più calde, ma quando siamo al cancello, ci arriva un messaggio da Open Sands Safaris che ci dice che il nostro autista è appena partito e arriverà con qualche minuto di ritardo. Poco male, restiamo in zona, ne approfittiamo per scattare un paio di foto sceme, il selfie del giorno e alle 6:15 siamo pronti per partire! Ci vogliono circa 2 ore per arrivare alla zona dell'imbarco, per una parte su asfalto, per poi proseguire su una sterrata che passa nelle vicinanze di Elephant Haven, che visiteremo domani, un paio di villaggi sparsi nel nulla, passiamo dalla città, al deserto, per arrivare in una zona molto più verde! Verso le 8 ci fermiamo in mezzo alla savana, il nostro autista scende e apparecchia una colazione da fare invidia, caffè, latte, thé, biscotti e dei muffin davvero clamorosi... mentre mangiamo, ci guardiamo intorno e... Zebre, gnu, qualche gazzella in lontananza, gli scoiattoli di terra che corrono velocissimi, qualche timida mangusta. Alle 8:30 siamo all'imbarcadero, i mokoro ci sono, solo che manca il poler che sta arrivando a piedi da uno dei villaggi che abbiamo incrociato... Nel frattempo arrivano orde di turisti in viaggio di gruppo, tanto che la nostra bush toilet, della quale abbiamo approfittato in completa solitudine, ha una fila che pare quella dei cessi dell'Olimpico nell'intervallo di Italia - Scozia di rugby. In attesa del poler camminatore, ci gustiamo lo specchio d'acqua su cui si affaccia questa parte di mondo, è uno dei mille rami dell'Okavango, il fiume che porta la vita in questo angolo di mondo. L'Okavango è un bacino endoreico, che non ha uno sbocco in mare e muore nella zona nord del deserto del Kalahari, ma prima alimenta tutto il sistema delle acque di quest'area. Anche l'acqua del Boteti River arriva da qui, partendo dall'Angola e attraversando la Namibia, in un ecosistema in grandissimo rischio sia per le attività umane, che per i rischi legati al cambiamento climatico: la siccità in Angola degli ultimi anni ha drasticamente ridotto la portata del fiume. Nell'attesa, ci gustiamo le bestioline, qualche ippopotamo proprio di fronte a noi, una stupenda aquila e i tantissimi uccelli che passano per il delta. E quando arrivano i vari poler, tutti insieme, dal villaggio, si sono fatte le 9! Beh, i botswani sono meno crucchi dei namibiani... Il mokoro è la canoa tradizionale del delta, una volta era in legno di marula o di sausage tree (si, proprio salsicce), ora sono in vetroresina, sia per la salvaguardia delle piante, sia perché un mokoro adesso dura 15 anni contro i 5 dell'originale in legno ed è enormemente più leggero. È poco più largo del mio culo e la seduta è a terra e per renderlo più "comodo" è dotato di un paio di schienali movibili ricavati da una sedia di plastica. Io che sono un cristone di 180 per 100kg, agile come un ippopotamo, cerco di atterrare più leggiadramente possibile su questo guscio di noce, quindi cerco di tenere fermo tutto per permettere alla mia signora e pandona di poggiare il suo leggiadro posteriore sulla sedia... Ok, ci siamo riusciti, quello che non sappiamo è che dovremo ripetere quest'operazione altre 2 volte!!! La navigazione è una bellissima esperienza, si naviga sui canali che si stano riempiendo lentamente, fortunatamente quest'anno sembra che il fiume sia più gonfio rispetto agli anni scorsi, c'è solo il fruscio delle foglie e lo sciabordio dell'acqua intorno al mokoro, tra oche egiziane, open bill stork, kingfisher, aironi ed egrette. In più, ippopotami, il bufalo d'acqua, i waterbucks, impala e zebre. La passeggiata su una delle isole ci porta a conoscere le cacche e le impronte degli animali della zona... quelle degli elefanti sono facili da riconoscere (quella sopra è l'impronta, le cacche sono quei mucchi sparsi che si vedono nelle foto), le antilopi la fanno come le nostre pecore, quella del facocero sembra proprio un grappolo d'uva, quella delle giraffe è incredibilmente piccola e dura. Dividiamo il nostro pranzo col poler all'ombra di un'acacia su un'altra isoletta, la porzione è decisamente abbondante e lui sembra gradire, adesso la temperatura è decisamente alta, procediamo quasi sempre controcorrente e poverino, fa una gran fatica! Incrociamo dei pescatori, qui ci sono persici e pesci gatto, delle vere prelibatezze per loro. Torniamo all'imbarcadero dove ci aspetta l'ultima sfida della giornata... Sì, perché mentre all'andata ci siamo alzati e abbiamo camminato, è circa un'ora che siamo seduti nella stessa posizione e mi si sono addormentate le gambe, bloccate le anche e alzarmi è diventata un'impresa... Barbara scende abbastanza tranquilla, io mi esibisco nella migliore prestazione "Agile come un rinoceronte, pesante come un ippopotamo", rischiando di finire lungo disteso tra acqua, fango e mokori parcheggiati! Ora ci aspettano 2 ore con Tsidi per tornare in hotel, abbiamo giusto qualche minuto per rilassarci verso l'aeroporto! Sì, perché colti da trance agonistica, durante le prenotazioni abbiamo deciso che il delta dell'Okavango va visto dal basso, ma anche dall'alto ed abbiamo prenotato il volo con l'elicottero... è il nostro battesimo sull'ala rotante, Barbara ha passato gli ultimi mesi altalenando tra "sarà bellissimo" e "sarà l'ultima cosa che faccio" e sulla strada del ritorno comincia a canticchiare "Mi sto cagando sotto, otto, otto"... Arriviamo in agenzia, ci danno la carta d'imbarco, controlli di sicurezza e infine ci chiamano, il nostro elicottero è pronto! Oddio, proprio pronto no, aspettiamo qualche minuto sulla pista perché James, il nostro pilota, deve ancora atterrare dal giro precedente, arriva, fa il pieno e... Barbara vede James e comincia a magnificare tutte le sue virtù, prima tra tutte "è un bonazzo da paura". In effetti è un bel ragazzo, molto giovane (TROPPO), simpatico e disponibile, saliamo a bordo e... https://www.youtube.com/watch?v=VRJqNvNBXD4 La torre di controllo dell'aeroporto di Maun da l'autorizzazione al decollo e via, motore al massimo e dolcemente ci stacchiamo da terra, la paura di Barbara svanisce e diventa entusiasmo, in 5 minuti arriviamo sul delta e abbiamo una visuale davvero particolare della zona. Questo è un punto di vista davvero molto particolare, gli elefanti e gli ippopotami a mollo, i gruppi di giraffe quando ad un certo punto, James apre la comunicazione, ha avvistato uno degli animali più difficili da vedere, l'african wild dog, meglio conosciuto come licaone! Sono lontani e piccoli, si vedono appena e dall'elicottero è difficile ottenere dei buoni risultati, ma almeno si vedono. Sono rari, in via di estinzione, in quasi tutti i parchi c'è l'avviso di segnarsi il punto di avvistamento e comunicarlo ai ranger, anche il pilota è stupito, li ha visti pochissime volte. Naturalmente James avverte gli altri piloti e visto che mi sono dimenticato di fotografare il nostro velivolo, faccio la foto al gemello che ci si avvicina. Lo spettacolo dall'alto nella luce calda e liquida del tramonto è davvero una magia, Barbara alza il pollice e se la spassa, la sua paura è rimasta a terra, ora c'è solo gioia ed entusiasmo. Dopo i canonici 45 minuti atterriamo e Barbara fa: - Ne facciamo un altro? Spesa, benzina, visto che ci dovrà bastare per i prossimi 4 giorni e per finire la giornata, cena da Marc Eateries, dove mangiamo lo stufato di eland, il goulasch di facocero e una strepitosa zuppa di pomodori! Ah, c'è anche James, seduto con gli altri piloti proprio al tavolo dietro di noi... Troppo, troppo giovani... 😂😂😂😂9 punti
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11 agosto 2024 (Khama Rhino Sanctuary - Boteti River Camp) La sveglia suona alle cinque e un quarto, perché alle sei verrà a prenderci una guida del parco per il rhino tracking. Quando abbiamo prenotato abbiamo visto che oltre a essere richiesta una decorosa forma fisica c'è un'età minima, quindici anni, e una massima, sessanta ... questo avrebbe dovuto indurci a sospettare, ma siamo gnucchi e di conseguenza da gnucchi agiamo Fa un freddo caino, per fortuna abbiamo i piumini e i berretti di lana di Skye, sembriamo due Nonne Abelarde, soprattutto al confronto con i tre baldi trentenni franco belgi che andiamo a raccogliere al campeggio (ma loro hanno più freddo ). Giriamo per circa un'ora in jeep, le tracce non sono mai soddisfacenti per il nostro anfitrione, anche se ogni volta che scende e rovista mi aspetto di sentirlo strillare "CACCA FRESCA, CACCA BELLA!" ... finalmente verso le sette e mezza ci fermiamo, scendiamo dal gippone e ci inoltriamo nella boscaglia. Io lascio il piumino in auto, tanto lo so che mi scongelo in fretta e mi vien caldo, e poi è blu shocking, se ci hanno chiesto di vestirci color savana un motivo ci sarà, no? Paolo purtroppo decide di tenerlo, e ora non ha più un piumino Già, perché la boscaglia è aggressiva: blocca, tira, strappa capelli, taglia, graffia, ferisce ... soprattutto quando corri dietro a un ranger che non rispetta gli anziani! Soffriamo decisamente a lungo, quando avvistiamo finalmente il nostro rinocerontone bianco formato portaerei sono passate abbondantemente le otto, a fronte di una durata promessa di due ore (e chissà dove siamo, ho perso l'orientamento dopo trenta secondi di auto, figuriamoci dopo un'ora di giri sulle piste e quarantacinque minuti di corsa nella boscaglia, ci metteremo un anno a tornare ) Il ranger lo avvicina per primo lasciandoci per qualche minuto soli su un sentiero, noi cinque ne approfittiamo per farci reciprocamente immortalare nel compimento dell'impresa e per appurare che il giovane belga è più bravo a inseguire rinoceronti che a far foto, visto che con un cellulare dal grandangolo mostruoso riesce a tagliarmi i piedi. In compenso se la cava benissimo col cielo, dai Il ranger torna a recuperarci e ci fa cenno di tacere e avanzare quatti quatti. Arriviamo quattissimi, vediamo un movimento, eccolo, eccol ... nuuuu, è uno gnuuuu! Mentre iniziamo a farci domande sul titolo di studio della nostra guida, i cenni che invitano al silenzio si fanno più imperiosi e ... eccolo, stavolta è proprio lui. Si intravvede abbastanza bene, ma fotografarlo è dura, tra il fogliame e i rami secchi. Mamma mia, è enorme ... restiamo in contemplazione fino a quando ... GO!GO! GO! il ranger riesce a strillare sottovoce, non so come faccia ma so che persino io che son sorda afferro il concetto al volo: il nostro (poco) amico rinocerontone ci ha fiutati, e secondo lui spussiamo, perché ha lanciato uno sbuffo di avvertimento e dato inizio a una manovra di avvicinamento. Certo, è vegetariano e sicuramente buonissimo, ma le ali ai piedi ci spuntano lo stesso e in un amen siamo sul sentiero, mentre la dolce creatura, per fortuna più miope di me, ha perso il contatto visivo e anche l'interesse. Non contenti, ci sciroppiamo anche una buona mezz'ora di camminata nella sabbia alta per tornare alla macchina, che tornando alla base scopriremo essere parcheggiata letteralmente all'ingresso del parco Io sopravvivo recitandomi "chiappe di marmo, chiappe di marmo" e mollo soltanto a cento metri dalla macchina (ma non sapevo che fosse così vicina) perché ormai fa un caldo fotonico e se voglio arrivare viva allo chalet devo assolutamente spogliarmi, bere e tirare il fiato trenta secondi ... vabbè, gli altri ci aspettano per circa tre minuti e arriviamo anche noi, saliamo sul gippone con un sospiro soddisfatto e Paolo fa l'inventario dei danni: piume ovunque! per fortuna siamo pieni di pandadesivi che userà come pecette per portare il piumino a fine avventura La giornata è iniziata benissimo: abbiamo visto un'alba stupenda, abbiamo fatto abbondante attività fisica, conquistato sul campo tagli, lividi e abrasioni da fare invidia a un lottatore, abbiamo praticamente stretto amicizia con un rinocerontone e abbiamo imparato una cosa fondamentale: se dopo gorilla, chimpazee, rhino compare il fatidico "tracking" la parola d'ordine è una sola: FUGGITE, SCIOCCHI! Devastati nel fisico, ma fierissimi nell'animo, quando arriviamo in stanza sono quasi le nove e mezza e personalmente ho un leggero appetito, potrei accontentarmi del rinoceronte tutto intero, ma Paolo insiste per preparare il caffè, il latte e passarmi un incolpevole muffin che sarà azzannato con tanta, tanta brutalità. Cerchiamo di sistemare più in fretta possibile, ma convinti di rientrare per le otto non avevamo chiuso le valigie né reso presentabile la stanza, quindi riusciamo a partire solo verso le dieci. Ci aspettano - anzi, aspettano Paolo, mea culpa - circa quattrocento chilometri e quattro ore di guida su una strada tutta dritta e benissimo asfaltata, vivacizzata solo dalla scoperta che abbiamo perso le lenti da sole di Paolo, dall'acquisto del pranzo nel supermercato di un centro commerciale da far invidia ai nostri, da un facòcero (e lo scrivo anche con l'accento, doh!) e poco altro. Ci fermiamo per una breve sosta davanti a un gigantesco truck da miniera di cui abbiamo letto storia e caratteristiche strada facendo sulla fantastica Bibbia di Peo, fa veramente impressione. Una volta dismesso dopo una lunga vita nelle miniere di diamanti di Orapa è stato regalato alla municipalità di Mokoboxane, che ha pensato bene di sistemarlo a bordo strada facendone una sorta di monumento. Volendo è anche possibile arrampicarcisi, basta avere quel pizzico di agilità che a noi certamente non fa difetto, ma non volendo umiliare nessuno desistiamo Un po' in affanno arriviamo al Boteti River Camp, il nostro alloggio per stanotte, dove abbiamo un game drive prenotato per le 15. Abbiamo appena il tempo di mangiare al volo il pane con pomodori e formaggio comprato stamattina e di ammirare il nostro bagno, e si parte. Siamo soli con la guida, e ne siamo ben felici, sociopatia portami via. Jimmy è bravissimo, ci racconta un sacco di cose sul Makgadigadi Pan, che in lingua san significa DRY DRY. Visto che quello della foto con le zebre qui sotto è il letto del fiume Boteti, la zona più verde del Makgadigadi, penso che non abbiate bisogno di ulteriori spiegazioni [emoji4] In realtà c'è ben poco da sorridere, il letto del Boteti è asciutto da aprile 2022, ma tra un mesetto dovrebbe arrivare finalmente l'acqua, che è partita dall'Angola e incontreremo a Maun, più a nord, tra un paio di giorni, nel suo viaggio verso il pan. Siamo partiti con aspettative basse quanto il livello del fiume, e invece ... aquile, gufi, avvoltoi, zebre a mazzetti, giraffe, gnu, marabù, kudu, elefanti, ippopotami, qualche impala, e - tristemente - due carcasse di elefanti giovani, qui rispettivamente da quattro mesi e un anno. E' il cerchio della vita, ma a noi cresciuti con i cartoni Disney fa male lo stesso. Il colpo d'occhio sul fiume in secca dall'altura su cui ci troviamo è veramente straordinario. I locali pompano dalle profondità della terra la poca acqua che permette agli animali di sopravvivere da due anni abbondanti e qui si radunano a centinaia tutte le specie dei dintorni, uno spettacolo straordinario, una Valle dell'Eden molto dry e altrettanto commovente. Scendiamo anche nel letto del fiume con la jeep, in modo da avvicinarci il più possibile agli animali, e un paio di elefanti ci fanno letteralmente il pelo, ma con estrema noncuranza: mi sono sentita un soprammobile quasi peggio che alle feste dei miei quindici anni Savanna dry e chiacchiere al tramonto: Jimmy è anche molto simpatico, oltre che veramente bravo e appassionato, e ci racconta di avere many, many, many children. Impressionata dall'impeto di quel triplice many mi azzardo a chiedergli timidamente quanti siano, aspettandomi una squadra di calcio con le riserve. Beh, ne ha ben ... TRE . E ribadisce quanto siano many, tre figli. Non per la prima volta penso che questa sia una delle spiegazioni dell'evidente benessere di questo Paese: ci sono bambini in giro, sì, ma non a grappoli come spesso abbiamo visto in altre Afriche, e parlando con la gente anche nei giorni successivi ci renderemo conto che l'età media del matrimonio e del primo figlio sfiora i trenta, e che due vengono considerati molto più che sufficienti. O forse è il benessere che diminuisce il numero di figli, non ho le idee chiare. Ad ogni modo il nostro amico ci rassicura, la fabbrica è definitivamente chiusa e sono a posto così. Ci racconta anche che lavora due mesi e poi ne ha uno libero, come già ci dicevano in Namibia, che gira un po' in tutto il Paese nei Camp della stessa catena, e ci dà qualche consiglio per le zanzare e le cose da fare a Maun. Quando Paolo gli racconta delle sue imprese namibiane con la cacca di elefante, spiegandogli che da noi pestare profumate deiezioni porta fortuna o soldi, e che dopo innumeri passaggi delle ruote su cotanta delizia all'Etosha abbiamo visto un leopardo, decide seduta stante che provare male non fa e va a pestare un bel caccone secco secco. Ce ne torniamo al lodge tra le risate, non prima di aver avvistato un gufo e di aver studiato il bignami ornitologico di Jimmy (bignami si fa per dire, saranno tre chili di tomo) per individuare quello che gli somiglia di più. Ci accorgiamo che è l'ora di chiusura dei cancelli e allora via, velocità smodata per uscire in tempo, raggiungiamo il lodge (che figura, ci hanno preparato la camera per la notte e sistemato le zanzariere e noi oggi siamo usciti di corsa lasciandoci dietro una bomba esplosa male!), doccia al volo, arrivo a cena con dieci minuti di ritardo (arichefigura), spazzolamento di gusto di: minestra di pomodoro, stufato di manzo e funghi, zucca, insalata, dolcetto. Finalmente possiamo smettere di inseguire il prossimo impegno, e ce ne torniamo nella nostra casetta fornita di tutto, compresi repellente, insetticida e una trombetta da suonare in caso di allarme. Il massimo però è il bagno en plein air, è bellissimo fare la doccia sotto le stelle (grazie Paolo, che mi hai mostrato la Croce del Sud e Alpha e Beta Centauri con l'emozione nella voce )9 punti
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Prima di cominciare la cronaca vera e propria aggiungo che: é una clamorosa bugia, non accadrà prima di dicembre e per il momento sono quindi ancora pienamente adolescente E che è invece assolutamente vero, ma va detto anche che il Botswana abita i miei sogni da almeno quindici anni, era l'unico tra i più belli non ancora realizzato, e lo abbiamo puntato prima di tutto per questo. Ci sarebbe stato il Sudafrica, sicuramente più facile ed economico, e il Botswana non avremmo probabilmente mai potuto/voluto permettercelo se non ce lo avesse in parte regalato la mia famiglia ... purtroppo nessuno di loro a parte la mia sorellina minore sarà qui con me a festeggiare i cinquanta ed è un pensiero che mi spezza il cuore, ma in corso di viaggio li ho ringraziati mille e mille volte con gli occhi lucidi per averci permesso di affrontare questa spesa con serenità Detto questo, oggi son tornata al lavoro felice come Heidi a Francoforte, ma i ricordi che mi porto dentro mi culleranno a lungo, è stato IL viaggio, se la batte con la luna di miele in Namibia e per alcuni aspetti la supera pure, come supera di gran lunga qualunque altro giro abbiamo fatto insieme (e sono tutti, nessuno escluso, i più belli della vita). Africa, mi manchi già ❤️9 punti
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23 agosto 2024 (Senyati Safari Camp & Chobe NP) Anniversario numero dieci degnamente festeggiato! finalmente una giornata senza levatacce (no, non è vero ... in viaggio non sono levatacce, non ci pesano per niente), colazione self con gli acquisti di ieri sulla verandina vista pozza, poi si va in cerca del promesso "best coffee outside Italy", non prima di esserci chiusi fuori dallo chalet QUALCUNO, non vi dirò chi ma non è Paolo, si è dimenticato la levetta abbassata e ... clonk QUALCHEDUE, colpevoli e innocenti, ciabatteranno nella sabbia alta fino alla reception per farsi dare la chiave di scorta, con il capo cosparso di cenere. Bisognerà pur trovare dei volontari che facciano sghignazzare le signorine alla reception, no? Per il momento niente coffee, tutto il complesso è senza corrente, che tornerà con calmissima. Passiamo una mattinata molto rilassante sulla terrazza al primo piano del bar davanti alla pozza, senza grandi avvistamenti perché c'è un vento terribile che alza tonnellate di sabbia e non si presenta nessuno. Ci divertiamo lo stesso, facciamo amicizia con la mangustina domestica del complesso, beviamo finalmente l'agognato espresso, pranziamo dividendoci una margherita assolutamente decorosa. Mai farsi mancare un cat in Africa, big o small che sia! Scendiamo anche nel bunker con vista diretta a livello della pozza, sperando in un elefante assetato o almeno in una giraffa solitaria, ma restiamo delusi. Vabbè, ci riproveremo stasera ... questo bigolotto sotterraneo è il vero plus del Senyati, ed è il motivo per cui abbiamo due pernottamenti qui, a soli venti minuti da Kasane, dal Chobe e dal nostro alloggio precedente. Con o senza macchina fotografica, la vista da qui è impressionante, e l'unico rimpianto della vacanza resterà il non aver sfruttato di più questa possibilità. Abbiamo prenotato un game drive al Chobe per le 14, si entra dal Sedudu Gate, che raggiungiamo in un quarto d'ora tagliando per un sabbione terrificante: abbiamo già più o meno fatto questo giro, ma ripetiamo di buon grado, è affascinante tornare sui passi già dati, ne vale sempre la pena. Ripassiamo vicino all'ippopotamo morto dell'altro giorno, ora circondato da avvoltoi e coccodrilli: i leoni ci hanno rinunciato perché ormai è troppo frollato ed è buono soltanto per i mangiatori di carogne. In compenso, la scena è da documentario della BBC e restiamo a guardarla per un po', mezzo inorriditi e mezzo affascinati. Gironzoliamo ancora per un po' collezionando i soliti elefanti, ippopotami, giraffe, impala, finché ... la guida ci dice che è stato avvistato un leopardo a mezz'ora di strada, ci interessa? Vedi un po'!!!! Sappiamo che non è detto che arriveremo in tempo per trovarlo ancora là, ma provarci è imperativo. E così, dopo un altro giro di sterrate, sabbioni e velocità smodata ... eccolo! anzi, eccola, è una Signora Leoparda: il nostro fantastico regalo di anniversario. E siccome è un regalo, si lascia ammirare per una buona mezz'ora, in beata solitudine, passandoci anche sotto la macchina con un disinteresse quasi offensivo. Non dico che avrei voluto essere assaggiata, ma insomma, almeno un salutino! Ce ne torniamo al lodge con la faccia più ebete di tutto il viaggio, incrociando torme di jeep cariche di turisti che hanno ricevuto in ritardo la notizia dell'avvistamento, felici come non mai mentre gli elefanti ci attraversano la strada con lo stesso interesse della leopardessa. Abbiamo i Big Five, tutti insieme in un viaggio solo per la prima volta! 😍 Chobe Elephants Celebrato l'avvenimento con una specie di Aperol Spritz notevolmente più buono di quello che NON sanno fare a Roma (mi son veneta, ciò ) scendiamo nel bunker per fotografare gli elefanti giunti nel frattempo alla pozza, ma si fa buio velocemente e dopo poco desistiamo, cercheremo di salvare il salvabile con San Photosciop ma non è venuto un granché ... resta l'emozione intatta di un punto di vista pazzesco. Si è fatta l'ora di preparare il falò per arrostire la cena. Breve lite con la legna, un paio di allarmi elefante (caxxocaxxocaxxoviaviavia!!! ) che ci fanno tornare precipitosamente dietro il muretto del patio, sciacalli in lontananza - e qui la scena bellissima degli elefanti adulti che fanno cerchio intorno ai cuccioli per proteggerli, mi si è sciolto il cuore - i rumori di chi viene a bere alla pozza nel buio, un mare di stelle ... difficilmente una prossima cena di anniversario potrà superare questa meravigliosa serata. Senyati Safari Camp8 punti
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20/08/2024 Chobe waterfront Cominciamo presto stamattina, tanto per cambiare! Alle 5:30 arriva il nostro driver, Elmos, noi abbiamo già fatto una specie di colazione appena alzati per evitare che ci venga famissima mentre giriamo nel parco. Elmo ci fornisce un paio di coperte, raccattiamo altri 5 disperati in giro tra Kasane e Kazungula e via, verso il Chobe! Gli autisti si registrano all'ingresso e noi abbiamo il tempo per un paio di selfies (e per una sigaretta...), entriamo nel parco e lo spettacolo del sole che sorge sul waterfront è qualcosa di spettacolare. Iniziamo col vedere i soliti erbivori, tantissimi uccelli sulla riva del fiume, i babbuini che si risvegliano col sole, fino a che non incontriamo un altro autista che confabula con Elmos, che ad un certo punto si gira e ci fa: "Andiamo a vedere i leoni!" Sì, c'è un'intera famiglia di leoni, un maschio adulto, alcune femmine, un po' di giovani e qualche cucciolo, tutt'intorno ad un ippopotamo morto di cause naturali (si vede che era giunta la sua ora!). I leoni non hanno ancora iniziato a sgranocchiare la preda, perché non sono in grado di incidere la pelle dell'ippopotamo, visto che è dura e spessa, devono aspettare che qualcuno lo faccia per loro o che, visto il progredire della putrefazione, il corpo del povero Pippo si apra a causa dei gas. È un spettacolo, vicino a loro c'è un veicolo che sta girando per un documentario, il leone arriva spavaldo, i piccoli giocano e si rincorrono, sembra di vedere i nostri gatti a casa, hanno le stesse movenze! Ci fermiamo per un po', risalendo lo spaventoso ingorgo che si è formato, tutte le macchine del Chobe sono qui, ci riusciamo a mettere in una posizione più favorevole. Ad un certo punto, una leonessa punta qualcosa alle nostre spalle, parte all'inseguimento passando tra le macchine (non senza qualche strillo di paura da parte degli occupanti) e si ferma sul lato opposto della strada, a pochi passi da noi. Salutiamo i gattoni, anche per fare spazio alle altre auto, c'è spazio ancora per qualche avvistamento, ancora uccelli, un gruppo di babbuini assai rumoroso, giraffe, elefanti e antilopi, ma dopo questa famiglia di leoni, non ce n'è per nessuno! Pausa caffè, quattro chiacchiere con Elmos e ci rimettiamo in strada verso l'hotel. Qui ci aspetta la nostra colazione dei campioni, che ci fa capire una volta di più che siamo diventati dei veri vecchi di merda... 2 uova che ci rimangono sullo stomaco per l'intera giornata, tanto che salteremo il pranzo e faremo una cena molto leggera al buffet del nostro hotel! Annebbiati dalla colazione e bloccati dalla mancanza dell'auto, decidiamo di fare un pomeriggio relax nel giardino sul sul Chobe, ma senza avvicinarci alle sponde, visto i cartelli un po' inquietanti... Alle 3 aspettiamo il pickup per la crociera, ma quando vediamo che alle 3:15 non si presenta nessuno, chiamiamo la compagnia e scopriamo che... ci aspettano lì! Eh no cari... abbiamo il pickup in hotel! Nessun problema! Parte Mondo, che sarà il nostro capitano per oggi, ci viene a prendere direttamente in hotel, check in e via, si naviga sul Chobe River! La navigazione è davvero una bella esperienza, coccodrilli, ippopotami, un'iguana, tanti uccelli tra ibis e cicogne e il povero marabù, che ha la particolarità di avere uno scroto sotto al becco che gli serve per raffreddarsi (un metodo meno brutto no?), e ancora elefanti e bufali d'acqua, leggermente diversi dai loro cugini della savana per la forma delle corna e delle zampe. Quando arriva l'ora di rientrare, Mondo corre a tutta velocità sul fiume per farci arrivare nel posto perfetto per il tramonto... Torniamo in hotel che è già buio e quasi ora di cena, che visto che abbiamo ancora la colazione in giro è frugale, prepariamo i bagagli per domani, visto che ci aspetta il trasferimento a Victoria Falls e buonanotte! Ah, la proprietaria del Toro Big5 Lodge è una cinese che si è trasferita qui 5 anni fa, quando ha saputo che abbiamo l'auto e non sappiamo dove lasciare i bagagli si è offerta di tenerceli lei fino al nostro ritorno da Victoria Falls!8 punti
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10 agosto 2024, Mokopane - Palapye - Khama Rhino Sanctuary La sveglia suona prestissimo, 5:30 pronti a saltare giù dal letto, ore 6:00 ritiriamo il pacchetto colazione che ci hanno preparato, nel frattempo abbiamo caffè, latte e biscotti per uno spuntino, decidiamo di lasciare i 2 roll della breakfast box per il pranzo, insieme a un paio di succhi di frutta, carichiamo i bagagli sulla Ranger, 6:45, si parte, direzione Botswana! Ci vogliono circa 2 ore di viaggio per arrivare al punto di confine di Martin's Drift e lungo la strada vediamo la prima wildlife del viaggio... alcune antilopi, un gruppo di babbuini, qualche facocero (non mi rassegnerò mai al fatto che si pronunci facocéro e non fàcocero), delle piccole scimmie con la coda lunga e parecchi Banana Bill, uno dei quali tenta di suicidarsi su quella specie di muretto che è il frontale di Night Owl, il nome ufficiale del nostro mezzo, che ancora non si è trasformato in Miss Sphiggy! Oggi ci attende il passaggio della frontiera, non sappiamo cosa aspettarci e quando prima di arrivare al confine vedo una coda di 2 km di camion, comincio a sudare freddo. Per fortuna, i camion fanno la coda, gli automobilisti possono proseguire e quando arriviamo ci sono solo 2 auto davanti a noi e in pochissimi minuti passiamo il confine sudafricano. Al border post botswano arriviamo per primi e ci fiondiamo agli sportelli... e qui, 2 cattivissime guardie di frontiera ci fanno il terzo grado, vogliono sapere tutti i posti dove dormiremo! Adesso potrei recitarli a memoria, ma sul momento... PANICO! Non ce ne viene in mente nemmeno uno, non ci ricordavamo la sequenza delle destinazioni e il travelbook è, naturalmente, in auto! Dopo aver sudato come Billy Hayes a Istanbul, CLACLACK! arriva il sospirato timbro sul passaporto e via, siamo in Botswana. Ma prima di entrare, c'è il controllo sanitario e la disinfezione delle ruote. La macchina deve passare in una vasca contenente del disinfettante e noi su un tappetino inzuppato del suddetto disinfettante. Qui hanno un grosso problema con l'afta epizootica e di posti di controllo e disinfezione come questo ne troveremo altri lungo la strada. Prima tappa Palapye, dove ci aspetta Peo per consegnarci il pacchetto viaggio... se prima pensavo che noi fossimo organizzati bene, il pacchetto viaggio della Self Drive Tour Botswana contiene perfino le copie dei bonifici effettuati per il pagamento di attività e sistemazioni, più una serie di libretti per i parchi, una mappa del Botswana e un travelbook da fare invidia, con tutte le informazioni su quello che potremo vedere lungo il viaggio, la storia dei posti, aneddoti e suggerimenti. Peo ci accompagna al negozio di telefonia per acquistare la nostra scheda sim, ma visto che c'è coda, le diciamo di andare e ce la caviamo da soli. Come insegnare ai bambini a fare la pupù nel water? Ma certo, con un WC in miniatura!!! Siamo gli unici bianchi del centro commerciale ma il posto è tranquillo, così come gli impiegati della BTC, ma siamo in Africa, è tutto pole pole, piano piano, anche se è swahili e non setswana! Ne approfittiamo per fare una piccola spesa per la colazione e per rimpinguare le scorte di acqua e via, verso Serowe, dove c'è la tomba di Seretse Khama, il padre di questo Botswana, la cui vita è raccontata nel film e ancora meglio nel libro "A United Kingdom". Seretse Khama si sposò con Ruth Williams, un'inglese conosciuta durante gli studi nel Regno unito e, nonostante l'opposizione di Sudafrica e Rhodesia e dopo anni di esilio, divenne il primo presidente del Botswana indipendente. Purtroppo l'accesso al sito è bloccato, scopriremo solo al ritorno che l'accesso è attraverso il museo e ci accontentiamo di salutarlo dal basso Sotto l'ombra di un'acacia ci mangiamo il nostro breakfast sandwich... 2 uova, prosciutto, insalata, formaggio, maionese! Ottimo come pranzo, se l'avessimo mangiata a colazione ci saremmo addormentati direttamente al border post! In mezz'ora siamo al Khama Rhino Sanctuary, prendiamo possesso della nostra capanna e prima delle 3 partiamo per il nostro tour in solitaria per le strade del parco, un vero e proprio battesimo della sabbia per me e per la macchina! Avevamo delle aspettative abbastanza basse, ma ci siamo ricreduti. Oltre agli immancabili impala e kudu, vediamo 5 rinoceronti tra cui un cucciolo, una piccola mangusta e a pochissimi metri da noi... una giraffa, anzi, un GIRAFFO! Come si riconosce un giraffo da una giraffa? Lasciando perdere il motivo più ovvio, che spesso è ben nascosto, basta guardare le corna... no, avete capito male, la giraffa non è una bestia di facili costumi, ma le femmine hanno le corna pelose, mentre i maschi ce le hanno senza peli! E poi, ancora tantissimi uccelli, dagli hornbill agli uccelli tessitori, alcuni avvoltoi in lontananza, struzzi, guardiabuoi e tanti altri, dai colori spettacolari. Finiamo il nostro giro nel primo viewpoint, non me la sento di girare al buio su queste strade e ci gustiamo il primo tramonto di questo viaggio... Oddio, gustiamo... a rovinare l'atmosfera, un gruppo di italiani che non riesce a tenere la bocca chiusa e deve per forza fare casino! Non è il sensore sporco... sono proprio le macchie solari che si vedono!!! Il giro è davvero bello, le strade sono molto sabbiose e ci vuole un pizzico di pratica e di abilità per evitare di affondare nei punti dove la sabbia è molto profonda. Qualche minuto di relax sulle sedie della nostra capanna prima di andare a cena nel piccolo ristorante del resort, un hamburger con il petto di pollo, delle cotolette, tutto davvero buono e accompagnato dal Savannah Dry!8 punti
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13 agosto 2024 (Ntwentwe Pan - Maun) Alle 3 Paolo si sveglia perché gli scappa la pipì. Ovviamente scappa anche a me, ma non sono capace di far la firma con la proboscide, io [emoji3166] Ma come, non avevate il bagno? certo che ce l'avevamo ... peccato fosse a mille miglia dalla nostra camera, indicato solo da due fiochissimi lumi di candela, come quelli che fanno da porta alla nostra stanza del resto, dentro due sacchettini di carta a proteggerli dal vento. Dopo un rapido conciliabolo ci troviamo d'accordo che fa troppo freddo per andarsene a zonzo, e che i nostri gatti definirebbero il pan intero né più né meno che un'immensa lettiera, e si sa che i gatti hanno sempre ragione: lasciamo una torcetta accesa sul letto per non perderci nel nulla, ci allontaniamo di qualche decina di metri e ... fatto il misfatto! Alle 4.40 Paolo si sveglia di nuovo - non che si dorma poi così saporitamente, qua al Polo Nord, eh - e va a fare un book fotografico ad Orione a testa in giù. Orione, non Paolo, nell'emisfero australe naturalmente funziona tutto al contrario Chi mai sarebbe così scema da seguirlo al freddo e nel buio pesto per fare due foto? Ecco, appunto Non siamo molto soddisfatti, del resto le foto in notturna per me sono le meno facili, e senza nessun riferimento a fare da punto focale, l'insieme perde molto. Di questa, che ho scattato nel 2018 in Namibia, sono per esempio decisamente più contenta: Vabbé, non si può avere sempre l'albero scenografico a disposizione, ci accontentiamo di avere questo cielo di velluto trapunto di diamanti a nostra intera disposizione e dopo aver riposto i cavalletti nella jeep, ci accorgiamo che raggiungerla è stato decisamente più facile che ritrovare i nostri lettini, visto che le candele si sono ormai del tutto consumate e che nel nero totale in cui siamo avvolti non è facile tenere una direzione ... ... in qualche modo ce la facciamo e torniamo sotto i piumini finché inizia ad albeggiare, e lì ci rendiamo conto che il non aver chiuso bene i sacchi a pelo come hanno fatto gli altri per tenerci poeticamente la manina non è essere romantici, è solo onesta e sanissima gnuccaggine Non la ricorderemo come la notte più calda del nostro matrimonio, ma è stata bellissima, e abbiamo gli occhi ancora pieni di tutte le stelle del firmamento. E di sabbia, sì Non per l'ultima volta mi ritrovo a provare un enorme senso di gratitudine per questo viaggio, che ci sta regalando così tanto. Mentre facciamo colazione, più o meno alle sei, il nostro autista e l'altro ragazzo addetto alla logistica vanno all'insediamento più vicino con la jeep (e le nostre macchine fotografiche e i nostri cavalletti, argh) perché la vetustissima macchina che porta i rifornimenti ha una gomma a terra e ci serve una pompa. Non contenta, una volta rigonfiata si rifiuta di partire e ai ragazzi tocca armeggiare un po' per convincerla ... noi ci ridiamo su, tapini inconsapevoli di cosa abbia in serbo per noi la Sphiggy per il prossimo futuro, finiamo con calma la colazione e finalmente ripartiamo per il Gweta Lodge, dove arriviamo verso le dieci, dopo aver rischiato una nuova perdita oltre alle lenti da sole: stavolta è l'accendino di Paolo che cerca di suicidarsi sepolto nella sabbia. Caffè al lodge, che quando tentiamo di pagare ci viene gentilmente offerto, constatazione che un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno eccetera quindi possiamo rinunciare alla doccia, per il momento, e partenza per Maun, il cuore del Delta. Ma prima, anche se ci porta fuori strada di qualche chilometro, andiamo a rendere omaggio all'attrazione locale: la pittoresca buffissima statuona all'hardvak, che presento resterà l'unico del viaggio. Ebbene sì, spoiler, l'oritteropo tanto sognato da Paolo in ciccia e pelo non lo vedremo neanche stavolta: tocca tornare in Africa! Ma almeno un selfie con lui ce l'abbiamo, doh! Lungo la strada incontriamo una quantità offensiva di elefanti, sento che a breve - come già a suo tempo in Namibia per le zebre - passeremo da "ooooohhh, un elefaaaaanteeeee" a "balla il tiptap? no? allora fa niente, procediamo" ... del resto il Botswana è il Paese dove vive il maggior numero di pachidermi in assoluto, e si dà da fare per non lasciarci dubbi in proposito. Uno struzzo che ci attraversa la strada! Una delle ricchezze del Botswana, oltre i diamanti, è senz'altro il bestiame. Abbiamo incontrato un'infinità di mandrie, tutte tenute benissimo, dall'aria sana e florida nonostante la siccità che imperversa ... purtroppo ogni tanto qualche capo entra a far parte del cerchio della vita prima del tempo, come questo vitellino che ora si dedica a sfamare un gruppo di avvoltoi litigiosi come non mi sarei mai aspettata. E' uno spettacolo raccapricciante, ma non nego che ha un certo fascino macabro. Maun non è come ce la aspettavamo dopo essere stati a Palapye, altra cittadina di discrete dimensioni: c'è un sacco di traffico, e pur essendo molto moderna è decisamente più Africa, sgarrupata e caotica. Siamo nel cuore del Delta, ora si comincia a fare sul serio, molto sul serio, e mentre io cerco di non pensare all'elicottero che ci aspetta domani ci fermiamo a mangiare (benissimo) al Dusty Donkey, in allegra e copiosa compagnia. Paolo si trova finalmente l'agognato kudu nel piatto, sotto forma di hamburger, io che temo - sbagliando - penuria di verdura nei prossimi giorni prendo un delizioso piattone vegetariano che fatico a finire. Passiamo la prima parte del pomeriggio dedicandoci a un paio di tappe infruttuose alla ricerca di copriocchialidasole per Paolo e del pass per i parchi che visiteremo nei prossimi giorni, ci avevano detto che a Maun è possibile acquistarlo pagando con carta di credito (non abbiamo ancora capito, anche se siamo qui da tre giorni, che con la carta di credito ci puoi pagare davvero tutto dappertutto, anche gli ingressi ai parchi che le guide proclamano solo in contanti) ma veniamo rimbalzati fino a scoprire che oggi è giorno semifestivo e nel pomeriggio lo sportello che ci serve è chiuso. Per finire ci dedichiamo al supermercato dove compriamo ogni genere di porcherie inutili e ci dimentichiamo clamorosamente dell'acqua ... una cosa ce dovevamo ricordà, una! Finalmente andiamo al B&B, che è una favola, immerso nel giardino creato dalla nonna di Sarah, la proprietaria, 55 anni fa. Abbiamo prenotato, come ultima disponibilità, la tenda lusso a bordo fiume, Sarah ci propone senza sovrapprezzo uno dei due bungalow in muratura per cui ha avuto una disdetta ma dopo aver visto la tenda ce ne siamo innamorati e decliniamo, preferendo tenerci la vista stupenda e lo charme di questa sistemazione. La mamma di Sarah, una signora bellissima dall'eleganza innata che ha voglia di chiacchierare (e con l'occasione, di parlar male dei francesi ), ci porta il sacchetto con la colazione perché domattina usciremo alle sei, in frigo abbiamo trovato latte e succhi di frutta, c'è il bollitore con the, caffè e tisane in abbondanza e ce la caveremo egregiamente. Usciamo dal retro del giardino, che dà proprio sul fiume - finalmente sta arrivando l'acqua dall'Angola, domani sera ci renderemo conto che il livello si sta già alzando - per fare qualche foto, ma tra moscerini e allarme coccodrilli decidiamo che è più saggio rientrare velocemente. A un'ora da ospizio, certamente non adatta a noi quando siamo a Roma, andiamo a cena alla Okavango Craft Brewery, e per for onore al nome ci prendiamo un flyer di ottime birre locali, oltre al pollo (fritto) all'halloumi (fritto) e all'insalata (fritt ... ah, no). Pur se friggono con un po' troppo entusiasmo per i miei gusti anche qui, si mangia decisamente meglio che in USA, si spende un quinto e ci sono anche gli elefanti: io di dubbi su dove trasferirmi proprio non ne ho, sono anche sorda e l'inferno di concerto che tengono proprio sotto la nostra tenda tutti i rospi del Botswana non mi tange neanche un po'7 punti
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25 agosto 2024 (Elephant Sands - Palapye) Siamo alle battute finali, morale ed entusiasmo fanno quello che possono, ma la sottile malinconia di fine viaggio la conosciamo tutti, no? e quando le ultime ore in un Paese che ti ha rapito il cuore sono dense e ciciottose come tutti i giorni che le hanno precedute, magari la malinconia la dimentichi un po' ... se invece sono giorni di trasferimento e poco più, i pensieri vagano mentre cerchi di capire come ci sei arrivato fino a qui, se non più di un quarto d'ora fa sei atterrato, e hai preso la macchina da cinque minuti. Questo Paese ci ha conquistati, ed ora che la fine del viaggio è sempre più inesorabilmente vicina ci manca già. Effetto Africa ... con noi non fallisce mai, non c'è posto al mondo che mi tenga avvinta in questo modo, quanto a Paolo non lo vedo messo tanto meglio Colazione abbastanza frugale ma in buona compagnia Il Botswana, uno dei Paesi più sicuri al mondo, ti può regalare qualche brivido, se ci tieni Questo cucciolo è passato sotto il nostro chalet stanotte, le tracce di pneumatici sono nostre, di quando abbiamo parcheggiato ieri sera ... più in là ci sono anche quelle della mamma, per fortuna non abbiamo sentito nulla e i nostri sonni sono stati tranquillissimi, ci siamo resi conto di aver avuto compagnia solo al mattino, tra impronte e caccone, che decidiamo di prendere come attestato di stima e augurio di buona fortuna Partiamo da Elephant Sands con me stessa medesima alla guida da subito dopo lo sterrato, le cose vanno benino fino a Nata ma da lì in poi ... tragedia: strada stretta, senza banchine laterali, tenuta piuttosto male (l'unica di tutto il viaggio), con un sacco di traffico pesante, autista imbranata. Stringo i denti più che posso, ma dopo un centinaio di chilometri Paolo impietosito prende il volante e io ricomincio a respirare e perdo la bellissima sfumatura blu che mi aveva donato la concentrazione alla guida Cartelli in dialetto veneto, mi sento a casa Cartelli "Se vi fate male caxxi vostri", mi sento rilassata Per merenda, biscotti e succo - questa marca è una droga, non riusciamo a resistere - in un punto ristoro in mezzo al nulla, dove i locali prendono piattoni improponibili e il fatto che l'acqua del lavandino in cortile non sia potabile è un fatto talmente inconsueto in questo Paese da meritare con cartello pieno di punti esclamativi. Per pranzo, patatine e succo di frutta a una stazione di servizio poco fuori Francistown, oggi è la Giornata del Mangiare Sano, e finalmente verso le 15.30 arriviamo alla Segaigai Farm, dove ci accoglie Gillian, la titolare della Self Drive Tours Botswana. Inizialmente avevamo fissato la tappa di stasera a Francistown, due ore abbondanti di strada in meno, con l'idea di andare il giorno dopo verso il confine direttamente da lì, ma poi abbiamo scoperto che a un'ora e mezza da Palapye in direzione sud c'è il monumento al Tropico del Capricorno e anche se ci allunga la strada non amiamo resistere alle tentazioni ... abbiamo chiesto a Peo di trovarci un alloggio a Palapye cancellando il pernottamento a Francistown e lei ci ha proposto tra le altre soluzioni anche il pernottamento con grigliata da Gillian e Graeme, i titolari neozelandesi della Self Drive Tours che nella loro proprietà hanno costruito la Porcupine Cabin, un vero e proprio appartamentino - grande come casa nostra a Roma - con tutti i comfort. Non potevamo faci sfuggire l'occasione di conoscere tutti di persona e ringraziarli per come ci hanno aiutato ad organizzare quello che per me probabilmente resterà il viaggio della vita insieme alla luna di miele in Namibia (che invece è al primo posto per Paolo) e quindi ... eccoci qua! Ci sistemiamo e poco dopo viene a prelevarci Graeme, inizialmente un po' sulle sue e poi sempre più sciolto e chiacchierone, ci accompagna in giro per la proprietà, raccontandoci un sacco di cose sulle piante, gli animali, la vita locale, il loro trasferimento dalla Nuova Zelanda pochi anni dopo il colpo di fulmine alla prima visita da turisti. Mentre Peo griglia e Gillian sistema il tavolo e i contorni, iniziamo una degustazione di bevande locali, prodotte artigianalmente in zona con sapienza secolare ... immagino che tutte le norme igieniche italiane siano state scrupolosamente disattese, ma io sono la nipotina del nonno, e QUEL CHE NO STRANGOLA INGRASSA, CIO', con grande soddisfazione di Graeme secondo cui siamo tra i pochi temerari che assaggiano tutto senza fare storie. Iniziamo con birra di zenzero, birra di miglio con banana e senza banana (quelle prodotte da un tedesco per i minatori locali e chiamate "chibuku", e quelle prodotte dalla mamma di Peo con la ricetta VERA - qui ogni famiglia ha la ricetta VERA, e ovviamente sono tutte diverse), poi passiamo al vino di cocomero per finire con il colpo di grazia doppio, gin dell'Okavango e gin con i semi di mopane. Siccome non siamo abbastanza ciucchi, con la cena ci offrono anche del vino rosso sudafricano dai nomi bellissimi Pollo, salsicce, manzo, rape rosse, patate, coleslaw, ZUCCA (per la gioia di Paolo, unico essere umano al mondo allergico alla mia cucurbitacea preferita, sigh), dolce ... non ci mandano a letto affamati, decisamente! Durante la cena, tante risate e una piacevole chiacchierata sui fatti loro, su Gillian e Graeme che vivono qui dal 2016, su Peo che ha un bimbo di tre anni e non ha in programma di moltiplicarsi ulteriormente ... gli spieghiamo anche come si fanno gli spaghetti VERI, visto che li abbiamo omaggiati di qualche pacco di ottimi Rummo, ben diversi dalla pasta che si vende copiosamente qui, come ci confermerà Gillian giorni dopo. Peo a fine serata ci chiede di dedicarle dieci minuti per darle un feedback di prima mano e faccia a faccia sul viaggio, e ne resta molto soddisfatta, almeno quanto siamo soddisfatti noi di scoprire che averli subissati di domande per mesi ci ha fatto finire dritti nella categoria degli "ottimi viaggiatori, consapevoli e davvero interessati" invece che in quella dei "rompiballe ipergalattici" Per chiudere in bellezza, Graeme ci porta dagli istricioni: sono sei, mamma papà e piccoli (ehm) e vivono al sicuro in un enorme recinto creato per salvarli dalle ire del vicino contadino, che non ha alcuna simpatia per loro. Inspiegabile, visto che poverini gli facevano il controllo qualità con incredibile abnegazione, assaggiando frutto per frutto e pianta per pianta, naturalmente lasciando lì tutto bello sbocconcellato a metà come prova dell'avvenuta ispezione Sono bellissimi, molto carini e molto educati, uno di loro mi ha persino preso la meletta dalla mano con grande cortesia mentre altri tre mi grufolavano intorno Vedendo le foto su facebook un amico americano mi ha scritto "OMG, Barbara aren't you afraid of anything" e ne vado fiera come di una medaglia, ma va detto che questi cosi dagli aculei minacciosi in realtà a me sono sembrati dei veri paciocconi E adesso nanna ... pronti per l'ultima notte in Botswana 🥲6 punti
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18 Agosto 2024 - Khwai - Mwandi View Notte riposante al Khwai, questo posto avrebbe meritato un'altra giornata! Colazione alle 7, oggi ci aspetta la tappa più impegnativa del viaggio, lunga, quasi tutta su sterrato, per la maggior parte sulla sabbia. Prima tappa, il Mabebe Gate, da dove si entra nella sezione sud del Chobe National Park, dove arriviamo dopo aver incontrato tante giraffe, ma soprattutto, tanti elefanti... Ci fermiamo per fotografare un gruppo sulla sinistra, mi giro per prendere la macchina fotografica, guardo a destra e vedo un cucciolo vicinissimo alla nostra auto e subito dietro la madre, per niente felice di vederci! Abbassa la testa, scuote le orecchie, accenna la carica e via, parto a tutto gas, senza scattare nemmeno una foto! 😬 Al Mabebe Gate registriamo l'ingresso, pagheremo più avanti, ci informiamo sulla strada migliore da fare e ci consigliano quella che passa sul bordo della Savuti Marsh, perché le altre che ci siamo segnati in questa stagione sono troppo sabbiose, mentre questa passa sul bordo del lago effimero e il fondo è più solido. Pausa pipì, lasciamo il nostro adesivo sul cartello, saliamo in macchina e... clic... clic vrrrrrrrr La macchina non parte... Comincio ad evocare alcune divinità assortite, spero che sia la batteria scarica, per fortuna ci sono alcuni ragazzi del parco a cui chiedere se possiamo provare con i cavi, attacchiamo e riprovo... clic... clic vrrrrrrrr Si affollano le divinità nel cielo del Mabebe Gate, ma niente da fare, Miss Sphiggy non parte! Come sempre da queste parti (e non solo), quando si vede un'automobile col cofano aperto si raccoglie il capannello di locali, tutti a cercare di capire cosa succede a questi poveri bianchi sprovveduti, uno degli autisti mi dice di riprovare e sentenzia... É il motorino di avviamento... Le divinità assortite ormai sono scese tutte, uno dei ragazzi a cui avevamo chiesto aiuto si butta sotto la macchina, lo individua e il motorino è praticamente staccato dal motore, uno dei bulloni è spezzato a metà, l'altro è quasi completamente svitato... In questo momento scendono i pantheon completi di tutte le religioni, per paura di sbagliare non ne ho saltata nessuna, anche perché l'autista mi dice che l'unico modo è tornare a Maun per cercare di risolvere il problema... Maun è dall'altra parte, a un giorno di viaggio e ci toccherebbe rivoluzionare tutto il giro e perderemmo alcune delle attività già prenotate e pagate. Per di più, non posso nemmeno partire a spinta, l'auto è automatica e non c'è modo di togliere la marcia. Però il ragazzo sotto la macchina si intigna, forse è un po' infastidito dagli angeli e i santi che svolazzano intorno, ma secondo lui c'è una soluzione, prende le chiavi e serra al massimo l'unico bullone rimasto e mi dice di riprovare... clic... vroooooom! Miss Sphiggy riparte, spengo e riparte ancora, la toppa sembra funzionare e, dopo aver lasciato una lauta mancia al ragazzo (anche lui non la voleva), ripartiamo dal Mababe Gate col terrore di spegnere l'auto. Barbara, detta anche miss Ansia, non si vorrebbe fermare nemmeno per scattare queste foto, ma il percorso è così bello che è impossibile farlo. Naturalmente nelle soste lascio il motore acceso, certo, il parco è bellissimo, ma goderselo è un'altra cosa. Arriviamo al Savuti Gate e qui... spengo il motore! Prima o poi dovevo farlo e poi qui c'è parecchia gente, un piccolo villaggio e l'aeroporto, qualcuno che ci potrà aiutare c'è! Paghiamo l'ingresso, ci sediamo per pranzare e apriamo la Lunch Box che ci hanno preparato... C'è da mangiare per un pullman, 4 uova, un mazzetto di spiedini, pane, formaggio, succhi di frutta, veramente ogni ben di dio! Ma per noi è troppo e lo dividiamo con i ranger del Savuti, che mangiano di gusto. Qui ci facciamo anche dire qual è la strada migliore per raggiungere Mwandi e naturalmente non è quella che indica il navigatore, raccogliamo le indicazioni e con un po' di ansia, proviamo a riaccendere l'auto... clic... vroooooom! Yeeeeeeh!!! Un po' più rilassati partiamo verso la nostra destinazione! Da Savuti al Ghoha Gate il paesaggio è molto più vario, comincia ad inverdire, ma subito dopo il gate c'è un tratto davvero terribile, sabbia profonda e percorso davvero bumpy, uno sballottamento continuo. Io sono stanco, un po' teso per il motorino, col terrore che si possa rompere qualcos'altro, arriviamo davanti ad un baobab e... Spengo il motore. Qualche secondo di silenzio assoluto, guardo in cielo e non vedo né angeli, né santi e nemmeno le divinità, provo a riaccendere e l'auto parte! Vabbè, qualche minuto di pausa ci sta, mi serve un po' di riposo, un po' di foto all'albero e siamo pronti a partire, Miss Sphiggy non mi tradisce! Arriviamo al Mwandi che sono quasi le 5, prendiamo la camera, tra stress e ansia siamo praticamente sfatti, ma la doccia ci rimette in sesto, pronti a goderci il tramonto dalla terrazza della nostra palafitta. Al Mwandi incontriamo 2 ragazzi conosciuti su Facebook, Quirino e Orietta, che fanno il giro contrario al nostro e che domani dovranno affrontare la strada che abbiamo percorso oggi, ci scambiamo un po' di informazioni, 4 chiacchiere a tavola (zucca, zucca ovunque!!!), proseguiamo le chiacchiere davanti al fuoco della terrazza dove si avvicendano ippopotami, giraffe e elefanti, il tutto tra le maledizioni del proprietario che ce l'ha con la tecnologia: sì, perché tutti i navigatori, Google Maps e anche il più quotato Tracks4Africa segnalano la strada peggiore per arrivare qui in questa stagione e moltissimi turisti si trovano insabbiati nel nulla! Ad un certo punto, un movimento furtivo, dall'ombra compare un african wild cat, si avvicina alla luce, vede qualcosa, lo azzanna e sparisce nuovamente nel buio. https://www.youtube.com/watch?v=mXKdIYgpdzs Un avvistamento incredibile, questi animali sono difficilissimi da vedere in natura, purtroppo avevo lasciato la macchina fotografica in stanza e le uniche foto che ho sono quelle scattate col cellulare!6 punti
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16 agosto 2024 - Kaziikini La notte in tenda è andata molto meglio di quanto ci aspettassimo, letti comodi, poco freddo, una dormita epocale di quasi 10 ore! Dopo un'ottima colazione, partiamo con Kwaltu in direzione della concessione, stamattina puntiamo verso la zona umida, dove scorre l'unico fiume ancora vivo della zona. Quello che passava dalla concessione è asciutto da qualche anno. Il Botswana è un enorme altopiano, è una zona sismica e spesso i terremoti modificano, anche di pochissimo, il corso di un fiume, che improvvisamente comincia a seguire un nuovo percorso, portando acqua dove non c'era e siccità dove passava il fiume. La strada è lunga e mutevole, si passa da spianate sabbiose con delle ripide discese che arrivano al vecchio corso del fiume, a zone dove sembra essere scoppiata una bomba, con resti di alberi mozzati e bruciati, fino alle foreste di mophane (si pronuncia "mopane" ed è l'albero tipico di questa zona), che sono alte e rigogliose dove c'è un po' di acqua e basse e cespugliose dove ce n'è di meno. Kwaltu ci fa fermare spesso, per osservare gli scheletri, per raccontarci di quanto sia leggero il teschio di un elefante, per mostrarci lo scheletro di una giraffa, per farci vedere la differenza tra le spine delle acacie, che dominano la parte deserta. La strada serpeggia tra gli alberi, guido in scioltezza sul fondo sabbioso, forse un po' troppo perché... SBAM!!! Passo troppo vicino ad un ramo di mophane e lo specchietto di sinistra va in mille pezzi, ci fermiamo, Kwaltu recupera lo specchio, che per fortuna è intatto e un po' di pezzi di plastica che purtroppo non lo sono, cerca di rimetterlo a posto, ma vedo subito che non è possibile, sembra molto amareggiato, ma gli dico che siamo assicurati e non c'è problema, il danno sarà rimborsato! Le assicurazioni servono a questo, non ci facciamo rovinare la giornata! La zona del fiume è bellissima, dopo 2 giorni di secco totale, vedere l'acqua e il verde è quasi surreale. Vediamo parecchi uccelli, un'aquila nera, un po' di ippopotami in lontananza, un'aquila reale, gruccioni di tutti i colori, due pescatori sul loro mokoro. Naturalmente finora abbiamo visto tutti gli erbivori del parco, dei leoni però, nessuna traccia o meglio, solo quella, visto che vicino al fiume vediamo una lunga fila di impronte di un leone che corre, probabilmente un grosso maschio Riprendiamo la strada per il ritorno e incrociamo un branco di antilopi delle sabbie o antilope nera, una specie che vive in quest'area e caratterizzata da lunghe corna curve. Le ossa degli animali vengono lasciate sul posto perché gli erbivori se ne nutrono per acquisire il calcio, del quale sarebbero carenti. Da questa foto si capisce anche perché il teschio dell'elefante pesi così poco... è praticamente una spugna di osso! L'ultimo avvistamento (per fortuna!!!) della giornata è un Kori Bustard, il più grosso uccello volante africano e simbolo del Botswana. Riprendiamo la strada per il Camp, ma a circa un'ora dall'uscita Kwaltu mi dice: "Stop, we have a problem" Il problem è la gomma posteriore sinistra completamente tritata, probabilmente tranciata da un tronco o da una pietra affiorante... Impegnato com'ero a tirare giù tutti gli dei dell'Olimpo, ho dimenticato di scattare la foto, ma la situazione era abbastanza simile a questa: Kwaltu parte come se fosse un meccanico della Ferrari, sa cosa fare, un bel sasso sotto il cric, svita i bulloni, tira su la macchina, tira giù la ruota di scorta... Eh, già, ma come si tira giù la ruota di scorta di una Ford Ranger? Io non lo so, lui nemmeno, i telefoni non prendono, ma abbiamo un telefono satellitare e non abbiamo paura di usarlo! Chiama un suo amico che gli dice che per abbassare la ruota bisogna girare un meccanismo accessibile attraverso un buco sopra la targa, usando lo special tool presente in auto... Il sistema più stupido mai visto in un'auto! Riusciamo a calare la gomma di scorta, la montiamo, abbassiamo l'auto e... La gomma di scorta è sgonfia... Don't Panic!!! Ho il compressore... Accendo il compressore e... Il compressore non funziona... OK, Panic!!! Le proviamo tutte, anche a smontare il compressore dal suo alloggiamento e attaccarlo direttamente alla batteria, ma niente da fare. Parte un altro giro di telefonate e finalmente rispondono un paio di amici che hanno un compressore e dopo un'ora finalmente arrivano 2 ragazzi con un pickup con sopra il compressore e un generatore per farlo funzionare! Ma siamo in Africa, nulla è facile! Il compressore ha un attacco diverso dall'adattatore per gonfiare la gomma, ma loro, che sono previdenti, sanno come fare, basta un nastro ricavato da una camera d'aria per fare una giunzione, poi un'altra ed ecco che piano piano la nostra gomma si gonfia! Grandi sorrisi e pacche sulle spalle, siamo tutti felici di aver risolto, ringrazio e chiedo ai ragazzi quanto gli devo per il loro intervento e... "Per me, siamo a posto così" Questi emeriti sconosciuti si sono fatti un'ora di strada e se ne faranno un'altra per tornare e non vogliono niente??? Gli lascio una mancia generosa, perché mi sembra davvero il minimo, ripartiamo e in un'oretta, con "sole" 3 ore di ritardo rispetto al programma arriviamo al Camp, salutiamo anche Kwaltu, anche lui con generosa mancia (e anche lui non la voleva), passiamo al ristorante dicendo a Miss Heidi a Francoforte che quello che avevamo per pranzo lo mangeremo a cena, sistemo lo specchietto alla bella e meglio e siamo pronti per la doccia e al pomeriggio di semirelax nel nostro bellissimo chalet! Stasera battiamo il record assoluto, sono le 19:11, abbiamo già cenato, siamo sbronzi perché dopo la giornata abbiamo dato fondo al vino, siamo piuttosto cotti e... Buonanotte!!! Ah, per chi se lo chiedesse, con l'auto eravamo fermi più o meno qui: E l'albero indicato dalla freccia è quello dove ieri abbiamo visto i leoni... in 3 ore non è passato nessuno, nemmeno uno springbok e quando abbiamo chiesto a Kwaltu se ci fosse pericolo, visto che i leoni erano così vicini, ci ha detto di stare tranquilli, perché faceva caldo e i leoni hanno le zampe delicate, col caldo non si muovono da sotto l'albero!6 punti
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15 agosto 2024 (Maun - Kaziikini) Dopo una giornata come quella di ieri, potremmo anche dichiarare conclusi in gloria viaggio e diario, difficile superare tutta la bellezza che abbiamo assorbito in una manciata di ore sul Delta. Ma ragazzi, noi vogliamo bene ai nostri lettori, e ci siamo detti: ma cosa sarebbe Actarus senza i Vegani? O Remi senza decessi multipli, o Lady Oscar senza Bastiglia? (se non li conoscete, vuol dire che siete giovani: documentatevi e poi ringraziate il Cielo per non essere stati bambini nei primi anni Ottanta ) ... e così, per voi e solo per voi, abbiamo deciso di girare una avvincentissima serie, roba che Netflix e Sky fateve in là, e Hollywood scansete! Siore e siori, ecco a voi I Panda in *** I Giorni della nostra Sfiga *** Oggi è Ferragosto, siamo quasi tutti in vacanza, siamo pigri, quindi cominciamo con un antipasto, una sfighina ... ma fidatevi e continuate a seguirci, le cose si faranno più interessanti nei prossimi giorni! Il Buon (Freddo) Ferragosto ce lo dà un ippopotamo in giardino! Questa sistemazione, penso, resterà la più bella del viaggio (spoiler: avevo ragione, anche se ci siamo trovati benissimo ovunque): vista fiume, immersa in un giardino bellissimo, piena di piccoli tocchi attenti. Alle sette siamo già a fare colazione nell'arietta frizzante del giardino, paghiamo velocemente la lavanderia, sistemiamo le ultime cose e ben prima delle otto partiamo in direzione Elephant Havens, concordi sul fatto che difficilmente la giornata di ieri sarà superabile, ma pronti a goderci ogni momento. In poco più di mezz'ora e un pezzetto di sterrata sabbiosa siamo davanti ai cancelli, che alle nove si aprono solo per noi. Arriveranno poi anche due coppie di ricchy che si spostano in elicottero, ma noi siamo più belli Elephant Havens è un centro di recupero per elefanti orfani, che vengono portati qui da tutto il Botswana. E' stato fondato da un locale e prospera grazie alle donazioni, alle visite, alla sponsorizzazione di una coppia di Dallas, che abbiamo conosciuto, e all'Università del Texas che ha fornito le attrezzature al laboratorio in modo che possano fare le analisi in proprio senza mandarle ogni volta a Johannesburg. Qui i piccoli (ehm) vengono curati, accuditi, gli viene insegnato ad elefantare - ma non chiedetemi come fanno - e dopo cinque anni vengono liberati in un'area protetta, senza più essere chiamati per nome e senza quasi più contatti con gli esseri umani, per riabituarli in modo soft e graduale a una vita da elefanti liberi. Dopo altri cinque anni, ormai adulti, vengono rilasciati in natura. Come facciano a lasciarli andare dopo averli pastrugnati per anni è oltre la mia comprensione, ma hanno il mio sincero plauso e tutta la mia ammirazione. Veniamo accolti da una simpatica ragazza di trentadue anni - che ha una sola figlia di due, per la cronaca, e torniamo al discorso "Paese ricco" - che ci accompagna in giro per uffici, laboratori e zona pappa spiegandoci molte cose sulla dieta dei piccini, sui salvataggi, su come è gestito il centro, sul sostegno scolastico alla piccola comunità che vive qui vicino. Poi finalmente ... andiamo in gabbia! per una volta siamo noi le bestioline rinchiuse: veniamo accompagnati dentro un recinto di robusti pali di legno, e in men che non si dica arriva tutto l'asilo al gran completo. In questo momento ci sono quattordici piccini in orfanotrofio e una dozzina già in inserimento soft. Ci sono Boteti (trovato in zona Boteti River), Noname (si sono dimenticati il trattino quando hanno annotato il nuovo arrivo, non ancora battezzata, e così le è rimasto appiccicato il nome, da leggere esattamente come è scritto), Khwai, Tsala, Mela e tutti gli altri. Le loro storie spezzano il cuore, soprattutto a due che hanno l'hobby di adottare gattini da cassonetto e il cuore di burro: chi è stato trovato a vagare tutto solo, chi è stato ferito dalle jene, chi è rimasto vicino alla mamma morta per essersi rotta un legamento cercando di uscire dal fango in cui era rimasta bloccata, o uccisa da un contadino furibondo ... il centro riceve segnalazioni da tutto il Botswana, i salvataggi seguono precisi protocolli che prevedono di aspettare tre giorni monitorando il piccolo ma senza far nulla, perché gli elefanti sono animali sociali e sono abituati ad adottare in gruppo i piccoli orfani. Solo se in tre giorni nessuno si avvicina a prendersi cura dei piccoli si procede a caricarli su camion, barche, pickup a seconda delle dimensioni e di dove si trovano i cuccioli. Attualmente il più piccino ha dieci mesi, gli altri spaziano tra l'anno e i sei di vita. Ci propongono di dar da mangiare ai piccoli, ci sono quarti di mela succulenti già pronti per loro ... non ci facciamo pregare, molliamo reflex e cellulare ai ragazzi del centro che se la spassano a immortalarci e via! Quando mi ricapita di fare i grattini a un elefantino o di passargli la pappa? I più piccoli nel pomeriggio prendono il biberon, fosse per me ci passerei la giornata qui, peccato che abbiamo programmi ... mi sono innamorata! (speriamo non arrivi QUALCUNO a farmi notare che anche questi sono TROPPO giovani, ora ) Ecco qua, i due vecchi gattari senza figli se ne vanno con i lacrimoni, con il cuore a pezzi per i piccoli e insieme un gran sorriso di felicità. Lasciamo il centro verso le 10.15 e dopo un'oretta di strada sterrata ma ben praticabile (bravo Pando!) arriviamo al Kaziikini Community Camp. Si tratta di un campsite gestito dalla comunità locale, che ha avuto in concessione una parte della Moremi Game Reserve e si occupa di turismo e salvaguardia. Ci sono diverse piazzole per le tende con i relativi ablution blocks molto basic ma che tutto sommato non hanno molto da invidiare ai campeggi in USA, e un paio di tende attrezzate su palafitta con bagno privato. Noi abbiamo prenotato una di quelle perché siamo due vecchiacci comodoni ma ... sentite suonare in lontananza le prime trombette della sfiga? e ci sentite bene! Siamo in anticipo sull'orario di check in, ma siamo in Africa e ci proviamo ... alla reception non c'è nessuno, così ci inoltriamo tra le casette del personale, veniamo rispediti ad aspettare alla capanna dell'accoglienza e dopo poco arriva l'unica botswana incazzata del viaggio, e probabilmente di tutto il Paese, che per tutto il tempo che passeremo qui avrà sempre l'aria di essere felice come Heidi a Francoforte (se non conoscete neanche lei, andate a rileggervi la nota più su ), soprattutto quando presiederà con aria lugubre ai nostri pasti, visto che qui siamo in pensione completa. Heidi non trova la nostra prenotazione, io vado in macchina trionfante a prendere la copia della conferma e del pagamento che ci ha consegnato Peo e ... torno con le orecchie basse: sulla conferma le date sono sbagliate, non dal 15 al 17 ma dal 16 al 18! siamo in mezzo al nulla più nullesco e il cellulare non prende, ma se piangi abbastanza il loro fisso funziona, devi solo uscire e trovare il punto preciso sotto l'albero di acacia. Chiamiamo Peo, che chiama Naomi, che chiama la sede di Kaziikini a Maun, che al mercato mio padre comprò In estrema sintesi: ha sbagliato il Kaziikini, la mail di conferma è corretta, ma ci hanno fissato le date sbagliate. E naturalmente la nostra tenda con bagno deluxe da vecchidimexxa è occupata stanotte. Quindi? Heidi, sempre più felice, ci dice che se ci adattiamo ci preparano una tenda per stanotte, e domani potremo avere il nostro prezioso alloggio, in modo da non dovercene tornare a Maun per stanotte (eh sì, la città più vicina è a 80 km). Per scusarsi ci regaleranno un secondo game drive domattina, oltre a quello già prenotato per oggi pomeriggio. Son fortunati, hannno trovato due panda: fedeli al motto "un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno e possiamo fare a meno del bagno" invece di far polemiche accettiamo magno cum gaudio, e ci diciamo tutti contenti che poteva andare peggio. Altro spoiler: se può andar peggio, lo farà Ci accomodiamo al bar ristorante dove mangiamo le provviste che ci siamo portati da Maun, cracker, formaggini, prosciutto in busta, e ammiriamo la fauna locale e la pozza poco lontana. Visto che la partenza per il game drive pomeridiano è prevista per le 14, chiedo a Heidi se posso avvicinarmi alla pozza, dove ho visto balzellare una scimmietta. Heidi mi dice di no e mentre mastico epiteti irriferibili al suo indirizzo ... ops, forse forse ha ragione lei. Guardate chi arriva La pozza è quasi secca, ma c'è acqua sufficiente per un bagnetto rinfrescante ... e noi ce lo godiamo! (siamo talmente vicini che non mi entra tutto nell'obiettivo!) Alle 14 arriva Kwaltu (si scriverà così?) la nostra giovanissima guida, solo ventiquattro anni, che ci accompagnerà con la nostra macchina in giro per la concessione: uno dei posti più secchi e riarsi che abbia mai visto, eppure piena di vita. E poi eccolo ... LUI. Anzi, loro, l'incontro più atteso, che non ci aspettavamo di fare qui: tre maestosi leoni, uno più bello dell'altro, almeno credo visto che il terzo, strxxxo come tutti i gatti, non muove una vibrissa e non si degna di farci vedere più che il posteriore dormiente Siamo incantati ... ora ci mancherebbe il leopardo per completare l'album dei Big Five, ma chi ci pensa? restiamo assolutamente incantanti per una buona mezz'ora, mentre le Loro Maestà non ci degnano di uno sguardo ma si concedono in pose fotogeniche, pieni di regale sussiego. (sonno io!) Dopo di loro tutto impallidisce, e pian piano, dopo tre bellissime ore su strade veramente nefaste (bravo Pando!) torniamo verso il campsite. Ci accompagnano alla nostra tendina, decisamente più lussuosa delle nostre scarsissime attese, e ci dicono che la cena sarà pronta alle 18.30 (!) Cena che sarà allietata da un bellissimo tramonto e dalla presenza di un'allegra cuochina che ci illustra i piatti con dovizia di dettagli e ci passa qualche ricetta, e di Heidi che più plumbea che mai ci strappa i piatti da sotto appena raccogliamo l'ultima forchettata. Secondo me se potesse ci manderebbe a letto senza cena per punizione Ma quando ci chiede se abbiamo trovato la tenda e le rispondiamo entusiasti che è bellissima riusciamo persino a strapparle un sorriso ... e ora siete pronti per le vere, mirabolanti sfighe? Non vi deluderemo!6 punti
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26 agosto 2024 Palapye - Mokopane Poco da scrivere per oggi, colazione nel nostro bungalow con caffè e biscotti, prepariamo la nostra tazzona da viaggio e siamo pronti a partire! Salutiamo Gillian, che ci chiede di mostrarle il nostro travelbook e ci fa un sacco di domande su come organizziamo i viaggi e salutiamo Sasha, la cagnona di casa che ci fa un sacco di feste! Oggi abbiamo deciso di fare una deviazione che ci porterà verso il Tropico del Capricorno, sì, è più di un'ora di strada in più, ma oggi non abbiamo grandi cose da fare, se non passare la frontiera e un po' di spesa. Proprio sul tropico è stato costruito un monumento molto bello, ricavato da colonne di basalto estratto dalle cave nelle vicinanze di Gaborone. Le colonne riportano in sequenza tutti i paesi tagliati dal tropico a partire dal Botswana verso ovest, dalla Namibia, al Sud America e poi Oceania, per poi tornare in Africa, dal Madagascar. Rapido piss-stop al piccolo mercato, ancora chiuso, sorto dietro al monumento, oggi manca l'acqua e uno dei ragazzi del posto ci fornisce il rimedio tutto africano per risolvere il problema... Secchio d'acqua e via! Da qui, prende il comando Barbara, che è ormai padrona di Miss Sphiggy e la guida come se fosse la sua picanto nelle vie di Trastevere e mi porta fin quasi a Martin's Drift, il confine con il Sud Africa, facciamo il pieno canticchiando: "Salakabula, spendi le pula, bibidibobidi bu!" Mentre ci avviciniamo al posto di frontiera ci scopriamo tutti e 2 con le lacrime agli occhi, ci dispiace lasciare questo stupendo paese che ha scavato un altro solco nel cuore, con la sua gente, i suoi paesaggi e la natura, così difficile, ma affrontata col sorriso dai suoi abitanti. Dopo 18 giorni di viaggio possiamo dire che gli unici Setswana meno che simpatici sono i poliziotti di frontiera... oddio, c'è anche la signora del Kaziikini, quella felice come Heidi a Francoforte, ma era incinta e si sa, gli ormoni giocano dei brutti scherzi! A mezz'ora dal confine, ci fermiamo a pranzo al Baobab Padstal, dove dividiamo il nostro pranzo (hamburger e roll di pollo) con i canucci propositivi del ristorante. Facciamo 2 chiacchiere col proprietario che ci lascia anche il biglietto da visita per darci delle dritte per quando decideremo di visitare il suo paese, compriamo del biltong di kudu e delle spezie da portare a casa Canuccio propositivo... Da qui ci sono altre 2 ore di strada per arrivare al nostro B&B di stasera, lo stesso dove abbiamo iniziato il nostro viaggio. Questa volta scarichiamo completamente la macchina, c'è da sistemare tutto, ma prima, spesa alla Spar per le ultime ghiottonerie, biltong, ancora spezie, la fantastica Perineise di Nando's, un barattolo di Bovril, che ormai ha preso il posto della marmite nelle mie grazie, torniamo al B&B e la nostra stanza sembra quasi come se fosse scoppiata una bomba nelle valigie... E qui, per la prima volta in 10 anni ho visto Barbara arrabbiata con me... Sì, cerco le chiavi di casa, palpo il bagaglio a mano e non le trovo, cerchiamo ovunque, ma non ci sono, riapriamo le valigie e niente, alla fine Barbara guarda nel bagaglio a mano e indovinate un po'... sono lì! "MA NON AVEVI GUARDATO TU???" No, io avevo palpato e non le avevo sentite...😢😢😢😢😢😢 Comunque, passa tutto velocemente, richiudiamo i bagagli, sistemiamo gli zaini e siamo pronti per la cena, che ci è stata servita in camera. Riso, pollo, frutta e un dolcetto a dir poco inquietante...5 punti
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19 agosto 2024 (Mwandi - Kasane) Cambiare programmi solo perchè la Sphiggy ha deciso di fare i capricci come se avesse 170mila chilometri sul groppone e tutto il diritto di concedere un po' di riposo al motorino di avviamento? giammai Da casa avevamo chiesto se fosse possibile prenotare un game drive mattutino con il lodge nel Chobe NP, e ricevuta risposta affermativa ci eravamo riservati di prenotare in loco. La stanza-capanna-palafitta va liberata alle 10, il game drive parte alle 6, prevede tre ore nel parco distante mezz'ora, che si fa? si libera la stanza alle 5.45, che domande. La colazione ce la tengono da parte per quando torniamo, e all'ora concordata, dopo aver spostato la macchina in un'area in cui non disturberà nessuno (yeppa, partita di nuovo al primo giro di chiave! ) siamo pronti a partire con Lucky ... speriamo che il nome ci porti bene! E tutto sommato male non ci va: primo avvistamento, mio mio tutto mio perché Paolo e Lucky stavano parlando e se lo sarebbero perso, un tasso del miele, l'animaletto più aggressivo e cattivo del mondo, quello che litiga con i leoni e azzanna i serpenti velenosi ... e infatti risponde ai miei strilli di entusiasmo voltandoci le spalle e scomparendo tra gli alberi. Insensibile. Vabbè, mancava al nostro album di figurine quindi siamo contenti così, senza fare amicizia. Proseguiamo alla ricerca dei cat, che ovviamente sono stati la risposta corale alla domanda di Lucky su cosa avremmo voluto vedere oggi. Cat di qualsiasi tipo, eh? ci sarebbe andato bene anche il gatto del ranger all'ingresso, non siamo schizzinosi ... ma a quanto pare nessun cat ha voglia di vedere noi Ci "accontentiamo" di baboons, giraffe, kudu, zebre, mucche, facoceri, ippopotami, cicogne, uccelli vari, aquile ... Il più zen della (rumorosa) compagnia Il facocero con la pelle d'oca A un certo punto, nella foga della ricerca, Lucky si butta in uno spericolato fuoristrada all'interno della macchia e ... non ci crederete mai ... boooooom, gomma bucata Lo sfigabbonamento vale anche per mezzi che non siano nostri, a quanto pare ... ormai manco più convochiamo angeli e santi, se qualcosa può andare storto lo farà, ne abbiamo preso atto Per fortuna siamo vicini alla strada, il parco è affollato, Lucky ha un signor cric, una gomma di scorta gonfia, una manualità da manuale, una chiave che non è compatibile con i bulloni ... no, un attimo, come non è compatibile? eh no, su questa jeeppona hanno messo la chiave sbagliata ... mentre sto decidendo se ridere o piangere, e mi maledico per non aver portato il kindle, arriva una serie di altre jeep più o meno cariche di turisti, alla fine una famiglia sudafricana dopo aver ribaltato tutta la macchina con gran gioia dei figli adolescenti che si stavano annoiando a morte trova e ci presta l'indispensabile aggeggio, e da lì è tutta discesa, in cinque minuti di orologio Lucky fa il cambio e ripartiamo. Salutati e ringraziati i simpatici sudafricani (ooohhh, Italia, oooohhh, Rome!) giungono da radioparco voci di un avvistamento di leoni in un settore abbastanza lontano ... c'è da chiedere? velocità smodata e via! Niente da fare, oggi non ci vogliono, quando arriviamo se ne sono già andati ... vabbé, pazienza ... almeno posso godermi il ritorno, pure quello a velocità smodata perché siamo in ritardo Tornati al lodge, la nostra colazione ci aspetta e le facciamo onore, salutiamo i gestori australiani - quanta gente si trasferisce in Botswana! non so dar loro torto, ho lasciato qua il poco di cuore che mi avanzava dopo aver girato un po' di mondo negli ultimi dieci anni, non me ne resta più neanche un pezzetto e sono anche diventata povera, ma caspio se ne è valsa la pena, è un viaggio meraviglioso - e riprendiamo la nostra strada tormentata. Su consiglio di Lucky, che nel frattempo ci ha chiesto di sorvolare sulla foratura con i titolari e ha anche ricevuto una telefonata con la proposta di assunzione da parte di un grosso gruppo turistico che lo ha reso molto felice, ci dirigiamo a Kasane attraversando di nuovo il Chobe NP per cui oggi abbiamo già pagato la fee. Ho acconsentito solo perché nel parco c'è un sacco di gente e se la Sphiggy decidesse di salutare il motorino proprio qui almeno non rischieremmo di morire nel deserto, dimenticati da tutti, e perché alla fine siamo a meno di un'ora da Kasane, anche se come titolare della fascia cinquantennale di Miss Ansia Secolo XX e XXI mentirei se vi dicessi che sono serenissima Ecco la Namibia, dall'altra parte del Chobe! In questo punto si incontrano confini a mazzetti: Namibia, Zambia, Zimbabwe e Botswana, tutti insieme appassionatamente. Alla fine devo ammettere che quello di Lucky è stato un ottimo consiglio, le strade non sono male a parte qualche tratto di sabbione su cui Paolo si diverte (io un po' meno ) e anche se non vediamo il promesso leopardo, aggiungiamo al nostro album le figurine di 1) sciacallino che fa la cacca dopo aver portato una testa di springbok in dispensa sotto il suo albero 2) pellicani tutti ammassati tipo cigni della pesca al luna park ma Paolo non mi lascia giocare perché se poi vinco dove lo mettiamo e ci fa la cacca in soggiorno e puzza e ai gatti non piacerà 3) hornbill neri e rossi, grossi e brutti, cercare nome sul libretto con le foto, leggo nei miei appunti (sono pigra, non l'ho fatto ) 4) piccola e graziosa tromba d'aria, anzi no, di sabbia, in lontananza Arriviamo al Big Five Toro Lodge prima delle 15, è davvero sul fiume, un fiume vero ... il Chobe, per l'appunto ... capirete, dopo dieci giorni di siccità restiamo folgorati. La nostra casetta vista acqua è graziosissima. Prima di rilassarci in giardino con l'alcool dobbiamo passare dal meccanico del nostro sempre più caro amico Luan. Chi conosce Mma Ramostwe, la celebre investigatrice numero uno del Botswana nata dalla penna di Alexander McCall Smith, di cui anche Paolo è ormai un fedele adepto, capirà il nostro entusiasmo nel trovarci catapultati direttamente nell'officina del signor JLB Matekoni Il titolare, che è sicuramente un figlio di Mister T dell'A Team perché sennò il suo aspetto non si spiega, è un simpatico armadio che ci viene incontro sfoggiando una maglietta che dice più o meno: sono Frank, dimmi che problema hai e vediamo di sistemarlo subito. La maglietta purtroppo mente, perché per quanto Frank e i suoi apprendisti si mettano a ravanare con impegno nel cofano della Sphiggy, la prognosi è infausta: ci vorrà almeno tutto domani per sistemare, forse anche dopodomani A conti fatti ci è andata pure bene: oggi è lunedì, domani abbiamo un game drive e una crociera sul Chobe già prenotati da Peo con un'agenzia locale, mercoledì mattina ci hanno organizzato il transfer con autista in Zimbabwe, dove passeremo la notte a Victoria Falls ... basterà eventualmente disdire la prenotazione overnight per il garage che avevamo prenotato per la Sphiggy e chiedere al Big Five Toro se ci tengono le valigie per la notte. Quando sente che in caso di necessità può tenere la macchina fino a giovedì, Frank si rilassa visibilmente, ancora di più quando gli diciamo che giovedì e venerdì notte dormiremo comunque a mezz'ora da qui ... a questo punto cerchiamo di rilassarci anche noi, torniamo in taxi al lodge dimenticando la mia preziosissima custard nel frigo della macchina Non ci resta che dare fondo a quel che resta delle bottiglie di Mokopane comodamente sistemati in giardino, in compagnia del gatto più paraculo del mondo dopo mezz'ora ci ha già carpito tre sottilette, una fetta di prosciutto e la promessa di dividere con lui la colazione di domani, godendoci un meraviglioso tramonto africano Springbokkini domestici5 punti
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Ragazzi siam rientrato domenica all'una di notte e subito a lavoro xD. Che dire.. è stato IL VIAGGIO.. non come si dice di solito vado a fare un viaggio in vacanza.. E' stato proprio il viaggio con i suoi lati positivi e negativi. I negativi è che ci è successo di tutto .. Da un telefono che è morto e ricaricava solo quando voleva, al tempo che abbiam incontrato (dalla neve al caldo assurdo) ad aver bucato per 2 volte! 1 ci sta 20 km di sterrato nel nulla.. la seconda però tra st.George e las vegas in autostrada non mi capacito proprio, ai problemi col mio passaporto a los angeles e ai bagagli in ritardo di 2 ore per la coincidenza roma cagliari ( ci hanno graziato facendoci saltare poi le file dei controlli passando per primi). Però a queste disavventure come ci siam detti abbiam sempre messo una pezza e le abbiam risolte ed ha reso ancora più divertente il viaggio. Detto questo le cose che mi son "piaciute meno" passatemi il termine sicuramente Las Vegas in primis e poi Los Angeles. (venice beach è a parte l'abbiamo amata e ci siam andati anche poco prima di riprendere il volo. Abbiamo amato visitare le piccole città e scoprire anche lungo il percorso le cavolate che non conoscevamo fermandoci ogni 3 x2 . Viaggiare da un punto all'altro e vedere come cambiava il paesaggio è stata un'esperienza che non vedo l'ora di rifare l'anno prossimo avendo ora un pò di esperienza e non facendo piccoli errori o dimenticanze di cui ci siam accorti lungo il viaggio. Ci son stati giorni veramente tosti per via del meteo. Ci siam svegliati al Grand Canyon con -5 gradi (il giorno dopo ne dava 15) neve e cielo scuro vestiti con felpa e giacca... eravam scoraggiati. poi dalle 10 è uscito il sole e abbiam potuto ammirare il paesaggio maestoso . Andiam alla monument valley e cosa becchiam nel lungo rettilineo prima dell'alloggio?neveeeeeee . La mattina dopo invece giornata bellissima caldo ma mooolto vento.Stupendo fare i trekking figure 8 al bryce e poi attraversare il virgin river allo zion perchè un ponte era in ristrutturazione e non volevo tornar indietro e amando l'avventura mi son immerso fino a metà per attraversarlo da una sponda all'atra XD Poi da li il clima ci ha assistito fino alla death valley dove c'eran 35 km/h di vento e tra un pò volavo pure io. Ci sarebbero mille cose da dire ma ristretto il tutto per farvi un idea.4 punti
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Se.il contratto dice "dati illimitati" lo sono, però T-Mobile usa questo trucchetto: in base al prezzo del piano scelto si hanno 5, 10, 15 o più GB di dati (al mese) a 5G o 4G LTE, superata la quota prevista dal contratto si ha il resto dei dati (illimitati) alla fantastica velocità di 128kbps. Solo i piani telefonici "consumer" che praticamente sono per chi risiede in USA hanno dati illimitati effettivi. La copertura di T-Mobile è buona, il 5G buono almeno che non si sia in una zona particolarmente congestionata. Io ho T-Mobile.4 punti
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Ciao a tutti, dopo un periodo di assenza, eccomi qui con quello che è il programma definitivo, partenza oramai prossima. Giorno 1 - Verso Zurigo dove con AA voleremo su Philadelphia e da li su Austin - ritiro auto e notte ad Austin; Giorno 2 - Austin - S Antonio - Tappe a Natural Bridge Caverns e in serata Tejas Rodeo - notte su S Antonio; Giorno 3 - S Antonio (nel pomeriggio partita NBA) Giorno 4 - S Antonio Giorno 5 - S Antonio - Bandera Giorno 6 - Bandera Giorno 7 - Fredicksburg Giorno 8 - Sealy Giorno 9 - Galveston Giorno 10 - Galveston (visita Nasa) Giorno 11 - Austin Giorno 12 - Austin Giorno 13 - Ritorno a casa. Alla fine volare da Zurigo ci fa risparmiare, su questa tratta, davvero tantissimo. Auto prenotata con Thrifty Assicurazione ancora da fare, penso la farò con viaggisicuri. Vi saprò dire come andrà il tutto.4 punti
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21 giugno 2023 Questa mattina sveglia alle 6:00 per partire alle 6:30, mezz'ora prima dell'alba, per la Endagered Species Drive. Approfittiamo del coffee time, generosamente offerto nella louge del The Barn, giusto per bere qualcosa di caldo e stuzzicare qualche muffin, la colazione vera e propria la faremo al nostro rientro. La temperatura sulla Landrover scoperta è veramente bassa ma abbiamo indossato tutti gli strati che avevamo e le copertine di pile qui ad Okonjima hanno il plus che sono leggermente cerate quindi proteggono anche dal vento e, soprattutto, stanno belle ferme senza svolazzare. Procediamo in una zona della riserva diversa da quella che abbiamo battuto ieri alla ricerca di Neo e vediamo subito giraffe e gnu oltre ad una simpatica lepre, definita simpaticamente un "Leopard's muffin" dalla nostra guida! La luce è meravigliosa e la natura si sveglia in tutta la sua forza e splendore. I colori in particolare sono assoluti: l'azzurro del cielo, il verde della vegetazione, il giallo dell'erba bruciata dal sole e il rosso della terra. Siamo alla ricerca della prima delle tre specie "endangered": l'otocione o bat-eared fox, una specie di volpe distintiva dell'Africa Subsahariana, in particolare di Sudafrica, Namibia e Botswana. È conosciuta per le sue orecchie insolitamente grandi, che le danno il nome e che svolgono un ruolo pratico nella sua sopravvivenza poiché sono fondamentali per rilevare piccoli insetti come le termiti, che costituiscono la maggior parte della loro dieta. La nostra guida ci conduce nel suo habitat preferito: si trovano infatti spesso in aree con terreni relativamente pianeggianti, sabbiosi, dove possono scavare tane o rifugi dove dormire durante il giorno. Dopo tanti giri a vuoto, proprio quando stavamo per perdere le speranze, ecco che riusciamo a vedere una coppia anche se, purtroppo, davvero molto lontana. Comunque soddisfatti, proseguiamo quindi l'esplorazione della riserva fino a trovare un'altra stupenda coppia, questa volta di magnifici rinoceronti bianchi, sorvegliata praticamente a vista dai ranger. Sono incredibilmente passate già tre ore e dobbiamo tassativamente tornare al The Barn dove arriviamo giuste giuste per fare colazione, bonariamente redarguite dalla receptionist con la quale abbiamo fatto nel frattempo amicizia. Ci godiamo un'ottima omelette, acquistiamo due bellissime giraffe in legno dipinte a mano che oggi fanno bella mostra a casa, ed è purtroppo ora di fare il check-out. Non saremmo più volute andar via: due giornate piene qui non sarebbero state affatto di troppo. Approfittiamo ancora un secondo del wi-fi per fare il check-in sull'App di Qatar per l'indomani e, caricata la Hilux, percorriamo la strada del ritorno letteralmente con le lacrime agli occhi. Speriamo con tutto il cuore che sia solo un arrivederci. I 200 km che ci separano da Windhoek scorrono lenti, arrivate in città facciamo un rabbocco al carburante e ci facciamo dare una veloce lavata esterna all'auto. Ci concediamo poi una sosta al Namibia Craft Center, interessante centro che raccoglie diverse proposte di artigianato e prodotti locali, e poi andiamo a fare il check-in al solito Chameleon Backpacker Hostel. Una volta in camera, montiamo e rimontiamo i borsoni per essere pronte per il volo di rientro l'indomani. Non abbiamo minimamente voglia di uscire a cena e diamo fondo alle ultime riserve della cambusa improvvisando un aperitivo con qualche snack e due birre. 22 giugno 2023 Purtroppo non c'è molto da raccontare sulla giornata di oggi, il nostro volo parte dall'aeroporto Hosea Kutako alle 13:30 così abbiamo tutto il tempo di alzarci e fare con calma colazione in ostello. Percorriamo gli ultimi chilometri fuori Windhoek fino alla Safari Car Rental con il magone: lasciare la nostra Hilux segna definitivamente la fine del viaggio. E' sempre Joel che dal rental ci porta davanti al terminal dell'aeroporto, lo ringraziamo profusamente per tutti gli ottimi consigli di guida e lui ridendo ci risponde che la prossima volta dovremo scegliere per forza la soluzione con la tenda sul tetto! E' veramente ora: imbarchiamo il borsone più grande, facciamo i controlli e ci dirigiamo verso il gate. Pranziamo con un meat pie, che purtroppo non è paragonabile a quello acquistato a Solitaire (sigh!) scambiando due chiacchiere con una coppia di italiani anche loro di rientro dopo due settimane con un bush-camper. Ci imbarchiamo e nel momento esatto in cui l'aereo si solleva da terra, un nodo si stringe in gola e una sensazione di malinconia dolce e inquieta prende piano piano forma. Chiudo gli occhi, il cuore si perde in un abbraccio silenzioso con quella terra selvaggia e misteriosa ed il mal d'Africa torna ad essere un desiderio che cresce insieme alla promessa di ritornare.4 punti
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...prosegue. Ritorniamo al The Barn davvero entusiaste e salutiamo la nostra guida con una meritatissima mancia e la promessa, l'indomani, di fare con lui la Endangeres Species Drive del mattino, altra chicca offerta da Okonjima, che si concentra sulla ricerca di tre specie di mammiferi piuttosto speciali: l'otocione, la iena bruna e il rinoceronte. Rientrate al nostro chalet ci godiamo una meritatissima doccia nel nostro bagno principesco. L'esperienza del leopard tracking è stata elettrizzante e, nel contempo, trovarci in questa struttura di primaria bellezza e comfort ci fa sentire speciali e coccolate. Andiamo a cena a piedi, dove ci pappiamo, dopo l'entree, un gran filetto con verdure, dolce e vino. Il tutto in un ambiente e servizio sempre a livelli top, decisamente ben oltre quelli a cui siamo abituate durante i nostri viaggi. Tornando in camera dopo cena, con il buio, illuminiamo i nostri passi con la frontale e ci prendiamo un bello spavento quando incrociamo un gruppo di zebre che sta tranquillamente brucando dietro la nostra casetta. La notte ci svegliano a più riprese due sciacallini che si contendono la cena, facendo un gran baccano proprio sotto la nostra finestra. Le ossicina che troveremo sparse la mattina dopo ne sono la prova! Domani mattina sarà ancora safari e poi toccherà tornare a Windhoek. Buonanotte Neo, buonanotte Africa.4 punti
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20 Giugno 2023 Ci stiamo avvicinando alla fine del viaggio, la sveglia suona relativamente presto come al solito e noi ci fiondiamo a fare colazione. Anche qui la mattina ce la caviamo egregiamente con uova, bacon e tazzona di tè e caffè. Carichiamo la Hilux, facciamo un veloce check-out e usciamo dai confini del campo, riagganciandoci alla C22 che ripercorriamo a ritroso fino alla B1, dove svoltiamo a sinistra verso sud. Da qui sono solo più una quarantina di chilometri fino all'Okonjima Nature Reserve. Okonjima è una riserva privata nata dal desiderio della Hansenn family di trovare un equilibrio tra gli allevatori namibiani e i grandi predatori, oggi copre 22.000 ettari delle scenografiche Highlands centrali e ospita anche la rinomata fondazione AfriCat, impegnata nella conservazione dei grandi carnivori, in particolare ghepardo e leopardo. La scelta di includerla nell'itinerario è stata dettata dalla possibilità di partecipare ad un leopard tracking, fiore all'occhiello delle molte attività offerte. Alcuni individui della riserva sono infatti collarizzati e al mattino e al tramonto vengono organizzati dei safari proprio nel tentativo di localizzarli. La natura ovviamente non offre alcuna garanzia di vederli, anche perchè gli animali vagano comunque liberi e sono totalmente autonomi nella caccia, nell'accoppiamento e nella scelta del territorio, ma le probabilità di avvistare un leopardo qui sono decisamente più alte che altrove. Arriviamo alle 9:30 al primo gate del parco, sempre presidiato da ranger, dove facciamo una sorta di pre check-in. Procediamo quindi fino al cancello principale che apriamo e chiudiamo dietro di noi (premendo un comodissimo pulsante ad altezza guidatore!). Da qui sono solo più una decina di chilometri su strada sterrata ma ottimamente tenuta, dove i cartelli stradali ammoniscono dell'attraversamento di ghepardi, leopardi e pangolini. Arriviamo al The Barn, la meravigliosa struttura centrale del Plains Camp che serve da ristorante, lounge e area comune. Ci accoglie Marco, gentilissimo, che ci mostra tutto il complesso. L'ambiente è incantevole, curatissimo, decisamente african-chic! Nell'attesa che la nostra "room" sia pronta, ci godiamo in assoluto relax il sole, gli ampi divani e la vista confermando il leopard tracking delle 15:00. La nostra Classic Room, di cui prendiamo possesso poco dopo, supera le aspettative, si tratta in realtà di uno chalet indipendente, arredato in maniera squisita, con bagno enorme e vista sulla pianura circostante. In lontananza vediamo subito una simpatica famiglia di facoceri. Torniamo poi al The Barn dove ci concediamo, finalmente sedute (oltre chè, devo ammettere, "servite e riverite" dal gentilissimo personale) anche un veloce pranzo riempiendoci gli occhi della la natura sconfinata davanti a noi. Ci stiamo davvero rigenerando. L'orario fissato per il leopard tracking arriva in un attimo e, anzi, ci troviamo una mezz'oretta prima per il coffee time e il briefing. Ci hanno diviso in tre jeep, ognuna assegnata ad una guida e ognuna impegnata nella ricerca di uno specifico leopardo collarizzato. Il nostro è Neo, uno dei maschi più longevi della riserva. Noi siamo elettrizzate, facciamo la conoscenza del nostro driver e di un'altra coppia di ragazzi (sulla jeep saremo quindi solo in quattro ospiti) e partiamo. Passiamo subito la fence che separa i confini del Plain Camp con quelli della riserva vera e propria entrando così nel territorio dei grandi felini. Durante il tracking è possibile fare off road e anzi, la nostra guida ama definirsi anche un po' giardiniere dal momento che è dotata di grandi tenaglie per tagliare qualche ramo che dovesse impedire il passaggio del nostro mezzo. Raggiunta l'area dove abitualmente Neo è territoriale, la guida tira fuori il localizzatore radio spiegandocene attentamente l'utilizzo. Il collare non permette di geolocalizzare il leopardo ma unicamente di individuarlo tramite frequenza radio, una specifica per ogni individuo. Il tracking consiste quindi nell'affidarsi al bip-bip emesso dall'antenna che si intensifica man mano che ci si avvicina, procedendo per tentativi. Le probabilità di avvistamento sono del 50-50. Facciamo quindi più giri in corrispondenza delle piste principali fino a quando, dopo circa un'ora - e questo dà l'idea di quanto sia sconfinata la riserva -, la guida capta il segnale che sembra collocare l'animale fittamente nascosto nel bush. Proviamo quindi ad addentrarci anche noi, una sforbiciata di qui e una sforbiciata di là, raggiungiamo una sorta di radura. Dal segnale radio Neo è qui da qualche parte. La nostra guida spegne il motore e si mette in ascolto, scrutando tra la fittissima vegetazione da cui siamo circondati. Finalmente, dopo qualche interminabile minuto, ce lo indica! E' a meno di dieci metri da noi ma così perfettamente mimetizzato che sarebbe stato veramente impossibile individuarlo senza l'aiuto di occhi esperti. Sta dormendo e, non potendo avvicinarci oltre, vediamo solo la testa. Passano i minuti e pian piano assistiamo al risveglio del...gattone! Proprio come un micione troppo cresciuto, Neo tende le orecchie, alza la testa, sbadiglia e si stiracchia usando un tronco come tiragraffi. Emozionante! Successivamente, in pochi passi sfila a qualche metro da noi, senza degnarci di uno sguardo, e scompare nuovamente nel bush. A quel punto la guida rimette in moto ed usciamo dalla radura di rovi, sperando di incrociarlo in un punto di savana più aperta. Per fortuna non dobbiamo aspettare molto e come un'apparizione ecco che si mostra in tutta la sua bellezza. Siamo al settimo cielo, poter ammirare con calma quello che, senza dubbio, è il più affascinante ed elusivo dei big five è un privilegio raro. Lo seguiamo con lo sguardo fino a quando non scompare nuovamente tra il bush. La guida ci asseconda ancora e si sposta abilmente fino ad una posizione dove ce lo troviamo ancora una volta davanti. E Neo ci regala ancora un po' della sua aurea, attraversando placido l'erba bassa, sfilando fiero verso i cespugli. "...and just like magic, he's gone! ...now let him be" sentenzia la guida. E noi ti lasciamo andare, meraviglioso Neo, padrone delle Plains, augurandoti lunga vita! Abbiamo il cuore a mille e siamo incredule per questo incontro davvero magico. E non c'è miglior conclusione a questa magnifica esperienza che il classico sundowner! Brindiamo con spumante e gin&tonic da una posizione davvero mozzafiato con una vista a perdita d'occhio sui 22mila ettari della riserva. Ho poche parole per descrivere questo tramonto che è sicuramente uno dei più belli della mia vita e affido le emozioni di quel momento a questa citazione tratta da La Mia Africa "il respiro del panorama era immenso. Ogni cosa dava un senso di grandezza, di libertà, di nobiltà suprema... Lassù si respirava bene, si sorbiva coraggio di vita e leggerezza di cuore." ... continua.4 punti
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19 Giugno 2023 Questa mattina è l'ultima che trascorriamo nel parco e abbiamo deciso di dedicarla al safari guidato del mattino che parte dal Camp di Namutoni. Partiamo alle 6:30 davanti al ristornate dove faremo colazione al nostro rientro. La guida è un corpulento omone, dopo il solito veloce breefing sulla sicurezza e l'ammonimento che siamo in natura e gli avvistamenti non sono garanti da nessuno se non dalla pazienza e da un briciolo di fortuna, mette in moto e partiamo. Ci dirigiamo subito alla pozza di Koinachas che però troviamo vuota. Una coppia di turisti locali ci informa che la notte precedente hanno sentito ruggiti in lontananza e sperano di avvistare i leoni residenti in questa zona. Noi cambiamo rotta e proseguiamo verso la Chudop Waterhole, dopo un paio di incontri ravvicinati con delle ienette alla ricerca di cibo. Alla pozza troviamo solo una coppia di sciacalli, maschio e femmina, intenti nella caccia. Lui si rilassa mentre lei si da un gran da fare nel tentativo di sorprendere le numerose colombe che bevono ai bordi della pozza. La sua tecnica consiste nel muoversi con cautela, cercando di sorprendere una colomba e sperando che una delle prede scappi verso di lei. Purtroppo durante il nostro passaggio non ha successo ma speriamo abbia avuto miglior fortuna più tardi. Gli avvistamenti importanti proseguono quando ci troviamo faccia a faccia con un rinoceronte nero che ci fissa per molti minuti. E' l'incontro più ravvicinato che faremo con questi magnifici animali durante questo viaggio e sono decisamente contenta di sentirmi al sicuro a bordo del nostro veicolo da safari, scattando foto con calma e senza la paura di dover accelerare in fretta nel caso il rinoceronte non gradisse troppo la nostra vicinanza. Tornati sulla strada principale, con grande sorpresa, incrociamo niente poco di meno che un tasso del miele. Questo piccolo, ma temerario animale, è noto per la sua straordinaria resistenza e aggressività, tanto da non temere predatori molto più grandi, compresi i grandi felini. Sono davvero entusiasta, perché qualche giorno prima ci eravamo fermate per un ingorgo causato dalla presenza di un altro tasso, ma purtroppo, nonostante le indicazioni degli altri safari, non eravamo riusciti in nessun modo a vederlo, tanto era nascosto nel bush! Un altro eccezionale incontro è con un gruppo di eland, la più grande specie di antilope vivente, con il caratteristico mantello chiaro e particolari corna a spirali. La nostra guida è particolarmente eccitata perché, a detta sua, sono animali estremamente schivi e che solo una grande necessità di acqua li avrebbe spinti ad esporsi fino alla pozza. Nel frattempo le ore di safari sono volate e la nostra guida fa ancora un tentativo per incrociare sul suo e nostro cammino un predatore. Prima di rientrare al campo ci porta alla Fisher Pan Drive, che disegna un anello dietro Namutoni, e ci porta fino alla carcassa di un cucciolo di giraffa, scoperta qualche giorno prima. Purtroppo ad attenderci troviamo solo due simpatiche iene che si stanno contendendo solo più le poche ossa rimaste. È ormai il momento di tornare. Al nostro rientro al campo, siamo praticamente sole, poiché tutti gli altri safaristi sono già partiti da un pezzo. Facciamo quindi colazione in tranquillità e poi ci dirigiamo al nostro bungalow per recuperare i bagagli. Lasciamo l'Etosha a malincuore: uscire dal parco significa inevitabilmente dirigersi verso sud, verso Windhoek, e quindi verso la fine di questo splendido viaggio. Ci aspettano 400 Km di asfalto prima di arrivare al Waterberg Camp NWR, dove abbiamo deciso di passare la notte. Come già scritto in premessa, la scelta di alloggiare qui è stata fatta per diversificare rispetto ai paesaggi che sapevamo avremmo visto fino a questo momento. Il Waterberg è infatti un imponente altopiano che si eleva di circa 200 metri sopra le pianure circostanti, creando un ecosistema unico rispetto alle altre zone della Namibia. Con il senno di poi, avremmo dovuto probabilmente optare per passare la notte ad Okonjima, la nostra destinazione per il giorno successivo. Non solo perché arriviamo al camp NWR abbastanza tardi e stanche, dopo aver percorso buona parte della B1 e attraversato un numero imprecisato di paesi che iniziano per O... ma soprattutto perchè troviamo il posto purtroppo allineato alle pessime recensioni lette su TripAdvisor che avrebbero dovuto farci desistere. Per fortuna non avevamo molto in programma, se non una passeggiata sui sentieri "escursionistici" attorno al campo ma dopo qualche passo lasciamo perdere anche quelli perchè li troviamo invasi da rovi e, peggio, da babboons! La camera, pur essendo economica rispetto agli standard namibiani, è decisamente deludente, così come la bistecca che ci servono a cena. Non ci resta che andare a dormire e svegliarci presto l'indomani per goderci appieno la giornata alla Okonjima Nature Reserve!4 punti
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21 agosto 2024 (Kasane - Victoria Falls) Dopo aver passato la serata di ieri a mandare messaggi a mezzo mondo - e poi per sicurezza anche all'altro mezzo, visto che Frank ci aveva promesso di farsi vivo nel pomeriggio e non l'ha fatto - per cercare di organizzare, avvisare e capire che ne sarà di noi e della Sphiggy, stamattina prestissimo la Kalahari Tours ci dice che certo, va benissimo il pickup per lo Zimbabwe alle 9.30. Peccato che lo avessimo chiesto per le 8.30 e che non abbiamo alcuna voglia di cambiare i nostri programmi e perdere tempo! contrariamente alle consuetudini pacifiche dei panda, protestiamo vivacemente e così per dispetto ci mandano l'omino prima delle otto (sì, ci svegliamo sempre ad orari antelucani, ma anche loro: tutta la conversazione si è esaurita entro le sette) ... ma tanto siamo già pronti lo stesso, gne gne gne. Abbiamo anche già fatto colazione con Gatto Silvestro che si è servito senza ritegno, quindi lasciamo le valigie al check in visto che la gentilissima proprietaria le ospiterà a casa sua in una zona defilata del lodge, e alle 8.50, armati dei nostri dollarozzi sonanti, abbiamo già passato entrambe le dogane lasciando indietro torme di turisti ingenui che aspettano la linea del pos. Sul furgoncino a otto posti veniamo crudelmente separati e io finisco in fondo strizzata con due tedesconi in gita giornaliera, lei entusiasta e lui annoiato dalla vita, mentre Paolo essendo piccino viene fatto accomodare accanto all'autista, e meno male: probabilmente il poveraccio è già al terzo giro della giornata, la strada è una lunga e monotona fettuccia non vivacizzata neanche da un elefantino piccolo piccolo, gli altri tre passeggeri sono giappi e non parlano una parola di nessuna lingua conosciuta ... gli sta visibilmente calando la palpebra, e Paolo che se ne è accorto lo tiene sveglio chiedendogli la qualunque manco fosse l'ufficio turistitico dello Zimbabwe. Il nostro amico è ben felice di cantargliene le lodi e assicurarlo che un viaggio in self drive è fattibilissimo e facilissimo e ci sono un sacco di posti meravigliosi ... sulla seconda affermazione non abbiamo dubbi, e già siamo partiti con la fantasia, ma un po' di notizie spicciole raccolte in giro e sul web un po' ci hanno scoraggiati circa la prima . Non è proprio come il Botswana, purtroppo ... purtroppo soprattutto per il suo popolo. Prima delle dieci siamo già al N1 Hotel di Victoria Falls, dove lasciamo in custodia la sacca e il cavalletto che non useremo (sempre roba utile e leggera con noi! ) dopo aver assistito al check out più lungo della storia del mondo, e prendiamo un espresso - ci hanno la DeLonghi, ciò - e poi finalmente via verso le cascate. La nostra amica Cristina che ci è stata l'anno scorso ci aveva avvertiti di stare attenti alle scimmiette propositive che infestano la strada pedonale dal centro all'ingresso del parco delle cascate, perché sono parecchio dispettose e rubano qualsiasi cosa, il che mi aveva messo un pizzico di ansia per gli impianti, belli colorati come si addice a una bimba della mia età, e attaccati ai capelli con una semplice mollettina ... in realtà veniamo davvero continuamente assaliti, ma non dalle scimmiette, di cui non c'è traccia: i propositivi sono gli indigeni che cercano di venderci la qualunque, a momenti anche le cascate stesse. In qualche modo ce la caviamo senza danni, arriviamo alla biglietteria dove incredibilmente il pos funziona (così ci teniamo stretti i dollarozzi) e poi ... magia. Un scimmietta c'é!!! Dr Livingstone, I suppose ... Come si racconta un sogno realizzato? come si descrive una meraviglia simile? Ci passiamo quattro ore e undici chilometri, volati entrambi senza che ce ne rendessimo conto. Ci scambiamo uno sguardo e ci accorgiamo di avere entrambi gli occhi lucidi, un po' per la bellezza immane che ci circonda e un po' per l'incredulità ... siamo qui, siamo qui davvero. Dopo tanti documentari, dopo tanti "che bello sarebbe ma non me lo potrò mai permettere", dopo anni di sogni ad occhi aperti, siamo davvero qui a guardare lo Zambesi che precipita cento metri più in basso. Un paio di anni fa siamo stati a Niagara, spettacolo altrettanto maestoso ma imparagonabile ... qui la Natura è padrona, là purtroppo lo è il commercio, che toglie molto alla bellezza sovrannaturale delle cascate, che di loro sarebbero, semplicemente, la meraviglia assoluta. Agosto non è il periodo migliore per le Victoria Falls, ci dicono che la portata è scarsa, ma noi ci accontentiamo ... il fronte è lunghissimo, in alcuni punti la massa d'acqua scende imponente e fragorosa, in altri è ridotta a un rivolo, ma un'idea riusciamo a farcela lo stesso. E il rumore, ragazzi ... il rumore è pazzesco. Il bianco dietro gli alberi è il vapore, e giuro che dietro c'è il salto Le ore centrali della giornata non sono proprio le migliori per le cascate e per le foto, luce e foschia ci mettono del loro, e c'è anche pieno di italiani rumorosi e spesso maleducati, ma ... ragazzi, le Victoria Falls! passa tutto in secondo piano, ce ne andiamo in giro per la quindicina di tappe del sentiero che corre lungo il fronte della cascata sul lato opposto al salto con la meraviglia e la gioia negli occhi. Le due o tre foto che seguono sono la prova che il nonno aveva ragiona quando diceva "ghe xe pien de mati al mondo, ciò" Incrociamo anche una numerosa numerosa numerosa scolaresca in visita, che lungo il percorso ci supera due volte, e in entrambe le occasioni i ragazzini educatissimi ci salutano, salutano, salutano uno per uno, con grandissimi sorrisi ed entusiasmo, entusiasmo, entusiasmo. I più temerari ci chiedono anche da dove veniamo ... ci duole constatare che "Italy" non produce grandi cenni di riconoscimento e che sembrano più interessati al nostro (mio) padano pallore che alle meraviglie di Roma Alla fine del sentiero il colpo d'occhio sul ponte di ferro che unisce Zimbabwe e Zambia è notevole, ma ve lo racconteremo domani. C'è anche una postazione per il bungee jumping, SFORTUNATISSIMAMENTE chiusa perché sono SICURISSIMA che altrimenti ci saremmo fatti tentare Le ore centrali hanno però un pregio che quelle del tramonto, dalla luce certamente più fotografevole, non possono vantare: tra le due e le quattro del pomeriggio spuntano alla Devil's Cataract, il salto più vicino all'ingresso, dei meravigliosi arcobaleni ... dopo esserci rifocillati all'ottimo e stranamente neanche costosissimo baretto del visitor center, ci scateniamo con le foto. Siamo talmente emozionati e stupefatti e felici che riusciamo a non uccidere nessuno, né indiani, né connazionali, né cinesi, né americani. Oddio, con i cinesi ci siamo andati vicini, ma abbiamo eroicamente resistito. San Photoshop poi ci ha dato una mano a farli fuori in modo incruento e va bene così. Per stavolta. 🧐 Al ritorno, attraversando la ferrovia - ferree le misure di sicurezza, ciò! - e riprendendo il sentiero pedonale veniamo placcati ripetutamente dai propositivi di questa mattina, più simpatici dei marocchini ma persino più asfissianti, anche se non credevo fosse possibile. Resistiamo eroicamente fino a oltre metà strada, ma alla fine ci si deve rassegnare a investire una decina di euro per liberarsene ... se non altro i numerosi piccoli manufatti che ce ne riportiamo via sono davvero carini e serviranno egregiamente come ricordino per chi è rimasto a casa: tragica e fantozziana abitudine di cui stiamo disperatamente cercando di liberarci, fieramente contrastati da amici e parenti che da quell'orecchio sono inspiegabilmente molto più sordi di me. Ma ce la faremo, siamo riusciti ad abolire i regali di Natale, prima o poi faremo fuori anche questi Sono ormai le quattro del pomeriggio quando prendiamo finalmente possesso della nostra minuscola stanza, ci concediamo una rapida doccia e una caccia al cellulare di Paolo che aveva misteriosamente deciso di andare a vivere dentro la sua scarpa (vedi, ad avere il 46) e poi fuori di corsa ad aspettare l'omino della Wild Horizons che dovrebbe prelevarci alle 16.30 ma è in ritardo e ci fa venire una crisi di ANZIAAAA da manuale. Per fortuna dopo una decina di minuti si palesa ... ed eccoci pronti per la nostra crociera sullo Zambesi senza ulteriori propositivi, né errori, né ritardi. Anzi no: signori, scusateci, vi abbiamo messo sulla barca sbagliata, dovreste cortesemente scendere, fare quei due chilometri di passerelle sospese e salire su quella a fianco, scusate scusate scusate Li scusiamo, ci spostiamo e ... beh, stavolta ci siamo trattati di lusso, dopodomani saranno dieci anni che stiamo insieme, bisogna festeggiare: aperitivo sul ponte superiore, prima una cosa gialla dolsassa per tutti, poi un all you can drink (siamo vecchi e drinkiamo poco, solo un margarita e un mojito leggeri ma buoni) accompagnato da una serie di buonissimi snack con cui per quanto mi riguarda potrei considerarmi cenata. La rivelazione, il mango disidratato, una generosa porzione del quale verrà acquistata e invaligiata prima della fine del viaggio. Il fumo della cascata si vede da una distanza pazzesca. Poi la navigazione sul "Mighty Zambezi", come dicono qua - e non ti emozionare, se ne sei capace, tu che da piccolo ti bevevi le avventure degli esploratori in terra d'Africa - nella luce meravigliosa di un tramonto dorato e avvolgente, e infine la cena sul ponte inferire durante il viaggio di ritorno, molto elegante e molto buona, forse la migliore di un viaggio in cui abbiamo sempre mangiato decisamente bene. A cena finita, si attracca e via verso l'hotel a un orario ragionevolissimo, pronti per la prossima levataccia. (... nel frattempo, grazie a Zeus, Buddha, Confucio, Gesubambino, Iside e Mitra ci ha scritto SonoFrankRisolvoProblemi e insciallah domani mattina andiamo a prendere la Sphiggy! )4 punti
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Buongiorno! Dato che nel 2025 festeggeremo i 25 anni di matrimonio (o di detenzione, come dice Denis ) sto ipotizzando un fantomatico loop su Las Vegas per il prossimo agosto. Mi piacerebbe inserire, oltre ad almeno 3 giorni a LV, posti in cui non siamo mai stati e, nello specifico: Sedona, Petrified Forest/Painted Desert e poi il New Mexico, in primis per le White Sands, poi una puntatina ad Albuquerque (per Breaking Bad), Bandelier NM e poi ?? Supponendo di avere un paio di settimane abbondanti, che giro fareste? Ho dato un'occhiata ad un diario di @Lizzina che toccava più o meno tutti i posti che ho in mente ma, non conoscendo la zona (a parte le immediate vicinanze di Las Vegas), non ho idea delle tappe...inoltre, guardando su Maps, mi sembra che gli USA si siano "allargati" ancora di più e sinceramente non vorrei fare tappe infinite anche perché i 25 anni di detenzione potrebbero concludersi proprio in terra americana Grazie!4 punti
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Non credo che la Hertz non segua le linee guida Ford per la manutenzione perché se lo facessero decadrebbe la garanzia. Il problema è un altro: ogni volta che si fa manutenzione dovrebbero procedere a resettare il computer che calcola quando è necessario cambiare l'olio, ma spesso non viene fatto per svariati motivi: incompetenza, noncuranza, fretta nella manutenzione, etc. Sui nuovi veicoli l'accensione della spia non si basa solo sul chilometraggio, ma è un calcolo che il computer fa basandosi sulla distanza percorsa, ore uso del motore e dati di sensori che misurano la torbidità e qualità dell'olioe ed il livello. Quindi tutto dipende dal fatto se al cambio olio precedente il computer era stato resettato o meno. Onestamente la risposta più corretta è stata quella di Hertz che vi ha consigliato il cambio auto. Il consiglio degli "esperti di auto* che vi hanno consigliato di proseguire è stato come minimo da incoscienti visto che non sapevano quando era stata fatta l'ultima manutenzione e voi avete percorso diverse migliaia di km. Quando si accende quella spia, certamente non si deve correre subito a cambiare l'olio, ma nemmeno aspettare svariate migliaia di chilometri Se si accende una spia qualsiasi o per qualsiasi altro problema, il numero corretto da chiamare è quello della "Roadside Assistance" (il numero è sul contratto di noleggio), tutte le compagnie hanno questo servizio.Solo loro sono in grado di vedere tutta la manutenzione fatta nel tempo e possono consigliarvi sulla cosa corretta da fare, così da evetira anche problemi futuri per voi. Se si accende una spia, ve ne fregate e si danneggia un motore o un'altra cosa, allora non c'è LDW che tenga e dovrete pagare. Tanto per chiarezza, anche se sapete resettare la spia senza cambiare olio o sapete resettare altre spie, lo scopriranno comunque, si riesce anche a vedere da quanto tempo sono accese se vengono ignorate. Quando prendete l'auto, controllate il livello dei fluidi, è un vostro diritto o chiedete di controllare se l'auto che avete scelto avrà bisogno di manutenzione preventiva entro una quantità di miglia corrispondente alla lunghezza del vostro on the road. Anche le filiali di noleggio dovrebbero essere in grado di vedere un minimo di info o almeno entro quante miglia l'auto dovrà essere mandata in manutenzione. Detto onestamente, alle filiali che noleggiano, della manutenzione non gli importa un fico secco, loro più noleggiano e meglio è. Noleggerebbero anche auto con manutenzione scaduta da migliaia di miglia. In questi casi dovete essere avvocati di voi stessi e far valere i vostri diritti. Se vi chiedete come lo so... lavoro per U-Haul e guarda caso mi occupo di manutenzione. Riassumendo: non ignorate le spie che si accendono, specialmente quelle importati. Chiamate la "Roadside Assistace" e loro vi diranno cosa fare, tutte le chiamte vengono salvate. Questo vi solleva da magagne future. Sent from my SM-A326U using Tapatalk4 punti
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Ciao a tutti! Siamo tornati da questo splendido giro che abbiamo poi arricchito di tante cosine e deviazioni in base ai nostri gusti. Scrivo perché mi sembra doveroso ringraziare chi mi ha aiutata. Il feedback? È stato un viaggio bellissimo. Mi sento piena, felice. Siamo stati benissimo. Ci prendiamo qualche settimana per elaborare (di cose se ne vedono tante, diverse tra loro, in poco tempo, di esperienze se ne fanno tantissime...) ma gli USA ci hanno colpito così tanto che non escludiamo 9 gg in Florida a novembre.. quindi magari ci vediamo nella sezione consigli per l'East😂 Quindi, in un'epoca in cui i blog scompaiono e i forum pure... grazie a chi tiene in piedi questo sito e aiuta neofiti come me! Ps: ma quanto è figo Waymo?????4 punti
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Appena rientrato e recuperto il Jet Lag, metto qualche opinione/nota giusto per i posteri 😃 - Toll By Plate: Ho registrato targa, durata del noleggio e carta di credito sul sito (raggiungibile solo dagli states o via VPN). Per ora mi sono arrivati i primi pedaggi, vediamo se arrivano anche gli ultimi (4 in tutto per questo giro) e sopratutto se non arriva nulla da Dollar..... - Tappone subito il primo giorno volato via, un pò per la tanta voglia di guidare un pò per l'eccitazione di essere lì, ottimo consiglio farlo subito! - Quebec City molto molto carina, nè è decisamente valsa la pena e avremmo voluto avere una mezza giorna in più forse (purtroppo Delta ci ha fatto perdere a Parigi un giorno pieno di viaggio...) - Strada da Montreal a Quebec City vince il premio per strada più noiosa abbia mai visto: un drittone spaventoso in mezzo al nulla, senza quasi stazioni di servizio.. infinito. - Montreal vista brevemente una mattina Old Town e Downtown, sinceramente non mi ha detto granchè - Spostamento Montreal - Toronto sulla falsariga di quella verso Quebec City, ma fortunatamente da Kingston in poi diventa un pò più interessante: ci siamo fermati per cena a Gananoque (scelta a caso) e abbiamo mangiato un ottimo sushi (Sushi SUN) seduti in un parchetto al tramonto, molto carina! - Toronto vista in una giornata Downtown-Kensington Market e Distillery, mi ha saputo tanto di una Manhattan che non ce l'ha fatta: bello il Distillery District per passarci un pomeriggio. - Niagara Falls: ottima scelta dormire in centro nel lato canadese, prezzi assurdi per la qualità dei motel, si vede proprio che sono tutti antiquati e tendenzialmente lerci. Attrazioni esagerate quando il vero spettacolo è poche centinaia di metri più in là... Cascate davvero pazzesche, abbiamo fatto solo il giro con il battello ed è stato divertentissimo (oltre che bagnatissimo, fortuna che avevo letto nei vari diari di andare in ciabatte sennò le scarpe sarebbero state ancora bagnate!), in una prossima volta sicuramente farei Cave of the Winds ma non volevamo bagnarci prima di rimetterci in macchina. My2cents: lato canadese bellissimo per l'orientamento rispetto alle cascate, lato americano incredibilmente più pulito e "family friendly": mi è dispiaciuto non fare un picnic su Goat Island, perchè davvero si stava da dio. NB: per passare a piedi la frontiera serve un dollaro a testa cash, non ci andava di prelevare (cosa che abbiamo poi dovuto fare a Washington per la lavatrice ma vabè) e il money exchange apre alle 9: è inutile quindi andare alla 8 alla frontiera per farsi una passeggiata sul lato americano se non hai 1$....... è diventata una passeggiata sul lato canadese fino alla frontiera per poi far su armi e bagagli e passare di là automuniti direttamente ahahahah - da Niagara a Erie bella strada, abbiam fatto un misto di highway e di strade secondarie vicino al lago, posti splendidi! - United93 memorial ovviamente non emozionante come il 9/11 Memorial a Manhattan ma è un bel tributo, se passate in zona da vedere assolutamente - Strada da Shanksville a Washington fighissima, mille curve attraverso le montagne/colline dicendosi ogni 30 secondi "Guarda che casaaaaaaaaa" oppure "ma questi dove cavolo sono finiti ad abitare?!". - Air and Space museum allo Steven F. Udvar-Hazy Center davvero bellissimo! Non troppo lungo da girare, pezzi unici e molto interessanti credo anche per i non appassionati, forse un pò caotico e senza un filo logico chiaro da seguire per il tour. Cè anche una zona dove, tramite una vetrata, ci si affaccia sui due hangar di restauro dove stanno sistemando vari aerei prima di metterli in esposizione. - Washington: la abbiamo trovata molto sporca, con tanti soggetti non ben qualificati in giro in condizioni pietose (e non parlo di "homeless", quelli poveretti possono avere avuto mille problemi.. parlo proprio di gente in condizioni pietose che vaga in giro per strada, alcuni senza nemmeno essere forse coscienti): bello il Mall e tutto quello che vi ruota attorno (visitato con le bici!), bello il Capitol e la biblioteca, da vedere Arlington, carina Georgetown per un giro in orario aperitivo, così come la zona 14th Street da Logan Circle fino a Ben's Chili. Il resto ci ha lasciato un pò indifferenti, tanti uffici a downtown e schiere infinite di townhouse non tenute granchè bene. Ho visto un basement a 2000$ al mese in una via veramente squallida, non so davvero come facciano a campare da quelle parti. - Gettysburg: carino il paese per un passeggiata/pranzo, il museo non siamo nemmeno entrati perchè non ci andava. - Lancaster, nonostante fosse domenica, tanti Amish in giro con i carretti e addirittura un gruppo di ragazzi che facevano un torneo di volley a bordo cimitero.. Davvero un altro mondo. A me come zona è piaciuta, tante colline in mezzo alla campagna. - Princeton carina anche quella, purtroppo non c'era gran attività in università ma una passeggiata la abbiamo fatta volentieri! - New York City: rispetto all'anno scorso (e già un anno fa rispetto al pre covid) l'ho trovata estremamente costosa e mediamente più sporca. Anche qui tante persone alterate in giro (io penso che ognuno possa fare quello che vuole, ma se sfumazzi fiori particolari alle 8 del mattino per strada cè qualcosa che non va, come non andrebbe se stessi bevendo whisky a quell'ora!) e un senso sempre di "inquietudine" quando passeggiavo nelle zone meno "trafficate". Resta comunque un luogo con un'energia incredibile, che per quello che ho visto fin'ora nel mondo non ha eguali. Come letto già più volte sul forum e sentito sulla mia pelle l'anno scorso, i prezzi negli states sono ormai fuori controllo: con anche la mancia di mezzo (ho trovato posti dove di default mettono 20% di gratuity già nel conto, poi se vuoi puoi chiedere di mettere meno ma mi aspetto ci sia da litigare...), non abbiamo praticamente mai speso meno di 20-25$ a testa per pranzare. Non ci siamo nemmeno limitati granchè eh, sempre mangiato seduti al ristorante/pub, ma per quello che mangi è veramente tantissimo: cosa che non avevo mai valutato, fuori dalle metropoli la varietà di cibo è veramente bassa, quindi difficile trovare roba che non sia il solito pub food o pizza o messicano! Devo dire che il roadtrip in se è stato una figata, forse l'unica cosa che cambierei è, potendo, cercare di fare meno highway e più strade secondarie: ci si mette una vita di più ma si attraversano luoghi davvero incredibili. Del resto, anche in italia facendo l'autostrada non è che passi chissà dove.... 😂 Però per fare 3500km in due settimane, con giorni in cui la macchina è stata ferma per visitare le metropoli, bisogna spicciarsi 😁 Inoltre, sarà l'età o il cambio di prospettive, mi son reso conto di essere più emozionato a vedere zone rurali dove oggettivamente non cè niente più che le metropoli.. sarà che preferisco sognare di immedesimarmi nel proprietario della casetta con il giardino e la bandiera americana appesa fuori, con il suo bel gazebo in legno e il barbecue, la sedia a dondolo e magari il molo privato sul lago per il motoscafo, piuttosto che nel dipendente di una multinazionale sclerato che pranza in piedi in mezzo a una distesa di cemento mentre fa la call in 20min di pausa della sua giornata da 13h lavorative pagate 8...... 🤣 Ok, sto invecchiando! Scherzi a parte, non vedo l'ora di riuscire a fare un roadtrip ad ovest, sia essa zona parchi o anche PNW! Grazie a tutti per i consigli, purtroppo per me è impensabile fare un diario come ai vecchi tempi.. già se sistemo le foto entro dicembre son soddisfatto🤣4 punti
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16/10: Kruger National Park (Satara) Giornata di spostamento, oggi infatti lascio il meraviglioso camp di Skukuza, spostandomi un pò più a nord ed arrivando al camp di Satara; ovviamente non serve sottolineare come la mia auto sia in pole position per uscire dal cancello... A poche centinaia di metri dal cancello c'è già il primo avvistamento, noto infatti un paio di strani esseri che si aggirano nella penombra, non capendo bene cosa sono (visto oltretutto che sono notoriamente mezzo cieco) li classifico pertanto come Huruk-Hai... Percorro alcune strade sterrate nei dintorni di Skukuza, trovando svariati animaletti... Nel girovagare imbocco una strada sterrata praticamente sul confine orientale del parco, il mio socio dopo pochi metri mi dice di rallentare perchè c'è (cito testualmente) "un'antilope su un albero", purtroppo la visuale viene coperta rapidamente da alcuni arbusti e cercando uno spiazzo lo ricopro di insulti dicendo che le antilopi non vanno a svernare sugli alberi; però effettivamente l'antilope è sull'albero... ...e se c'è l'antilope, poco distante deve esserci anche chi l'ha messa su, quindi cerco di parcheggiare nella posizione migliore possibile e predisponiamo le fotocamere, purtroppo non succede nulla per un'oretta abbondante, ne approfitto pertanto per scattare un pò di foto a tutto quello che ci circonda. Ad un certo punto spunta un tizio in bicicletta con un fucile a tracolla... L'attesa (per nulla molesta) viene infine ripagata, quando un leopardo solleva la testa sbadigliando, sotto l'albero che stiamo osservando da un tempo indefinito. Ovviamente è molto probabile che la bestiola salga a reclamare la colazione, quindi non mi muovo di un millimetro, per paura di perdere le foto, finchè effettivamente il nostro amico decide di salire, il tutto si svolge in pochi minuti, pochi minuti in cui scatto diverse migliaia di foto, consapevole dell'occasione che ho davanti. Una volta sceso, il leopardo sparisce rapidamente nella vegetazione, lasciandoci per svariati minuti a bocca aperta per la scena a cui abbiamo appena assistito. Nello spostamento verso nord ovviamente troviamo svariati animaletti... Leopardo in lontananza... Struzzo...nella mia immensa ignoranza geografica, credevo vivessero solo in Australia e sull'isola della piccola Flo' ...e ci imbattiamo in un baobab decisamente enorme (deve essere anche piuttosto importante considerando che è indicato su tutte le mappe). Arriviamo quindi a Satara, visto che il bungalow è già pronto ne approfittiamo per mangiare qualcosa mentre scarichiamo le schede; quindi decidiamo di fare un giretto nei dintorni per vedere se la fortuna è ancora dalla nostra... Subito fuori dal gate troviamo un traffic jam abbastanza grosso, causato da un leone al centro della carreggiata... Mentre stiamo vagando senza meta urlo al mio compare di fermare la macchina e tornare indietro di 15 metri perchè ho notato qualcosa a bordo strada, quel qualcosa scopro essere una mamma iena con il cucciolo... Dopo una quindicina di minuti spunta anche il resto del branco... Ormai senza parole per la bellezza di quello che stiamo vedendo, iniziamo a tornare verso il camp; cercando di imboccare un paio di strade dove erano stati segnalati leoni...ed effettivamente... Al market dentro al Satara troviamo delle ottime bistecche e decidiamo di festeggiare la giornata clamorosa, con un bbq sotto alle stelle; il Kruger si sta dimostrando un luogo incredibile...4 punti
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E anche questo OTR va in archivio. Sono state due settimane grandiose, tutto è andato a meraviglia e secondo i piani (tranne Big Sur, non transitabile per un'interruzione a sud di Lucia e del quale non avremmo goduto comunque appieno causa nebbia persistente). Il ringraziamento a questa comunità è doveroso e sentito. Siete una fonte inesauribile di consigli fondamentali. Grazie ancora e buoni OTR a tutti.4 punti