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Mostra il contenuto con la massima reputazione da 20/11/2014 in Risposte
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Eccoli qui, gli scatti vincenti per il calendario 2019! di @Fabrizio69 di @ceemo di @mouette di @Bianco31 di @emyb86 di @gn4gno di @KlaSan di @acfraine di @Flowerpower81 di @pandathegreat di @fraxnico di @rotels Grazie a tutti i partecipanti e a tutti coloro che hanno votato, nei prossimi giorni vi daremo maggiori informazioni su come ordinare il calendario!14 punti
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Allora a te e a @Chiara_jk, metteremo un sottotitolo: per lei "Tiffany Inside" per te "Viola dentro" In questa giornata di traguardi e promozioni, non potevo non festeggiare il mio messaggio numero 10.000!14 punti
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Ciao a tutti! Come avrete notato, c'è stato un riordino nello Staff di UOTR: era in programma già da un po' (più o meno da quando abbiamo lanciato UOTR 2.0 ), ma ci siamo presi un po' di tempo per rodare bene quella che era la nuova organizzazione del forum. Prima di tutto abbiamo unificato lo Staff restituendo, come era giusto, le chiavi di UOTR a @KlaSan, che ne è stato l'ideatore e fondatore insieme a @Shining: l'unico vero Admin è e resta lui, anche se per l'ordinaria gestione tecnica della piattaforma rimarremo io, @kurtdc83 e @dariuz a dare una mano. Abbiamo anche deciso di ripristinare (finalmente!) il gruppo di moderazione: ai membri dello Staff @acfraine, @Barby79, @criscorpione, @Frafrà e @pandathegreat, si affiancheranno due nuovi acquisti, @ceemo e @Flowerpower81, che tutti conoscete e che abbiamo scelto per assiduità di presenza, capacità di interazione con gli altri utenti e sinergia con lo staff attuale. Il resto dello Staff, @Arizona 71, @boccia66, @Fagianella e @Simobiancoblu è sempre a disposizione per dubbi, chiarimenti, consigli, chiacchiere, farsi il mazzo durante i raduni, o qualunque altra cosa vi venga in mente. Con molto dispiacere, non saranno con noi nel nuovo Staff unico @micia77 e @wolentini; ma ci rendiamo conto che spesso l'impegno è più gravoso di quel che può sembrare, quindi ci siamo sentiti in dovere di rispettare la loro scelta, anche se le porte dello Staff per loro restano sempre aperte. E adesso, benvenuti in UOTR 2.1! P.s. Ammazza che velocità, @yesterday1973, non ho fatto neanche in tempo a cliccare su Invia... (e comunque il blu ci dona di più! )14 punti
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Titolo editato perchè dopo tante vicissitudini ho PRENOTATO i voli purtroppo per le mie date (che causa lavoro sono le maledette ferie fisse ad agosto) i voli su LAX hanno raggiunto prezzi eccessivi, si parla di 650 euro senza bagaglio ma con orari scomodissimi ed anche arrivando a 800 850 euro la situazione non migliora ho dunque iniziato a pensare all'idea di sfruttare le 80000 miglia delta a testa che abbiamo che sono inutili per voli intercontinentali in quanto di tesse si viene a pagare più che comprare un biglietto ex novo ma sono comode per i voli interni in quanto si pagano solo 5 dollari di tasse monitoro così i voli più economici per gli states e viene fuori NY a circa 450, proprio però mentre decido di prenotare i punti Delta richiesti per il JFK-LAX aumentano e non ci sto più dentro fortunatamente stamattina si abbassano nuovamente e salta fuori un volo per NY con ritorno diretto che non avevo mai trovato in precedenza in parole povere abbiamo un FCO-JFK con scalo a Dulles all'andata e diretto al ritorno a 1823 euro per 4 persone (bagaglio a parte ma ne imbarcheremo uno solo oppure due se decidiamo di fare campeggio quindi da aggiungere 100 o al massimo 200 euro) poi notte a NY, il mattino dopo JFK-LAX con le miglia. il ritorno lo faremo da LAS VEGAS con volo sul JFK, notte li e la sera successiva diretto JFK-FCO13 punti
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Et voilà, eccovi le foto della prima giornata del VII raduno nazionale UOTR, svoltosi lo scorso weekend nel sempre ospitale Hotel Cosmopolitan di Bologna! Per chi c'era e per chi non c'era, enjoy! Si inizia.. Al microfono @pandathegreat e al cazzeggio al computer @dariuz! (stava giocando il Bologna anche quest'anno?? ) ..con la presentazione dei nuovi partecipanti! @KIA1974 @violetta anna @polly77 @Realina il @faina @ginoarcuanto e sua moglie Virginia (non penso sia registrata) @alessipe & Family Passiamo poi alle Photostory.... ANZI NO (cit.) @ieio14 e @loveWESTCOAST Prima c'è la presentazione delle Guide UOTR.. @Chiara_jk e @Kate1984 on my left side @ceemo e @luisa53 on the right one @acfraine presenta (con brio, direi ) la tessera fedeltà UsaOnTheRoad ..e si procede con la recensione del Texas by Luisa.. ..e @criscorpione e @Tommaso Tutti attenti!! Si passa poi alla città di Chicago! Featuring Chiara "Roxie".. ..e @wolentini "Velma"! Piccoli Photobomber crescono! Zitti tutti! Parla lo zio @giandomenico!! Si arriva dunque all'evento clou della prima giornata! Il DERIOQUIZ!! La vittoria è decisa da un incredibile spareggione.... se la giocano allo sprint per le rispettive squadre @kurtdc83 e Alessipe! Che finisce più o meno così: ..peccato che fosse lo spareggio per l'ultima posizione!! La vittoria va invece alla squadra di Criscorpione.. bravi tutti!! ..prossimamente quelle della seconda giornata!!13 punti
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Buongiorno popolo del forum!. Tempo di novità in casa UOTR! La famiglia dello staff si allarga, e per premiare il lavoro svolto in questi mesi dai due nuovi moderatori @ceemo e @Flowerpower81 siamo lieti di accoglierli in blu! Complimenti ragazzi e buon lavoro!12 punti
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9 per 9 farà 81? [cit] il troll interviene in modo apparentemente insensato o volutamente ingenuo, con lo scopo di irridere quegli utenti che, non capendone gli obiettivi, si sforzano di rispondere a tono ingenerando ulteriore discussione e senza giungere ad alcuna conclusione concreta12 punti
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Leggendo le vostre risposte mi è venuta in mente la scena della capretta in Jurassic Park... Dai magari si tratta solo di un inizio al di fuori degli standard del forum ed avremo altri contributi...prendendo in buona fede lo scopo del messaggio, preferisco 100 volte un approccio "volenteroso" di questo tipo, piuttosto che il classico utente del forum che finchè deve organizzare il proprio viaggio domanda ogni cosa gli passi per la testa, da quante volte si consiglia di andare in bagno on the road a se effettivamente anche in America la mano sinistra rimane a sinistra o si sposta magicamente a destra, salvo poi sparire nel nulla al rientro dal viaggio, senza lasciare nemmeno un ringraziamento...(il level up di questo tipo di utente è quello che adoro, quello che ricompare quando deve organizzare un secondo viaggio e si presenta adducendo scuse assurde tipo "il viaggio che mi avete aiutato ad organizzare è stato stupendo, scusate se sono sparito ma la navicella aliena su cui sono stato rinchiuso negli ultimi 12 mesi aveva il wifi che prendeva male, ora che sono tornato sulla terra avrei bisogno di ammorbarvi con ogni sorta di domanda per il prossimo viaggio"). Dai vediamo che cosa salta fuori12 punti
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@acfraine si dai bisogna sudarsele queste cariche Andiamo avanti... Diamo il benvenuto nello staff anche ad altre due persone: @Chiara_jk e @fraxnico che, credo meritatamente per il contributo che hanno dato al forum in questi anni, entrano anche loro nello staff di UOTR.11 punti
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complimenti a @federicama @micaela.zorec @Rossyrossy @fulmine @Lauretta83 @Monica405 @cap99 @Vale23 che grazie alla partecipazione al loro primo raduno diventano di diritto viola Ditemi pure se ho dimenticato amici, consorti, fratelli, sorelle e quant'altro11 punti
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18/11/2016 Breaking News Siamo stati selezionati, siamo nella squadra di basket dell'High School!!!!!!!! 😀🏀 A presto per gli aggiornamenti.11 punti
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Ci tengo a fare una precisazione perchè come sempre avviene in questi casi c'è qualcuno che si sente escluso o più meritevole di altri: 1) c'è posto per tutti quindi con l'impegno quotidiano non ci sarà alcun problema ad investire altri del titolo di guida 2) il punto che mi preme di più è questo perchè abbiamo voluto dare un taglio netto col passato quando le cariche erano spesso assegnate a vita e per amicizia, ci siamo presi dei mesi dopo UOTR 2.0 proprio per studiare un metodo per portare avanti le cariche e le promozioni che fosse il più possibile esente da contaminazioni dettate da simpatia, antipatia, gratitudine Abbiamo fissato dei paletti da rispettare e chi è rientrato in questi criteri è diventato guida, ci sarà una verifica periodica e come già detto la possibilità per altri perchè NOI più di tutti abbiamo bisogno di VOi e del vostro aiuto11 punti
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Intro Arrivederci, Madagascar. Questo è il titolo scelto da Paolo per il nostro diario ... così potete smettere subito di chiedervi se gli sia piaciuto e quanto sia disposto a tradire ancora gli amati USA in futuro per i posti sporchi, brutti e cattivi che piacciono a me Io sono stata in Uganda qualche anno fa, è un viaggio per molti versi simile, ma da Paolo stavolta non sapevo bene cosa aspettarmi ... della Namibia ci siamo innamorati perdutamente, tanto da metterla al primo posto tra i viaggi del cuore. Il Marocco, così pieno di contrasti, ci è piaciuto un sacco. Il Madagascar è un'altra Africa, una realtà diversa, un modo di viaggiare diverso, un mondo alieno e imprevedibile che desideravamo da tanto conoscere ma non era mai entrato veramente in lista per il costo proibitivo dei voli, mai sotto i mille euro a testa. E allora che ci facciamo a Fiumicino con le solite SCEMAGLIETTE, stavolta a tema lemuri? Il 17 gennaio 2019 siamo tornati dal Giappone formulando il fermissimo proposito di non comprare voli per un po' ... naturalmente eravamo entrambi in preda al panico: neanche un volo prenotato, neanche un aereoplanino piccolissimo da prendere, un orizzonte vuoto e desolato davanti a noi, il viaggione annuale già dietro le spalle Sciagura, disperazione, tristezza ... fino al 30 gennaio, quando QUALCUNA giocando con skyscanner si trova, tra i voli per OVUNQUE, un FCO-TNR a 462 euro a testa, un solo scalo, bellissimi orari ... oddio, la Kenya Airwys, sarà uno scassone da paura, peccato però, guarda Pandino, sarebbe un ottimo prezzo ... ah, dici che i 787 sono per forza nuovi? Eh sì, peccato davvero che non possiamo prenotare ... poi chissà quando mi danno le ferie, ho già preso due settimane per il Giappone, che peccato, poi figurati, costerà un patrimonio il giro laggiù, pipipì e popopò Davvero devo raccontarvi come è andata a finire? Con l'ultimo barlume di saggezza rimastoci, prima di strisciare l'Amex abbiamo chiesto qualche preventivo per il giro, illudendoci a vicenda sul fatto che sarebbe stato sicuramente fuori budget e avremmo potuto rinunciare con animo sereno. PURTROPPO non era fuori budget, ed eccoci felici proprietari di due biglietti Roma-Nairobi-Antananarivo il 5 febbraio. [Intervallo il racconto con qualche foto da cellulare in ordine sparsissimo per non annoiarvi troppo, quelle vere arriveranno con le prossime puntate ] Abbiamo deciso subito di rivolgerci a un'agenzia locale, perché penso che il turismo sia potenzialmente una grande opportunità per i Paesi in via di sviluppo se i soldi che il turista spende vanno realmente alla popolazione e non a qualche pur blasonato tour operator del primo mondo. A onor del vero, tanto per fare paragoni, abbiamo contattato anche una o due agenzie gestite da italiani, tra cui quella con cui è partito poco prima di noi il nostro amico Riccardo, ma trovandoli simpatici come la sabbia nelle mutande siamo infine serenamente approdati alla Madagascar Circuit Tours, la prima a risponderci, la meno insistente, la più pronta nell'adeguare il programma alle nostre esigenze e al dissuaderci dalle idee meno brillanti. Non è un viaggio semplice, non si può fare da soli (e questo era l'aspetto che più mi preoccupava per Paolo, che di certo non ama essere accompagnato), le strade sono terribili e comunque non è un Paese dove si possa girare senza conoscerlo e senza sapere come comportarsi, dove andare, come attraversare i fiumi e cosa assaggiare. E' un viaggio scomodo, sporco, polveroso, faticoso, pesante. E' un viaggio nel tempo, è un Paese che ci ha fatto il cuore a coriandoli e se li è tenuti laggiù. E' un viaggio che è volato tra una sterrata e un sorriso, tra un fossa e un baobab, tra un lemure e un pacco di biscotti regalato. E' un viaggio che chiede cuore e mente aperti, voglia di conoscere e di parlare, sensibilità e durezza insieme, perché il mondo non lo salvi da solo, ma quando sei là ... vorresti, e non puoi farti spezzare il cuore a ogni passo. Parliamo entrambi francese, e Paolo lo capisce anche ^^ così scegliere una guida locale non è stato un problema. Il tour è stato benissimo organizzato da Nirina e ancor meglio gestito da Petit, il nostro fantastico autista dal nome impronunciabile e lunghissimo, che è stato il nostro angelo custode e il nostro amico per i sedici giorni di una convivenza che poteva rivelarsi difficile ed è stata invece leggerissima. Non sapevamo bene cosa inserire nel giro, le uniche certezze erano lemuri e baobab, abbiamo studiato un po' e alla fine abbiamo aggiustato il primo itinerario proposto tagliando e cucendo a nostra misura. Ne è uscito un giro affrontabile, certo non leggero fisicamente, ma rifaremmo ogni singolo passo e ogni singolo giro di ruota. Abbiamo conosciuto persone bellissime, abbiamo chiacchierato con tutti, abbiamo giocato con i bambini e sorriso con gli adulti. Abbiamo ascoltato storie bellissime e strazianti, conosciuto la speranza e la rassegnazione, ci siamo innamorati di un popolo mite e sorridente che ai nostri occhi merita tutto il bene del mondo. Un po' di numeri . 962 euro in due per il volo (abbiamo esitato e il prezzo è salito, ma poco) . 1365 euro a testa per 15 pernottamenti, quasi tutte le colazioni, l'autista/guida (con relativi vitto e alloggi), tutti gli ingressi e le guide . 2,93 euro in tre compresa la mancia per il pasto meno costoso . 34 euro in due per la cena più cara . 2 passaggi dalle suorine di Betafo . 1 valigia smarrita e poi felicemente ritrovata . 3000 chilometri percorsi, a spanne . 5 gli anni passati pucciosamente insieme . svariate centinaia i sorrisi che ci portiamo nel cuore . 4000 ariary circa il cambio con 1 euro . 5 i pallocchi di fuagrà che si è pappato maritone sotto il mio sguardo inorridito . non contati i pesci, le carni e i frutti assaggiati per la prima volta Questo è l'itinerario finale, ora lascio la parola a Paolo che oltre a dare inizio al diario vero e proprio aggiungerà tutto quello che mi sono dimenticata tra una ciancia inutile e l'altra 17 agosto: FCO - Antananarivo 18 agosto: Antanananarivo 19 agosto: Antanananarivo - Ampefy 20 agosto: Ampefy - Antsirabe 21 agosto: Antsirabe - Morondava 22 agosto: Morondava - Kirindy Forest 23 agosto: Kirindy Forest - Bekopaka (e cinque anni insieme!) 24 agosto: Bekopaka 25 agosto: Bekopaka - Morondava 26 agosto: Morondava - Ambositra 27 agosto: Ambositra 28 agosto: Ambositra - Andasibe 29 agosto: Andasibe 30 agosto: Andasibe - Palmarium Reserve Manambato 31 agosto: Palmarium Reserve 1 settembre: Palmarium Reserve Manambato - Antananarivo 2 settembre: Antananarivo - FCO Non è un viaggio lineare a causa dello stato delle strade, o della mancanza di strade, spesso bisogna ritornare sui propri passi, non è possibile fare un giro ad anello. Qualcuno potrebbe trovarlo noioso, io invece ho amato tornare negli stessi posti con una luce diversa, ritrovare una costruzione familiare, rivedere al tramonto una strada percorsa al mattino. "Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito." Non saprei trovare parole migliori di quelle di Saramago per raccontarvi cosa mi ha lasciato questo Paese: una gran voglia di tornarci. Ciao Mada, a presto.10 punti
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12 agosto: Boteti River - Ntwentwe Pan Sonno profondo stanotte al fresco del Boteti River Camp, ci svegliamo ben ricampati e molto affamati, solite sghignazzate dei locali quando tentiamo di usare le 2 sole parole che conosciamo in Setswana, una delle lingue ufficiali del Botswana! Sì, perché come forma di rispetto cerchiamo sempre di imparare almeno "Salve" e "Grazie", in questo caso sono dumela e kealeboga, seguiti da "Rra" se ci si rivolge ad un uomo e da "Mma" se invece si parla ad una donna. La nostra pronuncia deve essere davvero terrificante a giudicare dalle loro risate! Non siamo gli unici affamati, ecco che ricompare il gatto grigio di ieri sera, che stamattina si è portato l'amico per scroccarci almeno un po' di colazione... Il grigio è molto più propositivo e praticamente fa il giro dei tavoli, il roscio, sta lì, ti guarda, ti giudica e ti fa sentire in colpa. Oggi percorreremo circa 200 km per arrivare al Gweta Lodge, scegliamo la strada più lunga, che però è tutta asfaltata e non prevede guadi... oddio, co 'sto secco de acqua ce n'è poca, ma dove non c'è acqua, c'è sabbia e decidiamo di soprassedere per il momento. La strada passa molto vicina alla zona diamantifera, dove solo pochi giorni dopo il nostro passaggio viene trovato questo sassolino: Un diamante di 2492 carati! I diamanti sono appunto una delle voci commerciali all'attivo per il Botswana, con 2 grosse compagnie attive che versano una consistente fetta dei guadagni all'amministrazione, la Debswana e la Lucara... la zona estrattiva è anche abbastanza limitata, ma i risultati sono davvero notevoli, visto che solo qualche anno fa ne avevano estratto uno da quasi 1800 carati. Quelle cicatrici che si vedono nella mappa sono le miniere di diamanti. Passata Mopipi, è arrivato il momento tanto temuto da Barbara... La guida del bestione, più grosso della nostra cameretta, più alto dell'armadio, in confronto la sua Kia Picanto pare una macchina Bburago... Si issa al posto di comando dopo aver lanciato quello che pare un grido di guerra, ma forse è solo artrite, regola il sedile, regola gli specchietti e via, si parte!!! Fino a questo momento, abbiamo incrociato solo poche macchine, mucche, asini, cavalli e capre, ma appena Barbara raggiunge la velocità di crociera, ecco spuntare uno struzzo, poi un altro, qualche zebra e infine, gli elefanti!!! Naturalmente non mancano i camion, che sono diventati improvvisamente più frequenti... Nonostante il terrore, guida per un centinaio di km, quando mi rende il comando del transatlantico, forse adesso il mostro le fa un po' meno paura! Mangiamo una crema di broccoli e un paio di sandwich al ristorante del Gweta Lodge, l'auto resterà parcheggiata qui per stanotte, tra poco ci attende il nostro autista per l'avventura di stanotte! Ci siamo preparati un bagaglio minimal con dentro pigiami, asciugamano in microfibra, ciabatte, beauty case... col senno di poi, ci sarebbe bastato lo spazzolino e il dentifricio, carichiamo i cavalletti, gli zaini e siamo pronti. Con noi c'è una famiglia anglo-austriaca, i genitori sono molto simpatici, i 2 figli hanno detto forse 4 parole, prima tappa il baobab, un albero con un'età stimata di 1500 anni davvero maestoso, che emana un'energia che solo questi giganti della natura riescono a dare. Non lo sapevamo, ma in Botswana ci sono tanti baobab, sparsi un po' ovunque sul territorio, sono degli alberi bellissimi, ma che in questo periodo perdono le foglie. Sì, perché siamo al culmine della stagione asciutta, vedremo tantissimi alberi spogli o con un foliage che non ha nulla da invidiare a quello del nord est americano. Il Botswana è anche il paese con il maggior numero di elefanti in Africa e sono davvero ovunque! Ma questa zona è famosa per un altro abitante della savana... il suricato! Questa famiglia vive tra le fattorie e si è abituata agli essere umani, si lasciano avvicinare, ma restano sempre all'erta anche se si mettono in posa per noi. Non hanno proprio l'espressione da primi della classe, ma sono fantastici! Il sole scende rapidamente ed è ora della prossima tappa, il Pan! Cos'è il Pan? Non è altro che il fondo del lago effimero che si forma qui durante la stagione delle piogge, un lago che non supera i 60cm di profondità, ma che è sufficiente a dare da bere alle greggi e alle coltivazioni dell'area, visto che il sottosuolo è ricco d'acqua. Per la maggior parte dell'anno invece è una piana salata, che scricchiola sotto le ruote. https://youtu.be/YLVlssTwUtE Il tramonto sul Pan è un'esperienza incredibile. Uno spettacolo che ci lascia senza parole, il sole si riflette sulla crosta salata e su quella che sembra una nebbiolina bassa, ma è la polvere che galleggia in aria. Il cielo si incendia e il sole scende giù, velocissimo, ma grazie al filtro dell'atmosfera e del pulviscolo, nella seconda foto si vedono anche le macchie solari. Salutiamo il sole e raggiungiamo il punto del nostro "hotel" per stanotte, direttamente al centro di una spianata di 12000 kmq completamente asciutta. I ragazzi preparano la cena, accendono il fuoco e organizzano il bivacco... dei materassi a terra con doppio lenzuolo e tripla coperta e ci servirà tutta! Foto del mattino dopo... era troppo buio per scattare la sera! A cena facciamo il bis della crema di broccoli del pranzo, più del riso ed uno spezzatino, tutto davvero ottimo e lo accompagniamo con del Savannah Dry, la bevanda preferita di questo lato di mondo! Ma lo spettacolo arriva dopo cena, il cielo diventa la casa di milioni di stelle, con un baffo di Via Lattea parzialmente cancellato dalla luna a metà che un po' ci rovina lo spettacolo. Quel piccolo cubo con 2 lucine in basso in questa foto non è altro che il nostro bagno per stanotte!!! Si è fatta l'ora di andare a letto, fa freddo e si dorme vestiti, pigiami ed asciugamano si sono fatti una gita senza motivo, ci infiliamo il berretto, appoggiamo la testa sul cuscino e ci addormentiamo in questo hotel a 5 milioni di stelle.10 punti
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8 e 9 agosto 2024 (Roma - Mokopane) Sicuramente partire con il volo delle 15.05 ti evita una levataccia, ma non vedo altri vantaggi: abbiamo ciondolato in casa fino alle 11, io con la sindrome della Cenerentola Psicopatica, poi abbiamo ciondolato a Fiumicino, poi abbiamo ciondolato sul volo per Zurigo - puntualissimo per la prima volta da giorni, sì, ho anche la sindrome del Controllore di Volo Psicopatico - e infine abbiamo ciondolato per tutte e cinque le ore di scalo a Zurigo Ma ciondoliamo felici, a parte gli orrendi sensi di colpa nel confronti del baffuto trio di innocenti che lasciamo a casa tra pianti e alti lai, con le nostre magliette sceme che tanto successo avranno a destinazione e la felpa (pure!) che ormai sfiniti dal caldo torrido di quest'ultimo mese romano non vediamo l'ora di indossare, visto che in Botswana è pieno inverno Anche il volo per Johannesburg è puntuale, tutto va liscio, dall'immigration (che la povera sordina supera d'un balzo lasciandosi dietro almeno un paio d'ore di coda grazie alla corsia preferenziale ) al ritiro bagagli che arrivano quasi subito e tutti insieme, forse un tantino "molto individuabili" ma sempre felicissimi di rivederci. La cosa più degna di nota di tutto il viaggio, a parte la cena tristissima e vagamente ospedaliera nella lounge di Zurigo, è il fatto che i passeggeri del volo notturno per Johannesburg invece di cercare di addormentarsi contando le pecore contavano i miei giretti a far pipì Abbiamo volato con Swiss per la prima volta, veramente ottima, ma avendo acquistato con LufthANSIA veniamo perseguitati dai messaggini della app a partire da 24 ore prima della partenza, neanche il mio ex un po' stalker mi scriveva così spesso ... ammetto però di aver apprezzato gli aggiornamenti sul destino delle valigie, anche se non ci ho creduto mai fino in fondo Alle 10.24 del 9 agosto, a meno di un'ora dal momento in cui abbiamo toccato il suolo sudafricano, eravamo ai piedi della statua di Oliver R. Tambo nella lounge arrivi, addirittura prima dell'omino del noleggio! Ci aspettavamo di dover andare a ritirare l'auto in periferia, come a Windhoek sei anni fa, invece la nostra utilitaria ci aspettava direttamente in aeroporto, e dopo una quarantina di minuti di briefing e spiegazioni assortite su frigo, ruota di scorta (ma non quelle che ci sarebbero poi servite davvero ), doppio serbatoio e quant'altro veniamo spediti nel traffico infernale di Johannesburg. La cara bestiola porta, sui documenti e sul posteriore, il pomposo ma apparentemente non inadeguato nome di Night Owl ... sulle prime pensiamo che non sia il caso di ribattezzarla, dopotutto cotanto appellativo ci sembra meno irrispettoso dei vari Mostro, Gloria, Schifomobile, Bruttomobilina appioppati nel corso dei viaggi precedenti ai rispettivi cocchi ... ma nel giro di pochi giorni ci ricrediamo, e la nostra bella arriverà a destinazione con il poco glorioso ma calzante epiteto di Miss Sphiggy. Per darvi un'idea delle minuscole dimensioni della piccina, vi anticipo una mia indianapippesca immagine accanto a lei. Io sono quella col culone alta 1.65, lei è l'altra Come al solito Paolo sembra nato con il volante in mano, non importa da che lato si guidi, come sia il cambio, quanto traffico si trovi, tempo cinque minuti e sembra che abbia sempre fatto il camionista. Resterà in lite fino alla fine con tergicristalli e frecce, ma per compensare nei cinque giorni da che siamo tornati non ne ha azzeccata una manco qua Poteva davvero andare tutto così liscio? certo che no, of course. Al noleggio ci avevano garantito, giurando sulla testa dei figli e sacrificando un capretto come pegno di verità, che avremmo potuto tranquillamente usare la nostra Visa per pagare i pedaggi autostradali (ci sono caselli messi a caso ogni tot chilometri, a tariffa fissa, di solito pochi spicci), e io gnucca gli ho dato retta e non ho prelevato un singolo misero rand in aeroporto "tanto in Sudafrica ci stiamo cinque minuti, abbiamo cena e colazione pagate, al supermercato paghiamo con la carta, ho avvisato la banca e funziona sicuro". Al primo casello non riescono ad addebitare le nostre carte, pensiamo a un malfunzionamento del pos con entrambe, accettiamo l'aiuto di un'anima buona del pulmino di canterini dietro di noi che ci regala il pedaggio di circa un euro (ma noi insistiamo perché ne accetti cinque e se li vada a cambiare alla nostra salute) ma al secondo ... tragedia. Il casellante ci spiega in un inglese abbastanza esotico che certo che si può pagare con la Visa. Sudafricana. E anche con la Mastercard. Sudafricana. Mortacciloro. E che c'è un casello ogni due metri. Ri mortacciloro. Non c'è verso di farci cambiare una decina di euro da nessuno nè di pagare in euro o dollari, ci fanno fare inversione e ci dicono di aspettare a lato strada che poi forse passa la polizia e forse ce li cambiano loro, gli euro. O almeno così ci pare di capire, visto che non siamo lucidissimi e non lo è neanche l'inglese del nostro nuovo amico casellante. Aspettiamo un pochino senza sapere cosa fare, Paolo fa un altro vano tentativo con un paio di camionisti di passaggio e alla fine ci rompiamo le balle e gli dico di impostare il Garmin su un percorso senza pedaggio, torniamo indietro, appena possibile usciamo e al momento di pagare qualcosa mi inventerò, magari una bella scena madre, e poi andremo a prelevare. Da scemi non abbiamo pensato che se i caselli sono lungo il percorso e non sugli svincoli in entrata non ci sono neanche sugli svincoli in uscita, e quando dopo qualche chilometro imbocchiamo il primo e ci troviamo in centro nel ridente paesello di Hammanskraal, il sollievo è palpabile a Pandonia, anche se la coppia imperiale un pochino scema ci si sente. Vagando un po' ad caxxum finiamo in un centro commerciale moderno che ricorda vagamente l'outlet all'aperto di Las Vegas (sono seria, giuro) con accanto un mercato di bancarelle decisamente più africane Siamo gli unici bianchi nel raggio di chilometri, credo, ma nessuno ci considera minimamente, se non un solerte omino che al parcheggio si offre di fare la guardia alla Sphiggy come se fosse sua. C'è una sfilza di sportelli bancari, io scelgo la Standard Chartered perché la conosco e naturalmente pesco l'ATM che ha finito i contanti e mi dà solo 400 rand, una ventina di euro, Paolo prende una banca africana a caso e torna ricco come Creso sventolandomi sotto il naso una mazzetta di banconote. A quel punto, rasserenati anche dal fatto che le carte funzionano, ci accorgiamo di avere fame (e prendiamo un paio di ottime pastry, la mia con il pollo e la sua con manzo e rognoni, a meno di 4 euro comprese due bottiglie d'acqua) e che ci scappa la pipì, e nei rispettivi pulitissimi bagni troviamo oltre alla carta igienica a pacchi anche una bella prova di intelligenza. L'AIDS a queste latitudini miete purtroppo ancora tantissime vittime e questa campagna di prevenzione mi sembra veramente una cosa bella e importante. Facciamo felice il nostro amico parcheggiatore che sta amoreggiando con la Sphiggy con una mancia di un paio di euro - che a quanto pare è una cosa esagerata visto che si mette praticamente a ballare - e riprendiamo la strada fino a Mokopane, dove ci aspetta la nostra bellissima stanza all'Oryx B&B, prenotato per conto nostro su Booking con cena e colazione. Più che una stanza è un appartamento, enorme e molto bello, soprattutto se piace il genere "a tema", con tanto di cucina completa, accessori di ogni tipo e un bagno nella finta capanna dentro la stanza, che ha un soffitto assurdamente alto. Purtroppo stasera hanno qualche problema con la cena e ci dicono che ci daranno un voucher per andare a mangiare in uno dei posti che ci consigliano ... il voucher sono 500 rand in contanti Ci rimettiamo in sesto e usciamo per una gita alla SPAR (dove compilo la lista degli acquisti per il ritorno visto che adoriamo riportarci a casa la qualunque in schifezze alimentari e dormiremo qui anche l'ultima notte prima del volo, che ci sembra molto molto lontana), e per una cena al pub a orario indecoroso. (qui abbiamo parcheggiato davanti al pub e il sole oggi è tramontato alle 17.44, fate voi) Indecorosa anche la figura ... filetto, 195 rand, costata 220 rand. Poi, beh, è un po' caro ma con la carne ci sta, prendo anche un calice di cabernet e Paolo uno di pinotage a 225 rand ciascuno, costa come in Italia ma siamo stanchi e affamati e un brindisi al nostro viaggio ci sta tutto. I calici: Inizialmente non capisco come mai la fanciulla del pub ci lasci due intere bottiglie appena aperte invece di versarci il vino, penso che forse fanno il conto alla fine a seconda del numero di calici che ti sei scolato ... poi, colpita da un pensiero inquietante, quando arriva la ciccia chiedo con voce tremula: mi scusi ... abbiamo ordinato due bottiglie, per caso? e la fanciulla, con faccia da poker che cela un ghigno malvagio: certo che sì, madame. Ebbene, le adottiamo e dopo l'ottima cena le portiamo amorevolmente con noi, orfane solo del misero goccio che abbiamo bevuto, ci faranno compagnia a lungo e piacevolmente durante i nostri tramonti africani Ci accordiamo con i padroni di casa perché ci preparino il pacchetto colazione per le sei visto che vogliamo partire presto per il posto di confine a poco più di due ore da qui e non ci va di perdere troppo tempo, e ce ne andiamo a svenire nel comodissimo lettone dove chiuderemo questa prima lunghissima giornata cadendo all'istante in un sonno di piombo. In generale la prima impressione è ... molto Sud e poco Africa, per il momento non siamo colpiti (ma non vediamo l'ora di entrare in Botswana), il cielo è bigio come in Padania e i campi sono solo un po' più secchi, Mokopane sembra una Kanab che ci ha creduto - infatti qua i lampioni funzionano tutti ed è parecchio più illuminata - e la cassiera del supermercato si entusiasma per le nostre magliette come in un sacco di altri posti al mondo ... la scemitudine non ha latitudine10 punti
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Mah, a me l'Africa non ispira tanto... Fu la risposta che diedi ad una giovane Mouette che a maggio 2014 mi raccontò che stava per andare in Uganda... Di acqua ne è passata sotto i ponti, la giovane Mouette è stata impandata, da quasi 5 anni e io sono qui a raccontarvi il nostro 4° viaggio in Africa, perché sì, non mi ispirava tanto, ma le idee sono fatte per essere cambiate, no? Questo viaggio comincia a maggio scorso, quando un'innocua domanda a Julius, il tour operator locale a cui si era rivolta Barbara nel 2014, si trasforma nell'embrione del nostro viaggio invernale... "Gennaio è un buon mese per l'Uganda?" "Perfetto, è finita la stagione delle piogge e si sta bene!" Controlliamo un po' i voli e la Qatar ci offre un Roma - Doha - Entebbe ad un prezzo accettabile, poco più di 600€ a persona, dal 3 al 14 gennaio... ci pensiamo quei 4 o 5 nanosecondi e via, volo preso! Un po' di mail scambiate con Julius e alla fine l'itinerario è questo: 01 03.01 FCO -EBB 02 04.01 Arrivo a EBB - Sorgenti del Nilo - Jinja 03 05.01 Jinja - Ziwa Rhino Sanctuary - Murchinson Falls 04 06.01 Murchinson Falls 05 07.01 Murchinson Falls - Tea Plantations - Kibale 06 08.01 Kibale - chimpazee track - Queen Elizabeth NP 07 09.01 Queen Elizabeth NP - Kazinga Channel 08 10.01 Queen Elizabeth - Kisoro 09 11.01 Kisoro - Bwindi Impenetrable Forest - Gorilla 10 12.01 Kisoro - Lake Bunyonyi - Lake Mburo 11 13.01 Lake Mburo - Mabamba Swamp 12 14.01 Lake Mburo - EBB - volo A ottobre poi, una serie di sorprese... 2 amici, Marco e Sabrina, da qui in poi identificati come "Balzi" (No, niente parentesi quadre stavolta, sono viaggiatori anche loro), si aggiungono al nostro viaggio e acquistano il biglietto, 2 giorni dopo, la Qatar ci annuncia che il volo di andata è stato cancellato 😑😑😑😑. Il volo non c'è più, o si arriva il 5 oppure si parte il giorno precedente, il 2, con arrivo ad Entebbe alle 6 del mattino. L'opzione "giorno successivo" non è nemmeno presa in considerazione, cambiare compagnia aerea costa davvero troppo e ci tocca allungare il viaggio di un giorno. E per fortuna! Perché quei simpaticoni della Qatar ci hanno anticipato l'orario di partenza, dalle 18:30 alle 18, alle 17:45 e per finire, il 19 dicembre, a 2 settimane dal viaggio, alle 17:05, cosa che ci avrebbe reso impossibile visitare le Mabamba Swamp al mattino. Alla fine, l'itinerario è stato il seguente: 2-Jan Mon Roma - Doha - Entebbe 3-Jan Tue Entebbe - Mabamba Swamp 4-Jan Wed Entebbe - Jinja 5-Jan Thu Jinja - Fort Murchison 6-Jan Fri Murchison Falls 7-Jan Sat Fort Murchison - Fort Portal 8-Jan Sun Fort Portal - Kibale 9-Jan Mon Queen Elizabeth National Park 10-Jan Tue Kibale - Kisoro 11-Jan Wed Mgahinga National Park 12-Jan Thu Kisoro - Lake Bunyoni 13-Jan Fri Lake Bunyoni - Lake Mburo 14-Jan Sat Lake Mburo - Entebbe - volo Abbiamo il nostro logo... Anzi, 2! E finalmente... 2-3 Gennaio 2023 Alle 12:15 usciamo di casa dopo aver salutato i gatti (incazzati come non mai), direzione Fiumicino! Fila business, pranzo con un carissimo pezzo di pizza, imbarco prioritario e con qualche minuto di ritardo, partiamo verso Doha. Ritardo che recuperiamo in volo e riaccumuliamo a Doha, visto che lo sbarco avviene con il bus e siamo costretti a rifare i controlli di sicurezza. Confermo la mia idea su Doha, lo so, ho dei pregiudizi su quest'area, ma, come per i mondiali di calcio, il titolo di "miglior aeroporto del mondo" l'hanno pagato... Qui ci ricongiungiamo con i Balzi, che avevano un volo precedente e che ne hanno approfittato per fare un giro a Doha, viste le dimensioni di questo aeroporto ci incontriamo direttamente al gate e ci imbarchiamo all'una di notte. Questa volta però il ritardo è consistente, più di un'ora, per attendere i passeggeri di altri voli in ritardo... in effetti il volo per Entebbe non c'è tutti i giorni... Dormicchiamo un po', alle 5:30 ci servono la colazione e poco dopo iniziamo la nostra discesa verso Entebbe, e dal finestrino si vede un grosso temporale all'orizzonte, che per fortuna, se ne va da qualche altra parte! Atterriamo quasi in orario, alle 7, sistemiamo la parte burocratica, con il primo visto del passaporto nuovo, controllo sanitario per le vaccinazioni Covid e Febbre Gialla, ritiriamo le nostre valigie (per fortuna ci sono tutte!) e siamo pronti ad incontrare il nostro autista! Per la verità si fa attendere un po', ma quando arriva, Robert ci porta verso il suo Toyota Hiace, un van con un po' di km, 4 ruote motrici e gomme rinforzate... tutto quello che serve per un viaggio in Uganda! Prima tappa, l'hotel che ci ospiterà questa notte... dopo quasi 24 ore di viaggio, puzziamo come capre e abbiamo urgentemente bisogno di una doccia! Decidiamo di ottimizzare i tempi e io e Sabrina, accompagnati da Robert, facciamo un salto a cambiare un po' di soldi (300€ = 1140000 Scellini, cambio più o meno costante a 3800 UGX x 1€) e a prendere una scheda Sim, che ci permetterà di restare in contatto con casa. Visto come guidano, meglio identificare bene le auto della scuola guida!!! Puliti e profumati, alle 10 partiamo in direzione delle Mabamba Swamp, la strada che facciamo prevede una traversata in ferry, che però a quest'ora è parecchio affollato. Nessun problema, tutto intorno c'è un animato e colorato mercato e ne approfittiamo per passare un paio d'ore a comprare acqua, frutta coloratissima, biscotti, a far ridere (e piangere) un po' di bimbi e soprattutto, a scattare foto! Nelle ultime 2 foto, due volatili un po' diversi tra loro... un Mig-29 che ci è passato più volte sulla testa e il primo degli innumerevoli kingfisher black and white, il martin pescatore! Quando completiamo la traversata, è ormai ora di pranzo e ci fermiamo allo Nkima Forest Lodge, dove facciamo il nostro primo incontro con una costante dei nostri pranzi/cene in giro... la zuppa! Questa volta è una zuppa al pomodoro, seguita dalla tilapia del Lago Vittoria, un'insalata cetrioli e zenzero e una versione light del coleslaw, senza maionese. Ma quando stiamo per ripartire, il nostro Aiace non ha nessuna voglia di avviarsi, ma niente panico, Robert fa un paio di telefonate e in pochi minuti arriva la guida delle Mabamba Swamp, con la sua auto, una toyota che ha visto tempi molto migliori, con tanto di tappeto peloso sul cruscotto e in pochi minuti siamo all'imbarco! La gita nelle Swamp è fantastica, si viaggia lentamente su una barca a motore tra i canali, vediamo tantissimi uccelli, soprattutto aironi, ma il più ricercato è lui, il Malachite Kingfisher! Questi sono soprannominati Jesus Bird, li avevamo visti, praticamente uguali, in Florida, qui abbiamo la possibilità di avvicinarci tantissimo! Ma il più ricercato del parco è lui... il becco a scarpa! Certo, avere un mocassino al posto del naso non lo rende l'uccello più bello e aggraziato del mondo, ma è fantastico, sembra quasi un animale preistorico. Ci fermiamo qualche minuto a guardarlo, ma poi il meteo decide per noi, c'è qualche tuono in lontananza, cominciamo a sentire qualche goccia e cominciamo a tornare verso l'approdo, passando ancora tra le ninfee e i papiri che caratterizzano questo parco. Ancora Kingfisher, non ci si stanca mai a fotografarli! Quando ci avviciniamo, eccolo lì, c'è Robert con Aiace! Il guasto è presto spiegato, c'era poco carburante e con il van parcheggiato in salita, la pompa non pescava... è bastato fare il pieno e siamo pronti per l'avventura! Purtroppo, quei pochi minuti di ritardo sulla partenza ci fanno perdere l'ultimo traghetto e siamo costretti a fare un lungo giro via terra, tra paesaggi stupendi e lunghi tratti sulle strade sterrate. Birra e cena ottime in hotel, ma siamo praticamente sfatti, alle 9 ci infiliamo a letto, faccio appena in tempo a scrivere gli appunti del giorno e ... RONF!10 punti
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Eccomi qua con un nuovo diario, finalmente ce l'ho fatta ad iniziarlo Quanto mi fa strano però non scrivere nella sezione West!! Un anno fa, qualcosa tipo 5 secondi dopo essere scesa dall’aereo, iniziavo a pensare a dove sarebbe stato il nostro prossimo viaggio estivo. Le idee erano, come sempre, tantissime: Bali, Thailandia, Cambogia e USA. Potevano forse mancare i miei amati Stati Uniti nelle idee di viaggio? Ovviamente no!! Stavolta però sapevo che tornare negli USA sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile. Luca voleva cambiare meta e, anche da parte mia, c’era la voglia di visitare qualche altro continente. Ok ma…quale? Guardo un po' di mete ma i voli sono alle stelle. Più passano i giorni poi più inizia a tornarmi la voglia di andare, un'altra volta, negli Stati Uniti. No Giò, non ti lusingare, non farlo!! Stavolta Luca ti ammazza se gli proponi di tornare un'altra volta in America!! Riesco a trattenermi e, per farmi venire qualche idea, inizio a leggere i diari di viaggio. Provo a stare lontana dalla sezione USA e ad aprire solo quelli degli altri continenti. Vediamo un po', cosa potrei leggere? Asia, Americhe, Oceania, Europa. Africa no, quella proprio non mi ispira. Luca va spesso in Kenya per lavoro e, ogni suo tentativo di farmi andare in Africa, è sempre fallito miseramente. Nel frattempo esce un volo per Seattle a poco più di 350€ da Venezia, proprio per quelle che sarebbero le nostre eventuali date. Ho una voglia matta di tirare fuori la carta di credito e cliccare su acquista ma so già che finirei per litigare con Luca quindi sono costretta a legarmi le mani. Quando glielo dico mi risponde che ho fatto bene a non comprarlo, altrimenti sarei andata da sola. “Ma Peruz, era un volo per Seattle a 350 euro!!!” “Avrebbe anche potuto essere gratis, io in America quest’anno non ci torno”. Ed è così che anche le mie più piccole speranze vanno in fumo e mi convinco a cercare seriamente una meta alternativa. Un giorno, mentre navigo sul forum, la mia attenzione viene catturata da un diario di viaggio che non parla di America ma di Africa. E’ quello di @pandathegreat e @mouette, dal titolo Namibia on the road. L'Africa la snobbo da sempre ma i loro diari mi piacciono tanto quindi decido di leggerlo lo stesso. Più leggo e più mi convinco che la Namibia potrebbe davvero piacermi. Luca è in Kenya e, quando per telefono glielo accenno, pensa lo stia prendendo in giro. “Tu? In Africa? Certo Giò, guarda che non ti crede nessuno!!!” Il tempo passa, lui torna a casa, e io continuo a leggere le avventure di @pandathegreat e @mouette. Ad ogni giornata pubblicata la mia voglia di andare in Namibia cresce sempre di più e, ad ottobre, sono piuttosto convinta. “Luca, ma allora che ne dici se andiamo in Namibia quest’estate?” Lui mi guarda di traverso, probabilmente chiedendosi cosa avessi fumato. “Come mai improvvisamente vuoi andare in Africa? Hai preso una botta in testa?” Ma no, ti giuro che sono serissima!!! Era ottobre e il discorso è morto cosi’, con Luca convinto che avrei cambiato idea. Insomma, com’era possibile che io volessi andare in Africa? Poi, in una domenica di inizio dicembre, lui ridendo mi chiede se allora sono ancora convinta di andare in Namibia questa estate. Io gli rispondo di si ma che, in realtà, mi piacerebbe davvero anche tornare negli USA. E’ in quel momento, quando sente nominare la parola USA un’altra volta, che il nostro viaggio in Namibia diventa realtà. Non vogliamo prenderci tardi quindi a dicembre decidiamo di prenotare voli e hotel. Purtroppo ci è subito chiaro che la Namibia ha dei costi folli e, quando mi faccio un preventivo personalizzato comprensivo di volo, auto ed hotel per poco non faccio un infarto. Ma che roba è?! Questi non stanno bene!! I lodge costano in media 150€ a notte a persona, arrivando a picchi di 250€ a notte a persona. E pensare che l’anno scorso mi sembrava caro Yellowstone con i suoi 175$ a notte e a stanza per dormire all’interno del parco… non mi lamenterò mai più dei costi negli USA, lo giuro. La macchina ha un costo altrettanto folle, circa 1700€ per 17 giorni di noleggio. Il risultato è che, la cifra finale sul mio foglio excel, supera i 3000 euro a persona soltanto di costi fissi quali volo hotel e auto. A questa cifra bisogna poi aggiungere tutti gli extra. Eh no, io tutti quei soldi per andare in Africa non li spendo manco morta. Lo dico a Luca e lui concorda con me, sono decisamente troppi soldi. Improvvisamente però si fa pensieroso ed io inizio a preoccuparmi. Quale idea malefica starà partorendo? Alza la testa e, con gli occhi che brillano, mi comunica che ha avuto un’idea geniale: andiamo in tenda!!! Lo trafiggo con lo sguardo. “Io in tenda? Ma mi ci vedi? Odio il campeggio, ti pare che vado in Africa in tenda? Non ci penso proprio!!” Lui tenta di convincermi ma non c’è verso, io in Namibia in tenda non ci vado. Li di notte ad Agosto fa freddo ed io voglio avere il mio bagno. Provo allora a pensare ad un’alternativa che ci permetta di fare ugualmente questo viaggio e mi viene in mente una soluzione intermedia, il camper. Costa 1800 euro ma ci permetterà di abbattere il costo dei lodge. Camper sia!!! A Natale Babbo Luca mi fa un regalo e sotto l’albero trovo il biglietto per Windhoek. Avrà voluto assicurarsi che non cambiassi idea? Probabilmente si ma va bene lo stesso, sono felicissima, ad agosto si va in Namibia! Prenoto tutto da me sui siti ufficiali e alla fine l’itinerario diventa questo: 12-13 agosto: Venezia – Windohek 14 agosto: Windhoek – Deserto del Kalahari 15 agosto: Deserto del Kalahari – Fish River Canyon 16 agosto: Fish River Canyon – Luderitz 17 agosto: Luderitz – D707 18 agosto: D707 – Sesriem 19 agosto: Sesriem 20 agosto: Sesriem – Swakopmund 21 agosto: Swakopmund 22 agosto: Swakopmund – Spitzkoppe – Twyfelfontein 23 agosto: Twfelfontein – Palmwag 24 agosto: Palmwag – Etosha 25 agosto: Etosha 26 agosto: Etosha 27 agosto: Etosha – Waterberg 28 agosto: Waterberg – Windhoek 29 agosto: Windhoek – Doha 30 agosto: Doha 31 agosto: Doha - Venezia E’ stato un viaggio meraviglioso e pieno di emozioni ma anche molto impegnativo. Fare campeggio è molto diverso dal dormire comodamente in hotel e le strade sterrate della Namibia non ci hanno aiutato. La sabbia entrava nel camper e, ogni giorno, dovevamo ripulire tutte le nostre cose dallo strato di sabbia che le ricopriva. Siamo tornati a casa più stanchi di prima, guardandoci negli occhi e promettendoci che non avremmo mai più campeggiato in Africa. Tuttavia è stata una esperienza diversa che ricorderemo per sempre, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Ecco, soltanto una però, adesso io ho già dato!! Cosa mi è piaciuto e cosa no? Ho adorato Luderitz e Swakopmund. Non avevo grandi aspettative su queste due località costiere invece sono state la sorpresa del viaggio. A Luderitz ho assistito al più bel tramonto della mia vita, talmente bello da battere perfino quello nei parchi americani. Sorprendentemente mi è piaciuto tanto anche il safari. E’ iniziato male dato che il primo giorno, non vedendo assolutamente nulla, avrei voluto suicidarmi dalla noia. Menomale che poi la situazione è migliorata ed Etosha ci ha regalato avvistamenti incredibili e giornate bellissime. La più grande delusione del viaggio invece è stata sicuramente la zona di Palmwag, poco interessante sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello degli avvistamenti. Meglio l’Africa o l’America? Eccola qua, la domanda più gettonata al nostro ritorno. Non so perché ma, la stragrande maggioranza delle persone, è convinta che l’Africa sia più bella, anche se non ha mai visto nessuna delle 2. E’ per questo che, quando mi chiedono se è meglio l’Africa o l’America, non voglio passare sempre per quella fissata con gli USA e la mia risposta è molto neutra: sono due cose completamente diverse, non sono paragonabili. Di solito la maggioranza delle persone non approfondisce e non mi chiede cosa ne penso davvero, convinti che io non voglia ammettere che in realtà l’Africa mi è piaciuta più dell’America. Qui però posso dire la verità visto che siamo su un forum che parla di USA. La verità è che, per me, non c’è proprio confronto. Gli USA battono l’Africa su quasi tutti i fronti: quello paesaggistico, quello umano, quello delle emozioni. Su cosa l’Africa è nettamente superiore invece? Il cielo stellato e i tramonti. Ecco, i tramonti africani non li dimenticherò mai e per me, da soli, valgono il viaggio. La Namibia ci è piaciuta tantissimo, è un paese bellissimo che ci ha regalato una vacanza splendida. L’america però è un’altra storia tanto che, ne io ne Luca, siamo tornati a casa col mal d’Africa. Il mio mal d’America invece è sempre li e dubito che se ne andrà tanto presto. Ma basta parlare di America, che questo è un diario sulla Namibia!! Vi auguro buona lettura e spero di riuscire a finirlo in tempi brevi10 punti
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cercherò di essere franco senza girarci intorno. purtroppo i numeri del forum non sono gli stessi degli anni scorsi, ormai la soluzione più immediata di facebook la sta facendo sempre più da padrona, già negli anni passati con numeri superiori siamo riusciti difficilmente a stare dentro i costi del calendario che richiede dei numeri minimi che non abbiamo mai raggiunto negli ultimi anni. Andare ad ordinare 100 copie per venderne 30 sinceramente non mi sembra il caso, anche le foto ricevute sono state molto meno e quindi abbiamo pensato comunque di creare la versione pdf del calendario e chi è interessato può stamparla da se. Dispiace anche a me ma ci è sembrato il male minore10 punti
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Ultima sorpresa! abbiamo deciso di dare il senso originale alla carica di supporter. Ora non sarà supporter chi arriva a 1500 messaggi ma chi partecipa attivamente alla vita del forum, che sia scrivendo, partecipando ai raduni e agli incontri o a chi da contributi concreti. Complimenti quindi a : @alessipe @rotels @Lizzina @Giovanna86 @Bettix @dalpo @polly77 @prez @Matteo84 @Gnagno @gn4gno @Lauretta83 @Monica405 Questa volta è davvero tutto! Speriamo di aver fatto cosa gradita nel cercare di coinvolgere sempre piu persone nella comunità di UOTR10 punti
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La primavera è arrivata e le prime partenze sono all'orizzonte quindi come da tradizione organizziamo l'annuale Concorso Fotografico. Questa volta il tema che vi proponiamo, approfittando dell'idea di @wolentini dello scorso anno è LIGHTS Abbiamo scelto questo tema in quanto la luce, oltre ad essere una delle fondamenta della fotografia, permette di spaziare in diversi ambiti e garantisce la partecipazione sia agli amanti della natura (basti pensare ad albe e tramonti oppure ai giochi di luce dell'Antelope Canyon) che a quelli delle città (mi vengono in mente le mille luci di uno skyline notturno ed i neon di Las Vegas). Qui di seguito indicheremo regolamento e modalità di partecipazione. Come ben sapete qui non ci sono sponsor o banner pubblicitari, quindi l'unico “premio” che ci possiamo permettere è "l'onore" per i dodici scatti vincenti di essere inseriti nel calendario UOTR2018. Per chi non potesse partecipare al concorso poichè andrà quest'anno per la prima volta negli States, e tornerà dopo il termine di invio, non abbiatene a male perchè ci saranno sicuramente altri concorsi a breve. Preparatevi in vista di queste opportunità! Cogliamo l'occasione per RINGRAZIARE NUOVAMENTE TUTTI GLI UTENTI , che hanno contribuito agli inaspettati risultati raggiunti in questi anni. Lo Staff di UOTR MODALITA' di PARTECIPAZIONE. Ogni partecipante deve inviare all'indirizzo: [email protected] una e-mail contenente: Nickname sul forum: Nome: Cognome: Un file compresso (zip o rar) contenente massimo UNA fotografia Una breve descrizione di dove sono state scattate o un titolo per le fotografie. Per ottenere stampe decenti in formato calendario le foto devono avere una risoluzione di almeno 3megapixel. Tipologie ammesse: colore e bianconero, sono ammessi piccoli ritocchi che non stravolgano il senso della foto. Per motivi legali foto ritraenti volti verranno scartate. Dimensione massima dell'invio: 24 Mb. Termine ultimo ricezione immagini: Domenica 27 Agosto 2017 Una mail confermerà la corretta ricezione. E' cura del mittente richiedere tale conferma se non la riceve entro 7 gg. dall'invio delle proprie foto. Se avete problemi o dubbi contattate un qualsiasi membro dello Staff o scrivete alla email indicata sopra. Le foto verrano vagliate dallo Staff e poste in votazione pubblica. Non abbiatene a male se qualche vostro scatto non verrà selezionato, è un gioco. PARTECIPATE IN MASSA!!! Lo Staff di USA On The Road REGOLAMENTO Art. 01 - Il tema della gara fotografica è: Lights , con questo tema vogliamo lasciare massima libertà di espressione permettendo la partecipazione sia agli appassionati di paesaggi urbani che a quelli degli imperdibili panorami naturalistici . Art. 02 - La partecipazione alla gara fotografica è gratuita ed è aperta a tutti i fotografi non professionisti di qualsiasi età o nazionalità. Per parteciparvi è sufficiente inviare le proprie opere fotografiche seguendo le istruzioni descritte nel sito internet: http://www.USAONTHEROAD.it. Art. 3 - Ogni concorrente può iscriversi una sola volta presentando solo UNA (1) fotografia. Art. 04 - Le fotografie devono essere inviate all'atto dell'iscrizione in formato digitale compresso o raw. Le fotografie possono essere sia a colori che in bianco e nero, scattate direttamente con macchine fotografiche digitali o ottenute da scansioni di fotografie a pellicola o stampe fotografiche. Le fotografie potranno essere ritoccate o elaborate purché mantengano un contenuto realistico. Sono ammesse anche elaborazioni in b/n digitale. Art. 05 - Non saranno ammesse, ad insindacabile giudizio degli organizzatori, fotografie il cui contenuto violi la normativa cogente, siano offensive e/o lesive del pubblico pudore, ritraggano uno o più soggetti di minore età. Le fotografie presentate al concorso devono essere foto originali di proprietà dell'autore - lo Staff non ammetterà al concorso foto non originali, di proprietà diversa dall'autore oppure prelevate da altri tramite ausili informatici (es.scaricate da Internet da altri autori). Lo Staff si riserva inoltre la facoltà di escludere fotografie considerate fuori tema o non adatte al concorso. Art. 06 - Le fotografie selezionate per la gara rimarranno online nella galleria sul sito anche dopo il concorso. Art. 07 - Le fotografie (max. 1 per ciascun partecipante) inviate non saranno restituite ai partecipanti. Le fotografie non selezionate e/o squalificate saranno eliminate al termine della gara fotografica. Fatti salvi i casi di dolo o colpa grave, gli organizzatori non sono responsabili della distruzione, diffusione o perdita delle fotografie che dovesse eventualmente verificarsi. Art. 08 - L'invio delle fotografie deve essere effettuato in un'unica volta, nel periodo che va dall'apertura della gara fotografica (oggi) fino a chiusura ricezione foto alle 23.59 del 27 Agosto 2017 Data prevista per la selezione delle fotografie e esposizione gallery: indicativamente entro una settimana Votazioni pubbliche aperte fino al: indicativamente metà Settembre 2017 Le modalità e i formati d'invio sono specificati nell'apposito messaggio sulla board. Art. 09 - Tutte le fotografie saranno ammesse alla votazione da parte degli utenti del forum tranne quelle che violino le norme di cui agli articoli precedenti. Gli iscritti al forum potranno votare una o tutte le fotografie secondo loro gusto, le 12 con voto maggiore saranno scelte per il calendario 2018 UOTR insieme a un'altra fotografia scelta a insindacabile giudizio della giuria tecnica, che sarà la copertina del calendario. Art. 10 - Ogni partecipante è responsabile del contenuto delle proprie opere e garantisce di godere di ogni diritto di utilizzare i lavori inviati per la gara fotografica, ovvero di averne ottenuto le necessarie liberatorie. Gli organizzatori non saranno in alcun modo responsabili per eventuali richieste di risarcimento avanzate da soggetti ritratti che appaiono nelle fotografie inviate. A tal proposito è consigliabile non inviare dei fotoritratti. Art. 11 - Ai vincitori sarà inviata comunicazione privata via e-mail, l'unico "premio" in palio è il piacere di farne parte, e una copia del calendario da ritirarsi esclusivamente al raduno di Ottobre Art. 13 – Gli organizzatori hanno la piena facoltà di utilizzare gratuitamente le 12 fotografie vincitrici, e le altre fotografie partecipanti al concorso, congiuntamente o separatamente, per qualsiasi utilizzo consentito dalla legge, citando il nome dell'autore. Questo include il calendario 2018, uno screensaver e/o ulteriori futuri Gadgets. Art. 14 - La partecipazione alla gara fotografica implica, da parte del partecipante, la piena e completa accettazione incondizionata del presente regolamento. Qualora gli organizzatori riscontrassero una qualsiasi violazione delle norme da parte delle fotografie o dei partecipanti, essi avranno la facoltà di decretare la squalifica senza alcuna responsabilità. L'accettazione di questo regolamento viene considerata implicita per tutti i partecipanti. Utilizzo dei dati personali Per l'iscrizione alla gara fotografica è richiesta la comunicazione di alcuni dati personali completa e veritiera a pena di esclusione, essenziali per il corretto svolgimento delle operazioni di ammissione alla gara fotografica pertanto non verranno accettate iscrizioni sprovviste di tali dati. Ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 196/03 recante disposizioni a tutela della privacy si chiede ai partecipanti di prestare il proprio consenso all'utilizzo dei dati personali forniti al momento della partecipazione alla presente gara fotografica, resi edotti di quanto disposto dall'art. 13 del decreto allegato al presente gara fotografica. Ai sensi della normativa sul trattamento dei dati personali e fatti comunque salvi i diritti derivanti dall'art. 13, il titolare acconsente all'utilizzo dei predetti dati per le sole attività inerenti questo concorso fotografico. Il consenso verrà considerato implicitamente prestato da chi invierà la propria iscrizione e le proprie opere.10 punti
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Eh si, è finita! Sentimenti contrastanti, gioia nel riabbracciarlo domani dopo tanto tempo, tristezza nel pensare che dovrà lasciare luoghi e persone che in questa esperienza fantastica lo hanno accompagnato quotidianamente, malinconia nel leggere i commenti di saluto dei suoi amici. E' stato bello, il tempo è passato velocemente e lentamente, le emozioni sono state indescrivibili. Grazie per avere condiviso i momenti di felicità ed anche quelli di nostalgia. Appuntamento al Forum di Ottobre per sentirci raccontare da Francesco il film vissuto! 😀10 punti
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La prima pagina di questo topic si è appena suicidata, lasciando un biglietto con su scritto "mi sento inutile, addio mondo crudele"10 punti
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Ciao Forum, alcune foto del "Picture Day at Scrimmage 2016". A breve nuovi aggiornamenti, ancora grazie dell'affetto! ❤️ Francesco, #25, con uno dei suoi più cari amici nonché compagno di squadra. La sua Host Family!10 punti
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Complimenti a: @DaniReef @daverio @emyb86 @S4R @gallo75 @Giovanna86 @Go Baby Go @JILGLIN @marv85 @Lizzina @stef Che diventano viola... eh lo so il raduno fa brutti effetti Se ho dimenticato qualcuno (tipo consorti o +1 iscritti al forum) ditemelo!10 punti
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anche noi siamo, come dire, confusi : i consigli sugli States sono passati completamente inosservati ma questa proprio nell' altra discussione non ti è sfuggita...... non è che ti dovevi iscrivere a Meetic con l'indirizzo email temporaneo ??10 punti
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Il mio tanto atteso ritorno in Africa è finalmente avvenuto il 6 giugno 2023, quattro anni dopo il primo viaggio in Sudafrica, una pandemia mondiale e tanti cambiamenti. L'Africa invece è sempre stata lì, nel cuore e nei pensieri, nelle fotografie e nei ricordi di viaggio - come un marchio indelebile. Per la mia compagna era invece la prima volta: lei che è appassionata di montagna, di climi freddi, di trekking si è imbarcata in un viaggio spiccatamente on the road, nel Paese che ospita il deserto più antico del mondo, dove i pochi millimetri di pioggia l'anno sono accolti come una benedizione. Preoccupata per le ore di guida, una macchina gigantesca da condurre (e l'incubo di una foratura), la consapevolezza che avremmo avvistato animali in self-drive (e ci saremmo dovute comportare di conseguenza), i posti "brutti, sporchi e cattivi", come li chiama qui sul forum la cara @mouette ... tutto si è dissolto giorno dopo giorno, lasciando posto alla magia di questa terra che è una cura per l'anima perchè risveglia emozioni primordiali sepolte dal caos della nostra vita occidentale. E' stato tutto un crescendo di felicità e fiducia, fino a quell'ultimo tramonto ad Okonjima che ci ha pugnalato dritto al cuore, mentre sorseggiavamo il loro strambo vino bianco ancora stordite di adrenalina dopo un eccezionale avvistamento pomeridiano. E sul volo del rientro, una nuova consapevolezza racchiusa in una frase: "Sai, ero molto scettica sul significato di maldafrica, invece nel momento stesso in cui la stai lasciando ti accorgi che qualcosa dentro di te è cambiato". Leone adulto nei pressi di Okaukuejo, Etosha9 punti
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Il 2024 è un anno un po' particolare, visto che si verificano 2 importanti ricorrenze: lo scorso 23 agosto sono passati 10 anni da quando un Panda un po' sottosopra invita una Mouette, zitella felice, a prendere un caffè a Firenze. Quel caffè è diventato qualcosa di più e merita una celebrazione adeguata! La seconda ricorrenza è che la mia Pandina diventa grande, cambia il numero della decina e non vi dirò mai che adesso ha un bel 5 davanti! Per 2 ricorrenze del genere, ci vuole un viaggio speciale, di quelli che lasciano il segno, il primo giretto post Covid negli USA l'abbiamo fatto a maggio, tornare subito dall'altra parte dell'oceano non ci va, non c'è nemmeno bisogno di ragionare troppo, la voglia di Africa è tanta! Cominciamo con la Tanzania, ma bisogna fare un giro accompagnati dall'autista e noi, che siamo sociopatici dentro, fuori e tutt'intorno, vogliamo essere soli, ma i primi preventivi che ci arrivano ci fanno tremare le vene. Per fare un viaggio in autonomia, bisogna rivolgersi verso il paese più sicuro dell'Africa Australe, il Botswana. Anche qui, i primi preventivi ci fanno rabbrividire, ci sono dei programmi di viaggio assurdi a prezzi spropositati, trasferimenti a destra e a manca con aerei o elicotteri, notti in campeggio sul tetto dell'auto, non si scende dai 15k€ per 2 settimane, voli A/R esclusi, ma non demordiamo, non abbiamo voglia di spendere un rene e un po' per questo viaggio, siamo un po' demoralizzati, finché non troviamo... Già la giraffa ci fa ridere, mandiamo la richiesta di preventivo, provando ad alternare notti sul tetto dell'auto a notti in sistemazioni più consone ai nostri culoni, ci risponde Gillian, neozelandese trasferita in Botswana, dicendoci che ha un preventivo perfetto per noi, anche senza dormire alla mercé delle bestioline africane... tutti hotel o B&B, tutti col bagno in camera, tutti in posizioni più che strategiche, alla modica cifra di 60.000 Pula, spiccio più, spiccio meno. Andiamo a fare la conversione e siamo intorno ai 4000€, molto, ma molto meno di quanto avevamo trovato fino ad allora, tanto che ci chiediamo se il prezzo è per persona o per coppia. Capirete la sorpresa quando Gillian ci dice che il prezzo è per 2, naturalmente esclude volo e auto, ma rientra perfettamente nel budget che ci eravamo dati! Gillian e suo marito Graeme si sono trasferiti qui perché si sono innamorati del paese, ma per avere la residenza, hanno dovuto aprire un'attività, appunto la Self Drive Tour Botswana, lavorano con 2 ragazze del posto, Peo e Naomi, che si occupano delle prenotazioni. Non avendo alcun intermediario, riescono ad ottenere prezzi che altre compagnie non hanno, anzi, ci hanno fatto ottenere degli sconti su alcune attività aggiuntive, come ad esempio il giro in elicottero. A questo punto, siamo partiti a tutta per trovare il volo, Victoria Falls costa troppo, Gaborone o Maun pure, la scelta ricade su Johannesburg con Lufthansa... con 1700€, un solo scalo, scelta posti gratuita grazie alla sordina del mio cuor! Altro capitolo, l'auto! Ci serve un simil-Mostro, come in Namibia, perché ci sono alcune tratte su sterrato, ma soprattutto su sabbia! La maggior parte delle strade in Botswana è asfaltata, anche bene, ma quelle all'interno dei parchi no e nella stagione asciutta, spesso si trasformano in trappole di sabbia. Anche qui, riceviamo dei preventivi tra l'impossibile e l'assurdo e alla fine troviamo la SA4x4Rentals che per 2500€ ci consegnerà direttamente in aeroporto una Ford Ranger dall'altisonante nome di Night Owl, che viste le vicissitudini, è stata prontamente soprannominata "Miss Sphiggy"! Cominciamo a scambiarci le mail con Peo e Naomi e dopo un po' di taglia e cuci, l'itinerario finale sarà questo: La prima mail risale al 23 settembre 2023 e già allora, alcune delle sistemazioni erano piene, un po' di aggiustamenti all'itinerario e alle attività, preparo il nostro logo per il viaggio... Sistemiamo con cura il travelbook, che attirerà tanta ammirazione e dopo quasi 11 mesi dall'inizio dell'avventura, ecco che arriva il tanto sperato 8 agosto! Siete pronti??? Siete caldi???9 punti
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14 agosto - Maun Oggi è il grande giorno, uno dei motivi che ci ha spinto a fare questo viaggio, esploriamo il delta dell'Okavango! Sveglia alle 5, colazione in camera con i biscotti che ci hanno lasciato ieri pomeriggio e alle 6 siamo pronti. Ieri sera abbiamo sentito Mpho e ci ha detto che conviene partire presto per evitare le ore più calde, ma quando siamo al cancello, ci arriva un messaggio da Open Sands Safaris che ci dice che il nostro autista è appena partito e arriverà con qualche minuto di ritardo. Poco male, restiamo in zona, ne approfittiamo per scattare un paio di foto sceme, il selfie del giorno e alle 6:15 siamo pronti per partire! Ci vogliono circa 2 ore per arrivare alla zona dell'imbarco, per una parte su asfalto, per poi proseguire su una sterrata che passa nelle vicinanze di Elephant Haven, che visiteremo domani, un paio di villaggi sparsi nel nulla, passiamo dalla città, al deserto, per arrivare in una zona molto più verde! Verso le 8 ci fermiamo in mezzo alla savana, il nostro autista scende e apparecchia una colazione da fare invidia, caffè, latte, thé, biscotti e dei muffin davvero clamorosi... mentre mangiamo, ci guardiamo intorno e... Zebre, gnu, qualche gazzella in lontananza, gli scoiattoli di terra che corrono velocissimi, qualche timida mangusta. Alle 8:30 siamo all'imbarcadero, i mokoro ci sono, solo che manca il poler che sta arrivando a piedi da uno dei villaggi che abbiamo incrociato... Nel frattempo arrivano orde di turisti in viaggio di gruppo, tanto che la nostra bush toilet, della quale abbiamo approfittato in completa solitudine, ha una fila che pare quella dei cessi dell'Olimpico nell'intervallo di Italia - Scozia di rugby. In attesa del poler camminatore, ci gustiamo lo specchio d'acqua su cui si affaccia questa parte di mondo, è uno dei mille rami dell'Okavango, il fiume che porta la vita in questo angolo di mondo. L'Okavango è un bacino endoreico, che non ha uno sbocco in mare e muore nella zona nord del deserto del Kalahari, ma prima alimenta tutto il sistema delle acque di quest'area. Anche l'acqua del Boteti River arriva da qui, partendo dall'Angola e attraversando la Namibia, in un ecosistema in grandissimo rischio sia per le attività umane, che per i rischi legati al cambiamento climatico: la siccità in Angola degli ultimi anni ha drasticamente ridotto la portata del fiume. Nell'attesa, ci gustiamo le bestioline, qualche ippopotamo proprio di fronte a noi, una stupenda aquila e i tantissimi uccelli che passano per il delta. E quando arrivano i vari poler, tutti insieme, dal villaggio, si sono fatte le 9! Beh, i botswani sono meno crucchi dei namibiani... Il mokoro è la canoa tradizionale del delta, una volta era in legno di marula o di sausage tree (si, proprio salsicce), ora sono in vetroresina, sia per la salvaguardia delle piante, sia perché un mokoro adesso dura 15 anni contro i 5 dell'originale in legno ed è enormemente più leggero. È poco più largo del mio culo e la seduta è a terra e per renderlo più "comodo" è dotato di un paio di schienali movibili ricavati da una sedia di plastica. Io che sono un cristone di 180 per 100kg, agile come un ippopotamo, cerco di atterrare più leggiadramente possibile su questo guscio di noce, quindi cerco di tenere fermo tutto per permettere alla mia signora e pandona di poggiare il suo leggiadro posteriore sulla sedia... Ok, ci siamo riusciti, quello che non sappiamo è che dovremo ripetere quest'operazione altre 2 volte!!! La navigazione è una bellissima esperienza, si naviga sui canali che si stano riempiendo lentamente, fortunatamente quest'anno sembra che il fiume sia più gonfio rispetto agli anni scorsi, c'è solo il fruscio delle foglie e lo sciabordio dell'acqua intorno al mokoro, tra oche egiziane, open bill stork, kingfisher, aironi ed egrette. In più, ippopotami, il bufalo d'acqua, i waterbucks, impala e zebre. La passeggiata su una delle isole ci porta a conoscere le cacche e le impronte degli animali della zona... quelle degli elefanti sono facili da riconoscere (quella sopra è l'impronta, le cacche sono quei mucchi sparsi che si vedono nelle foto), le antilopi la fanno come le nostre pecore, quella del facocero sembra proprio un grappolo d'uva, quella delle giraffe è incredibilmente piccola e dura. Dividiamo il nostro pranzo col poler all'ombra di un'acacia su un'altra isoletta, la porzione è decisamente abbondante e lui sembra gradire, adesso la temperatura è decisamente alta, procediamo quasi sempre controcorrente e poverino, fa una gran fatica! Incrociamo dei pescatori, qui ci sono persici e pesci gatto, delle vere prelibatezze per loro. Torniamo all'imbarcadero dove ci aspetta l'ultima sfida della giornata... Sì, perché mentre all'andata ci siamo alzati e abbiamo camminato, è circa un'ora che siamo seduti nella stessa posizione e mi si sono addormentate le gambe, bloccate le anche e alzarmi è diventata un'impresa... Barbara scende abbastanza tranquilla, io mi esibisco nella migliore prestazione "Agile come un rinoceronte, pesante come un ippopotamo", rischiando di finire lungo disteso tra acqua, fango e mokori parcheggiati! Ora ci aspettano 2 ore con Tsidi per tornare in hotel, abbiamo giusto qualche minuto per rilassarci verso l'aeroporto! Sì, perché colti da trance agonistica, durante le prenotazioni abbiamo deciso che il delta dell'Okavango va visto dal basso, ma anche dall'alto ed abbiamo prenotato il volo con l'elicottero... è il nostro battesimo sull'ala rotante, Barbara ha passato gli ultimi mesi altalenando tra "sarà bellissimo" e "sarà l'ultima cosa che faccio" e sulla strada del ritorno comincia a canticchiare "Mi sto cagando sotto, otto, otto"... Arriviamo in agenzia, ci danno la carta d'imbarco, controlli di sicurezza e infine ci chiamano, il nostro elicottero è pronto! Oddio, proprio pronto no, aspettiamo qualche minuto sulla pista perché James, il nostro pilota, deve ancora atterrare dal giro precedente, arriva, fa il pieno e... Barbara vede James e comincia a magnificare tutte le sue virtù, prima tra tutte "è un bonazzo da paura". In effetti è un bel ragazzo, molto giovane (TROPPO), simpatico e disponibile, saliamo a bordo e... https://www.youtube.com/watch?v=VRJqNvNBXD4 La torre di controllo dell'aeroporto di Maun da l'autorizzazione al decollo e via, motore al massimo e dolcemente ci stacchiamo da terra, la paura di Barbara svanisce e diventa entusiasmo, in 5 minuti arriviamo sul delta e abbiamo una visuale davvero particolare della zona. Questo è un punto di vista davvero molto particolare, gli elefanti e gli ippopotami a mollo, i gruppi di giraffe quando ad un certo punto, James apre la comunicazione, ha avvistato uno degli animali più difficili da vedere, l'african wild dog, meglio conosciuto come licaone! Sono lontani e piccoli, si vedono appena e dall'elicottero è difficile ottenere dei buoni risultati, ma almeno si vedono. Sono rari, in via di estinzione, in quasi tutti i parchi c'è l'avviso di segnarsi il punto di avvistamento e comunicarlo ai ranger, anche il pilota è stupito, li ha visti pochissime volte. Naturalmente James avverte gli altri piloti e visto che mi sono dimenticato di fotografare il nostro velivolo, faccio la foto al gemello che ci si avvicina. Lo spettacolo dall'alto nella luce calda e liquida del tramonto è davvero una magia, Barbara alza il pollice e se la spassa, la sua paura è rimasta a terra, ora c'è solo gioia ed entusiasmo. Dopo i canonici 45 minuti atterriamo e Barbara fa: - Ne facciamo un altro? Spesa, benzina, visto che ci dovrà bastare per i prossimi 4 giorni e per finire la giornata, cena da Marc Eateries, dove mangiamo lo stufato di eland, il goulasch di facocero e una strepitosa zuppa di pomodori! Ah, c'è anche James, seduto con gli altri piloti proprio al tavolo dietro di noi... Troppo, troppo giovani... 😂😂😂😂9 punti
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11 agosto 2024 (Khama Rhino Sanctuary - Boteti River Camp) La sveglia suona alle cinque e un quarto, perché alle sei verrà a prenderci una guida del parco per il rhino tracking. Quando abbiamo prenotato abbiamo visto che oltre a essere richiesta una decorosa forma fisica c'è un'età minima, quindici anni, e una massima, sessanta ... questo avrebbe dovuto indurci a sospettare, ma siamo gnucchi e di conseguenza da gnucchi agiamo Fa un freddo caino, per fortuna abbiamo i piumini e i berretti di lana di Skye, sembriamo due Nonne Abelarde, soprattutto al confronto con i tre baldi trentenni franco belgi che andiamo a raccogliere al campeggio (ma loro hanno più freddo ). Giriamo per circa un'ora in jeep, le tracce non sono mai soddisfacenti per il nostro anfitrione, anche se ogni volta che scende e rovista mi aspetto di sentirlo strillare "CACCA FRESCA, CACCA BELLA!" ... finalmente verso le sette e mezza ci fermiamo, scendiamo dal gippone e ci inoltriamo nella boscaglia. Io lascio il piumino in auto, tanto lo so che mi scongelo in fretta e mi vien caldo, e poi è blu shocking, se ci hanno chiesto di vestirci color savana un motivo ci sarà, no? Paolo purtroppo decide di tenerlo, e ora non ha più un piumino Già, perché la boscaglia è aggressiva: blocca, tira, strappa capelli, taglia, graffia, ferisce ... soprattutto quando corri dietro a un ranger che non rispetta gli anziani! Soffriamo decisamente a lungo, quando avvistiamo finalmente il nostro rinocerontone bianco formato portaerei sono passate abbondantemente le otto, a fronte di una durata promessa di due ore (e chissà dove siamo, ho perso l'orientamento dopo trenta secondi di auto, figuriamoci dopo un'ora di giri sulle piste e quarantacinque minuti di corsa nella boscaglia, ci metteremo un anno a tornare ) Il ranger lo avvicina per primo lasciandoci per qualche minuto soli su un sentiero, noi cinque ne approfittiamo per farci reciprocamente immortalare nel compimento dell'impresa e per appurare che il giovane belga è più bravo a inseguire rinoceronti che a far foto, visto che con un cellulare dal grandangolo mostruoso riesce a tagliarmi i piedi. In compenso se la cava benissimo col cielo, dai Il ranger torna a recuperarci e ci fa cenno di tacere e avanzare quatti quatti. Arriviamo quattissimi, vediamo un movimento, eccolo, eccol ... nuuuu, è uno gnuuuu! Mentre iniziamo a farci domande sul titolo di studio della nostra guida, i cenni che invitano al silenzio si fanno più imperiosi e ... eccolo, stavolta è proprio lui. Si intravvede abbastanza bene, ma fotografarlo è dura, tra il fogliame e i rami secchi. Mamma mia, è enorme ... restiamo in contemplazione fino a quando ... GO!GO! GO! il ranger riesce a strillare sottovoce, non so come faccia ma so che persino io che son sorda afferro il concetto al volo: il nostro (poco) amico rinocerontone ci ha fiutati, e secondo lui spussiamo, perché ha lanciato uno sbuffo di avvertimento e dato inizio a una manovra di avvicinamento. Certo, è vegetariano e sicuramente buonissimo, ma le ali ai piedi ci spuntano lo stesso e in un amen siamo sul sentiero, mentre la dolce creatura, per fortuna più miope di me, ha perso il contatto visivo e anche l'interesse. Non contenti, ci sciroppiamo anche una buona mezz'ora di camminata nella sabbia alta per tornare alla macchina, che tornando alla base scopriremo essere parcheggiata letteralmente all'ingresso del parco Io sopravvivo recitandomi "chiappe di marmo, chiappe di marmo" e mollo soltanto a cento metri dalla macchina (ma non sapevo che fosse così vicina) perché ormai fa un caldo fotonico e se voglio arrivare viva allo chalet devo assolutamente spogliarmi, bere e tirare il fiato trenta secondi ... vabbè, gli altri ci aspettano per circa tre minuti e arriviamo anche noi, saliamo sul gippone con un sospiro soddisfatto e Paolo fa l'inventario dei danni: piume ovunque! per fortuna siamo pieni di pandadesivi che userà come pecette per portare il piumino a fine avventura La giornata è iniziata benissimo: abbiamo visto un'alba stupenda, abbiamo fatto abbondante attività fisica, conquistato sul campo tagli, lividi e abrasioni da fare invidia a un lottatore, abbiamo praticamente stretto amicizia con un rinocerontone e abbiamo imparato una cosa fondamentale: se dopo gorilla, chimpazee, rhino compare il fatidico "tracking" la parola d'ordine è una sola: FUGGITE, SCIOCCHI! Devastati nel fisico, ma fierissimi nell'animo, quando arriviamo in stanza sono quasi le nove e mezza e personalmente ho un leggero appetito, potrei accontentarmi del rinoceronte tutto intero, ma Paolo insiste per preparare il caffè, il latte e passarmi un incolpevole muffin che sarà azzannato con tanta, tanta brutalità. Cerchiamo di sistemare più in fretta possibile, ma convinti di rientrare per le otto non avevamo chiuso le valigie né reso presentabile la stanza, quindi riusciamo a partire solo verso le dieci. Ci aspettano - anzi, aspettano Paolo, mea culpa - circa quattrocento chilometri e quattro ore di guida su una strada tutta dritta e benissimo asfaltata, vivacizzata solo dalla scoperta che abbiamo perso le lenti da sole di Paolo, dall'acquisto del pranzo nel supermercato di un centro commerciale da far invidia ai nostri, da un facòcero (e lo scrivo anche con l'accento, doh!) e poco altro. Ci fermiamo per una breve sosta davanti a un gigantesco truck da miniera di cui abbiamo letto storia e caratteristiche strada facendo sulla fantastica Bibbia di Peo, fa veramente impressione. Una volta dismesso dopo una lunga vita nelle miniere di diamanti di Orapa è stato regalato alla municipalità di Mokoboxane, che ha pensato bene di sistemarlo a bordo strada facendone una sorta di monumento. Volendo è anche possibile arrampicarcisi, basta avere quel pizzico di agilità che a noi certamente non fa difetto, ma non volendo umiliare nessuno desistiamo Un po' in affanno arriviamo al Boteti River Camp, il nostro alloggio per stanotte, dove abbiamo un game drive prenotato per le 15. Abbiamo appena il tempo di mangiare al volo il pane con pomodori e formaggio comprato stamattina e di ammirare il nostro bagno, e si parte. Siamo soli con la guida, e ne siamo ben felici, sociopatia portami via. Jimmy è bravissimo, ci racconta un sacco di cose sul Makgadigadi Pan, che in lingua san significa DRY DRY. Visto che quello della foto con le zebre qui sotto è il letto del fiume Boteti, la zona più verde del Makgadigadi, penso che non abbiate bisogno di ulteriori spiegazioni [emoji4] In realtà c'è ben poco da sorridere, il letto del Boteti è asciutto da aprile 2022, ma tra un mesetto dovrebbe arrivare finalmente l'acqua, che è partita dall'Angola e incontreremo a Maun, più a nord, tra un paio di giorni, nel suo viaggio verso il pan. Siamo partiti con aspettative basse quanto il livello del fiume, e invece ... aquile, gufi, avvoltoi, zebre a mazzetti, giraffe, gnu, marabù, kudu, elefanti, ippopotami, qualche impala, e - tristemente - due carcasse di elefanti giovani, qui rispettivamente da quattro mesi e un anno. E' il cerchio della vita, ma a noi cresciuti con i cartoni Disney fa male lo stesso. Il colpo d'occhio sul fiume in secca dall'altura su cui ci troviamo è veramente straordinario. I locali pompano dalle profondità della terra la poca acqua che permette agli animali di sopravvivere da due anni abbondanti e qui si radunano a centinaia tutte le specie dei dintorni, uno spettacolo straordinario, una Valle dell'Eden molto dry e altrettanto commovente. Scendiamo anche nel letto del fiume con la jeep, in modo da avvicinarci il più possibile agli animali, e un paio di elefanti ci fanno letteralmente il pelo, ma con estrema noncuranza: mi sono sentita un soprammobile quasi peggio che alle feste dei miei quindici anni Savanna dry e chiacchiere al tramonto: Jimmy è anche molto simpatico, oltre che veramente bravo e appassionato, e ci racconta di avere many, many, many children. Impressionata dall'impeto di quel triplice many mi azzardo a chiedergli timidamente quanti siano, aspettandomi una squadra di calcio con le riserve. Beh, ne ha ben ... TRE . E ribadisce quanto siano many, tre figli. Non per la prima volta penso che questa sia una delle spiegazioni dell'evidente benessere di questo Paese: ci sono bambini in giro, sì, ma non a grappoli come spesso abbiamo visto in altre Afriche, e parlando con la gente anche nei giorni successivi ci renderemo conto che l'età media del matrimonio e del primo figlio sfiora i trenta, e che due vengono considerati molto più che sufficienti. O forse è il benessere che diminuisce il numero di figli, non ho le idee chiare. Ad ogni modo il nostro amico ci rassicura, la fabbrica è definitivamente chiusa e sono a posto così. Ci racconta anche che lavora due mesi e poi ne ha uno libero, come già ci dicevano in Namibia, che gira un po' in tutto il Paese nei Camp della stessa catena, e ci dà qualche consiglio per le zanzare e le cose da fare a Maun. Quando Paolo gli racconta delle sue imprese namibiane con la cacca di elefante, spiegandogli che da noi pestare profumate deiezioni porta fortuna o soldi, e che dopo innumeri passaggi delle ruote su cotanta delizia all'Etosha abbiamo visto un leopardo, decide seduta stante che provare male non fa e va a pestare un bel caccone secco secco. Ce ne torniamo al lodge tra le risate, non prima di aver avvistato un gufo e di aver studiato il bignami ornitologico di Jimmy (bignami si fa per dire, saranno tre chili di tomo) per individuare quello che gli somiglia di più. Ci accorgiamo che è l'ora di chiusura dei cancelli e allora via, velocità smodata per uscire in tempo, raggiungiamo il lodge (che figura, ci hanno preparato la camera per la notte e sistemato le zanzariere e noi oggi siamo usciti di corsa lasciandoci dietro una bomba esplosa male!), doccia al volo, arrivo a cena con dieci minuti di ritardo (arichefigura), spazzolamento di gusto di: minestra di pomodoro, stufato di manzo e funghi, zucca, insalata, dolcetto. Finalmente possiamo smettere di inseguire il prossimo impegno, e ce ne torniamo nella nostra casetta fornita di tutto, compresi repellente, insetticida e una trombetta da suonare in caso di allarme. Il massimo però è il bagno en plein air, è bellissimo fare la doccia sotto le stelle (grazie Paolo, che mi hai mostrato la Croce del Sud e Alpha e Beta Centauri con l'emozione nella voce )9 punti
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Prima di cominciare la cronaca vera e propria aggiungo che: é una clamorosa bugia, non accadrà prima di dicembre e per il momento sono quindi ancora pienamente adolescente E che è invece assolutamente vero, ma va detto anche che il Botswana abita i miei sogni da almeno quindici anni, era l'unico tra i più belli non ancora realizzato, e lo abbiamo puntato prima di tutto per questo. Ci sarebbe stato il Sudafrica, sicuramente più facile ed economico, e il Botswana non avremmo probabilmente mai potuto/voluto permettercelo se non ce lo avesse in parte regalato la mia famiglia ... purtroppo nessuno di loro a parte la mia sorellina minore sarà qui con me a festeggiare i cinquanta ed è un pensiero che mi spezza il cuore, ma in corso di viaggio li ho ringraziati mille e mille volte con gli occhi lucidi per averci permesso di affrontare questa spesa con serenità Detto questo, oggi son tornata al lavoro felice come Heidi a Francoforte, ma i ricordi che mi porto dentro mi culleranno a lungo, è stato IL viaggio, se la batte con la luna di miele in Namibia e per alcuni aspetti la supera pure, come supera di gran lunga qualunque altro giro abbiamo fatto insieme (e sono tutti, nessuno escluso, i più belli della vita). Africa, mi manchi già ❤️9 punti
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Eccoci qua! Concluso il secondo giorno pieno nel Parco, domani si parte verso Sud.. abbiamo aspettato stasera per esprimere qualche considerazione sparsa sulla condizione di "vivibilità" di Yellowstone e vorremmo 1) tranquillizzare chi verrà da queste parti prossimamente e 2) rassicurare la mitica @luisa53 sul fatto che può mettere in conto un ritorno da queste parti.. ma andiamo con ordine. INGRESSO: Dormendo a West Yellowstone avevamo sempre un po' il patema di trovare code all'ingresso Ovest, ma vuoi un po' per questa paura vuoi un po' perché la sera crolliamo prestissimo siamo sempre arrivati al cancello verso le 7.15-7.20.. al massimo abbiamo aspettato 3 minuti, ma solo perché stamattina la sbarra degli ingressi pre-paid era ancora chiusa. Domattina sicuramente entreremo più tardi quindi vi saprò dire quanto ci impiegheremo in un'altra fascia oraria. AREE PRINCIPALI (mi riferisco alle più famose ma con parcheggi limitati, ovvero Midway Geyser Basin (x la Grand Prismatic), Mud Vulcano, Mammoth Hot Spring, Inspiration Point del GC north ecc, anche se ammetto che alcuni li abbiamo saltati): gente tanta.. SI.. MA non abbiamo mai avuto problemi nel trovare posto, o di fare code per arrivarci.. anzi, talvolta ci stupivamo di quanto fosse rapido trovare un parcheggio, abbiamo infatti notato che c'era sempre tantissimo turnover quindi un posto bene o male si trovava sempre.. TRAFFICO: anche qui SI.. MA.. solo se beccavamo un traffic jam causa animali (di solito bisonti), o dei lavori (ci sono diversi cantieri, sul mt. Washburn, all'inizio della Lamar Valley giusto per citarne un paio) o una lumaca che faceva l'andatura, ma non abbiamo avuto mai avuto grossi disagi.. WILDLIFE: a regà... Canyon Area is the new Lamar Valley! @dariuz non serve più andare fin lassù, oggi abbiamo beccato 3 volte mamma black bear+ cuccioli (2 volte probabilmente erano gli stessi) a distanza davvero ravvicinatissima nel giro di poche miglia dal Gran Canyon, oltre a un bull elk e diversi deers.. ma sull'app ho visto che nella stessa zona sono stati spottati lupi e addirittura un grizzly.. inoltre come scritto sopra quasi all'inizio della Lamar c'è un cantiere con tanto di semaforo x il senso alternato e andarci è un'impresa. Domani mattina andiamo verso Lake Yellowstone poi verso Jackson! Ciao belli!9 punti
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14 gennaio 2023 Mi sveglio riposatissima, al contrario di qualcun altro che si è trovato a partecipare alla Lunga Notte Cristiana contro la sua volontà ... essere sordi non è proprio SEMPRE una sfiga Oggi il programma prevede, purtroppo e soltanto, il viaggio di rientro verso l'aeroporto. Il volo è alle 17, siamo lontani circa cinque ore di guida ed è meglio non indugiare troppo ... alle sette, dopo una rapida ultima colazione africana, ci godiamo l'ultima alba dal nostro nido d'aquila e siamo pronti a partire. E' una giornata quasi senza storia, la passiamo a spremere le ultime gocce d'Africa riempiendoci lo sguardo con la vita che scorre accanto a noi dal finestrino, con già la nostalgia e la voglia di tornare che si fanno prepotenti. Guardando Marco e Sabrina ho la conferma di quanto già nei giorni scorsi avevo capito ... se la sono presa anche loro, la malattia Per pranzo Robert ci propone di prendere un packet lunch in un localino di sua fiducia all'Equatore, dove negli anni il piccolo mercato naif che ricordavo si è ampliato e fatto decisamente più propositivo. Il locale è lo stesso dove mi ero fermata nove anni fa, stavolta ci facciamo preparare samosa, involtini e l'ultimo rolex, che mangeremo strada facendo visto che sono solo le undici. Mentre aspettiamo che il pranzo sia pronto abbiamo una mezz'oretta per gironzolare tra i negozietti, più numerosi e forniti che nel 2014, e siamo fermamente decisi a far fuori fino all'ultimo schilling: la mancia per Robert è già pronta in euro, la moneta locale che ci avanza difficilmente ci servirà in futuro (anche se avevo detto la stessa cosa l'altra volta ) e quindi ... via con lo shopping selvaggio, naturalmente non prima di aver collezionato una lunga serie di foto sceme di rito al passaggio di emisfero SBONK (essere bassi, come essere sordi, non è SEMPRE un male ) L'acquisto selvaggio ci ha fruttato due bellissimi teli batik, qualche piattino artigianale da regalare, un ippopotamo e un rinoceronte mignon per i nani, un altro paio di magneti che non si negano a nessuno e - visto che la maglietta da Muzungu che rimpiango da un decennio non l'abbiamo mai più ritrovata - una coppia di braccialettini gemelli che ci identificano, nel caso ci venisse qualche dubbio Chiaramente Paolo contratta all'ultimo sangue, strappando grandi risate alle giovani signore addette alle vendite, che quasi mai gli negano lo scontone, il fascino del Panda è irresistibile e io ne so qualcosa Solo l'ultima, coriacea, risponde con un soave "Accettiamo anche dollari ed euro" quando il nostro eroe cerca di impietosirla dicendole che più di così non può proprio spendere perché sono gli ultimissimi scellini e stiamo tornando a casa Non abbiamo certo lasciato all'Uganda la stessa indelebile traccia che lei ha impresso in noi, ma un segno del nostro passaggio se non altro è rimasto di sicuro, nel cuore e sul minivan di Robert Prima di partire fotografo e molesto un ultimo felino ... ... mentre Paolo, in un brodo di giuggiole, scatena orde di raffiche in direzione del vecchio terminal dell'aeroporto, dove nel 1976 l'esercito israeliano portò vittoriosamente a termine l'Operation Entebbe liberando tutti gli ostaggi del Volo 139 Air France, dirottato da un commando palestinese e tedesco, tranne tre che purtroppo rimasero uccisi. All'epoca Paolo era rimasto molto colpito dalla tragedia, che io invece non ricordavo minimamente, è già nel 2014 mi aveva espresso il desiderio di vederne i luoghi con i suoi occhi. Detto, fatto Dopo una discreta coda per i controlli all'ingresso raggiungiamo finalmente il parcheggio dell'aeroporto, ridendo e scherzando si sono fatte le 14 e siamo in perfetto orario per passare le molteplici file di controlli, covid, bagagli, scanner ... salutiamo Robert con autentico affetto, quello che ha saputo conquistarsi senza nessuna fatica in questi giorni insieme, non soltanto per tutto quello che ha fatto per noi, ma per la sua simpatia, il suo approccio sempre sorridente, la serenità che ha saputo trasmetterci in ogni momento. Non so se ci rivedremo mai, ma di sicuro abbiamo un altro amico quaggiù, oltre a Julius che ci ha seguiti e coccolati passo passo senza essere fisicamente con noi. Ciao Africa, mi hai lasciato un altro solco nel cuore ... ci vediamo nel 2024! (spoiler: la meta del viaggio per i miei cinquan... per i miei quindici anni la scelgo io )9 punti
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Oggi la prima lunga giornata di trasferimento, 8 ore di viaggio per raggiungere la costa occidentale dell'isola, abbiamo assistito a dieci cambi di paesaggio, dalle zone brulle e montuose, alla terra rossa, alle risaie, fino ad arrivare ai baobab. Stamattina un incontro speciale, con suor Nunziatina, una missionaria salesiana italiana che da 31 anni ha una scuola con 620 bambini a Betafo... Nel nostro piccolo, abbiamo portato un po' di vestiti (almeno quelli che sono arrivati), quaderni e penne e la suora, siciliana doc, ci ha accolto con degli abbracci fortissimi... Per non parlare dell'entusiasmo dei bambini quando gli ho fatto le foto con la instax... Sono impazziti! Da Betafo a Morondava, abbiamo fatto una sola sosta lunga per un pranzo (dimenticabile) a Miandrivazo, poi tanta macchina, tanto che ho detto a Petit "j'ai le cul carré!" scatenando una risata! Stasera siamo al Trecicogne, un hotel gestito da un italiano, speriamo bene nella cena! Inviato dal Millennium Falcon9 punti
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In viaggio con UsaOnTheRoad! Cari amici di UOTR, viste le imminenti numerose partenze abbiamo pensato ad un piccolo "contest" per voi, per non farvi dimenticare del Vostro forum preferito proprio quando starete percorrendo le nostre amate strade a stelle e strisce! Come partecipare?! Molto semplice! A questo link trovate un PDF che dovrete stampare e/o visualizzare con un tablet o uno smartphone (ovviamente, più sarà grande e più sarà "on topic" ); trovate un luogo "degno di nota" (una strada di periferia, una scogliera, il rooftop di un grattacielo, una foresta), una posa divertente, simpatica, o comunque qualcosa che sia inconfondibilmente a tema "Usa On The Road", e... fatevi un selfie!! E se il vostro viaggio non è diretto negli USA?! Nessun problema, siamo sicuri che troverete qualcosa che richiamerà agli States ovunque siate diretti! Quindi, non avete scuse per non partecipare! Dopodiché pubblicate la foto scegliendo uno dei canali "ufficiali" del forum, ovvero il forum stesso (rispondendo direttamente a questo topic) o sul gruppo Facebook. Sarete automaticamente "iscritti" al contest! Potete inviarne fino a 3 a testa, quindi se vi "pentite" del primo invio potete aggiungerne un altro. Spazio alla fantasia!!! Il più divertente verrà premiato al X Raduno Nazionale UOTR, che si terrà a Bologna il 6 e 7 Ottobre 2018.. La giuria interna sceglierà il vincitore (o I vincitorI, chissà ) che riceveranno un premio da parte dello Staff. Sarà quindi necessario partecipare all'evento! Vi aspettiamo in tanti!!9 punti
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Buongiorno Forum, apro un nuovo capitolo, o sarebbe meglio dire inizia il secondo tempo del film che Francesco sta vivendo. Tutto sta andando a gonfie vele, mio figlio è sempre più immerso nel contesto sociale, sportivo e scolastico della città, gli amici sono sempre più (ne arriveranno 9 nell'estate del 2018 😮), sono già passati 6 mesi, il tempo passa in fretta ed aumentano, da parte sua, i segnali di "americanizzazione": - mi piacerebbe tanto fermarmi qui, mi sto informando per iscrivermi all'università; - alla domanda "quando possiamo sentirci?" risponde con "questa domenica non so perché non ho tempo"; - mancano solo quattro mesi al mio rientro; - ho tanta voglia di vedervi ma qui sto molto bene; - amo il Wisconsin! - non mi ricordo più come si dice "quella parola" in italiano, quando devo dire qualcosa "penso" in inglese! Il suo rendimento a scuola è buono, nelle scorse settimane ha cambiato alcune materie trovandosi a frequentare nuove classi con nuovi compagni. Le settimane scorrono più o meno tutte uguali: scuola dalle 8.15 alle 16.00, poi due ore di allenamento, a casa per cena verso le 18.30/19.00. Dopo cena un film (la famiglia che lo ospita attualmente non ha la TV a pagamento per cui la scelta è piuttosto limitata). Non deve fare compiti a casa, non ne vengono dati e quello che c'è da studiare Francesco la fa negli spazi di tempo che ha fra una lezione e l'altra oppure quando si trova qualche ora buca. La squadra di basket dell'High School, i Cardinals, gioca solitamente durante la settimana (in casa il venerdì), lasciando quindi il week end libero. Al sabato niente scuola, il pomeriggio allenamento ed uscita con gli amici (ha legato in modo particolare con alcuni compagni di squadra), la sera o a cena da qualche parte, oppure a casa di qualcuno dove poi, solitamente, si ferma a dormire, ovviamente con il permesso della Host Family. La domenica è tendenzialmente dedicata alla famiglia (anche la nostra quando ha tempo 🤣), al collegamento con gli amici in Italia oppure a qualche giretto in zona, compreso un tentativo di pattinaggio sul ghiaccio. Finora il tempo è stato piuttosto clemente, fatta eccezione per qualche giorno a -25, ed anche la neve non ha creato molti disagi. In calendario ci sono due prossimi appuntamenti che creano emozione: - lo Spring Break, una settimana di vacanza scolastica nella seconda metà di Marzo, a Naples, in Florida, dove la sua Host Family ha una casa; - dal 5 al 12 Aprile una settimana Rotary Youth Exchange alle Hawaii. Vi posto qui di seguito quanto Francesco ha scritto sul Blog della sua squadra di basket italiana, non a caso si sofferma molto sull'esperienza vissuta il giorno di Natale. Una precisazione: ho corretto qualcosa in quanto, come mi hanno fatto notare in diversi, "scrive come pensa: in inglese". Cinto's Blog, Chapter 3! Ciao a tutti e ben ritrovati per il capitolo 3 del mio Blog! Innanzitutto buon anno a tutti, sono in ritardassimo lo so, ma meglio tardi che mai! Qui sta andando tutto bene (per chi se lo stesse chiedendo), fa fresco e c’è parecchia neve ma in Wisconsin sono abituati a tutto questo perciò non c’è nulla di anormale!! Come primo “paragrafo del terzo capitolo”, sia per importanza che per ordine cronologico, ci terrei a parlare delle vacanze di Natale. Il nostro “Winter Break”, cosi chiamato, è iniziato Sabato 17 Dicembre ed è finito il primo di Gennaio (siamo tornati a scuola il 2). Durante queste due settimane mi sono permesso di prendere quattro giorni di pausa da basket ed attività varie per andare con la mia famiglia ospitante a trovare i parenti del mio host dad che vivono ad Akron, in Ohio. Ecco che cosi, dopo 9 lunghe ore di macchina, siamo arrivati in questa mediocre cittadina, ad 1 ora a sud di Cleveland, che se non fosse stato per LeBron James (ci è nato) sarebbe ora dimenticata anche dai suoi stessi abitanti (se potete non andateci, a meno che non ci teniate a vedere le grigie fabbriche della Good Year). La famiglia del mio host dad è di origini italiane, i nonni immigrarono dall’Italia (esattamente dal comune di Riccia, in Molise): la madre cucina con ricette italiane e sinceramente quello che ho mangiato in quei giorni non era neanche così male (si ma l’acqua della pasta va salata!). Magari l'avevo un po' sottovalutato, magari avevo un po' di astinenza di qualcosa che mi ricordasse, anche vagamente, l'Italia, ma non era comunque al livello della pasta che cucino io (cucino anche a domicilio ora). Il giorno della vigilia di Natale è stato piuttosto eccitante perchè, come si dice, l’attesa del piacere è essa stessa il piacere. Sono piuttosto fissato con il basket e sapevo, come forse ogni persona in questo pianeta, che il giorno di Natale ci sarebbe stata la partita tra i Cleveland Cavaliers di LeBron James ed i Golden State Warriors di Steph Curry, la rivincita delle Finals dell’anno scorso in cui la squadra del Re ha avuto la meglio con una sudatissima vittoria in gara-7, alla Quicken Loans Arena di Cleveland. Ed ecco che una volta ottenuto il consenso di entrambe le famiglie mi sono permesso di prendere due biglietti: non avendo vivi ricordi della nascita di mio fratello, penso sia stato il momento più bello della mia vita. Della partita c’è poco da dire, forse molti di voi l'hanno vista o ne hanno sentito parlare, ma ho comunque trovato impressionante il livello di fisicità dei giocatori ma, soprattutto, il giro di palla dei Warriors: si trovano tutti ad occhi chiusi, la velocità e la rapidità dei passaggi mi ha fatto venire il mal di testa sin dalla seconda azione. Poi che dire, LeBron è un carro armato, il ball handling (capacità di palleggiare e di fare "numeri" palleggiando, per chi eventualmente non sapesse cosa vuol dire) di Kyrie Irving è da premio Oscar come migliori effetti speciali, Thompson non sbaglia neanche se metti una tazza al posto del canestro, quando Curry tira non te ne accorgi neanche dal tanto che è rapido e Durant…Durant lasciamo stare…tanta tanta roba. L’ambiente dell’Arena è veramente bellissimo, non c’era un singolo posto libero nonostante fosse il giorno di Natale, il tifo è correttissimo e tutto è perfetto e fantastico. Insomma, come primo Natale lontano da casa non mi è poi andata cosi male… Un’altro evento degno di nota per questo capitolo è sicuramente stato l’hockey weekend: il distretto Rotary in cui mi trovo organizza eventi per tutti gli exchange students ogni due mesi, e così il primo weekend di Gennaio ci siamo ritrovati tutti insieme per trascorrere un sabato pomeriggio a Madison, dove abbiamo visitato il Campidoglio e vagato per le strade del centro (chiamato “downtown”). L’highlight della giornata è sicuramente stata la partita di Hockey dei Wisconsin Badgers alla quale abbiamo assistito: la squadra è attualmente considerata la più forte negli Stati Uniti, è stata una partita di livello piuttosto alto contro il college di Michigan State. Se però devo essere del tutto sincero, trovo l’hockey abbastanza noioso. All’inizio sono rimasto sorpreso da come questi ragazzi volino sui pattini e allo stesso tempo si tirino delle gran spallate senza perdere troppo il controllo, considerando anche che ho provato a pattinare per la prima volta e mi è sembrato abbastanza difficile, ma dopo i primi 5 minuti diventa già noioso. Se poi devo dirla tutta tutta, non avevo idea delle regole (e tutt’ora non capisco niente) ed alla fine del secondo tempo ero pronto per andare via. Mi è però stato detto che in una partita di hockey ci sono tre periodi da 20 minuti, quindi mi sono dovuto sedere di nuovo sul mio seggiolino e guardare questi pattinare dietro un disco che scivola sul ghiaccio. E’ comunque stato qualcosa a cui dovevo assistere durante la mia permanenza, dato che l’hockey è uno degli sport più popolari negli Stati Uniti. E con il basket come vai? Il basket è divertente, trovo bellissima l’atmosfera delle partite, con le palestre sempre piene e tanti ma tanti ragazzi: se fosse cosi anche in Italia, giocare a basket sarebbe tutta un’altra cosa, credetemi! A livello di risultati stiamo andando bene, a breve inizierà la fase dei playoff con un paio di partite “win or go home” da giocare: vincendole tutte si va al livello statale, ove si gioca il cosiddetto “State Tournament” al Kohl Center di Madison! Spero tanto di raggiungere questo obiettivo che ci siamo posti perché avere l’onore di giocare su un campo cosi prestigioso davanti a 18.000 persone deve essere veramente bellissimo! Vi terrò sicuramente aggiornati! Per questo terzo capitolo è tutto, il tempo sta volando e di cose ne stanno succedendo tante perciò ci si risente presto, alla prossima! Rimanendo in ambito sportivo venerdì scorso si è tenuta la Senior Night. E' un termine usato nello sport universitario, in particolar modo nel Football e nel Basket, per descrivere l'ultima partita, della stagione regolare, della squadra di casa. Prima della partita si svolge una cerimonia durante la quale il pubblico ringrazia e saluta i Senior al loro ultimo anno di High School. 😢9 punti
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Ussignur leggo solo ora... Ricordo quando feci il moderatore per un forum di moto invaso da spammer, trolloni e compagnia cantante... nuclearizzai la metà degli utenti (buoni o cattivi poco importa... mi feci prendere un pò la mano) in due giorni , poi mi tolsero i superpoteri9 punti
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Volevo vedere qualcosa su netflix stasera ma questo topic pare piu interessante. Inviato dal mio FRD-L09 utilizzando Tapatalk9 punti
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e a te per averla riaperta... quindi nemmeno questo tuo post a fine Live... no? su questo credo ci siano visioni diverse. "tenere attivo" secondo me significa moooolto altro (non credo basti entrare per un paio di settimane quando si ha bisogno e poi ciaone per altri mesi), ma questo non è il luogo per discuterne quindi chiudo qui il mio intervento. Come dice Derio, c'è già un altro canale che ospita l'argomento.9 punti
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Secondo me stiamo perdendo un po' di vista il fatto che il problema non sono le nostre patenti, ma gli addetti al banco che non sono in grado di distinguere una patente valida. Certo, provenire da un paese che - al momento - ne ha in circolazione tre tipi diversi non aiuta, ma anche la sfortuna di trovare un addetto ignorante e testardo che si ostina a non volerne riconoscere la validità ha un bel peso: tra le decine e decine di esperienze fatte complessivamente da tutti noi con ogni tipo di patente (me compresa con il 'tesserino' di prima generazione, con cui non ho mai avuto problemi), questa è la prima volta che sentiamo di una disavventura del genere, peraltro risolta prontamente recandosi in un'altra agenzia. Più che colpa della patente (indiscutibilmente valida), secondo me questa è stata proprio una questione di sfiga!9 punti
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targhe mi spiace molto per la situazione, davvero paradossale!! Secondo me però è il caso di non diffondere ulteriore panico finchè non deciderai di dirci cosa è successo altrimenti qui si crea un caso9 punti
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23 agosto 2024 (Senyati Safari Camp & Chobe NP) Anniversario numero dieci degnamente festeggiato! finalmente una giornata senza levatacce (no, non è vero ... in viaggio non sono levatacce, non ci pesano per niente), colazione self con gli acquisti di ieri sulla verandina vista pozza, poi si va in cerca del promesso "best coffee outside Italy", non prima di esserci chiusi fuori dallo chalet QUALCUNO, non vi dirò chi ma non è Paolo, si è dimenticato la levetta abbassata e ... clonk QUALCHEDUE, colpevoli e innocenti, ciabatteranno nella sabbia alta fino alla reception per farsi dare la chiave di scorta, con il capo cosparso di cenere. Bisognerà pur trovare dei volontari che facciano sghignazzare le signorine alla reception, no? Per il momento niente coffee, tutto il complesso è senza corrente, che tornerà con calmissima. Passiamo una mattinata molto rilassante sulla terrazza al primo piano del bar davanti alla pozza, senza grandi avvistamenti perché c'è un vento terribile che alza tonnellate di sabbia e non si presenta nessuno. Ci divertiamo lo stesso, facciamo amicizia con la mangustina domestica del complesso, beviamo finalmente l'agognato espresso, pranziamo dividendoci una margherita assolutamente decorosa. Mai farsi mancare un cat in Africa, big o small che sia! Scendiamo anche nel bunker con vista diretta a livello della pozza, sperando in un elefante assetato o almeno in una giraffa solitaria, ma restiamo delusi. Vabbè, ci riproveremo stasera ... questo bigolotto sotterraneo è il vero plus del Senyati, ed è il motivo per cui abbiamo due pernottamenti qui, a soli venti minuti da Kasane, dal Chobe e dal nostro alloggio precedente. Con o senza macchina fotografica, la vista da qui è impressionante, e l'unico rimpianto della vacanza resterà il non aver sfruttato di più questa possibilità. Abbiamo prenotato un game drive al Chobe per le 14, si entra dal Sedudu Gate, che raggiungiamo in un quarto d'ora tagliando per un sabbione terrificante: abbiamo già più o meno fatto questo giro, ma ripetiamo di buon grado, è affascinante tornare sui passi già dati, ne vale sempre la pena. Ripassiamo vicino all'ippopotamo morto dell'altro giorno, ora circondato da avvoltoi e coccodrilli: i leoni ci hanno rinunciato perché ormai è troppo frollato ed è buono soltanto per i mangiatori di carogne. In compenso, la scena è da documentario della BBC e restiamo a guardarla per un po', mezzo inorriditi e mezzo affascinati. Gironzoliamo ancora per un po' collezionando i soliti elefanti, ippopotami, giraffe, impala, finché ... la guida ci dice che è stato avvistato un leopardo a mezz'ora di strada, ci interessa? Vedi un po'!!!! Sappiamo che non è detto che arriveremo in tempo per trovarlo ancora là, ma provarci è imperativo. E così, dopo un altro giro di sterrate, sabbioni e velocità smodata ... eccolo! anzi, eccola, è una Signora Leoparda: il nostro fantastico regalo di anniversario. E siccome è un regalo, si lascia ammirare per una buona mezz'ora, in beata solitudine, passandoci anche sotto la macchina con un disinteresse quasi offensivo. Non dico che avrei voluto essere assaggiata, ma insomma, almeno un salutino! Ce ne torniamo al lodge con la faccia più ebete di tutto il viaggio, incrociando torme di jeep cariche di turisti che hanno ricevuto in ritardo la notizia dell'avvistamento, felici come non mai mentre gli elefanti ci attraversano la strada con lo stesso interesse della leopardessa. Abbiamo i Big Five, tutti insieme in un viaggio solo per la prima volta! 😍 Chobe Elephants Celebrato l'avvenimento con una specie di Aperol Spritz notevolmente più buono di quello che NON sanno fare a Roma (mi son veneta, ciò ) scendiamo nel bunker per fotografare gli elefanti giunti nel frattempo alla pozza, ma si fa buio velocemente e dopo poco desistiamo, cercheremo di salvare il salvabile con San Photosciop ma non è venuto un granché ... resta l'emozione intatta di un punto di vista pazzesco. Si è fatta l'ora di preparare il falò per arrostire la cena. Breve lite con la legna, un paio di allarmi elefante (caxxocaxxocaxxoviaviavia!!! ) che ci fanno tornare precipitosamente dietro il muretto del patio, sciacalli in lontananza - e qui la scena bellissima degli elefanti adulti che fanno cerchio intorno ai cuccioli per proteggerli, mi si è sciolto il cuore - i rumori di chi viene a bere alla pozza nel buio, un mare di stelle ... difficilmente una prossima cena di anniversario potrà superare questa meravigliosa serata. Senyati Safari Camp8 punti
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6 gennaio 2023 Alle 6.30 facciamo colazione, per fortuna senza prendere uova visto quante ce ne toccheranno poi in corso di giornata 😃… nelle nebbie del sonno sento Paolo raccontare a Robert che ieri la nostra guida ci ha spiegato che l'esemplare che *momento poesia* si produce negli scoreggioni più forti viene riconosciuto rinoceronte capo. Nonostante non sia ancora del tutto sveglia, guardando il mio amato bene vengo folgorata da una terribile, amara consapevolezza … NON SONO IO IL CAPO A CASA NOSTRA!!! Alle 7 si parte per il primo vero game drive del viaggio. Dopo una veloce sosta al gate per il pagamento e la registrazione inizia il giro, dapprima su asfalto (wow, come è cambiata l’Uganda in questi nove anni scarsi!) e poi su sterrate tenute bene. Cominciamo con i babbuini sulla strada e poi passiamo a bufali, kudu, impala, facoceri e bestiole varie, arriviamo sulle sponde del Lake Albert e dopo una dolcissima pausa ananas (mamma che buoni!) gentilmente offerta dal nostro SuperRobert, proseguiamo con giraffe e ippopotami … … il casuale e fortunatissimo incontro con un ranger, prontamente interpellato da Robert, ci consente un altrimenti vietatissimo fuori pista per vedere i nostri due primi (e ultimi, ma noi non lo sappiamo, per fortuna) maestosi, bellissimi, assonnatissimi leoni. A dispetto della mancanza di criniera che ci aveva convinti di avere davanti due belle signorine, veniamo informati che uno dei due è un maschio, giovane ma indubitabilmente dotato di palline Siamo estasiati, e il giovane ranger sembra quasi più contento di noi, tutto tronfio ed orgoglioso per aver fatto felici sti quattro pirla di muzungu con le lacrime agli occhi per l’emozione. La prossima tappa è il Top of the Falls, molto ma molto diverso dai miei ricordi: nove anni fa ci si arrivava arrampicandosi su una sterrata scomodissima dopo aver atteso a lungo il traghetto per attraversare il Nilo (il ponte più comodo era a 400 km da qui), si giungeva in una specie di spiazzo in pendenza, si parcheggiava e si caracollava tra massi e fanghetta per raggiungere i lastroni accanto al salto … una cosa che fa sembrare i sentieri esposti del Grand Canyon una giostra di massima sicurezza per bimbi di due anni Adesso c’è un magnifico, nuovissimo, solidissimo ponte sul Nilo (che insieme a un fantastico manto di asfalto domani ci permetterà di fare in cinque ore e puliti la strada che nel 2014 ci aveva visti arrancare per dodici e arrivare rossi come gli indiani d’America ma più polverosi), una deviazione per le cascate asfaltata e ben segnalata, con una mezzeria abbacinante. A alla fine della strada un bel parcheggio, da cui parte un comodo sentiero alla fine del quale si susseguono diversi viewpoint con solide recinzioni che permettono una vista fantastica sul salto illuminato dal sole e circondato di arcobaleni. Non so se sia il meteo decisamente più favorevole dell’altra volta, l’esserci arrivati in mezz’ora invece che alle otto passate ma svegli dalle quattro e mezza per prendere il primo traghetto o la possibilità di godere di punti di vista che nove anni fa erano impraticabili perché troppo pericolosi: anche se allora eravamo soli e oggi c’è un sacco di gente, stavolta mi sono goduta decisamente di più queste bellissime Murchison Falls … nessun rimpianto per la perduta selvatichezza, forse anche per il pensiero del benessere che sicuramente porta lo sviluppo del turismo. Ci godiamo anche il nostro quarto d’ora di notorietà … mentre ammiriamo il salto di fronte vedo con la coda dell’occhio un giovane altissimo ugandese che cerca disperatamente di far entrare me e Paolo nel suo selfie senza che ce ne accorgiamo, ovviamente mi scappa da ridere e mi metto in posa e a quel punto … è l’apoteosi, tutto il suo gruppo, e saranno almeno una cinquantina, pretende un selfie con noi, tra grandi risate e pacche sulle spalle, anche Marco e Sabrina vengono velocemente requisiti e votati alla causa … domani saremo in copertina su Uganda Today, dico agli altri … e intanto penso che ora sì che capisco come si sentono i gorilla! Anche se probabilmente loro non si divertono quanto noi a finire negli smartphone di mezzo mondo Grazie al nostro passaggio sul red carpet abbiamo perso un sacco di tempo e Robert ci sollecita, siamo in ritardo per la crociera delle 14 (che in realtà partirà alle 13.54, per fortuna con noi a bordo) e dobbiamo consumare la nostra lunch box gentilmente preparata dall’hotel sul pulmino lanciato oltre le sue apparenti possibilità verso l’imbarcadero … arriverà orrendamente lordato grazie alla disinvoltura nel curvare del nostro baldo nocchiero, e al nostro talento innato nell’arte di spocegare: finiranno ovunque le cocce dell’uovo sodo e i fazzolettini, sui miei pantaloni un po’ di succo di mango e un po’ sparpagliati ovunque il sandwich, le bucce di banana, gli ossicini della coscia di pollo, l’omelettina dolce e BURP! Paolo si è lanciato sulle specialità locali e ha preso un Rolex: meno prezioso ma più buono del suo ticchettante omonimo, è un rotolo con chapati all’esterno e frittatina come ripieno, lo riprenderemo altre volte con gran gusto. La navigazione dura circa tre ore e mezza, e arriva quanto più possibile (cioè poco, pochissimo) vicino alla base delle cascate: le correnti sono troppo forti per permettere un vero avvicinamento … ma a dispetto del nome, il vero scopo della “Crociera alla Cascata” non è arrivare al salto, ma permetterci di godere la natura prepotente che vive lungo il fiume: c’è di tutto, e in quantità … ippopotami, elefanti, coccodrilli, babbuini, un numero e una varietà incredibile di uccelli, ci sono persino, maestose e bellissime, le aquile reali. (la targa dell'aereo con cui Hemingway precipitò vicino alle cascate è ancora qui, che piacere rivederla 😁) Scesi dalla barca esitiamo un po’ … la serata si annuncia davvero bella, ma è tardi, siamo un po’ stanchi e così decidiamo di rinunciare al game drive serale in favore di una doccia e di un bellissimo tramonto sul Nilo goduto con calma. Vicino all'hotel assistiamo a una scena drammatica ... ci sono due elefanti che stanno devastando un campo coltivato, e quattro o cinque persone che coraggiosamente cercano di mandarli via facendo rumore e agitando le braccia. Uno dei due pachidermi si allontana, forse infastidito o forse solo disinteressato, l'altro invece continua a girare in tondo calpestando le piante e a un certo punto si incazza pure e carica il più vicino dei ragazzi, che fortunatamente riesce a mettersi in salvo. Non ci si pensa mai quando la mente corre ai meravigliosi paesaggi del safari, ma l'equilibrio tra la conservazione e la salvaguardia della natura selvaggia e le legittime esigenze degli abitanti è fragile e difficile da conservare ... ci abbiamo riflettuto la prima volta in Namibia durante una bellissima village walk nel corso della quale il ragazzo che ci ha guidati ci ha parlato della difficile convivenza tra i pastori e i ghepardi, i contadini e gli elefanti ... tutti bisognosi di tutela, perché i ghepardi sono meravigliosi, ma se ti fanno fuori tutto il gregge senza nemmeno mangiarlo, perché infine sono gatti grossi, come posso biasimarti se ti viene voglia di sparare al primo che vedi? La cena, come ieri sera è buonissima ed esagerata, tanto che con dispiacere non riesco a finirla: un crostone con il guacamole e un orrendo uovo MOLLO a far da corona, crema di patate e porri, lamb stew, torta rovesciata all’ananas (che mi veniva tanto bene quando ancora facevo le torte e andavo d’accordo con la mia giovane e gagliarda glicemia, poverella me). Che giornata speciale, oggi ❤️8 punti
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SABATO 24 AGOSTO Ci svegliamo prima dell’alba, oggi ci aspetta il primo giorno pieno di safari e vogliamo iniziare guardando l’alba dalla meravigliosa piattaforma di Olifantrus. Siamo tra i primi ad arrivare, prendendo i posti migliori, nella speranza di qualche super avvistamento. Risultato? Springbok, springbok e ancora springbok. Vi ho parlato dei meravigliosi springbok? Yuppy, qualcuno contenga il mio entusiasmo! Torniamo in camper, facciamo colazione e partiamo alla volta di Halali, il nostro campeggio per la notte. Il mio sogno è vedere i leoni, chissà se ci riusciremo. Iniziamo l’esplorazione ma alle varie pozze troviamo solo giraffe, oryx, zebre, struzzi e… springbok. Giraffe, zebre, struzzi, springbok. Struzzi, zebre, springbok. Ma è tutto qua o siamo sfigati noi? Più passano le ore meno animali si vedono in giro. “Peruz tra poco mi sparo un colpo, sarebbe questo il meraviglioso safari? Girare come trottole avanti ed indietro per vedere poco o nulla?” “Giò ad essere sincero mi sto annoiando anche io. Vuoi che andiamo a pranzo?” Tradiamo i nostri panini decidendo di mangiare al ristorante di uno dei resort interni al parco, mangiare all’ombra accarezzati dal venticello fresco è molto più piacevole di girare a vuoto. Il pranzo (mediocre) però non può durare per sempre quindi risaliamo sul camper e continuiamo la nostra soffer..il nostro safari. “Senti Peruz ma a te mancherà l’Africa quando saremo a casa?” “Proprio no, anzi, sarò grato ogni giorno per riavere la mia doccia!!” Mi metto a ridere, quando siamo negli USA non vede l’ora di tornare in ufficio mentre in Africa non vede l’ora di riavere la sua doccia. Come cambiano le cose! Il pomeriggio prosegue abbastanza noioso: l'unico brivido è un elefante ci attraversa la strada, poi vediamo il famoso pan di Etosha, qualche zebra e...springbok. Che noia, che barba, che noia. Ma che ci trova la gente nel safari? Io mi sto annoiando a morte. Luca sembra leggermi nel pensiero e mi dice che il safari non è sempre così, oggi abbiamo solo avuto tanta sfortuna e domani andrà meglio. Non può piovere per sempre no? Speriamo… Arriviamo ad Halali, il nostro campeggio, dove proviamo a fare il check in. Tentativo 1: Buongiorno, vorremmo fare il check in per favore. Nessuna risposta, la tizia continua a chiacchierare e ridere con la collega. Tentativo 2: Scusi, vorremmo fare il check in, please. Ancora nessuna risposta, disinteresse totale. Tentativo 3: Ehi, scusi, siamo ospiti del campeggio, potremmo fare il check in per favore? La tizia si gira, ci guarda e torna a ridere con la collega senza darci risposta ed ignorandoci completamente. Mi giro verso Luca, probabilmente con il fumo che esce dalle orecchie. “Ma ci sta prendendo per il c… questa?” “Giò…sta calma.” “Io sono buona, paziente, accomodante ma se c’è una cosa che non sopporto è essere presa per i fondelli, a maggior ragione da gente a cui sto portando dei soldi” “Ti sei dimenticata di dire egocentrica!! No dai, hai ragione, questa è una....!" (Evito di ripetere la parolaccia ) “Parlale tu Peruz altrimenti va a finire che io la prendo a pugni!” Luca alza la voce e finalmente la tizia, evidentemente scocciata, ci guarda con aria interrogativa e strafottente dicendoci che non c’è alcuna fretta. Giò, stai calma…. Ci indica la piazzola e noi usciamo dalla porta della reception con un diavolo per capello, chiedendoci come possa una receptionist essere così maleducata. In generale ci siamo accorti di una cosa: nei resort privati sono tutti gentilissimi, nei resort statali invece l’educazione non è di casa. Risaliamo in camper ed andiamo a cercare la nostra piazzola, ben diversa da quelle a cui eravamo abituati. Qui ad Halali le piazzole sono una attaccata all’altra e l'atmosfera è tutto fuorchè paradisiaca. Eh vabbè, l’importante è essere dentro al parco, per un paio di giorni ci si adatta. Ma cavolo, è tardissimo!! Per colpa della gentilissima signora della reception si è fatto tardi, rischiamo di perderci il tramonto. Apro il frigo, prendo due birre e ci dirigiamo di corsa verso la pozza di Halali, dove sono ovviamente già tutti in posizione. C’è un rinoceronte con il suo cucciolo e lo scenario, abbinato alla luce del tramonto, è da sogno. Ma quanto è bello? Oggi è stata una giornata da dimenticare ma si è conclusa in modo fantastico, tanto che quasi mi ha fatto dimenticare tutto il resto. Tramonto, rinoceronte e cucciolo...per giunta in una pozza in cui dicono di solito si veda poco o nulla. Si, ha decisamente compensato tutta la sfiga della giornata Ancora emozionati torniamo in camper, ci vestiamo ed andiamo al ristorante. La cena è a buffet ed anche qui notiamo un’incredibile differenza sia di varietà che di qualità con i resort privati. NWR insomma bocciatissima, in tutto e per tutto. La cena vola via in fretta e noi ce ne torniamo in camper, ci mettiamo a letto e facciamo gli scongiuri che domani sia una giornata più fortunata di quella odierna. Grazie al cielo qualcuno ci ha dato ascolto!!8 punti
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DOMENICA 18 AGOSTO - PARTE 1 Sono solo le 5.30 di mattina ma al campeggio dei poveri sembra siano le 6 del pomeriggio. Perché? Perché chi alloggia qui ovviamente non può perdersi l’alba sulle dune!! L'unica cosa bella del nostro campeggio è proprio questa, poter entrare nel parco un'ora prima di tutti quelli che alloggiano nei tanti resort all'esterno. Tutti quindi, noi compresi, si stanno preparando a partire per percorrere il lungo serpentone d’asfalto che conduce alle dune più famose del mondo. C’è chi è in ritardo e corre verso i bagni per prepararsi, chi si è svegliato con largo anticipo e sta smontando la tenda con calma e chi, come noi, non avendo nulla da smontare parte tra i primi per assicurarsi un po' di solitudine sulle dune. L’idea era scalare la Big Daddy e poi scendere a Deadvlei ma, visto il mezzo infarto di ieri sera, decidiamo che non è il caso di rischiare ed andiamo sulla duna 45. Arriviamo al parcheggio e… non siamo i primi. Ma com’è possibile? Siamo partiti all’apertura dei cancelli. Non avremo mai la risposta a questo mistero quindi non ci resta che accodarci alla processione di gente che si appresta a scalare la duna 45. C’è parecchio vento e camminare sulla sabbia, con il vento contrario, non è un’impresa così semplice. Tuttavia, con qualche piccolo stop, riusciamo anche noi a conquistare la vetta. Lo spettacolo è bellissimo ma...quante persone ci sono?! E menomale che eravamo partiti presto per poter godere di un po' di solitudine!! La luce dell’alba comunque rende tutto magico e riesce a farci apprezzare questa meraviglia nonostante ci sia troppa gente per i nostri gusti. Con non troppo dispiacere torniamo sui nostri passi e facciamo amicizia con un ragazzo di Padova che sta viaggiando con Avventure nel mondo. Ci racconta del viaggio che stanno facendo tra Botswana, Namibia e Sudafica, il tutto in 3 settimane. Hanno un pulmann che li porta in giro, un coordinatore e dormono in tenda. Resto leggermente basita, come riescono a fare 3 paesi così grandi in così poco tempo? Noi facciamo soltanto la Namibia in due settimane e mezza. A quanto pare la mania di mettere le bandierine non c’è soltanto per gli USA ma anche per l’Africa!! Vedono soltanto le cose principali, dormono una notte in ogni posto e hanno qualche ora a disposizione in ogni posto dove si fermano. Eccezion fatta per Sossusvlei ovviamente, al luogo più famoso della Namibia possono dedicare qualche ora in più, potendo ripartire addirittura a metà pomeriggio. Fantastico direi, sarebbe proprio il nostro viaggio ideale…ma anche no!! Salutiamo il nostro nuovo amico, deve risalire sul pullman per andare a vedere Deadvlei, il tempo stringe. Noi invece non abbiamo alcuna fretta, svuotiamo le scarpe e diamo un'ultima occhiata alla duna 45 e alla gente che sta iniziando ora a scalarla. Risaliti in macchina ripartiamo con tutta la calma del mondo. Un Hip Hip Hurra per i viaggi indipendenti!! Per arrivare a Deadvlei, una volta finita la strada asfaltata, ci sono due possibilità: percorrere gli ultimi 5 chilometri sulla sabbia oppure parcheggiare al comodissimo parcheggio e prendere la navetta. Sul nostro contratto di noleggio c’è scritto in tutte le lingue del mondo che percorrere quella strada con il camper è vietatissimo quindi, con buona pace dello scalpitante Luca, parcheggiamo e andiamo a prendere i biglietti per la navetta. Ancora non sappiamo che stiamo per vivere i momenti più divertenti della vacanza. Usciamo dalla biglietteria e ci mettiamo in fila per prendere la navetta finchè, poco distante, ne arriva un'altra. Li non c’è nessuno che aspetta perciò, da bravi italiani furbi, usciamo dalla nostra fila e saliamo insieme ad altra gente su quella appena arrivata. “Luca siamo geniali hai visto?? Gli altri sono ancora li che aspettano una navetta che deve ancora arrivare, noi invece siamo già a bordo di questa!!” La nostra navetta però ha tutto fuorchè l’aspetto di una navetta standard. Si tratta praticamente di un trattore a cui è agganciato un coso per trasportare tante persone. Un coso per trasportare tante persone? Ok, forse è meglio se ve lo mostro, questo è il coso. Un sacco di persone salgono sulla nostra strana navetta ma ben presto ci rendiamo conto che sono tutti tedeschi e, quando a bordo sale una guida, capiamo di aver sbagliato qualcosa. Parlando piano lo faccio notare a Luca. “Peruz…. Mi sa che siamo finiti in mezzo a una comitiva di tedeschi…” “Shhhh Giò, non parlare, dobbiamo mimetizzarci. Tu sei bionda no? Al lago di Garda ti scambiano sempre per una tedesca… dobbiamo solo evitare di parlare!!” L’imbarco della comitiva finisce e, chiuse le “porte”, la navetta parte. Nel frattempo, di quella che avremmo dovuto prendere noi, ancora nessuna traccia. “Visto Giò che abbiamo fatto bene a salire qua? Noi siamo già partiti mentre gli altri stanno ancora aspettando!!” Nessuno sembra far caso noi… forse è vero che tra i tedeschi mi mimetizzo bene La guida inizia a parlare al gruppo e qui abbiamo la certezza che è proprio di questo che si tratta, una grossa comitiva di tedeschi. Età media? Sui 70 anni. Giovani ce ne sono ben pochi, noi ed altri 3 o 4. “Peruz, noi siamo i nipotini e questi due seduti di fronte a noi i nostri nonni!!” Nostro nonno ci guarda e ci sorride, capirà mica l’italiano vero? “Ma no Giò, tu poi parli dialetto veneto, mica Italiano. Anzi, per fare un buon lavoro dovresti parlare tedesco!” Sicuro Peruz, sai che cosa ho fatto stanotte invece di dormire? Ho imparato il tedesco. I 5 chilometri scorrono via veloci grazie al panorama meraviglioso e alla comicità di tutta la situazione ma, onde evitare di farci scoprire, appena la navetta arriva a destinazione scappiamo via alla velocità della luce. Adesso però abbiamo altro a cui pensare, trovare la strada per Deadvl…. Anzi no, credo che ci basterà seguire il lungo serpentone di persone che sta andando proprio in quella direzione. Siamo finiti a Rimini a ferragosto? Poco male, quando arriviamo a destinazione dimentichiamo ogni cosa: dimentichiamo l’affollamento, il caldo soffocante, tutto. Ma dove siamo finiti? Che meraviglia è mai questa? Deadvlei è davvero uno di quei posti da togliere il fiato e, proseguendo un pochino, si riesce anche a godere di un po’ di solitudine. La maggior parte dei turisti infatti si ferma all’inizio noi invece arriviamo proprio fino alla fine, dove non ci va quasi nessuno. Non andrei più via, cammino di qua e di la, faccio milioni di foto con la macchina fotografica e col cellulare e poi, non contenta, tiro fuori anche la gopro per fare qualche video. Sono completamente rapita, talmente tanto che nemmeno mi accorgo che Luca è sparito. Dove sarà andato? Quando lo vedo mi viene da ridere…il mio mister odio il caldo è andato a cercare ombra, evidentemente ha caldo nonostante oggi abbia deciso di vestirsi interamente di bianco per evitare di attirare i raggi del sole. Ve lo giuro, era vestito di bianco proprio per questo. Lo vedete nascosto all'ombra? Lo chiamo e lo costringo a fare qualche selfie con la gopro così, dopo qualche sbuffo, ne esce qualcuna di decente. Dai Luca, mica avrò speso tutti sti soldi per comprare la gopro e poi non utilizzarla, no?!! Finiamo il book fotografico e decidiamo che è ora di tornare sui nostri passi, fa davvero caldo e la pancia inizia a brontolare. Ci avviamo quindi verso il parcheggio, dando un'occhiata anche alla Big Daddy, la duna che avremmo dovuto scalare stamattina. Luca mi dice che lui non avrebbe avuto problemi a scalarla (avevate dubbi? ) mentre io ringrazio il cielo di non averlo fatto, sarei finita col morire troppo giovane. Ho superato i 30 ormai, certe cose è meglio lasciarle ai giovani. Nel frattempo copriamo le poche centinaia di metri che ci separano dal parcheggio ed arriviamo giusto in tempo per prendere la navetta. Quella giusta stavolta............... o almeno così pensiamo To be Continued!8 punti
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Ah son partito, tornato e non ho trovato il tempo di fare uno straccio di live, c'erano una volta i bei tempi in cui si viaggiava soli 🤣 però il diario arriva eh!8 punti
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26.05.2018 FUNZIONA!!! FUNZIONA!!! TELAVEVODETTOIOCHE FUNZIONAVA!!! Oh, cacca di elefante grossa, fortuna grossa! Peccato per gli oritteropi, ma quando a Sam ho raccontato la storia della cacca è scoppiato a ridere, ma quando abbiamo cominciato a vedere gli animali, si è ricreduto, secondo me, per pupparsi la mancia, schiaccia cacca di qualsiasi cosa ad ogni uscita!!! 😂😂😂😂😂😂 E comunque, quando siamo arrivati, i 2 felini dormivano tranquilli, come una coppietta che per la prima cena insieme ha scelto rigatoni con la pajata e coratella, il tutto annaffiato dal terribile vino in caraffa dello Scopettaro... Lei, che ha il risveglio più lento o semplicemente, ha ecceduto col vinaccio, mantiene l'espressione di chi non sa bene chi l'abbia svegliata e perché per un bel po'! Il leopardo è stata la ciliegina sulla torta di questa uscita, stava cercando di aggirare un'antilope per ottenere anche lui la meritata colazione. E poi... La terra lascia nuovamente il posto all'asfalto, niente più sobbalzi, niente più rumore di sassi sul pianale, niente polvere... un breve sterrato e siamo al Waterberg, che, poverino, meriterebbe una maggior considerazione... Solo che passare dai leoni alla quaglia scema, dall'elefante ai facoceri in piscina è davvero troppo, il posto merita, ma noi abbiamo ancora gli occhi pieni di Etosha. E il Mostro pieno di terra, con 4800 km in più, con una gomma con 3 buchi che prima non aveva, col fango secco della costa e la polvere del deserto a strati sui parafanghi. Ma come diceva Barbara, la Namibia mi ha scavato un vero e proprio solco nel cuore, mi resteranno dentro emozioni incredibili, paesaggi, cieli stellati, questi animali che avevo visto solo nei documentari di Attenborough che invece sono stati a 2 passi da me, mi hanno guardato negli occhi... E mi sono entrati nel cuore.8 punti
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Visto che è alquanto improbabile che il marito scriva un diario... 🤦🏻♀️ Vi mando qualche foto dell’avventura in corso8 punti
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Prima che si sciolgano le nevi - Kilimanjaro 2016 E' il 3 Ottobre 2014 e sto volando da Osaka verso Dubai. Sto, come mio consuento, dormendo in volo e mentre dormo sogno di essere sulla montagna più alta d'Africa: il Kilimanjaro. Mi sveglio e nel volo successivo guardo un documentario che, casualmente, fa vedere proprio il vulcano della Tanzania. Da quel momento un idea fissa comincia a girarmi per la testa, ovvero quella di scalare il gigante africano. A casa comincio un po' ad informarmi e vedo che nonostante la quota di poco inferiore ai 6000 metri, è una cosa non impossibile per una persona sana e allenata. Inoltre il costo e il tempo necessario per raggiungere la cima mi sembrano assolutamente abbordabili ( non sarà poi del tutto così). Così pian pian l'idea prende piede, e comincio a cercare un lascia passare dalla mia bella, ben sapendo che non è cosa per lei. Dopo mesi di “contrattazioni” ottengo un si, un po' stiracchiato, e comincio a valutare le date e vedo che un buon periodo potrebbe essere Agosto. In questo periodo non trovo però nessuno disponibile a venire con me, e non sono sicuro di voler affrontare questa cosa da sola. Così, trovati poi i compagni rimando l'avventura a Febbraio 2016, mese in cui il meteo dovrebbe esserci favorevole. I miei compagni di viaggio saranno Andrea, amico di infanzia, viaggiatore come me anche se un po' più improvvisato, e amante delle sfide, soprattutto se estreme, e Corrado, amico del mondo pallavolistico che da qualche anno si appassionato vivamente alla montagna ed è diventato un alpinista di buon livello. Insomma un buon organizzatore (io), un esperto di montagna (Corrado), e goliardico improvvisatore. Un gruppo che si rivelerà affiatato, cosa a mio avviso molto importante in esperienze di questo tipo. Voli: dopo un po' di confronti stabiliamo che il periodo centrale di Febbraio è la soluzione ideale per tutti e 3, così dopo aver monitorato un po' i voli, ed aver visto andarsene qualche bella occasione, a Novembre acquistiamo un Milano – Kilimanjaro della Ethiopian con scalo tecnico a Roma e cambio ad Adis Ababa per 530 €. Il prezzo è buono, solo gli orari di attesa agli scali si riveleranno un po' lunghi. Trekking: il Kilimanjaro è un parco nazionale e, a meno di essere degli alpinisti professionisti, non è possibile scalarlo in autonomia. Bisogna appoggiarsi ad agenzie e salire con delle guide. Inoltre, visto che noi non abbiamo alcuna esperienza di spedizioni in autonomia, decidiamo di acquistare un pacchetto comprendente oltre alla guida anche tende, portatori e cuoco. Cercando in rete trovo che in Tanzania ci sono veramente molte agenzia che offrono il servizio di scalata e confrontando in rete varie opzioni sulla scalata trovo prezzi molto distanti da loro, nonostante i servizi sembrino molto simili. Alla fine dopo vari confronti decidiamo di appoggiarci ad una agenzia locale con sede poco distante da casa mia, specializzata in viaggi nell'Africa del sud, che si appoggia a sua volta ad una agenzia locale. Il prezzo è competitivo e possiamo pagare prima di partire, evitandoci lo sbattimento di dover arrivare in Africa con diverse migliaia di $ in tasca, cosa che non ci piaceva per niente. Il Kilimanjaro ha 7 percorsi principali di salita, che si diversificano per difficoltà, durata, ed ovviamente costo. Decidiamo di optare per la Lemosho Route, che dalle informazioni che ho raccolto in rete dovrebbe essere una delle vie più lunghe come durata ma una delle più belle a livello di scenari, non troppo affollata, ma soprattutto la migliore per l'acclimatamento. Il mal di montagna, dovuto ad uno scarso acclimatamento all'altitudine sembra infatti essere il problema principale che preclude a quasi il 50% di quelli che provano a conquistare il Kili, la conquista della cima. La nostra volontà è quella di raggiungere in cima e non solo di provarci un po', così optiamo per la soluzione che sembra essere quella che dia le maggiori garanzie di successo; e la cosa si rivelerà effettivamente corretta. Scegliamo la soluzione che prevede 8 giorni di scalata tra salita e discesa con 7 notti da passare in campi tendati sulla montagna. Non c'è la possibilità di dormire in rifugi, o bivacchi in quanto questi sono presenti solo su una via di salita che non ci dava garanzie di successo adeguate. Questa sarà una preoccupazione prima di cominciare per noi , ma in realtà il campo tendato si rivelerà un ottima soluzione. Safari: rispetto alle giornate di trekking avanziamo un giorno pieno che in fase di programmazione in accordo con l'agenzia decidiamo di dedicarlo ad un safari presso il parco di nazionale di Ngorongoro, che si rivelerà un posto veramente fantastico, stracolmo di animali in libertà di ogni genere, da risultare ai nostri occhi quasi irreale. Assicurazioni: comprensivo nel pacchetto dell'agenzia c'è anche una copertura assicurativa parecchio esaustiva soprattutto dal punto di vista della salute. Il rischio di star male in montagna c'è e non è così remoto. E nessuno dei 3 vuole rischiare di lasciarci le penne, quindi optiamo per la copertura più completa. Guide e supporto: durante il trekking saremo accompagnati da una guida (Suma), una vice guida (Philippe), un cuoco, e 6 portatori ( 6 per le prime tappe che poi si ridurranno a 5 dopo 4 giorni). Per il safari verremmo accompagnati da una guida/autista (john). Alloggi extra trekking: dormire due notti ad Arusha prima e dopo il Trekking presso l'Impala Hotel, un 3 stelle più che dignitoso, soprattutto per gli standard africani. A Ngorongoro alloggeremo all'Octagon Lodge, un piccolo angolo di paradiso immerso nella giungla. Uno degli hotel più belli in assoluto dove sia stato. Il costo totale versato all'agenzia comprensivo di trekking – hotel – trasferimenti vari e quasi tutti i pasti sarà di 2150 € a persona. Vaccinazioni: non ci sono vaccinazioni obbligatorie per l'ingresso nel paese per turisti provenienti dall'Italia. Però è obbligatoria la vaccinazione per la febbre gialla per chi arriva dall'Etiopia. Noi in Etiopia passeremo solo dall'aeroporto e la vaccinazione non dovrebbe essere richiesta ma per non rischiare di doverla fare in aeroporto in caso di problemi ad Adis Ababa decidiamo di farla in Italia un mese prima di partire. Il rischio malaria sulla montagna sarà ridotto poiché non ci sono zanzare in quota, inoltre il periodo è secco quindi decidiamo di non prendere nessuna precauzione verso la malaria. Visto: è necessario un visto per entrare in Tanzania; noi decidiamo di farlo in loco all'arrivo al Kilimanjaro airport visto che questa è l'opzione più semplice ed economica; il costo per i cittadini italiani è 50 USD e non sono necessarie le foto tessera. Preparazione: per preparaci a questa spedizione ci alleneremo tutta estate con camminate più o meno impegnative ma in maniera abbastanza continuativa. Faremo anche qualche uscita a quote medio alte (sopra i 3000), e per provare il materiale tecnico (sacco a pelo da -10, materassini tecnici) a fine Dicembre proveremo l'esperienza di dormire all'aperto a 2200 metri. Le temperature sul Kili infatti potrebbero arrivare anche ai -20 di notte ( e ci andranno abbastanza vicine come valori minimi). Tanzania e Tanzaniani: quando viaggio soprattutto in realtà molto diverse sono molto curioso di vedere e cercare di capire gli stili di vita del popolo che visito. La Tanzania si rivelerà un paese medio ricco per gli standard africani, ma distante comunque anni luce dai nostri standard. Ho visto enormi differenze tra le persone che vivono in città, che si stanno avvicando alle nostre abitudini e, purtroppo, anche ai nostri vizi, e le popolazioni legate ad antiche culture, come i Masai, che ancora oggi vivono di pastorizia e senza nessun tipo di agio, come qualche centinaio di anni fa. In ogni caso ho gradito molto il calore umano delle persone, mentre ho gradito molto meno la ricerca quasi ossessiva del guadagno massimale, spesso con imbrogli, nel confronti del turista/viaggiatore. L'itinerario sarà: 10/02/2016 - 11/02/2016 Milano – Roma – Adis Ababa – Kilimanjaro airport – Arusha (notte in hotel) 12/02/2016 Arusha –auto – Londorossi Gate (2100) - Mti Mkubwa camp (2829) 13/02/2016 Mti Mkubwa camp – Shira 1 Camp (3505) 14/02/2016 Shira 1 Camp – Shira 2 Camp 3900 15/02/2016 Shira 2 Camp – Lava Tower (4637) – Barraco Camp (3976) 16/02/2016 Barraco Camp – Karanga Camp (4033) 17/02/2016 Karanga Camp – Barafu Camp (4673) 18/02/2016 Barafu Camp – Uruhu Peak (5895) – Mweka Camp (3068) 19/02/2016 Mweka Camp – Mweka Gate (1641) – auto – Arusha (hotel) 20/02/2016 Arusha – Ngorongoro (Lodge) 21/02/2016-22/02/2016 Ngorongoro – Kilimajaro airport – Adis Ababa – Roma – Milano Ed ecco 10 foto rappresentative di questa avventura: Il gruppone pronto a partire Lungo la salita La dura vita in tenda La bella vita in tenda Un uomo e il suo sogno Campi tendati In Vetta!! Ghiacciai Bimbi Masai Leoni in accoppiamento8 punti
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5895!!!! Una fatica neanche lontanamente immaginabile. Ma felicità e soddisfazioni enormi!8 punti