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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 15/01/2025 in Risposte
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Ho recuperato anche io le ultime giornate di questo bellissimo viaggio! Ve la siete cavata alla grandissima nonostante i tentativi di auto-sabotaggio di Miss Sphigghy! Faccio parte di quelli che sono stati in autonomia in Sudafrica senza avvertire alcun tipo di problema o pericolo anche se nell'ormai lontano 2019 quindi prima dell'accentuarsi delle diseguaglianze economiche post-pandemia. L'aumento della criminalità è purtroppo un dato di fatto ma ritengo sia una prerogativa di molte grandi città e non solo africane. Evitando queste (forse solo con l'eccezione di CT) e puntando ai parchi secondo me si può ancora andare sul sicuro.2 punti
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Ho approfittato della (breve) pausa natalizia per portare a termine il diario. Ecco il racconto e le fotografie del nostro ultimo giorno all'Etosha! 18 Giugno 2023 Ci svegliamo ad Halali con più calma del solito e andiamo subito a fare colazione, il pasto che riesce decisamente meglio allo staff dell'NWR. Uova strapazzate, bacon, pancake e un bicchierone di caffè e siamo pronte per il trasferimento di giornata. L'obiettivo finale è Namutoni, dove trascorreremo la nostra ultima notte nel parco. Uscite dal camp svoltiamo a sinistra per riprendere la strada principale C38 da cui procediamo verso l'Etosha Pan Lookout Road, incrociamo i soliti nutriti branchi di gnu e zebre diretti all'abbeverata del mattino, probabilmente verso Nuamses. In questa piccola deviazione vediamo la nostra prima iena e, seppur lontanissimo, un altro bellissimo rinoceronte nero. Ritornati sulla strada principale proseguiamo fino alla pozza di Goas, che raggiungiamo dopo avere percorso una strada secondaria fortemente dissestata. Quando arriviamo la pozza è pressoché deserta ma facciamo qualche foto da vicino ad alcune antilopi roane e a delle zebre "offsettate" all'abbeverata. Decidiamo di proseguire, tentando la fortuna in qualche altra pozza ma, rientrate sulla strada principale rimaniamo incolonnate insieme ad altre auto: qualche centinaia di metri più avanti sta attraversando la strada una numerosissima mandria di elefanti. Camminano di gran carriera incolonnati, e puntano nella direzione da cui veniamo. Ci guardiamo un attimo e non abbiamo dubbi: sono sicuramente dirette a Goas! Facciamo inversione e ci rifiondiamo al punto di osservazione. Dopo 30-40 minuti abbondanti eccoli che arrivano! Sono tantissimi! Esemplari adulti, giovani e un cucciolo che sembra Dumbo tanto è piccolo e impacciato. Non sappiamo dove guardare e scattiamo foto da tutte le parti. Stiamo tantissimo tempo a goderci lo spettacolo e si sono fatte le due del pomeriggio. Decidiamo di puntare dritte a Namutoni per fare il check-in, pranzare e poi riprendere l'esplorazione dell'area. Arrivate al campo le procedure del check-in sono lente ma, in compenso, la camera che ci viene assegnata è molto bella, quasi lussuosa se paragonata a quelle di Okaukuejo e Halali: soprattutto il bagno ci colpisce, lavandino con specchio gigante e mega vasca con doccia. Ci sarebbe perfino una doccia esterna in stile maldiviano! Pranziamo fuori con le poche provviste che ci sono rimaste e ci rilassiamo un po' in camera dal momento che oggi fa anche piuttosto caldo. Verso metà pomeriggio usciamo nuovamente ma non siamo particolarmente fortunate con gli avvistamenti: un gigantesco "ghost elephant" interamente ricoperto della polvere bianca proveniente dai depositi salini del parco, e delle belle giraffe al tramonto. Rientriamo quindi prima del tramonto, buttiamo un occhio alla pozza anche se sappiano essere, al contrario di quelle degli altri campi piuttosto avara di avvistamenti e infatti facciamo solo una foto al sole che se ne va a riposare oltre l'orizzonte. A cena non abbiamo scelta che il ristorante del parco, siamo pochissime persone e la proposta sul menù è piuttosto scarna: per cambiare ci accontentiamo di alcuni wrap di pollo e verdure che non ci soddisfano per niente. Domani abbiamo prenotato il sunrise safari quindi ce ne andiamo a dormire presto con la sveglia puntata alle 6:00.2 punti
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Noi siamo atterrati a Newark nel 2019 e abbiamo utilizzato Airtrain + Treno NJ Transit fino a Penn Station (da lì poi eventualmente metro o taxi). Considera circa un'ora di tempo. Comunque controlla perchè in 5 anni magari è cambiato qualcosa. Atterrando a Newark c'è una vista stupenda su Manhattan, nel caso cerca di prendere i posti a sinistra.1 punto
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confermo, in questi giorni che sto prenotando e cambiando date spesso mi da errori1 punto
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Tutte le spiagge e i sentieri che ti ha indicato Derio fra Victoria e Campbell River puoi vederli descritti nel mio diario del 2017 in firma. Inviato dal mio 2201117TY utilizzando Tapatalk1 punto
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Confermo che anche a me erano arrivati strani messaggi di scam su Booking; comunque se non fosse un tentativo di truffa e ti hanno cambiato platealmente le condizioni di prenotazione, fai le dovute rimostranze al call center che di solito è sul pezzo per queste cose.1 punto
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Il Labor day è il weekend precedente. Cade sempre il primo lunedì di settembre e quest'anno guarda caso coincide con il primo di settembre. In teoria il weekend successivo dovrebbe essere piuttosto "tranquillo" perché in molti stati coincide con il primo fine settimana dopo la riapertura delle scuole. In molte parti degli Stati Uniti il Labor day è considerato una sorta di "fine ufficiosa" dell'estate.1 punto
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Attenzione che Hanging Lake richiede un permesso specifico per il trail, da acquistarsi il giovedì precedente su questo sito: https://visitglenwood.com/hanginglake/ Noi ovviamente ci siamo ricordati di fare il permesso solo verso mezzogiorno, e ovviamente tutti gli slot erano belli che andati. Ci siamo ristorati con un pomeriggio alle Iron Mountain Hot Springs a Glenwood Springs, a mollo con vista sul fiume e il canyon.1 punto
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27 agosto 2024 (Mokopane - Johannesburg - Roma) Ed eccoci alla fine sul serio. Ultima doccia africana nel nostro bagnetto strafigo, c'è anche la vasca in cui ieri mi sono trattenuta dall'affogare Maritone quando si è perso le chiavi (e comunque non è vero che ero arrabbiata, ho solo ringhiato sommessamente per trenta secondi al massimo ... arrabbiata davvero ancora non mi ha mai vista ) Ci accomodiamo nel salone per gustare una sontuosa e leggerissima colazione, preparata dalla gentilissima e sollecita mamma/suocera dei titolari, e per salutare umani e canucci in questa malinconica mattinata, con uno spirito ben diverso da quando siamo usciti l'altra volta da questo cancello ... Che ci sarà mai da raccontare oggi? dobbiamo solo arrivare a Johannesburg, ammazzare il tempo fino all'ora di andare in aeroporto, rinconsegnare la Sphiggy a cui nonostante tutto ci siamo affezionati un sacco, salutare il CARISSIMO Luan e prendere il nostro LufthANSIA ciccione, sospirando già il prossimo ritorno in Africa, dopo tutto. Ma no, a noi non piace annoiarvi e quindi abbiamo in serbo un'ultima scoppiettante avventura! partiamo bel belli, ci facciamo le nostre due ore di autostrada, le soste pipì, i sospiri di prammatica e ci diciamo che Johannesburg probabilmente è pericolosa quindi per stare tranquilli sarà meglio evitare il giro in centro come invece abbiamo fatto l'ultima mattina a Windhoek alla fine del viaggio di nozze. Com'era? Beati gli ingenui e i puri di cuore Per mio grande diletto Paolo propone di andare a spiaggiarci in un centro commerciale vicino all'aeroporto, magari facciamo un ultimo giro al supermercato che ci manca ancora un barattolo di delizionsa Perinaise Nando's (la maionese piccante e agliosa più buona di tutti gli emisferi conosciuti e non, perché siam boccucce delicate) ... con il mio solito entusiasmo da shopping acconsento, arriviamo, parcheggiamo, entriamo e puntiamo diretti un supermercato ENORME, una specie di Walmart tenuto meglio e più fornito. Ci stiamo deliziando con l'acquisto di altro biltong - ennesima droga! - e siamo tutti presi dal più sfrenato consumismo alimentare quando all'improvviso risuonano tre o quattro colpi secchi e la gente comincia a ondeggiare e fuggire in tutte le direzioni ... restiamo impietriti mentre mi passa per la testa un fragoroso "Caxxo, lo sapevo che non dovevamo entrare al Walmart" ... faccio appena in tempo a ricordarmi che non siamo al Walmart e non siamo in USA, a pensare astutamente che devo coprire Paolo se riesco a capire da che parte arriva il pericolo e a guardarlo con aria smarrita che dall'altoparlante ci rassicurano che non è successo niente e di stare tranquilli, no panic, tutto sotto controllo. La gente torna a farsi gli affari suoi, tutti belli sereni e ridacchiosi, una coppia di corpulente signorone mi dice ridendo tutta allegra "sentito che casino?" e al mio "sì, ma che è successo?" ridono ancora più forte e mi rispondono "niente, niente, è stato fuori". Un po' perplessi ma tutto sommato rassicurati riprendiamo con lo shopping, curiosiamo dappertutto, paghiamo, usciamo e naturalmente mi scappa la pipì. Usciti dal bagno non ci accorgiamo di aver preso una direzione diversa da quella da cui siamo arrivati e vaghiamo disperati per una ventina di minuti senza riuscire a raccapezzarci, finché una ragazza gentilissima a cui mostriamo il sacchetto del supermercato per spiegarle dove abbiamo parcheggiato ci risponde che dobbiamo tornare nell'altro centro commerciale, perché abbiamo sconfinato nel secondo , e ci spiega come fare. Ci avviamo commentando che i mall americani hanno solo da imparare sul come intrappolare i turisti, e nel mentre vedo un nastro giallo che circonda qualcosa in mezzo al corridoio. Avvezza alle meraviglie della metro di Roma dico tutta allegra a Maritone: guarda, anche qua gli piove dentro Ci avviciniamo e ... ehm, no, non piove dentro. Non è un secchio la cosa che ho visto, è un contenitore che circonda un ... bossolo. E sul nastro giallo c'è scritto CSI - POLICE. E più avanti lungo il corridoio di sono altri nastri gialli che circondano altri bossoli, più avanti ci sono dei buchini nel soffitto ... e più avanti ancora, una gioielleria con il bancone di cristallo esploso in minuscoli frammenti e delle ragazze in lacrime che parlano con un agente, un vago aleggiare di fumo, parecchi militari e un paio di poliziotti con la ghiacchetta CSI Insomma, per farvela breve, ho scoperto leggendo i giornali locali nei giorni successivi che - un po' avevamo intuito, eh - c'è stata una rapina parzialmente fallita alla famosa gioielleria perché le commesse sono riuscite a far scattare l'allarme. I rapinatori in fuga hanno sparato dei colpi, per la maggior parte verso l'alto, ma un proiettile ha colpito di striscio alla gamba un poveraccio che stava pagando il parcheggio alle colonnine, e sono scappati su quattro macchine rubate. Alcune persone sono state arrestate il giorno successivo e la refurtiva recuperata. Alla fine non ci siamo veramente resi conto di cosa stesse succedendo fino a cose ormai finite, ma la sensazione di relax spensierato si era ormai dissolta, e anche se dato il numero di poliziotti e militari che giravano eravamo probabilmente nel posto al momento più sicuro della città abbiamo preferito puntare subito l'aeroporto e andare a rifugiarci in una sontuosa lounge dove il buffet esagerato ci ha fatto velocemente tornare l'appetito e il buonumore Tutti presi dall'emozione ci siamo dimenticati di fare il pieno alla Sphiggy, ma il CARISSIMO Luan ha pensato bene di non addebitarci le commissioni per il servizio, oltre a scusarsi profusamente e rimborsarci per le varie riparazioni che avevamo pagato in corso di viaggio, gomma minipimerata ovviamente esclusa (a quella ci ha pensato Santa Amex). Sono passati ormai quattro mesi e mezzo dal nostro rientro, e ci restano solo e soltanto immagini luminose e felici negli occhi, i contrattempi e le disavventure sono diventate simpatici aneddoti da raccontare agli amici a cena tra grandi risate, e il nostro cuore continua a cantare una canzone africana ... ci manchi, bellissima. Non so quando, non so dove, ma so che torneremo 💖1 punto
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26 agosto 2024 Palapye - Mokopane Poco da scrivere per oggi, colazione nel nostro bungalow con caffè e biscotti, prepariamo la nostra tazzona da viaggio e siamo pronti a partire! Salutiamo Gillian, che ci chiede di mostrarle il nostro travelbook e ci fa un sacco di domande su come organizziamo i viaggi e salutiamo Sasha, la cagnona di casa che ci fa un sacco di feste! Oggi abbiamo deciso di fare una deviazione che ci porterà verso il Tropico del Capricorno, sì, è più di un'ora di strada in più, ma oggi non abbiamo grandi cose da fare, se non passare la frontiera e un po' di spesa. Proprio sul tropico è stato costruito un monumento molto bello, ricavato da colonne di basalto estratto dalle cave nelle vicinanze di Gaborone. Le colonne riportano in sequenza tutti i paesi tagliati dal tropico a partire dal Botswana verso ovest, dalla Namibia, al Sud America e poi Oceania, per poi tornare in Africa, dal Madagascar. Rapido piss-stop al piccolo mercato, ancora chiuso, sorto dietro al monumento, oggi manca l'acqua e uno dei ragazzi del posto ci fornisce il rimedio tutto africano per risolvere il problema... Secchio d'acqua e via! Da qui, prende il comando Barbara, che è ormai padrona di Miss Sphiggy e la guida come se fosse la sua picanto nelle vie di Trastevere e mi porta fin quasi a Martin's Drift, il confine con il Sud Africa, facciamo il pieno canticchiando: "Salakabula, spendi le pula, bibidibobidi bu!" Mentre ci avviciniamo al posto di frontiera ci scopriamo tutti e 2 con le lacrime agli occhi, ci dispiace lasciare questo stupendo paese che ha scavato un altro solco nel cuore, con la sua gente, i suoi paesaggi e la natura, così difficile, ma affrontata col sorriso dai suoi abitanti. Dopo 18 giorni di viaggio possiamo dire che gli unici Setswana meno che simpatici sono i poliziotti di frontiera... oddio, c'è anche la signora del Kaziikini, quella felice come Heidi a Francoforte, ma era incinta e si sa, gli ormoni giocano dei brutti scherzi! A mezz'ora dal confine, ci fermiamo a pranzo al Baobab Padstal, dove dividiamo il nostro pranzo (hamburger e roll di pollo) con i canucci propositivi del ristorante. Facciamo 2 chiacchiere col proprietario che ci lascia anche il biglietto da visita per darci delle dritte per quando decideremo di visitare il suo paese, compriamo del biltong di kudu e delle spezie da portare a casa Canuccio propositivo... Da qui ci sono altre 2 ore di strada per arrivare al nostro B&B di stasera, lo stesso dove abbiamo iniziato il nostro viaggio. Questa volta scarichiamo completamente la macchina, c'è da sistemare tutto, ma prima, spesa alla Spar per le ultime ghiottonerie, biltong, ancora spezie, la fantastica Perineise di Nando's, un barattolo di Bovril, che ormai ha preso il posto della marmite nelle mie grazie, torniamo al B&B e la nostra stanza sembra quasi come se fosse scoppiata una bomba nelle valigie... E qui, per la prima volta in 10 anni ho visto Barbara arrabbiata con me... Sì, cerco le chiavi di casa, palpo il bagaglio a mano e non le trovo, cerchiamo ovunque, ma non ci sono, riapriamo le valigie e niente, alla fine Barbara guarda nel bagaglio a mano e indovinate un po'... sono lì! "MA NON AVEVI GUARDATO TU???" No, io avevo palpato e non le avevo sentite...😢😢😢😢😢😢 Comunque, passa tutto velocemente, richiudiamo i bagagli, sistemiamo gli zaini e siamo pronti per la cena, che ci è stata servita in camera. Riso, pollo, frutta e un dolcetto a dir poco inquietante...1 punto
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25 agosto 2024 (Elephant Sands - Palapye) Siamo alle battute finali, morale ed entusiasmo fanno quello che possono, ma la sottile malinconia di fine viaggio la conosciamo tutti, no? e quando le ultime ore in un Paese che ti ha rapito il cuore sono dense e ciciottose come tutti i giorni che le hanno precedute, magari la malinconia la dimentichi un po' ... se invece sono giorni di trasferimento e poco più, i pensieri vagano mentre cerchi di capire come ci sei arrivato fino a qui, se non più di un quarto d'ora fa sei atterrato, e hai preso la macchina da cinque minuti. Questo Paese ci ha conquistati, ed ora che la fine del viaggio è sempre più inesorabilmente vicina ci manca già. Effetto Africa ... con noi non fallisce mai, non c'è posto al mondo che mi tenga avvinta in questo modo, quanto a Paolo non lo vedo messo tanto meglio Colazione abbastanza frugale ma in buona compagnia Il Botswana, uno dei Paesi più sicuri al mondo, ti può regalare qualche brivido, se ci tieni Questo cucciolo è passato sotto il nostro chalet stanotte, le tracce di pneumatici sono nostre, di quando abbiamo parcheggiato ieri sera ... più in là ci sono anche quelle della mamma, per fortuna non abbiamo sentito nulla e i nostri sonni sono stati tranquillissimi, ci siamo resi conto di aver avuto compagnia solo al mattino, tra impronte e caccone, che decidiamo di prendere come attestato di stima e augurio di buona fortuna Partiamo da Elephant Sands con me stessa medesima alla guida da subito dopo lo sterrato, le cose vanno benino fino a Nata ma da lì in poi ... tragedia: strada stretta, senza banchine laterali, tenuta piuttosto male (l'unica di tutto il viaggio), con un sacco di traffico pesante, autista imbranata. Stringo i denti più che posso, ma dopo un centinaio di chilometri Paolo impietosito prende il volante e io ricomincio a respirare e perdo la bellissima sfumatura blu che mi aveva donato la concentrazione alla guida Cartelli in dialetto veneto, mi sento a casa Cartelli "Se vi fate male caxxi vostri", mi sento rilassata Per merenda, biscotti e succo - questa marca è una droga, non riusciamo a resistere - in un punto ristoro in mezzo al nulla, dove i locali prendono piattoni improponibili e il fatto che l'acqua del lavandino in cortile non sia potabile è un fatto talmente inconsueto in questo Paese da meritare con cartello pieno di punti esclamativi. Per pranzo, patatine e succo di frutta a una stazione di servizio poco fuori Francistown, oggi è la Giornata del Mangiare Sano, e finalmente verso le 15.30 arriviamo alla Segaigai Farm, dove ci accoglie Gillian, la titolare della Self Drive Tours Botswana. Inizialmente avevamo fissato la tappa di stasera a Francistown, due ore abbondanti di strada in meno, con l'idea di andare il giorno dopo verso il confine direttamente da lì, ma poi abbiamo scoperto che a un'ora e mezza da Palapye in direzione sud c'è il monumento al Tropico del Capricorno e anche se ci allunga la strada non amiamo resistere alle tentazioni ... abbiamo chiesto a Peo di trovarci un alloggio a Palapye cancellando il pernottamento a Francistown e lei ci ha proposto tra le altre soluzioni anche il pernottamento con grigliata da Gillian e Graeme, i titolari neozelandesi della Self Drive Tours che nella loro proprietà hanno costruito la Porcupine Cabin, un vero e proprio appartamentino - grande come casa nostra a Roma - con tutti i comfort. Non potevamo faci sfuggire l'occasione di conoscere tutti di persona e ringraziarli per come ci hanno aiutato ad organizzare quello che per me probabilmente resterà il viaggio della vita insieme alla luna di miele in Namibia (che invece è al primo posto per Paolo) e quindi ... eccoci qua! Ci sistemiamo e poco dopo viene a prelevarci Graeme, inizialmente un po' sulle sue e poi sempre più sciolto e chiacchierone, ci accompagna in giro per la proprietà, raccontandoci un sacco di cose sulle piante, gli animali, la vita locale, il loro trasferimento dalla Nuova Zelanda pochi anni dopo il colpo di fulmine alla prima visita da turisti. Mentre Peo griglia e Gillian sistema il tavolo e i contorni, iniziamo una degustazione di bevande locali, prodotte artigianalmente in zona con sapienza secolare ... immagino che tutte le norme igieniche italiane siano state scrupolosamente disattese, ma io sono la nipotina del nonno, e QUEL CHE NO STRANGOLA INGRASSA, CIO', con grande soddisfazione di Graeme secondo cui siamo tra i pochi temerari che assaggiano tutto senza fare storie. Iniziamo con birra di zenzero, birra di miglio con banana e senza banana (quelle prodotte da un tedesco per i minatori locali e chiamate "chibuku", e quelle prodotte dalla mamma di Peo con la ricetta VERA - qui ogni famiglia ha la ricetta VERA, e ovviamente sono tutte diverse), poi passiamo al vino di cocomero per finire con il colpo di grazia doppio, gin dell'Okavango e gin con i semi di mopane. Siccome non siamo abbastanza ciucchi, con la cena ci offrono anche del vino rosso sudafricano dai nomi bellissimi Pollo, salsicce, manzo, rape rosse, patate, coleslaw, ZUCCA (per la gioia di Paolo, unico essere umano al mondo allergico alla mia cucurbitacea preferita, sigh), dolce ... non ci mandano a letto affamati, decisamente! Durante la cena, tante risate e una piacevole chiacchierata sui fatti loro, su Gillian e Graeme che vivono qui dal 2016, su Peo che ha un bimbo di tre anni e non ha in programma di moltiplicarsi ulteriormente ... gli spieghiamo anche come si fanno gli spaghetti VERI, visto che li abbiamo omaggiati di qualche pacco di ottimi Rummo, ben diversi dalla pasta che si vende copiosamente qui, come ci confermerà Gillian giorni dopo. Peo a fine serata ci chiede di dedicarle dieci minuti per darle un feedback di prima mano e faccia a faccia sul viaggio, e ne resta molto soddisfatta, almeno quanto siamo soddisfatti noi di scoprire che averli subissati di domande per mesi ci ha fatto finire dritti nella categoria degli "ottimi viaggiatori, consapevoli e davvero interessati" invece che in quella dei "rompiballe ipergalattici" Per chiudere in bellezza, Graeme ci porta dagli istricioni: sono sei, mamma papà e piccoli (ehm) e vivono al sicuro in un enorme recinto creato per salvarli dalle ire del vicino contadino, che non ha alcuna simpatia per loro. Inspiegabile, visto che poverini gli facevano il controllo qualità con incredibile abnegazione, assaggiando frutto per frutto e pianta per pianta, naturalmente lasciando lì tutto bello sbocconcellato a metà come prova dell'avvenuta ispezione Sono bellissimi, molto carini e molto educati, uno di loro mi ha persino preso la meletta dalla mano con grande cortesia mentre altri tre mi grufolavano intorno Vedendo le foto su facebook un amico americano mi ha scritto "OMG, Barbara aren't you afraid of anything" e ne vado fiera come di una medaglia, ma va detto che questi cosi dagli aculei minacciosi in realtà a me sono sembrati dei veri paciocconi E adesso nanna ... pronti per l'ultima notte in Botswana 🥲1 punto