Vai al contenuto

Namibia On The Road: Se un elefante ti attraversa la strada...


Messaggi raccomandati

14 maggio 2018... 2 parole!

 

Niente da aggiungere a quello che ha raccontato Barbara, l'alba con le gheparde è stata una bellissima esperienza, i micioni sono un sogno...

 

180514_Namibia_001.jpg

 

180514_Namibia_002.jpg

 

180514_Namibia_003.jpg

 

180514_Namibia_004.jpg

 

La tranquillità  di Lucas e la sua abilità nel far mettere KFC e Annabelle nella posizione giusta ci fanno godere di questi momenti...

Il fatto che fossimo soli, ancora di più!

 

180514_Namibia_005.jpg

 

180514_Namibia_006.jpg

 

180514_Namibia_007.jpg

 

Dal Kanaan al Truzzhotel la strada è molto, molto frequentata...

 

180514_Namibia_008.jpg

 

180514_Namibia_009.jpg

 

(Stavolta non mi sono dimenticato di aprire lo sportellino!!!)

 

Il truzzHotel è davvero truzzo... 2 piccoli castelli con tanto di torri nel deserto!

 

180514_Namibia_010.jpg

 

Ma il tramonto col Savannah Dry vale la pena!

 

180514_Namibia_011.jpg

 

La cena invece... 

 

IMG_20180514_194045.jpg

Le cozze con una specie di ketchup sopra sono assolutamente dimenticabili, la carne è buona, ma ne abbiamo trovate di meglio... si rifaranno domani!

 

IMG_20180514_195952.jpg

Questo è un posto da pullman... uno di italiani, uno di cinogiappi, un gruppone di krukki... e indovinate chi è che fa casino? 

È un tipo di viaggio che è molto lontano dalle mie corde, non lo capisco e non lo condivido, rinunciare alla libertà di fare quello che si vuole, quando si vuole, in un paese in cui si può tranquillamente viaggiare da soli no, non lo capisco!

 

  • Mi piace 5
Link al commento
Condividi su altri siti

15 maggio  2018... Deadvlei


Oggi è la giornata tanto attesa, del panorama che è negli occhi di tutti quando si parla di Namibia, della levataccia...

Al lodge sono preparati e alle 6 siamo già a colazione, tanto i cancelli apriranno solo all'alba... ve l'ho già detto che in questo periodo dell'anno l'alba ha degli orari stupendi? 7:15!

Faccio un errore terribile... nella penombra del ristorante, scambio un pancake per una fettina di prosciutto... terribile, sembra di mangiare una soletta, ne prenderò un paio da usare sotto al cric in caso di foratura. In compenso, ci forniscono una fantastica lunchbox per il picnic di oggi.

 

Dal Le Mirage Desert Lodge (ma si, il Truzzhotel ha anche un nome) fino ai cancelli ci sono circa 20 minuti di strada. 

DEMMERDA.

Si, è proprio tremenda, è la strada più trafficata, bus e mezzi pesanti scavano trincee sullo sterrato, è polverosa e piena di buche.

Non fate la strada più breve che vi indica googlemaps, perchè semplicemente... NON ESISTE!

O meglio, forse c'è, ma non è per le auto!

 

Da ieri sera si è alzato un vento fastidioso, bello teso... niente mongolfiere all'alba, tutti i punti di decollo che incontriamo sono chiusi.

Quando arriviamo a Sesriem, c'è già un po' di fila, ci accodiamo all'ultimo e aspettiamo che aprano...

Diligentemente, le altre macchine si mettono in coda, fino a che non arriva un bus, che tronfio, passa una bella coda e si infila...

Il ranger all'ingresso lo ferma per redarguirlo e le auto lo scansano per entrare... arrivo pure io, il ranger mi fa cenno di fermarmi, ma lo ignoro e sorpasso il furbacchione al cancello!


Dal cancello ci sono circa 60 km di strada e incredibilmente... è asfaltata!!!

Il limite è di 60km/h, sono ligio, io... mi sorpassa il primo, mi sorpassa il secondo, via anche il terzo... e che cazz, via pure io, mi incollo alla jeep di un resort e praticamente in mezz'ora arriviamo al parcheggio. Non prima però che io mi esibisca in una delle mie migliori performances: non ricordo più a proposito di cosa, me ne esco – incredibile, un gentleman come me – con una battutaccia a sfondo sessuale che concludo con un poco prudente “Del resto chiedi in giro, non si è mai lamentata nessuna!”

Momento di silenzio … parte la musichetta thrilling … la mia soave e dolcissima mogliettina, con la più feroce delle sue espressioni feroci (quindi praticamente sta sorridendo, porella, nun je la fa a far la cattiva), scopre il dentino assassino, mi agita la sua pashmina blu davanti al naso e … 

“La vedi sta stoffa? Sta stoffa po’ esse sciarpa e po’ esse cappio. Oggi è stata sciarpa” 

e conclude con un venetissimo 

“… sta tento, moreto, che te curo mi!” 

che rovina l’effetto della quasi perfetta pronuncia romanesca sfoderata per l’occasione. 


Qui vedo la strada che dovremmo fare per raggiungere il punto di partenza del trail e no... è sabbia soffice, profonda, nun je la posso fa'... Saltiamo su una navetta (sono gratis!) e via, arriviamo al trail!


C'è ancora tanto vento, teso, tantissima polvere e quasi una tempesta di sabbia... mi guardo intorno, vedo un gruppo di persone che parte deciso in una direzione, un paio di tizi spaesati che vanno verso un'altra direzione e tragicamente esclamo:

 

"Seguiamo quelli, che sanno dove andare."

 

Eh, si, sapevano dove andare, ma non era dove volevamo andare noi...

Camminiamo per mezz'ora (ma @solshine non ha detto che ci vuole un quarto d'ora? Boh, magari ha un po' esagerato), sempre in coda al gruppetto, finchè non arriviamo alla base di una duna...

 

"Beh, ora ci basterà scavallare la duna e saremo nell'anfiteatro del Dead Vlei"

 

Fedeli lettori, dovete sapere che la duna non è come la montagna... è tutta uguale, non ha punti di riferimento, ma soprattutto... è di sabbia!

Ogni 2 passi a salire si torna indietro di uno, si fa fatica a mettere uno scarpone davanti l'altro e non si capisce quanto manca alla fine della salita!

 

Arrancando e sbuffando arriviamo in cima alla duna dicendoci "è quasi fatta" e invece...

COL CAVOLO!

 

La cima della duna da su una conca di sabbia e dopo la conca c'è un'altro tratto di duna, alto come quello che abbiamo scalato, forse di più...

 

Muoriamo 10 minuti sulla cima della duna, praticamente scavalcati da un pullman di francesi (demmerde, alcuni a piedi nudi, gli auguro di aver preso qualche parassita) e dopo essere usciti dal coma profondo dell'ipossia decidiamo di tornare indietro al parcheggio per capire dove abbiamo sbagliato...


Come al solito, in discesa siamo delle belve e in un'altra mezz'oretta siamo di nuovo al parcheggio... ci guardiamo un po' intorno e decido di chiedere ad uno degli autisti:

"Wich is the best way to reach the Dead Vlei"

Mi guarda, indica un cartello e mi fa: "Straight ahead, 10 minutes"

"Shit, I haven't seen the sign before and we climbed half of the dune on the other side"

"Oh, yes, the Big Daddy... ahahahahahahahah"


Oh, yes, Ladies and Gentlemen, abbiamo provato a scalare la Big Daddy!


😂😂😂😂😂😂😂

 

E naturalmente, abbiamo fallito!

 

Ripartiamo e finalmente...

 

180515_Namibia_002.jpg

 

180515_Namibia_003.jpg

 

Il vento è fortissimo, di tanto in tanto vediamo arrivare nuvole di terriccio che viaggiano veloce, dopo poche raffiche l'urlo "COPRITI" è il segnale che dobbiamo girarci spalle al vento e infilare le macchine la maglia

 

180515_Namibia_004.jpg

 

180515_Namibia_005.jpg

 

 

 

Per ripararsi dal mitragliamento Barbara si camuffa da Lawrence D'Arabia...

 

 

180515_Namibia_007.jpg

 

180515_Namibia_008.jpg

 

180515_Namibia_009.jpg

 

180515_Namibia_010.jpg

 

180515_Namibia_011.jpg

 

180515_Namibia_012.jpg

 

180515_Namibia_013.jpg

 

180515_Namibia_014.jpg

 

 

 

Non so quanto tempo passiamo a scattare, a guardarci in faccia con il sorriso ebete, a sorridere e quasi a non credere che siamo qui... Il cielo color fastidio ci copre, la sabbia ci colpisce ovunque, ma non ce ne frega niente, siamo qui, non c'è nemmeno tanta gente, per cui i francesi sono sicuramente morti nel tragitto, facciamo foto nelle posizioni più impensabili.

 

Alla fine, il vento peggiora ancora, i bordi della duna sono spazzati dalle raffiche e la sabbia rossa arriva dappertutto e ancora è nelle mie scarpe da trekking.

 

 

180515_Namibia_016.jpg

 

Prendiamo la navetta e pranziamo sotto uno degli alberi nel parcheggio, mentre pensiamo se fare anche l'Hidden Vlei... siamo in compagnia di passeri e cornacchie che aspettano che cada una briciola... Alla fine nella lunchbox c'è talmente tanta roba che decidiamo di dividerla con i nostri commensali!

 

IMG_20180515_115214_1.jpg

 

Ci guardiamo in faccia e decidiamo che ok, va bene così, abbiamo già tentato la scalata della duna e non ce la facciamo a fare anche l'altro percorso, c'è vento, c'è caldo, ho la sabbia nelle scarpe, ho il mignolo con l'unghia spezzata e no, fare altri 2 km... gna famo!

 

Ripartiamo in direzione del resort, fermandoci verso le dune... non c'è più la bella luce di stamattina, ma c'è sempre il blu del cielo ad accompagnarci.

 

180515_Namibia_017.jpg

 

180515_Namibia_018.jpg

 

E ancora alberi secchi, che sono i protagonisti di questa zona.

 

180515_Namibia_019.jpg

Arriviamo al gate e paghiamo l'ingresso... no, non mi sbaglio, per evitare la ressa al mattino hanno deciso di far pagare l'uscita!

Il giovanissimo ranger parla un po' di italiano e chiacchiera qualche minuto con noi e visto che ci siamo, acquistiamo anche il pass per la Welwitschia Drive che faremo tra qualche giorno.

 

Ci facciamo anche una passeggiata nello store, dove INSPIEGABILMENTE è tutto coperto di quella polvere sottile che ricopre anche noi...

Probabilmente dormire nel campground qui è bellissimo, ma non deve essere particolarmente confortevole!

 

Al gate mostriamo la ricevuta di pagamento, il ranger ci chiede...

"Where are you from?"

"Italy!"

"Ahhh Italia!!! Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Grosso, Gattuso, Pirlo, Totti, Del Piero, Toni!!!"

 

Praticamente la formazione del 2006!

😂😂😂

 

Arriviamo in hotel e via, sotto la doccia! 

E qui, sorpresa!

Mi sono portato un paio di palate di sabbia addosso che adesso giacciono un po' a terra e un po' addosso, praticamente ovunque!

 

Birra in piscina, tramonto con un paio di Savannah Dry e foto sceme, una cena che rialza le sorti dopo quella di ieri sera.

 

IMG_20180515_181705.jpg

 

IMG_20180515_190737.jpg

 

IMG_20180515_194515.jpg


Carpaccio di springbock, bistecca di manzo, tutto davvero saporito, accompagnato da un rosé namibiano che è molto meglio del rosso di ieri sera e con il cameriere che ci ha coccolato tutta la serata!

 

Buonanotte mondo!

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti

27 minuti fa, oceanomare78 dice:

Noi avevamo fatto un pezzo della big daddy

Ma non non l'avevamo nemmeno presa in considerazione, anzi, a saperlo ci saremmo risparmiati la salita!

 

22 ore fa, Fabrizio69 dice:

credo di essere l'unico ad averlo visto con le nubi e senza cielo azzurro

è un peccato, noi abbiamo sofferto tanto il vento, ma almeno il cielo era sgombro

 

22 ore fa, solshine dice:

maledetto mal d’Africa!

Guarda, sistemare le foto è stata una coltellata, ora stiamo facendo l'album ed è terribile!

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 4 settimane dopo...

Mercoledì 16 maggio 2018

 

 

Dopo le emozioni di ieri, ci aspetta una giornata tranquilla, quasi di puro trasferimento … ce la prendiamo comoda facendo colazione a un orario che ci permette di vedere cosa abbiamo nel piatto 😁 nonostante il buio sempiterno della sala, io faccio anche oggi razzia di quei buonissimi pasticcini di verdure al curry che dovrei proprio imparare a fare, e alla fine ci troviamo d’accordo nel promuovere il Truzzhotel, anche se non sarà il più memorabile del viaggio: ci siamo divertiti, tanto basta.

 

La prima sosta è a Solitaire, per un rifornimento di benzina e soprattutto di torta di mele, la famosa torta più buona della Namibia: ne prendiamo due porzioni, insieme a due torte salate (la mia, al formaggio, rivelerà un inatteso ripieno di wurstel ... poco male, è buonissima) da mangiare strada facendo. Ci divertiamo a gironzolare in questo posto dal nome quanto mai adeguato, oltre alla Goose McGregor Bakery ci sono una pompa di benzina, uno shop, un meccanico, una specie di campeggio/motel e i bagni.

 

 

 

 

DSC_9768.jpg

 

 

 

DSC_9769.jpg

 

 

 

DSC_9771.jpg

 

 

 

DSC_9773.jpg

 

 

 

DSC_9776.jpg

 

 

 

DSC_9779.jpg

 

 

 

A sorpresa la sosta pipì termina con un incontro inaspettato: ecco i nostri tedeschi del Quiver Tree e del Fish River Canyon! Felicissimi di incontrarci, passiamo una mezz’ora a raccontarci le rispettive avventure mentre un quasi solerte meccanico si occupa di una delle gomme della loro Hylux che sembra non essere in ottima salute. Hanno la tenda montata sul tetto e ci dicono di averne fatto spesso uso per ammortizzare i costi, del resto sei settimane sono tante e passarle tutte in resort potrebbe essere poco igienico per il portafogli. Lui è felicissimo di mostrarci le foto in notturna che ha scattato secondo i consigli di Paolo, e tutto sommato devo ammettere di avere sposato un bravo insegnante 😄

 

 

 

DSC_9780.jpg

 

 

 

DSC_9782.jpg

 

 

 

DSC_9784.jpg

 

 

 

DSC_9785.jpg

 

 

 

DSC_9786.jpg

 

 

 

DSC_9788.jpg

 

 

 

DSC_9789.jpg

 

 

 

DSC_9793.jpg

 

 

 

Questo incontro ci ha fatto davvero piacere e ripartiamo un po’ più felici di prima. Dopo una lunga teoria di chilometri su una strada C(heschifo), ben sballottati e percossi, e un nuovo passaggio ai tropici, Paolo non si sente benissimo – e io mi sento in colpissima perché proprio non me la sento di inforcare il volante del mostro - e ci fermiamo per una sosta tecnica. Il mio eroe si riprende velocissimo al cospetto di fagottini salati e torta di mele, ce ne dividiamo una porzione perché è davvero enorme, e poi ripartiamo su uno schizofrenico alternarsi di asfalto e gravel, qualche metro ciascuno.



 

DSC_9795.jpg

 

 

 

DSC_9805.jpg

 

 

 

DSC_9807.jpg

 

 

 

DSC_9808.jpg

 

 

 

DSC_9809.jpg

 

 

 

DSC_9810.jpg

 

 

 

DSC_9813.jpg

 

 

 

Nel primo pomeriggio, sotto una pioggerella sottile che ci accompagna da quando abbiamo raggiunto la costa, arriviamo finalmente a Swakopmund per prendere possesso del Mylas Cottage, un bellissimo ed economicissimo appartamento che – gaudium magnum! – ha una lavatrice e un’asciugatrice. Io che ero già in mood “oddio non è possibile, non abbiamo quasi più niente di pulito, PUZZEREMO PER IL RESTO DEL VIAGGIO” mi rilasso ed entro agevolmente nei panni della casalinga disperata facendo partire il primo ciclo praticamente senza neanche disfare la valigia, manca poco che mi metta a cantare ma alla fine la pietà per Paolo prevale … eh no, ragazzi, qua le comodissime lavanderie a gettone del west non esistono, e gli hotel si fanno pagare a caro prezzo il servizio, se lo offrono.

 

Lasciamo la lavatrice a girare giuoiosa e andiamo al supermercato, giuoiosi anche noi perché è bello grande e ci sono mille cose da toccare, scoprire, comprare, compresi i giochini all’erba gatta per i Ciopini che non manchiamo mai di viziare. Dopo una bella doccia ce ne andiamo a cena al The Tug, ristorante sulla spiaggia ricavato in una nave arenata, decisamente pittoresco. È solo un chilometro ma preferiamo prendere la macchina: come Luderitz, anche Swakopmund la sera ha un aspetto spettrale: nessuno in giro, un silenzio surreale, poche luci persino nelle case, giusto qualche auto in lontananza sul corso principale … decisamente la Namibia non è per chi ama la vita notturna!

 

Ottima la cena, come sempre, è uno dei viaggi in cui abbiamo mangiato meglio tra quelli fatti insieme (Napoli non conta, gente! ma ve par? 😆): antipasto di calamari grigliati e pesce San Pietro fritto, entrambi con salsa tartara in accompagnamento, e per secondo gamberoni del capitano (ottimi, ma serviti con un riso alle verdure sciapissimo che lasceremo ai posteri) e KLINGPLING grigliato – speriamo che Paolo si ricordi come si chiama sul serio 😜 – con patate gratinate. Cena di pesce ottima e freschissima, con vino bianco sudafricano ad accompagnare, conto finale 65 euro compresa la mancia, siamo soddisfatti.

 

Sposata da undici giorni, la casalinghitudine è potente in me: tornati al cottage, garrula e giuliva carico la seconda lavatrice e faccio partire l’asciugatrice. Ma non preoccupatevi, sono già guarita! 😛

  • Mi piace 3
Link al commento
Condividi su altri siti

17 maggio 2018 Swakopmund - Sandwich Harbor - Swakopmund.


Iniziamo la giornata con una bella colazione casalinga, caffè, latte, dolcetti presi la sera prima alla Spar.

Il Mylas Cottage è davvero carino, un appartamento molto grande e davvero ben tenuto e meglio arredato, con tanto di lavatrice e asciugatrice!

 

IMG_20180517_183120.jpg


Stamattina abbiamo scelto di prendercela comoda, ci aspetta la gita a Sandwich Harbor e alle 8:45 abbiamo appuntamento col nostro autista che ci porterà all'agenzia.


Usciamo di casa alle 8:40 e niente, i namibiani sono praticamente crucchi trapiantati a sud, il tizio della casa vicina ci guarda e ci dice "Ehi, c'è qualcuno che vi sta aspettando!".


Eh già, gli orari qui li rispettano al secondo!

Arriviamo all'agenzia e scopriamo che proprio davanti al porticciolo, nuota un'otaria... ma sarà solo la prima!

 

180517_001.jpg


Si, è proprio un'otaria, ha le orecchie, a differenza delle foche.


Dopo qualche minuto facciamo la conoscienza con Hermann, un omaccione grande e grosso con una chiacchiera infinita e con i nostri compagni di gita, 2 francesi che vivono in Africa ma in quanto a chiacchiera, sono complementari a Shreck!


Ci sistemiamo sul fuoristrada, io (Paolo) mi siedo davanti, ma poi faremo i turni per goderci lo spettacolo della guida sulle dune!


Partiamo da Walvis Bay, che scopriamo essere una città industriale con un enorme salina...

 

180517_002.jpg


E Herman attacca a raccontarci di tutto, lui è namibiano doc, nato quando ancora la Namibia non era uno stato indipendente, cresciuto in una hunting farm e mandato a studiare in Sudafrica, visto che il sistema scolastico locale era ancora troppo "acerbo".


Lavora nel turismo da molto, ha girato il mondo e l'unico posto dove ha avuto paura a guidare è stato Roma... guarda un po'!


😂

 

180517_003.jpg


Continuiamo un po' sulla strada asfaltata, poi...

La strada finisce sulla battigia... e niente, la spiaggia diventa la strada!

 

180517_004.jpg


La spiaggia più lunga e più larga del mondo!

Ci sono cormorani, gabbiani, lontano verso la salina vediamo migliaia di fenicotteri e una fochina... 


"Oddio, è morta!!!"



Herman attacca a suonare il clacson, la fochina non è morta, dorme...

Ed è un grosso rischio per lei, visto che in zona ci sono gli sciacalli che non sempre sono simpatici!


Proseguiamo sulla spiaggia fino ad arrivare a questo punto, una barriera che attraversa il deserto del Namib...

  

180517_005.jpg


Rappresenta ufficialmente il limite del parco, ma ha una storia molto interessante:

Durante la prima guerra mondiale, le truppe britanniche e quelle tedesche si scontrarono duramente in questa zona. 

Solo che il paesaggio è tutto uguale e senza elettronica era difficile capire chi stesse vincendo, magari solo conquistando 2 granelli di sabbia.


A quel punto, i vertici militari proposero una tregua, durante la quale i prigionieri di guerra di entrambi gli schieramenti lavorarono fianco a fianco per costruire la barriera. 

Alla fine dei lavori, le ostilità ripresero.


Quello che ci racconta Herman sulle foche gnucche è dimostrato dalla grande quantità di ossa che ci sono nei dintorni:

 

180517_006.jpg


Ma da questo punto... 


COMINCIA IL DIVERTIMENTO!


Hermann attacca le 4 ruote e comincia a scalare le dune, ogni volta per portarci più in alto!

 

180517_007.jpg

 

180517_008.jpg

 

180517_009.jpg

 

180517_010.jpg

 

180517_011.jpg

 

180517_012.jpg

 

180517_013.jpg


Il panorama è incredibile, il deserto arriva sul mare, la battigia è l'unica strada solida, almeno per qualche ora al giorno... si, perché quando sale la marea la strada finisce sott'acqua!


In cima alle dune ci racconta di turisti sprovveduti che si sono persi nel deserto, con macchine inadeguate, senza una bottiglia d'acqua, senza un gps. Ad occhio sembra una spiaggia oversize, ma se si perde di vista il mare, si perde completamente l'orientamento.


E si che ce ne sarebbero da vedere, qui nel Namib... c'è un relitto di una grossa nave arenata, che adesso si trova a qualche km dalla costa, ci sono animali, ci sono oasi...


Si, anche nella desolazione, nei punti più bassi c'è della vegetazione, ci sono degli animali:

 

180517_014.jpg

 

180517_015.jpg


I Namibian Rat (gli springbok) e una mouette che svolazza felice, trascinata dal vento!


Per darvi un'idea precisa di quello che abbiamo fatto, ecco, questo è Hermann col suo macchinone alle prese con una duna.

 

180517_016.jpg

 

Alla fine dei saliscendi, è arrivato il momento del pranzo...

5 minuti di pausa per usare la desert toilet (cerca una duna abbastanza alta che ti copra e restituisci al mondo quello che hai preso prima) e il nostro ospite ci imbandisce una tavola tra le dune!

 

180517_017.jpg

 

Ostriche, una cosa con la zucca (alla quale sono allergico e me ne sono tenuto alla larga), i celeberrimi Namibian Veggies, cioè pollo e maiale, il tutto accompagnato da una bottiglia di champ... no, non je la posso fa', di vino bianco frizzante.

 

Solo che ora di frizzante non c'è solo il vino (che piace un sacco ai moscerini, visto che ci si suicidano dentro, ma come insegna Bear Grylls, sono proteine, va benissimo!), ma anche l'aria... il vento rinfresca, le nuvole arrivano dal mare, coprono il sole, comincia a tuonare...

 

180517_018.jpg

 

Hermann chiama dicendo che piove e dall'agenzia lo prendono per il culo, qui a Sandwich harbor non piove mai!

Quasi mai, aggiungo!

 

Tornando verso Walvis Bay, ci fermiamo a guardare questi strani uccelli...

Pellicani, direte voi... No, pellicotteri, visto che hanno lo stesso colore rosato dei fenicotteri!

 

180517_019.jpg

 

Si, perché la salina è ricca di alghe che contengono dei batteri che gli danno un colore rosso, che si trasferisce agli animali che ne mangiano.

 

180517_020.jpg

 

Nonostante la pioggia, riusciamo a vedere anche i fenicotteri ed mentre siamo fermi, Hermann si china, raccoglie un rametto di erba e tutto contento ci fa "questa si mangia!".

 

Eh, caro Hermann, noi non siamo turisti normali, siamo un po' più strani... ci mangiamo anche la salicornia, o asparago di mare, e la conosciamo... In effetti ci resta un po' male, ma è stato davvero una gran guida per questa giornata.

Ci da anche un sacco di ottimi consigli sulla guida in fuoristrada... l'agenzia di noleggio ci ha detto di non usare il 4x4 se non per casi estremi e di confiare le gomme a 2 sull'asfalto e 1.8 sullo sterrato... Invece ci raccomanda di usare sempre la trazione integrale e che la pressione non deve essere superiore a 1.4/1.6 sugli sterrati... gli daremo retta, 1.6 a caldo ed è vero, le vibrazioni si sentono molto meno!

 

180517_021.jpg

 

180517_022.jpg

 

Torniamo a casa, facciamo una lavatrice e via, a fare un po' di spesa e una passeggiata per Swakopmund.

 

180517_023.jpg

 

180517_024.jpg

 

Ecco, se andate in Namibia, dovete stare attenti a questi tizi, che con un nocciolo di un qualche frutto vi fermano, vi chiedono il nome e in 2 minuti vorrebbero vendervi un portachiavi personalizzato...

 

180517_025.jpg

 

Sono carini, ma non posso mica comprarne 10!

 

180517_026.jpg

 

180517_027.jpg

 

Swakopmund sembra una città tedesca trapiantata sul mare, con le case a graticcio sulla spiaggia, incongruenti.

 

180517_028.jpg

 

Ci godiamo un bel tramonto e per riscaldarci dopo tanto vento, proviamo una birra locale... Siamo in Germania, no?

 

IMG_20180517_174817.jpg

 

Un bel flyer con 3 assaggi, molto buona, hanno imparato bene!

Per cena decidiamo di andare al Jetty, il ristorante sul molo... o meglio in fondo al molo!

Si percorre la passerella per arrivare, solo che col mare in tempesta non è bellissimo, rumore, schizzi e le onde che si vedono tra un'asse e l'altra...

 

Però ne vale la pena...

Ostriche, cotte e crude, pesce, gamberi e 2 calici di vino, tutto davvero ottimo, per una spesa di 910N$, meno di 55€...

 

Domani ci aspetta la costa nord, buonanotte!

 

IMG_20180517_201220.jpg

 

IMG_20180517_201823.jpg

 

IMG_20180517_203816.jpg

 

IMG_20180517_203823.jpg

 

 

  • Mi piace 5
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...

Venerdì 18 maggio 2018

 

 

Una nottata di pioggia fitta e antipatica precede il nostro risveglio, e Josef, l’omino di casa cui rendiamo le chiavi, ci conforta raccontandoci allegramente che è un caso rarissimo, di solito lì piove solo a settembre. Che culo :D

 

Il tempo resterà in certo tendente al brutto per tutta la giornata, ma non siamo tipi da farsi scoraggiare per così poco e partiamo subito come previsto per percorrere la Welwitschia Drive fino in fondo. Certo, con gli occhi pieni del sole di ieri, di mare, di dune e di vento sarà dura trovare indimenticabile questa giornata, ma la strada offre qualche panorama incredibile, come il Moon Landscape, che fotografiamo da più punti panoramici, ora con un baffo di sole, ora sotto scenografici nuvoloni, ora sotto una pioggerellina leggera. Quando iniziamo a vedere qualche lampo in lontananza decidiamo che è più saggio continuare le nostre ammirazioni dalla macchina finché al cielo sarà passato il malumore.

 

 

 

DSC_0191.jpg

 

 

 

 

DSC_0212.jpg

 

 

 

 

DSC_0222.jpg

 

 

 

 

DSC_0261.jpg

 

 

 

La strada prende nome da una pianta, la Welwitschia Mirabilis appunto, che – copio fedelmente da wikipedia – è diffusa nell'Africa sud-occidentale, nelle zone desertiche del Kalahari e del Namib, tra l'Angola e la Namibia. È l'unica specie dell'ordine Welwitschiales e della famiglia delle Welwitschiaceae. Il nome "Welwitschia" deriva da Friedrich Welwitsch, il botanico austriaco che per primo ne documentò l'esistenza presso la comunità scientifica europea. L'aggettivo Mirabilis si riferisce alla forma insolita della pianta. In lingua afrikaans viene chiamata tweeblaarkanniedood, che significa “due foglie non possono morire". Le sue caratteristiche sono estremamente peculiari, tanto che Charles Darwin la definì "l'ornitorinco del regno vegetale". Presenta una radice a fittone molto profonda che si espande in orizzontale e due foglie dall'aspetto unico, lunghe fino a cinque metri e adagiate sul terreno. L'aspetto generale della pianta è quindi quello di una grande matassa di nastri verdi, larghi fino a quasi mezzo metro e lunghi cinque, attorcigliati e deposti sul suolo, con le parti finali che progressivamente muoiono, si sfilacciano, e diventano di colore marrone. Il tronco, piuttosto grande (in diametro) è cortissimo, e coperto dalle foglie. Si tratta quindi di un vero albero, e la specie comprende una pianta maschio e una pianta femmina. Sono sicura che Paolo si ricorda come si distinguono :D



 

DSC_0269.jpg

 

 

 

 

DSC_0275.jpg

 

 

 

 

DSC_0305.jpg

 

 

 

Per quanto rara e curiosa sia la pianta, e per quanto bello sia a tratti il panorama, non me la sento di annoverare le tre ore passate qui tra quelle veramente indimenticabili del viaggio: tante, troppe le meraviglie più vistose, perché alla parola “Namibia” il pensiero corra subito qui, e il meteo antipatico di certo non aiuta. Tra una sosta e l’altra – compresa una pausa pipì con il conetto di carta che da CHESCHIIIIIIIIIIFO è velocemente passato a MAIPIUSENZA - il tempo passa piacevolmente, e quando ci avviamo in direzione di Cape Cross siamo tutto sommato pienamente soddisfatti.

 

Ci fermiamo per un veloce pranzo in riva al mare, consumato purtroppo in auto perché ha ripreso a piovere, e anche i gabbiani che ci fanno compagnia rimediano qualche boccone dai nostri panini. Poi Paolo, intrepido, scende sotto la pioggia a fumare una sigaretta e io, stronza, ne approfitto per far fuori tutte le patatine che sono rimaste nel sacchetto, quatta quatta e furtiva furtiva, e mi nascondo così bene che la prima cosa che Paolo dice salendo in macchina è “TU MANCIA? TU MANCIA!!!” in perfetto stile Birkermaier. Troppo tardi, cocco. Te lo dico sempre che a fumare ci rimetti tu ^^

 

Una pioggia insistente ci accompagna sulla Skeleton Coast, ma per quanto poco piacevole, quando avvistiamo il relitto della Zeila sono contenta che ci sia un meteo così, è davvero suggestiva e spettrale la visione, già dalla strada, di questo relitto arrivato sulla spiaggia e arenatosi nel 2008 … dallo stato di conservazione avremmo detto molto prima, ma abbiamo scoperto che in realtà si trattava di un natante già vecchissimo e destinato alla demolizione in India, staccatosi dal gancio di traino della nave che lo stava portando all’ultima destinazione durante una tempesta, e poi lasciato lì perché i costi del recupero sarebbero stati più alti del valore del ferro. Oggi è un fantasma molto concreto, pieno di nidi e di uccelli, sferzato dai marosi e tremendamente affascinante. Purtroppo è l’unico visibile con una certa facilità, gli altri relitti, grazie ai quali la Skeleton Coast si è guadagnata il nome, sono molto più su, alcuni più all’interno, nel deserto e oltre i cancelli di un’area accessibile solo con permesso e piuttosto ostica da affrontare.

 

 

 

DSC_0319.jpg

 

 

 

 

DSC_0321.jpg

 

 

 

 

DSC_0334.jpg

 

 

 

 

DSC_0338.jpg

 

 

 

La strada per la Seal Reserve è ovviamente un ammasso di fango, e il Mostro si diverte a imbrattarmi pantaloni, maglia, mani, faccia, scarpe ogni volta che apro la portiera e scendo … ma vabbé, non è colpa sua, secondo me non è mai stato tanto lurido e impastato in tutta la sua carriera e ora se la gode. A un certo punto colgo un movimento con la coda dell’occhio e … “Paolo, frena!” … ci sono due sciacallini a lato strada! Scendiamo, prendiamo le nostre riserve di carne secca e gliene lanciamo un boccone alla volta. Sono mezzo spaventati e mezzo curiosi, si avvicinano, si allontanano, poi si avvicinano di nuovo, si vede che hanno un po’ di timore, ma dopo qualche boccone si rilassano. Restiamo un po’ a goderci la loro compagnia, e quando facciamo per risalire in auto … ce li vediamo disporsi uno a ciascun lato della strada e iniziare un duetto, il primo parte con un suono di gola, modulato e quasi dolce, il secondo subito dopo gli fa eco, e ci regalano un piccolo concerto di ringraziamento e saluto. Inutile dire che in macchina ci salgo con i lacrimoni, vero?



 

DSC_0347.jpg

 

 

 

 

DSC_0379.jpg

 

 

 

 

DSC_0386.jpg

 

 

 

Prima di arrivare al lodge ci aspetta la tappa dalle otarie di Cape Cross, dal cui soave profumino siamo stati più e più volte messi in guardia. Ci dice bene, la pioggia recente ha lavato alla bell’e meglio questi puzzoni, e anche se non si può certo scambiare questo posto per la Maison Fragonard, tutto sommato la zona è vivibile, infatti restiamo almeno una mezz’ora a incantarci e sorprenderci per le evoluzioni, la quantità, la simpatia, le voci dissonanti di questi adorabili animalotti. Sono così brutte, goffe, sgraziate e inadeguate che la sedicenne che vive dentro di me non può non identificarsi e non adorarle al primo sguardo. Purtroppo ci sono anche qua e là corpi di cuccioli morti, e nonostante qui siano migliaia, e nonostante io sappia che la natura è così, e nonostante mi dica che per il poco che sono vissuti sono stati sicuramente felici … vado via con gli occhi lucidi lo stesso. Figuratevi quando poi ne vedo uno anche sulla spiaggia davanti al lodge :o(



 

DSC_0394.jpg

 

 

 

 

DSC_0407.jpg

 

 

 

 

DSC_0409.jpg

 

 

 

 

DSC_0431.jpg

 

 

 

 

DSC_0437.jpg

 

 

 

 

DSC_0440.jpg

 

 

 

 

DSC_0456.jpg

 

 

 

Raggiungiamo il nostro albergo sotto lo stesso cielo incerto che ci ha accompagnato fino qui, ma che decide di farci un bellissimo regalo di nozze, prima un arcobaleno doppio strepitoso che non mi è entrato in una sola foto, e poi un tramonto inaspettatamente pieno di dolcezza.

 

 

 

 

DSC_0490.jpg

 

 

 

 

DSC_0496.jpg

 

 

 

 

DSC_0497.jpg

 

 

 

 

DSC_0504.jpg

 

 

 

 

DSC_0512.jpg

 

 

 

 

DSC_0518.jpg

 

 

 

 

DSC_0526.jpg

 

 

 

 

DSC_0544.jpg

 

 

 

 

DSC_0558.jpg

 

 

 

 

DSC_0562.jpg

 

 

 

 

DSC_0577.jpg

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti

18.05.2018, una piccola aggiunta

 

Solo per farvi vedere il Moon Landscape della Welwitschia Drive...

 

180518_001.jpg

 

 Per farvi vedere quante belle fOche ho fotografato!

 

180518_002.jpg

 

Ma soprattutto per il bellissimo spettacolo che abbiamo trovato al Cape Cross Lodge...

 

180518_003.jpg

 

Ma non il sorriso di mouette!!!

 

Questo fantastico arcobaleno al tramonto!!!

 

180518_004.jpg

  

180518_006.jpg

 

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti


19.05.2018 Cape Cross - Madisa Camp

 

https://goo.gl/maps/n63X3Cfk2JF2

 

Iniziamo la giornata con una colazione molto poco interessante al Cape Cross Lodge, talmente poco interessante che non mi ricordo nemmeno cosa avessimo preso!!!

Ha piovigginato tutta la notte, ma ora splende il sole sulla costa... la macchina pare un variegato alla nocciola per quanto è piena di fango, ma, non lo sappiamo ancora, peggiorerà!

 

Si, perchè se anche c'è il sole, le strade sono completamente coperte di fango!

Da Cape Cross bisogna tornare a sud, verso Hentie's Bay, e da qui, puntare verso l'interno.


Ci fermiamo a comprare dei cristalli di sale su uno dei tanti tavolini per strada, lasciamo qualcosa più del dovuto e proseguiamo ridacchiando sulla strada fangosa, che in questo tratto è leggermente sopraelevata.

Ho il Mostro, ho le 4 ruote motrici, ho gli pneumatici tacchettati, guido con prudenza, c'è una curva a destra, ruoto il volante con dolcezza...

cazzo... 

cazzo...

cazzo...

Il Mostro continua ad andare dritto!


Continuo a ruotare il volante, ma niente, il Mostro ha deciso che quella curva non s'ha da fare, giro ancora, Barbara chiacchiera tranquilla, ignara di tutto, non freno, ma alleggerisco un po' l'acceleratore e quando ormai sono quasi tutto sterzato a destra, il Mostro decide che è ora di girare!


Mi parte una derapata che Ken Block levete, comincio a controsterzare per evitare di finire nel fosso di lato, do un filo di gas e praticamente mi faccio tutta la curva di traverso su tutt'e 2 le corsie... cazzocazzocazzocazzo... Barbara mi guarda come per dire "che stai facendo?", un paio di zig zag e la macchina è di nuovo sulla strada...


Herman ha detto: "se non buchi 2 volte e non vai fuori strada almeno una volta, non hai guidato in Namibia"... Al momento sono quasi finito fuori strada, per i buchi ci organizzeremo!


Facciamo il pieno a Hentie's Bay, con la macchina più nocciola che bianca, quindi via, verso l'interno!


Prima fermata, il Garden Cafè di Uis, piccola cittadina dell'interno, 4 strade in croce, bella e curata.
Ce lo eravamo segnati da casa, per fare una sosta e ci troviamo in un posto surreale, un giardino pieno di fiori, curato, elegante...

 

180519_001.jpg

 

180519_002.jpg

 

180519_003.jpg

 

Ci prendiamo un caffè, un paio di sandwich, una fettina di torta alla carota take away e via, verso il Brandberg.

 

Arriviamo verso mezzogiorno, qui il giro si fa solo accompagnati dalla guida, con noi ci sono uno spagnolo, la sua ragazza polacca, la guida e un apprendista, che comincerà a lavorare da solo la prossima settimana.

La nostra guida è un ragazzo simpatico che ci racconta mille aneddoti e mille curiosità sulla flora e fauna del posto; si possono incontrare elefanti nella zona, ma oggi incontriamo solo un sacco di rettili vari.

 

180519_004.jpg

 

180519_005.jpg

 

180519_006.jpg

 

180519_007.jpg

 

E una roccia che sembra proprio la testa di un babbuino!

Quando arriviamo nella zona dei graffiti, ci racconta la leggenda della White Lady... Secondo lo scopritore, la donna che si intravede qui sotto, con le gambe bianche, sarebbe una ragazza naufragata e salvata dai Boscimani...

 

180519_008.jpg

 

180519_009.jpg

 

180519_010.jpg

 

180519_011.jpg

 

Ma la realtà è molto diversa... Probabilmente è uno sciamano che per raggiungere lo stato di estasi ha danzato tutta la notte intorno al fuoco e le cui gambe sono coperte da un sottile strato di cenere...

 

180519_012.jpg

 

180519_013.jpg

 

E insieme allo sciamano, ci sono zebre, gnu, orici e antilopi... in fondo è un popolo di cacciatori e questi animali erano il loro sostentamento.

 

 

180519_014.jpg

 

 

Torniamo verso il parcheggio, pranziamo al volo e in un'oretta siamo al Madisa Camp... Madisa... Benvenuto in lingua locale!

 

180519_015.jpg

 

180519_016.jpg

 

Ci sistemiamo in tenda, questa sera abbiamo un fantastico bagno privato con le stelle come soffitto!!!

 

IMG_20180519_163227.jpg

 

IMG_20180519_163403.jpg

 

IMG_20180519_163409.jpg


Il posto è bello, molto, molto rustico, molto vero, locale... non ci sono fronzoli, niente linea telefonica, niente elettricità, se dovessimo aver bisogno di caricare qualcosa, per un paio d'ore si può usare la presa della reception!

 

 

Poco dopo partiamo per il giro al tramonto con i nostri 2 accompagnatori... Il paesaggio è molto particolare, dalla pianura spuntano delle zone rocciose.
Proprio davanti a noi, un movimento, cos'è?

 

180519_017.jpg

 

180519_018.jpg

 

Sono dei babbuini, un branco di una 30 di individui, ci sono tanti cuccioli, si arrampicano velocissimi su una collina rocciosa.

 

180519_019.jpg

 

180519_020.jpg

 

Facciamo il nostro aperitivo al tramonto, guardando verso gli hardap... il cielo è limpido, il colore magnifico.

 

180519_021.jpg

 

180519_022.jpg

 

180519_023.jpg

 

180519_024.jpg

 

180519_025.jpg

 

Qui ci facciamo fuori l'ennesimo Savannah Dry con contorno di biltong e patatine guardando il sole scendere all'orizzonte...

 

180519_026.jpg

 

180519_027.jpg

 

Stasera abbiamo la cena al resort, alle 7 arriviamo in zona reception ed è tutto apparecchiato intorno al fuoco...

 

IMG_20180519_191253.jpg

 

IMG_20180519_191437.jpg

 

Costine di maiale, riso, mais, verdure, i piatti di latta smaltata, una birra e la cena è servita, il cuoco/cameriere è un ragazzino con un sorriso pieno di gioia, 4 chiacchiere intorno al fuoco e via, a nanna!

Fa un po' freddo, ma che importa, basta stare strettistretti e passa tutto!

Buonanotte... anzi, Madisa!!!

  • Mi piace 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Chi sta navigando   0 utenti

    • Nessun utente registrato visualizza questa pagina.
  • Chi è Online   0 Utenti, 0 Anonimo, 62 Ospiti (Visualizza tutti)

    • Non ci sono utenti registrati online
×
×
  • Crea Nuovo...