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From little date seeds, great things are born (Namibia summer 2017)


solshine

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A una settimana dal ritorno a casa dopo essermi rituffata nel tram tram quotidiano tra lavatrici, ufficio e caldo che sembra più di stare in Africa qui in Sicilia che non nel Kalahari eccomi qui a provare a raccontare il mio, purtroppo, troppo breve ma intensissimo viaggio in Namibia.

Comincerò con qualche informazione e consiglio di ordine generale sperando di poter essere d’aiuto a chi decide di visitare questo magnifico paese.

 

Partiamo con lo sfatare un mito:  a chi dice che la Namibia non è Africa perché risente ancora della dominazione coloniale e del protettorato sudafricano (indipendenza ottenuta solo 20 anni fa) mi sento di rispondere è vero ma solo in parte. L’influenza europea si vede soprattutto nelle città e si sente nel cibo e nei prodotti che trovate nei supermercati e negozi (la gran parte sono importati quantomeno dal sud africa) ma spostandosi nei piccoli e piccolissimi centri  dispersi in mezzo al nulla in cui vi fermerete a fare benzina o una pausa per sgranchirvi le gambe capirete che è Africa, magari un po’ meno povera, ma assolutamente e meravigliosamente Africa.
Lo vedrete nei paesaggi infiniti e brulli, nella sabbia rossa e nella polvere che vi sommergeranno, nelle strade in terra battuta, nelle baracche in mezzo al nulla più assoluto, nei ragazzini che giocano a pallone a piedi nudi tra le pietre e che vi fanno un sorriso a 48 denti quando gli regalate un lecca lecca o vi fermate a giocare con loro… e perché no anche nel cellulare che non prende niente assolutamente niente per centinaia di km!

 

E’ un viaggio che con una opportuna pianificazione, qualche accortezza, attenzione e una buona dose di intraprendenza può essere anche affrontato in fai da te, basta essere consapevoli che occorre muoversi anche con un anno di anticipo per la prenotazione dei pernottamenti (a meno che non si decida di dormire in tenda che sia sul tetto o nei campeggi), che si faranno migliaia di km il 95% dei quali su strade non asfaltate (alcune davvero in pessime condizioni ) e che siamo in AFRICA per cui i tempi, le distanze ed i servizi non sono le nostre e nemmeno quelle dell’ovest americano!

 

Le strade: l’unica che ho trovato asfaltata e la B1 che taglia verticalmente il paese, tutto il resto è strada bianca generalmente in buone condizioni a sud, così così nella zona di Sesriem, pessima nel Damaraland e per raggiungere Twyfelfontein  (sarò comunque più precisa nel racconto dei vari giorni anche se le condizioni variano addirittura di settimana in settimana) di conseguenza risulta fondamentale o quantomeno altamente consigliato avere un 4x4 e almeno due ruote di scorta. Segnatevi prima di partire le stazioni di servizio e dove fare sosta carburante.

 

Consigli antipolvere: come dicevo ce n’è davvero tanta, tantissima che entrerà ovunque, che respirerete e che diventerà la vostra seconda pelle per tutta la durata del viaggio di conseguenza sacchi dell’immondizia a protezione dei vestiti in valigia sia sotto che sopra, burro cacao e crema per le mani a tempesta (non dimenticate la crema solare xchè cmq il sole scotta anche quando sembra non esserci) ed evitate le lenti a contatto! Per i fotografi riducete al minimo il cambio di obiettivi e passate il tempo a spompettare e pulire. Dotatevi di un filtro e ancora meglio di un polarizzatore: la luce è davvero tanta e molto dura.

 

Adattatore: in Europa non si trova, nemmeno su amazon, ed è diverso da quello del sud Africa. Potete comprarlo per pochi dollari all’arrivo in aeroporto o ancora meglio se fate sosta a Windhoek al supermercato.

 

Cibo: Io non ho avuto nessun tipo di difficoltà, si trova un pò di tutto: molta carne (spesso selvaggina tipo Orice e tutti i vari tipi di antilope, struzzo, beef e pollo) e spesso anche pesce. Patate, barbabietole ed insalata varia (l’acqua è depurata per cui non ci sono problemi di dissenteria). Colazione genere english breakfast e dolci di stampo tedesco.

 

Birre: ne esistono solo due entrambe di produzione nazionale, la Windhoek una lager leggera tipicamente tedesca e la Tafel una doppio malto comunque leggera ma che a me non è dispiaciuta. Le trovate in bottiglia, lattina e la seconda anche alla spina.

 

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Dollari Namibiani (detti babbei ): Uno vale circa 15 cents, si possono cambiare/prelevare in aeroporto (c’è sia il cambio che la banca). Fate attenzione a quanto cambiare perché si può fare solo a Windhoek e a Swakmopund per darvi un’idea del costo della vita (decisamente basso per noi) una bottiglietta d’acqua al Lodge (al supermercato costa ovviamente meno) sta tra i 15 ed i 20 babbei, la coca cola  idem, la birra tra i 20 e i 30 mentre un bicchiere di vino sudafricano circa 40 (le bottiglie vanno orientativamente dai 250 in su). Per un pranzo completo di bibita a base di pesce in un posto alla mano ma buono siamo circa sui 150 babbei (meno di 10 €).

 

Carte di credito: non le accettano quasi da nessuna parte tranne che in città e nei lodge più grandi, spesso chiedono una spesa minima.

 

Clima: Agosto in Namibia è inverno ma in realtà ho trovato praticamente tutte le stagioni: dal freddo da giubbotto +pile (5 gradi) ai 32 gradi con il sole a picco.

 

Sicurezza: in generale non ci sono grandi problemi di criminalità tranne che a Windhoek e Swakopmund dove ci hanno sconsigliato di uscire a piedi dopo il tramonto, vero è che non si va in Namibia per le serate mondane anche perché il più delle volte vi troverete in mezzo al nulla per cui il problema non si pone  ;)

 

Fatte queste premesse  sappiate che il mio viaggio è stato un viaggio di gruppo, purtroppo, fatto con TO: ma viaggiando sola e avendo deciso la meta a marzo (ed era già tardi per tutto) non avevo altra scelta.

 

Il giro è stato abbastanza compresso, ma fondamentalmente per i giorni che avevo a disposizione doveva esserlo per forza, il gruppo era relativamente piccolo (eravamo in 8) formato da persone abituate a viaggiare e si è creato un bel clima. Le sistemazioni erano tutte molte belle anche se in qualche caso (all’Etosha in particolare) io avrei più che volentieri sacriificato la bellezza in favore della posizione … anche su questo sarò più precisa nella descrizione delle varie giornate.

 

Cosa mi porto a casa da questo viaggio?

 

Prima di tutto le chiacchere fatte con i vari ragazzi che lavorano nei lodge o durante le soste con la gente del posto: la loro voglia di raccontarti le difficoltà e le speranze della loro vita e per il loro paese e la curiosità di conoscere una realtà tanto distante e diversa dalla loro

 

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poi la sabbia rossa e le dune  :769_heart::776_two_hearts:

 

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e ancora il cielo, un cielo stellato così bello da sembrare un quadro dipinto dal più grande artista mai esistito...

 

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i sorrisi e gli occhi dei bambini, che sono sempre belli ma qui mi sembravano ancora più belli

 

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e infine la puzza delle otarie (a guardare le foto ancora la sento…)

 

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La scelta del titolo non è un caso, si tratta di un proverbio Namibiano che ben esprime secondo me l’augurio per il futuro e al contempo la sfida (educativa, economica, ambientale, di innovazione e sviluppo) che attende questo giovanissimo paese dove più di un terzo della popolazione ha meno di 15 anni.
 
Di seguito l’itinerario (circa 2500 km):

15 agosto CTA-MUC-JSB
16 agosto JSB-Windhoek (Hilton Hotel)
17 agosto Windhoek – Deserto del Kalahari (Intu Afrika Camelthorn Kalahari Lodge)
18 agosto Kalahari – Maltahoe – Namib Desert (Mirage desert Lodge)
19 agosto Namib Naukluft National Park - Sesriem e Soussvlei (Le Mirage desert Lodge)/

19 agosto parte II
http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/25499-from-little-date-seeds-great-things-are-born-namibia-summer-2017/&do=findComment&comment=677480

20 agosto Namib Desert- Solitaire- Ganab- Hotsas- Moon Valley- Swakopmund (Swakopmund Hotel and Entertainment Centre)
21 agosto Walvis Baai & Sandwich harbour (Swakopmund Hotel and Entertainment Centre)
22 agosto Swakopmund – Cape Cross – Uis- Twyfelfontein (Twyfelfontein Country Lodge)
23 agosto Twyfelfontein – Khorixas – Kamanajab – Otjikandero – Etosha (Epacha Game Lodge)
24 agosto Etosha (Epacha Game Lodge)
25 agosto Etosha – Okahandja- Aeroporto- JSB
26 agosto MUC-CTA

 

 

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Buona lettura...e abbiate pazienza se andrò un pò a rilento ... ma devo sistemare le foto

Modificato da criscorpione
INDICE AGGIORNATO
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15 agosto CTA-MUC-JSB

Una volta tanto la partenza è ad un orario umano, volo Air Berlin per Monaco alle 11.50. Alle 10 sono in aeroporto, con il check-in online faccio il drop del bagaglio che rivedrò (si spera) a Windhoek al banco business saltando la fila immensa dei comuni mortali e la gentilissima sig.na al banco mi cambia anche il posto mettendomi dal lato corridoi corretto (online non mi faceva modificare i posti) per poter stendere il mio “ginocchio di legno”.
Volo in perfetto orario ed alle 14.30 sono a Monaco dove ho “appena” 7 ore di scalo … non ho alcuna intenzione di pascolare in aeroporto per cui metro S1 per Marien Platz e giro in centro (pur essendo il 15 agosto c’è una gran confusione


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ed alle 16.30 stop d’obbligo alla Hofbrauhaus per una pausa a metà tra un pranzo e una cena:

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altra passeggiata digestiva e poi ritorno ai aeroporto dove alle 20.30 puntuali comincia l’imbarco per il volo South African per Johannesburg.
Vorrei spendere due parole su SA: che schifo!!!
Il volo è schedulato LH ma operato da SA, aerei vecchi e scomodissimi (sedili più stretti di quelli ryan e duri come la pietra), intrattenimento quasi assente (passi che non ci sono film in italiano, non me li aspettavo nemmeno, ma ci saranno 25 film in totale!), monitor e cuffie rotte (ne funziona una ogni 3) corridoi stretti … insomma il viaggio sarà una vera e propria tortura tanto che (e meno male che sono lato corridoio) non faccio altro che alzarmi per dare sollievo alla schiena e passeggiare avanti e indietro. Rimpiango mamma alitalia … ed è tutto dire!!
Alle 7.10 atterriamo a Johannesburg dove facciamo il giro dell’oca vagando un po’ alla cieca (il nostro aereo non compare sul monitor …ahhhhh) per arrivare al gate corretto.

Nel frattempo tra la fila ai controlli di sicurezza e quella al controllo passaporti adocchio una biondona con minigonna e tacco 12 (italiana) con in spalla zaino Kel12 (il mio TO) … vengo presa dal panico e comincio a rimuginare e a chiedermi chi diavolo me lo ha fatto fare, tanto peggio che la bionda e la tipa con cui parlava me le ritrovo sedute accanto in aereo … E’ chiaro che siamo nello stesso gruppo, anche se io non mi rivelo, ed il ciarlare initerrotto della tipa non fa altro che far aumentare le maledizioni che sto silenziosamente lanciando nella mia testa … at-wits-end.png:

Se volete sapere come finirà vi tocca aspettare la prossima puntata! wink.png

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16 agosto JSB-Windhoek

Atterriamo alle 10.30 in perfetto orario a Windhoek (aeroporto minuscolo dove sia imbarco che sbarco si fanno a piedi, se avete presente Charleroi una decina di anni fa… ecco uguale!) foto segnaletica per l’ingresso nel paese e poi altra fila per il controllo passaporti che per fortuna scorre abbastanza velocemente.
Miracolosamente la mia valigia arriva sul nastro tra le prime (non ci speravo) e all’uscita ci aspetta Marco che sarà la nostra guida.

A questo punto non posso più nascondermi e mi tocca presentarmi e conoscere il resto del gruppo: una famiglia di Bologna (padre, madre e figlio 18enne), la “strana coppia” nipote e zio ferraresi che han viaggiato in business (‘tacci loro!), Maria Antonietta - la sig.ra che avevo accanto in aereo - che è di Lainate e responsabile commerciale per un’azienda che vende tubi e poi lei: “tacco 12” che si chiama Silvia, è di Brescia e che nel giro di 10 minuti ci racconta praticamente tutta la sua vita: separata da meno di un anno, 3 figli ha girato mezzo mondo e beata lei ha smesso di lavorare per fare la mamma, ora i figli sono con il padre per cui lei si fa la vacanza…
Le maledizioni nella mia testa continuano a crescere … approfitto del fatto che gli altri siano a cambiare i soldi per fare due chiacchere con Marco (bel ragazzo, almeno questo) romano ma trapiantato a Riga da tre anni, molto simpatico … l’umore migliora un po’…

Intorno alle 12.30 siamo in hotel dove ovviamente le stanze non sono pronte ed in pieno stile africano (ma è l’Hilton eh!) han fatto un mezzo casino ossia l’elenco che hanno loro non corrisponde alla realtà (e per fortuna che gli risultano stanze in più e non in meno!).

Nell’attesa anziché stare fermi lì Marco propone un giro in centro con sosta al supermercato. Io che sono assolutamente poco di compagnia avrei preferito avere il “pomeriggio” libero come in teoria era previsto nel programma ma non posso esimermi per cui, sempre mugugnando (tranquilli vi anticipo che poi smetterò di lamentarmi) mi aggrego.

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Giusto perché immagino ve lo stiate chiedendo: non avendo camere “tacco 12” è venuta in giro in minigonna e tacchi senza alcuna difficoltà … ok per la gonna perché faceva un caldo tremendo … ma ancora mi chiedo come cavolo faccia a camminare spedita (l’ho vista anche correre, giuro!!!) su quei sandali (lei dice che sono comodissimi …).

L’hotel è a ridosso della zona commerciale/pedonale in pieno centro, se di centro a Windhoek si può parlare. La città è moderna e assolutamente poco africana con ben poche attrattive.

Prendiamo Indipendence av. dove c’è un Craft Market alla nostra sinistra ed una serie di negozi di souvenir a destra, costeggiamo lo Zoo Park, parco cittadino dove gli impiegati della zona fanno pausa pranzo, e poi giriamo in Post st Mall, una via pedonale con bancarelle di oggetti africani al cui termine c’è un centro commerciale.


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Espletata la missione adattatori (io ne ho approfittato per studiare il supermercato che è un posto dove mi piace andare ovunque mi trovi perché secondo me da molto l’idea delle abitudini e dello stile di vita di un posto) torniamo indietro e Marco propone di fermarci a pranzare da Ocean’s basket che per fortuna è il posto che avevo già adocchiato prima di partire avendolo già provato in Sud africa. Piatto di prawns & calamari con patatine e coca molto buono alla cifra irrisoria di 140 babbei (9 euro).

Il pranzo va via veloce senza imbarazzi e cominciamo a prendere un po’ confidenza (e già si capisce che la moglie/mamma della famiglia felice è un po’ una rompicoglioni), sono ancora abbastanza perplessa sui compagni di viaggio ma mi dico che possono solo migliorare!

Sazi e soddisfatti riprendiamo la passeggiata e ci dirigiamo alla Christuskirche, simbolo non ufficiale della città che sorge su un’isola pedonale da cui domina il centro.
Lo stile della facciata è un misto tra gotico e art nouveau che nelle forme da casetta di marzapane richiama il Parc Guell …insomma una cosa strana che comunque non è poi così brutta come sembrerebbe dalla descrizione:

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La cosa veramente brutta è l’Indipendence Memorial Museum che si trova lì a fianco:

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Non siamo entrati quindi non posso esprimermi sulle collezioni, ma architettonicamente è veramente un pugno in un occhio!
Completiamo la passeggiata passando davanti alla vecchia fortezza (Alte Feste) che oggi ospita un’ala del Museo Nazionale della Namibia e che è il più antico edificio della città e poi riscendiamo verso l’Hotel.

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Finalmente le stanze sono pronte (stanza esageratamente grande e qui scoprirò che in Namibia non si usano le porte tra camera e bagno)

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ed io sono talmente stanca che non ho la forza di fare una passeggiata aggiuntiva ma crollo in stato semicomatoso fino alle 17.30, tramonto al bar del hotel sul tetto

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briefing con Marco, cena (che culo becchiamo la serata pseudo italiana, belah!) e poi 10 ore di sonno filato.

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Basta il passaporto (validità sei mesi residui e 2 pagine libere), non serve visto e non si paga nulla.

Quando arrivi nella sala del controllo devi prendere i moduli che trovi in giro da compilare e lasciare al tipo che ti mette il timbro.

Idem quando devi uscire dal paese nella sala dove si fa il checkin devi recuperare lo stesso identico modulo e ricompilarlo.

Modificato da solshine
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