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Prima che si sciolgano le nevi - Kilimanjaro 2016


ceemo

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un'esperienza come la tua, la vostra , è sicuramente qualcosa che posso solo leggere ed immaginare. Serve molto più di un appassionato, di un viaggiatore , di un esperto di montagna e scalate qui serve un sognatore con un ideale con una meta quasi impossibile. Bravo Ceemo...always live the dream!

applausi! :clap:

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  • 2 settimane dopo...

10/02/2016 - 11/02/2016 Milano – Roma – Adis Abeba – Kilimanjaro airport – Arusha

 

Ecco il gran giorno! Dopo mesi e mesi a pianificare pensare, progettare finalmente si parte. Per la prima volta in vita mia sono un po’ in difficoltà con il bagaglio. Infatti devo minimizzare l’ingombro ed ottimizzare le cose da portarmi via. Non posso viaggiare come solito con la comoda valigia, ma devo fare stare tutto il necessario in due zaini. Uno da 60 litri e uno da 40. Uno poi me lo dovrò portare da solo, e ci dovranno stare le necessità giornaliere, mentre quello più grande durante il Trekking rimarrà con un portatore e non dovrà superare i 15 kg. Dopo ripetute prove i giorni precedenti finalmente solo la mattina prima di partire trovo la configurazione finale e riempio gli zaini con tutto il necessario.

 

Il mio bagaglio generato da mesi di ripensamenti su cosa portare via o meno è dunque composto da:

Zaino 60L - Zaino 40L - Sacco a pelo -10 - Materassino autogonfiabile – Scarponi da trekking – Scarpe da Trekking – 3 paia di calzini tecnici leggeri – 3 paia di calzini tecnici pesanti – 3 paia di pantaloni ( pesanti, medi, leggeri) – Sottopantalone tecnico – 6 paia di mutande – due cinture – 2 maglie tecniche leggere – 2 maglie tecniche pesanti – due camice traspiranti – due felpe tecniche – 3 paia di guanti ( leggeri, medi, pesanti) - 4 bandane- 2 cappelli - balaclava – berretto pile – cappello antivento – Lampada frontale – giacca traspirante – piumino leggero – asciugamano – poncho antipioggia – pantalone antipioggia – bastoncini trekking – 2 borracce – 8 barrette energetiche – salviettine intime – spazzolino – kit medicinali – occhiali da sole da alta montagna – coltellino – fiammiferi – reflex + 17/50+55/300 – Compattina – Diario di viaggio + penna – Borsone da viaggio portazaino – marsupio - bandiera da portare in vetta.

 

Parto col doppio zainone poco dopo pranzo, con mio papà che viene a prelevarmi a casa. Passiamo a prendere Andrea ed in 20 minuti siamo alla stazione di Peschiera dove saluto papà, ci troviamo con Corrado, bello carico pure lui e alle 14.55 prendiamo il treno per Milano.

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Pronti a partire

 

Il viaggio in treno passa abbastanza tranquillo, con qualche battuta per stemperare un po’ di tensione. Andrea non sta molto bene, viene da 3 giorni di influenza ( lui che non si ammala mai!) ed è un po’ giù di tono e noi non manchiamo occasione di prenderlo per il culo. A milano rapido cambio e altro treno che in un oretta ci porta direttamente a Malpensa ( non lo avevo mai provato, davvero comodo!).

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Brutti ceffi tra stazioni ed aeroporti

 

Arriviamo in aeroporto alle 18.30 con un bel margine di partenza sul volo che è alle 21.15. Così dopo aver imbarcato subito lo zainone senza nessun problema decidiamo di cenare con calma in uno dei ristoranti di malepensa con una buona pizza napoletana, visto che probabilmente non la mangeremo per un paio di settimane ( ed invece….). Saziati e tranquilli dopo i veloci controlli di sicurezza ( non c’è nessuno a quest’ora!!) ci avviciniamo al gate di imbarco. Dopo gli ultimi saluti a Giulia al telefono ci imbarchiamo su un Boing 788 molto più bello del previsto. Ci sono anche un paio di film in italiano ma vista l’ora e viste le mie grandi capacità di dormire in qualsiasi condizione io comincio a dormire ancora prima di decollare e mi sveglio mentre atterriamo per lo scalo a Roma, dove arriviamo con un atterraggio bruttissimo, e per la prima volta in vita ho quasi paura ad essere su un aereo. Per fortuna la paura dura un attimo e riprendo subito il mio sonno e a parte qualche apertura la sveglia per il tempo di cenare mi risveglierò già nelle fasi di atterraggio verso Adis Abeba. L’aeroporto principale dell’Etiopa si rivela, a differenza dell’ottima compagnia aerea, molto grande ma parecchio fatiscente. Pochi servizi, logistica poco chiara, e soprattutto negozietti e bar con prezzi assurdi. Corrado prende un cappuccio che gli costa 4$.

Io ed andrea colazioniamo con una bottiglietta di acqua e dei biscotti. Restiamo in aeroporto meno di 3 ore, e ci imbarchiamo nuovamente sull’aereo diretto a Zanzibar che prima farà scalo all’aeroporto di Kilimanjaro dove atterreremo.

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Il mio modo di godermi l'aereo

 

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Aeroporto Adis Abeba

 

Io volo è veloce e privo di problemi. Ci portano anche da mangiare qualcosina ed arriviamo spensierati alla metà finale, anche se ad accoglierci troviamo vento, pioggia, cielo grigissimo e campi allagati. La Tanzania non ci accoglie quindi nella miglior maniera considerati anche i nostri programmi. Appena entrati nel piccolo aeroporto prendiamo il foglio da compilare per il visto di ingresso nel paese, e dopo averlo compilato ci mettiamo con calma in coda assieme al resto dei nostri compagni di volo. Qui facciamo per la prima volta “amicizia” con le logiche, poco logiche africane. Per il visto facciamo prima una coda di una decina di minuti ad uno sportello dove, dopo aver pagato 50 $ ( verificando che siano antecedenti al 2006), ci fanno un segnetto impercettibile sul visto e ci mandano a fare una nuova coda ad uno sportello li a fianco. Facciamo altri 10 minuti di coda ed un agente tanzaniano alla consegna del visto c’è l’ho guarda e ci manda a fare una nuova coda in uno sportello ancora a fianco. Finalmente la terza coda risulta l’ultima, ci accettano il visto, ci timbrano il passaporto ed entriamo ufficialmente in Tanzania. Superato la “frontiera” troviamo con grande gioia subito i nostri bagagli in perfette condizioni. Questo era uno dei nostri crucci. Se infatti ci avessero perso il bagaglio sarebbe stata dura fare il trekking senza attrezzatura. Per fortuna tutto è filato liscio e fuori dall’aeroporto troviamo un giovane ragazzo tanzaniano con in mano il cartello con il mio nome ad aspettarci. Si tratta di Gifty, che parla anche un buon italiano e che ci accompagnerà ad Arusha in auto. Carichiamo i bagagli su una enorme jeep e, dopo aver schivato la richiesta di manca di facchini improvvisati partiamo per Arusha.

 

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Arrivo "bagnato" in Tanzania

 

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Per la prima volta il cartello col mio nome! :D

 

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Sulla jeep

 

Il viaggio in auto dura circa un ora e durante il percorso abbiamo la possibilità da dare la prima occhiata alla Tanzania. La prima cosa che colpisce è che lungo la strada ci sono poche auto e molta moltissima gente che si sposta a piedi. E a fianco alla strada panorami molto estesi di campi o di semplice terreno incolto. Gifty ci racconta un po’ di info sulla Tanzania e sul Kilimanjaro e mi fa subito una buonissima impressione. Mano a mano che ci avviciniamo ad Arusha, la città più grande di questa zona ed una delle più grandi della Tanzania con 270 mila abitanti, aumentano le baracche lungo la strada e di conseguenza il traffico sia motorizzato che a piedi. Il primo impatto con questa Africa è intenso, ma pur trovandoci in zona decisamente più povere e sottosviluppate rispetto ai posti dove viviamo, ho da subito l’impressione che non si viva così male, cosa poi confermata anche da Gifty.

Arriviamo ad Arusha al nostro hotel, L’Impala Hotel, un Hotel internazionale abbastanza dignitoso. Salutiamo la nostra guida con cui ci diamo appuntamento per le 8 del giorno seguente e saliamo in camera. La camera è bella grande e abbastanza pulita. Solo il bagno lascia un po’ a desiderare con la finestra che da direttamente sul corridoio. Ma ci staremo solo un paio di notti quindi nessun problema. Sistemiamo un po’ i bagagli ci rinfreschiamo e riposiamo un po’.

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La camera con Andrea "provato"

Nel frattempo Andrea non sta molto bene e si sente debole. Prende una tachipirina e passerà il pomeriggio a letto mentre io e Corrado andiamo a fare un giretto per Arusha. Non mi sono informato per nulla su questa cittadina così giriamo un po’ a caso cercando di dirigerci verso il centro. Mi accorgo subito che la gente non gradisce per nulla essere fotografata e mi prendo gli insulti di un paio di signore che vendono pannocchie lungo la strada. Dopo 10 minuti veniamo “accalappiati” da due giovani ragazzi che parlano un po’ italiano e un po’ inglese che si offrono di farci da guida della città. Ci accompagnano un po’ verso il centro e ci spiagano che anche loro sono guide del Kili e che domani partiranno come noi ma faranno un'altra via. Uno dei due è un po’ alticcio ma non risulta mai ne molesto ne fastidioso. Dopo una mezzoretta di giro noi decidiamo di tornare verso l’hotel e loro ci scortano per un pezzo, fino a che ci chiedono di comprare da loro delle stampe ( belle a dire il vero) o dei braccialetti. Oppure di offrirgli da bere. Noi diplomaticamente diciamo che non abbiamo molto denaro con noi e che se vengono al nostro hotel fra 8 giorni sicuramente prenderemo qualcosa da loro. Un po’ sconsolati ma non arrabbiati ci salutano e ci lasciano di fronte all’Impala. Qui troviamo Andrea dormiente che però sembra essersi ripreso.

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La "tranquilla" Arusha

 

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Foto poco gradite

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Guide africane

Ci sistemiamo un attimo prima di cena e decidiamo di provare il Diamox. Il Diamox è un farmaco diuretico che viene usato da alpinisti e scalatori per soffrire di meno i sintomi del Mal di Montagna. Il Mal di montagna è “è una condizione patologica causata dal mancato adattamento dell'organismo alle grandi altitudini, in particolare dovuta alla più bassa pressione atmosferica che determina una ridotta presenza di ossigeno nell'organismo generando uno stato di generale ipossia “. Il farmaco può aiutare alcune persone nel velocizzare il processo di acclimatamento e può trattare casi lievi di mal di montagna.

Dopo averlo preso scendiamo a cena e tra i 4 ristoranti dell'hotel scegliamo di mangiare presso l'italiano, nella speranza di mangiare un po' di carboidrati. Io e Andrea prendiamo delle lasagne alle verdure, e Corrado prende degli spaghetti alla bolognese. Sembriamo proprio i classici turisti italiani che non riescono a rinunciare mai alla pasta. La cena è di discreta qualità e la mangiamo volentieri. Prendiamo anche due birre Kilimanjaro, per brindare alla futura avventura. Il tutto ci costa poco più di una 30ina di $.

Durante la cena io non mi sento in gran forma e sento dei fastidi alla stomaco. Che crescono dopo la cena, e scoppiano nel bagno non appena entro in camera. Il malessere è stato troppo repentino e inaspettato per essere influenzale o per essere collegato a qualcosa che ho mangiato. Così mi leggo il bugiardino del Diamox e scopro che uno degli effetti collaterali è proprio la dissenteria! E avere la dissenteria lungo la scalata non deve essere una cosa bella. Decidi così a malincuore che per i prossimi giorni avrei sospeso il farmaco.

Andiamo a letto abbastanza presto.

Domani la svegliare suonerà presto.

Domani si comincia l'Avventura!

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Prima serata con il botto, e non certo in senso positivo  : Surprice : . Spero che ti sia ripreso in fretta! 

 

Per il visto facciamo prima una coda di una decina di minuti ad uno sportello dove, dopo aver pagato 50 $ ( verificando che siano antecedenti al 2006), ci fanno un segnetto impercettibile sul visto e ci mandano a fare una nuova coda ad uno sportello li a fianco. Facciamo altri 10 minuti di coda ed un agente tanzaniano alla consegna del visto c’è l’ho guarda e ci manda a fare una nuova coda in uno sportello ancora a fianco. Finalmente la terza coda risulta l’ultima, ci accettano il visto, ci timbrano il passaporto ed entriamo ufficialmente in Tanzania.
 

 

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  • 3 settimane dopo...

12/02/2016 Arusha –auto – Londorossi Gate (2100) - Mti Mkubwa camp (2829)

 

 

Apro gli occhi ancora prima che suoni la sveglia, i raggi del sole che filtrano dalla vicina finestra e che mi baciano il viso hanno fatto il loro dovere e non appena mi capacito di dove sono cerco anche di capire come sta il mio perturbato intestino che sembra rispondere bene. Appena suona il gong del telefono sveglio Corrado ed Andrea e con calma ci sistemiamo e tutti elettrizzati ci prepariamo.

Scendiamo per fare colazione poco prima delle 7 presso il ristorante continentale dell'Hotel, un bell'ambiente tutto contornato di statue di legno a grandezza naturale di guerrieri masai e di animali più o meno feroci. A fare colazione a quell'ora siamo parecchie persone, evidentemente non siamo i soli prossimi a partire per qualche escursione. C'è in particolare un folto gruppo di giapponesi probabilmente pronti per un safari, che sono vestiti in maniera alquanto improbabile. Come adoro questo popolo :D

LA colazione è internazionale e io, per non forzare la mia pancia, mangio solo un paio di piccole banane, del pane imburrato con una specie di marmellata e del the caldo. Tutto abbastanza gradevole. Sarà stramanete la colazione più leggera di tutto il viaggio.

Dopo esserci rifocillati torniamo in camera, facciamo tutti un passaggio per il bagno, visto che di li e 8 giorni non ne vedremo più uno degno di chiamarsi toelette, e caricati gli zaini andiamo alla hall dell'Hotel dove facciamo check out parziale lasciando giù qualche oggetto non indispensabile per il trekking e aspettiamo qualche minuto la nostra guida che puntuale arriva alle 8.00

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In partenza

Si chiama Suma ed è un ragazzo della mia età, con una buon inglese parlato e che subito mi da una ottima imrpessione. Ci presenta il resto della spedizione formato da Philippe, la vice guida, il cuoco, di cui non ho mai imparato il nome e altri 5 portatori, oltre al già conosciuto Gifty che anche oggi ci farà da autista. I nostri “angeli custodi” caricano i bagagli in maniera non troppo delicata tutti i bagagli e le provviste sulla jeep e dopo pochi minuti partiamo. Sulla jeep ci sono Gifty e Corrado davanti, io e Andrea dietro, e nei restanti 4 posti ci sono sedute 8 persone! Ma non sembrano per nulla scomode. Anzi visto che si stava un po' largi dopo 5 minuti di viaggio nella periferia di Arusha facciamo una veloce sosta per caricare un altro portatore e per sistemare con uan cinghia i bagagli sul tetto che erano in rpocinto di volare via :D Una cosa che subito mi colpisce è il fortissimo odore di sudore sulla jeep. Dopo qualche ora anche io saprò quel “buon” odore e non ci farò più caso.

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Corrado con la Colazione futura

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Caricamenti

 

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Il gruppone

Ripercorriamo a ritroso la strada del giorno per circa un ora fino a Boma La Ngombe, piccola accozzaglia di baracche dove però si trova un grande super market molto bello. Qui cuoco e guide fanno spesa di quello che manca per le future cene e pranzi, e anche noi facciamo qualche piccolo acquisto volante. Ripartiamo poi staccandoci dalla strada principale e immettendnci su una strada secondaria dapprima bella scorrevole, poi sempre più tortuosa e con fondo sterrato e pieno di buche. Qui il paesaggio attorno cambia abbastanza radicalmente, Ci sono piccoli villaggi fatti di case di terra e lamiere e molta gente in giro a piedi. E moltissime piantagioni di caffe e di carote e patate. Lungo la strada incrociamo piccoli bellissimi bambini che tornano da scuole che sono facilmente riconoscibili perchè tutti hanno una maglia con i colori della bandiera dela Tanzania e tutti ci tengono a salutarci caldamente. Non so perchè ma qui respiro un aria differente da quella di Arusha, che mi era sembrata un po' squallida a dire il vero. Qui mi pare di vedere la vera Tanzania.

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Lungo la strada

 

Dopo un bel po' di strada sterrata parecchio dissestata ma mai pericolosa, raggiungiamo poco prima di pranzo Londorossi Gate, Gate di ingresso per le vie Shira e Lemosho. Qui scendiamo e i Ranger del parco controllano tutte le spedizioni pesando i bagagli di tutti i portatori e controllandone i permessi e le capacità. Ogni portatore non può portare più di 20 kg e deve essere in grado ed attrezzato per sopravvivere anche 2500 metri più in alto. Fanno quindi una pesa di tutti i bagagli e una specie di briefing con i vari portatori di ogni spedizione. Noi aspettiamo in un area laterale e dopo una ezz'oretta di attesa il nostro cuoco ci porta 3 lunch box contenenti un succo di frutta la mango un panino al burro, una coscia di pollo con delle patate e dei biscotti. Tutto più che gradevole. Mangiamo il tutto assieme ad altre persone prossime a partire con noi, molte di più di quelle che pensavo a dire il vero. Ci fanno compagnia anche qualche topolino in cerca di briciole e una miriade di farfalle che vola attorno a noi. Mai visto tante farfalle tutte assieme. Nel frattempo nuvoli scuri ci sovrastano e in lontananza sentiamo qualche tuono. Mentre ci confrontiamo nella speranza di non prendere acqua arriva Suma, che ci porta agli uffici dove compiliamo la scheda mettendo i nsotri nomi e i nostri dati, cosa che poi dovremmo fare ad ogni campo, e dopo un altro rapido controllo partiamo in auto.

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Londorossi Gate

 

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Pesatura

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La capanna "pranzo"

Dobbiamo raggiungere il Lemosho gate da dove comincerà il nostro trekking.

Ci addentriamo nella montagna e dopo aver attraversato su una sterrata sempre più stretta zona di piantagioni di patate, dove facciamo un acquisto volante di un sacco da 50 kg di patate, entriamo decisi nella foresta equatoriale e poco dopo arriviamo alla fine della strada e all'inizio del sentiero. Scendiamo, facciamo qualche bisognino veloce, ci sistemiamo per la partenza , azzerriamo l'altimetro, che sarà nostro compagno fedele e amico per i prossimi giorni. Facciamo qualche foto propiziatoria e con Philippe partiamo noi mentre i portatori e

Suma si stanno ancora sistemando. Suma ci dice che ci troveremo al primo campo.

 

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La spedizione

Philippe parla un inglese misto a spagnolo comunque più che comprensibile, e ci spiega subito che sulla montagna d'Africa la parola dordine è POLE POLE che significa piano piano in Swaili. Ci dice quindi di partire con estrema calma. Noi ci proviamo ma tra euforia, adrenalina e entusiasmo che abbiamo addosso prendiamo subito un passo un po' troppo deciso. Questa sarà l'unica giornata dove le guide ci lasceranno stare davanti a loro, probabilmente per studiarci un po'. Dalle prossime giornate saranno loro a scandire il passo. Il sentiero immerso nella foresta è chiaro e ben segnalato e parte subito con una rampa molto decisa. Camminiamo tra alberi a dir poco giganteschi in un verde quasi irreale e comunque bellissimo. Superiamo qualche altra spedizione partita decisamente più lenta di noi, e veniamo di continuo superati dai portatori di altre spedizioni che hanno un altro passo rispetto a noi. Chiaccheriamo un po' tra di noi e ogni tanto scambio qualche parola anche con Philippe per conoscerci un po'. Ci spiega che ci sono molti animali nella foresta e che probabilmente oggi e domani ne vedremo qualcuno, ma nessuno di questi è pericoloso. Ci dice che anni fa si potevano trovare anche i leoni sul Kili ma da decenni non ci sono più e che gli animali più grandi sono antilopi e bufali che però sono molto rari da vedere. Parliamo anche un po' del percorso e lui mi dice che tra tutte le vie di salita la Lemosho è la sua preferita perchè molto varia e che è felice di farla.

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Trekking nella foresta

 

Tra una chiacchera e l'altra dopo due ore e mezza cominciamo a vedere qualche animale. Il primo avvistamento sono delle blue monkey sopra le nostre teste che giocano curiose. Andrea scatta qualche foto, mentre io, che ho solo la compatta con me e non ho voglia di tirare fuori la reflex dallo zaino le osservo e basta. Dopo poco incontriamo a distanza davvero ravvicinata una colonia di Black & white monkey, scimmie dal pelo lungo bianco e nero davvero molto belle ed eleganti. Dopo un po' di osservazione philippe ci dice che siamo praticamente arrivati ed in pochi passi arriviamo al Mti Mkubwa camp che significa grande albero in Swaili , primo campo che ci ospiterà per stanott. Siamo arrivati prima del tempo facendo in meno di 3 ore 700 metri di dislivello. Il campo non è altro che una grande radura nella foresta con una piccolissima baracca dove ci sono due ranger che ci fanno firmare il registro. Ci sono già delle tende montante da altre spedizioni, mentre i nostri portatori devono ancora arrivare. Philippe ci dice di aspettare da qualche parte riposandoci. Io ed andrea ne approfittiamo per fare qualche foto alle vicine scimmie e per fare un giretto per il campo mentre corrado scopre che ci sono delle latrine per i nostri bisogni.

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Il primo campo

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Wildlife

Dopo una mezzora arriva Suma con i portatori e i cuochi e velocemente montano il nsotro campo composto dalle nostre 2 tende da due posti, e due tende più grandi che avranno funzione di cucina e ricovero per portatori e guide.

Suma ci chiede se abbiamo materassini, io dico di si e capisco che quelli che proabilmente sarebbero stati i nostri ( la compagnia di viaggi doveva infatti fornirci materassini e tende) verranno usati dai portatori. Questo per noi non sarà assolutamente un problema visto che ne abbiamo di migliori. Poi ci dice che visto che siamo in 3, due dormiranno in una tende e nell'altra tende dormirà uno di noi ma quella tende sarà anche la cucina. Qui io non realizzo subito la cosa, ma sarà una delle cose impreviste della spedizione. Quasi tutte le altre spedizioni infatti hanno una tenda supplettiva con sedia e tavoli dove mangiare mentre noi mangeremo tutti in giorni in tenda in 3 piegati su noi stessi. Una situazione non agevole. Se mai rifarò l'esperienza sicuramente cercherò di mangiare in maniera comoda.

Per questa prima notte decidiamo che io dormirò da solo mentre Andrea e Corrado saranno nell'altra tenda.

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In attesa

 

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Agostino detto "Igor" con la nostra tenda

Mi sistemo nella mia casetta, cercando, invano, di mantenere l'ordine. La temperatura è buona ma Suma ci dice che non appena scenderà il sole si abbasserà di parecchio. Nel frattempo uno dei portatori, Agostino, ci porta the e dei pop corn e ci dice che di li e poco ci servirà la cena. Mangiamo i pop corno ed esploro un po' i dintorni, arrivando fino ad un piccolo fiume dove tutti i portatori vanno a prendere l'acqua da bere e per cucinare.

Torno indietro e Suma ci fa un check inn delle condizioni fisiche tramite un piccolo ageggio tecnologico che ci attacca al dito e che da i valori di pressione del sangue, battiti e percentuale di ossigeno. Siamo tutti ok e stiamo bene e Suma ci dice che è estremamente importante che comunichiamo immediatamente eventuali nostri malesseri. Ci vede comunque in forma e dice che pensa non ci saranno problemi.

Arriva la cena, composta da una enorme ciotola di zuppa di cavolo, veramente molto buona, poi dello spezzatino di manzo con verdure bollite e delle patate lesse, e delle banane con dei biscotti. Tutto veramente molto buono e gustoso, ma soprattutto tutto molto troppo. LE quantita sono davvero enormi e nonostante la fame ci sia facciamo fatica a finire tutto. Sarà una costante sulla montagne e mai l'avremmo pensato. Proviamo poi la scomodità del mangiare a cena in una piccola tenda. I movimenti sono davvero difficoltosi e il rischio di rovesciare qualcosa è costante. Poi il doversi spostare da una tende all'altra mettendo e toglieno scarponi sarà davvero scomdo. Solo Corrado con la sua brillante idea di portare le crocs andrà un po' meglio in queste cose. Tutto sommato però la prima cena in tenda la prendiamo bene. E ceniamo con un bello spirito. Gli altri, su indicazioni di Suma prendono il Diamox mentre io non posso e rimedio cercando di bere tanto tanto. Orinare infatti aiuta ad acclimatarsi e io la farò tantissime volte.

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Spazi ristretti

 

Dopo cena il buoi arriva verso le 18.30 in maniera velocissima. Prima di andare a dormire io vado a fare un salto alla latrina e nel frattempo ho la fortuna di assistere ad un magnifico cielo stellato. Le rumorose nuvole che c'erano al pomeriggio se ne sono andate senza lambirci e hanno lasciato spazio ad un cielo pulitissimo e meraviglioso. Facciamo amicizia con una signora scozzese con cui scambiamo un po' di impressioni e poi andiamo a letto. Io scrivo il diario con le impressioni della giornata, e dopo un altra pisciatina, mi chiudo nel sacco a pelo e provo a dormire. Tengo vicino a me orologio qualche vestito e una bottiglietta che sarà il mio water da tenda. Ogni notte dovrò far pipi almeo una volta se non di più. Uscire fuori dovendosi vestire ed attrezzare è veramente scomodo e così scoprirò il farla nella bottiglietta e sarà quasi amore a prima vista :D

 

Sento Corrado ed Andrea russare dopo pochi secondi mentre io ci metto un po' di più ma quando parto dormo veramente bene.

La prima giornata è andata ed è passata davvero bene. Oggi però abbiamo scherzato. Domani si fa sul serio con una lunga giornata di trasferimento, e le prime viste sulla cima. Non vedo l'ora.

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