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Prima che si sciolgano le nevi - Kilimanjaro 2016


ceemo

Messaggi raccomandati

2 ore fa, Arizona 71 dice:

ma che è MORDOR !

Ecco da cosa derivava il mio malessere! Sto cazzo di anello che ho trovato per strada :D:D

 

1 ora fa, luisa53 dice:

Da che cosa dipende il fatto che alcune persone risentano più di altre del mal di montagna?

E' una questione assolutamente soggettiva. E dipende molto anche dalle condizioni fisiche e della persona. Per dirti una stessa persona può soffrire di gravi disturbi un giorno ad una quota, e a distanza di qualche settimana non aver nessun problema nella medesima situazione. Corrado stesso in passato aveva sempre manifestato problemi sopra i 3300, mentri qui, probabilmente anche grazie al Diamox che lui ed Andrea prendevano non ha mai avuto alcun sintomo.

Wikipedia dice " Soggetti diversi hanno differente suscettibilità al mal di montagna. Per alcuni soggetti i sintomi iniziano a comparire al di sopra dei 1500 m s.l.m. Diete ad alto contenuto di carboidrati possono fornire un sollievo sintomatologico. I carboidrati sono in grado di garantire un apporto di energia ed ossigeno maggiore di quanto non facciano i lipidi. La velocità di ascensione, l'altitudine raggiunta, l'entità dell'attività fisica ad alta quota e la suscettibilità individuale sono tutti fattori che contribuiscono all'incidenza e alla severità del mal di montagna. "

Evidentemente il mio limite fisico in qul frangente era 4000 metri. E non ho mangiato abbastanza pasta! :D

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  • 1 mese dopo...

16/02/2016 Barraco Camp – Karanga Camp (4033)

 

Ho passato una buona notte dormendo bene e riposando il fisico dalla precedente giornata impegnativa. Solo le solite 2 3 sveglie per pipì ben coordinate con Corrado.

Oggi ci alziamo con molta calma. La giornata prevede solo poche ore di cammino, ma la prima parte è particolarmente tecnica e stretta e Zuma preferisce partire tardi ed aspettare che gran parte dell'accampamento sia passato dai punti più stretti. Metto fuori la testa dalla tenda e vedo che nonostante ci sia ancora parecchio chiaro siamo in ombra e non fa caldissimo. Il Kibo nasconde il sole nella Barranco Valley che comincerà a fare capolino solo molto più tardi.

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Sveglia con il sole già alto

 

Mentre il fido Agostino ci sistema fuori dalle tende le consuete bacinelle di acqua calda per lavarci noi sistemiamo gli zaini cominciando a piegare sacchi a pelo e materassini.

Ci spostiamo nella tenda di Andrea e facciamo la solita iperproteica colazione a base di crepes frittate salsicce marmellate e the. Io oggi provo anche il burro d'arachidi che però è davvero troppo salato e non rinnoverò più in futuro l'abbinamento con le crepes. Verso le 8 e mezza siamo pronti e il Barranco camp è quasi vuoto. Sono infatti quasi tutti già partiti e sul vicino Barranco Wall c'è un grande affollamento. Guardiamo prima di partire i portatori di un altra spediazione che si esibiscono in un grande ballo che di li a qualche giorno ci diventerà particolarmente familiare e partiamo poco prima delle 9.

 

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Colazione

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Balli al campo

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Partenza

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Barranco Wall già affollato

Dopo 15 minuti di cammino in piano comincia subito il muro, l'unica parte un po' tecnica di tutto il percorsa di ascesa verso la vetta. Nei mesi di attesa e di preparazione precedenti la aprtenza avevo letto e fantasticato su questo passaggio che mi aveva un po' messo timore. Infatti in alcuni racconti era stato descritto come particolarmente ostico a chi soffre di vertigini con alcuni passaggi mozzafiato. In realtà si tratta di un ripido muro con qualche piccolo passaggio leggeremente in esposizione e con qualche piccola arrampicata di facile entità. Se fatto in condizioni normali. Già perchè forse Zuma ha sbagliato un po' i conti e noi lo affrontiamo nella situazione peggiore in mezzo a tutti i portatori che non hanno un minimo di organizzazione e si vogliono superare l'un l'altro continuamente creando continui ingorghi. Saliamo il muro per una decina di minuti e siamo costretti ad una pausa. Ancora qualche minuti e ci troviamo ad un imbuto dove può passare una sola persona alla volta.

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Imbuti

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In attesa di ripartire

 

I portatori si spingono l'un latro con enormi casse sulla testa e noi siamo costretti ad aspettare che la situazione migliori. Invano. Infatti dopo 20 minuti di attesa fermi su un piccolo spiazzo ci raggiunge Zuma che aveva sistemato le ultime cose al campo che propone una via alternativa parecchio esposta e con qualche passaggio tecnico. Io non sono convinto così come Philippe, mentre Andrea e Corrado sembrano contenti. Siamo in minoranza e così via per la parte tecnica. Io, non convinto della decisione e anche per l'attesa mi sono infreddolito e irrigidito muscolarmente e fatico un po'. Superiamo qualche passaggio di arrampicata di 1 grado e di 2 grado, ed un po' di esposizione. Niente di troppo difficile ma farlo a mani nude e senza sicurezze non mi piace moltissimo. Gli altri invece sembrano divertirsi e la cosa mi tranquillizza un po' e dopo una ventina di minuti torniamo sul sentiero principale. Qui ci aspetta un ultimo passaggio esposto di qualche metro ( che identifico benissimo e riconosco come essere indicato come uno di quelli pericolosi nel libro che ho letto prima di partire) superato senza problemi.

 

https://youtu.be/2zvp5I26-io

Video della scalata nel pezzo facile

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Tratto semplice dell'arrampicata

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Io che mando bonariamente a cagare Corrado

E dopo due ore scarse di cammino molto a strappi raggiungiamo un grande pianoro dove, come tutti, ci fermiamo a fare una pausa. Il pianoro è bello e panoramico ed è un ottimo posto per la sosta. Io però ho un po' forzato in salita e mi sta salendo il solito fastidioso mal di testa.

Facciamo una mezz'oretta di pausa e nel mentre veniamo avvolti dalle nuvole e ripartiamo in un umida e fredda nebbia. Ora camminiamo su ampio e ondulato plateau, che immagino sia parecchio panoramico ma che così, avvolto dalle nuvole non ci consente di vedere un granchè.

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Sosta

 

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Pianoro

 

Camminiamo per circa un ora in questa condizioni e poi finalmente comincia a tirare un po' di vento che sposta alle nuvole e ci dà una brutta sorpresa e cioè vediamo davanti a noi il Karanga camp, campo dove sosteremo questa notte. Che è più o meno alla nostra altezza ma per raggiungerlo bisogna passare da una ripida vallata con conseguente ripida discesa e ripidissima salita finale.

Per la discesa non ci sono grossi problemi, e velocemente raggiungiamo il fondo della vallata dove scorre un torrente. Philippe ci spiega che questo è l'ultimo punto dove prendere l'acqua per bere e che domani, visto che saliremo un altro campo prima della cima, i portatori dovranno portare acqua da qua fino al prossimo campo. Qui troviamo una persona sfinita sdraiata su un masso che cerca energie. La scena è un po' comica ma non invidio certo il suo stato.

 

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La salita al campo

 

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Gente distrutta sui massi

Cominciamo subito la ripidissima salita che affrontiamo forse con un passo un pelo troppo veloce. Fatichiamo parecchio tutti e tre ma lo sforzo dura meno di una mezz'ora e dopo 3 ore e mezza siamo al Karanga camp. Il campo è molto spartano, decisamente molto meno confortevole del campo della sera precedente ma tant'è. Dopo le operazioni consuete di registrazione aspettiamo qualche minuto che le nostre tende siano pronte.

Con le nostre tende arriva pure il pranzo composto dalla buona solita zuppa di verdure, da un enorme piatto di spaghetti e da un passato di carne. L'appetito è davvero poco, ma ci sforziamo di mangiare comunque e dopo il pranzo ci buttiamo a dormire. Purtroppo il campo è completamente in discesa e la tenda è pure di traverso laterale e dormendo rotoliamo l'uno addosso all'altro inevitabilmente. Dormiamo comunque qualche ora, un po' dentro un po' fuori dal sacco, visto che con il sole la temperatura in tenda sale parecchio. Verso le 4 ci svegliamo e Corrado esce con Andrea a fare un giretto per il campo. Io invece ho un mal di testa fortissimo e rimango in tenda.

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Karanga camp

 

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Corrado e Andrea esploratori

 

Mentre guardo un po' tra le mie cose nello zaino sento vibrare il telefono che evidentemente ho accesso inconsciamente. Lo guardo e incredibilmente c'è un po' di campo qua a oltre 4000 metri di quota in mezzo al niente della Tanzania c'è campo!!! leggo un messaggio ben augurante di Giulia, e mi lascio andare. La mente si fa labile e io cedo, e mentre gli altri ridono e scherzano fuori dalla tenda io sono li da solo che piango come un cane bastonato. Non ho più voglia di queste sofferenze, non ho più voglia di stare male. Avrei solo voglia di un po' di affetto familiare. Passo forse l'ora psicologicamente peggiore di tutta la spedizione, e per un paio di volte penso che non ne valga la pena, e che forse è il caso di andare da Zuma di chiedere di tornare a valle. Per fortuna la mia forza di volontà prevale e mi dico che mesi di preparazione e di sacrifici non possono essere accantonati così e devo tenere ancora un po' duro.

Esco così e trovo su un masso i miei amici di spedizione con Zuma che chiaccherano e bevono del the. Li raggiungo e Zuma mi vede particolarmente in difficoltà e con gli occhi lucidi e mi chiede cosa non va. Gli spiego del mal di testa, della nausea e di tutti i malesseri che sto provando. Lui dice che è normale e continua a ripetermi “Don't give up! Don't Give up Now!

Ci controlla i dati fisici e dice che stiamo tutti e tre bene e che quindi non sono in pericolo. Io sono molto debole psicologicamente e passo da un secondo all'altra dalla tranquillità allo sconforto più totale. Spiego alla nostra guida che non voglio mollare proprio adesso dopo tanti sacrifici. Voglio raggiungere il mio sogno. Zuma mi ascolta e mi aiuta psicologicamente ad uscire dalla mia crisi e mi tranquillizza, mentre Andrea e Corrado ci scherzano un po' su sdrammatizzando la situazione e chiedendomi se dopo cena ho voglia di andare un po' a fighe!!! Li guardo con un po' di invidia, loro stanno bene, scherzano e ridono e io sembro un malato terminale depresso. Ma per fortuna ci sono loro, sono positivi e mi aiutano ad uscire da quella situazione difficile.

Andiamo in tenda e ceniamo con la solita abbondante zuppa, e con un po' di riso e pollo. La pasta mi aveva un po' stancato e sono contento di mangiare altro. Mi sforzo di mangiare tutto, ma la nausea non aiuta e dopo la cena chiedo a Corrado di invertire i nostri posti in tenda, visto il mio stato depresso. Mi insulta bonariamente ma facciamo cambio di posizioni e alle 8 non appena il sole scende andiamo subito a letto a dormire. Io passerò la notte spalmato sulla tenda a causa della pendenza e Corrado spalmato contro di me. Tutto sommato però riuscirò a dormire quasi tutta la notte, mentre il sonno per Corrado non sarà così buono.

Questa sarà la giornata psicologicamente decisamente più difficile del viaggio. Scoprirò dei limiti a cui non ero mai giunto. E scoprirò mie capacità e mie debolezze che non conoscevo. Per fortuna la grande umanità di Zuma e il bell'affiatamento del gruppo riusciranno a farmela superare. Probabilmente se mi fossi trovato in un gruppo meno affiatato non sarei riuscito ad uscire dalle mie difficoltà mentali così bene.

 

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Grande ceemo, è troppo bello questo diario!

 

Quando si affronta un'impresa del genere la prima cosa che viene in mente è la fatica fisica, e ci si concentra molto a come fare per affrontarla e superarla: raramente si pensa che lo stress fisico possa ricadere anche sullo stato mentale, soprattutto in condizioni così estreme. Ti ringrazio davvero perché la tua testimonianza, secondo me, è importante per capire che anche lo sconforto può far parte dell'avventura, l'importante è non mollare, "Don't give up! Don't give up!", mai. Certo, avere anche la giusta compagnia e l'incoraggiamento sincero non sono un aiuto da poco in quelle situazioni, sei stato bravo e fortunato, ma la fortuna te la sei ampiamente meritata per il coraggio e la tenacia.

Applausi! :clap:

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Considerando solo il trekking per il kili comprensivo di due pernotti in hotel e, appunto, il trekking e il volo che ho aquistato per conto mio sono 1850 + 530.

A cui poi devi sommare le mance per i portatori e le guide che incidono un altro 10 15 %.

Io ho poi speso altri 300 € per ngorongoro.

 

Tieni conto che io ho scelto una spedizione "economica" con confort base. Tornando indietro potrei rinunciare a qualcosina, ma sicuramente chiedere un tavolo dove porter mangiare perchè mangiare piegati in tenda per vari giorni è stato veramente dura.

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  • 1 mese dopo...

17/02/2016 Karanga Camp – Barafu Camp (4673)

 

E' stata una notte difficile, non tanto per il freddo, o per il mio malessere del giorno precedente, ma perchè la tenda è stata piantata male dai nostri portatori ed è tutta in pendenza verso un lato. Mi era già capitato la prima notte di dormire con pendenza verso il basso, ma la cosa non era così negativa visto che succedeva solo che si scivolava lentamente verso il fondo e ci si appoggiava con i piedi sul telo. Invece dormire scivolando di fianco è un vero casino. Se mi giro sul fianco esterno la mia faccia si spalma su telo ghiacciato della tenda con le gocce di acqua formate dallo sciogliersi del piccolo strato di ghiaccio interno della tenda che mi cascano fastidiosamente sul piccolo pezzo di viso che ho fuori dal sacco, mentre se mi giro lato intero mi ritrovo gli zaini schiacciati di Corrado che scivola su di loro tutti addosso. Tuttavia la mia capacità di dormire ovunque mi aiuta e in tutta la notte riesco a dormire 5 6 ore, mentre Corrado ne dormirà molte meno.

La sveglia è come al solito alle 7 con il sole che molto lentamente comincia a fare capolino dietro al Kibo. Rispetto al giorno precedente ho solo un filo di mal di testa, ma sorpattutto il morale va molto meglio. Certo non sono uno splendore, ma l'idea di gettare la spugna si è fatta distante. Andrea sembra in buona forma mentre Corrado lamenta solo il fatto di aver dormito poco e male. Facciamo la solita colazione iper abbondante a base di salsicce crepes, frittate e fette di arancia. Il vasetto di marmellata è finito il giorno precedente, e l'unica cosa con cui possiamo addolcire le crepes è con un po' di burro e zucchero. Ci sarebbe anche un po' di crema di arachidi ma per me è immangiabile e solo Andrea riesce ad assaggiarne un po'.

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La colazione

Solito litrozzo di thè a testa, ci prepariamo e con passo estremamente lento ci avviamo lungo il pendio del Kibo. Partiamo in fila dietro a Philippe, Corrado Andrea ed io a chiudere il gruppo mentre al solito Zuma aiuta il resto della spedizione a disfare il campo. La prima parte è una ripida e costante ascesa su una pietraia assolata. Ormai a queste quote non troviamo praticamente più alcun tipo di vegetale, e le uniche forme di vita oltre ai brulicanti umani che risalgono affannosamente la parete sono qualche corvo e qualche topolino. Avanzando incrociamo più di un portatore che scende velocemente con un secchio vuoto in testa. La nostra guida ci spiega che sono i portatori che provengono dal campo verso il quale ci stiamo dirigendo che il Karanga camp, per prelevare acqua da portare su all'ultimo campo. Quasi nessun portatore va a fare la cima, ma questa la fanno solo le guide con i “clienti” e nel mentre i portatori si preparano andando a recuperare acqua e sistemando il campo.

Il sole picchia davvero forte in questa mattinata con il cielo completamente sgombro dalle nuvole. Non c'è freddissimo ma c'è un vento abbastanza fastidioso. E noi siamo coperti quasi completamente perchè il rischio di ustioni a queste quote è elevato.

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Prima parte della salita

Dopo un paio di ore facciamo una sosta proprio su un cambio di pendenza da cui si può vedere in lontananza tra le nuvole la città di Moshi e la sterminata savana tanzaniana. Lassù a poche centinaia di metri in linea d'aria vediamo che spuntano i tetti delle capanne del Barafu camp, nostro ultimo campo e obbiettivo odierno. Ora per raggiungerlo dobbiamo tagliare un lato della montagna in piano e affrontare un ultima pedente salitina. Ci idratiamo abbondantemente, mentre comincia a fare caldo. Io mi tolgo solo la maglia termica tenendomi sopra la giacca antivento e si riparte.

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Pausa

L'andatura è sempre estremamente lenta ma a queste quote basta davvero poco per avere il fiatone. Per fortuna il pezzo che ci aspetta ora è in piano e non ci fa penare troppo. Nel frattempo Zuma e gli altri ci hanno raggiunti e si procede assieme. Zuma mi chiede se sto bene e se mi sono ripreso, e dopo il mio assenso, dice che ne era sicuro e che domani mattina mi divertirò molto nel suo ufficio. Io perplesso dico “ufficio?” e lui ridendo mi indica la cima!! E aggiunge che se saremo in buona forma ci porterà leggermente fuori sentiero a toccare direttamente quel che resta dei ghiacciai. Nel mentre avanziamo e il Barufu si fa sempre più vicino e prima di cominciare l'ultima parte in salita ci fermiamo per una pausa, per mangiare un po' di barrette e per mostrarsi il Mawenzi, terzo cratere del Kilimanjaro, dopo shira e Kibo. E' una montagna molto più frastagliata delle altre e Zuma ci spiega che si può scalare anche quelle ma servono delle capacità alpinistiche non trascurabili, e che per lui è sicuramente la cima più divertente delle 3 da scalare.

 

Sotto il Barafu

Ripartiamo ed in poco meno di un ora raggiungiamo il Barafu a circa 4600 metri. Arriviamo poco prima delle 11, ed incrociamo le persone che sono appena scese dalla cima. Vedo alcuni visi rilassati e contenti, alcuni evidentemente provati, altre persone che proprio non riescono a reggersi in piedi e che vengono accompagnati a forza in giù trascinati da guide e portatori. Chissà come sarò io fra 24 ore??? Arriviamo alla baracca dei ranger e firmiamo come di consueto il registro. Io ho spitno un pelo troppo sull'ultima salita ed ho il fiatone e il ranger scherza un po' sul mio respiro affannoso.

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Arrivo a Barafu

Nel frattempo le nostre tende non sono ancora pronte e così facciamo un giretto per il campo. Questo è decisamente il campo più severo, con le tende e le latrine appoggiate su un pendio roccioso e pendente e coperto di enormi massi, sembra quasi impossibile che in questo luogo così impervio ci sia tutta sta gente. Gli spostamenti poi richiedono gran fiato e visto che ci impieghiamo tanto a recuperarlo decidiamo di risparmiarci e attendiamo che finiscano di prepararci le tende di fianco.

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Corrado con il Mawenzi alle spalle

 

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Domani lassù

 

Nel frattempo Zuma ci dice che da li a breve ci verrà servito un veloce pranzo, poi verso le 5 mangeremo al cena e alle 6 dopo un briefing si va a nanna visto che la sveglia poi sarà a mezzanotte. Ed in effetti poco dopo arriva Agostino con un pranzo per una volta diverso e un po' più ben accetto. Pranziamo infatti, oltre che con la solita zuppa di verdure, con due buoni, anche se un po' pesanti french toast, e delle fette di ananas. La fame non c'è ma il “nuovo” sapore aiuta a mandare giù tutto e subito dopo pranzo proviamo a dormire qualche ora nella tenda che nel frattempo è diventata un po' una serra e si dorme bene anche senza sacco.

Risciamo tutti a chiudere occhio un paio di ore, e ci svegliamo poco prima di cena. Non ho ovviamente fame, ma non sto per nulla male, e così me ne sto spensierato a guardare il mawenzi da dentro la tenda. Arriva la solita cena a base di pasta, spezzatino di pollo e fette di pane. E arriva Zuma a fare il briefing mentre mangiamo guardando uno splendido tramonto dalla montagna.

Ci controlla i dati fisici, e verifica cosa metteremo il giorno dopo sottolineando che secondo lui servono almeno 6 strati per il torace. Io così mi preparo 3 maglie termiche, una felpa termica, piumino e antivento, due paia di calze, e guanti grossi. E cerco di tenere lo zaino più leggero possibile con solo dell'acqua e la macchina fotografica. Andrea vorrebbe portarsi in vetta una birra per festeggiare e Zuma gli fa notare che nell'ascesa notturna potrebbe ghiacciar, quindi risolviamo il problema legando alla birra due bustine scaldanti per le mani che andrea “attiverà” prima di partire. E' tutto pronto e sono solo le 6 e mezza di sera e proviamo ad andare a dormire. Io manco a dirlo non ho nessun problema e mi addormento velocemente. Nonostante l'agitazione.

Domani sarà una delle giornate più faticose della mia vita, ma anche quella che ho tanto immaginato nelle settimane prima di partire. Ho un po' paura ma non vedo l'ora di salire.

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Tramonti prima di dormire

 

 

 

 

 

 

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