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pandathegreat

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Tutti i contenuti di pandathegreat

  1. Ecco, abbiamo fatto la stessa faccia! Inviato dal Millennium Falcon
  2. Oppure togliere San Diego, che ti permetterebbe di fare più agevolmente la parte seguente... Così però ti perderesti l'Organpipe che è molto particolare... prova a dare uno sguardo al mio diario invernale del 2013
  3. Sabato 31 agosto 2019: Palmarium Quale modo migliore per iniziare la giornata se non una bella colazione? Ci sediamo al tavolo, ci portano un bel piatto di frutta mista, ananas, papaya e banana, Barbara avvista un piccolo lemure sulla balaustra della capanna ristorante... Faccio appena in tempo a girarmi, che il lemuretto scatta come un trapezista del circo... salta su un tavolo dietro di me, rimbalza sul montante della capanna, poi sulla mia gamba e da qui sul nostro tavolo, veloce come solo un lemure paraculo riesce ad essere, agguanta la banana dal piatto e scappa via, sotto lo sguardo attonito e desolato del cameriere che cercava di tenerlo lontano e le nostre risate per la visita inattesa! 😂😂😂😂😂 Terminata la colazione con una nuova banana partiamo per il tour della riserva... Beh, all'inizio "tour" è una parola grossa, camminiamo tra i bungalow, perché qui lemuri, camaleonti e tartarughe la fanno da padroni, è praticamente casa loro. La riserva del Palmarium è attualmente gestita da francesi, che si occupano attivamente della conservazione del patrimonio naturale, ma fino a qualche anno fa, era gestita da un tedesco, che ne aveva fatto un allevamento per rettili da esportazione... camaleonti, serpenti, anche insetti, strappati alla loro terra e venduti ai collezionisti. Quando finalmente questa pratica è diventata illegale, il tedesco ha abbandonato la zona, fino alla creazione della riserva. Qui tra i bungalow ci sono lemuri grigi, lemuri con la corona e i varecia (che noi abbiamo soprannominato Lemuri Panda, per ovvi motivi). Nella riserva i lemuri prosperano e si riproducono, a volta si incrociano tra di loro, ma gli ibridi non sono fertili... comunque abbiamo trovato parecchi cuccioli sotto i 3 mesi. Lasciamo la zona dei bungalow per addentrarci su un sentiero che attraversa la jungla, fittissima e rigogliosa, alla ricerca degli Indri, i più grandi tra i lemuri della zona. Però il primo incontro è terrificante... Guardo in alto e vedo il filo di una ragnatela... faccio mezzo passo di lato e sento la guida che fa "eccolo lì"... mi giro verso l'alto e a pochi cm da me c'è un ragno enorme... ARGH! PAURISSIMA!!! Ho il terrore dei ragni e sono quasi passato attraverso la sua ragnatela! Camminando nel fitto della jungla, troviamo gli indri, 2 diverse coppie... Si, in effetti l'espressione non è poi intelligentissima, ma sono degli animali dolci e per niente aggressivi... il primo che troviamo è una mamma con piccolo in grembo. Come fa la guida a sapere che ha meno di 3 mesi? Semplice! Sopra i 3 mesi i lemuri si attaccano alla schiena di mamma lemura, mentre questo cucciolo è ben nascosto dalla folta pelliccia sulla pancia. La nostra guida ha delle banane in tasca e ne da un pezzettino a me e a Barbara per darlo ai lemuri... mamma lemura si allunga, ci prende la mano con dolcezza, prende la banana più delicatamente delle 2 bestie di satana che vivono a casa nostra e la trattiene... La sensazione del contatto con la zampa del lemure è incredibile... il palmo è morbido, fresco e asciutto, non hanno praticamente unghie e quella leggera stretta sembra quasi un ringraziamento. Dopo l'incontro con i lemuri, scendiamo verso la spiaggia, lontani dal lodge, in una zona umida, dove incontriamo iguana, camaleonti e loro... le piante carnivore: Rientrati al lodge, ordiniamo un paio di panini per pranzo e ci mettiamo sulla nostra veranda per mangiare... Appena Barbara tira fuori le banane, eccolo qui, il nostro amico Varecia si presenta con la faccia da ciopino che vede il fondo della ciotola... "Guarda che belle banane, non le mangerai mica tutte..." 😂 Torno con i panini da camionista affamato e spacciamo una banana al nostro nuovo amico che ringrazia soddisfatto! E per digerire il pranzetto... Per il primo pomeriggio abbiamo prenotato la gita al villaggio dei pescatori, ci presentiamo all'orario stabilito all'imbarco e non c'è nessuno... aspettiamo un po' e niente... siamo in Africa, a volte gli appuntamenti sono un po' "naif"... Vado alla reception, gli dico che avevamo prenotato e loro cascano un po' dalle nuvole, ma nessun problema, chiamano il motoscafo veloce e ancora ce la facciamo a fare sia il villaggio che la visita notturna alla Aye Aye island. Scendiamo all'imbarcadero, eccolo qui, il motoscafo è quasi pronto, 10 minuti di traversata e arriviamo a Andranokoditra, piccolo villaggio di quasi 400 anime, dove veniamo accolti come celebrità! Quasi tutto il villaggio vive di pesca, le donne pescano nella laguna, gli uomini nell'oceano, il resto del turismo che gli porta la riserva vicina... La nostra guida è un pescatore piccolo come tutti i malgasci e con un bel sorriso... ci dice che al ritorno sarebbe carino acquistare qualcosa dalle ragazze sulla spiaggia, prendendo oggettini da tutte... hanno collane di semi e di sassi, colorate, semplici. Puntiamo subito la spiaggia e ci facciamo baciare dalle onde dell'Oceano Indiano... si, perché vorremmo toccarlo, ma è lui a toccare noi per primo! E finalmente capiamo l'origine del rombo lontano che si sente alla riserva... nonostante sia a 2 km in linea d'aria, quel rombo lontano sono le onde che si frangono sulla riva... Una lunga e incessante teoria di onde altissime, che i pescatori locali affrontano con delle piroghe di balsa, leggerissime, si sollevano con una mano e senza nemmeno troppa fatica. Ognuno di loro porta 800 metri di rete, alta 2 metri e a forza di braccia deve uscire al largo... la piccola piroga appare e scompare nell'oceano. Lo fanno 2 volte al giorno, sera e mattina, e il pescato pregiato viene prima lavorato sul posto e poi spedito via treno, una volta al giorno, verso l'interno. Una ragazza (probabilmente la sorella della guida 😆) ci chiede se vogliamo della noce di cocco... inizialmente ci chiede 5000 ar, poi la signora più anziana le dice qualcosa in malgascio e magicamente il prezzo sale a 5000 a testa! Sorrido, capisco di essere stato fregato, ma vabbè, sono comunque meno di 3€ in 2! Ma la noce di cocco non si beve e basta... si mangia anche la polpa fresca, prelevata dall'interno direttamente con una scheggia di guscio! Buonissima! Proseguiamo verso il villaggio e la guida prima ci porta alla scuola dove i 120 bambini del villaggio (si, 120 su 450) passano le loro giornate... adesso è chiusa, visto che è vacanza anche laggiù! Ci porta a visitare la sede dell'associazione del villaggio, gestita dalla moglie e compriamo pepe e cestini intrecciati, poi, passeggiando, ci porta in un altro negozietto, dove la signora (probabilmente la cognata della guida 😂) ci chiede il quadruplo rispetto a quello che ci ha chiesto la moglie della guida! Aho, so vazah, nun so mica cojone!!! 😂😂😂😂😂 Alla fine spuntiamo il mio prezzo per una piroga in balsa e per altri cestini, durante la durissima trattativa Barbara gioca con un bimbo che le elargisce dei bellissimi sorrisi! Un paio di sigarette ai ragazzi che aggiustano le reti e siamo pronti per tornare sulla spiaggia, la guida ci racconta ancora la rava e la fava di tutto quello di cui ha bisogno il villaggio e ad un certo punto, gli dico in italiano: Tu sei un gran paraculo, mi sa! Oui, oui! 😂😂😂😂😂 Torniamo al lodge ed è quasi ora di partire per la Aye Aye Island! Gli Aye Aye sono lemuri notturni, ad altissimo rischio di estinzione... per preservarli, 7 di questi lemuri vivono su un isola artificiale sul canale di Pangalanes, sorvegliata dai volontari e aperta solo a visite accompagnate. Si parte al tramonto e quando arriviamo all'isola è buio pesto, con una sottilissima falce di luna nel cielo. Non è possibile usare il flash, né altre fonti di luce se non quella fornita dagli accompagnatori. Cominciamo a camminare nel buio più assoluto, mentre la guida ci dice che ogni sera preparano delle esche per far avvicinare questi animali così schivi. L'esca non è altro che una noce di cocco incastrata tra 2 alberi, che gli ayeaye scavano con la loro zampa così strana. Si, perché l'ayeaye non sembra solo un lemure mannaro, ma è anche dotato di una zampa particolare, 4 dita robustissime e un dito lungo e sottile che viene usato per scavare la noce di cocco e i nidi di formiche e termiti, che rappresentano la sua dieta principale. Sono animali strani, con quella pelliccia ispida e spettinata, come diceva Barbara, pensare che sono praticamente prigionieri su un isola fa un po' male, ma qui non ci sono i predatori che potrebbero sterminare una popolazione già in pericolo, non ci sono uomini che sono interessati a catturarli e soprattutto, si riproducono, abbiamo visto anche un lemure molto giovane, poco più di un anno. E il ragno gigante non manca mai!!! Soddisfatti dagli avvistamenti e dai racconti delle guide, è ora di tornare in hotel, dove ci aspetta la nostra cena... Ѐ strano pensare che i prossimi giorni saranno gli ultimi da passare qui, ma qualche sorpresa questo viaggio ce la riserverà ancora!
  4. Venerdì 30 agosto 2018: Andasibe - Manambato - Palmarium Siamo agli sgoccioli del viaggio, ormai mancano gli ultimi giorni, ma il meglio ce lo siamo lasciato alla fine. Ieri sera la signora dell'hotel ci ha avvisato che saremmo partiti per le nove, Petit ci ha lasciato qualche minuto di riposo in più! Dopo l'ottima colazione, siamo pronti ad affrontare la lunga strada di oggi... si parte da Andasibe, si prosegue sulla RN 2 fin dopo Brickaville, poi 2 ore di pista orrenda per arrivare Manambato e da qui... 2 ore di battello sul canale di Panagalanes per arrivare alla Palmarium Reserve. Ma procediamo per gradi... Partiamo attraversando un paesaggio pazzesco, verde, rigoglioso, tropicale. La Route National 2 parte da Tana e arriva in uno dei porti più importanti del Madagascar, ma come tutte le altre strade, è ridotta veramente male, con l'aggravante che è anche trafficatissima, camion e taxi brousse su tutto. Riusciamo anche ad aiutare un altro driver che ha forato una gomma in una delle innumerevoli buche. E noi ne approfittiamo per scattare un po' di foto intorno, a questo verde e a questa ricchezza. Approfittiamo di una breve sosta per fare un giro in un mercato locale... Bello, variopinto e profumato, sui banchi compriamo le nostre classiche banane, un frutto stranissimo, la Sugar Apple, konykoni in malgascio, che mangeremo per merenda. Ci divertiamo un mondo a scattare e chiacchierare, a farci un po' prendere in giro con un sorriso, in fondo siamo i vahaza, c'è la cannella quasi ovunque, il frutto del cacao, le canne da zucchero, il tamarindo, i jack fruit... potendo, avremmo assaggiato tutto... O meglio... quasi tutto! Si, sui banchi ci sono queste strane cose scure, lunghe all'incirca mezzo metro. Guardo meglio e capisco che non è frutta, ma anguille affumicate! Si, ci spiega Petit, in questa zona le anguille abbondano e se non vengono mangiate fresche, vengono affumicate per conservarle! L'aspetto non è dei migliori, però... Mentre attraversiamo Brickaville, una visione davanti a noi... Si, è proprio uno scuolabus, di quelli americani! L'impressione è quasi come vedere un'astronave aliena!!! Purtroppo in Madagascar le linee ferroviarie sono praticamente abbandonate... quando va bene ci passa un treno al giorno, quando va male, invece sono completamente abbandonate, affogate tra la vegetazione. In un paese che avrebbe bisogno di una maggiore velocità di spostamento, è veramente una iattura. Lasciamo la RN2 e ci tuffiamo su una pista che è davvero un incubo... 7 km percorsi in un'ora, tra sabbia, buche e sballottamenti, per arrivare sulla riva del Lac Rasorabe, da dove partiremo per l'ultimo tratto in barca. Ne approfittiamo per pranzare, i gamberoni grigliati sono davvero ottimi (e con tanto aglio), le verdure saporite, la birra è fredda e piacevole... ma il servizio è di un lento, ma di un lento che credo che i gamberoni li abbiano pescati al momento dell'ordine! Finalmente alle 2 siamo pronti per imbarcarci, saliamo a bordo della nostra barchetta e via, sul canale di Pangalanes! Con noi c'è una coppia di francesi, piuttosto taciturni che si guardano intorno e osservano sghignazzando le nostre magliette. Il comandante sfreccia sul canale con questa specie di grossa piroga motorizzata, quando ad un certo punto... SPUT SPUT SPUT... Il motore si ferma. Silenzio... siamo praticamente a metà strada con la barca in panne! Il comandante apre la calotta del fuoribordo, Petit si attiva per cercare di capire l'entità del danno, il nostro battello va alla deriva, appoggiandosi su un tronco... Il problema è che si è rotto il tubo della benzina e quando il comandante accelera, il carburante spruzza ovunque tranne che nel motore. No problem! E che non vai in giro con un pezzo di tubo qualsiasi? Certo, ce n'è uno proprio nel gavone, quello, un coltello (lo stesso della frutta), un po' di nastro adesivo e in pochi minuti siamo di nuovo in moto! Il canale pullula di vita, piccoli villaggi sorgono tra il canale e l'oceano, qui si vive di pesca e di agricoltura. Con solo una mezz'oretta di ritardo arriviamo al Palmarium... che dire... WOW! Il posto è fantastico, la reception è una grande capanna dove ci accolgono con un drink di benvenuto e le raccomandazioni del caso, come comportarsi con i lemuri che qui vivono indisturbati e con gli altri animali. I bungalow con terrazza e amaca si susseguono ai bordi della laguna di Ampitabe in mezzo alla vegetazione lussureggiante, lemuri e camaleonti sono davvero dappertutto. Naturalmente, niente internet, niente segnale telefonico, niente macchine, solo tranquillità e silenzio. Si potrebbe fare subito il tour per vedere gli Aye Aye, ma decidiamo che ora abbiamo bisogno di un po' di relax, tanto abbiamo 2 notti, lo faremo domani, oggi abbiamo l'amaca e la nostra konykoni! L'apro a metà, la polpa è morbida, dolce e profumata, sembra di mangiare un dolcetto alla crema, ci sono un sacco di semi grandissimi, ma è davvero ottima. Ma vi pare che noi siamo capaci di restare fermi? Assolutamente no! Ci facciamo un giro per la riserva, fotografiamo un po' di lemuri per niente spaventati, scendiamo al pontile per un po' di foto al tramonto... Appena scende il sole, torniamo al bar, ci prendiamo una Tequila Sunrise che di sunrise ha molto poco, visto che è monocromatica, una pinacolada fatta sul momento, questa davvero spettacolare, quindi la meritata doccia prima di cena. Ah, per farvi capire, qui i lemuri sono proprio di casa! E non solo i lemuri... anche i gechi... questo abita nella nostra camera, nascosto dietro un armadio! Cena ottima, a base di pesce, l'immancabile THB di accompagnamento e via, tutti a nanna, domani ci aspetta una lunga giornata! Beh, ma tu chi sei? appena apro la zanzariera attorno al letto, mi accorgo che c'è un ospite indesiderato... un bruco enorme! Con un po' di carta lo accompagno fuori dalla porta e lo lascio libero tra gli alberi... Buonanotte mondo!
  5. L'ultima volta ho preso il goselect, scegliendo le cose che mi interessavano di più.
  6. Chi si ferma è perduto!!!
  7. Ti serve un barbeque più grosso! 😂😂😂
  8. Una distorsione alla caviglia destra, la mia classica caviglia di cristallo... Non dovrebbero esserci problemi a partire, però dovrò portare con me il tutore... vabbè!
  9. E a meno di 3 settimane dalla partenza... è sceso un signore con la barba bianca a chiedermi perché lo stessi chiamando così insistentemente...
  10. ci è capitato il primo giorno di sterrata e ho dovuto lavare l'interno del cassone a secchiate! Ma mi ero scordato di aprire la finestrella che permette all'aria di entrare nel cassone, per evitare appunto che entri polvere dal lato posteriore...
  11. Hai provato a guardare nella cartella SPAM?
  12. Yellowstone, anche perché mettere d'accordo 8 adulti e 5 bambini per partire presto è più o meno come raggiungere l'unanimità in una riunione di condominio...😂
  13. se ti piace il genere, c'è anche Los Alamos non lontano.
  14. io farei 2 notti a Santa Fe solo per vedere tutto quello che c'è intorno!
  15. è una bella città, vivace e abbastanza storica, c'è parecchio da girare anche a piedi e puoi approfittare della seconda giornata per andare a Cambridge per visitare il MIT e Harvard, dove organizzano anche dei tour guidati. Per Martha's Vineyard, devi modificare un po' il giro, perchè è un isola, è a sud di Boston e ti ci vuole un giorno intero, magari dopo Cape Cod.
  16. Ad inizio settembre fa ancora abbastanza caldo, ma attenzione, quella zona rischia di essere piovosa, soprattutto in primavera. Lo consiglio? Sicuramente si, è molto bello, ma non aspettarti i paesaggi del west, rischi di restare delusa. Il loop su Boston va benissimo, un giro potrebbe essere: 1 Ita-Boston 2 Boston 3 Boston 4 Boston-Montpelier - Barre 5 Barre - Conway 6 Conway (White Mountain) 7 Conway- Bar Harbor 8 Bar Harbor 9 Bar Harbor - Rockland 10 Rockland - Boothbay Harbor 11 Boothbay - Old Orchard Beach 12 Old Orchard Beach - Gloucester 13 Gloucester - Cape Cod 14 Cape Cod 15 Cape Cod - Plymouth 16 Plymouth- Boston - Ita
  17. Io ho già puntato il poligono per la prossima volta, si può sparare con svariate armi della seconda guerra mondiale!
  18. A noi non è capitato niente del genere, o meglio, ci hanno chiesto qualche soldo per guardare la macchina, una persona ci ha chiesto qualcosa da mangiare, gli ho dato pochi dollari e se diventavano insistenti, gli dicevo semplicemente "it's enough" o li mandavo a cagare in italiano...
  19. Prima di tutto, gli spettacoli del Cirque du Soleil, sono strepitosi... Poi i musei, molto carino il Neon Museum, interessanti il Mob Museum e l'Atomic Test Museum... poi, ci sono tutta una serie di attività, che so, guidare una ruspa, sparare in un poligono con qualsiasi tipo di arma: https://www.atlasobscura.com/things-to-do/las-vegas-nevada/places?page=1
  20. Sicuramente non sarà un viaggio di riposo, però è il giro più classico, se leggi il diario del 2015, la parte parchi è fatta proprio così. Diciamo che non è la mia città preferita, ma di cose da fare e vedere ce ne sono tantissime e non solo hotel e casinò. Per quanto riguarda la 66, ne vedi un bel tratto da Williams a Los Angeles, passando per Ash Fork, Seligman, Hackberry, Kingman, Oatman, Amboy... prenditi i tuoi tempi e goditi la strada: https://goo.gl/maps/HRVsJveMb6GJsUa78
  21. Visto il periodo e i giorni, Sequoia è la scelta migliore, partendo da San Francisco. Mentre invece non rinuncerei alla Monumente e al Bryce Canyon, limando i giorni in città... 18 Ita - San Francisco 19 San Francisco 20 San Francisco 21 San Francisco - Sequoia 22 Sequoia - Death Valley 23 Death Valley - Las Vegas 24 Las Vegas - Bryce 25 Bryce - Page 26 Page - Monument 27 Monument - Grand Canyon 28 Grand Canyon - Route 66 - Kingman 29 Kingman - LA 30 LA 31 LA - Roma Non è un giro di relax, ma è un buon compromesso per vedere i parchi principali. Se invece avete l'esigenza di restare dai parenti qualche giorno in più, potreste provare questa variante: 18 Ita - San Francisco 19 San Francisco 20 San Francisco 21 San Francisco 22 San Francisco - Morro Bay 23 Morro Bay - Sequoia 24 Sequoia - Death Valley 25 Death Valley - Las Vegas 26 Las Vegas 27 Las Vegas - Grand Canyon (south rim) 28 Grand Canyon - Route 66 - Kingman 29 Kingman - LA 30 LA 31 LA - Roma Se invece riuscite a rimediare 3 notti, al primo itinerario aggiungete una notte per ogni città per un giro più rilassato.
  22. Martedì 27 Agosto: Ambositra - Antoetra - Ambositra Stamattina partiamo carichi, ci aspetta la passeggiata per raggiungere Ifasina, uno dei villaggi della tribù degli Zafimaniri. La strada per Antoetra è breve, ma il tragitto è quasi tutto su una pista pietosa e pietrosa... 2 ore per fare meno di 40 km! Arriviamo davanti alla mairie di Antoetra e conosciamo il presidente della cooperativa delle guide, che ci presenta la guida per la nostra passeggiata, Hyacinte, uno zafimaniri piccolissimo e vecchissimo e tutti i ragazzi del villaggio che ci danno appuntamento per il ritorno, per visitare i loro laboratori di ebanisteria. Hyacinte ci descrive la strada che percorreremo, circa 12 km... Noi siamo carichi ma allenati più o meno come una mozzarella di bufala e sentirci dire che non sono in piano, ma che ci sono 2 colline da scalare, pure ripide, da un colpo alla nostra determinazione (e al ginocchio che si è gonfiato da qualche giorno). Oltretutto c'è la festa per l'esumazione dei morti e partecipano tutti, visto che è praticamente l'occasione mondana del mese a Antoetra. Vabbé, proviamo, magari arriviamo alla prima collina, dove c'è una "Stele dei morti" e poi decidiamo se proseguire. Partiamo uscendo dal paese e puntando verso le colline... Il primo tratto è in discesa, perfetto per noi... ma attraversata la prima valle vediamo subito che sarà difficile per noi... La salita è ripida, il sentiero (quale sentiero?) non c'è e praticamente si cammina nei solchi lasciati dall'acqua sulla costa scoscesa della collina... A metà della salita, Hyacinte si volta e mi fa: "Elle ne vais pas a arriver au village..." Ma non solo "elle", anche "moi" sono stanco e il ginocchio gonfio si fa sentire... Sfruttiamo le soste per rifiatare e arriviamo a circa metà della collina, dove è stato impiantato un vivaio di alberi pregiati... mogano, ebano, palissandro, bois de rose. Si, perchè gli zafimaniri sono ebanisti provetti, ma l'esportazione ha praticamente distrutto la loro fonte di sostentamento con l'abbattimento delle foreste ed un progetto francese sta cercando di insegnare loro a reimpiantare gli alberi, per fare in modo che le generazioni future possano godere di questi risultati. Si, le generazioni future, visto che un albero di palissandro ci mette quasi 100 anni per crescere abbastanza. Arrivati alla stele, ci racconta la tradizione del posto, la morte vissuta da tutto il villaggio. 2 notti di veglia, il funerale e poi la cerimonia alla stele, una per ogni famiglia. La cerimonia però si fa solo se la famiglia può permettersi uno zebù, miele, rum e tabacco, visto che per aggiungere la pietra del defunto alla stele, il capo del villaggio deve versare grasso e sangue di zebù sul monumento per ricevere la benedizione degli antenati. Questa è la stele della sua famiglia, le 2 rocce più grandi simboleggiano gli antenati e ci fa vedere la pietra di suo suocero, morto alcuni anni fa. Ci racconta della sua vita, dura e difficile, di un figlio perso per una malattia poco prima del diploma, delle 2 figlie e dei nipotini e scopriamo che ha 46 anni... Dall'alto ci mostra i suoi appezzamenti, dove coltiva mais e fagioli che sono praticamente la sua dieta... non mangia quasi mai carne, ci dice, se non durante le feste nel villaggio... ci credo che volesse tornare presto! Soddisfatti da questa esperienza e desiderosi di riportare a valle i nostri culi pesi, decidiamo di tornare a Antoetra, ripercorrendo la pista scoscesa. "VAHAZA, VAHAZA!!!" Niente da fare, siamo proprio un'attrazione! Passando in mezzo alla risaia veniamo circondati dal solito gruppo di ragazzini sbucati da chissà dove, questa volta siamo pronti, abbiamo biscotti e soprattutto... la instax è carica! Lascio un po' di istantanee ai bambini, ma c'è anche una signora che vuole farsi fotografare! Risaliamo verso il villaggio per raggiungere le case tradizionali e passiamo tra le abitazioni più recenti; Hyacinte ci racconta che gli zafimaniri abitano in case fatte in legno e bambù perché sono materiali viventi, non sono come la pietra, fredda e morta, un vero zafimaniri non dormirebbe mai in una casa di mattoni. Il parroco della loro chiesa è un missionario italiano che gestisce anche la piccola scuola... ora ci sono le vacanze ed è tutto chiuso. Ma il centro del villaggio è il loro totem, la piazza principale dove si svolgono le assemblee pubbliche, rappresenta lo zebù, vera ricchezza per queste popolazioni. Ma è ora di andare a conoscere il capo del villaggio, il più anziano di tutta Antoetra. Ha 80 anni, ci dice Hyacinte, è molto vecchio, visto che qui la vita è breve, 60, 70 anni, non di più. La tradizione dice di scambiare 4 chiacchiere con gli anziani, fare alcune domande e soprattutto, lasciare un'offerta, che verrà utilizzata per le necessità della comunità: è lui che gestisce la cassa del villaggio, per gli orfani, per il medico e anche per i funerali dei più poveri. Il capo villaggio ci guarda con uno sguardo di mille anni, con accanto il suo vice (che mi è sembrato più malmesso di lui) e circondato dai nipotini che ci guardano incuriositi e sogghignano in un angolo della casa. Eccola la casa, con le arnie attaccate fuori dalla finestra... la casa meriterebbe una storia a se. Ogni angolo ha la sua funzione... l'ingresso è a sud est, dove c'è il pollaio, il focolare a sud, il posto del capo famiglia è a nord ovest, gli ospiti siedono a nord est. Si dorme a terra e se ci sono dei bambini, possono dormire sul soppalco, dove c'è più caldo, soprattutto in inverno. C'è la festa dell'esumazione, quasi tutto il villaggio è riunito intorno ad un altoparlante alimentato da un pannello solare. Si fa festa, si balla, si ascolta musica e si mangia. La morte è qualcosa che si incontra tutti i giorni. I tanti bambini ci chiedono bon bon, saponi, bottiglie... noi gli diamo quello che ci resta e andiamo verso i laboratori, dove tutti parlano un po' di italiano e tra Luca, Alfredo, Giovanni e mille altri, compriamo un po' di regali da riportare in Italia, spendendo sicuramente troppo anche dopo delle trattative feroci! Ci congediamo da Hyacinte, che ci lascia il suo indirizzo per spedirgli le foto e torniamo a Ambositra che è la capitale dell'artigianato... entriamo in uno dei negozi e assistiamo alla lavorazione del legno. Qui tutto, ma proprio tutto, è fatto con materiali di recupero. La sega a traforo è costruita con una balestra di automobile, la lama è fatta con il cavo d'acciaio degli pneumatici opportunamente intaccato... il legno è colorato semplicemente immergendolo in una risaia e l'artigiano ci prepara un ciondolo a forma di cuore direttamente davanti ai nostri occhi. Torniamo in hotel per riprenderci dalle fatiche e dalle emozioni, Barbara ha un po' di febbre e si prende una tachipirina, per fortuna niente di serio! Cena nuovamente funestata dalla coppia di musicisti, ma anche il cibo non è che sia proprio memorabile! Per chi se lo chiedesse, si, i malgasci sono piccoli, ma piccoli davvero!
  23. è la cosa che mi scoccia di più pagare...
  24. L'itinerario piace anche a me...
  25. Ci sono un paio di catene nel sud con un'aria molto decadente... Una è Piggly Wiggly, dove però hanno un angolo cucina non male con una pizza quasi decente, dell'altra ho in mente il logo, ma non mi ricordo il nome!
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