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Io e Paolo siamo habitué del volo+auto con British, tanto più che con la combo è compresa la franchigia bagaglio. Lo abbiamo utilizzato ormai già quattro o cinque volte e ci siamo trovati sempre a meraviglia, pagando un acconto dai 150 ai 300 euro alla prenotazione e il saldo a un mese dalla partenza. Mi pare di aver capito però che voi avete già il volo e prendereste solo l'auto con British Holidays, giusto? Non abbiamo mai fatto l'acquisto separato, ma per la mia esperienza sono assolutamente affidabili. Se non sbaglio la prenotazione dovrebbe essere cancellabile, ma prima di completare la transazione ti dicono comunque tutto [emoji848] Inviato da Hogwarts
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Ah, ma io parlavo del prossimo [emoji51] Inviato da Hogwarts
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Ma ancora! Quante volte devo dirtelo che non sono la moglie 2 ma l'Ultima Moglie? [emoji51] Ciao Nush, io non darò consigli, mi limito a chiederti di trovare ogni tanto dieci minuti per fare il diario, ricordo ancora le sghignazzate di qualche anno fa [emoji1] Inviato da Hogwarts
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I Panda in Uganda - Gennaio 2023
mouette ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
Sempre foto di bestioline sono [emoji51][emoji51][emoji51] Scherzi a parte, i diari li scriviamo sia per ammorbarvi sia per noi stessi, per ritrovare a distanza di anni tutti i ricordi possibili, immagini, profumi, sapori ... per quello fotografiamo come giapponesi [emoji12] Inviato da Hogwarts -
I Panda in Uganda - Gennaio 2023
mouette ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
Quando ho iniziato il diario del viaggio in Uganda nel 2014 mai avrei pensato di trovarmi, a neanche nove anni di distanza, a scriverne un altro … tantomeno di scriverlo a quattro mani con Pandathegreat, che all’epoca non avevo idea si sarebbe fatto incastrare così facilmente In questi nove anni l’Uganda è cambiata, io sono cambiata, il mio sguardo, la mia macchina fotografica, la mia vita intera sono cambiati tantissimo. Soprattutto è cambiata la compagnia: nel 2014 era “andrei anche con Lucifero in persona per non perdere questa occasione” mentre oggi è stato un viaggio scelto, con persone che ho scelto. Più o meno lo stesso itinerario, ma un viaggio completamente diverso, e se l’altra volta in Uganda avevo lasciato il cuore, questo giro ho capito che non me lo riprenderò mai. Grazie, Paolo, per avere avuto voglia di conoscere dal vivo quello che ti aveva “solo” incuriosito ed affascinato nei miei racconti, tornare con te è stato un regalo bellissimo ❤️ Mercoledì 4 gennaio 2023 Eravamo così cotti ieri sera che abbiamo dormito otto ore filate a dispetto del fuso, del letto sconosciuto, degli strilli di uccelli e animali misteriosi sulle nostre teste. Robert ci ha dato appuntamento alle otto per la partenza, quindi la colazione sarà alle sette e mezza, con tutta calma e tutto il tempo di fare una doccia e sistemarci: la stanchezza che ieri sera ci ha indotti a crollare ha anche cancellato le due ore di fuso, in Italia sono le cinque e mezza quando ci avviciniamo al tavolo, ma nessuno di noi quattro se ne accorge. Primo incontro con la fantastica frutta ugandese (ah, gli ananas ❤), pancake, uova MOLLE , caffè … siamo pronti con soli cinque minuti di ritardo e partiamo subito da Entebbe. Robert ha deciso di farci fare un giro panoramico per Kampala, il che mi sta benissimo visto che l’altra volta ci eravamo passati solo alle quattro del mattino poco dopo l’atterraggio. È più ricca, più caotica, trafficata e moderna di quanto ci aspettassimo, e apprezziamo gli ingorghi e i racconti di Robert mentre ci guardiamo intorno a occhi sgranati (gli altri più di me: pur viaggiatori compulsivi tutti quanti, Paolo è alla prima Uganda, i Balzi addirittura alla primissima Africa!) Ci dirigiamo poi a Jinja, dove arriviamo suppergiù all’ora di pranzo, e Robert ci porta per un pasto (non troppo ) veloce in un locale in apparenza abbastanza da ricchi, che infatti ci costerà ben 25 euro in cinque. I piatti arrivano a rate, il mio supposto tramezzino al formaggio si rivela un paninone ciccione con insalata, pomodori, cipolle e salse, oltre a quei dodici chili di patate fritte che di rado in Uganda ti fanno mancare, e giunge quando Paolo e Sabrina hanno già finito la loro broda di capra con un’intera risaia a fianco. Ma il piatto più bello è quello di Marco, che arriva penultimo: un pescione cattivo che lo guarda con aria truce, severa e giudicante, io non avrei mai avuto il coraggio di mangiarlo Nel frattempo la SIM ugandese ci tradisce, scopriremo che il ragazzo di Airtel ci ha caricato il traffico come voce anziché dati, così ci troviamo scollegati dal mondo. Poco male, il wifi si trova molto più facilmente che in passato, Marco e Sabrina funzionano e dopo il giro fino alle sorgenti del Nilo cercheremo un’altra Airtel, il nostro efficientissimo autista sa già dove portarci. E anche fosse ... la mia apprensiva mammona è in un posto dove le preoccupazioni non la possono più raggiungere, ormai ❤️ .... la mamma di Paolo è più zen di quanto la mia sia mai stata, i nani di mia sorella ci seguono, è vero, ma tanto hanno una copia del travelbook, non sarebbe un dramma stare senza internet per un po', l'altra volta mi era pure piaciuto. Scopriremo tra l'altro che il governo ugandese ha vietato i social e che i locali accedono a a Facebook tramite VPN. Paolo misteriosamente riesce a collegarsi e postare aggiornamenti quasi ogni giorno, io lascio perdere subito e non mi dispiace nemmeno. Raggiungiamo il punto di partenza delle crociere, dove ci aspetta il prode Brian, elegantissimo nella sua divisa e soprattutto i suoi mocassini di vernice lucidissimi, che mi fanno sentire ancora più sgraziata Ci accoglie con una breve conferenza sul Mahatma Gandi, le cui ceneri sono state sparse in parte proprio qui, alle sorgenti del Nilo, secondo la sua volontà, ci fa indossare gli scomodissimi giubbotti salvagente, ci aiuta a salire a bordo a dispetto della nostra incredibile agilità e … si parte. La crociera ci riserva un sacco di belle sorprese: tutti gli “if you are lucky, you can see …” pronosticati da Brian si trasformano in avvistamenti. O siamo davvero fortunati, oppure Brian è un gran venditore 😃 … ma ammetto di non ricordare tanta fauna, nella stessa occasione di nove anni fa. Cominciamo con una scimmietta, per proseguire con le lontre (!), una miriade di uccelli dai piumaggi più diversi e a volte pazzeschi, una lucertolona gigante e altre amenità. Ce la godiamo tra strilli di entusiasmo e rari momenti di silenzio e contemplazione, Paolo è tutto contento perché Brian dice che sulla sua barca si può fumare in cambio di una tangente in sigarette, così fuma anche lui Raggiungiamo la sorgente, un sobbollire improvviso in mezzo alle acque altrimenti placide e tranquille … la stessa emozione dell’altra volta nell’incontrare la madre del Fiume Madre. Il vetusto cartello che la indica non è più in mezzo alle acque come ricordavo: divelto da una piena, è stato spostato su una piattaforma che ospita anche una capanna dove sono in vendita i souvenir più cari delle galassie. Poco dopo il nostro arrivo la piattaforma si riempie di turisti, anche di colore (notevole cambiamento rispetto al 2014, ne vedremo diversi in giro per l’Uganda). Ce ne torniamo a riva soddisfatti, è stata una gita piacevolissima e per molti versi sorprendente. Prima di ripartire verso l’hotel che ci ospiterà stanotte facciamo un rapido giro nel piccolo souk che circonda l’imbarcadero a caccia dei primi souvenir. Paolo contratta all’ultimo sangue con una robusta e ridanciana signora che palesemente si diverte da matti, mentre i nostri amici, non ancora scafati come il mio pandone, pagano senza battere ciglio il primo prezzo richiesto, probabilmente più del doppio del dovuto, anche se sempre poco per i nostri standard. Stiamo tutti sognando doccia e riposo, siamo ancora stanchi e la giornata è stata intensa, i chilometri tanti … in hotel ci chiedono subito l’ordinazione per cena: meno male, penso, questo è il posto del READY WHEN READY di nove anni fa, quando avevamo aspettato quasi due ore per i nostri chicken wrap. Ci dicono che la cena sarà pronta per le sette e mezza e visto che è presto ci propongono una gita in barca con tramonto e scimmiette, sul ramo del Nilo che passa proprio qua sotto. Siamo stanchi, puzziamo, dobbiamo sistemare i bagagli … andiamoooooooo!!! Stavolta ci accompagna Simon, loquacissimo e simpaticissimo, che tifa per la Roma (maddai? casca male, qui ci sono due juventini 😃) e anche se non abbiamo il tramonto infuocato e spettacolare in cui speravamo la luce è bellissima e gli avvistamenti si sprecano. Simon ci racconta che negli anni bui della dittatura di Idi Amin Dada in queste grotte si rifugiavano per periodi lunghissimi i cittadini di origine indiana, ormai di terza o quarta generazione dato che le loro famiglie erano arrivate qui ai tempi della regina Vittoria, perché il sanguinario presidente voleva attuare una sorta di pulizia etnica rimandandoli a casa loro … casa che non avevano, visto che erano nati e vivevano in Uganda da decenni. E’ un capitolo terribile nella storia ugandese quello di Dada, otto anni che hanno fatto i disastri di otto secoli sotto tutti i punti di vista. Ingenui, affamati e felici torniamo in hotel e ci accomodiamo al tavolo della cena, la doccia la faremo domattina, vabbè, puzziamo ma la cena è in arrivo, andremo a nanna presto e via … via, come no Siamo gli unici clienti e abbiamo ordinato alle cinque, ma questo non impedisce ai nostri placidi ospiti di servirci alle nove e quaranta, quando ormai stiamo per mangiare il tavolo … e di portarci filetto di pesce, peraltro veramente buonissimo, al posto di quello di beef che avevamo ordinato. Paolo e Marco accennano un “ma noi …” ma vengono rapidamente riportati nei ranghi dalle affamatissime mogli, che gli intimano SILENZIO E MANGIARE! … ecco, l’Uganda è cambiata tantissimo, ma l’Eden Rock Hotel è rimasto fedelissimo a se stesso 😃 Il povero Robert, che viene servito mezz’ora dopo di noi, ci dice che è sempre così, lì, da sempre … di fatto non è una tappa consueta nel giro classico, sono stata io a voler portare Paolo alle sorgenti del Nilo, e tutti gli altri hotel del giro si riveleranno invece di ben altro livello e qualità. Se non altro siamo tutti e quattro di buon carattere, e nonostante la fame e la stanchezza riusciamo a scherzare fino all’ultimo boccone, commentando anche le porte dei rispettivi bagni in stanza: i Balzi sono un po’ preoccupati perché la loro non si chiude, io e Paolo non abbiamo questo problema visto che non abbiamo nemmeno la porta! Io e Sabrina coviamo un’idea meravigliosa e intelligentissima: purtroppo nessuna delle due ha portato da casa la protezione solare, la temperatura è spettacolare ma il sole è africano, domani compriamo un flacone … ci culleremo in questa illusione fino a quando l’indomani, nel traffico micidiale in uscita dalla città, mi guarderò intorno e realizzerò – dopo solo 48 ore e al secondo viaggio qui, sveja, eh? – che forse, ma solo forse, il latte solare potrebbe non essere uno degli articoli più richiesti, da ste parti Inossidabili nelle nostre speranze e nel nostro buonumore, dopo aver dato invano la caccia a un gatto che Paolo sostiene di aver visto in giardino, ce ne andiamo al nostro bungalow per una notte di meritato riposo nei rispettivi microlettini di cui è dotato l’hotel meno indovinato ma anche più divertente dell’intero viaggio. -
I Panda in Uganda - Gennaio 2023
mouette ha risposto a pandathegreat nella discussione Diari di viaggio e live
... quando mamma non fa che ripeterti "e se non fai il bravo chiamo l'uomo bianco" -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Noi sicuramente ce la siamo goduta tanto anche perché siamo sempre stati comodi, infatti io e@pandathegreat stiamo pensando di risposarci per farci regalare un altro viaggio di nozze [emoji51] In attesa, i soldi risparmiati quest'anno tra Uzbekistan e Scozia ([emoji22]) sono finiti nel fondo Okavango & Cascate Vittoria! Inviato da Hogwarts -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Per me è esattamente il contrario, tornerei in Africa domani mattina su una gamba sola, di America invece ne ho abbastanza per un po' ... anche se ci torneremo sicuramente (più per la gioia di Paolo che per la mia), gli occhi a cuoricino mi vengono di più per l'idea del Botswana, del Sudafrica, di un possibile ritorno in Uganda, ma anche per Uzbekistan, Rajasthan e Cambogia. O sono tipo da posti brutti sporchi e cattivi come sospetto da tempo, o di USA ho fatto indigestione, sei viaggi in cinque anni sono davvero troppi [emoji51] Inviato da Hogwarts -
Marco, noi da tempo utilizziamo Blogger.com, così non va perso nulla e possiamo modificare più e più volte a piacimento e inserire direttamente le foto. In ogni caso non scriviamo mai direttamente sul forum, troppo facile perdere tutto ... @pandathegreat è il guru di Blogger, se ti può essere utile
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Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Madisa [emoji3590][emoji3590][emoji3590] Inviato da Hogwarts -
[IN CORSO] Sudafrica 2019 - Tra il cielo e la savana
mouette ha risposto a issa1990 nella discussione Diari di viaggio e live
Ooooohhh [emoji7][emoji7][emoji7] Inviato da Hogwarts -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Noi sì! [emoji48][emoji48][emoji48][emoji1787][emoji1787][emoji1787] Inviato da Hogwarts -
Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Davvero non fanno più entrare dalle gheparde? Che peccato! È stato uno dei momenti più belli anche per noi, eravamo andati all'alba, doppia emozione. In realtà ci siamo avvicinati a circa un metro anche alla Quiver Tree Forest, là erano due maschi ed erano molto più paciosi di Annabelle e KFC, ma l'alba sulle dune con ghepardo è stata veramente strepitosa [emoji3590] Grazie per i bellissimi ricordi Gio! Inviato da Hogwarts -
OMO River, l'Etiopia, sterrati, buche e tanti... pugni sullo stomaco che ancora
mouette ha risposto a alberto tao nella discussione Diari di viaggio e live
Marito, secondo te non ho visto? [emoji3590] Inviato da Hogwarts -
655 con bagaglio o senza? Hai provato anche la combinazione volo più auto direttamente sul sito BA? Inviato da Hogwarts
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Sarà Babbo Natale a fare la fila per una foto col Grinch, vedrai [emoji23][emoji23][emoji23] Inviato da Hogwarts
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Giò & Peruz in Namibia: camper, sabbia e tramonti mozzafiato
mouette ha risposto a Giovanna86 nella discussione Diari di viaggio e live
Ecco, due soddisfazioni in una pagina sola: ho scoperto gli interni della chiesa di Luderitz (quando siamo passati noi era chiusa) e mi è passato il rodimento di aver trovato chiuso da Barrels, ci siamo fatti entrambe le cene al Diaz e sono state una meraviglia. Africa 😍 -
Evviva! Avrò una foto del Grinch in braccio a Babbo Natale sulla parete del soggiorno [emoji318][emoji7] Sallo, marito [emoji51] Inviato da Hogwarts
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Domenica 1 settembre 2019 E' arrivato il momento di rientrare a Tana, e come sempre quando un viaggio è alla fine, non facciamo che chiederci a vicenda come sia successo che siano passati solo cinque minuti da quando eravamo a Fiumicino pronti a partire e ora ci sia già un altro aereo che ci aspetta per riportarci a casa. Alle otto la barca serve a un gruppone che la occuperà per intero, quindi dobbiamo giocoforza partire alle sei, visto il lungo viaggio, questa volta davvero l'ultimo, che ci aspetta per raggiungere la capitale e l'hotel Sakamanga, dove tutto è iniziato e dove siamo pronti a fregare le ciabattine con il gatto blu, visto che quelle che ci hanno salvato la vita durante la prima settimana di viaggio giacciono insepolte ma compiante in quel di Morondava. Su mia richiesta - me ne pentirò! - non ci facciamo preparare la colazione alle 5.30 ma dedichiamo quella mezz'ora a fare foto, contando di mangiare qualcosa una volta sbarcati. Stavolta la traversata è tranquilla, nessun incidente, nessuna sosta imprevista, un sole bellissimo, una malinconia sottile. Tornare a casa è bello perché poi si riparte, mi ripeto come un mantra, ma stavolta è dura, dura come ad ogni Arrivederci Africa, un magone che nessun altro posto al mondo mi lascia dentro. Appena sbarcati, sono ormai le sette, Petit ci spedisce a fare colazione nel posto dei gamberoni. Ci giochiamo cinque euro scommettendo sul tempo che ci impiegheranno, e tutto sommato la colazione arriva abbastanza in fretta: pane, margarina e marmellata. Mia nonna la usava la margarina, quando ero piccola, ma non la ricordavo così orrenda Ripercorriamo gli otto chilometri di pista terrificante e i duecentocinquanta d'asfalto fino a Tana in una giornata senza storia, siamo scarichi e malinconici. Pranzo veloce in un hotely a metà strada, traffico d'inferno a Tana, e verso le 16 siamo in hotel, dove ci dedichiamo a preparare le valigie, lasciando un po' di abbigliamento, saponcini, un lucidalabbra nuovo e un bagnoschiuma che mi hanno regalato a Natale ma io non uso e spero possa servire a qualcuno, e preparando un sacchetto con tutte le medicine avanzate, che vogliamo lasciare a Petit: per fortuna abbiamo usato solo qualche compressa di Normix per precauzione e una pasticca quando mi è venuta la febbre, tra antibiotico, antidolorifici, aspirina e tachipirina abbiamo parecchio da lasciare al nostro amico. O almeno, così crediamo 😛 Decido di investire una decina di euro in un massaggio consolatorio, che si rivelerà uno dei migliori della mia vita, la ragazza è piccolina ma d'acciaio e mi smonta, ma poi mi sento benissimo. L'ultima cena in Mada, al ristorante dell'hotel, non sarà memorabile, ma a stento ce ne accorgiamo visto il pizzicotto di nostalgia che già ci invade. Stasera si va a letto tardisssssssimo, sono le 21.30!
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Giovedì 29 agosto 2019 Il giorno più turistico del viaggio! 😄 E nonostante il mio innato snobismo, devo dire che almeno in questo caso turistico non equivale affatto a scontato o deludente. Con somma gioia abbiamo concordato di partire per le nove, una pigrizia incredibile ma in fin dei conti gradita. La prima tappa, a una manciata di chilometri dall'hotel, è al Parco gestito dall'Associazione dei villaggi della zona, una cooperativa nata sia per la salvaguardia della foresta pluviale che per lo sviluppo sostenibile dell'economia locale. Anche stavolta Petit mette il veto alle frittelle del chioschetto all'entrata, peccato. Uno degli incontri più belli del viaggio: Claude, la nostra guida di oggi, che ha una bellissima storia da raccontare, mentre ci accompagna alla scoperta di questo meraviglioso angolo di mondo. Claude ha 49 anni, ha lavorato per una vita strappando alla foresta un pezzetto di terra alla volta, finché gli alberi da tagliare e bruciare per coltivare sono finiti. A questo punto con la moglie e i tre figli è stato costretto a spostarsi nel più grande villaggio vicino. Per parecchio tempo ha fatto tutti i lavori più umili e pesanti, sempre saltuari, per mantenere la famiglia, fino a quando il presidente della cooperativa gli ha proposto di collaborare alla gestione del Parco facendo la guida. Alla sua sensatissima obiezione sulla non conoscenza delle lingue, il presidente ha risposto affidandogli le visite scolastiche e i turisti locali (sembra incredibile, ma ce ne sono), e facendogli studiare il francese. Nel giro di un paio d'anni Claude ha cominciato ad accompagnare i turisti francofoni, e si è messo a studiare l'inglese. Oggi è indeciso se passare al tedesco o allo spagnolo, ma propende per il tedesco perché nessun altro lo parla in zona. Mette tutto il suo impegno per far conoscere ai bimbi delle scuole la meravigliosa natura del loro splendido Paese, per far capire loro come sia importante preservarla e salvaguardarla, per essere i tutori di questo fragile meraviglioso pianeta, per far sì che non commettano gli stessi errori suoi e della sua generazione. Spesso paga le visite di tasca sua. Tl francese di Claude è magnifico, e io che sono sorda e faccio fatica e blablabla non ho perso una parola per tutto il tempo che ho passato con lui. Cosa c'è di tanto speciale in questa storia? presto detto: Claude è analfabeta, non ha mai imparato a leggere e a scrivere. Ha imparato perfettamente due lingue con le lezioni su cd, quelle che tanti di noi hanno probabilmente ammassate da qualche parte e "prima o poi mi ci metto di sicuro". Tiene tantissimo a che i suoi figli studino, perché vorrebbe che avessero più possibilità di quante ne abbia avute lui, che si ritiene comunque fortunatissimo, e se hanno preso dal padre non ho dubbi che quelle possibilità sapranno guadagnarsele e spremerle per bene. La sua storia mi ha affascinata e commossa, tanto quanto la camminata nella foresta con gli incontri magici che non sono mancati, e ho lasciato il parco con la sensazione di aver avuto l'onore di conoscere una persona davvero speciale. Un formicaio! la terra è troppo umida? e noi si sale 😄 L'albero del viaggiatore. C'è bisogno di dire che è il nostro preferito? Senza che ce ne rendessimo conto si è fatta l'ora di pranzo e facciamo sosta in un ristorante per turisti, dove ci dividiamo un ottimo soufflé al formaggio e funghi e una bistecca di zebù, lasciamo il nostro adesivo sulla porta a vetri facendo ridere, con il raccondo della nostra Pandità disseminata per il mondo, tutto il personale che ha con ogni evidenza un pluriennale rapporto di amicizia con Petit. Ci spostiamo poi al Vakona Park, immancabile nel giro di ogni vazaha che si rispetti, e iniziamo la visita con un giro in canoa sul placido e poco profondo corso d'acqua che separa gli isolotti artificiali su cui vivono varie comunità di lemuri, che vengono quasi tutti tenuti separati per specie: l'obiettivo è la salvaguardia e la conservazione di queste bestiole così tonte e così tenere, e i figli nati dall'accoppiamento tra specie diverse sono sterili ... quindi quella che può sembrare una forzatura e una crudeltà è alla fine una scelta sensata. La canoa scivola silenziosa nel sole, e il nostro taciturno nocchiero di tanto in tanto accosta a riva e dona pezzetti di banane che vengono accolti ovunque con molto entusiasmo. Ci avviciniamo abbastanza da poter rubare questi ritratti di straordinaria intensità emotiva e vigore intellettuale 😄 Mai fatto il "Safari africano" a Gardaland, su quelle traballanti canoe in vetroresina che percorrevano un avventuroso fiume infestato come la foresta che lo circondava da feroci animatroni? 😆 La sosta più lunga la facciamo da Re Julien, che viene ad accoglierci in tutta la sua maestà. Ben presto ci troviamo circondati e sovrastati - letteralmente! - da una mezza dozzina di ghiottissimi sovrani, che si disputano i pezzetti di banana menandosi con entusiasmo direttamente sulla mia testa e sullo zaino che ho sempre sulle spalle. Prudentemente avevo fissato il cappello con cappio per evitare incursioni e curiosità eccessive verso gli impianti, e se Paolo posta le foto vedrete che ho fatto bene 😜 Il perdente se ne va scornato, non prima di aver depositato una regale caccona sulla canoa giusto davanti a me 😆 Solo sull'ultima isola ci viene dato il permesso di scendere, e qui l'interazione con la società pelosa si fa intensa e divertente. La mia parte saggia dice che non va bene, che queste bestiole non dovrebbero essere così addomesticate, che non è giusto comprare degli animali selvatici con una buccia di banana anche se il fine è lodevole e forse in questo modo non li perderemo, visto che sono tra le specie più minacciate. La mia parte bambina però non riesce a fare a meno di godersela da matti e zittisce l'altra metà di me in meno di un minuto. Del resto come fai a non ridere, con sti cosi sulle spalle? Riusciamo a non uccidere un'orribile bambina russa, la bestia più selvaggia vista in tutto il Madagascar, che corre ovunque strillando come un'invasata, beatamente ignorata dalla tribù di familiari adulti che l'accompagnano e non si sognano nemmeno di richiamarla all'ordine, neanche quando mi urta mentre sto scattando una foto. E con questo ho completato la raccolta di punti-paradiso, fine della discussione, anzi se qualcuno ne avesse bisogno mi chieda pure che mi avanzano 😛 Ci spostiamo poi nella zona del parco che si percorre a piedi, con la guida di un ragazzo simpatico ma poco loquace, che ci porta a conoscere i coccodrilli del Nilo - che non sono endemici di questa zona, vivono nei fiumi più a nord, ma si sono ambientati benissimo - e il loro gran senso dell'umorismo Trovate la bestiola nelle prossime due foto! C'è poi un assortimento di animaletti più o meno esotici, più o meno salvati, sempre belli da vedere, ma la parte interessante della giornata è ormai alle spalle. Tornando all'hotel, lo stesso di ieri sera, chiediamo un paio di soste a Petit, non smettiamo di riempirci gli occhi di questa luce incredibile. E come ogni sera ci guardiamo negli occhi felici ... che viaggio, Pa! Che viaggio, Babi.
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Non mi fido a lasciarlo solo, va bene la ciotola piena e la fontanella dell'acqua ma se mi ribalta l'albero di Natale?
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Mercoledì 28 agosto 2019 Altra lunga giornata di trasferimento, l'ultima nelle nostre speranze 😄 Devo ammettere però che anche se fisicamente è un po' pesante il viaggio lungo svuota la mente e mi rilassa in modo incredibile. Non c'è passato, non c'è futuro, solo questa lunghissima strada, i paesaggi mutevoli, i sorrisi dei bimbi, la curiosità della gente, le soste, la pipì che scappa ogni cinque minuti 😁, il cielo blu fastidio, l'oro liquido del sole al tramonto. Partiamo alle sette immersi in una nebbiolina leggera, che man mano si alterna con il sole, le nuove, di nuovo il sole e finalmente un cielo tersissimo. Facciamo una rapida sosta ad Antsirabe, dove siamo ormai di casa e riconosciamo luoghi e strade: Petit non si è dimenticato che gli abbiamo chiesto dove acquistare i francobolli per spedire le cartoline ai nipoti naturali e adottati, facciamo bancomat alla Societé Generale (siamo riusciti a spendere un sacco di soldi, sì! 💗), una sosta pipì alla fornitissima stazione di servizio dove ci sono anche le Pringles, e poi si riparte. E' in atto una vera transumanza, Petit ci spiega che è il periodo dei mercati di bestiame, e chi vuole vendere parte a piedi con la mandria, macinando decine e a volte anche centinaia di chilometri, perché più ci si avvicina a Tana e più alto è il prezzo che si spunta. Non per la prima volta penso a quanto poco ci metteremmo a soccombere a una vita simile, noi occidentali fortunati nati nel cotone profumato. Poco dopo mezzogiorno commentiamo, ovviamente in italiano, un cartello che pubblicizza il foie gras locale. Petit, sempre attento, ci chiede se ci piaccia e ci propone di anticipare un po' la prevista pausa pranzo fermandoci al paese successivo, ben noto per la produzione locale di questa prelibatezza, avvisandoci che è un po' cara ma ne vale la pena. Paolo è entusiasta e ordina i "cinque assaggi", io prudentemente vado sul pollo con i funghi. Assaggio e tutto sommato non mi schifa come pensavo, ma ... stranamente, il foie gras sa di fegato, diciamo che per me l'entusiasmo è un'altra cosa 😜 Alla fine, per il nostro costosissimo pranzo spenderemo dieci euro in due, di cui sette per il solo piatto di Paolo: Petit ha preferito mettersi a tavola con i colleghi, che sembra conoscere tutti. Mentre aspettiamo Petit accanto alla macchina per rimetterci in viaggio, notiamo una bimbetta seria seria che ci studia tutta intenta, e non cambia espressione né ai nostri saluti né alle foto che le mostriamo, ma ci regala un sorrisone che scalda il cuore quando le regalo un sacchetto di patatine, con cui si allontana felice saltellando. Avvicinandoci a Tana incontriamo più volte distese di panni coloratissimi messi ad asciugare al sole, Petit ci racconta che quando qualcuno muore la famiglia fa una specie di festa lavando tutti gli indumenti e la biancheria di casa, godendosi un picnic e una giornata insieme per salutare il defunto, come a fagli sapere che anche se non è più qui è sempre con loro. Le ultime quattro ore di viaggio, passato il traffico infernale della circonvallazione di Tana, scorrono lente. La RN2 è messa malissimo, sembra bombardata, l'asfalto è un colabrodo - giusto per non farci sentire la nostalgia di Roma 😁 - probabilmente a causa dei tanti camion che transitano ogni giorno da e per il porto di Tomasina, raggiungibile solo passando di qui. Una sola breve pausa in cima a un'altura, dove ci si spalanca una bellissima vista sulla vallata, per comprare un po' di quelle buonissime bananine mignon che mi piacciono tanto e regalare un paio di polaroid alle bimbe della bancarella, che si incantano come sempre. Ci avviciniamo alla foresta pluviale e alla nostra meta, che raggiungiamo giusti giusti per il tramonto. L'hotel è bellissimo e per cena ci viene servito il migliore zebù del viaggio. Tra una chiacchiera e l'altra Petit ci ha confermato che il giro come lo abbiamo concepito è buono, non troppo tirato ma neanche troppo scarico, e a nostra richiesta ce ne confeziona un quattro e quattr'otto uno per il sud ... andiamo a letto dicendoci che sì, lo abbiamo capito da tanto e adesso ce lo possiamo dire, in Mada ci si torna, a riprendere il pezzo di cuore che stiamo lasciando qui.
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Non preoccupatevi. Se vedo che soffre troppo lo abbatto [emoji2370] Inviato da Hogwarts
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Ora so dove portarvi a cena il 17 [emoji48] Inviato da Hogwarts
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Io che sono il Grinch sono più felice del Natale fuori dalle balle che del ritorno in Usa, ma chissà, magari mi viene voglia di fare la Real l'anno prossimo, che di risparmiare lo diciamo sempre e non lo facciamo mai. [emoji12] Per curiosità, che fanno gli americani a Natale, lo sapete? Nel dubbio ho costretto Paolo a prenotare la cena del 24 e i due pasti del 25, sia mai che non abbiano la tradizione casalinga della Vigilia Terrona e del Natale Polentone ed escano tutti a mangiare [emoji318][emoji1762] Non mi interessa festeggiare, sono felicemente sociopatica, ma non vorrei finire al deli del benzinaio bengalino perché c'è pieno ovunque [emoji51][emoji51][emoji51], per fortuna ho un marito estremamente malleabile, e sensibile al mio rompipallismo programmatorio [emoji3166][emoji3166][emoji3166] Inviato da Hogwarts