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mouette

Guide USA
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Tutti i contenuti di mouette

  1. @pandathegreat dimentica un dettaglio [emoji85] Abbiamo dormito su Ocean Drive perché lui avanzava una carriola di miglia Lufthansa, non abbastanza per un volo ma sufficienti per pagare 68 dollari una stanza che su Booking ne costava 531 ... avevamo guardato anche gli hotel più scrausi nella zona più arretrata, ma avevano prezzi spaventosi già allora. Per quanto mi riguarda, Miami Beach è stata la parte più perdibile di un viaggio sorprendentemente bello, invece Key West tutto sommato mi è piaciuta, soprattutto nelle parti meno gettonate e turistiche, anche se per una notte ci abbiamo lasciato un rene [emoji38] Inviato da Hogwarts
  2. Ecco, questa è una bellissima idea [emoji1] Appena torniamo dall'Uzbekistan vedo di approfondire, magari c'è anche la possibilità di visitare qualche cantina, che è sempre una cosa interessante. Grazie! Inviato da Hogwarts
  3. ... tranquillo Derio, ho preso la rincorsa per raggiungerti su gli anni ma ti ho abbondantemente anticipato sul rincoglionimento e @pandathegreat ne è felicissimo perché mi bevo qualsiasi cosa lui dica. C'è sempre un lato positivo Dice wiki che il nome deriva dalla lingua mohawk tekontaró:ken, che significa "sta alla confluenza di due corsi d'acqua" ... invece il perché io un bel giorno mi sia svegliata con la parola Ticonderoga in testa senza minimamente ricordarmi da dove mi sia arrivata, beh, quello sta nel campo del rincoglionimento di cui sopra, direi
  4. @luisa53 grazie Visto che da Hartford ci passiamo, il suggerimento su Mark Twain (che amo) me lo segno senz'altro, mi interessa moltissimo. Poughkeepsie in realtà non credo la visiteremo, ci serve come base per una serie di residenze storiche nei dintorni. L'itinerario, così come lo ha descritto Paolo, non dice molto, me ne rendo conto ... è costruito da e per due fissati con la storia (Consuelo Vanderbilt ha sposato il nono Duca di Marlborough, dopo Blenheim Palace dovevamo assolutamente scoprire la sua "casetta" dall'altro lato dell'oceano, la residenza di Lincoln la DOBBIAMO vedere, di FDR siamo grandi ammiratori, West Point mi fa venire la pelle d'oca solo a leggerlo, e via così). Penso che sia meglio dettagliare un po' di più l'itinerario che abbiamo in mente, e anche se ho l'impressione che la Hudson Valley non sia esattamente la zona più battuta degli States, turisticamente parlando [emoji1] tutti i suggerimenti sono benvenuti. Darò subito disposizioni in tal senso al mio sottoposto [emoji3590][emoji51] Inviato da Hogwarts
  5. Io non l'ho mai vista, ma ho PRETESO la gita a Pughkeepsie per questo : https://www.youtube.com/watch?v=MVFc9P-1ugo (poi ovviamente abbiamo scovato anche le solite robe che piacciono a noi, tipo il Vassar College o Frances Lehman Loeb Art Center, la Franklin Delano Roosevelt Presidential Library e la Vanderbilt Mansion così possiamo darci delle arie, ma insomma la verità è che è tutta colpa di Ross )
  6. Naturalmente, dopo aver verificato che funziona, qualche giorno dopo ho fatto in modo di svegliarmi con un "Amore, cosa mi ricorda Okavango?" [emoji51] Devo dire che pur non avendo trovato gli USA particolarmente economici rispetto all'ultimo viaggio del 2019 mi aspettavo di peggio, come cifre. I tempi d'oro sono abbondantemente finiti, ma è ancora una cosa affrontabile. Inviato da Hogwarts
  7. Delle C, le D si confondono meglio con il paesaggio [emoji51] Oh mamma, non vedo l'ora di leggere il resto. Sono stata in Africa solo sei mesi fa ma mi manca già da pazzi. E la Namibia mi manca in modo speciale [emoji846] Inviato da Hogwarts
  8. Il Grootberg [emoji7][emoji7][emoji7] Inviato da Hogwarts
  9. In Namibia ci ho lasciato il cuore, lo sai. Non vedo l'ora di leggerti [emoji3590] PS: l'anno prossimo se tutto va bene vado a festeggiare il mio quindicesimo compleanno in Botswana [emoji51] Inviato da Hogwarts
  10. 14 gennaio 2023 Mi sveglio riposatissima, al contrario di qualcun altro che si è trovato a partecipare alla Lunga Notte Cristiana contro la sua volontà ... essere sordi non è proprio SEMPRE una sfiga Oggi il programma prevede, purtroppo e soltanto, il viaggio di rientro verso l'aeroporto. Il volo è alle 17, siamo lontani circa cinque ore di guida ed è meglio non indugiare troppo ... alle sette, dopo una rapida ultima colazione africana, ci godiamo l'ultima alba dal nostro nido d'aquila e siamo pronti a partire. E' una giornata quasi senza storia, la passiamo a spremere le ultime gocce d'Africa riempiendoci lo sguardo con la vita che scorre accanto a noi dal finestrino, con già la nostalgia e la voglia di tornare che si fanno prepotenti. Guardando Marco e Sabrina ho la conferma di quanto già nei giorni scorsi avevo capito ... se la sono presa anche loro, la malattia Per pranzo Robert ci propone di prendere un packet lunch in un localino di sua fiducia all'Equatore, dove negli anni il piccolo mercato naif che ricordavo si è ampliato e fatto decisamente più propositivo. Il locale è lo stesso dove mi ero fermata nove anni fa, stavolta ci facciamo preparare samosa, involtini e l'ultimo rolex, che mangeremo strada facendo visto che sono solo le undici. Mentre aspettiamo che il pranzo sia pronto abbiamo una mezz'oretta per gironzolare tra i negozietti, più numerosi e forniti che nel 2014, e siamo fermamente decisi a far fuori fino all'ultimo schilling: la mancia per Robert è già pronta in euro, la moneta locale che ci avanza difficilmente ci servirà in futuro (anche se avevo detto la stessa cosa l'altra volta ) e quindi ... via con lo shopping selvaggio, naturalmente non prima di aver collezionato una lunga serie di foto sceme di rito al passaggio di emisfero SBONK (essere bassi, come essere sordi, non è SEMPRE un male ) L'acquisto selvaggio ci ha fruttato due bellissimi teli batik, qualche piattino artigianale da regalare, un ippopotamo e un rinoceronte mignon per i nani, un altro paio di magneti che non si negano a nessuno e - visto che la maglietta da Muzungu che rimpiango da un decennio non l'abbiamo mai più ritrovata - una coppia di braccialettini gemelli che ci identificano, nel caso ci venisse qualche dubbio Chiaramente Paolo contratta all'ultimo sangue, strappando grandi risate alle giovani signore addette alle vendite, che quasi mai gli negano lo scontone, il fascino del Panda è irresistibile e io ne so qualcosa Solo l'ultima, coriacea, risponde con un soave "Accettiamo anche dollari ed euro" quando il nostro eroe cerca di impietosirla dicendole che più di così non può proprio spendere perché sono gli ultimissimi scellini e stiamo tornando a casa Non abbiamo certo lasciato all'Uganda la stessa indelebile traccia che lei ha impresso in noi, ma un segno del nostro passaggio se non altro è rimasto di sicuro, nel cuore e sul minivan di Robert Prima di partire fotografo e molesto un ultimo felino ... ... mentre Paolo, in un brodo di giuggiole, scatena orde di raffiche in direzione del vecchio terminal dell'aeroporto, dove nel 1976 l'esercito israeliano portò vittoriosamente a termine l'Operation Entebbe liberando tutti gli ostaggi del Volo 139 Air France, dirottato da un commando palestinese e tedesco, tranne tre che purtroppo rimasero uccisi. All'epoca Paolo era rimasto molto colpito dalla tragedia, che io invece non ricordavo minimamente, è già nel 2014 mi aveva espresso il desiderio di vederne i luoghi con i suoi occhi. Detto, fatto Dopo una discreta coda per i controlli all'ingresso raggiungiamo finalmente il parcheggio dell'aeroporto, ridendo e scherzando si sono fatte le 14 e siamo in perfetto orario per passare le molteplici file di controlli, covid, bagagli, scanner ... salutiamo Robert con autentico affetto, quello che ha saputo conquistarsi senza nessuna fatica in questi giorni insieme, non soltanto per tutto quello che ha fatto per noi, ma per la sua simpatia, il suo approccio sempre sorridente, la serenità che ha saputo trasmetterci in ogni momento. Non so se ci rivedremo mai, ma di sicuro abbiamo un altro amico quaggiù, oltre a Julius che ci ha seguiti e coccolati passo passo senza essere fisicamente con noi. Ciao Africa, mi hai lasciato un altro solco nel cuore ... ci vediamo nel 2024! (spoiler: la meta del viaggio per i miei cinquan... per i miei quindici anni la scelgo io )
  11. Ciao, noi abbiamo speso 2900 dollari a testa, tutte sistemazioni di un certo livello con bagno privato. Nella cifra sono compresi tutti gli alloggi, le colazioni e le cene al tavolo, i pocket lunch o un pranzo veloce in locali di fiducia, ovviamente i trasporti e la guida, il gorilla tracking, lo chimpanzee tracking, tutti gli ingressi ai parchi, le uscite in barca sul Nilo e il Kazinga Channel, nelle Mabamba Swamp e sul Lake Bunyonyi e alcune attività in loco, concordate in anticipo. In pratica sono rimasti fuori il pranzo e la cena del primo giorno, aggiunto all'ultimo per un cambio di operativi, le birre ai pasti e qualche escursione decisa sul momento quando avevamo tempo, più le mance. Ovviamente Julius è disponibile per modificare itinerari e livello degli alloggi, il nostro giro lo abbiamo costruito noi prima di chiedergli il preventivo ma in linea di massima somiglia molto a quelli classici, Sorgenti del Nilo a parte. Tieni presente che il gorilla tracking da solo costa 700 dollari, 150 quello per gli chimpanzee, e 40 dollari al giorno l'ingresso nei parchi nazionali, cifre che non sono in alcun modo "trattabili" mentre il resto è gestibile. Il visto si fa online in cinque minuti sul sito ufficiale, costa 50 dollari. Julius ci ha dato tutte le indicazioni necessarie per procedere correttamente, bisogna allegare copia delle vaccinazioni per febbre gialla e covid e del passaporto. Malarone: io lo avevo preso senza problemi nel 2014, quest'anno ho dovuto sospendere dopo una settimana perché stavo male. Ho aumentato i passaggi di repellente ed è andato tutto bene. Abbiamo scelto gennaio perché pur essendo un periodo perfetto è bassa stagione rispetto ad agosto e teoricamente c'è meno turismo in giro, di fatto nonostante il Covid ho trovato più gente rispetto al 2014, oltre a notevoli miglioramenti nelle infrastrutture. Poi andando in agosto saremmo stati troppo a ridosso del viaggio in Uzbekistan del prossimo ottobre. Ma sono entrambi ottimi periodi. Nel 2014 ci sono stata a metà giugno, anche quello un buon momento. Se hai altre domande chiedi pure, è se decidi di contattare Julius digli che ti manda Barbara [emoji1] Inviato da Hogwarts
  12. 12 gennaio 2023 Il letto è talmente scomodo che più che col mal di schiena ci alziamo con il mal di mare, visto che qualunque cosa facciamo siamo destinati a rotolare inesorabilmente uno verso l'altro ... quello che abbiamo fatto nei quarant'anni che abbiamo dovuto aspettare per incontrarci, inconsapevoli allocchi, in pratica Con l'avventura dei gorilla si è chiusa la parte più emozionante del viaggio, da qui è tutta discesa verso l'aereo che sabato pomeriggio ci porterà via da questo magnifico Paese che ha rubato il cuore anche agli altri tre, dopo aver tenuto in ostaggio il mio per nove anni ... ma sarà una discesa molto piacevole, una sorta di decompressione prima del ritorno al mondo reale. Colazione alle otto e partenza con tutta calma alle nove, oggi, ci aspetta il breve e tutto sommato comodo trasferimento a Lake Bunyonyi, stanotte dormiremo in un eco resort che occupa per intero una delle numerose piccole isole che lo costellano. Il viaggio dura meno di tre ore e non è mai noioso, l'Uganda ha una varietà di paesaggi incredibile, dalle terrazze coltivate alle foreste alla savana, dai laghi vulcanici al Nilo, un'infinità di immagini da documentario sono scorse davanti ai nostri occhi in questa manciata di giorni. A mezzogiorno siamo già all'imbarcadero, dove ci attende un sontuoso natante che conduce noi e i nostri bagagli a Kyahugye Island in dieci minuti di piacevole traversata. Non rinunciamo mai a fare un po' gli scemi, ma perché mai dovremmo, dopotutto? L'eco resort si rivela uno dei posti più in salita di tutta l'Uganda ... altro che Bwindi Impenetrable Forest, qua sì che ci vuole il fisico! Superati gli abissi e le risalite dei vialetti, veniamo premiati da una bellissima casetta tutta per noi Ordiniamo l'ottimo pranzo che ci viene servito nel giro di un'oretta, che impieghiamo a sistemarci e rilassarci un po' ed a sperare che Giove Pluvio se ne vada a pluviare da qualche altra parte, come ci ha promesso Robert assicurandoci che qui il meteo cambia molto velocemente ... Il tempo da lupi però non sembra propenso a lasciarci e dopo mangiato ci ritiriamo ancora un po' nei nostri appartamenti ... quando smette di piovere io e Paolo ce ne andiamo un po' a zonzo per l'isola, che per quanto piccola ha molti ospiti non umani ... Qualcuno sostiene addirittura di aver avvistato un panda ... mah, sono scettica Di sicuro non mancano le gru crestate, simbolo dell'Uganda, tanto da apparire anche sulla bandiera nazionale ... Finalmente verso le 16 il meteo decide di darci tregua e possiamo partire per la gita promessa, piacevole, placida, rilassante, insomma bellissima. La luce non è il massimo per le foto, ma giunti quasi a fine vacanza possiamo ritenerci soddisfatti e in qualche modo sazi, non ce la prendiamo più di tanto e passiamo a goderci il qui e ora senza rimpianti. Incrociamo tre signore che tornano verso casa dopo essersi occupate dell'orto che coltivano su una delle isolette, delle famigliole di rientro a casa, dei bimbetti che girano da soli in barca come noi in bicicletta quando nella mia preistorica infanzia si poteva ancora farlo senza troppo pericolo Se mai dovessi scrivere un noir, ho pronta la copertina Questo albero così gotico si trova al centro di Punishment Island, dove un tempo (neanche troppo remoto) venivano abbandonate le "zoccolette" che restavano incinte fuori del matrimonio, lasciate lì ad aspettare qualcuno che venisse a prendersele per fare di loro una sorta di schiavette ... immagino qualche vedovo con uno stuolo di figli, o qualcuno che avesse bisogno di braccia per i lavori di fatica ... Oltre ai cormorani incontriamo altre gru coronate, bellissime e maestose Rientrati sulla "nostra" isola, rifacciamo la salitona che ci toglie ogni remora sulla cena di stasera, e incontriamo degli ibis e qualche impala, ma non la zebra (!) che ci era sembrato di intravvedere al nostro arrivo, peccato. Non ci resta che sperare in un bel tramonto, dopo questa giornata decisamente più rilassante delle ultime, e non resteremo delusi. Vagabonda vagabonda, a un certo punto ci fermiamo a pomiciare (eh, i primi tempi ) ma non sono a mio agio, mi sento osservata ... mi giro e ... ma allora ti avevamo vista sul serio! Non mi sono mai avvicinata così tanto a una zebra in vita mia, non a piedi almeno Ma non è sola, sebbene il suo amico abbia meno quarti di nobiltà da vantare Eccallà, lo juventino socializza subito con la bestiola sbagliata. Paolo, è l'altra la bianconera! La cena è buona quanto il pranzo, ce la gustiamo con un pizzico di malinconia sapendo che domani e l'ultimo giorno intero di questa vacanza volata in un soffio tra le pieghe del tempo.
  13. No, l'unica vaccinazione obbligatoria per l'Uganda è la febbre gialla. L'antimalarica è consigliata a seconda del periodo o delle zone che si visitano, a noi hanno prescritto il Malarone che io avevo già preso senza problemi nel 2014, ma che ho dovuto interrompere dopo una settimana perché iniziavo a stare male, oramai son vecia, ciò. Ho ovviato aumentando la frequenza delle spruzzate di repellente e curato meglio lo spargimento di permetrina sui vestiti. A un mese dal rientro nessun problema, toccando ferro Sì, è vero, e anche questa seconda volta è entrata nel pantheon delle emozioni più belle della mia vita
  14. ... fino a dieci anni fa lo dicevo anch'io, poi l'ho fatto due volte Non si sa mai, nella vita Arizona ce la vedrei benissimo, tra un pochino. Pensaci
  15. 10 gennaio 2023 Oggi non siamo troppo fortunati ... partiamo alle 6.30 a caccia di leoni, visto che ieri sera purtroppo non siamo riusciti a vedere nulla, ma incontriamo "solo" qualche elefante e un paio di ippopotami, e le solite gazzelle che da molto tempo ormai non ci emozionano più. A un certo punto Robert riceve una telefonata, fa una brusca inversione e si dirige di corsa all'uscita del parco, sballottandoci come non mai sullo sterrato. Appena raggiungiamo l'asfalto entra in modalità "velocità smodata" che rotta di Kessel in meno di dodici parsec nell'iperspazio te saluto, rientriamo in un altro settore del Queen Elizabeth e ... ci infiliamo nel più epico traffic jam mai visto: manco a Viale Marconi all'ora di punta con i semafori spenti! Purtroppo i leoni si sono rotti i coxxxi, che fa anche rima, e non ne vediamo manco la coda, giusto per un pelo. Abbiamo imparato un po' di cose, comunque: 1) Radio Parco Tam Tam funziona, pure troppo. 2) Dire tutti i misteri completi del rosario in cinque minuti a bordo di un minivan ugandese che si crede una Ferrari a Monza pure funziona, anche se sei atea da decenni. 3) Riuscire a districarsi nel traffico di Roma non è poi tutta sta cosa, anche se tu che sei veneta te ne vanti come Lucifero. 4) Mettersi giacca, cravatta e scarpe di cuoio per un game drive è una cosa meno impopolare di quanto si potrebbe pensare, visto che c'è un'intera jeeppona di compunti funzionari governativi, o qualcosa del genere, che spazza granelli di polvere dal colletto inamidato con aria estremamente ministeriale. 5) Sono tornati i giapponesi, e sono ancora mascherati come prima della pandemia, solo che adesso portano anche i guanti. Ora che riusciamo a disincagliarci è tempo di tornare al Bush Lodge per fare colazione ... siamo un po' delusi ma affamati più che mai, quindi bon, niente leoni, tocca tornà in Africa, pazienza, faremo un sacrificio Salutiamo le nostre stanze vista ippopotamo, gli elefanti che gironzolano tra le costruzioni e i nidi dei social weaver, e ci dirigiamo verso l'Ishasa Sector, quello dove vivono leopardi e famiglie di leoni arrampicatori, che si trovano in pochissime zone del mondo. Ciao Bush Lodge! Ora, io non lo so se avete gatti ... cosa fanno i gatti quando piove? se ne stanno al coperto e non si fanno vedere. Cosa sono i leoni? esatto, gatti grossi. Che tempo fa oggi? esattissimo, piove. Governo ladro e bastardo. Famme da' na grattatina ... La pioggia diventa un mezzo diluvio, così non ci godiamo molto la traversata del parco, ma vabbè, una giornata un po' "molla" è sempre da mettere in conto, in un viaggio. Dispiace che sia quella dei leoni, ma dopotutto domani ci aspettano i gorilla, e ci consoliamo pensando che i leoni tutto sommato li trovi in un sacco di posti (mai allo zoo, mai, dopo averli visti liberi). Sono le due passate quando ci fermiamo a pranzo in un locale tipico ugandese per un pranzo a buffet piuttosto buono anche se dobbiamo accontentarci di quel che è rimasto, vista l'ora tarda. Visto che siamo in una cittadina ne approfittiamo per rimpolpare i nostri averi in scellini: decidiamo di cambiare altri 50 euro a coppia che non si sa mai (alla fine li useremo solo per una parte della mancia di Robert e per un momento di shopping sfrenato la mattina dell'ultimo giorno, ma almeno siamo tranquilli): e qui anche se viaggio con tre nerd la tecnologica sono io, che mando cento euro sul telefono di Robert con la app che uso per mandare aiuti alla nostra suorina in Madagascar, e dopo cinque minuti ho già in mano i contanti che il nostro amico ha ritirato al baracchino di Airtel. Cambio migliore che in banca e zero commissioni, la la la E si riparte per un lungo pomeriggio sterrato e tortuoso, con qualche bellissima visione dall'alto, panorami magnifici e gente bellissima, ma la strada è davvero lunga e povera di avvenimenti ed incontri. Arrivati a Kisoro, sorpresa: dovremmo passare due notti in homestay presso una famiglia locale, e possibilmente cucinare con loro e condividerne per un attimo la quotidianità, purtroppo però la padrona di casa (che ci viene descritta come molto anziana perché ha quasi settant'anni) è stata male ed è ricoverata in ospedale. Julius, che vive qui ma è in giro per lavoro, e Robert ci hanno già riorganizzato il soggiorno al Virunga Hotel, un posto un po' naif ma comunque pulito e più che decoroso nonostante il materasso del nostro letto abbia decisamente ceduto alla forza di gravità decidendo che io e Paolo si deve dormire viscini viscini e inesorabilmente rotolanti verso il centro. Poco male, ci dormiamo sempre, viscini viscini, sono ancora i primi tempi Andiamo a cena al Coffee Pot, a un centinaio di metri dall'hotel, per un'ottima zuppa e un buonissimo pollo al curry in porzioni strepitosamente esagerate, e decidiamo di proporre a Robert, se non si offende, di prendere per sé e la sua famiglia i regali che avevamo portato per i nostri ospiti, tra cui una moka Bialetti e un paio di palloni per i figli, e di distribuire a chi ne avesse bisogno la sacca di vestiti da bimbi che abbiamo portato con la complicità di colleghi, sorella ed amici e che avevamo pensato di lasciare qui a Kisoro. Domani si parte alle 6.30 per il gorilla tracking ... che Giove Pluvio ce la mandi buona! PREV <- NEXT ->
  16. 8 gennaio 2023 Oggi è il giorno del primo tracking, quello facile per gli scimpanzé. Se sopravvivi, ti diplomi e passi ai gorilla Nella notte, nella nostra bella cameretta in mezzo alla foresta, com'è come non è, mi sono svegliata a causa di un mini sisma del nono grado della Scala Pandalli anche se ero senza impianti, e subito dopo ho sentito distintamente il rumore di trentacinque rinoceronti di cui sei in dolce attesa mettersi in marcia dallo Ziwa Rhino Sanctuary per venire a omaggiare il mio Pandone e proclamarlo loro re. Il suddetto, reso edotto la mattina seguente di cotanta notizia, avrà una crisi di ilarità che ancora di tanto in tanto si fa sentire a casaccio Colazione alle 6.45, e alle 7.30 partiamo per la Kibale Forest, prendendo a bordo una giovane ranger che Robert conosce. Robert in realtà conosce TUTTI e trova sempre il modo di sfruttarli per regalarci qualche piccolo vantaggio, qualche bel momento, qualche piccola piacevole sorpresa. La nostra passeggera, Milka, sarà poi anche la guida del nostro "sgruppetto" nella foresta, e ci maltratterà con molta grazia perché siamo già amici Con noi ci sarà anche una coppia di tedeschi dall'aria incredibilmente ... tedesca , che ci lascia inizialmente un po' perplessi per i jeans, sandali, la dotazione fotografica ('na ciofeca de smartphone) e lo zainetto che pare la busta della spesa riciclabile della Coop, ma che poi durante il tracking ci farebbe mangiare la polvere, se solo ci fosse polvere nella foresta Dopo un briefing e due pipì, ormai edotti sui segreti degli eventuali allarmi toilette nella giungla, su come NON comportarci quando saremo in presenza dei nostri cuginetti (niente strilli, niente imitazioni cretine, niente rumori improvvisi o movimenti inconsulti, non dobbiamo spaventarli né irritarli) e su modi e tempi della nostra permanenza accanto a loro, partiamo in esplorazione. Milka ha un passo molto deciso, e senza nessun rispetto per la qui presente anziana carretta si inoltra velocemente sul sentiero, ma ogni tanto si ferma per darci qualche spiegazione sull'ambiente in cui ci troviamo e le forme di vita che lo popolano. Dopo una mezz'ora soltanto iniziamo a sentire i primi strilli, e finalmente la Sergentessa Hartman rallenta, non per pietà di me ma perché dobbiamo lasciare il sentiero e inoltrarci nel sottobosco, che se pure non impenetrabile come quello della foresta dove nel 2014 ho lasciato dieci anni di vita (e che tremo all'idea di rivedere tra qualche giorno ) è comunque abbastanza fitto da intralciare il passo. Come vedete dalla prima foto, l'entusiasmo nel vederci del primo esemplare che incontriamo è incontenibile ... non so perché, mi ricorda la Isolina, grande amica dei miei nonni, che ogni volta che mi vedeva strillava "Oooooooooooooooooooh ma che bela butiiiinaaaaaaa" Vabbè, piacciamo, che farci? Richiamati dall'entusiasmo di Isolina arrivano anche altri esemplari, con i quali ci intratteniamo piacevolmente per un'intera, bellissima e velocissima ora. Nella foresta si aggirano anche altri gruppi, e inevitabilmente finiamo con il pestarci un po' i piedi quando si raggiungono gli stessi punti per fotografare gli stessi scimpanzé, ma tutto sommato la situazione è gestibile. Con mia grande soddisfazione, Milka non esita a cazziare con decisione un indiano cretino che si mette proprio davanti a un giovane esemplare e lo imita con tanto di uh-uh-uh. La mia fiducia nell'umanità si fa sempre più labile, in compenso la mia propensione alla nonviolenza declina in proporzione. Nella mia vita ho perdonato molte cose, ma con la stupidità non ci riesco, lo ammetto. Siamo davvero vicinissimi, anche se non quanto sembra, sto usando il 300 per cogliere il più possibile le loro espressioni, che se non temessi di offenderli definirei profondamente umane. Mangiano, si spulciano, fanno la cacca, strillano, ci guardano con quella che mi sembra proprio una sorta di arcaica compassione, alla fine si stufano di noi e con un ultimo concerto di strilli qualcuno di loro se ne va. Uno passa praticamente sui piedi di Paolo, che secondo le istruzioni che ci hanno dato rimane immobile, incantato e commosso, un altro si esibisce in una serie di numeri da circo con liane e rami, tanto che Milka ci fa spostare temendo che ce ne cada uno in testa, gli altri ci ignorano serenamente. L'ora a nostra disposizione è ovviamente volata via, ma durante la camminata di rientro incontriamo ancora qualche esemplare, e finalmente anche un cucciolo, anche se purtroppo non è a terra come gli altri, ma così in alto con la sua mamma da renderci impossibile fare foto decenti. E' tenerissimo, e per quanto possibile restiamo un po' ad ammirarlo. Dopo meno di tre ore dalla partenza siamo di nuovo alla base. Ci scappa una terribile pipì, ma viene subito unanimemente rimandata al grido di "scimmia, scimmia" appena avvistiamo due colobus proprio dietro la toilette ... che fai, te li lasci scappare? e quando ti ricapita di andare in bagno e incontrarne uno? E poi perché accontentarsi? torniamo velocemente in hotel a recuperare bagagli e pocket lunch, e lungo la strada ci sono anche loro Ripartiamo alla volta dei Crater Lakes, prendendo a bordo anche Peter, la nostra guida alla village walk di ieri (ma non la Gnocchissima Padawan, per la delusione di Paolo e Marco ) e ce ne andiamo a goderci un pranzo vista lago Nyabikere sulla terrazza di un lodge, in compagnia di uno splendido esemplare di principe azzurro. Purtroppo io e Sabrina, già felicissimamente accompagnate, dobbiamo dargli una delusione, ma cerco di consolarlo dicendogli che arriverà presto quella giusta a baciarlo Viene ad intrattenersi con noi anche un'ospitale e cordiale scimmietta domestica, che ci guadagna due banane e un uovo, per la verità accolto con poco entusiasmo, dalle nostre razioni K. Dopo una breve passeggiata a bordo lago, che ci concede qualche altro avvistamento ... ... e un punto di vista originale sull'arte dell'accrocco ... Ci rimettiamo in auto per esplorare la zona dei Crater Lakes, che qui nella Rift Valley sono un'infinità. La prima passeggiata è decisamente in salita, ma anche stavolta sono fortunata, Peter è veramente esperto di piante e si ferma spesso per spiegarci qualcosa in proposito, per mostrarci una foglia particolare o per descriverci gli utilizzi di quel certo tipo di germoglio. Sono diventata una grande fan della botanica Lungo la strada incontriamo anche bimbi, famiglie, ragazze giovani e già stanche ma sempre sorridenti, e vediamo da vicino quanto sia faticoso vivere così ... o all'inverso quanto sia comodo vivere come noi, visto che le conquiste che ci rendono tanto facile il mondo in cui viviamo sono decisamente recenti, e quando alla mamma di Paolo, 87 splendidi anni, mostriamo le foto del Mada o dell'Uganda le brillano gli occhi perché rivede la sua infanzia. La passeggiata si conclude sulle rive del Lake Nyinabulitwa, che secondo la tradizione locale è "Africa Shaped", ma non ho le prove perché non siamo abbastanza in alto da poterlo fotografare per intero. Robert ci raccoglie alla fine del sentiero (proprio adesso che inizia la discesa, maledizione! ) e ci porta a un altro trailhead, quello per il Top of The World, un punto panoramico da cui si abbracciano tre laghi con un solo sguardo: i due che abbiamo già visto e il Lake Nyamirima, tanto per continuare con i nomi facili. Finalmente ho l'occasione di fare i capricci, mi pianto sull'ultima ripida discesina strillando che io non mi muovo di lì e voglio la mamma e io non scendo e io non risalgo, ecco! Ora, non so se avete presente gli alpini che trascinano i muli testardi riottosi sulle mulattiere più infami, e li tirano, li spingono e li blandiscono. Ecco, immaginatevi Paolo con la penna nera Io che astutamente ho lasciato il 300 sulla reflex non riesco a inquadrarne neanche uno, così ho spudoratamente rubato a Paolo la panoramica e ora la spaccio bellamente per mia. Bella, eh? Come dite? Ah, giusto, volete sapere come faccio a comparire nella foto se l'ho scattata io. Bene, se farete i bravi quando sarete grandi ve lo spiegherò Alla fine della passeggiata Peter ci saluta e ci dice che tornerà a piedi tanto sono pochi (!) chilometri, e noi, soddisfatti ma anche stanchi, ripartiamo in direzione del Bush Lodge, che ci ospiterà nel Queen Elizabeth Park per le prossime due notti. Ma prima ... ... abbiamo vandalizzato il cartello del Tropico del Capricorno cinque anni fa, possiamo forse esimerci dal fare altrettanto con quello dell'Equatore? Robert ci invita a marcare il territorio del suo minivan, e non so se sia più tronfio lui o noi nell'esibire trionfalmente il nostro adesivo anche sulla pelle del valoroso Aiace! Arrivati al lodge, doccia veloce, consegna del sacchetto puzzolente alla laundry (siamo viziatelli, lo so) e pausa relax sulla veranda del nostro chalet in attesa che qualcuno venga a recuperarci per cena. Sì, perché dopo il tramonto non si gira da soli da queste parti, a meno di essere ippopotami o elefanti. Nove anni fa ho alloggiato nello stesso posto, ma all'epoca ero nelle tende del settore povery, quelle con i bagni in comune, e mi hanno proibito di fare pipì nella notte senza chiamare un omino che mi accompagnasse, quest'anno per fortuna con il bagno in stanza il problema non si porrà, anche se so che perderò per sempre la possibilità di incontrare il Principotamo Azzurro che mi aspetta dal 2014, quando venne a farmi una grugnottosa serenata notturna e a lasciare due improntone nella fanghiglia davanti alla mia tenda. Addio, Pricipotamo, ti penserò!
  17. Spoiler: sono tutti bagni normalissimi. Tipo questo [emoji51] Inviato da Hogwarts
  18. @yalen86 tu portami qua a Roma iosochi, che son brava con le conversioni [emoji51] Inviato da Hogwarts
  19. Nessuno di questi, non ho neanche guardato la pagina a dire il vero. Abbiamo deciso noi le tappe con qualche aggiustamento successivo, e Julius ci ha preparato il preventivo, sceso di 400 usd a testa quando si sono uniti Marco e Sabrina. Il giro è abbastanza classico, simile a quello che avevo fatto nel 2014, ma essendo ormai anziani abbiamo scelto sistemazioni più comode e con il bagno in camera [emoji51] Ho aggiunto io la tappa alle Sorgenti del Nilo, di solito non compresa, e abbiamo visto il becco a scarpa il primo giorno anziché l'ultimo, per il resto ci sono più o meno le tappe che fanno tutti, in senso antiorario come fanno tutti per lasciare i gorilla verso la fine, in modo che cresca l'ansia da foresta impenetrabile [emoji12] Inviato da Hogwarts
  20. Assolutamente d'accordo. Non giustificherei mai il contadino che risolve il problema del ghepardo in fai da te, ma faccio fatica a condannare nettamente come condanno il bracconaggio, fintanto che lo Stato non interviene a sostenerlo. (Juan Carrito [emoji174]) Inviato da Hogwarts
  21. 6 gennaio 2023 Alle 6.30 facciamo colazione, per fortuna senza prendere uova visto quante ce ne toccheranno poi in corso di giornata 😃… nelle nebbie del sonno sento Paolo raccontare a Robert che ieri la nostra guida ci ha spiegato che l'esemplare che *momento poesia* si produce negli scoreggioni più forti viene riconosciuto rinoceronte capo. Nonostante non sia ancora del tutto sveglia, guardando il mio amato bene vengo folgorata da una terribile, amara consapevolezza … NON SONO IO IL CAPO A CASA NOSTRA!!! Alle 7 si parte per il primo vero game drive del viaggio. Dopo una veloce sosta al gate per il pagamento e la registrazione inizia il giro, dapprima su asfalto (wow, come è cambiata l’Uganda in questi nove anni scarsi!) e poi su sterrate tenute bene. Cominciamo con i babbuini sulla strada e poi passiamo a bufali, kudu, impala, facoceri e bestiole varie, arriviamo sulle sponde del Lake Albert e dopo una dolcissima pausa ananas (mamma che buoni!) gentilmente offerta dal nostro SuperRobert, proseguiamo con giraffe e ippopotami … … il casuale e fortunatissimo incontro con un ranger, prontamente interpellato da Robert, ci consente un altrimenti vietatissimo fuori pista per vedere i nostri due primi (e ultimi, ma noi non lo sappiamo, per fortuna) maestosi, bellissimi, assonnatissimi leoni. A dispetto della mancanza di criniera che ci aveva convinti di avere davanti due belle signorine, veniamo informati che uno dei due è un maschio, giovane ma indubitabilmente dotato di palline Siamo estasiati, e il giovane ranger sembra quasi più contento di noi, tutto tronfio ed orgoglioso per aver fatto felici sti quattro pirla di muzungu con le lacrime agli occhi per l’emozione. La prossima tappa è il Top of the Falls, molto ma molto diverso dai miei ricordi: nove anni fa ci si arrivava arrampicandosi su una sterrata scomodissima dopo aver atteso a lungo il traghetto per attraversare il Nilo (il ponte più comodo era a 400 km da qui), si giungeva in una specie di spiazzo in pendenza, si parcheggiava e si caracollava tra massi e fanghetta per raggiungere i lastroni accanto al salto … una cosa che fa sembrare i sentieri esposti del Grand Canyon una giostra di massima sicurezza per bimbi di due anni Adesso c’è un magnifico, nuovissimo, solidissimo ponte sul Nilo (che insieme a un fantastico manto di asfalto domani ci permetterà di fare in cinque ore e puliti la strada che nel 2014 ci aveva visti arrancare per dodici e arrivare rossi come gli indiani d’America ma più polverosi), una deviazione per le cascate asfaltata e ben segnalata, con una mezzeria abbacinante. A alla fine della strada un bel parcheggio, da cui parte un comodo sentiero alla fine del quale si susseguono diversi viewpoint con solide recinzioni che permettono una vista fantastica sul salto illuminato dal sole e circondato di arcobaleni. Non so se sia il meteo decisamente più favorevole dell’altra volta, l’esserci arrivati in mezz’ora invece che alle otto passate ma svegli dalle quattro e mezza per prendere il primo traghetto o la possibilità di godere di punti di vista che nove anni fa erano impraticabili perché troppo pericolosi: anche se allora eravamo soli e oggi c’è un sacco di gente, stavolta mi sono goduta decisamente di più queste bellissime Murchison Falls … nessun rimpianto per la perduta selvatichezza, forse anche per il pensiero del benessere che sicuramente porta lo sviluppo del turismo. Ci godiamo anche il nostro quarto d’ora di notorietà … mentre ammiriamo il salto di fronte vedo con la coda dell’occhio un giovane altissimo ugandese che cerca disperatamente di far entrare me e Paolo nel suo selfie senza che ce ne accorgiamo, ovviamente mi scappa da ridere e mi metto in posa e a quel punto … è l’apoteosi, tutto il suo gruppo, e saranno almeno una cinquantina, pretende un selfie con noi, tra grandi risate e pacche sulle spalle, anche Marco e Sabrina vengono velocemente requisiti e votati alla causa … domani saremo in copertina su Uganda Today, dico agli altri … e intanto penso che ora sì che capisco come si sentono i gorilla! Anche se probabilmente loro non si divertono quanto noi a finire negli smartphone di mezzo mondo Grazie al nostro passaggio sul red carpet abbiamo perso un sacco di tempo e Robert ci sollecita, siamo in ritardo per la crociera delle 14 (che in realtà partirà alle 13.54, per fortuna con noi a bordo) e dobbiamo consumare la nostra lunch box gentilmente preparata dall’hotel sul pulmino lanciato oltre le sue apparenti possibilità verso l’imbarcadero … arriverà orrendamente lordato grazie alla disinvoltura nel curvare del nostro baldo nocchiero, e al nostro talento innato nell’arte di spocegare: finiranno ovunque le cocce dell’uovo sodo e i fazzolettini, sui miei pantaloni un po’ di succo di mango e un po’ sparpagliati ovunque il sandwich, le bucce di banana, gli ossicini della coscia di pollo, l’omelettina dolce e BURP! Paolo si è lanciato sulle specialità locali e ha preso un Rolex: meno prezioso ma più buono del suo ticchettante omonimo, è un rotolo con chapati all’esterno e frittatina come ripieno, lo riprenderemo altre volte con gran gusto. La navigazione dura circa tre ore e mezza, e arriva quanto più possibile (cioè poco, pochissimo) vicino alla base delle cascate: le correnti sono troppo forti per permettere un vero avvicinamento … ma a dispetto del nome, il vero scopo della “Crociera alla Cascata” non è arrivare al salto, ma permetterci di godere la natura prepotente che vive lungo il fiume: c’è di tutto, e in quantità … ippopotami, elefanti, coccodrilli, babbuini, un numero e una varietà incredibile di uccelli, ci sono persino, maestose e bellissime, le aquile reali. (la targa dell'aereo con cui Hemingway precipitò vicino alle cascate è ancora qui, che piacere rivederla 😁) Scesi dalla barca esitiamo un po’ … la serata si annuncia davvero bella, ma è tardi, siamo un po’ stanchi e così decidiamo di rinunciare al game drive serale in favore di una doccia e di un bellissimo tramonto sul Nilo goduto con calma. Vicino all'hotel assistiamo a una scena drammatica ... ci sono due elefanti che stanno devastando un campo coltivato, e quattro o cinque persone che coraggiosamente cercano di mandarli via facendo rumore e agitando le braccia. Uno dei due pachidermi si allontana, forse infastidito o forse solo disinteressato, l'altro invece continua a girare in tondo calpestando le piante e a un certo punto si incazza pure e carica il più vicino dei ragazzi, che fortunatamente riesce a mettersi in salvo. Non ci si pensa mai quando la mente corre ai meravigliosi paesaggi del safari, ma l'equilibrio tra la conservazione e la salvaguardia della natura selvaggia e le legittime esigenze degli abitanti è fragile e difficile da conservare ... ci abbiamo riflettuto la prima volta in Namibia durante una bellissima village walk nel corso della quale il ragazzo che ci ha guidati ci ha parlato della difficile convivenza tra i pastori e i ghepardi, i contadini e gli elefanti ... tutti bisognosi di tutela, perché i ghepardi sono meravigliosi, ma se ti fanno fuori tutto il gregge senza nemmeno mangiarlo, perché infine sono gatti grossi, come posso biasimarti se ti viene voglia di sparare al primo che vedi? La cena, come ieri sera è buonissima ed esagerata, tanto che con dispiacere non riesco a finirla: un crostone con il guacamole e un orrendo uovo MOLLO a far da corona, crema di patate e porri, lamb stew, torta rovesciata all’ananas (che mi veniva tanto bene quando ancora facevo le torte e andavo d’accordo con la mia giovane e gagliarda glicemia, poverella me). Che giornata speciale, oggi ❤️
  22. Guarda, io sono uguale se non peggio, solo che mi vergogno e non lo dico, mi limito a sfrantumare le balle a San @pandathegreat tanto ormai mi ha sposata e peggio per lui [emoji51] Inviato da Hogwarts
  23. Ieri per esempio il BA227 per Atlanta è partito dal gate A10 che è praticamente in braccio all'uscita dai controlli. Dai che ce la fai [emoji1] Inviato da Hogwarts
  24. @al3cs mi viene il dubbio che siano solo pietosi con la povera handicappata, visto che con la scusa che 'n ce sento infiliamo sempre la fila vipsss e mi fanno la perquisizione manuale (non posso passare sotto i metal detector). Forse li distraggo con i miei tesserini
  25. Io e @pandathegreat siamo grandi fan del T5 di Heathrow, al Wagamama del primo piano hanno la nostra foto all'ingresso per quante volte gli abbiamo lasciato denari e mance principesche a tutte le ore del giorno e della notte. L'ultima volta ci siamo passati lo scorso agosto tornando dalla Scozia e a mia memoria in sette otto anni di amorosa frequentazione non ci hanno MAI fatto tirare fuori i liquidi. Del resto visitiamo abbastanza anche Fiumicino, ultimo volo lunedì scorso, e neanche lì mi hanno chiesto conto della bottiglietta di liquido per le lenti a contatto che avevo dimenticato in borsa. So che i regolamenti non sono questi, ovviamente, ma non ho ricordi dell'ultima volta che ci hanno fatto estrarre la bustina con i liquidi (che come @al3cs preparo sempre e tengo vicina alla zip del trolley o della borsa per fare presto nel caso lo chiedessero). Quanto alle tempistiche, secondo me al T5 puoi andare tranquilla, dai controlli ai gate più lontani (mi sembra quelli che iniziano con B e C) ci sono una decina di minuti a piedi e di solito sono molto veloci, c'è il body scanner e si fa in fretta. Per placare l'ansia puoi monitorare per qualche giorno il gate di partenza del tuo volo, di solito la zona è più o meno sempre la stessa, così ti fai un'idea della direzione verso cui lanciarti in una folle corsa urlando SCIORTCONNECSCIOOOOOOON mentre uccidi le vecchiette che ti intralciano il passaggio
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