Vai al contenuto

mouette

Guide USA
  • Numero contenuti

    2641
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    84

Tutti i contenuti di mouette

  1. In seguito al recente peggioramento delle mie già scarse possibilità uditive, con soli 34 anni di ritardo (da tanto ci convivo, con le protesi) ho iniziato del tutto casualmente a scoprire che per i disabili ci sono agevolazioni inaspettate, per esempio con le compagnie aeree. Sono andata a curiosare sul sito British, visto che saranno loro a portarmi a Las Vegas, e ho scoperto che ho diritto a più di qualche bonus: imbarco prioritario, scelta gratuita del posto (pagati 134 usd per sceglierlo sul LAS-LHR, mortacci loro), cuffie adatte a me per l'intrattenimento, assistenza in aeroporto ed eventuale briefing privato per le procedure di sicurezza, imbarco gratuito del mio - inesistente - cane guida. Il panda guida no, ho chiesto e mi hanno detto che quello paga. Peccato Ci siamo quindi fiondati a prenotare i posti sulle tre tratte ancora "libere" e brontolando un po' anche a tentare di farci rimborsare i 134 dollari della tratta pagata. Tutto questo domenica pomeriggio ... stamattina British ci ha avvertiti che tutti e 134 in fila, i dollari stavano tornando alla carta di credito. Oltre a ringraziare British per averci praticamente regalato la gita in jeep al Canyon de Chelly, abbiamo pensato che - augurandoci che non serva a nessuno - sarebbe stato carino mettere al corrente i potenziali beneficiari, che magari sono più svegli di me e lo sanno già, e magari invece no. Quindi se avete nonni, zii, cugini, amanti, amici e concubine diversamente udenti e viaggiatori, diteglielo Non tutte le compagnie offrono le stesse agevolazioni, per esempio Alitalia (ma va?) si limita a consentire l'imbarco del cane guida, ma vale sempre la pena di controllare. Detto questo, lo so che ho incastrato un moderatore e potrei farmi indirizzare da lui in un topic adeguato di interesse generale (che mi pare di non aver trovato) ma uno, non so a quanta gente possa effettivamente interessare e due, mi piace il fai da te, e so sbagliare benissimo da sola
  2. Ce la fai, ma ne vale la pena? È bello guidare in USA, ma non scendere mai dalla macchina non è viaggio, secondo me ... poi sono gusti, naturalmente, e il viaggio è tuo. Noi l'anno scorso il giro che vuoi fare lo abbiamo articolato su 19 giorni senza la costa, partendo da San Francisco e tornando da Los Angeles. In dieci, perdi davvero tanto. Il bello è fermarsi e respirare l'America, non solo l'on the road. Inviato da Hogwarts
  3. Uhm ... è un sacco di roba per dieci giorni e con le distanze degli USA. Come hai pensato di dividerli? Se ci dici l'itinerario giorno per giorno è più facile capire. Il primo consiglio che mi viene in mente è di invertire il giro. Se fai la costa da nord a sud hai il mare dal lato giusto. Hai già prenotato tutto? Inviato da Hogwarts
  4. Ciao Anto, c'è un intero topic in proposito: http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/11312-Patente-internazionale---LEGGERE-LA-PRIMA-PAGINA,-GRAZIE! Dagli una scorsa e parti tranquillo, la patente internazionale serve solo se la nazionale è in caratteri diversi dell'alfabeto latino, quindi cinese, cirillico, ebraico e via dicendo. Quella italiana è più che sufficiente. Inviato da Hogwarts
  5. mouette

    Happy tours USA

    Proprio qui sopra, credo siano stati riuniti i topic
  6. mouette

    Check list

    Anche noi preferiamo strisciare la carta, però per esempio quest'anno abbiamo messo in conto ciascuno 150 usd per il tour fotografico notturno dell'Upper Antelope, 50 per il diurno del lower, 70 per l'escursione in jeep al Canyon de Chelly e 110 per il Lulu's Motel a Page che fa un discreto sconto pagando in contanti: sono già 380 dollari a testa, quindi arrivare a quattro prelievi è un attimo, se come nel nostro caso pagare in contanti è l'unica opzione. Per il massimale comunque fai una telefonata in banca, magari è più alto, dipende dalle politiche dei vari istituti, ma meglio non avere brutte sorprese
  7. mouette

    Check list

    Io (pur essendo dipendente di banca) ho un massimale giornaliero molto basso per i prelievi all'estero, se non sbaglio il controvalore di 250 euro, e fanno molta fatica ad aumentarlo. La commissione fissa quindi dovrei pagarmela ogni volta. Da un lato sono d'accordo con te, è più comodo e veloce, dall'altro bisogna essere certi di poter prelevare "in un'unica botta" la somma di cui si pensa di avere bisogno. Noi partiamo con circa mille in contanti, vorrebbe dire quattro prelievi al bancomat e in questo caso l'economicità va a farsi benedire.
  8. No no no: la sua ultima tecnica è cercare di impedire che io sfili roba a sua insaputa per lasciarla a casa! [emoji23] [emoji23] [emoji23] [emoji23] Inviato da Hogwarts
  9. E me ne vanto [emoji16] Comunque tanto per sapere, gli accostamenti sono una roba che si mangia? [emoji12] Inviato da Hogwarts
  10. La voglio uguale alla tua Però niente laundry, sia mai che le roviniamo
  11. Non lavoro in filiale da tempo ma non mi risulta che per la carta aggiuntiva familiare sia necessario un reddito, di fatto è il titolare del conto che garantisce, che senso ha chiedere il tuo cud? Comunque sul sito ufficiale vedo un canone di 29.90 l'anno per tre anni obbligatori. Non che sia una cifra spaventpsa, ma senza neanche la sicurezza di poterla usare, perché spenderla? Inviato da Hogwarts
  12. Mah ... è una prepagata, io non mi fiderei a partire tranquilla. Inoltre sei obbligato a tenerla tre anni pagando trenta euro l'anno. A questo punto meglio l'Amex, almeno il primo anno è gratuita, puoi recedere quando vuoi e sei tranquillo sul fatto di poterla usare. Altrimenti come ti dicevano più su, carta aggiuntiva familiare sul conto dei tuoi a nome tuo. Non andrei a rischiare cose strane per nulla, se poi al desk non l'accettano che fai? Inviato da Hogwarts
  13. Dalle mie parti, gli uomini hanno le manine esattamente come noi donne. Per premere due tasti bastano, lo giuro [emoji16] Poi se vuoi possiamo discutere su quell'*anche* [emoji48] [emoji48] [emoji48] [emoji12] Inviato da Hogwarts
  14. Beh, allora è inutile che tu chieda rassicurazioni qui, no? [emoji6] Inviato da Hogwarts
  15. mouette

    Tour parchi OVEST

    Io ne ho fatta poco più di metà, poi ho ceduto il volante a Panda perché ero in panico. Quando l'abbiamo percorsa noi era appena asfaltata e senza mezzeria, quindi un po' più difficile, per me. Non riesco a ricordare, visto che l'abbiamo fatta di giorno, se ci fosse qualche tipo di illuminazione, a naso direi di no. Sono otto miglia molto lunghe Inviato da Hogwarts
  16. Si chiama Paolo Prezzemolo (e io ne sono la degna comare) [emoji16] [emoji16] [emoji16] Inviato da Hogwarts
  17. Da dove comincio? Dall’inizio, dai Ore 9.25 sul fuso di Greenwich, sono sulla scaletta, tra un momento poserò il piedino in terra d’Africa. Riderete, ma … sono più emozionata che al primo appuntamento! Quasi non ci credo, sono davvero qui. A Rosolina Con cura maniacale scelgo la fila più lenta al controllo passaporti, l’unica dove l’annoiatissimo funzionario fa – giustamente – passare avanti le mamme marocchine con prole. Ecco, le mie hanno almeno una dozzina di figli ciascuna, così quando finalmente emergo al baggage claim incontro subito il mio zaino (vi faccio notare l’imballaggio professionale ) che mi guarda e lagrima in solitaria malinconia … che peccato, mi sono persa la suspense del momento più bello del viaggio, quello in cui ancora non sai se il bagaglio ha preso il tuo stesso volo. Supero rapidamente la delusione ed esco dalla zona arrivi, il gruppo al completo aspetta solo me. Adoro le entrate trionfali Dopo i primi saluti – io e Paola, mia coetanea e vicina di casa, è di Brescia, eravamo sedute vicine in aereo e “Scusi signora, mi presta la penna per cortesia?” diventa il nostro ritornello, visto che al momento di compilare la fiche d’ingresso QUALCUNA era sprovvista del prezioso strumento – ci caricano tutti sul minibus e si parte. L’impatto con il traffico creativo di Marrakech mi rende subito felice – mica guido io – e mi ritrovo entusiasta ad ammirare i carretti tirati da asini che bloccano i semafori, e i cavalli che intasano le rotonde. Sono a casa! … in realtà, quando ci allontaniamo un po’ dalla zona dell’aeroporto e ci avviamo in direzione sud, mi rendo conto che dovrò incellofanare il cuore meglio di quanto abbia fatto con lo zaino … che non posso salvare il mondo da sola è una dura lezione imparata a costo di non poche lacrime nel corso degli anni, ma lo stesso sarà difficile accettare che neanche se comprassi tutti i biscotti del Marocco potrei adottare ogni vecchina che ne vende una manciata a bordo strada, che non posso portarmi a casa tutti gli asinelli che ho visto rudemente bastonare, che non posso raccogliere gatti randagi e bimbi con gli occhi così grandi che ti ci senti perso dentro, se li guardi con troppa tenerezza. Ok, basta così sennò mi rovino la reputazione da strega cattiva, che ci ho messo anni ad arrivare a certe vette Mi ero promessa di non partire prevenuta, non lo faccio mai e mi è riuscito abbastanza facile, e di non giudicare, e questo già è stato un po’ più duro … ma era imperativo. Non è il mio mondo, non ha quello che io ho, non vive quello che io vivo. Non sono nessuno e non ho titoli per decidere come si debbano comportare con i loro animali, come le loro vite vadano vissute, come i loro giorni debbano trascorrere e le loro donne essere trattate. Posso – devo – solo rispettare, e se posso, cercare di capire. Il mondo è meraviglioso, la vita mi sta regalando l’occasione di apprezzare qualcosa di diverso da quello che conosco, con le sue luci e le sue ombre esattamente come ce ne sono nel mio universo. A fine settimana, pur avendola vissuta quasi per intero nel deserto, a contatto con undici dromedari, quindici compagni di cammino e otto splendidi berberi soltanto, mi guardo allo specchio e vedo una persona … no, non una persona che ha estremo bisogno di una doccia, accidenti! Non rovinatemi il momento lirico … dicevo, vedo una persona che ha il cuore più grande di quella che era partita, che ha più fiducia nel mondo e la mente più aperta. O almeno, lo spero ... Appena fuori Marrakech ci fermiamo: spuntino! Ancora un po’ diffidenti, in quel clima vagamente incerto da pre amicizia che ho già sperimentato in altri cammini di gruppo, quando ancora sei lì che ti chiedi se c'è il rompiballe di turno e cerchi di individuarlo, e di decidere chi invece ti piacerà proprio (io le sbaglio clamorosamente entrambe, in genere ) Primo incontro con lo squisito pane marocchino intinto nell’olio di oliva più saporito che abbia assaggiato da tempo, le olive buonissime di tutti i colori ed in tutte le salse, e poi il paradiso liquido, quel the marocchino di cui mi sono subito innamorata, con foglie di menta e un sacco di zucchero … io, che prendo sempre tutto amaro. Ma quanto è buono? Inizio a giocare con la saponetta, con risultati modesti come sempre, ma quel che mi importa è portarmi a casa ricordi e sensazioni, so da tempo che l’arte della fotografia non è per me ... o almeno così pensavo all'epoca Ripartiamo verso Ouarzazate per affrontare il Tizi n'Tichka, in berbero il poetico Passo dei Pascoli, la strada più alta del Marocco che si inerpica sull’Atlante … me ne avevano detto di ogni, ed ero preparata ad almeno un po’ di nausea, ma l’unico risultato della gita è un po’ di rimpianto perché il cielo è velato e fa freddo, e non riesco a godermela come vorrei. Rubo la foto al web, purtroppo non ci siamo mai fermati lungo la panoramica. Mi rifarò con il cielo tersissimo del rientro, tra una settimana, quando misteriosamente, pur appiccicata al finestrino lato strapiombo non avrò ombra delle mie consuete vertigini, nonostante il guard-rail, quando c’è, non abbia l’aria proprio rassicurante. Troppa felicità? Sono totalmente affascinata, dalle curve della strada, dai colori di questa parte di mondo nonostante l’atmosfera bigia, dai mezzi scalcinati che superiamo via via, dall’ottimismo commovente con cui negozietti ancor più scalcinati se ne stanno abbarbicati alla montagna esponendo fossili dell’Atlante, chincaglierie assortite, pentole e stracci colorati … arriva l’ora di pranzo e ci fermiamo in quello che stento a chiamare paesino, direi più un pittoresco agglomerato di casupole ed umanità, sgarrupato, rumoroso, trafficato: anche se c’è una strada sola che lo taglia a metà, gli ingorghi sono incredibili. Odori, rumori, grida, confusione, profumi … buoni e meno buoni … si mangia, via. All’entrata del bar/trattoria/negozio/macelleria, lo spettacolo qui sotto fa balenare a qualcuno l’idea di farsi vegano. Non a me, in caso aveste dubbi … anzi, insensibile al sangue che cola sulla strada dai gradini ed alle teste delle vittime sacrificali posate sul pavimento con noncuranza, mangio proprio di gusto la prima impiattata di quella che diventerà una lunga lunghissima serie, accolta i primi giorni da “ooooohhh, la tajine”, ed a fine settimana da un più sonoro “nooooooo, la tajine di nuovoooohhh” … il Marocco mi ha rapito il cuore, è certo. Ma lo stomaco no, è certissimo Scherzi a parte, parentesi culinaria: ho mangiato, bene, sano (sigh), abbondante, sia in giro che al campo grazie al cuoco berbero, che se l’è cavata egregiamente se pensate che per cinque interi giorni non abbiamo avuto alcun contatto con il mondo ed è riuscito comunque a servirci sempre frutta e verdura fresche e piatti ben cucinati, ma la varietà non è il forte della cucina marocchina, che ha anche una incomprensibile, pervicace avversione per il sale. Tajine – si chiamano così la pentola e la pietanza – di pollo, di manzo, di montone, di verdura. Cous cous. Tajine. Cous cous. Botta di vita a pranzo nell’hamada: frittata con i piselli … ma allora ditelo che ce l’avete con me! (per i pochi che ancora non lo sapessero: io ODIO i piselli, sono l’unica cosa che non riesco a mangiare, o quasi … anche se poi la fame è fame, e mi sono arresa all’orrido legume ). E un giorno … pasta Barilla e fagioli alla curcuma. Giuro Non mi sto lamentando, sia chiaro: mi piace assaggiare tutto e mi ci dedico sempre con entusiasmo, se poi ho scelto un trek nel deserto l’esperienza culinaria non è il motivo principe della mia vacanza, è ovvio, quindi … ben venga la tajine cotta senza grassi, senza sale, senza niente, vedeste come mi ballavano i pantaloni da trekking alla fine! Il sogno di quasi ogni donna, dimagrire senza far fatica E poi c’è quel buonissimo the, prima di pranzo e a merenda, che mi consola sempre di tutto! Ripartiamo, sosta per consentire a chi ha stomaco meno da struzzo di me di ritemprarsi – per il resto del viaggio passo più indietro sul minibus, tanto non faccio un plissé, come si dice – di cui approfitto per un paio di scatti al cielo che appena superato il valico si è fatto scintillante e limpidissimo e poi nel tardo pomeriggio arriviamo ad Ouarzazate. Il nostro hotel è in periferia, lasciamo a volo gli zaini e poi con Paola e Cinzia, le mie compagne di stanza per l’ultima notte in un letto vero, ce ne andiamo a zonzo … niente strade principali, infiliamo subito un dedalo di vicoletti, visto che ho incautamente affermato che non mi perdo mai e le tapine si fidano e … che bello che sei, mondo. Incontriamo un sacco di gente, tutti gentilissimi, tutti con un sorriso ed un ça va? per noi, nessuna pressione, nessuna richiesta, nessuna insistenza, i bimbi curiosi ci corrono incontro e ci osservano come fossimo strani esemplari piovuti lì da non si sa dove … il sole cala in fretta, ma prima mi regala uno spettacolo che mi porterò in giro per sempre … alla fine non ho mentito, non mi sono persa, e tornando verso l’hotel ci infiliamo in qualche negozio, Paola a caccia di pile di ricambio per la compatta e tutte e tre in cerca di un accendino. Veniamo rimpallate con estrema gentilezza da tutti i negozianti che ci dicono che troveremo tutto “nel negozio più avanti”, e quando comincio a pensare che arriverò presto a Gibilterra finalmente la nostra costanza viene premiata. Dagli accendini più sfigati del continente ma pazienza, tanto più che lo scoprirò solo in pieno deserto … poi essendo notoriamente impedita – e non avendo mai acceso una sigaretta, una pipa, un sigaro, una canna - mi attribuirò per intero la quasi incapacità di farlo funzionare fino al rientro a Marrakech, quando scoprirò che il pensiero era comune e condiviso. Prossimo giro me lo porto da qui! Rientro, cena, chiacchiere, domande, curiosità, trepidazione … domani si comincia. E chi ce la fa a dormire ora? Io, naturalmente
  18. I sogni nel cassetto, si sa, fanno la muffa ... io ho deciso di lasciarlo aperto, quel cassetto, così ogni tanto posso tirarne fuori uno, dargli una lavata e stenderlo all’aria, finché sa di sole e sapone di Marsiglia - quello di cui mi porto sempre via un pezzettino perché va bene sia per lavarmi che per fare il bucato, e che è diventato così per me profumo di viaggio. E quando è pronto, fresco, ogni volta nuovo e diverso, è ora di viverlo … questo del deserto era un sogno antico, cresciuto con me mentre ascoltavo i racconti del nonno - soldato nella triste campagna d’Africa nel 1942 e scampato per un soffio alla battaglia ad El Alamein “grazie” al tifo – mentre leggevo Il piccolo principe e più tardi il bellissimo Sono nato con la sabbia negli occhi, mentre guardavo incantata foto su foto, mentre seguivo i racconti di chi ne tornava entusiasta, magari dopo una notte in tenda. Quale scelta più felice allora per inaugurare la mia Africa? Già sapete, il Continente Nero mi ha rubato il cuore e l’anima. Sono qui ma sono anche là, ho vissuto doppio in quei sette giorni troppo brevi e in quelle sette notti troppo dolci … tornerò. Tornerò anche al mio consueto prendermi in giro, certamente … anzi facciamo che ci torno subito, ci tengo a restare “io”, anche se ora mi ci sento un po’ di più Il viaggio l’ho adocchiato a febbraio 2013, un trek di una settimana nella Valle del Dràa dal 26 ottobre … così, per darmi il tempo di fare un po’ di fiato e di gambe (seeee … ) e di cambiare eventualmente idea (naaaa … ). Tra una cosa e l’altra, per distrarmi e passare il tempo, ho fatto "qualche" giretto giusto per far venire ottobre - tre viaggi a piedi, dieci giorni in Olanda in solitaria, un paio di week end lunghi con le amiche … inaugurando tra l'altro una tradizione che anche stavolta ho visto confermata: sole sfacciato e tempo splendido per tutta la vacanza, poi torno a Verona e quel giorno, immancabilmente, piove In qualche modo, il 25 ottobre arriva, come sempre mi riduco a sera per inzeppare lo zaino con tutto quel che serve – e di quel che ho dimenticato farò a meno – e poi mi metto in trepidante attesa delle 3.00, quando finalmente suonerà la sveglia … e qui, aperta parentesi, non posso non dirvi fino a che punto sono donna fortunata: non che pensi di dormire molto, ma sono pur sempre sorda, potrei non sentirla, la sveglia. Quanti possono vantarsi di avere un’amica che gli vuol bene abbastanza da telefonargli alle tre del mattino per essere certa che salgano su quell’aereo a Bergamo alle 6.50? io si … grazie Alessia! Chiusa parentesi Ed ecco: io, zaino, zainetto e pandina ci avviamo baldanzosi, cd a palla, autostrada deserta, felicità. Con il senno di poi, conclusioni sul bagaglio (6,9 kg imbarcati all’andata e 8,4 al ritorno ). Tornato intonso: a) una mutanda. Vabbè, anche i migliori matematici ogni tanto sbagliano i conti. un calzino spaiato. Ehm. c) Imodium, antinfiammatorio, antibiotico. No, non sono ipocondriaca, erano indicati nell’elenco delle cose da portare. Sapete, nel deserto le farmacie hanno orari strani, ho scoperto Da portare assolutamente alla prossima gita nel Sahara, invece: a) burrocacao protettivo da alta altissima montagna. Baciare me o la carta vetrata è la stessa cosa, al momento del rientro. Anzi, mi sa che la carta vetrata vi da più soddisfazione b)foulard, cintura, pezzo di corda o altro ammennicolo atto a tener su le braghe dal terzo giorno in poi c) accendino. Italiano. Funzionante. Direte: a che serve un accendino (italiano, funzionante) nel Sahara? La risposta nel mio prossimo best seller, Le cento cose che avreste voluto sapere sul deserto e non avete mai osato chiedere. Di prossima pubblicazione, abbiate fede, me ne mancano solo 99 Scherzi a parte … ragazzi, non vorrete lasciare la carta igienica a spasso tra le dune, vero? Sono le cose a cui magari non pensi, tutta presa dall’idea rrromantica della luna, delle stelle, della sabbia e bla bla bla, ma che sono importanti. Per esempio, al campo non c’è la doccia. Non ci sono neanche i rubinetti. O lo sciacquone. Santo cielo No, davvero … a qualche disagio ero preparata, del resto se vuoi un servizio a cinque stelle scegli piuttosto il Grand Hotel di Rosolina Mare, giusto? Beh, alla fine … non ho sofferto per niente, anzi, direi che è stato bello tornare bambina. Sapete, a quattro anni odiavo talmente lavarmi che una volta, lasciata incautamente sola un istante da mia madre prima di tuffarmi recalcitrante tra shampoo e bagnoschiuma, mi sono chiusa a chiave in bagno e ho trascorso una buona mezz’ora urlando “e io la doccia non la voglio fareeeeee”. Poi non ero più capace di aprire, ed è stato chiamato in soccorso il vicino perché smontasse la serratura. Ehm Ovviamente è rimasta tra le leggende di famiglia e viene ammannita con entusiasmo dalla mia perfida genitrice a chiunque, ogni volta che è possibile rovinarmi un po' la reputazione Non ci riesco proprio a star seria, eh? … allora, questa era la nostra doccia. Funzionale, comodissima, e tra questa e le salviette profumate, riportate tutte rigorosamente con me e buttate a fine vacanza, non ho avvertito alcun disagio. Pazienza per i capelli che non hanno visto shampoo per una settimana: ho imparato subito ad avvolgermi la shishe – oddio, facciamo che si chiama e si scrive così – quasi come una vera berbera, in un minuto e senza specchio. Capelli da medusa nascosti alla vista, e protesi acustiche salve: si, perché anche a questo non avevo pensato, la polvere si infila ovunque e distrugge con entusiasmo. E vi dirò, a proposito di polvere … una delle mie espressioni preferite, simpatico/a come la sabbia nelle mutande, ha assunto una pregnanza ed un’intensità del tutto nuove Abbiamo camminato circa sei ore al giorno, di buon passo, partendo presto la mattina e fermandoci nelle ore più calde, il sole è impietoso anche a novembre, per 20-22 km (in totale ne abbiamo percorsi un centinaio o giù di lì), principalmente nell’hamada sassosa, con qualche tratto nella sabbia, e un ultimo spettacolare pomeriggio tra le dune, nel paesaggio che ti viene subito in cuore quando dici deserto … dislivelli dolci, collinette perlopiù, un caldo penetrante, ma secco ed asciutto, che ti faceva evaporare subito il sudore di dosso. Nessuna stanchezza, e persino le vesciche che i miei vecchi fedeli scarponcini mi hanno regalato per la prima volta in vita loro – vendetta perché a casa mi aspettavano già i nuovi da inaugurare? – una volta sistemate con ago, filo, salvietta disinfettante ed accendino ... beh, hanno fatto male fino alla fine ma senza rallentarmi di un secondo: in fondo, come ho detto a Olga, senza quel doloretto avrei avuto molto più tempo per pensare a quanto avessi caldo E le notti? E va bene … lo confesso. Dopo tutte le storie sull’accampamento berbero con cui ho riempito la testa di chiunque volesse ascoltarmi (e anche di chi non voleva), in tenda ne ho passata una sola ... La seconda sera faceva un caldo maiale, passatemi l’espressione di classe, e così io e le centocinquantasette oche immolate per riempire il mio sacco-a-pelo-mi-raccomando-bello-caldo-che-in-novembre-di-notte-si-gela ci siamo spostate sul tappeto davanti al fuoco. Voi non avete idea, ma se l’avete la pensate come me senz'altro, di cosa sia svegliarsi nel cuore della notte ed aprire gli occhi su milioni di piccoli cuori pulsanti … da piangere, e infatti ho pianto, lo dico senza pudore. Le tre notti successive il freddo è tornato, anche se non mordeva poi così tanto, ma ormai … non potevo sopportare più niente tra me ed il cielo. E poi via, che si siano sacrificati per qualcosa quei poveri pennuti L’ultima notte in albergo a Marrakech l’ho passata in bianco, non riuscivo ad abituarmi a letto e cuscino Concluso lo sproloquio a mo’ di premessa, vi lascio qualche foto scronda Made in Saponetta per farvi la bocca … poi vi racconterò qualcosa delle nostre giornate, dei nostri compagni di viaggio, del fuoco, della luna e del suq … volete? on the road, verso il deserto tramonto a Ouarzazate vedute d'antan si, vabbé, però sembro la Monaca di Monza Grand Hotel Rosolina poco belli? vecchio scarpone Abbey Road la piccola vedetta lombard ... ehm, saharawi e finalmente ... Lui. ... a dama sulla sabbia ciao, deserto ... mi manchi di già in hotel a Marrakech ... ridatemi il sacco a pelo, vi prego!
  19. Ogni uomo ha bisogno di custodire delle illusioni [emoji16] [emoji16] [emoji16] Inviato da Hogwarts
  20. Grazie Squisito, hai fatto venire voglia di Africa al mio pandone, ed è esattamente quello che volevo [emoji6] Inviato da Hogwarts
  21. Grazie! Intanto è arrivata la guida ed abbiamo scoperto il The Dalì Museum, che ha trasformato il pernottamento a Tampa in una notte a St Petersburg. Questa Florida che non era in cima alla mia top ten sta iniziando ad appassionarmi un bel po'! Inviato da Hogwarts
  22. "Cara, mettiti lì che ti faccio una foto, c'è una bellissima borsetta di lucertola proprio ai tuoi piedi"
  23. Il triangolo no, non l'avevo considerato Ma tanto le sono simpatica, siamo a cavallo
  24. No, però mi piace coccolare coccodrilli [emoji16] Inviato da Hogwarts
  25. Eresia [emoji33] [emoji33] [emoji33] [emoji33] Inviato da Hogwarts
×
×
  • Crea Nuovo...