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  1. A Los Angeles con Alamo l'abbiamo fatta dal totem e in uscita ci hanno solo sparato il codice a barre.
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  2. con Alamo l'avevo fatta direttamente in uscita dal parcheggio, c'era una ragazza prima della sbarra che ti chiedeva la carta di credito per la garanzia e me l'ha aggiunta lei
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  3. Fai la Route 66 e non l'interstate quindi passi per Selingman, Peach Springs e poi arrivi a Kingman.
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  4. 26.05.2018 FUNZIONA!!! FUNZIONA!!! TELAVEVODETTOIOCHE FUNZIONAVA!!! Oh, cacca di elefante grossa, fortuna grossa! Peccato per gli oritteropi, ma quando a Sam ho raccontato la storia della cacca è scoppiato a ridere, ma quando abbiamo cominciato a vedere gli animali, si è ricreduto, secondo me, per pupparsi la mancia, schiaccia cacca di qualsiasi cosa ad ogni uscita!!! 😂😂😂😂😂😂 E comunque, quando siamo arrivati, i 2 felini dormivano tranquilli, come una coppietta che per la prima cena insieme ha scelto rigatoni con la pajata e coratella, il tutto annaffiato dal terribile vino in caraffa dello Scopettaro... Lei, che ha il risveglio più lento o semplicemente, ha ecceduto col vinaccio, mantiene l'espressione di chi non sa bene chi l'abbia svegliata e perché per un bel po'! Il leopardo è stata la ciliegina sulla torta di questa uscita, stava cercando di aggirare un'antilope per ottenere anche lui la meritata colazione. E poi... La terra lascia nuovamente il posto all'asfalto, niente più sobbalzi, niente più rumore di sassi sul pianale, niente polvere... un breve sterrato e siamo al Waterberg, che, poverino, meriterebbe una maggior considerazione... Solo che passare dai leoni alla quaglia scema, dall'elefante ai facoceri in piscina è davvero troppo, il posto merita, ma noi abbiamo ancora gli occhi pieni di Etosha. E il Mostro pieno di terra, con 4800 km in più, con una gomma con 3 buchi che prima non aveva, col fango secco della costa e la polvere del deserto a strati sui parafanghi. Ma come diceva Barbara, la Namibia mi ha scavato un vero e proprio solco nel cuore, mi resteranno dentro emozioni incredibili, paesaggi, cieli stellati, questi animali che avevo visto solo nei documentari di Attenborough che invece sono stati a 2 passi da me, mi hanno guardato negli occhi... E mi sono entrati nel cuore.
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  5. Sabato 26 maggio 2018 Che botta di culo non aver potuto fare il giro all'alba ieri! Sam, il nostro simpatico autista (tutto per noi dato che ci dice che avrebbe prenotato un'altra coppia ma se non sono puntuali lui alle 6 parte lo stesso, e con teutonico rigore alle 5.59 ingrana la marcia) ci dice che non è andata granché bene al gruppo di otto, non sono andati molto oltre zebre e springbok, quindi al massimo potremo avere la stessa sfiga ma nessun rimpianto. Paolo, tutto tronfio, lo informa che siccome in Italia pestare la m***a porta fortuna e lui ieri ha scientificamente spianato con il Mostro tutta la cacca di elefente che abbiamo incontrato, oggi faremo giornatona. Sam se la ride e i primi avvistamenti, al buio, ci fanno temere che abbia ragione lui. Foto impossibili da scattare vi avrebbero mostrato un paio di sciacalli, taaaaanti springbok (e nessuno che ballasse il tip tap!), un po' di zebre e qualche kudino. Ma quando inizia ad albeggiare ... mi tocca ammetterlo, lo scemarito aveva ragione! Incredibile incontro a bordo strada: una coppia di leoni che fa colazione con uno gnu. Ci fermiamo di colpo, tutti e tre con gli occhi sbarrati, Sam scatta a raffica con il cellulare e chiama tutti i ranger dell'Etosha, del Kruger, del Masai Mara e dello Zooparco di Roma per informarli dell'avvistamento, che ci dice rarissimo: quasi mai i micioni pasteggiano così vicini alla strada, in genere portano le prede in mezzo alla savana per gustarsele indisturbati. Ah, scusate, non ve l'ho detto, colazione "con lo gnu" non vuol dire che lo gnu siede a tavola, ma che, porello lui, è SULLA tavola 😛 (...su, su, amo', magna tranquillo, la tartare la mattina presto non è la mia colazione preferita!) Sam ci spiega che quasi certamente si tratta di una coppia in luna di miele, che si è allontanata dal branco per accoppiarsi e cacciare insieme per qualche giorno, e che ha fatto un ottimo bottino. La cattura è recente, si vedono i segni del trascinamento del corpo sullo sterrato, e i leoni per ora hanno mangiato solo le interiora, che deperiscono per prime. Per circa una ventina di minuti abbiamo la fortuna di goderci lo spettacolo completamente soli, poi iniziano ad arrivare altre auto, e i leoni sembrano non gradire troppo: dopo qualche brontolio di avvertimento decidono che okay, la merenda la faranno sotto un albero lontano dalla strada, e tanti saluti carne in scatola un poco molesta Il micione non è un gran cavaliere, a giudicare da quanto è incazzosa la compagna e da come cerca di sottrarle la colazione, e siccome purtroppo Paolo si è recisamente rifiutato di tenergli un breve corso di bon ton, temo che resterà per sempre un Principe Buzzurro. Poco lontano, mentre il sole si alza, scorgiamo anche un paio di sciacalli in attesa che le Loro Maestà abbandonino gli avanzi, e ancora più lontano vediamo anche due iene, in attesa che gli sciacalli abbandonino gli avanzi abbandonati Oggi forse mi sono svegliata insensibile, forse, visto che il cerchio della vita mi affascina, forse lo gnu non è puccioso come lo springbok, forse semplicemente non l'ho visto soffrire e anche se so che deve essere stato terribile quanto la scena dell'altro ieri, lo gnu è in pace e il dolore è nel passato. E sì, sono anche un po' vigliacca. Dopo quasi un'ora di silenziosa contemplazione ci allontaniamo, felici come non mai (la colonna sonora è un rap di mia produzione dal titolo TELAVEVODETTOIO che Paolo comunque incassa senza protestare: venti giorni di matrimonio e già così calato nel ruolo, ho fatto bene a comprarlo già addestrato ) Sam ci chiede se siamo soddisfatti e cosa altro ci piacerebbe vedere, Paolo gli dice che vorrebbe un oritteropo e un leopardo, Sam si mette a ridere, dice che l'oritteropo vive solo nel sud del Paese quindi è impossibile, i leopardi invece ci sono ma ci vuole un gran culo per vederne uno, e noi oggi ne abbiamo già avuto parecchio, e Paolo ribadisce la storia della cacca di elefante. E ... dopo qualche avvistamento simpatico ma un po' banale e forse venti minuti di strada, tocca a Paolo rappare il TELAVEVODETTOIO, e dall'entusiasmo lo balla pure: beccato anche il leopardo, che cammina tranquillo sulla carreggiata. Io mi ritrovo con i lacrimoni per l'ennesima volta, lui progetta altri raid a caccia di cacca, prossimo obiettivo l'unicorno E così alla fine il giro saltato di ieri è stato la nostra fortuna. Torniamo a fare colazione, lasciamo la stanza e ci prepariamo a lasciare anche il parco, con un pizzicotto di malinconia e il cuore gonfio. Questo viaggio meraviglioso sta arrivando alla fine, e le lacrime premono dietro le palpebre, ci siamo regalati un'avventura incredibile che ci ha segnati, la prima vera Africa di Paolo, che torna malato e incurabile quanto io lo ero già. Lungo la strada che porta ai cancelli del parco, un saluto col botto dall'Etosha: tre leonesse pacificamente accomodate a bordo strada, e una che l'attraversa regale e sprezzante. Dopo il parco la strada è tutta asfaltata fino a 20 chilometri dal Waterberg Lodge, dove dormiremo stanotte, siamo silenziosi, ancora avvolti nella magia della Grande Terra Madre. Ci fermiamo a Otuja, in un posto dalle pretese bavaresi dove mangiamo benissimo (mi faccio tentare da una specie di piada feta e spinaci e faccio bene, inizio a essere un po' provata dall'esubero di carne rossa delle ultime tre settimane). Lungo la strada incontriamo babbuini e facoceri, questi ultimi popolano anche il parco del Waterberg, e anche se dopo i leoni ci sembrano poca cosa, sono simpatici e bruttissimi, persino da cuccioli, il che mi mette una gran tenerezza addosso, anche se non abbastanza da provare a farci amicizia. Raggiungiamo in auto lo chalet a noi assegnato, il parco del Waterberg è enorme, e scopriamo che quello di fronte è occupato da una numerosa e rumorosa famiglia, probabilmente olandese, che sta grigliando anche la nonna sul barbecue esterno. Siccome al tavolo del nostro patio è accostata una sola sedia, e io sono una donna molto intuitiva, mi rivolgo al consorte in elegante francese, acciocché i barbari di fronte non mi capiscano: PAR MI, I N'A' CIAVA' LA CAREGA. La mia chiaroveggenza viene premiata: entriamo, facciamo pipì, usciamo e tac, la carega è al suo posto ^^ In preda a lancinanti rimorsi, i teutoni spediscono la figlioletta bionda a fare ammenda offrendoci due marshmallow arrostiti infilati su uno stecco, ed io mi commuovo al punto che non la mangio nemmeno, la creatura 😛 Siamo un po' stanchi e abbiamo bisogno di un po' di decompressione prima di avviarci a tornare alla nostra vita di sempre, e optiamo per un pomeriggio pigro al lodge, niente escursioni o uscite ma una passeggiata nel parco a guardare i dik dik e una sosta sulle sdraio della piscina che dividiamo con i facoceri padroni di casa. A cena ci fingiamo cinesi, perché abbiamo accanto una rumorosa tavolata di italiani piena di pretese che martirizza brutalmente il povero cameriere che ha la sfiga di capire un po' la nostra lingua e la sprovvedutezza di farlo sapere ai simpatici connazionali ... non facciamo neanche troppa fatica, il velo di malinconia che si è steso su di noi toglie un pizzico di brio alle nostre solite chiacchiere. Questo viaggio ci sta lasciando un bel solco nel cuore, amore mio.
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  6. 25.05.2018 - Halali - Namutoni - Halali Oggi ce la prendiamo comoda, l'annullamento del tour ci lascia con la giornata libera per fare il giro da soli… Colazione a buffet, Barbara prende sul serio l'impegno di liberarci delle specie aliene e praticamente saccheggia Peppa Pig! Visto che siamo povery inside, anche per oggi ci prepariamo un panino al buffet! La notte poi porta consiglio… siamo qui, perché incazzarci, domani mattina il tempo per il giro c'è, invece di farci rimborsare, prenotiamo il tour all'alba prima di andare verso il Waterberg. Girare il parco da soli non è difficile, anzi. Basta ricordarsi che si può fare dall'alba al tramonto, il modo migliore è seguire la strada tra una pozza e l'alta e la mappa a disposizione è chiara e sufficientemente dettagliata da inserire anche i luoghi di sosta e pausa pipì! Mi raccomando, MAI, ma proprio MAI, dovete uscire dalla macchina, guidare fuori dalle piste o prendere strade chiuse alla normale circolazione. Forse è la colazione, forse è solo perché chi sta con lo scemo impara a scemare, oggi siamo particolarmente ridanciani… Cominciamo costeggiando il lago che lago non è, saltellando da una pozza all'altra muovendoci verso est. Gli animali sono ovunque, non solo nelle pozze, gli struzzi li incontriamo sulla strada, a pochi metri da noi. Come tutti gli animali nella riserva ci ignorano, anche quelli di Struzzey Road... Oddio, non proprio tutti gli animali ci ignorano… Mentre ci dirigiamo nel viewpoint al centro dell'Etosha Pan, vedo un serpente che ci attraversa la strada… inchiodo a pochi passi dal rettile, tiro fuori la macchina fotografica… CLICK! ops, è mosso… CLICK! ops, si è spostato! CLICK! Oh cazzo, mi sta venendo contro!!! Appena ha visto l'obiettivo, il cobra si è rizzato sulla coda, ha aperto le membrane sulla testa e ha cominciato a puntarmi… al terzo scatto infilo la retromarcia e arretro di qualche metro, riesco solo a fotografare il serpentello che tronfio e fiero di aver spaventato il Mostro, prosegue per la sua strada! I rapaci sono appollaiati sui rami a scrutare i dintorni… proprio mentre lo fotografo, questo qui si butta in picchiata, salta, fa una nuvoletta di polvere e si rialza, con la preda in bocca! "Gnu adulto e piccolo di gnu!" "La Gnu Age!!!" Oggi è la giornata degli elefanti, ne incontriamo almeno una dozzina… spinto da una irrefrenabile voglia di fortuna, comincio a pestare tutte le cacche che incontro, è superstizione, ma non si sa mai!!! Pranziamo al Namutoni, sotto una tettoia che ci ripara dal sole, accompagnando i nostri panini con del meraviglioso Savannah Dry, ci riposiamo un po' e ritorniamo, sempre seguendo la via delle pozze e pestando cacche di elefante. In una delle pozze, da noi prontamente ribattezzata Zebriskie Point, siamo circondati dalle zebre… ce ne sono centinaia, tutte intorno a noi! Una piccola però attira l'attenzione di Barbara… "La zebrina è morta!!!😢" "No, sta solo riposando" "Ma no, è morta, non lo vedi che non si muove?😭" "No, dai, non è morta, vedi che ci sono papà zebra e mamma zebra lì vicino?" Barbara comincia a fare labbruccio, sul punto di scoppiare in lacrime… io mi avvicino alla famigliola e... "è morta, non si muove!!!😭😭😭😭" Non fa tempo a finire di parlare, che la zebrina alza la testa, ci guarda con il disprezzo di chi è stato svegliato dalla siesta e se ne va! 😂 Sono bellissimi, maestosi, si muovono con la loro lentezza senza tempo, si spruzzano l'acqua e il fango addosso… Torniamo all'Halali un po' prima del tramonto, un po' di relax e torniamo a gustarci la pozza… Oh, ma quanto è scomodo essere una giraffa? Ci gustiamo il tramonto dalle panche del viewpoint, quindi, cenetta e tutti a nanna, domattina dobbiamo essere pronti per le 5:45!
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  7. 24.05.2018 Nonostante l'Okaukuejo sia stata la sistemazione "peggiore" della vacanza, la sua pozza vale la visita… è davvero al centro del lodge, è grande ed è molto frequentata. Lo springbock di ieri sera è sempre nella stessa posizione, ma quando si alza vediamo che ha la zampa rotta. Probabilmente è già sfuggito ad un attacco, la ferita di per se non è mortale, ma non siamo in un film o in un cartone. Non riesce a correre e il suo branco l'ha isolato. Mentre si avvicina alla pozza, vediamo un gruppo di 5 sciacalli, uno viene verso la pozza, gli altri si nascondono… Lo springbock zoppica ma appena vede lo sciacallo che corre verso di lui, tenta la fuga, lo sciacallo gli sta dietro e lo spinge verso gli altri, in agguato. Per fortuna non vediamo la fine… ma si, ce la possiamo raccontare quanto vogliamo, io ho sempre fatto il tifo per il predatore, ma vedere dal vivo come funziona la natura è stato molto toccante. La cosa più incredibile è che basta guidare un po' per trovare degli spettacoli meravigliosi… Si, beh… la natura è anche questo! La pozza dell'Halali non è grande come quelle dell'Okaukuejo e non è nemmeno troppo vicina ai bungalow. Tra le specie visibili, il paraculoiattolo, che cerca di entrare in qualsiasi sacchetto di patatine lasciato indebitamente incustodito! Deve essere parente di quello che sta accanto al nostro bungalow, insieme ai becchi a banana scrocconi! E il marabù, che sta cercando di mangiare una tartaruga! Del giro notturno, sapete tutto… interessante, ma non come quelli diurni… gli avvistamenti sono pochi, fare foto a mano libera su un fuoristrada affollato è tra l'impossibile è l'avvilente… Riesco a salvare solo un paio di scatti ad un otocione curioso (Bat Eared Fox) E anche al più sfuggente animale del parco, un rinoceronte… ma poi, durante il tratto di rientro al resort… se semo fatti 'na dormita!
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  8. Giovedì 24 maggio 2018 Sveglia alle sei, lavaggio rapido tipo gatto che ha fretta e via di corsa alla pozza con i cavalletti. Un'amara sorpresa mi attende, il piccolo springbok solitario si sveglia con noi, si alza per andare a bere e ... zoppica vistosamente, ha una zampina rotta. Il cerchio della vita e i relativi blablabla, il numero spropositato di esemplari, il fatto che in Africa funziona così e sempre così sarà, il mio essere serenamente carnivora e il fatto di essermi allegramente pappata più di un suo fratello nel corso del viaggio non servono a nulla, quando viene cacciato da un gruppo di sciacalli - perdonatemi, non ho voglia di raccontarvi di più - non riesco a trattenere le lacrime, e ancora mi spuntano al ricordo. Buon ponte, piccolino, spero ci sia un arcobaleno anche per te 😪 Passiamo un paio d'ore prive di avvistamenti eccezionali alla pozza, cercando di dimenticare la scena triste appena vissuta, ci godiamo la nascita sempre struggente di un nuovo giorno, cincischiamo un po' e poi torniamo in camera per la doccia. Una volta entrati mi ricordo del nostro amico e chiamo, impaziente: JACK, DOVE SEI? dal bagno mi risponde una voce d'oltretomba: SONO QUI, ROSE, ANDRA' TUTTO BENE ... e così il mio meraviglioso scemarito mi cancella le ultime ombre dagli occhi con una risata che seppellisce ogni tristezza 😆 A colazione decidiamo di presentarci in versione Povery accattony, e "accapanniamo" il piatto (oh, dovrò pur usarle da qualche parte le parole nuove che imparo nella Capitale!) come se non mangiassimo da dieci anni, con la stessa faccia con cui il nostro ciopino viene a comunicarci che si vede il fondo della ciotola: funziona, nessun cameriere ci dice nulla, neanche quando quatti e furtivi come un ippopotamo e un'elefantessa ci confezioniamo due paniny da accattony per il pranzo on the road. Mi vergogno come una ladra, ma ho anche la ridarola e alla fine decido che una volta nella vita bisogna pur perderla la dignità 😁 Costeggiamo l'Etosha Pan, l'enorme lago in secca che è il cuore del parco, dirigendoci verso l'alloggio delle prossime due notti, l'Halali Camp. Gli avvistamenti oggi non sono moltissimi, ma uno è eccezionale: sul ciglio della strada, a forse dieci metri da noi, una coppia di leoni mette in piazza i problemi di coppia senza il minimo riguardo per la nostra sensibilità 😃 "Cara ... aaawwhh?" "Scordatelo, ho mal di testa" "Ma dai, miciona ... aawwhhh ..." "TI HO DETTO CHE HO MAL DI TESTA, CAXXO!!!" "... scusascusascusa, non volevo, non pensavo, non lo faccio più" Considero questa foto, che adoro, la più gran botta di culo della mia brevissima "carriera" di fotografa, e ho pensato bene di ingrandirla e piazzarla in sala quale memento per il mio focoso pandone in caso di eccessi di impeto passionale 😜 Scherzi a parte, è stato un momento di pura emozione, da pelle d'oca ... avere le Loro Maestà così vicine, vedere quanto poco si curino di noi - carne in scatola un poco molesta, ma tutto sommato insignificante - vedere che anche il Re alza le spallucce di fronte alla ... decisione della sua signora, scattare a raffica senza quasi guardare nell'obiettivo, presi solo dal brivido di felicità che ci avvolge tutti ... è stato uno dei (tanti) momenti perfetti di questo viaggio magnifico. "Amo', eddai , famo la pace, scusami, non te la prendere ... amo' ..." Arriviamo all'Halali verso l'ora di pranzo, che consumiamo velocemente in piedi nella zona piscina in attesa che sia pronto il nostro bungalow, prenotiamo il giro notturno con i ranger e la cena per ... le sei, sigh. Del resto se vogliamo uscire alle sette non abbiamo molta scelta, al rientro il ristorante è abbondantemente chiuso e non c'è modo di fare acquisti alimentari. Nel portico del bungalow nascono delle amicizie, e non è difficile immaginare perché 😄 Passiamo un paio d'ore alla piccola pozza del Camp, niente a che vedere con quella dell'Okaukuejo, anche se in generale abbiamo apprezzato di più questa sistemazione, meno caotica e affollata, e ci godiamo un po' di relax, un certo numero di cervidi ormai diventati praticamente parenti molesti sempre tra i piedi e un solitario esemplare di marabù, che in Uganda affollava ogni metro quadrato ma con cui qui avremo l'onore di quest'unico incontro. Il kudu, impudico, ci prova sotto i nostri occhi con la sua kudessa, che dopo mezzo secondo si sposta un po' seccata. Io commento che non è giornata per i maschietti, ma Paolo mi risponde che probabilmente hanno concluso, io incredula e sprovveduta esclamo "ma dai, così in fretta, figurati" e lui, travolto da un attacco di modestia ... cosa credi, non sono mica tutti bravi come me! 😂 La cena a buffet è decisamente migliore di quella di ieri sera, la ciccia è buonissima e il tavolo ce lo trovano quasi subito, ma dobbiamo ammettere che i resort NWR sono meno organizzati, efficienti e di qualità rispetto a quelli privati: appena prima di partire per il notturno, arriva la ragazza della reception a dirci che il tour di domattina è pieno, e per un loro errore noi restiamo fuori, visto che ci sono nove posti e l'altro gruppo è di otto persone. A fatica riesco a evitare che Paolo se la sbrani, visto che ci informa anche che non possono rimborsarci e possiamo scegliere tra il notturno di domani (ma lo facciamo stasera, giovine, non vedi?) o il mattutino di dopodomani, che però avremmo preferito evitare per poter partire presto visto che ci aspetta un bel po' di strada. Le diciamo che ci penseremo ma vorremmo il rimborso, visto che l'errore è stato loro, e partiamo un po' scocciati inzeppati con un gruppo di giappi arrivato all'ultimo secondo. Ce n'è uno di troppo, ma il ranger non si formalizza troppo e li fa stringere dietro. Dopo esserci adeguatamente lagnati e aver brontolato il giusto, ci guardiamo e sbottiamo in una risata, plagiando a sproposito uno dei nostri film preferiti a indirizzo dell'intera umanità: ridere è per gente seria, voi al massimo ve potete lamenta' 😄 E con questo diamo l'addio anche agli unici tre minuti di nervoso di tutto il viaggio. Il giro è bello, mi dice Paolo, ma fare foto è quasi impossibile. In che senso dice Paolo, chiederete voi. Nel senso che mi sono addormentata dopo venti minuti, risponderò sommessamente io, chiedendovi di non raccontarlo a nessuno 😜 Faccio in tempo a vedere un paio di bellissime volpi del capo e poi ... ciao. Sigh. Tornati al bungalow troviamo, a rasserenarci del tutto, un biglietto dalla reception che ci avvisa che se non desideriamo spostare il tour possiamo essere rimborsati in contanti in qualsiasi momento. Brindiamo con il vino della Naute Kellar e le ultime patatine e poi nanna. Non ci posso credere che tra una settimana saremo a casa da tre giorni, siamo appena arrivati!
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