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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 13/03/2020 in tutte le aree

  1. GG13 - 30/08 Hermanus – Capo Agulhas Alzarsi al suono della sveglia è difficilissimo ma in qualche modo ci trasciniamo fuori dal letto e ci prepariamo; decidiamo di non fare colazione (che si rivelerà una delle migliori scelte di sempre) per poi farla quando torneremo in hotel, visto che è compresa nel prezzo della camera. Belli coperti con giubbotti e cappelli di lana partiamo alla volta del porto di Hermanus dove arriviamo in pochi minuti di macchina. Nonostante il buio pesto individuiamo facilmente la sede della compagnia che ci porterà alla scoperta delle balene e, visto il freddo, entriamo subito all’interno; facciamo il check in e ci sediamo in una sorta di sala riunioni dove faremo un piccolo briefing prima della partenza. Alle 06.30 precise la nostra guida inizia con una piccola lezione sulle balene e prosegue con qualche regola comportamentale da tenere a bordo. Finito il briefing recuperiamo un sacchetto contenete una bibita e delle patatine e ci dirigiamo verso la barca. Dal molo il cielo ci regala una bellissima e rossissima alba e rimaniamo tutti ammaliati. Una volta seduti e spiegate nuovamente le regole in caso di problemi in mare, partiamo alla scoperta dell’oceano atlantico e dei suoi abitanti. Sin da subito capiamo che sarà un viaggio molto ballerino, le onde sono belle alte e la barca ondeggia parecchio. Inizialmente sono così gasata all’idea di vedere le balene che non noto nemmeno che le prime persone iniziano a stare male ahhhhh!!! Per fortuna non ho molto tempo per pensare alla signora incinta di fronte a noi che sta v…..o l’anima perché il nostro capitano ci annuncia che c’è una balena in lontananza e che se vogliamo possiamo salire sul ponte che si trova sopra alle nostre teste per vederla!!!! Simo e Gio dicono che staranno giù perché Simo inizia a non sentirsi molto bene, io e Luca saliamo ma la barca si muove davvero tantissimo, non faccio in tempo a sporgermi dalla balconata, che sento che sto per non stare bene. Luca nota la mia faccia sbiancata e, non so bene come, in un batter d’occhio torniamo ai nostri posti dive io ovviamente infilo la testa nel sacchetto mentre ordino a Luca di non badare a me ma di scattare foto Diciamo che non sono uscite le migliori foto del mondo Dopo qualche minuto ripartiamo e con l’aria in faccia (finalmente hanno aperto la copertura di plastica che inizialmente era chiusa) inizio a riprendermi e a godermi lo spettacolo delle balene che ci nuotano vicino . Illusa di essermi ripresa e di stare benissimo, quando il capitano ci indica altre due balene vicinissime, mi alzo di botto armata di reflex per andarle a fotografare ma, appena concentro lo sguardo nel mirino, incurante del monito “don’t take photo” proveniente dal marinaio che mi aveva passato il sacchetto poco prima, sto ancora male quindi lancio nuovamente la reflex a Luca. Niente le balene non è destino che vengano fotografate da me! Nel frattempo la signora incinta sta sempre più male, Luca e Gio gli offrono una pastiglia di Plasil ma lei, non capendo cos’è, rifiuta quindi visto che ormai è fuori dalla scatola decide di prenderlo Luca a secco, senz’acqua, e a momenti si strozza Dopo quasi due ore lunghissime e molto difficili di navigazione torniamo al porto. Mentre io mi riprendo agilmente man mano che stiamo navigando verso il porto, Simo continua a non sentirsi bene, una volta arrivati uno dei marinai le suggerisce di stare qualche minuto seduta vicino alla banchina e così facendo recupera anche lei le energie necessarie per tornare in albergo a fare colazione. A posteriori devo dire che nonostante le difficoltà rifarei questa esperienza perché l’emozione di vedere le balene così vicino non ha prezzo!! Arrivati in hotel mangiamo di tutto e di più e, dopo aver preparato le valige e averle caricate in macchina, partiamo alla volta di Cape Agulhas. Abbiamo circa due ore di strada; arriviamo al nostro hotel che sono circa le 13 e purtroppo diluvia!!! Decidiamo quindi di fare il check in e riposarci un po' in camera fino a quando non smetterà di piovere. Il nostro hotel, che in realtà è più un b&b, è davvero bellissimo e affaccia sul mare. I padroni di casa, oltre a spiegarci ogni angolo dei loro appartamenti, ci consigliano anche cosa vedere e soprattutto dove mangiare. Dopo un’oretta di riposo alle 14 approfittiamo della tregua meteorologica e decidiamo di andare a visitare il faro che è anche un museo e, nonostante sia molto piccolo, si rivela molto interessante (ci rimarranno impresse le cartoline degli altri fari nel mondo tra cui l’Italia). La salita al faro è, per chi soffre di vertigini, un pochino complicata perché ci sono delle scale a pioli davvero strette e ripide, ma il paesaggio che si vede in cima vale tutta la fatica . Peccato che ci sia un fortissimo vento quindi dopo poco siamo costretti a scendere. Una volta scesi raggiungiamo il percorso a piedi che conduce al Southern Tip of Africa, ossia il vero punto più a sud del Sudafrica, dove si incontrano i due oceani Atlantico e Indiano. Quando arriviamo al monumento ci mettiamo in fila per la classica foto di rito. Come da tradizione non può mancare il gruppone di italiani davanti a noi, quando è il loro turno iniziano a scattare tremila foto e prima i genitori, e poi i figli, e poi tutti gli adulti, e poi solo bambini a tal punto che uno dei loro figli girandosi versi di noi (e non sapendo che siamo italiani) ci dice “non arriverà mai il vostro turno!” Ovviamente facciamo capire che siamo italiani e, uno degli adulti saggiamente riporta tutti in riga e da lo stop alle foto, probabilmente preso anche dal senso di colpa ci chiede se vogliamo una foto tutti e quattro e noi accettiamo. Fatte le nostre tre foto ritorniamo al faro e con la macchina andiamo in paese dove ci fermiamo a fare merenda in un negozio che vende anche souvenir. Dopo lo shopping torniamo in hotel dove, dopo esserci riposati un po', ci prepariamo per andare a cena. Come da suggerimento del nostro host andiamo al Zuidste Kaap Restaurant e mentre stiamo per parcheggiare inizia a diluviare. La cena è molto buona e soprattutto ci mettono vicino al camino dove ci scaldiamo per bene. Finito di mangiare andiamo a vedere il faro illuminato che vediamo dalla macchina causa diluvio. Tornati in hotel ci salutiamo, domani mattina dobbiamo partire presto, ci aspetta il nostro ultimo giorno on the road . Continua... SPESE DEL GIORNO: biglietto salita al faro (4 persone) 132 Rand merenda 4 persone 153 Rand cena “Zuidste Kaap Restaurant” 4 persone 900 Rand hotel "Aghulas Oceas House" 1 notte (4 persone) 160 Euro Hermanus Whale Watchers (4 persone) 214,21 Euro
    2 punti
  2. GIOVEDI’ 22 AGOSTO Zzzzzzzzzzzzzz. Zzzzzzzzzzzzzzz. zzzzzzzzzzzzzz. Zzzzzzzzzzzzzzz. zzzzzzzzzzzzzzzz. zzzzzzzzzzzzzzzz. Ma che cavolo…. Apro gli occhi, prendo il telefono e sto per guardare l’ora quando sento una voce che per poco non mi fa fare un’infarto. “Sono le due e mezza Giò, non serve che guardi, te lo dico io.” Cosa caspita ci fa Luca sveglio a quest’ora della notte? E che cos’è questo rumore? “Sono sveglio da mezzora, c’è una tro… che continua a ronzarmi intorno.” “Una zanzara in questo periodo? Ma non ci hanno detto tutti che non ci sono?” “E invece…senti visto che sei sveglia alzati e vai nella mia valigia a prendere lo spray per le zanzare” Mi alzo, prendo lo spray e lo cospargiamo sui sacchi a pelo e tutta l’aerea notte del camper. Luca è agitato e, quando tento di calmarlo, mi risponde che faccio presto io ad essere tranquilla visto che le zanzare non mi pungono nemmeno a casa. “Vabbè Peruz ma che ne sai? Magari il mio sangue a quelle africane piace!!” Per fortuna lo spray fa effetto, la zanzara muore e ben presto riusciamo a riprendere sonno. Verso le 7 ci svegliamo e fortunatamente non abbiamo compagnia. Sarà stato un caso isolato? Non credo, mi sa invece che il caldo anomalo ha risvegliato le zanzare e noi ovviamente non abbiamo fatto la profilassi antimalarica. Ci vestiamo, facciamo colazione ed andiamo avanti ed indietro dai servizi. Io chiudo sempre la porta dietro di me, Luca invece la lascia aperta, dicendo che così il camper arieggia. “Giò abbiamo messo lo spray stanotte, meglio far passare aria.” “Luca ma sei sicuro che lasciando la porta aperta non si riempie il camper di zanzare?” “Ma che stai dicendo, è giorno ormai, non ci sono!!” Va bene, se lo dice lui che in Africa ci è già stato…….. Chiudiamo tutto e saliamo nell’abitacolo, dove troviamo ad aspettarci altre due simpaticissime zanzare. “Peruz ma non avevi detto che di giorno non ci sono?” “Infatti è così, saranno entrate ieri sera!!” Ok…. Apro il finestrino e le mando fuori, ricevendo all’istante una serie di insulti. Non dovevo mandarle via, dovevo ammazzarle. Ma che problemi ha quest’uomo con le zanzare?! Oggi siamo diretti a Twyfelfontein, a vedere le incisioni rupestri. La strada non presenta insidie ed arriviamo tra i primi. Questo ci consente di fare il tour da soli, in compagnia della Monna Lisa. No, non ho fumato nulla, ve lo giuro!! La nostra guida si chiama proprio Monna Lisa. “Peruz io al Louvre ci sono stata, eppure la Monna Lisa non me la ricordavo così!!” “Beh Giò io non l’ho vista, per quanto mi riguarda potrebbe anche essere questa!” Ma quanto siamo scemi?! Battute a parte la Gioconda è una guida bravissima, molto gentile e disponibile e ci fa fare proprio un bel tour di tutta la zona. Zona che, ad onor del vero, non ci entusiasma in modo particolare. La ringraziamo ed andiamo a vedere le altre due attrazioni della zona, Burnt Mountain ed Organ Pipes. Non è nemmeno metà mattina ed abbiamo fatto prima del previsto, che facciamo adesso? Ci pensiamo un po’ ed abbiamo la stessa idea: è presto, perché non andare a sfruttare il wifi del meraviglioso resort qui vicino? Al Twyfelfontein lodge veniamo accolti fantasticamente dallo staff anche se non siamo ospiti. Ci raccomandano di fare tanto foto, di andarci e bere qualcosa al bar e di non farci problemi ad utilizzare il loro wifi. Li prendiamo in parola e, una volta seduti sui comodissimi divanetti del bar, ordiniamo da bere e ne approfittiamo per riconnetterci con il mondo. Potremmo restare qua tutto il giorno, altro che andare a Palmwag!! Purtroppo però non si può e ci tocca lasciare il meraviglioso resort, diretti appunto a Palmwag, il ripiego del viaggio. Volevamo alloggiare al Grootberg (in hotel) ma, nemmeno controllando tutti i giorni per mesi, abbiamo trovato posto. Vabbè, sarà bello lo stesso no…? Arriviamo, facciamo il check in, mangiamo un hamburger e ci prepariamo per l’attività del pomeriggio, un safari con sundowner. L’appuntamento è alle 15 e noi, puntuali come due orologi svizzeri, alle 14.55 siamo a bordo della Jeep. Arriva la nostra guida che ci comunica che la jeep è piena visto che saremo in 10, noi ed altre 8 persone. Uffa, proprio ora che stavo iniziando ad apprezzare la solitudine!! Si fanno le 15.10, poi le 15.20, poi le 15.25. Degli altri nemmeno l’ombra e a me inizia a venire il nervoso. Dove saranno finiti?! Alle 15.30 sentiamo urlare da lontano: “Dai movate che semo in ritardo, i xe tutti drio spetarne noialtri!!” Ma perché noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere?! Questi non solo sono italiani ma sono pure veneti e, appena scoperto che lo siamo anche noi, iniziano a parlarci. Ora, lo sapete che di solito siamo socievoli ma, forse per il nervoso dovuto al ritardo, avremmo voluto tanto non sapere l’italiano. Fattostà che non parliamo molto e probabilmente passiamo per degli antipatici. Eh vabbè, ce ne faremo una ragione. Che ne è stato di Peruz e Giò, i due chiacchieroni? Forse sono rimasti al Madisa Camp coi tedeschi. Il safari è molto deludente, la zona è parecchio piatta e non facciamo nessun avvistamento. E quando dico nessuno, intendo proprio nessuno. Tentiamo di consolarci chiedendo un Gin Lemon doppio ma non basta nemmeno quello a rallegrarci. Mesti mesti quindi torniamo all’hotel/campeggio, Luca si cambia lasciando le porte aperte mentre io continuo a pensare che mi par strano le zanzare spariscano di giorno. Vabbè, non voglio prender parole quindi lasciamolo fare….. La cena è a buffet, deludente pure quella. Oh, ma c’è qualcosa che va bene oggi?! No, e ne abbiamo la conferma definitiva quando rientriamo in camper. Un camper PIENO di zanzare. Sembro cattiva se in quel momento ho pensato che ben gli sta, avrebbe dovuto ascoltarmi?! Luca inizia ad imprecare, io ad ammazzare le zanzare. Evidentemente non piaccio nemmeno a quelle africane perché ronzano tutte attorno a Luca. Finchè lui va in bagno io le rincorro avanti ed indietro per il camper, ammazzandone 25. Non è un numero a caso, le ho contate!! Quando torna gli do la lieta novella, dicendogli che dovrei averle eliminate tutte ma lui non si rasserena e scosparge l’intero camper di spray antizanzare. Ci sveglieremo domani o moriremo nel sonno per asfissia?!
    1 punto
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