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18.05.2018, una piccola aggiunta Solo per farvi vedere il Moon Landscape della Welwitschia Drive... Per farvi vedere quante belle fOche ho fotografato! Ma soprattutto per il bellissimo spettacolo che abbiamo trovato al Cape Cross Lodge... Ma non il sorriso di mouette!!! Questo fantastico arcobaleno al tramonto!!!2 punti
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Venerdì 18 maggio 2018 Una nottata di pioggia fitta e antipatica precede il nostro risveglio, e Josef, l’omino di casa cui rendiamo le chiavi, ci conforta raccontandoci allegramente che è un caso rarissimo, di solito lì piove solo a settembre. Che culo Il tempo resterà in certo tendente al brutto per tutta la giornata, ma non siamo tipi da farsi scoraggiare per così poco e partiamo subito come previsto per percorrere la Welwitschia Drive fino in fondo. Certo, con gli occhi pieni del sole di ieri, di mare, di dune e di vento sarà dura trovare indimenticabile questa giornata, ma la strada offre qualche panorama incredibile, come il Moon Landscape, che fotografiamo da più punti panoramici, ora con un baffo di sole, ora sotto scenografici nuvoloni, ora sotto una pioggerellina leggera. Quando iniziamo a vedere qualche lampo in lontananza decidiamo che è più saggio continuare le nostre ammirazioni dalla macchina finché al cielo sarà passato il malumore. La strada prende nome da una pianta, la Welwitschia Mirabilis appunto, che – copio fedelmente da wikipedia – è diffusa nell'Africa sud-occidentale, nelle zone desertiche del Kalahari e del Namib, tra l'Angola e la Namibia. È l'unica specie dell'ordine Welwitschiales e della famiglia delle Welwitschiaceae. Il nome "Welwitschia" deriva da Friedrich Welwitsch, il botanico austriaco che per primo ne documentò l'esistenza presso la comunità scientifica europea. L'aggettivo Mirabilis si riferisce alla forma insolita della pianta. In lingua afrikaans viene chiamata tweeblaarkanniedood, che significa “due foglie non possono morire". Le sue caratteristiche sono estremamente peculiari, tanto che Charles Darwin la definì "l'ornitorinco del regno vegetale". Presenta una radice a fittone molto profonda che si espande in orizzontale e due foglie dall'aspetto unico, lunghe fino a cinque metri e adagiate sul terreno. L'aspetto generale della pianta è quindi quello di una grande matassa di nastri verdi, larghi fino a quasi mezzo metro e lunghi cinque, attorcigliati e deposti sul suolo, con le parti finali che progressivamente muoiono, si sfilacciano, e diventano di colore marrone. Il tronco, piuttosto grande (in diametro) è cortissimo, e coperto dalle foglie. Si tratta quindi di un vero albero, e la specie comprende una pianta maschio e una pianta femmina. Sono sicura che Paolo si ricorda come si distinguono Per quanto rara e curiosa sia la pianta, e per quanto bello sia a tratti il panorama, non me la sento di annoverare le tre ore passate qui tra quelle veramente indimenticabili del viaggio: tante, troppe le meraviglie più vistose, perché alla parola “Namibia” il pensiero corra subito qui, e il meteo antipatico di certo non aiuta. Tra una sosta e l’altra – compresa una pausa pipì con il conetto di carta che da CHESCHIIIIIIIIIIFO è velocemente passato a MAIPIUSENZA - il tempo passa piacevolmente, e quando ci avviamo in direzione di Cape Cross siamo tutto sommato pienamente soddisfatti. Ci fermiamo per un veloce pranzo in riva al mare, consumato purtroppo in auto perché ha ripreso a piovere, e anche i gabbiani che ci fanno compagnia rimediano qualche boccone dai nostri panini. Poi Paolo, intrepido, scende sotto la pioggia a fumare una sigaretta e io, stronza, ne approfitto per far fuori tutte le patatine che sono rimaste nel sacchetto, quatta quatta e furtiva furtiva, e mi nascondo così bene che la prima cosa che Paolo dice salendo in macchina è “TU MANCIA? TU MANCIA!!!” in perfetto stile Birkermaier. Troppo tardi, cocco. Te lo dico sempre che a fumare ci rimetti tu ^^ Una pioggia insistente ci accompagna sulla Skeleton Coast, ma per quanto poco piacevole, quando avvistiamo il relitto della Zeila sono contenta che ci sia un meteo così, è davvero suggestiva e spettrale la visione, già dalla strada, di questo relitto arrivato sulla spiaggia e arenatosi nel 2008 … dallo stato di conservazione avremmo detto molto prima, ma abbiamo scoperto che in realtà si trattava di un natante già vecchissimo e destinato alla demolizione in India, staccatosi dal gancio di traino della nave che lo stava portando all’ultima destinazione durante una tempesta, e poi lasciato lì perché i costi del recupero sarebbero stati più alti del valore del ferro. Oggi è un fantasma molto concreto, pieno di nidi e di uccelli, sferzato dai marosi e tremendamente affascinante. Purtroppo è l’unico visibile con una certa facilità, gli altri relitti, grazie ai quali la Skeleton Coast si è guadagnata il nome, sono molto più su, alcuni più all’interno, nel deserto e oltre i cancelli di un’area accessibile solo con permesso e piuttosto ostica da affrontare. La strada per la Seal Reserve è ovviamente un ammasso di fango, e il Mostro si diverte a imbrattarmi pantaloni, maglia, mani, faccia, scarpe ogni volta che apro la portiera e scendo … ma vabbé, non è colpa sua, secondo me non è mai stato tanto lurido e impastato in tutta la sua carriera e ora se la gode. A un certo punto colgo un movimento con la coda dell’occhio e … “Paolo, frena!” … ci sono due sciacallini a lato strada! Scendiamo, prendiamo le nostre riserve di carne secca e gliene lanciamo un boccone alla volta. Sono mezzo spaventati e mezzo curiosi, si avvicinano, si allontanano, poi si avvicinano di nuovo, si vede che hanno un po’ di timore, ma dopo qualche boccone si rilassano. Restiamo un po’ a goderci la loro compagnia, e quando facciamo per risalire in auto … ce li vediamo disporsi uno a ciascun lato della strada e iniziare un duetto, il primo parte con un suono di gola, modulato e quasi dolce, il secondo subito dopo gli fa eco, e ci regalano un piccolo concerto di ringraziamento e saluto. Inutile dire che in macchina ci salgo con i lacrimoni, vero? Prima di arrivare al lodge ci aspetta la tappa dalle otarie di Cape Cross, dal cui soave profumino siamo stati più e più volte messi in guardia. Ci dice bene, la pioggia recente ha lavato alla bell’e meglio questi puzzoni, e anche se non si può certo scambiare questo posto per la Maison Fragonard, tutto sommato la zona è vivibile, infatti restiamo almeno una mezz’ora a incantarci e sorprenderci per le evoluzioni, la quantità, la simpatia, le voci dissonanti di questi adorabili animalotti. Sono così brutte, goffe, sgraziate e inadeguate che la sedicenne che vive dentro di me non può non identificarsi e non adorarle al primo sguardo. Purtroppo ci sono anche qua e là corpi di cuccioli morti, e nonostante qui siano migliaia, e nonostante io sappia che la natura è così, e nonostante mi dica che per il poco che sono vissuti sono stati sicuramente felici … vado via con gli occhi lucidi lo stesso. Figuratevi quando poi ne vedo uno anche sulla spiaggia davanti al lodge :o( Raggiungiamo il nostro albergo sotto lo stesso cielo incerto che ci ha accompagnato fino qui, ma che decide di farci un bellissimo regalo di nozze, prima un arcobaleno doppio strepitoso che non mi è entrato in una sola foto, e poi un tramonto inaspettatamente pieno di dolcezza.2 punti
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Scialpinismo? O è un altro caso di "maledetto correttore automatico"? [emoji23] Inviato dal Millennium Falcon1 punto
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19.05.2018 Cape Cross - Madisa Camp https://goo.gl/maps/n63X3Cfk2JF2 Iniziamo la giornata con una colazione molto poco interessante al Cape Cross Lodge, talmente poco interessante che non mi ricordo nemmeno cosa avessimo preso!!! Ha piovigginato tutta la notte, ma ora splende il sole sulla costa... la macchina pare un variegato alla nocciola per quanto è piena di fango, ma, non lo sappiamo ancora, peggiorerà! Si, perchè se anche c'è il sole, le strade sono completamente coperte di fango! Da Cape Cross bisogna tornare a sud, verso Hentie's Bay, e da qui, puntare verso l'interno. Ci fermiamo a comprare dei cristalli di sale su uno dei tanti tavolini per strada, lasciamo qualcosa più del dovuto e proseguiamo ridacchiando sulla strada fangosa, che in questo tratto è leggermente sopraelevata. Ho il Mostro, ho le 4 ruote motrici, ho gli pneumatici tacchettati, guido con prudenza, c'è una curva a destra, ruoto il volante con dolcezza... cazzo... cazzo... cazzo... Il Mostro continua ad andare dritto! Continuo a ruotare il volante, ma niente, il Mostro ha deciso che quella curva non s'ha da fare, giro ancora, Barbara chiacchiera tranquilla, ignara di tutto, non freno, ma alleggerisco un po' l'acceleratore e quando ormai sono quasi tutto sterzato a destra, il Mostro decide che è ora di girare! Mi parte una derapata che Ken Block levete, comincio a controsterzare per evitare di finire nel fosso di lato, do un filo di gas e praticamente mi faccio tutta la curva di traverso su tutt'e 2 le corsie... cazzocazzocazzocazzo... Barbara mi guarda come per dire "che stai facendo?", un paio di zig zag e la macchina è di nuovo sulla strada... Herman ha detto: "se non buchi 2 volte e non vai fuori strada almeno una volta, non hai guidato in Namibia"... Al momento sono quasi finito fuori strada, per i buchi ci organizzeremo! Facciamo il pieno a Hentie's Bay, con la macchina più nocciola che bianca, quindi via, verso l'interno! Prima fermata, il Garden Cafè di Uis, piccola cittadina dell'interno, 4 strade in croce, bella e curata. Ce lo eravamo segnati da casa, per fare una sosta e ci troviamo in un posto surreale, un giardino pieno di fiori, curato, elegante... Ci prendiamo un caffè, un paio di sandwich, una fettina di torta alla carota take away e via, verso il Brandberg. Arriviamo verso mezzogiorno, qui il giro si fa solo accompagnati dalla guida, con noi ci sono uno spagnolo, la sua ragazza polacca, la guida e un apprendista, che comincerà a lavorare da solo la prossima settimana. La nostra guida è un ragazzo simpatico che ci racconta mille aneddoti e mille curiosità sulla flora e fauna del posto; si possono incontrare elefanti nella zona, ma oggi incontriamo solo un sacco di rettili vari. E una roccia che sembra proprio la testa di un babbuino! Quando arriviamo nella zona dei graffiti, ci racconta la leggenda della White Lady... Secondo lo scopritore, la donna che si intravede qui sotto, con le gambe bianche, sarebbe una ragazza naufragata e salvata dai Boscimani... Ma la realtà è molto diversa... Probabilmente è uno sciamano che per raggiungere lo stato di estasi ha danzato tutta la notte intorno al fuoco e le cui gambe sono coperte da un sottile strato di cenere... E insieme allo sciamano, ci sono zebre, gnu, orici e antilopi... in fondo è un popolo di cacciatori e questi animali erano il loro sostentamento. Torniamo verso il parcheggio, pranziamo al volo e in un'oretta siamo al Madisa Camp... Madisa... Benvenuto in lingua locale! Ci sistemiamo in tenda, questa sera abbiamo un fantastico bagno privato con le stelle come soffitto!!! Il posto è bello, molto, molto rustico, molto vero, locale... non ci sono fronzoli, niente linea telefonica, niente elettricità, se dovessimo aver bisogno di caricare qualcosa, per un paio d'ore si può usare la presa della reception! Poco dopo partiamo per il giro al tramonto con i nostri 2 accompagnatori... Il paesaggio è molto particolare, dalla pianura spuntano delle zone rocciose. Proprio davanti a noi, un movimento, cos'è? Sono dei babbuini, un branco di una 30 di individui, ci sono tanti cuccioli, si arrampicano velocissimi su una collina rocciosa. Facciamo il nostro aperitivo al tramonto, guardando verso gli hardap... il cielo è limpido, il colore magnifico. Qui ci facciamo fuori l'ennesimo Savannah Dry con contorno di biltong e patatine guardando il sole scendere all'orizzonte... Stasera abbiamo la cena al resort, alle 7 arriviamo in zona reception ed è tutto apparecchiato intorno al fuoco... Costine di maiale, riso, mais, verdure, i piatti di latta smaltata, una birra e la cena è servita, il cuoco/cameriere è un ragazzino con un sorriso pieno di gioia, 4 chiacchiere intorno al fuoco e via, a nanna! Fa un po' freddo, ma che importa, basta stare strettistretti e passa tutto! Buonanotte... anzi, Madisa!!!1 punto
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Giudicarti male per aver scelto la California?? Al massimo avrai la nostra invidia!!! In due settimane riesci anche a scendere fino a San Diego (se non l'avete già vista nel viaggio precedente!). Ricordo il diario di @Flowerpower81 con un tour principalmente in California che ti linko qui: puoi prendere spunto dal suo itinerario!1 punto
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Io ho fatto il loop alle Vernal falls con il ritorno dal John Muir Trail, 4 ore in totale comprese tutte le pause foto e ossigeno😂 Ho avuto un po' di problemi legati all'altitudine e non essendo abituata. Fare fino alle Nevada porta via più tempo e visto che partirete nel pomeriggio calcolate bene le tempistiche. Io le ho viste dal Taft point. Allo Zion l'overlook trail è facilissimo e molto carino. L'unico problema per voi sarà il posteggio1 punto
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Ciao, ho fatto diversi viaggi in camper negli USA. Quando lo noleggiavo io nel contratto erano sempre specificate le strade che non si potevano percorrere, ed era citata anche la Death Valley durante i mesi estivi. Prova a controllare sul tuo contratto di noleggio. Il trail che hai scelto a Yosemite (Vernal e Nevada Falls Loop) è molto bello, un vero classico. Costeggi le cascate all'andata e ritorni per il John Muir Trail. Dato che tua moglie soffre di vertigini, prova a vedere delle foto del tratto che costeggia la Vernal Fall, a tratti il sentiero è schiacciato tra la parete e il vuoto. Tieni presente che Yosemite Valley ad agosto è un delirio. Calcolate dei tempi dilatati per percorrere la Valley, parcheggiare (qui la vedo dura) e poi prendere la navetta che vi porta fino all'inizio del sentiero. Per quanto riguarda i campeggi: immagino che vogliate campeggiare all'interno dei parchi di Zion e Yosemite, anche perchè i campeggi alternativi sono molto lontani. Controllate sul sito del NPS i termini di prenotazione e soprattutto calcolate quale sia il primo giorno utile per prenotare. Scegliete PRIMA i posti che vi interessano. Calcolate il fuso orario e nel momento in cui scatta l'ora di inizio delle prenotazioni fatevi trovare pronti con le dita in posizione sulla tastiera. I posti si esauriscono nel giro di pochissimi minuti. Sono campeggi molto belli e costano poco, i posti vengono sempre più ridimensionati per cercare di limitare l'impatto ambientale e la concorrenza da aspiranti campeggiatori da tutto il mondo è spietata. A Bryce è un po' più semplice, se non trovi posto all'interno del parco c´è anche un grandissimo campeggio privato (un po' squallidino secondo me) appena fuori, il parco è piccolino e si può anche fare avanti e indietro.1 punto
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A Zion il Canyon Overlook Trail è bellissimo e adatto a tutti. Molto carino anche Weeping Rock.1 punto
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Detto anche lo spezza gambe😂 no scherzo, è faticosetto e noi lo abbiamo fatto quasi di corsa quindi lo è stato ancora di più. per Zion i trail migliori portano in alto, sul rim, quindi non li consiglierei a tua moglie. In alternativa puoi fare il riverside walk e poi un pezzo di the narrows(noi abbiamo fatto massimo un chilometro in acqua, bello). Ce ne sono molti altri comunque, dai un’occhiata al sito nps per farti un’idea.1 punto
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@pandathegreat abbiamo iniziato a leggere il tuo diario e... dopo aver visto tutto ciò che c'è sull'aeronautica... ✈️🚀 mia moglie è già disperata! Nel 2015 a New Orleans eravamo stati al WWII Museum, "a causa" del diario di @Arizona 71 , e avevamo speso l'intera giornata lì! Mia moglie ancora ringrazia Grazie a @Giovanna86 ops Dovanna ci hai dato degli ottimi spunti e ci hai fatto morir dal ridere con la vostra litigata in veneto... ci siamo rivisti...visto che pure per noi l'italiano... non è la nostra lingua madre. Ora ci mettiamo a leggere anche qualche guida e nei prossimi giorni proviamo a buttare giù un giro un po' più completo, da sottoporre al vostro giudizio1 punto
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