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I Panda in Uganda - Gennaio 2023


Messaggi raccomandati

13 minuti fa, claudiaa dice:

Tutto meraviglioso! Qual'è il nome del TO a cui vi siete appoggiati? :roll:

Mountain Gorilla Coffee Tours, sono anche su Facebook, il nostro referente è stato Wetala Julius. 

 

http://www.mountaingorillacoffeetours.com/tours.html

 

Se decidi di andare, prova a chiedere come driver Robert Ddamba, con noi è stato fantastico! 

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Nessuno di questi, non ho neanche guardato la pagina a dire il vero. Abbiamo deciso noi le tappe con qualche aggiustamento successivo, e Julius ci ha preparato il preventivo, sceso di 400 usd a testa quando si sono uniti Marco e Sabrina.

Il giro è abbastanza classico, simile a quello che avevo fatto nel 2014, ma essendo ormai anziani abbiamo scelto sistemazioni più comode e con il bagno in camera

Ho aggiunto io la tappa alle Sorgenti del Nilo, di solito non compresa, e abbiamo visto il becco a scarpa il primo giorno anziché l'ultimo, per il resto ci sono più o meno le tappe che fanno tutti, in senso antiorario come fanno tutti per lasciare i gorilla verso la fine, in modo che cresca l'ansia da foresta impenetrabile





Inviato da Hogwarts

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7 gennaio - Fort Murchison - Fort Portal

 

Quella che doveva essere una lunga giornata di trasferimento, si rivela una giornata molto interessante!

Si, perché la strada che Barbara ricordava essere lunga e sterrata, è rimasta lunga, ma adesso è tutta asfaltata.

Solita colazione alle 6:30, con una simpatica ranocchia che si intrufola nella sala e partenza da Fort Murchison alle 7, ripassando per il parco, dove incrociamo un paio di giraffe, ma lo attraversiamo alla svelta, senza troppe soste.

 

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Robert ci fa fare una deviazione, lungo la quale ci descrive le case tradizionali, col tetto in erba e le pareti in legno, canne e fango... il tetto si sostituisce ogni tanto, ma i muri resistono anche 50 anni, ci mostra le coltivazioni tradizionali, dalla cassava alla banana, dalla quale si ricava il matoke, onnipresente nei pranzi dei locali. 

 

L'albero di banana, che albero non è, perché è un erba, è un po' come il maiale dalle nostre parti... nun se butta niente! 

 

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Le foglie si usano per cucinare il matoke, le bucce di banana vanno a finire ai maiali, il fusto lo usano come foraggio per le mucche! E non ci sono nemmeno problemi per piantarlo, il banano è praticamente una pianta infestante, da una radice partono i nuovi getti per i nuovi "alberi"!

 

 

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Attraversiamo un paesaggio bellissimo e variegato in un saliscendi continuo, tra natura e piccoli paesi e finalmente, poco prima di Fort Portal, troviamo le prime piantagioni di tè, enormi e con un colore pazzesco.

 

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In uno dei paesini rimediamo la merenda da una delle tante signore che si propongono con gli spuntini più disparati... dalle bananine ai manghi, da una specie di arrosticini alle cosce di pollo arrostite o alle pannocchie alla brace... non abbiamo il coraggio di provarle, ma mi sembra che pure Robert non si fidi troppo, alla fine compreremo solo frutta!

Ci fermiamo a pranzo in un buffet che propone del cibo locale e finalmente assaggiamo il matoke (molto buono), il pocho, una polenta molto compatta (rivedibile), la salsa di arachidi (ottima!) e tutte le carni possibili e immaginabili in umido, pollo, manzo, capra, un po' speziato e un po' no e per finire, il chapati, una tortilla di mais che accompagna i pasti.

 

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Visto che arriveremo a Kibale nel primo pomeriggio, Robert ci propone alcune delle attività previste dalla cooperativa locale e all'unanimità scegliamo il tour del villaggio con visita alla distilleria di birra e gin di banana, il witch doctor e le fabbricanti di cesti di papiro.

Tutto questo grazie alla nuova strada che ci ha lasciato un sacco di tempo libero, è un grosso impulso per il turismo e una fonte di guadagno non indifferente per la popolazione.

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Rapido passaggio in hotel, questa sera ci ospita il Kibale Forest Camp. e siamo pronti a cominciare la nostra passeggiata, accompagnati da Peter e dalla sua gnocchissima padawan.

 

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La gnocchissima padawan


Peter ci descrive la vita del villaggio, ci racconta che il macellaio (quello del chiosco verde), ogni sera cuoce o affumica la carne avanzata, non ci sono frigoriferi e non c'è altro modo di conservare, ci fa assaggiare il jackfruit da un signore incontrato per strada che non vedeva l'ora di scambiare quattro chiacchiere, ci racconta come si fanno i mattoni e della fatica immane per prepararsi quelli che servono per costruire una casa, circa 10000 mattoni.

 

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Fino ad arrivare da Banana Man, figlio di Banana Man sr. e che da piccolo era Banana Boy, che ci fa vedere come si ricava il succo di banana, cosa che credevo impossibile fino ad oggi...

Si impastano le banane non ancora mature con le foglie di banana secche fino a che il succo si accumula sul fondo, si filtra il tutto con una foglia di banana (nun se butta niente!) ed ecco il famoso succo, molto dolce.

A questo punto si aggiunge un po' di lievito e in 3 o 4 giorni di fermentazione diventa birra, ancora dolce, con 3 o 4° alcolici e appena frizzante. Se si aspetta una settimana, diventa vino, più secco e frizzante, dopo di che, con una o più distillazioni ecco qui il gin di banana!

 

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Finiamo la demo molto allegri... anzi, quasi 'mbriachi, ma Peter è senza pietà, ci tocca lo stregone e ci inerpichiamo tra le piantagioni fino ad arrivare alla casa del witch doctor.

 

 

 

Lo stregone non parla inglese, ma solo swahili e Peter ci fa da interprete, lui ci parla di sapienza antica, di quando le uniche cure disponibili erano queste, ci racconta che con le sue medicine si possono curare tutte le malattie non gravi, dalla febbre alla dissenteria, ci dice che ha un viagra per gli uomini e uno per le donne, ci descrive le sue erbe e i procedimenti.

Per finire, arriviamo dalle donne del villaggio, che ci accolgono con una danza di benvenuto 

 

E naturalmente, si fanno coinvolgere anche le nostre signore, con grande divertimento della bimbetta!

 

 

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Le donne del villaggio ci fanno vedere come si intrecciano gli splendidi cestini e piatti in papiro e rafia, ci raccontano come ricavano i colori, dalla terra, dai fiori, dal carbone, fino a creare questi splendidi oggetti. 

 

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Compriamo un po' di regali, sono decisamente più bravo di Marco a contrattare o solo più cattivo, ma sono comunque sicuro di aver pagato molto più del dovuto!!!

😁

Ripercorriamo le strade del villaggio per tornare verso il nostro mezzo e ci troviamo a passare proprio accanto al campo di calcio e a vedere il replay del gol di Van Basten contro la Russia...

 

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Ottima cena stasera, il Kibale Forest Camp è il nostro primo campo tendato, la notte in tenda, extralusso, ma sempre tenda, tra i suoni della foresta!

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8 minuti fa, pandathegreat dice:

La gnocchissima padawan

 

Per un attimo ho temuto, soprattutto per lei, che avesse in mano un durian... :eek:

 

 

10 minuti fa, pandathegreat dice:

ci fa vedere come si ricava il succo di banana, cosa che credevo impossibile fino ad oggi...

 

Ho appena imparato anch'io una cosa nuova :Chessygrin:.

 

11 minuti fa, pandathegreat dice:

vedere il replay del gol di Van Basten contro la Russia...

 

Il mio vecchio cuore rossonero ha appena avuto un singulto :cry:

 

 

Ma quanto è stato bello il balletto? :wub:

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 8 gennaio 2023

 

Oggi è il giorno del primo tracking, quello facile per gli scimpanzé. Se sopravvivi, ti diplomi e passi ai gorilla :Chessygrin:

 

Nella notte, nella nostra bella cameretta in mezzo alla foresta, com'è come non è, mi sono svegliata a causa di un mini sisma del nono grado della Scala Pandalli anche se ero senza impianti, e subito dopo ho sentito distintamente il rumore di trentacinque rinoceronti di cui sei in dolce attesa mettersi in marcia dallo Ziwa Rhino Sanctuary per venire a omaggiare il mio Pandone e proclamarlo loro re. Il suddetto, reso edotto la mattina seguente di cotanta notizia, avrà una crisi di ilarità che ancora di tanto in tanto si fa sentire a casaccio :megalol:

 

 

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Colazione alle 6.45, e alle 7.30 partiamo per la Kibale Forest, prendendo a bordo una giovane ranger che Robert conosce. Robert in realtà conosce TUTTI e trova sempre il modo di sfruttarli per regalarci qualche piccolo vantaggio, qualche bel momento, qualche piccola piacevole sorpresa. La nostra passeggera, Milka, sarà poi anche la guida del nostro "sgruppetto" nella foresta, e ci maltratterà con molta grazia perché siamo già amici :razz:
 

 

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Con noi ci sarà anche una coppia di tedeschi dall'aria incredibilmente ... tedesca :Chessygrin:, che ci lascia inizialmente un po' perplessi per i jeans, sandali, la dotazione fotografica ('na ciofeca de smartphone) e lo zainetto che pare la busta della spesa riciclabile della Coop, ma che poi durante il tracking ci farebbe mangiare la polvere, se solo ci fosse polvere nella foresta :-|

 

 

Dopo un briefing e due pipì, ormai edotti sui segreti degli eventuali allarmi toilette nella giungla, su come NON comportarci quando saremo in presenza dei nostri cuginetti (niente strilli, niente imitazioni cretine, niente rumori improvvisi o movimenti inconsulti, non dobbiamo spaventarli né irritarli) e su modi e tempi della nostra permanenza accanto a loro, partiamo in esplorazione. Milka ha un passo molto deciso, e senza nessun rispetto per la qui presente anziana carretta si inoltra velocemente sul sentiero, ma ogni tanto si ferma per darci qualche spiegazione sull'ambiente in cui ci troviamo e le forme di vita che lo popolano. 

 

Dopo una mezz'ora soltanto iniziamo a sentire i primi strilli, e finalmente la Sergentessa Hartman rallenta, non per pietà di me ma perché dobbiamo lasciare il sentiero e inoltrarci nel sottobosco, che se pure non impenetrabile come quello della foresta dove nel 2014 ho lasciato dieci anni di vita (e che tremo all'idea di rivedere tra qualche giorno :megalol:) è comunque abbastanza fitto da intralciare il passo. 

 

Come vedete dalla prima foto, l'entusiasmo nel vederci del primo esemplare che incontriamo è incontenibile ... non so perché, mi ricorda la Isolina, grande amica dei miei nonni, che ogni volta che mi vedeva strillava "Oooooooooooooooooooh ma che bela butiiiinaaaaaaa" :Chessygrin:

 

 

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Vabbè, piacciamo, che farci? Richiamati dall'entusiasmo di Isolina arrivano anche altri esemplari, con i quali ci intratteniamo piacevolmente per un'intera, bellissima e velocissima ora.

 

 

 

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Nella foresta si aggirano anche altri gruppi, e inevitabilmente finiamo con il pestarci un po' i piedi quando si raggiungono gli stessi punti per fotografare gli stessi scimpanzé, ma tutto sommato la situazione è gestibile. Con mia grande soddisfazione, Milka non esita a cazziare con decisione un indiano cretino che si mette proprio davanti a un giovane esemplare e lo imita con tanto di uh-uh-uh. La mia fiducia nell'umanità si fa sempre più labile, in compenso la mia propensione alla nonviolenza declina in proporzione. Nella mia vita ho perdonato molte cose, ma con la stupidità non ci riesco, lo ammetto. 

 

 

 

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Siamo davvero vicinissimi, anche se non quanto sembra, sto usando il 300 per cogliere il più possibile le loro espressioni, che se non temessi di offenderli definirei profondamente umane. Mangiano, si spulciano, fanno la cacca, strillano, ci guardano con quella che mi sembra proprio una sorta di arcaica compassione, alla fine si stufano di noi e con un ultimo concerto di strilli qualcuno di loro se ne va. Uno passa praticamente sui piedi di Paolo, che secondo le istruzioni che ci hanno dato rimane immobile, incantato e commosso, un altro si esibisce in una serie di numeri da circo con liane e rami, tanto che Milka ci fa spostare temendo che ce ne cada uno in testa, gli altri ci ignorano serenamente. 

 

 

 

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L'ora a nostra disposizione è ovviamente volata via, ma durante la camminata di rientro incontriamo ancora qualche esemplare, e finalmente anche un cucciolo, anche se purtroppo non è a terra come gli altri, ma così in alto con la sua mamma da renderci impossibile fare foto decenti. E' tenerissimo, e per quanto possibile restiamo un po' ad ammirarlo.

 

 

 

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Dopo meno di tre ore dalla partenza siamo di nuovo alla base. Ci scappa una terribile pipì, ma viene subito unanimemente rimandata al grido di "scimmia, scimmia" appena avvistiamo due colobus proprio dietro la toilette ... che fai, te li lasci scappare? e quando ti ricapita di andare in bagno e incontrarne uno? :Chessygrin:

 

 

 

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E poi perché accontentarsi? torniamo velocemente in hotel a recuperare bagagli e pocket lunch, e lungo la strada ci sono anche loro 

 

 

 

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Ripartiamo alla volta dei Crater Lakes, prendendo a bordo anche Peter, la nostra guida alla village walk di ieri (ma non la Gnocchissima Padawan, per la delusione di Paolo e Marco :megalol:) e ce ne andiamo a goderci un pranzo vista lago Nyabikere sulla terrazza di un lodge, in compagnia di uno splendido esemplare di principe azzurro. Purtroppo io e Sabrina, già felicissimamente accompagnate, dobbiamo dargli una delusione, ma cerco di consolarlo dicendogli che arriverà presto quella giusta a baciarlo :inlove2:

 

 

 

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Viene ad intrattenersi con noi anche un'ospitale e cordiale scimmietta domestica, che ci guadagna due banane e un uovo, per la verità accolto con poco entusiasmo, dalle nostre razioni K. 

 

 

 

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Dopo una breve passeggiata a bordo lago, che ci concede qualche altro avvistamento ...
 
 
 
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... e un punto di vista originale sull'arte dell'accrocco ... 
 
 
 
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Ci rimettiamo in auto per esplorare la zona dei Crater Lakes, che qui nella Rift Valley sono un'infinità. La prima passeggiata è decisamente in salita, ma anche stavolta sono fortunata, Peter è veramente esperto di piante e si ferma spesso per spiegarci qualcosa in proposito, per mostrarci una foglia particolare o per descriverci gli utilizzi di quel certo tipo di germoglio. Sono diventata una grande fan della botanica :Chessygrin:
 
 
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Lungo la strada incontriamo anche bimbi, famiglie, ragazze giovani e già stanche ma sempre sorridenti, e vediamo da vicino quanto sia faticoso vivere così ... o all'inverso quanto sia comodo vivere come noi, visto che le conquiste che ci rendono tanto facile il mondo in cui viviamo sono decisamente recenti, e quando alla mamma di Paolo, 87 splendidi anni, mostriamo le foto del Mada o dell'Uganda le brillano gli occhi perché rivede la sua infanzia.
 
 
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La passeggiata si conclude sulle rive del Lake Nyinabulitwa, che secondo la tradizione locale è "Africa Shaped", ma non ho le prove perché non siamo abbastanza in alto da poterlo fotografare per intero. Robert ci raccoglie alla fine del sentiero (proprio adesso che inizia la discesa, maledizione! :razz:) e ci porta a un altro trailhead, quello per il Top of The World, un punto panoramico da cui si abbracciano tre laghi con un solo sguardo: i due che abbiamo già visto e il Lake Nyamirima, tanto per continuare con i nomi facili. 
 
Finalmente ho l'occasione di fare i capricci, mi pianto sull'ultima ripida discesina strillando che io non mi muovo di lì e voglio la mamma e io non scendo e io non risalgo, ecco! Ora, non so se avete presente gli alpini che trascinano i muli testardi riottosi sulle mulattiere più infami, e li tirano, li spingono e li blandiscono. Ecco, immaginatevi Paolo con la penna nera :megalol:
 
 
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Io che astutamente ho lasciato il 300 sulla reflex non riesco a inquadrarne neanche uno, così ho spudoratamente rubato a Paolo la panoramica e ora la spaccio bellamente per mia. Bella, eh? Come dite? Ah, giusto, volete sapere come faccio a comparire nella foto se l'ho scattata io. Bene, se farete i bravi quando sarete grandi ve lo spiegherò :razz:
 
 
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Alla fine della passeggiata Peter ci saluta e ci dice che tornerà a piedi tanto sono pochi (!) chilometri, e noi, soddisfatti ma anche stanchi, ripartiamo in direzione del Bush Lodge, che ci ospiterà nel Queen Elizabeth Park per le prossime due notti. Ma prima ...
 
 
 
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... abbiamo vandalizzato il cartello del Tropico del Capricorno cinque anni fa, possiamo forse esimerci dal fare altrettanto con quello dell'Equatore? :Chessygrin:
 
 
 
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Robert ci invita a marcare il territorio del suo minivan, e non so se sia più tronfio lui o noi nell'esibire trionfalmente il nostro adesivo anche sulla pelle del valoroso Aiace!
 
 
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Arrivati al lodge, doccia veloce, consegna del sacchetto puzzolente alla laundry (siamo viziatelli, lo so) e pausa relax sulla veranda del nostro chalet in attesa che qualcuno venga a recuperarci per cena. Sì, perché dopo il tramonto non si gira da soli da queste parti, a meno di essere ippopotami o elefanti. 
 
Nove anni fa ho alloggiato nello stesso posto, ma all'epoca ero nelle tende del settore povery, quelle con i bagni in comune, e mi hanno proibito di fare pipì nella notte senza chiamare un omino che mi accompagnasse, quest'anno per fortuna con il bagno in stanza il problema non si porrà, anche se so che perderò per sempre la possibilità di incontrare il Principotamo Azzurro che mi aspetta dal 2014, quando venne a farmi una grugnottosa serenata notturna e a lasciare due improntone nella fanghiglia davanti alla mia tenda. Addio, Pricipotamo, ti penserò! :inlove2:
 
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9 gennaio - Queen Elizabeth NP - Kazinga Channel

 

Stamattina ce la prendiamo con calma!

Oddio, calma relativa, perché alle 7:30 siamo già pronti per partire in direzione Lake Edward (sì, i laghi grandi portano tutti nomi legati alla monarchia inglese).

 

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Quando arriviamo nel villaggio di Katwe, raccogliamo la nostra guida di oggi, che ci porterà a scoprire i dintorni  e approfitto di una pausapipì per guardarmi un po' intorno...

 
Sono pur sempre un muzungu e in pochi minuti divento l'attrazione principale dei bambini, che vogliono solo vedere le foto che scatto loro.
 
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Il Katwe Lake è un piccolo lago salato adiacente all'Edward Lake e prima di arrivarci, la nostra guida, Robert anche lui, ci racconta che negli anni '70 una società tedesca costruì un impianto di raffinazione del sale, con tanto di sistema di pompaggio che aspirava l'acqua del Katwe e la portava fino allo stabilimento scavalcando il bordo del cratere.
 
La fabbrica rimase in funzione solo per un anno e adesso i resti sono una miniera di materiale da costruzione per il villaggio.
 
Gli abitanti del posto hanno così ripreso la loro attività di estrazione manuale, che portano avanti ancora oggi.
 
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Le piccole saline appartengono alle famiglie del posto, tramandate di generazione in generazione, un appezzamento costa circa 2000$, ma in un'annata buona si recupera l'investimento e si guadagna qualcosa.
 
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Robert, la nostra guida per oggi.
 
 
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È una vita durissima, già alle 9 fa un caldo assurdo, il lavoro è terribile, sale, batteri e l'anidride solforosa causano danni enormi a chi ci lavora.
 
Si, anidride solforosa, è pur sempre un vulcano in un'area vulcanica, all'interno della caldera si notano ancora gli antichi camini vulcanici. Robert ci racconta che questo è un lago "vivo", perché anche se non ha immissari visibili, riceve l'acqua dal Lake Edward, attraverso dei canali nelle rocce, dove l'acqua si arricchisce di sali.
 
Ci racconta anche che dalle piccole saline si ricavano 3 diverse varietà di sale, quello per il consumo umano, più chiaro, quello per conservare pesce e carne e quello nero, che viene usato per gli animali, il migliore viene raccolto dai depositi al centro del lago, spostandosi con delle zattere.
 
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Da qui parte il sale che va in Ruanda, Burundi, Sud Sudan, centinaia di persone lavorano su questo sale, il loro timore più grande è di essere cacciati via, visto che nella zona c'è il litio, l'oro di questa epoca.
 
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Da qui ci spostiamo nel vicino Lake Munyanyange, sempre salato, ma per Robert, è un lago "morto", che non si può usare per l'estrazione del sale. In compenso è un'oasi per gli uccelli, fenicotteri, gabbiani, cicogne e tanti altri.
 
 
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Finalmente, arriviamo nel villaggio di Katwe, il più grande porto di pescatori del lago, con più di 100 barche. Arriviamo che è in corso il mercato del pesce e Robert ci fa conoscere le specie presenti, tra cui l'immancabile tilapia, vari pesci gatto e il lungfish, una specie di fossile vivente, un pesce in grado di respirare aria grazie a dei rudimentali polmoni e a spostarsi sulla terra, grazie alle pinne, diventate quasi dei tentacoli.
 
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Salutiamo la nostra guida e rientriamo in hotel, dove pranziamo con un'ottima zuppa di sedano e agnello con patate, alle 2 siamo già pronti per l'imbarco per la nostra gita sul Kazinga Channel!
 
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Il Kazinga Channel è un canale artificiale che connette il Lake Edward con il Lake George ed è uno dei posti più ricchi di vita che abbia mai visto... Ippopotami, elefanti, coccodrilli (uno solo, ma vabbè, avrà anche avuto compagnia!), tantissimi uccelli...
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Assistiamo anche ad una rissa tra ippopotami e capiamo perché (o meglio, lo capisce l'ippopotamo che sta scappando) siano tra gli animali più pericolosi in Africa... sono grossi, cattivi, veloci e con dei denti di tutto rispetto!
 
E non solo... quando fanno la pupù, non sono meglio... scuotono la coda, spargendola in giro... finalmente ho chiaro il concetto di "merda nel ventilatore"!
 
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Gli elefanti con i cuccioli sono spettacolari!
 
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Quando torniamo all'imbarcadero, non c'è traccia di Robert... ci ha mandato un messaggio, l'auto ha un guasto alla sospensione anteriore e il pezzo di ricambio è a Kasese, ad un'ora da qui.
Alla fine, passiamo un paio d'ore di relax nel bar, tra una bibita e 4 chiacchiere con un ranger dell'UWA (Ugandan Wildlife Authority), manco a dirlo, amico di Robert!
Ci divertiamo a fotografare un marabù, subito soprannominato "Marabrutto", colpa di quella specie di scroto che gli pende dalla gola e i bastardissimi uccelli tessitori, che hanno il vizio di volare via appena li inquadri con la fotocamera!
 
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Quando arriva Robert, facciamo un tentativo di game drive nel parco, che ci frutta uno spettacolare tramonto e qualche animale lontano.
 
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L'arte di arrangiarsi...
 

Arriviamo al Bush Lodge che è ora di cena, visto che è buio e che dovremmo farci accompagnare e poi venire a prendere, decidiamo di fermarci subito, l'immancabile zuppa (non ricordo di cosa), 2 piatti ottimi e un dolcetto.
 
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Ma la giornata è stata molto lunga e calda, la temperatura della sera è dolce e che non te la fai una bella doccia bollente sotto le stelle?
 
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Che belle le foto degli scimpanzé, hanno espressioni dolcissime :Love:.

 

Il 10/2/2023 at 17:45, mouette dice:

Nella mia vita ho perdonato molte cose, ma con la stupidità non ci riesco, lo ammetto. 

 

Come dice il saggio: "quando muori non sai di essere morto, la sofferenza è solo degli altri; lo stesso accade quando sei stupido".

 

3 ore fa, pandathegreat dice:

uno solo, ma vabbè, avrà anche avuto compagnia!

 

E se avessi avuto la fortuna di fotografare l'ultimo esemplare di coccodrillo rimasto nel Kazinga Channel? :grin:

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 10 gennaio 2023

 

 

Oggi non siamo troppo fortunati ... partiamo alle 6.30 a caccia di leoni, visto che ieri sera purtroppo non siamo riusciti a vedere nulla, ma incontriamo "solo" qualche elefante e un paio di ippopotami, e le solite gazzelle che da molto tempo ormai non ci emozionano più.

 

 

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A un certo punto Robert riceve una telefonata, fa una brusca inversione e si dirige di corsa all'uscita del parco, sballottandoci come non mai sullo sterrato. Appena raggiungiamo l'asfalto entra in modalità "velocità smodata" che rotta di Kessel in meno di dodici parsec nell'iperspazio te saluto, rientriamo in un altro settore del Queen Elizabeth e ... ci infiliamo nel più epico traffic jam mai visto: manco a Viale Marconi all'ora di punta con i semafori spenti! :megalol:

 

 

Purtroppo i leoni si sono rotti i coxxxi, che fa anche rima, e non ne vediamo manco la coda, giusto per un pelo. Abbiamo imparato un po' di cose, comunque: 1) Radio Parco Tam Tam funziona, pure troppo. 2) Dire tutti i misteri completi del rosario in cinque minuti a bordo di un minivan ugandese che si crede una Ferrari a Monza pure funziona, anche se sei atea da decenni. 3) Riuscire a districarsi nel traffico di Roma non è poi tutta sta cosa, anche se tu che sei veneta te ne vanti come Lucifero. 4) Mettersi giacca, cravatta e scarpe di cuoio per un game drive è una cosa meno impopolare di quanto si potrebbe pensare, visto che c'è un'intera jeeppona di compunti funzionari governativi, o qualcosa del genere, che spazza granelli di polvere dal colletto inamidato con aria estremamente ministeriale. 5) Sono tornati i giapponesi, e sono ancora mascherati come prima della pandemia, solo che adesso portano anche i guanti. 

 

 

 

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Ora che riusciamo a disincagliarci è tempo di tornare al Bush Lodge per fare colazione ... siamo un po' delusi ma affamati più che mai, quindi bon, niente leoni, tocca tornà in Africa, pazienza, faremo un sacrificio :Chessygrin:

 

Salutiamo le nostre stanze vista ippopotamo, gli elefanti che gironzolano tra le costruzioni e i nidi dei social weaver, e ci dirigiamo verso l'Ishasa Sector, quello dove vivono leopardi e famiglie di leoni arrampicatori, che si trovano in pochissime zone del mondo. 

 

 

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Ciao Bush Lodge!
 
 

Ora, io non lo so se avete gatti ... cosa fanno i gatti quando piove? se ne stanno al coperto e non si fanno vedere. Cosa sono i leoni? esatto, gatti grossi. Che tempo fa oggi? esattissimo, piove. Governo ladro e bastardo.

 
 
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Famme da' na grattatina ...
 
 
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La pioggia diventa un mezzo diluvio, così non ci godiamo molto la traversata del parco, ma vabbè, una giornata un po' "molla" è sempre da mettere in conto, in un viaggio. Dispiace che sia quella dei leoni, ma dopotutto domani ci aspettano i gorilla, e ci consoliamo pensando che i leoni tutto sommato li trovi in un sacco di posti (mai allo zoo, mai, dopo averli visti liberi).
 
 
 
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Sono le due passate quando ci fermiamo a pranzo in un locale tipico ugandese per un pranzo a buffet piuttosto buono anche se dobbiamo accontentarci di quel che è rimasto, vista l'ora tarda. 
 
 
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Visto che siamo in una cittadina ne approfittiamo per rimpolpare i nostri averi in scellini: decidiamo di cambiare altri 50 euro a coppia che non si sa mai (alla fine li useremo solo per una parte della mancia di Robert e per un momento di shopping sfrenato la mattina dell'ultimo giorno, ma almeno siamo tranquilli): e qui anche se viaggio con tre nerd la tecnologica sono io, che mando cento euro sul telefono di Robert con la app che uso per mandare aiuti alla nostra suorina in Madagascar, e dopo cinque minuti ho già in mano i contanti che il nostro amico ha ritirato al baracchino di Airtel. Cambio migliore che in banca e zero commissioni, la la la :megalol:
 
 
 
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E si riparte per un lungo pomeriggio sterrato e tortuoso, con qualche bellissima visione dall'alto, panorami magnifici e gente bellissima, ma la strada è davvero lunga e povera di avvenimenti ed incontri. 
 
 
 
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Arrivati a Kisoro, sorpresa: dovremmo passare due notti in homestay presso una famiglia locale, e possibilmente cucinare con loro e condividerne per un attimo la quotidianità, purtroppo però la padrona di casa (che ci viene descritta come molto anziana perché ha quasi settant'anni) è stata male ed è ricoverata in ospedale. Julius, che vive qui ma è in giro per lavoro, e Robert ci hanno già riorganizzato il soggiorno al Virunga Hotel, un posto un po' naif ma comunque pulito e più che decoroso nonostante il materasso del nostro letto abbia decisamente ceduto alla forza di gravità decidendo che io e Paolo si deve dormire viscini viscini e inesorabilmente rotolanti verso il centro. Poco male, ci dormiamo sempre, viscini viscini, sono ancora i primi tempi :inlove2::Chessygrin:
 
Andiamo a cena al Coffee Pot, a un centinaio di metri dall'hotel, per un'ottima zuppa e un buonissimo pollo al curry in porzioni strepitosamente esagerate, e decidiamo di proporre a Robert, se non si offende, di prendere per sé e la sua famiglia i regali che avevamo portato per i nostri ospiti, tra cui una moka Bialetti e un paio di palloni per i figli, e di distribuire a chi ne avesse bisogno la sacca di vestiti da bimbi che abbiamo portato con la complicità di colleghi, sorella ed amici e che avevamo pensato di lasciare qui a Kisoro. 
 
Domani si parte alle 6.30 per il gorilla tracking ... che Giove Pluvio ce la mandi buona!
 
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