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alberto tao

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Tutti i contenuti di alberto tao

  1. e che sia la volta buona e grazie per le informazioni!!!!!! Alle 13 siamo di nuovo seduti in auto .......................................................................................... e io spero proprio ancora di riuscire a raggiungere le cascate di Ajora; la strada è eterna, le buche ci rallentano, gli animali anche di più, il passaggio delle piccole cittadine è complicato. Sono cittadine di ventimila persone, forse anche meno, ma che si sviluppano in tutto lungo la strada in quanto normalmente non ci sono palazzi di più piani, e non mi stanco di ripeterlo: il traffico è bestiale anche perché ci sono un sacco di manifestazioni che si susseguono. Ma tutte oggi????’ il tempo passa e noi siamo sempre fermi, non so se increduli, attoniti o sbalorditi dal mix tra stupore di tutto questo baillame e la crescente convinzione di rendersi conto che non ce la faremo mai a fare quello che speravamo di fare. Alla bellezza frenetica di quello che ci circonda si contrappone la stanchezza della giornata di ieri e delle poche ore di riposo. Ci guardiamo: si alternano gioia e delusione con la ammirazione di un paesaggio e di una qualchecosa che cominciamo a capire ogni chilometro che passa.. Gli occhi rimangano aperti ad intermittenza; qualche dialogo tra Mule e Nur mi fa appena svegliare, ma poi riprendo una strana forma di catalessi fino al primo richiamo prostatico. Il trekking delle cascate lo stiamo oramai solo sognando. Magari, forse però riusciamo almeno a vederla da lontano, quello sì dai speriamo E nel frattempo...... Sono le 18:20 e siamo appena prima di Sodo. Mule si informa bene con gente del posto e sconsolato ci dice che per raggiungere le cascate, ma solo la partenza del percorso, è necessaria almeno mezz'ora e poi altri 30 minuti per tornare indietro, dove siamo ora. Poi per raggiungere Arba Minch ci vogliono almeno altre due ore perché con il prossimo buio, dopo il tramonto, poco dopo le 19, gli animali, oltre alle invisibili buche ci saranno gli animali che dai campi lungo le strade rientrano nei piccoli allevamenti e le strade non sono certo illuminate ed il rischio è dietro l’angolo . E Mule sta già guidando quasi ininterrottamente dalle 8 di questa mattina Amen. Razionalmente non possiamo fare gli imbecilli; decidiamo di partire subito e direttamente per Arba Minch. Ma mi sta venendo su il nervoso, il magone nel pensare che la giornata di oggi la stiamo passando praticamente immobili, seduti sulla sedia di una 4 x 4, quasi senza riuscire a fare una foto, se non di corsa dal finestrino. Mule corre il più veloce possibile, sì, possibile! Ed allora ci concentriamo ancora di più sui bordi della strada, che con i colori dell’imbrunire e del tramonto diventano incredibili, ma anche per la “paura” di quello che potrebbe succedere visto quello che sbuca ad ogni metro, tra le improvvise voragini e le ombre che si materializzano! Ecco bambini che corrono, ragazzi seduti lungo le strade, ragazze vestite eleganti che parlano quasi in mezzo, mamme con i i bambini che portano le solite taniche gialle, altre che lavano i panni lungo i torrenti e adesso….. attento agli asini carichi all'inverosimile ed ai carretti trainati da ragazzi, alcuni in piedi come fossero delle bighe altri invece normalmente seduti. Occhio guarda quelle donne con le ceste di legno in testa. Mamma mia, quei camion con i fari alti carichi di tutto. Cerchiamo di capire e di individuare e, quasi fossimo noi al volante, di riuscire ad evitare le persone ed i mille Tuc Tuc che caricano e scaricano uomini e donne oppure pacchi o sacchii e vediamo uomini vestiti a festa ed altri che hanno la miseria scritta in faccia, altri che come c…fanno, ma anche ora con il buio pesto stanno camminando, carichi come buoi. E tante donne con pesi pazzeschi sulle spalle e che credo facciano della loro esistenza un sacrificio quotidiano. Ci stiamo ora rendendo davvero conto di un mondo tanto diverso e da capire, anche qui! Siamo quasi sempre in silenzio, poi ci troviamo a sottolineare tutte queste enormi sfaccettature e sono solo alcuni dei 1000 spaccati che ci stanno riempiendo il cuore, il cervello, ogni qualvolta riusciamo ad aprire gli occhi e queste immagini ci stanno consumando già il primo giorno. E sono un bel pugno sullo stomaco! E cominciano a cementarsi ed a trasformarsi immediatamente in ricordi, anche se sono ora qui a lato, ma subito poi dietro di me, se mi giro dal finestrino. Mule è davvero magico, sfiora all’ultimo alcuni animali che sbucano dal niente; il buio viene distrutto di tanto in tanto dagli abbaglianti delle auto e dei camion che ci vengono incontro nell'altro senso e che non fanno nulla per evitarci. Si sfiorano le figure indistinguibili che sfrecciano a bordo della strada ancora come nulla fosse, come le ore che non passano, anche se l'ultimo villaggio lo abbiamo attraversato mezz'ora fa. Le luci di Arba Minch sembrano vicine, ma sono lontane, ma ci sono. Si vedono o meglio si intuiscono ed io le voglio vedere da quanto sono stanco. Cele è incredibile al solito; mai un lamento! Ed ancora qualche scossone di troppo, qualche buca presa in pieno, qualche frenata improvvisa e la speranza è quella di arrivare. Ed alle 20:30 arriviamo dopo una giornata quasi infinita. A quest’ora il check in è veloce e Nur coordina velocemente tutto. Entriamo e quasi subito usciamo dal tukul n 103 ed andiamo a cena. Wow, bello il posto anche se non si vede nulla, ma si intuisce sotto di noi la jungla ed il nulla. Che bravi; a cena ci hanno prenotato un tavolo sul bordo della Valle con vista anche se a quest'ora non c'è vista. Ma è bello lo stesso; peraltro c'è un vento freddo. Mentre aspettiamo, incontriamo e conosciamo Marco, il capo agenzia e con lui cii accordiamo per domani. A cena abbiamo due opzioni; barbecue o self service. Vista l’ora credo che il self service sia ben spazzolato e anche vedendo la postazione della cottura ci ispira il barbecue. Ordiniamo: pollo ai ferri per Nur e per me ed agnello per Cele. Attesa mezzo infinita e cibo tutto molto, ma molto mediocre. Molto meglio l’Acacia Red Dry, un vino rosso etiope di 13,5 °, sorprendente e ci ritorna l’allegria. Terminiamo la cena e corriamo in camera. Apriamo i bagagli, ma tiriamo fuori dalle valigie il minimo del minimo. Anche una Tachipirina. Non so a che ora ci salutiamo e ci diamo credo il primo e l'ultimo bacio della giornata. E’ bello stare con Cele anche perché mi rendo conto che entrambi abbiamo colto la fortuna e l'importanza dell'esperienza appena passata; stanchissimi! Buonanotte:ora sveglia fissata alle 7:30 di domani
  2. avviso per i non vedenti: cambiare forum😊
  3. PANDA CREDO CHE ADESSO TU RIESCA A VEDERE ANCHE QUELLE DEL 27 CHIEDO CONFERMA
  4. E QUESTA SI VEDE???? SPETTACOLO PURO!!!!!!!!!
  5. tu vedi sempre, fantastica😍 Ora sono gli altri e vorrei capire perchè alcuni si ed altri no..... QUANDO PARTONO I TUOI AMICI E CHE PERCORSO FANNO?
  6. ok ricaricato foto in altro modo ditemi per favore se si vedono x TUTTI😁
  7. e ora in modo molto più intenso, perchè cominciano i pugni sullo stomaco 28/12 Giorno 2: ADDIS ABEBA – ARBA MINCH Il viaggio ad Arba Minch conduce prima attraverso l’altipiano etiopie (Butajira, Hosaina, Sodo). A sud di Addis Abeba facciamo il primo stop a Tiya. Il sito archeologico si compone di oltre 30 stele in pietra ricoperte di simboli di un'antica cultura etiope. Dal 1980 fa parte del patrimonio culturale mondiale dell'UNESCO. Tra Hosaina e Sodo avremmo voluto fare la deviazione per le cascate di Ajora. La strada scende poco a poco nella “African Great Rift Valley” fino alla città Arba Minch (tradotto “40 sorgenti”). Siamo andati a letto solo poche ore fa, ma sono già sveglio alle 6:50 e sarebbero le 4:50 italiane. Qui siamo due ore avanti (come pure ad Istanbul) rispetto a Padova. Faccio piano piano ed alzo la cornetta del telefono per evitare che quelli della reception sveglino Cele di soprassalto; mi fiondo in doccia. Veloce e calda…ah…mi sento in forma…ma non so fino a quando. Apro la porta del bagno e ….appena in tempo. Bussano alla porta: ringrazio il ragazzo della reception, salito per vedere che cosa era successo al telefono, tutto preoccupato; un po’ mi spiace per lui. Cele credo fosse già mezza sveglia e con il ticchettio si alza rapidamente. Il cambio è quasi immediato: sistemiamo lo zaino per il giorno di viaggio di oggi e prendo le scarpe per “camminare. Speriamo di fare il trekking delle cascate, delle AJORA FALLS, ma non ho idea del tempo di percorrenza del lungo tratto da Addis Abeba fino ad Arba Minch ed in particolare del traffico. O meglio guardando Google Maps faccio delle ipotesi, poco credibili poi vista la situazione delle strade. Oggi è sabato 28 dicembre. Con Cele andiamo alle 7:30 per la nostar prima colazione etiope, vediamo un po’! Nur ci sta spettando, bene; buona la puntualità. Ha già concluso e mangia pochissimo o niente ed è magro come un’acciuga. Ci saluta e va ad organizzare prima il check out e poi l'auto. Prendiamo due hommelette, tè e caffè, bello forte questo etiope. Un po’ di delusione però: per il resto la offerta della colazione è poco più che minima. Segue un veloce salto in camera e subito scendiamo con i bagagli pronti. Mentre Mule li carica noi ci accordiamo con Nur per comprare il prima possibile parecchie bottiglie di acqua per il viaggio Chiedo a Nur anche di comprare una SIM per il secondo cellulare. Nur mi comincia a piacere, anche se Mule dice che assomiglia alla Gioconda di Leonardo. Mah. Evidentemente ci trova qualche cosa di strano. Nur è apparentemente strano, ma èefficiente e lo dimostra subito. Si è già organizzato e mi dà un suo cellulare, non uno smartphone, ma uno “vecchio stampo”, ma utilissimo per chiamare con la SIM etiope in Italia ad un costo decisamente contenuto. Alè!, finalmente si parte!!! Nonostante sia sabato mattina e relativamente presto, il traffico c'è ed a noi pare apocalittico. Siamo fermi o procediamo alternando piccole accelerate a pause e rallentamenti continui. Ci sono molte auto, ma soprattutto tanti, tantissimi tuk-tuk. Ad Addis Abeba non ci sono invece moto, non ci sono scooter, non ci sono biciclette, in compenso c’è un bel casino. Compriamo in un market lungo la strada una scheda sim, l’acqua ed anche delle ottime banane, perfette per integrare la modesta colazione. Lentamente usciamo dalla bolgia di Addis Abeba senza prendere la piccola autostrada, l’unica in questa parte di Etiopia e che porta a costeggiare i laghi verso sud. Mule confabula ogni volta con Nur sul percorso migliore e prende una serie di stradine interne che finalmente ci portano fuori città. Ma non è che la situazione migliori poi di tanto. La velocità media varia tra i 30 ed i 40 km/ora ed è e sarà la caratteristica dei tempi di movimento di ogni singolo tratto di strada. Sempre. Il kilometraggio non conta. Contano le buche per terra, gli animali che non si spostano, l’attraversamento delle cittadine. Cerchiamo di raggiungere Tiya per vedere le tombe e le stele, Patrimonio dell'Unesco. Passiamo tra i vari paesi sempre sperando di riuscire a fare in tempo a vedere le cascate Chiacchieriamo per ora allegri e belli gasati; la schiena stranamente sta bene; la strada comincia ad essere finalmente meno trafficata ed ai lati della strada comincia a manifestarsi la vita. E noi cominciamo a scoprire la vita qui in Etiopia, perché la vita è proprio quella che si può vedere o voler vedere ogni metro che passa, da entrambi i lati della strada; e cambia di continuo.. La strada è la vita con i suoi come ed i suoi perché; flussi di persone ferme o che camminano ovunque; vecchi e studenti, bambini dappertutto e poi animali; c’è chi lavora, chi cammina, chi raccoglie e trasporta acqua nelle solite taniche gialle, chi ha sulle spalle cataste di legna, chi si carica in testa di tutto e di più, chi corre sopra un carretto, chi va a comprare o portare prodotti al mercato, chi…. chi…. chi…. quanti chi!!! Tantissimi chi da provare a capire, ma al momento ci frenano la corsa. Solo dopo mi renderò conto di tutto, ma adesso mi stanno costringendo forse a rischiare di non vedere le cascate a cui tengo tantissimo. E condizionano il passaggio, come i pascoli. Ho sempre creduto che gli animali pascolassero sui prati o nei campi. Invece no, Qui gli animali, che siano capre o pecore, asini o muli, zebù o mucche tutti hanno lo stesso DNA sincronizzato. Sono diventati praticamente una componente delle strade. Asfalto o polvere è indifferente, come fossero osmoticamente legati alla strada. Non si spostano, mai!! Camminano o stazionano stabilmente in mezzo senza nessuna preoccupazione e il rumore del clackson o i contatti con il paracarro non portano a nulla. E non è il caso di ammazzare un animale, sacri non come in India, ma quasi e che soprattutto sono patrimonio dei pastori. e guai a fare inc…. i pastori, che da sotto la coperta che li avvolge o che hanno appoggiato sulle spalle tirano fuori un bel kalashnikov Arriviamo a Tiya. Tiya è un piccola città del sud del'Etiopia, nella provincia di Gurage. La sua importanza è dovuta alla presenza di un sito archeologico, costituito da 36 monumenti, inclusi 32 stele che racchiudono un complesso cimiteriale di epoca preistorica e che contengono delle incisioni. Il sito di Tiya è ritenuto il più importante dei 160 scoperti nella regione di Soddo, a testimonianza della centralità che l'Etiopia ha avuto nello sviluppo della civiltà umana. Nel 1980 il sito è divenuto Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Il sito, scoperto nel 1935 da una spedizione etnografica tedesca, è ancora oggi oggetto di studio, perchè l'origine e l'interpretazione dei disegni è ancora lontana da essere spiegata. I monoliti, altri tra 1 e 5 metri, sono tutti incisi con grafiti di diverse categorie, tra cui spade e disegni antropomorfici. I corpi sepolti sono stati datati al radiocarbonio tra il XII e il XIV sec. e sembrano appartenere a guerrieri morti in battaglia. Dedichiamo 20 minuti, ma il sito è piccolo. Nur è molto preciso. Sotto il sole fa bello caldo, anche se siamo ancora vestiti un po’ pesantini! Alla fine, vicino al piccolo park c’è una capanna – market. Mi trovo a contrattare prima una statuetta, poi anche un bel poggiatesta in legno, ma abbiamo fretta e lascio poco convinto; un po' mi spiace, ma con il senno di poi qui hanno prezzi elevatissimi ed ho fatto bene. Ripartiamo e cambia il paesaggio. Ma anche la strada cambia…..in peggio; le buche sono ovunque e gli slalom si alternano a frenate, sono una determinante del percorso obbligato e che si sta allungando a dismisura, non certo come chilometraggio!!!!! Sono le 12 passate ed abbiamo fatto solo un piccolo pezzo del percorso previsto per oggi. Ci fermiamo per un pranzo-jet a Butajira, al REDJET Hotel. Incontriamo le cinque jeep di altri tour, anche loro con noi a Tiya. Speriamo si mangi bene. Mule si raccomanda che si riparta presto; non c'è problema per noi, anche se è necessario almeno sgranchirsi un pò. L’l'obiettivo comune è quello di accorciare i tempi il più possibile. Il posto è carino e ci sediamo ad un piccolo tavolo sul terrazzo, piccolo ma comodo. Questo è l'unico ristorante di un certo livello nella zona, visto il target di persone che lo frequentano, e sono soprattutto locali, e vista la quantità del personale disponibile. Ordiniamo injera, riso e carne, poi riso con verdure e poi del caffè che qui servono come al solito all'interno di bellissimi bricchi di terracotta, ma in questo locale rigorosamente accompagnato da popcorn dolce. L'injera è il tipico pane etiope. Si presenta come una grande crêpe scura e spugnosa, con un gusto acidulo che difficilmente si può definire gradevole per un palato abituato al pane! Nei ristoranti tradizionali vale la pena ordinare il baya-ynatu: su un grande cesto in vimini, chiamato mesob, viene messo un piatto con due grandi injere sovrapposte e rimboccate lungo i bordi. Al centro si versano piccole porzioni si salse e cibi etiopici: il wot (salsa piccante), il doro wot (spezzatino di pollo), il kai wot (spezzatino di carne), verdure e aib (formaggio fresco). Tutti i cibi sono piccanti o comunque molto saporiti. Si strappa un pezzetto di injera e con esso si prende il cibo e lo si porta alla bocca. Accompagnata al gusto piccante di questi cibi, il sapore acido dell'injera non si avverte e risulta un'ottima alternativa alla forchetta. In alcuni casi l'injera viene servita in una sorta di rotolo che, come fa notare la Lonely Planet, assomiglia incredibilmente alle salviette calde servite sugli aerei. L'injera è preparata con il teff, un cereale che cresce sull'altipiano e che è ricchissimo di ferro: come tutti i cereali contiene calcio, potassio, proteine ed è ricco di carboidrati. Il teff ha una particolarità: la sua buccia, un po' come l'uva, contiene una sorta di lievito naturale, di conseguenza nella preparazione dell'injera non si aggiunge lievito. Il teff viene macinato e con la farina si prepara un impasto che viene lasciato fermentare per qualche giorno. La farina di teff viene poi impastata con acqua e sale e cucinata in un piccolo forno: il mafade, un disco di terracotta chiuso da un coperchio mobile, che viene sistemato direttamente su un fornello di fango e argilla. Oltre al teff l'injera può essere preparata con mais, miglio, sorgo o riso ma in questo caso assume un colore diverso. Alle 13 siamo di nuovo seduti in auto ...............................................................................................................
  8. si comincia per forza in modo molto soft 27/12 Giorno 1: volo Venezia - Istanbul - Addis Abeba Oggi è il 27 dicembre, giorno della partenza di questo nostro tour, ma è anche il compleanno di nonna e allora cribbio andiamo a festeggiare! Alle 7:15 saliamo gli 8 gradini e le facciamo gli auguri quasi svegliandola, anche se mi sembra ci stia aspettando. Caspita, ho una mamma fantastica. Noi partiamo, la abbandoniamo tra le mani forti e sicure di Sanda, ma è comunque allegra o cerca di dimostrare a noi di esserlo e ci trasmette sempre il buon umore, anche se dobbiamo lasciarla per alcuni giorni. Scendiamo in garage e prendiamo la Subaru, più comoda per i bagagli e Enrico se la sente di guidarla soprattutto. Puntualissimi con i nostri tempi alle 7:30 partiamo. Ci porta Enrico e per la prima volta dopo tanto tempo privilegiamo fin da subito l'autostrada, evitando le lunghe strade alternative che di solito in questi casi siamo tentati a prendere per non rischiare di rimanere imbottigliati. Incrociamo le dita e via. Incontriamo poco traffico e tutto procede al meglio: alle 8:10 siamo in aeroporto a Tessera. Baci, saluti, auguri. Facciamo un po’ di strada a piedi fino alla coda del check-in on-line e dunque velocissima. Scegliamo anche la fila della uscita di emergenza per stare più comodi. Abbiamo tempo e approfittiamo per fare anche la tessera della Turkish. Ultimate le pratiche come al solito serve una colazione di quelle giuste e ci fermiamo al solito posto che oramai rappresenta una delle pochissime alternative che Tessera offre in questi ultimi anni: caffè e americano, torta della nonna, muffin. L’imbarco è veloce ed il volo medio- tranquillo; mi guardo The Mule, il film di Clint Eastwood: mi piace e non mi accorgo del continuo traballio e degli avvisi di turbolenza. Quasi una coincidenza visto quello che è il nome del nostro prossimo autista, ma questo lo scopriremo solo poi. Arriviamo ad Istanbul al terminal F; ci fermiamo davanti allo Starbucks, al piano terra e rimaniamo 4 ore seduti sul divanetto; siamo sbarcati alle 13:05 e la partenza per Addis Abeba è prevista per le 19:35. Leggo il libro di Marco Presta che Cele mi ha regalato per Natale Sarà il freschetto, sarà quello che sarà ma il problema prostata lievita di minuto in minuto e frequento tutti i WC dell'aeroporto. Prendiamo solo acqua. Mi sto sciogliendo, aiuto!!! Forse per la partenza, rilassati dopo lo stress feste, forse per l’assenza di alimentazione alcoolica o simile di questi giorni, rimane il fatto che vado ai servizi ogni mezz’ora e mi sto sciogliendo. Il personale dei servizi ha cominciato a guardarmi male ed ho cambiato wc per evitare allarmismi spiacevoli. Ma continuo. Alle 17:50 arriva l'indicazione del gate n 3 e saliamo allora al primo piano dell’aeroporto; e qui si apre il mondo. Noi giù tranquilli e qui sopra il caos, anche se “pulito” Camminiamo in direzione del gate fra ristoranti, locali duty free, negozi, giganteschi espositori, salottini iperfrequentati e tante scale mobili In attesa di salire la security controlla tutti i trolley da viaggio più volte, capillarmente. Mah, vedo occhi preoccupati in giro. Poi il volo o meglio l’attesa del volo; vedo il messaggio di Marco, il nostro agente ad Addis Abeba; ci avvisa per WhatsApp che è cambiata la guida; invece di Samuel avremmo tale NUR. Anche lui è sempre in lingua italiana e la situazione non dovrebbe essere molto diversa da quanto previsto da programma: speriamo bene. Aspettiamo ancora; al solito in ritardo e questa è una componente che ci accompagna nei nostri viaggi in questi ultimi anni. Finalmente alle 20 decolliamo; la cena a bordo è con pasta, una buona mousse e prendo un vino rosso che nulla di particolare, ma per nulla male. Riesco a dormire nonostante un bambino parecchie file più indietro continui ad ululare. Ho fatto una penetrazione certosina con i tappi di plastica che riesco ad estraniarmi alla grande ed a riposare; arriviamo ad Addis Abeba alle 1 di notte. Personale di terra continua anche qui il controllo del trolley; per fortuna non ci riguarda, visto lo zaino che invece noi abbiamo. Aver fatto il visto obbligatorio on-line la scorsa settimana è stato una grande, grande vantaggio. Ci canalizzano verso una piccola vetrata a differenza di gran parte dei passeggeri che si mette in una lunga fila per procedere alla regolarizzazione. Usciamo molto prima di altri al controllo e vista l'ora questo ci ha permesso di guadagnare decisamente molto tempo. Siamo in attesa dei bagagli che “ si comportano bene”. Si fanno attendere giusto un minimo, ma arrivano. Un nuovo pit-stop per entramb; mando un messaggio a Nur,la nuova guida e lo avviso che siamo prossimi all'uscita; mi risponde tutto ok: bene! Da sciocchi e mezzi addormentati usciamo e seguiamo anche due persone e sbagliamo la discesa trovandoci in mezzo ad un mucchio di tassisti assatanati che ci vogliono accompagnare in un qualsiasi hotel. Sono gentili, ma assillanti e non è poi così facile liberarsene in odo educato. Finalmente incrociamo Nur con il cartello con il nostro nome. Saluti e via; mi sembra abbia circa 40 anni, si esprime molto bene in italiano, sembra simpatico, è molto magro, sorridente: ci aiuta e ci accompagna all'auto dove conosciamo anche l'autista, Mule di soprannome. Il nome è di quelli complicati da pronunciare per esteso. Guida una Toyota 4 x 4 . Mi sembra completamente l’opposto di Nu. Piuttosto grosso di corporatura, sui 44 anni, mi sembra il tipo godereccio, ma è molto gentile nei metodi; spiaccica qualche parola in italiano ed ha un inglese che riesco a decifrare. Ok si pùò comunicare anche con lui. L auto è super pulita ed anche questo è un punto di forza; ci portano veloci in hotel sono quasi le 2 quando arriviamo al Heyday Hotel, a 4 km dall'aeroporto. E ’una piccola struttura con stanze abbastanza grandi e molto pulite, con bagni un po' più datati. Heyday Hotel Addis Ababa Nifas Silk Lafto Sub City, Wereda 09 Saris Addisu Seffer, Addis Abeba 1110 Etiopia 00 251 92 909 9328 Mi sembra anche abbastanza tranquillo; primo piano camera ok. Chiudiamo occhi e luce alle 2:30 con la sveglia prevista alle 7 e con appuntamento con Nur alle 8. Una volta tanto faccio poca fatica ad addormentarmi: sono imbottito di gocce e di sonniferi già dal volo
  9. Prezzo 1450 a persona Volo escluso Tutto compreso. Tour x 2 persone con guida parlante italiano + autista. Auto Toyota 4x4 Ultimo giorno 5 gennaio camera in day use il pomeriggio Entrata ai parchi e villaggi compresa Colazione, pranzo e cena.
  10. Spero di farcela....sono indietro in quanto casini ed impegni da anno bisesto.... Ma ci provo....se hanno bisogno... ci possiamo contattare
  11. Etiopia 2019/2020 La Valle dell’OMO L'obiettivo principale di questo tour nella Valle dell'Omo meridionale è stato quello di visitare i diversi gruppi etnici, i loro villaggi isolati ed i loro mercati. Le strade per queste zone remote sono a volte lunghe e difficili da percorrere. Abbiamo attraversato anche gli altopiani etiopi per visitare alcuni siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO e per vedere la produzione di alcuni generi alimentari tipici e di artigianato locale. Infine abbiamo visitato 3 parchi nazionali, con almeno una piccola panoramica della fauna selvatica etiope ed ammirare alcuni paesaggi straordinari Programma 27/12 Giorno 1: volo Venezia - Istanbul - Addis Abeba 28/12 Giorno 2: ADDIS ABEBA – ARBA MINCH 29/12 Giorno 3: CHENCHA, CHAMO SEE 30/12 Giorno 4: ARBA MINCH – KONSO – JINKA 31/12 Giorno 5: MAGO-PARCO NAZIONALE, MURSI poi viaggio a Turmi) 01/01 Giorno 6: ESCURSIONE A OMORATE, visita Dessanech a Omorate o villaggi Kara, poi ritorno a Konso 02/01 Giorno 7: KONSO – YABELO, visita pozzi cantanti 03/01 Giorno 8: YABELO - YIRGA ALEM – HAWASSA 04 /01 Giorno 9: HAWASSA- LANGANO, visita parco nazionale Abjatta Shalla 05/01 Giorno 10: LANGANO - ADDIS ABEBA 06/01 Giorno 11 partenza alle 1.50 Addis Abeba – Istanbul – Venezia Caratteristica dell’itinerario del viaggio: partenza da Addis Abeba per lasciare rapidamente gli altipiani scendendo verso sud, addentrandosi nella Rift Vallet per arrivare al confine estremo, alla frontiera con il Kenya nella Valle dell’OMO RIVER riporto una breve indicazione ripresa dal web , ma indispensabile per comprendere l'area e le etnie. Mi sono supportato con tantissime altre informazioni facilmente reperibili e da approfondire di volta in volta a seconda di quello che uno vuole o riesce a visitare. Tutto non si può ed anche i bellissimi SURMA sono praticamente impossibili da raggiungere e l'area è anche l'unica ad essere pericolosa Il fiume Omo, esplorato da Bottego nell'estate del 1896, scorre nella parte meridionale dell'Etiopia e si immette nel Lago Turkana. Lungo le rive di questo fiume vissero diverse specie di ominidi e di animali preistorici, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici. La zona dell'Omo River era la meta principale di questo viaggio e non mi ha certo deluso. Attraverso strade sterrate e piste in pessime condizioni, ci si addentra nelle lowlands etiopi, raggiungendo villaggi e mercati dove vivono alcune popolazioni tribali tra le più particolari e primitive dell'Africa. La vita di questa gente è veramente semplice e legata ad un regime di sussistenza, tormentata da un'alta mortalità infantile e da malattie come malaria e febbre gialla. I turisti, così diversi e strani, vengono chiamati ferengi, termine generico usato in tutta questa zona per indicare i bianchi, che deriva forse dall'inglese french o dal persiano firangi, utilizzato anche nello Sri Lanka. I ferengi regalano caramelle, penne, magliette e soprattutto birr nuovi di zecca perciò vanno assillati fino all'inverosimile! I più poveri e i più isolati, come i Karo e i Mursi, sono anche i più insistenti e non accettano assolutamente che si fotografino loro e le loro capanne se non li si paga. Ci assoggettiamo alle loro richieste, qualche birr per noi non ha significato, ma per questa gente che vive nella povertà e nella malattia può fare la differenza. I villaggi dell'Omo River sono abbastanza diversi tra loro: gli Hamer e i Konso ad esempio recintano le capanne, come a identificare lo spazio che appartiene ad ogni famiglia; tra i Mursi e i Karo queste separazioni sono meno evidenti e definite. All'interno del recinto spesso si trovano un piccolo orto, uno spazio per gli animali e il pollaio. Le capanne degli Hamer, dei Karo e dei Mursi sono circolari, con una struttura di pali di legno ricoperta con foglie di ensete essiccate. I villaggi dei Galeb sorgono nei pressi di Omorate e del Lago Turkana. Le capanne sono piccole, meno curate ed hanno una forma di zuccotto: si tratta di rifugi provvisori, destinati ad essere smantellati e ricostruiti all’interno, appena le piogge cominciano ad ingrossare l'Omo River. I Galeb sono pastori, convivono con asini, pecore e capre in una terra desertica e inospitale. Sono molto alti e longilinei. Il villaggio di Machekie è un modello vivente di architettura Konso. Le capanne sono le più imponenti dell'Omo: il tetto è formato da due coni sovrapposti per una migliore protezione dall’acqua. È ricoperto di sambelet, erba a gambo lungo diffusissima nella zona; sulla cima è sempre posto un vaso come decorazione. Questi tetti possono durare da 7 a 10 anni, poi vengono rifatti. Ogni capanna è recintata e possiede un granaio per il sorgo, la principale coltura di questa zona. Alcune grandi capanne senza pareti sono le case della collettività, dove tutti, comprese le donne, possono riunirsi per godere il fresco o riposare. All’interno di un cortile di Machekie si trova un waga: sono pali di legno tenero intagliato e provato dalle intemperie, che raffigurano un antenato particolarmente coraggioso, le sue mogli e figli, gli animali selvatici uccisi. Un tempo ogni famiglia possedeva un gruppo di 6/7 waga, che avevano lo scopo di proteggerla da disgrazie e malattie: oggi ne sono rimasti pochissimi, perchè venduti o trafugati agli antiquari. Su un pianoro che domina l'Omo River, a pochi chilometri dall'ingresso del Mago N.P. sorgono alcuni villaggi karo. I Karo sono molto poveri e sono rimasti in pochissimi. Sono noti per le belle pitture e le scarnificazioni con cui decorano il proprio corpo. Le scarnificazioni vengono eseguite dalle donne sulla pancia e lo sterno o sotto il seno con una serie di linee orizzontali e verticali. A differenza delle Mursi, le Karo s’infilzano il labbro inferiore con tutto ciò che trovano: spine di acacia, chiodi, viti. All'interno del Mago N.P., al termine di una pista fangosa si trova Omo Mursi. Gli abitanti di questo piccolo villaggio vivono in attesa che arrivi qualche gruppo di visitatori. Il contatto con il turismo li ha resi avidi di birr e bisogna contrattare su ogni foto o danza o performance. I Mursi si dipingono il corpo e si addobbano il più possibile, ma si tratta evidentemente di pitture corporali sciatte, fatte in fretta solo per rendersi più "fotogenici": hanno ormai capito perfettamente i gusti e le esigenze fotografiche dei turisti. I Mursi rimangono un popolo particolare, reso famoso dal fatto che le donne usano il piattello labiale come segno di bellezza. Fatti con argilla rossa o grigia, talvolta decorati con graffiti, i piattelli hanno una scanalatura che ne permette l'inserimento nel labbro inferiore o nei lobi delle orecchie. Li portano solo le donne, che iniziano da piccole inserendo pezzetti di legno ed allargando il buco con piattelli sempre più grossi mano a mano che crescono. Non si sa di preciso il motivo di questa usanza, alcuni antropologi ipotizzano che servisse a scoraggiare il rapimento delle donne da parte degli schiavisti. In questa parte dell'Etiopia circolano pochissimi soldi e si utilizza largamente il baratto.
  12. Fumane di Valpolicella.... posticino che frequento da una vita per grossi problemi enologici......ci si organizza a breve......ma sarà ....se sarà se chi può vuole....x il 2021..... Estate 2020 in fase di ultimazione...come programma😏😏 Ma cominciamo a pensarci e credo si possa fare una bella e varia chiacchierata
  13. Poi mi dovrete BV raccontare delle suore e del centro in Madagascar...ma magari ci si riesce a vedere davvero
  14. Pedissequamente, passo dopo passo, sperando di fare una fine diversa.😏.....VIAGGIO che consiglio A S S O L U T A M E N T E PRIMA CHE LE DIGHE DISTRUGGANO IL TERRITORIO E QUESTE ETNIE SPARISCANO O ABBANDONINO TERRITORIO E TRADIZIONI!!!
  15. Premessa Il viaggio è stato organizzato ancora a Maggio scorso insieme con Massimo e Monica, con i quali siamo da poco tornati dalla bellissima esperienza tra Bali, Sumba, Flores e Komodo. I grossi problemi personali in seguito ad un incidente del 22 novembre hanno costretto i nostri amici a dare forfait. Pertanto di corsa e la collaborazione di Simien Eco Tours abbiamo risolto tutto senza nuove spese, utilizzando il 30% di acconto da loro pagato e non rimborsabile come nostra copertura. Altre piccole cose sono state sistemate ed abbiamo modificato il mezzo da pulmino ad una Toyota 4x4, che si rivelerà poi ottimale per le strade percorse. Guida parlante italiano: NUR, cambiato il giorno prima di partire ed è un free lance Autista: Mule, dipendente dell’agenzia etiope. Location molto eterogenee, alcune davvero molto buone, altre discrete, una terribile, ma lo sapevamo. Cibo; mediamente ripetitivo , quindi poco vario e di livello modesto. Come al solito ci sono state fortunate e positive eccezioni Clima: ottimo, perfetta lòa stagione. Ha piovuto solo la seconda notte . La sera in altopiano clima fresco, mai freddo. In Rift Valley e dunque al sud, caldo anche tanto nelle ore centrali ed al sole, ma fresco di notte. Spesso cenato in maniche corte. Pericolo: mai avvertito pericolo, né da parte di persone , né di animali, anche se ci sono stati momenti singolari. Il pericolo è dietro l’angolo sempre, in particolare per il traffico e per il modo di guidare. Costo: la spesa del volo varia dalle 500 alle 750 euro per Compagnie buone e durate normali. In 2 persone, con la guida in italiano, l’autista personale e tutto solo per noi è ovvio che il prezzo è più alto del normale. Mangiare costa molto poco, così come la birra (buona), così come le mance (obbligatorie di fatto). La spesa maggiore è stata quella del vino, per noi. Una buona davvero bottiglia di Rift la si paga al ristorante sui 12 euro, una pazzia per i prezzi etiopi, accettabile per le nostre voglie. E la classifica???? Al solito è molto complicato definirne una in modo assoluto, anche in quanto questo tipo di viaggio è molto caratteristico e specifico. Siamo partiti per “scoprire” le etnie ed i popoli della Omo Valley e sono questi ad averci dato le emozioni maggiori. Ma la forza del viaggio è la quotidiana scoperta della vita che si muove lungo le strade, sempre piene di persone, di animali, di mezzi di trasporto, di momenti unici, sempre diversi e sempre presenti, che ti fanno sopportare le tante ore di auto e spesso entusiasmare perché ti fanno capire la vita e il modo di vivere in questo Paese e che non potresti comprendere se non si facesse un On the Road, come lo abbiamo poi fatto noi, anche se indubbiamente stancante. E quindi preferisco solo aggiungere un collage di alcune foto, come il completamento di questo puzzle di sensazioni belle e meno belle, serene e molto forti, facili e più complicate, troppo interconnesse tra di loro per non considerarle nella loro diversa unicità! con qualche momento anche di comodità e di appagamento anche eno......
  16. ciao, scusa, si vedono ora le mie foto???

  17. TROVATO PROGRAMMA ED è DEL 2009 6 agosto arrivo alle 6 del mattino partenza da Windhoek verso nord sulla B1 per Okahandja, Otavi, Tsumeb poi la C38 verso Etosha. Notte al MOKUTI LODGE. Molto bello (allora) ed entrata nel parco e primi giri già dal pomeriggio (i cancelli aprono all'alba e chiudono al tramonto tremendamente puntuali) 7 agosto Parco Etosha con i vari safari da soli e con la cartina delle pozze e dei punti chiave. Notte all Okaukuejo Rest camp (120 km) 8 agosto ultimo safari in Etosha e e uscita SUD all' Andersson gate poi la C38 per Otujo e la C40 per Kamanjab. Quindi la C35 in direzione nord poi verso Damaraland al Rustig Toko Lodge....a 8 km da Kamanjab (circa 300 km) 9 agosto Damaraland e Kaokoland Partenza sulla C35 verso nord fino al bivio con la C41. d Opujo prendere la C43 per Epupa all'Omarunga Camp, davanti alle cascate, con pernottamento. strada spettacolare tra villaggi e baobab 10 agosto Visita ai villaggi Himba intorno all'Epupa e pomeriggio rafting sul fiume Kumene ai confini tra Namibia e Angola. Notte ancora all'Omarunga Camp 11 agosto Passeggiata da soli risalendo le cascate e poi verso il Villaggio di Opuwo lungo la C43 e notte all'Opuwo Country Lodge (200 km) 12 agosto Opuwo sullla C35 fino a Khorixas poi la C39 verso Outjo. A circa 40 km da Khorixas prendere la D2743 sterrata verso Ugab Terrace Lodge con pernottamento (camere alte) 13 agosto Ugab Terrace ...poi in direzione Khorixas sulla C39 e proseguire per Twyfelfontein prendendo il bivio D2612 e poi D3214. Visita nel pomeriggio alla foresta pietrificata e alla montagna bruciata. Notte al Twyfelfontein Lodge (150 km) 14 agosto Twyfelfontein poi prendere la C2617 verso sud fno alla C35 poi verso Uis e Henties Bay quindi a sud per Swakopmund sulla C34. Notte all'Hotel Eberwien (carino ma nulla di che) 15 agosto Swakopmund mattina presto giro in barca alla Walvis bay....merita. Al pomeriggio 4 di noi sono andati a fare il volo sopra la costa. In quattro invece abbiamo scelto la guida i 4x4 tra le dune e la laguna. Mi è piaciuta molto. Eberwein Hotel 16 agosto Swakopmund a sud lungo la C14 per Solitaire....neanche a ripeterlo che il dolce di mele vale assolutamente, attraversando il Parco Namib Naukluft con Gravel Plains, Valle della Luna, Oase Goanokontes e le piante Welwitschia. Notte nello splendido e comodo Namib Desert Lodge a 30 km a sud di Solitaire 17 agosto Sossusvlei e Sesriem canyon e ritorno al resort (140 km) 18 agosto Sossusvlei poi la C19 e la C27 per Sesriem poi verso il Wolvedans Dune Lodge sul Namib Rand nature Desert 19 agosto Partenza dal resort sulla C27 sosta al castello di Duwisib ( a 70 km da Maltahohe) verso Helmeringhausen, poi la B4, villaggio di Aus e notte al Klein Aus Vista Desert horse 20 agosto Aus con le dune del Koichab, Dikke Willem e ce ne è da fare finio a che vuoi poi qui ci siamo divisi Io son o tornato a nord per prendere il volo. In 4 di noi hanno raggiunto Luderitz, poi il Fisher River Canyon e passando per il Kalahari sono rientrati Strade ottime, posti meravigliosi, ed ogni lodge ti permetteva escursioni, safari o altro. Anche diverse ore in piscina al tramonto. mai stancato. Sono a tua disposizione
  18. certo, ma la strada è stata resa molto più bella. Noi l'abbiamo fatta in giornata e abbiamo dormito su 2 notti. E' stato spettacolare strada bellissima in mezzo ai baobab incontri i veri himba senza nessuno, almeno noi siamo stati 1 giorno intero con loro e nelle loro capanne fai rafting sul fiume di confine ed è semplice e bellissimo fai il trekking delle cascate che è uno spettacolo. ti portano in jeep proprio sopra le cascate ed a noi avevano offerto (eravamo noi 8 amici e altre 2 coppie) blanc de blanc a nastro e ...... Campari con un tavolino al tramonto. e questo da un tipo campeggio in alternativa ad una piccola struttura di capanne attrezzate. Andare in Namibia e non fare questo mi sembra un limite.... almeno provare a vedere Noi siamo saliti dalla parte di Opuwo uscendo dalla parte ovest di Etosha dopo aver dormito ad Okaukejo e dopo le upupa siamo scesi verso Sesfontein Domani se riesco ti allego il giro mio con i tempi di percorrenza. le strade erano buone e abbiamo sempre guidato noi delle Toyota 4x4 con massima tranquillità
  19. scusa , io ci sono stato ancora nel 2009 e credo sia cambiata tanto, ma non prendere in considerazione le Epupa falls???? Come mai????'
  20. ti seguo anche io....
  21. l'ho fatto nel 2011 quando era ancora frequentato da nessuno. quindi parlo per il passato. poche indicazioni sul dove e come partire ma non complicato. Dopo il posteggio vicino ad un grande albero si comincia un sentiero come fosse il vecchio letto di un fiume. si comincia a scavalcare qualche roccia poi ad un bivio, discretamente segnalato, si gira mi sembra a destra e si cominciano gli slot. facili, sul piano, abbastanza stretti, ma non da rimanere condizionati anche con lo zaino. ovviamente da NON fare se c'è alto rischio pioggia divertenti e li farei per 1 ora poi si tona per la stessa strada. Non c'è un loop però neanche a confrontare con il peek a boo e quello che trovi verso escalante. Il Little è comodo perché vicino alla Goblin ed allora li fai uno al mattino, poi verso fine mattinata ti sposti alla goblin. Il problema che alla goblin se batte il sole fa proprio caldo ed hai solo una terrazza con una piccola ombra sopra qualche panca, ma sotto si soffoca alle 13 .
  22. io te la butto lì se hai voglia di afre un po' di cose più strane...... 2 Las Vegas - Valley of Fire - Snow Canyon St Park - Sand Hollow - Springdale (ZION) 3 Zion con Subway??? Checkerboard mesa, Wire pass o altro 4 Zion - Red Canyon e Bryce ...troppo bello il Navajo Loop - Paguitch 5 Paguitch - Cedar breaks (ma dopo aver visto Red Canyon e Bryce chiedo comunque ai GURU se ne valga la pena??? ) - Cedar City e pranzo -Cathedral Gorge St Park -con il tramonto e Pioche oppure da Bryce andare ad Escalante e FARE IL GRAN STAIRCASE per poi andare verso capitol reef vedi tu, non vorrei crearti confusione ma per me merita
  23. Oregon con le palouse falls e walla walla, il crater lake ,il John Day basin e le foreste pluviali e le spiagge della Olympic troppo splendido!!!!!!!!!! . se ti servono indicazioni o idee guarda il diario in firma
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