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Uganda 2013..... un ricordo...tante emozioni, Africa con la A..
alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Diari di viaggio e live
Giorno 4 –11 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo Sveglia, siamo puntuali, apriamo la porta e intorno a noi non possiamo non vedere e assaporare in tutti i suoi profumi e colori la bruma della savana ed il sole che sta nascendo, anche oggi. Facciamo una colazione un po’ “succinta”. Usciamo e, a poche decine di metri da noi, alla fine del piazzale, un bufalo pascola tranquillo Le Toyota sono pronte, con il tetto rialzato, in modo da poter stare e viaggiare anche in piedi e possiamo goderci al meglio il paesaggio, gli animali e l’ambiente di questo splendido Parco. Il clima e’ ancora fresco, frizzante, facciamo fatica a stare in piedi ed allora, per un po’, preferiamo stare quasi quasi seduti, in attesa di una brezza un po’ piu’ tiepida. Ma non si puo’!!! Caspita!!! Cominciamo subito ad affiancare bufali e poi antilopi Jackson e zebre, poi subito una giraffa e ancora bufali e facoceri che corrono, scappando via mentre ci avviciniamo anche se a passo d’uomo. In lontananza vediamo anche un branco di elefanti. Sono le guide, ma soprattutto Mau e Claudio che con occhi da fisheagle riescono ad individuare animali a distanze siderali. A fatica e con il binocolo, io, famoso finco e originario di Sorrento (leggi cieco), riesco ad identificarli. Da lontano scorgono anche 2 leoni. Con lo zoom della fotocamera, messo al massimo o quasi, intuisco delle figure e delle criniere. Claudio con la sua macchina-telescopio fotografa anche le ciglia quando il leone le sbatte. Grrrrr questo e’ un mio ruggito. Quando metto io lo zoom sulla telecamera vibra che e’ un piacere, grado Richter 8.7… forse dovrei andare in giro con il cavalletto, modificare allora la sensibilita’ dello zoom, ma sarebbe decisamente complicato. Va bene cosi’, anzi….che meraviglia….gli animali mi danno sempre una sensazione unica e la pace e la natura che ci circondano fanno il resto. Vediamo tantissimi uccelli, le mitiche faraone, aquile ed altri rapaci e poi …..l’albero delle salsicce!!! Rientriamo alle Bandas intorno alle 11: doccia, breve pennica, mentre altri leggono all’ombra . Andiamo a piedi a vedere l’Apoka Lodge. E’ il lodge per eccellenza della zona e forse di gran parte dell’Uganda. E’ situato a 200 metri da dove siamo noi. Alle Bandas. Costa una bella cifra e ho chiesto esplicitamente io una soluzione piu’ economica. Certo, e’ bellissimo, in una location rialzata sulla pianura, attrezzato con una piscina direttamente sul bush . Mi accontento, anche se non posso fare a meno di apprezzare la struttura: neanche paragonabile nella comodita’ con la nostra soluzione, ma le Bandas mi danno comunque una suggestione di vivere il momento e la natura in modo piu’ coinvolgente. Posso anche sbagliarmi, ma sono contento della scelta. Prendiamo comunque un aperitivo sulla terrazza dell Apoka, sempre con una splendida vista d’insieme e prenotiamo la cena per questa sera. La dinner di ieri sera ha lasciato il segno!!! Rientriamo alle Bandas per il pranzo. Le nostre guide hanno preparato riso e pollo. Niente male. Non ci sono tuttavia sedie per tutti e ci si arrangia su muretti; un gruppo di facoceri comincia a sgrufignare proprio accanto a noi. Poi io mi riposo ancora qualche minuto in capanno; c’e’ chi burraca, chi sistema le proprie cose, chi lava scarpe o altro. Alle 16 game drive pomeridiano; il clima pero’ e’ completamente cambiato: fa decisamente piu’ freddo, il cielo e’ coperto e si vedono nuvoloni carichi di pioggia. Guardandoci intorno si vedono zone dove ne sta venendo giu’ tanta!!! Ciononostante i colori ed i contrasti sono incredibili tra erba, piante, il giallo della savana ed il grigio scuro del cielo. Rivediamo altri branchi di bufali, gazzelle ed antilopi di tutti quei nomi che continuano a ripetermi e che non mi rimangono in testa. Dopo un lungo circuito raggiungiamo un gruppo di 12 giraffe che “i soliti” avevano scorte piccolissime prima, quando eravamo sull’altro versante. Filmiamo e fotografiamo immobili, in assoluto silenzio….si sentono solo i tic-tic-tic degli scatti a ripetizione. Stiamo in apnea per almeno15 minuti. Ricordo indelebile! Il rientro e’ molto lungo, fa freddo e siamo stanchi; piu’ di qualcuno bofonchia. Incontriamo un altro branco di elefanti, ma un po’ lontano da noi. Arriviamo alle Bandas alle 19.20. Veloce doccia e siamo di nuovo in auto per trasferirci all’Apoka. Andiamo in auto, perche’ e’ buio e non vorremmo fare qualche incontro lungo il breve trasferimento…non si sa mai. Cena impeccabile, dalla presentazione, al servizio, ai piatti, anche se una fetta di dolce cade per terra.. Gin tonic “serio” anche se ce ne sono stati di migliori, crema di carote, T Bon perfetto e dolce di cioccolato. La cena ci rivitalizza. Ridiamo, scherziamo alla grande…siamo solo noi ormai. I pochi altri turisti sono gia’ a letto. Qualcuno vorrebbe anche ciulare il cucchiaino dello zucchero, ma poi si redime e chiede dove si puo’ comprare: Kitgum la risposta…..boh, vedremo. Rientriamo, accompagnati in un pulmino del lodge e ci mettiamo intorno al fuoco. Non e’ cosi’ romantico come ieri sera. Il cielo coperto non ci permette di rigustare lo stellato ed un gruppo di spagnoli ci toglie un po’ di intimita’. Alla spicciolata ci defiliamo e raggiungiamo le nostre brande. Per saperne di più I karamojong sono un popolo sempre più dedito alla pastorizia, un'etnìa che vive in Karamoja, la regione ugandese meno sviluppata socialmente ed economicamente, nel nord est dell’Uganda: la lingua dei Karamojong fa parte del gruppo nilo-sahariano ed è strettamente collegata a quelle dei turkana (Kenya), dei teso (Kenya e Uganda), e dei toposa (Sudan). Hanno, inoltre, molti tratti culturali in comune con i pokot, etnia divisa tra Uganda e Kenya, con cui confinano e condividono parte del territorio. I karimojong fanno parte dei popoli nilotici che, verso il XVI secolo, hanno lasciato, la valle del Nilo nel Sudan attuale, loro area di origine. Stando alla tradizione orale, il gruppo di clan che si era diretto verso l’attuale regione del Turkana (Kenya) avrebbe combattuto un’epica battaglia. I perdenti vennero cacciati e si sparsero in varie direzioni. Sebbene non esistano prove storiche, è ragionevole pensare che la migrazione dalla valle del Nilo abbia portato a frizioni tra i vari gruppi e quindi anche a scontri armati per il controllo del territorioD’altro canto, le tradizioni masai e pokot riportano fatti simili ed individuano, all’inizio del XVII secolo, il momento del distacco definitivo dei vari gruppi. Popolo transumante o semi-nomade, vive soprattutto grazie alla pastorizia. Mentre l’abitazione del clan rimane fissa, i pastori seguono le greggi in cerca di pascoli e costruiscono campi provvisori. Viste le condizioni semi-desertiche di gran parte della regione, devono spesso cercare pascoli ai limiti del loro territorio e si scontrano con altri popoli pastori che vivono lo stesso sistema. karimojong sono al centro di polemiche a causa della loro inclinazione alle razzie di bestiame. Spesso sono in contrasto con le popolazioni vicine ma praticano le razzìe anche in altri villaggi karimojong. Le razzìe sono di solito organizzate per ricostituirsi le mandrie dopo periodi di crisi, per avere animali da sacrificare durante i riti di iniziazione o per pagare la dote (bride prize) in vista del matrimonio. Il problema delle razzìe si è acuito durante il periodo di guerra civile che ha tenuto in scacco quasi tutto il territorio ugandese negli ultimi due decenni i raccolti locali. costante, scarse infrastrutture e servizi sociali ridotti Giorno 5 – 12 agosto Kidepo – Kitgum Ci svegliamo sentendo un rumore strano. No, non sono animali, ma alcuni uomini che “armati”di machete stanno tagliando l’erba. In tutta l’Uganda non ci sono altri sistemi per tagliare l’erba, nè falci né, tanto meno, macchine. La colazione è ancora piu’ mediocre e modesta di ieri. Cele ed io arriviamo per ultimi e come si usa dire…beati se gli altri han creanza…beh, forse la fame o senza badarci, ma non e’ rimasto nulla . Riusciamo a prendere del the ed a buttar giu’ l’ennesima pastiglia di malarone. Subito dopo la partenza decidiamo di prendere un po’ di “salsicce”. Ci incuriosiscono molto e mi piacerebbe portarne una a casa, come ricordo. Come me anche gli altri. Ci fermiamo sotto un albero e proviamo , io per primo, a saltare, a colpirle con un bastone come albero della cuccagna, con risultati infamanti. Perfino Kasule e Billy si piegano in due dal ridere. Allora prendiamo Michela un po’ sulle spalle ed un po’ per le braccia e la issiamo verso l’alto. Rischia la vita, scivola, cade e la prendiamo per il coppino; la ritiriamo su tra ingamberamenti, risa e manovre di alta tecnologia ingegneristica per staccare le salsicce, letteralmente ancorate ai rami. Ci riesce, ma Billy, sempre lui, riprende la scena con il cellulare e minaccia bonariamente di metterla su you tube. Sarebbe un dramma. Ridiamo come raramente in questo viaggio. Grande. Scegliamo di evitare un altro game drive, preferendo fare invece un’altra “intrusione”, una visita ad un altro villaggio karamojong, o comunque ad una comunita’ del posto, descritta peraltro anche come molto meno ostile e piu’ integrata di quella dell’altro giorno. Le condizioni della strada sono pazzesche e la schiena di Claudio e’ a pezzi. Quelle nostre appena meglio. La pioggia di ieri era nella zona ha allentato la terra rossa e ci sono pozze, fango e buche, ma abbiamo due driver molto bravi che superano gli ostacoli come Raimondo D’Inzeo. Op Op op. Tra qualche scodinzolo e piu’ di un guado arriviamo al nuovo villaggio. Qui ci accoglie una comunita’ sorridente, forse anche perché “imbonita” fin da subito dai tanti palloncini che doniamo non solo ai bambini, ma anche a qualche anziano, che quasi lo pretende. E’ vero che non si invecchia mai se non si vuole invecchiare! Ci festeggiano, ci mostrano con orgoglio i loro mestieri e come lavorano, le loro capanne, la loro organizzazione, ci spiegano tutto e di più. Certo qui i turisti o comunque i bianchi li vedono forse anche abbastanza spesso, ritengo, ma i karamojong, qui, non sono una attrazione o qualcosa di falso, anzi e’ tutto vero, molto e forse troppo vero. Siamo liberi di girare e di fotografare. Le dimensioni del villaggio sono molto piu’ piccole di quello che abbiamo visto l’altro ieri, ma si sviluppa comunque tra diverse collinette, dove mi accorgo come le zone di lavoro sono ben separate dalle capanne di abitazione, con alcuni spazi che sembrano anche abbastanza ordinati, ma con capre e galline dappertutto Si cammina tra escrementi secchi e meno secchi, ma non ci facciamo neanche caso da quanto e’ calda e coinvolgente l’accoglienza e la festa che ci stanno facendo. Regaliamo altri palloncini e magliette; Feri, Ale e Claudio anche piccoli orologi. Alla fine mentre stiamo tornando verso le auto sentiamo in sottofondo canti e rumori. Ci stanno organizzando la festa. Se al precedente villaggio abbiamo anche temuto di fare la fine di quegli esploratori disegnati nelle vignette umoristiche, dentro il pentolone di acqua che bollente, qui la festa e’ collettiva. Vicino alle macchine cantano e ballano, saltando e ritmando danze tribali. Il capo fischia con uno strano strumento, una donna emette suoni fortissimi dalla gola, donne con bambini al solito fasciati sulla schiena ballano e saltano come nulla fosse. E tutti sorridono. Claudio, Mau, Cele, Michi, Feri e mi sembra anche Rubi vengono invitati ad entrare nel cerchio e si mischiamo nel marasma collettivo. Sono indeciso su che cosa fare. Salgo sul cofano del Toyota e riprendo la scena, ma fatico a non muovermi al ritmo della musica. Il capo villaggio mostra a tutta la comunita’ l’offerta che abbiamo deciso di lasciare, indicando a tutti di come verra’ usata . Bella lezione di trasparenza.. Siamo anche noi grati della festa e, ancora commossi, saliamo in macchina per andare verso Kitgum. Ci fermiamo lungo la strada all’ombra di un albero, poco dopo una scuola. Siamo in piedi. Le guide non sono per nulla attrezzate per una qualsiasi forma di pic-nic o simile. Abbiamo 2 scatole di tonno in 8, noi, e per Kasule e Billy , nonché qualche pezzo di pane ed na bottiglia di vino. Qualcuno di noi tira fuori un coltellino, di quelli svizzeri per aprire le scatolette e per tagliare il pane. La situazione ha del comico, ma siamo imbarazzati, almeno Claudio ed io. Ci rifiutiamo al momento di mangiare; siamo sotto lo sguardo di una dozzina di ragazzi, studenti, che, finita la scuola, camminando lungo la strada verso casa, ci incontrano e con particolare curiosita’ ci scrutano da due metri. Come si fa a mangiare in questa situazione. Kasule e Claudio trovano succhi e acqua e qualche cosa da mettere sotto i denti, imburrano del pane e lo danno ai ragazzi.. Siamo in piedi. Le guide non sono per nulla attrezzate per una qualsiasi forma di pic-nic o simile. Abbiamo 2 scatole di tonno in 8, noi, e per Kasule e Billy , nonché qualche pezzo di pane ed na bottiglia di vino. Qualcuno di noi tira fuori un coltellino, di quelli svizzeri per aprire le scatolette e per tagliare il pane. La situazione ha del comico, ma siamo imbarazzati, almeno Claudio ed io. Ci rifiutiamo al momento di mangiare; siamo sotto lo sguardo di una dozzina di ragazzi, studenti, che, finita la scuola, camminando lungo la strada verso casa, ci incontrano e con particolare curiosita’ ci scrutano da due metri. Come si fa a mangiare in questa situazione. Kasule e Claudio trovano succhi e acqua e qualche cosa da mettere sotto i denti, imburrano del pane e lo danno ai ragazzi.. Nel frattempo il gruppo di persone intorno a noi cresce. Arriva anche un uomo con una gallina VIVA legata sul fianco, a testa in giu’. Lo guardiamo questa volta noi, sbigottiti. Con un po’ di fame, ma soprattutto sorpresi ed un po’ seccati per l’assenza di qualsiasi logica organizzazione e di cibo (abbiamo cenato fuori all’Apoka ieri sera e se usavamo il tonno ed il pane ieri sera oggi che cosa avremmo utilizzato, visto che la spesa , proprio in previsione di questi giorni in Kidepo, era stata caricata ancora alla partenza ???). Arriviamo a Kitgum nel primissimo pomeriggio. Ci sarebbe anche la piscina, ma piove. E’ un temporale abbastanza breve, ma intenso. Giusto il tempo di prendere occupazione delle camere che siamo di nuovo in strada, a piedi. Compro con Rubi due pannocchie abbrustolite. Sono diciamo croccanti, un po’ tanto croccanti. O la mia e’ infarcita di cemento o non so. Vedo tutti che mangiano di gusto. Non posso gettarla via, mangio a fatica e sento pallini da schioppo che mi scendono nello stomaco. La riesco in qualche modo a digerire camminando su e giu’ per le strade, in parte ancora infangate per la pioggia di poco fa. Michela e Feri decidono di migliorare il loro aspetto e si rifugiano in un “qualche cosa” tipo parrucchiere. Bisogna togliersi le scarpe per entrare. Fanno loro la festa quando entrano e anche quando escono, credo, visto i risultati discutibili. Michela si sente tra i capelli una patina da scarpe, sembra avere una guaina che le impermeabilizza la testa. Si ride. Cerchiamo i cucchiaini di legno per lo zucchero visti all’Apoka Lodge, ma non troviamo niente. Facciamo strade e vicoli piu’ volte e ci accorgiamo di essere divenuti il bersaglio di scherzi di ragazzi locali che imitano il nostro modo di muoversi e di camminare. Non ci sono bianchi, ne’ parvenze di turisti. Mai .Claudio prova anche a comprare del pesce salato, ma scopre che bisogna anche cucinarlo. Rinuncia sagacemente. Un po’ esausti, alle 18, ci sediamo a dei tavolini di un bar che sembra, ma solo sembra ..qualcosa di decente. Si chiama “Happy Hour Bar” tutto un programma!!!! . Prendiamo delle birre e ci sediamo. I tavolini sprofondano un po’ solo nel fango; le seggioline in qualche modo le facciamo stare ferme; chiediamo anche dei bicchieri; una ragazza ci porta 3 bicchieri, uno di vetro e due di plastica, belli sporchi e gia’ usati. Deglutiamo, facciamo finta di niente e ci passiamo il collo della bottiglia. Prendiamo anche due spiedini che stanno preparando li’ vicino e che dovrebbero essere di un non meglio identificato maiale, nel senso che ci dicono che e’ maiale, ma del maiale non hanno proprio nulla; comunque non sono male, basta non pensare a quello che si ha in bocca. Alle 19.50 ci sediamo finalmente al ristorante dell’albergo. Siamo quasi solo noi. Abbiamo delle tovaglie dalle macchie non perfettamente abbinate, nel senso che hanno tanti colori, ma non sempre abbinati dal punto di vista cromatico. Chiediamo se si possono cambiare. Ci sbuffano davanti; ne prendono due da tavoli vicini, mentre il tavolo di Claudio (si tratta di 3 piccoli tavoli uniti) rimane senza nulla sopra. Meglio cosi’ …quello che ci viene steso davanti e’ di dubbio gusto. Ordiniamo quasi a fatica. Ci stiamo accorgendo forse di avere sbagliato atteggiamento. Ci guardano male, ma soprattutto sono quasi le 10 quando ci portano le cose richieste. Solito pollo o tilapia. Claudio ci intrattiene raccontandoci un po’ dei suoi aneddoti e riusciamo a ridere ed a sdrammatizzare. Faccio presente che non abbiamo chiesto la luna, ma piatti dal menu’ ed un unico piatto a testa!!! Bomah Hotel. Pensione Completa. 4 camere doppie Per saperne di piu’ La zona e’ abitata principalmente dagli Acholi; sono un popolo appartenente al ceppo etnico dei Nilotici e sono originari dell'area chiamata Bahr el Ghazal, nel Sudan del Sud. Sono presenti principalmente nella zona di confine tra Uganda e Sudan del Sud e parlano una lingua del gruppo luo, anche se con leggere differenze tra le varie aree. -
Uganda 2013..... un ricordo...tante emozioni, Africa con la A..
alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Diari di viaggio e live
Giorno 3 – 10 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo La sveglia e’ alle 7, colazione 7.30 e partenza alle 8, quasi puntuale. Su consiglio di Kasule modifichiamo un po’ il programma di oggi. Scegliamo di fare una strada un po’ piu’ lunga, ma molto piu’ bella. C’e’ il sole e questo permette di provare un diverso percorso, difficilmente fattibile in condizioni meteo avverse. La strada e’ la migliore per andare a visitare i villaggi karamajong. La giornata ha un che di miracoloso, pensando alle cataratte di poche ore fa. Le strade si sono gia’ velocemente asciugate. Cominciamo a cercare a Lira la mappa stradale dell’Uganda, ma senza risultato. In compenso, Michela e Rubi comprano 2 bellissimi strumenti di corda, caratteristici, non proprio di piccole dimensioni. L’imballaggio è molto meticoloso; trovata la location in una jeep e ripartiamo. Le guide sbagliano due volte l’uscita da Lira, non riuscendo ad individuare al giusta direzione della piccola strada che si e’ deciso di percorrere. Alla fine in qualche modo la imbrocchiamo. E’ bellissima, tra paesaggi di natura allo stato puro, colori intensi e sempre accompagnati da centinaia di persone che camminano, ma che di fatto vivono a fianco e lungo la strada. Sono a bordo della macchina con Michela, Rubi e Feri che si scatenano a gonfiare palloncini, che poi donano ai bambini, a quelli piu’ piccoli, frazionando dunque il viaggio con moltissime mini-soste. Visitiamo un piccolissimo villaggio (4 capanne) che Kasule conosce. Una scrofa sta allattando una decina di MAIALI, un bambino a cui do un palloncino, mi guarda e comincia a piangere…..mi sento della serie “chi ha paura dell’uomo bianco?” Riusciamo un po’ tutti a cogliere dei bellissimi atti di vita quotidiana, dagli animali, alla preparazione di un distillato, alla cura dei singoli capanni. Purtroppo dobbiamo tornare indietro, ripercorrere in parte la strada dissestata appena fatta. . Infatti la strada che stiamo facendo, più avanti, e’ interrotta: la pioggia della notte ha divelto il ponte e non e’ possibile procedere se non ….a nuoto. Attenzione: quando arriviamo al bivio al quale prima Billy aveva chiesto indicazioni sulla direzione, Billy ancora si rivolge all’uomo al quale aveva fatto prima la domanda e gli chiede come mai non sia stato avvisato che la strada era chiusa. La sconcertante risposta dell’uomo: “perche’ non me lo hai chiesto!!!.” Non sappiamo se ridere o se piangere. Anche questa e’ Africa. Prendiamo per forza un’altra deviazione. Il paesaggio e’ sempre bello, ma il tempo passa. Mangiamo un po’ di frutta ed un sandwich dai dubbi gusti sotto un albero, in piedi, lungo la strada, tanto non passa nessuno. Intorno alle 14 entriamo in area Karamajong.. E’ un popolo che i piu’ conoscono per essere anche “ladri di bestiame”,a ma che vive in uno stato di indigenza, almeno cosi’ mi sembra proprio. Da questa parte dell’Uganda sono indicati come tranquilli, disarmati e non dovrebbero rappresentare alcun problema. Non sono etnicamente di origine Bantu, ma di ceppo nilotico, strettamente imparentati con i Maasai, con i quali condividono anche un certo retaggio culturale (anche io ora sciorino e traspiro cultura da tutti i pori). Conosciamo Gertrud, assistente sociale ed impegnata in una Chiesa locale (o cosi’ o capito), che deve farci da guida e da interprete, partecipe nel dare una mano nel processo di lentissima integrazione della locale immensa “tribu’” o meglio comunita’. Prima di andare al villaggio ci fermiamo in un mercato. I prodotti sono sparsi per terra sopra un panno….un po’ come fanno i “vu cumpra’” qui quando cercano di vendere le borse. Compriamo per pochi dollari pantaloncini, magliette e cose simili. Ne compriamo anche molte, ma non abbiamo idea delle dimensioni di quello che andremo a breve a vedere ed a cercare di visitare. Manca ancora tempo, ma alla fine arriviamo. Incontriamo lungo il percorso anche dei ragazzi in costume ed altri sempre in costume, ma molto più adamitico, con un bigolo da paura; si lavano vicino ad un piccolo ponte Entriamo del villaggio e siamo costretti a fermarci. Panico o quasi: siamo subito accerchiati con fare non propriamente socievole da decine e decine di persone, che crescono ancora quando, dall’altra jeep, qualcuno dei nostri comincia a consegnare braghette, camicie e t-shirt. Tutti vogliono qualche cosa. Anche Gertrud cerca di fronteggiare la situazione andando a parlare con il chief. I nostri autisti-guide rimangono fermi in auto invitandoci a non guardare ed a stare fermi. E’ un momento molto delicato, imbarazzante. Non e’ paura, ma neanche tranquillita’. Vediamo molte donne con ampi scialli viola, colore che e’ il simbolo di questa popolazione e che vedremo poi per tutto il giorno e anche l’indomani a tratti. Ci sono al solito moltissimi bambini, anche quasi nudi, avvolti anche loro in alcune coperte, mentre altri invece sono abbastanza vestiti. Diversi sono i ragazzi in costume ed anche alcune ragazze, anche molto giovani, vestono costumi molto caratteristici. Hanno lineamenti molto belli ed una statura piuttosto alta. L’impatto dunque non e’ dei piu’ facili, i vestiti sono finiti in pochi minuti, forse secondi e tutti ne vorrebbero ancora. Finalmente Gertrud ritorna, ci fa finalmente scendere dalle auto. Siamo subito toccati e ancor piu’ circondati da piccoli e donne. Gli uomini adulti sono molto defilati. In poco tempo la tensione cala e cede il passo alla curiosita’ ed all’interesse per la situazione e per come si sta evolvendo.. Veniamo accompagnati e quasi spinti a visitare il villaggio….immenso e che contiene quasi 21 mila persone, in capanne, a settori recintati da rami e piccoli tronchi molto particolari e bellissimi. Sto vivendo una sensazione stranissima, mai capitata. Tutti vogliono vedersi e rivedersi nella foto, nel video, nello schermo della macchina fotografica o della fotocamera….e ridono e si chiamano per nome e si riconoscono e vogliono ancora altre foto, mettendosi in posa, spesso rigidi come militari, chi da solo, chi in gruppo; una ragazza corre apposta fuori da un recinto per potersi far fare una foto. Saliamo su una grande roccia dalla quale si puo’ notare la dimensione del villaggio e come e’ stato costruito, ampliandosi negli anni. Anche in questo caso facciamo fatica a camminare ed a stare in piedi, schiacciati da tutti i bambini che ormai ci hanno, loro, adottato. Incredibile!!! Altra situazione un po’ difficile al momento di risalire in auto, quando ai cuccioli ed alle donne si sostituiscono ragazzi piu’ grandi, con sguardi meno “facili”, quasi di sfida, nell’orgoglio della loro identita’. Si sentono di appartenere ad una razza che non ci appartiene e di cui sono decisamente orgogliosi, o comunque stanno cercando di dimostrarmi proprio questo….e ci stanno riuscendo! Tra accelerate di motore e stridi di ruote, Billy e Kasule si fanno forzatamente strada e dopo aver riportato a casa Gertrud, prendiamo il bivio per Kidepo Valley….Accipicchia ancora 126 km!!!!!!!! E della solita bestiale, ma nostalgica strada rossa, piena di dossi e buche. Per fortuna la strada e’ invece discreta, ma la velocita’ di punta non supera mai i 40/45 km. Non incontriamo altre auto per piu’ di un’ora. Il paesaggio si conferma straordinario, mi e ci appassiona, con i colori del primo tramonto; sfrecciamo (piano piano) tra alberi, rocce e spaccati di bush che ci obbligano a fermarci per una foto. Arriviamo al Kidepo che e’ buio pesto, anche questa sera (alle 19 c’e’ il tramonto ed il sole va giu’ in un baleno).Kidepo National Park non ha ancora (dopo la strage del passato) la quantita’ di fauna di altri grandi Parchi africani, ma e’ una piccola valle dell’Eden, un tratto di savana punteggiato di acacie e di kopye e chiusa fra due piccole catene di montagne. E’ bellissimo e il turismo e’ ancora meno che minimo. Siamo alle Bandas della UWA, i rangers ugandesi; sono capanni comunque in muratura, molto spartani, ma…non ci speravo, con un mini bagno ciascuno e con acqua corrente anche se al momento solo fredda. Siamo molto stanchi e vogliamo appropriarci della “camera” e toglierci tanta polvere ed un bel po’ di stanchezza. Invece ci fanno sedere a cerchio , ci offrono una birra, ci parlano in modo evasivo. Quando parlano in inglese per me e’ sempre evasivo, ma in questo caso lo e’ anche per gli altri. Sembra ci siano problemi di posti. Il Campo e’ in piena savana, dentro al Parco. Gli animali sono intorno, potenzialmente potremmo trovarceli di fronte in qualsiasi momento. Sono una decina di bungalow, una struttura servizi-bagni come quelle dei camping ed una piccola struttura utilizzata come ufficio-magazzino materiali, cucina e refettorio. Poco distante anche un locale che viene utilizzato da una comunita’ religiosa. Null’altro. Situazione molto spartana, ma in mezzo al nulla. Ha un suo fascino, pur con qualche scomodita’, tipo materassi fatiscenti, insetti vari che ci vengono a trovare e spazi diciamo…sacrificati. Bisogna per forza accontentarsi: ci accontentiamo. La cena viene preparata da Billy e Kasule. Una sorprendente brodaglia di patate (la parola sorprendente e’ voluta in quanto con mia sorpresa non riesco a capire che cosa di altro ci sia dentro) e poi, in un’altra pentola, subioti, si, pasta asciutta, ma che piu’ asciutta non si può. Combinando i due piatti, brodo e pasta ne viene fuori qualche cosa di inquietante, ma la fame e’ notevole e ne mangio due piattoni. C’e’ invece chi preferisce digiunare. Birra Nile di accompagnamento e una buona ananas alla fine ci fanno chiudere due occhi sulla cena e con i due occhi chiusi prendiamo comunque sonno, o quasi, intorno al falo’, sul prato, con uno stellato incredibile che e’ di 180° da un angolo del prato all’altro. Non ho parole. A nanna comunque presto, perche’ domani la sveglia e’ alle 6, per partire per il game drive prima delle 7. Il malarone o il nuovo clima mi stanno creando dei problemini, quelli suggeriti a volte da Tutankamon, ma per ora riesco a gestirmi. Per saperne di piu’ . Parco Nazionale del Kidepo Il Parco Nazionale del Kidepo si estende su un'area di 1442 kmq ricoperta di savane e montagne. La varietà di altitudini presenti ha sviluppato una varietà di differenti specie di flora e fauna. Nel parco del Kidepo è possibile incontrare animali unici impossibili da trovare in altre zone dell'Uganda insieme a più di 460 specie di uccelli. Per molti rimane il parco nazionale ugandese più bello anche se talvolta difficile da raggiungere. Il parco ha un’altitudine compresa tra i 900 d i 2750 metri, il parco è attraversato da due vallate principali: Kidepo e Narus Valley e presenta ambienti di savana alberata, foresta montana e a galleria, astensioni a palme e alture rocciose. Di grande fascino per la scarsità di visitatori e per la sua remota posizione, con vaste aree selvagge e contingenti animali in continua crescita dopo le stragi del periodo della guerra civile. All’interno del parco si possono trovare oltre un’ottantina di mammiferi (con una ventina di predatori e cinque primati) e oltre 460 specie di uccelli, con grandi mandrie di elefanti e di bufali, molti leoni, antilopi, zebre, struzzi. E’ inoltre l’unico parco ugandese dove vive il ghepardo, lo sciacallo, l’orice di besia, il kudu maggiore, la gazzella di Grant, il protele ed il caracal. Recenti sono le reintroduzioni di giraffe ed eland (antilope). Kidepo è sicuramente uno dei parchi ugandesi meno visitati, a causa della distanza dalla capitale e della difficoltà del viaggio necessario per raggiungerlo. E’ però anche uno dei parchi nazionali più belli ed affascinanti ed è uno di quelli con il più alto grado di biodiversità del paese. Forse per il suo isolamento o per la vastità delle sue savane è inoltre una delle regioni dell’Uganda che ci può dare, più di altre, una sensazione di vero reame selvaggio e primordiale o, come dicono gli inglesi, di vera “african wilderness”. Questo parco, che si trova nellìestremo nord-est dell’Uganda, confina col Sudan e risulta anche molto vicino al confine col Kenia. In origine il Kidepo Valley National Park era nato solo come “game reserve” e solo nell’anno in cui l’Uganda raggiunse l’indipendenza, nel 1962, fu dichiarato parco nazionale. Questo parco ha al suo interno due fiumi principali che per la maggior parte dell’anno non portano acqua superficiale: il Kidepo nel nord ed il Narus nella parte meridionale, con le due vallate omonime circondate da basse colline e da rillievi più alti di origine vulcanica, che si possono far risalire a circa 20-25 milioni di anni fa. L’altitudine all’interno del parco varia tra i circa 900 metri e i 2750 del Monte Morungole, ma da molte zone del parco si intravede anche il Monte Lotukel, già in teritorio sudanese, con i suoi quasi 2800 metri. Questa differenza di altitudine ha contribuito alla formazione di numerosi habitat distinti, che includono anche la foresta montana, le pianure erbose, la savana alberata, la foresta di palme e isole sulla terraferma, i kopje. I kopje sono massicci arrotondati di scura roccia vulcanica che si ergono solitari nelle pianure di savana o rada foresta e che spesso fungono da punto d’osservazione per i predatori presenti nel parco. In questa regione dell’estremo nord-est si può riscontrare solo una stagione piovosa che solitamente va da aprile a settembre, con qualche variazione dovute dai cambiamenti del clima a livello mondiale. Nel resto dell’anno si hanno temperature anche molto alte e grande aridità, provocata dai venti molto secchi provenienti dal Kenia e dal Sudan. In questo periodo, anche se le temperature sono molto alte, gli animali sono più concentrati vicino alle scarse fonti d’acqua e si avvicinano anche ai centri abitati. Non è raro vedere elefanti che passano in mezzo alle bandas dell’accampamento dei ranger o piccoli gruppi di zebre che cercano di abbeverarsi a pochi metri dal bungalow del Apoka Lodge. Il Kidepo è l’unico parco in Uganda con un ambiente semi-arido e qui sin trova la più grande varietà di grandi mammiferi di tutte le aree protette in Uganda (con ben 28 specie che si possono incontrare solo in questo parco). Il parco può vantare oltre 460 specie di uccelli e ben 86 di mammiferi. Purtroppo la fauna di questa regione ha sofferto moltissimo durante le grandi stragi degli anni ’70 e ’80 compiute da bracconieri locali e da bande dell’esercito che, durante le varie dittature e la guerra civile, sterminarono migliaia di animali portando all’estinzione diverse specie. Oggi sono in programma progetti di reintroduzione, come il rinoceronte nero. Oggi una notevole opera di sostegno, istruzione e coinvolgimento delle popolazioni locali è portata avanti dalle strutture e dai ranger del parco. Gia’ 46 morti per la siccità in Karamoja - Nord Uganda Sono davvero preoccupanti le notizie che ci giungono dall'Uganda sulla carestia in Karamoja. Riportiamo l'estratto di un articolo del quotidiano...ugandese Daily Monitor. Quando le piogge hanno iniziato a bagnare il Karamoja sono state accolte come una benedizione poiché permettevano ai raccolti di crescere bene.Ma poi le precipitazioni non si sono fermate e la gioia si è trasformata in preoccupazione per i forti acquazzoni che hanno iniziato a inondare i campi spazzando via le sementi. E facendo presagire che non ci sarebbero stati raccolti per la successiva stagione. Ciò accadeva nel primo trimestre di quest'anno.Oggi, le migliaia di residenti in Karamoja stanno vivendo da giorni senza cibo. Secondo le autorità locali negli ultimi due mesi la fame si è portata via 46 persone, la metà delle quali nel distretto di Kaabong e gli altri nelle zone di Napak e Moroto. Ad oggi sono stati prosciugati dal sole più di 10.000 ettari di campi e la siccità no accenna a diminuire.La grave carenza di cibo ha costretto più di 5.000 Karimojongs a fuggire nel vicino Kenya, dove il governo sta fornendo cibo ai cittadini rifugiati. Il Ministero per la prevenzione delle calamità, nello scorso fine settimana ha lanciato un'iniziativa per la distribuzione alimentare di emergenza, con l'obiettivo di salvare centinaia di famiglie affamate nei sette distretti del Karamoja.Il governatore dell'area di Bugondo, ha riferito al Daily Monitor che i tutti i campi nella zona sono andati distrutti e che circa 8.000 persone sopravvivono con un unico pasto al giorno. Egli ha anche avvertito che i numeri potrebbero presto gonfiarsi poiché i raccolti dello scorso anno sono ormai in esaurimento.Sulla base delle previsioni attuali, senza un immediato intervento da parte delle autorità e delle organizzazioni umanitarie, la carestia è destinata a raggiungere le proporzioni di quella che ha devastato il Karamoja dal 1994 al 1997 causando migliaia di morti. Daily Monitor del 17 Luglio 2013 -
Uganda 2013..... un ricordo...tante emozioni, Africa con la A..
alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Diari di viaggio e live
Giorno 2 – 9 agosto Il trekking delle Cascate Sipi Dormiamo con il rumore delle cascate di sottofondo. Condividiamo il cottage con Ale e Michela: noi uomini russiamo il giusto. Facciamo anche un pit stop comune in bagno nel bel mezzo della notte. Mi sveglio alle 6.50 e dalla finestra della doccia vedo direttamente la cascata . Spettacolare. Il cielo e’ azzurro. Esco dal bagno e Michela mi guarda con mezzo occhio aperto; mi aiuta ad aprire le tende del grande finestrone della camera e con questa “visione” svegliamo Cele ed Ale.. Usciamo veloci anche nel patio della camera che e’ attrezzato con un divano ed un tavolo proprio per potersi gustare le Cascate, in perfetta solitudine. Poi ci vestiamo rapidamente, chiusura valigia, colazione di quelle belle all’aperto, sotto il portico, con una temperatura fresca, in attesa che il sole riscaldi l’aria; con la felpa si sta alla grande. Alle 8.15 comincia il trail delle cascate, tra fiori, banani, caffe’, piante di avocadi, o piantagioni di piselli e piccole comunita’ presenti lungo il sentiero. Saliamo affiancando le cascate, seguendo la guida ed “aiutati” da due splendidi bambini, che preferiamo alla guida (10 e 12 anni)e che mi danno “la pappa” in inglese (non potrebbe essere diversamente); camminano a piedi scalzi ed il piu’ piccolo ha dei pantaloncini completamente sbregati; potrebbe farne tranquillamente a meno. Comincio comunque a comprendere che c’e’, istruzione, voglia di apprendere, ma anche una certa personalità nei piccoli, educazione’, cortesia, ma anche la mancanza di cose per noi assolutamente primarie. Questo e’ il mio impatto…e..mi accorgero’ poi che la situazione e’ spesso anche peggiore..e di molto. I bambini ci vogliono spiegare tantissime cose, ci aiutano con apparente genuina spontaneita’. Il sole e’ ora piu’ forte e fa caldo; continuiamo a salire fino al culmine della cascata e qui ne troviamo altre……il giro continua….che bello!!!! Doccia e via; ripartiamo con il pranzo al sacco (dopo la abbondante colazione abbiamo optato per una cosa leggera e veloce) e ci spostiamo verso Nyeru per vedere i graffiti che indicano risalire all’eta’ del ferro. Sono 2 ore abbondanti di strada solo parzialmente asfaltata, disseminata di voragini, piu’ che di buche e con dossi che sono di fatto piccole collinette….ma che razza di strada e’???’ La schiena comincia a soffrire ed ho i primi calli alle mani, tenendomi ancorato alla sbarra superiore per non volare. Finalmente arriviamo; i graffiti non ci esaltano; mangiamo panini, banane e avocado a fette su una roccia moooolto alla buona. Fa molto caldo, inaspettato visto quelle che erano le previsioni e le indicazioni dei vari siti meteo!!!!! Grrrr.. Due guide locali cercano di spiegarci un po’ di cose. Li seguiamo alquanto annoiati piu’ per cortesia che altro. O sono troppo buono o troppo imbecille. Le guide mi fanno “peca’”, i miei compagni si stanno anche loro un po’ sforzando, ma devo avere qualche quid in piu’. La guida si rivolge prevalentemente a me. Mi guarda, mi parla, mi sorride …..ed io rimango indefesso….capisco una parola su tre (per eccesso), rispondo con il piu’ classico degli yes, , mi nascondo dietro alla telecamera per sviare lo sguardo, ma non c’e’ niente da fare. Mi ha preso in simpatia e non capisco una mazza, anche perche’ sinceramente non sono ne’ preparato, ne’ dispongo di competenze linguistiche, ne’ il momento mi ispira un granche’. Mi rendo conto di fare una figura barbina….non che me ne freghi piu’ di tanto ed allora mi defilo piano piano. Di graffiti ne abbiamo visti gia’ in diverse altre occasioni e molto piu’ interessanti, a parer mio, di questi. Intorno a noi miliardi di capre e caprette belano incessantemente con un frastuono che sollecita alquanto gli zebedei!!!! Sopportiamo, ma……una bella grigliata ovina non si puo’ mica fare????? Ripartiamo dopo poco più di un’ora con destinazione LIRA. Dopo un pezzo terribile, la strada per fortuna migliora. Incontriamo moltissime scuole ed anche un’università; i bambini ed i ragazzi giocano nei campi, praticamente gli unici spazi che non siano coltivati o savana. Sono campi verdi, molto puliti in ampi spazi, tra i capannoni delle scuole; altri sono invece lungo la strada e rientrano. Tutti sono vestiti con perfette e pulitissime divise, magari a piedi scalzi (sempre o quasi sempre). Chi in azzurro, chi in verde, chi in pantaloni o gonne nere e camicia bianca. Ogni scuola ha la propria divisa e tutti, ma proprio tutti la indossano mi sembra con orgoglio. Il tramonto che ci accoglie e’ quello tipico africano ed e’ un paesaggio in cui si alternano piccole cittadine sempre caotiche dove non manca mai qualche maledetto camion con la musica sparata a volumi pazzeschi e dove la vita si vive proprio lungo la strada. E poi capanne, in terra e paglia, continue, raramente sul ciglio della strada, spesso poche decine di metri all’interno. E sempre decine di persone che o in gruppo o da sole camminano o “trainano” biciclette lungo i bordi, sfiorando le rare auto di passaggio ed i camion che non si curano minimamente di loro, non rallentano mai, alzano polveroni da paura, non badano se ci sono, se si spostano, se cadono! Non e’ la legge del piu’ forte, ma quella del più…grosso! E la strada e’ ancora piu’ pazzesca: c’e’ uno strato di tarmac, asfalto locale, lasciando ai lati uno sterrato anche abbastanza ampio. Con il tempo tutto si è degradato e l’asfalto si e’ sgretolato sui bordi, lasciando e formando crepe, buche, gradini, con bordi spioventi e taglienti pazzeschi, alti. I camion o passano pianissimo o corrono come pazzi, ovviamente occupando in questo caso il centro della carreggiata, forti della politica locale:il più grosso ha sempre ragione, quando ci si incrocia e per ribadire questa posizione “dominante” non si spostano di un millimetro ed al massimo sparano abbaglianti o mettono fuori una freccia, quella interna, per ribadire “meglio che ti sposti tu!!! Dobbiamo per forza buttarci letteralmente di lato, spesso all’ultimo momento, cercando di non finire in un buco o in un fosso o schiantarsi addosso a qualche albero. Il tutto cercando (ma non so fino a che punto, in quanto anche per noi con gli altri mi sembra valga la medesima metodologia ) di non investire la marea di gente che si muove a piedi lungo questa via o le biciclette, o le moto con il loro zig zag micidiale o i carretti sovraccarichi. Ogni incontro-incrocio e’ un sospiro ed un “bravo Kasule o bravo Billy”. Per me guidare in queste condizioni sarebbe impossibile o uno stress non certo sostenibile per tutte queste ore. Ma loro ci sono nati e sono abituati….meglio non pensarci. Arriviamo finalmente a Lira alle 18.35. Poco prima di arrivare leggo in macchina le recensioni sul nostro albergo, che sembra ottimo. Mai valutazione e’ stata piu’ contrastante, sbagliata del tutto. Camere orribili (ma siamo in Africa), luce al neon strafioca (almeno c’e’); 1 solo asciugamano (accontentiamoci anche se sa da freschino), quantita’ industriale di zanzare in camera (questo ci sta meno visto che ci sono le zanzariere alle finestre. Ci facciamo dare un insetticida; Cele attacca vape ed uno zampirone…..fra poco moriamo noi e il cocktail creato si espande anche nel corridoio e praticamente si insinua anche nelle altre camere tra i pertugi delle porte. Disinfestazione totale. Ci facciamo almeno una birretta tra uno spray ed uno “sciaff” per schiacciare qualche moschitos ed alle 20 andiamo a cena, sotto un portico separato, ma vicino all’albergo e che fa parte comunque del medesimo complesso. Cena ancora peggio….molto peggio (siamo in Africa, ma di questa cena non ci si puo’ accontentare!!! Ale propone gin tonic per tutti. Ma lo preparo di fatto io. Ci portano 1 solo bicchiere con tutto il gin. Chiedo altri 7 bicchieri, che presentano forme non sempre uguali e con 1 cucchiaino, pazientemente, divido le 8 porzioni; non c’è acqua tonica ed allora dividiamo una bottiglia di soda e chiediamo un limone che arriva dopo 22 minuti tagliato a fette irregolari….grosse, minime, supersottili, meta’ grosse e a scalare…mah..la situazione si presenta gia’ non facile e le prospettive sono per forza in caduta libera. Dopo 1.50 minuti dalla richiesta ….e siamo quasi solo noi, arriva una tomato soup che bonariamente e considerato il luogo giudico come sopportabile. Il T Bone, colpa mia assoluta l’averlo ordinato e richiesto “please super rare” , lo devo lasciare tutto sul piatto. Ho fame, non mi capita mai una cosa simile, ma non mi e’ mai arrivato un piatto simile. Carbone coke stagionato e fuso in una barra di piombo: impossibile addentarlo e tanto meno provare a masticarlo. Ho ordinato carne di manzo visti i molti pascoli, ma ho sbagliato. Il pollo ordinato da Feri e’ l’unica cosa che e’ stata mangiata. Dopo cena, o meglio dopo il digiuno, noi uomini, uomini duri, facciamo un piccolo giro vicino, uscendo lungo la strada vagamente illuminata e dove…ironia della sorte….incontriamo tanta gente e tanti piccoli grill con spiedini e polli alla griglia molto appetitosi, ma l’ambiente non ci appare tranquillo (probabilmente invece lo era, ma eravamo ancora ai primi impatti e di bianchi o turisti non se ne sono visti praticamente mai fuori dai lodge) . Amen. Andiamo a nanna alle 22.50. Durante la notte diluvia…e all’equatore quando piove…..diluvia!!! Incrociamo le dita per domani : dobbiamo entrare nel Kidepo e le strade sono gia’ brutte e, da quanto letto, diventano impraticabili se piove, per il fango. -
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Programma Giorno 1 - 8 agosto Le Sorgenti del Nilo Arrivo a Entebbe con volo Turkish Airlines ore 2.50 am e pernottamento a a Kampala. Visita le sorgenti del Nilo sul Lago Vittoria. Poi a Mbale e Sipi, verso il Parco Nazionale del Monte Elgon. Giorno 2 – 9 agosto Il trekking delle Cascate Sipi Trekking guidato alle cascate Sipi, sulle valli della Karamoja. Nel pomeriggio trasferimento a Lira per l’avvicinamento al Parco del Kidepo e sosta al sito di Nyeru , vicino a Kumi. Giorno 3 – 10 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo Arrivo al Parco Nazionale Valle del Kidepo. e villaggio Karamoja Giorno 4 – 11 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo Safari fotografico tra le piste del parco, in particolare nella regione della valle del fiume Narus. Giorno 5 – 12 agosto Kidepo – Kitgum Visita a una comunità karimojong . Nel pomeriggio a Kitgum, città della regione dell’Acholi, Giorno 6 – 13 agosto Il Parco Nazionale Murchison Falls Trasferimento per il Parco di Murchison Falls.. e safari fotografico. Giorno 7 – 14 agosto Il Parco Nazionale Murchison Falls All’alba game drive nel settore nord del Murchison; poi Delta del Nilo nel Lago Alberto Dopo pranzo, escursione in barca, risalendo per 23 km il Nilo, fin quasi a raggiungere la base delle cascate e Quindi trekking per risalire il tratto a piedi fino alla cima. Giorno 8 – 15 agosto Foresta di Budongo – Masindi Trasferimento nella foresta di Budongo, presso Kaniyo – Pabidi, per il trekking nella foresta tropicale. Giorno 9 – 16 agosto Ziwa – Hoima Riserva dei rinoceronti di Ziwa,. poi vicino al Lago Kyoga. Nel pomeriggio proseguimento per Hoima Giorno 10 – 17 agosto Hoima – Fort Portal Visita alle piantagioni di canna da zucchero, di tè, di banane, di caffè, oltrepassate la foresta di Bugoma lungo il Lago Alberto fino a Kyenjojo. Nel pomeriggio laghetti craterici Kasenda. Giorno 11 – 18 agosto Parco Nazionale Queen Elizabeth Partenza in direzione Queen Elizabeth, e il Rwenzori. Pomeriggio game drive. Giorno 12 – 19 agosto Il Parco Nazionale Queen Elizabeth Safari fotografico .Nel pomeriggio escursione in battello sul canale naturale Kazinga. Giorno 13 – 20 agosto Il Parco Nazionale Queen Elizabeth - Bwindi Proseguimento per il sud del parco, Ishasha e per la foresta di Bwindi. Arrivo nel parco nazionale di Bwindi a Kisoro. Giorno 14 - 21 agosto Il trekking dei gorilla di montagna Trekking dei gorilla.. Al termine spostamento sul Lago Bunjonji, Giorno 15 – 22 agosto Il Lago Bunjonji – Parco Nazionale del Lago Mburo Escursione guidata in canoa per l’osservazione dei volatili e per scoprire villaggi e paesaggi tra le isole. Nel pomeriggio, il viaggio prosegue per il Parco Nazionale del Lago Mburo Giorno 16 – 23 agosto Lago Mburo – Entebbe Dopo colazione safari fotografico e escursione in barca guidata dai rangers Il viaggio prosegue in direzione di Entebbe con sosta lungo la linea dell’Equatore per Cena a Entebbe. Riposo a Entebbe in hotel e trasferimento in aeroporto. Partendo da una considerazione finale, posso assolutamente sottolineare che il viaggio e’ uno di quelli da fare, puo’ essere preso cosi’ come e’, puo’ probabilmente essere anche migliorato, puo’ essere diluito con qualche giorno in più, perche’ le cose da vedere e da vivere sono veramente tante, percorrendo strade che di strada hanno poco, ma in un Paese sicuro, dove non ho mai avvertito alcun tipo di problema o di paura. Per la maggior parte delle persone l’Uganda e’ un Paese piuttosto sconosciuto ed i piu’ lo ricordano per Idi Amin, il dittatore indicato allora dai media anche come cannibale e che aveva comandato qui negli anni settanta. All’annuncio di voler fare un viaggio in questo Paese dell’Equatore molti mi chiedevano: con precisione dove e’ l’Uganda?”Amici, parenti e altri hanno sempre strabuzzato occhi e non solo, spesso dicendo o facendomi capire se ero del tutto normale e che ci andavo a fare in un posto come quello!!!! Siamo tornati interi, complessivamente in salute, per ora, senza aver fatto mai incidenti, senza aver avuto mai paura reale, senza grandi difficoltà. Penso che paura, Africa cannibale, sporcizia, delinquenza, siano luoghi comuni, valutazione sommarie e gratuite. Cele ed io siamo tornati estremamente felici e soddisfatti e consigliamo questo viaggio a chiunque abbia voglia di vivere il viaggio e di cogliere le bellezze naturali e faunistiche che ogni giorno abbiamo anche noi fortunatamente vissuto. Siamo partiti dalla capitale Kampala (per quanto atterrati alla vicina Entebbe) e siamo risaliti costeggiando il Lago Vittoria fino al Parco Kidepo, tra i piu’ inesplorati dell’Africa, scendendo poi lungi il rift della Valley Albertina, passando per le Murchinson Falls, il Queen Elizabeth Park, arrivando all’estremo sud del Paese, ai confini con Congo e Rwanda, incontrando i gorilla nella Bwindi Forest, per poi risalire , completando l’immaginario cerchio, attraverso i laghi Bunjonji e Mburo e raggiungere nuovamente Entebbe. Di Uganda ne avevo sentito parlare per la prima volta a gennaio 2012 a Carezza, in montagna, e quanto raccontatomi allora mi aveva fatto subito entusiasmare. Non sono riuscito ad organizzare il viaggio per l’estate 2012, ma subito poi ho cercato di riprenderlo in esame. La visita di Costantino (titolare di Destination Jungle) a fine ottobre scorso e la chiacchierata fatta a casa nostra davanti a qualche buona bottiglia ha messo le basi per la riuscita dell’organizzazione e per la riuscita di quanto a lungo pianificato, e poi modificato, ancora rivisto, perfezionato, inserendo nuove tappe e correggendone altre, in effetti troppo massacranti. Provo solo a pensare alla quantità di mail e skype scritte e poi inoltrate per conoscenza; alle diverse domande e puntualizzazioni, approfondimenti, a tutta la serie di incertezze da cercare di risolvere, ai dubbi che sorgevano in molti di noi e necessitavano di risposte, alle varie valutazioni, ricerche confronti e verifiche, i che mi hanno stressato, ma che si sono rivelati necessari, fondamentali. L’Uganda ha una popolazione che viene indicata per il 50% sotto i 14 anni, ma visto il numero impressionante di mignon, mi sembra di poter credere che la percentuale sia decisamente per difetto. L’inglese viene parlato praticamente da tutti, anche dai cuccioli, con un buon livello di scolarizzazione, alla luce delle numerosissime scuole, academy e poi chiese un po’ di tutte le confessioni religiose incontrate, lungo il percorso. Anche i cartelli, le insegna, i menu’ e quant’altro sono in inglese. Ora per chi mi conosce e soprattutto conosce il mio english può ben capire come mi sono trovato. La nota piu’ significativa era lo sguardo degli autisti e delle guide, gentilissime nel rivolgersi per chiarimenti ed indicazioni e che, in cambio, trovavano risposte sconclusionate, facce interrogative, termini molto personalizzati, occhi vitrei, persi nel vuoto. Ma mi sono spesso arrangiato a modo mio, non sto a dire con quale risultato, quasi sempre facendo rabbrividire i miei compagni di viaggio o a farli sorridere con sguardi di commiserazione del tutto giustificati. Il viaggio e’ stato organizzato con Destination Jungle LTD. Pan Africa House piano 5 PO Box 2874 Kampala Ufficio: Tel: + 256 (0) 414 232754 Fax: +256 (0) 414 232749 Mobile Tel: +256 782 385446 Skype: destination.jungle - costantino.tessarin E-Mail: [email protected] Giorno 0 mercoledì 7 agosto Partenza alle 7.30 da Padova. Siamo in 8 amici, 4 coppie. Il viaggio e’ ottimo e lo passiamo giocando con il video touch del sedile antistante, leggendo (devo finire Open di Agassi), guardando un film, dormendo.. Unico problema: facciamo scalo non previsto (almeno secondo quel che ne sappiamo) a Kigali (Ruanda) e questo ci fa perdere 1 ora e mezza. Arriviamo ad Entebbe alle 3 di mattina, leggermente rinco. Per fortuna i tempi per il visto e per la raccolta dei bagagli sono veloci (ci sono tutti e questo e’ sempre importante visto gli scali!!!). Usciamo dall’aeroporto che sono comunque le 3.50. Se eravamo rinco prima adesso siamo in un coma allo stato puro.. Troviamo il corrispondente di Destination Jungle. Ora se questo e’ il corrispondente siamo messi veramente bene……mamma mia!!!. Ci invita a seguirlo ad un furgone parcheggiato li’ vicino. Comincia a cercare di caricare i bagagli e non riesce ad aprire il portabagagli posteriore. La porta e’ rotta evidentemente o la serratura. Fatto sta che non si apre. Siamo in mani decisamente sicure e a questa ora siamo prossimi al suicidio di massa. In qualche modo allora l’omino nero sale sopra il furgone e gli passiamo una alla volta gran parte delle valigie. Sopra c’e’ una griglia, ma senza alcuna protezione, se non laterale e bassissima e non ci sono corde, spaghi, ne’ tantomeno elastici o ganci. Alcune borse le mettiamo anche dentro tra i piedi ed i sedili. Furgone gia’ piccolo, con bagagliaio inutilizzabile, con valigie pronte a “volare” alla prima curva….Wow…adrenalina a go’go’ e scongiuri vari.. Partiamo in qualche modo per Kampala, che non e’ proprio dietro l’angolo. Ad ogni curva, almeno all’inizio, ci voltiamo per vedere se dall’alto cade qualche cosa... poi anche la mostruosa stanchezza prevale sul controllare e, rassegnati, smoccoliamo su quanta strada stiamo facendo a quest’ora prossima all’alba e quando mai arriveremo e quando poi riusciremo a distenderci e poi svegliarci…visto che fra poche ore dovremmo anche iniziare concretamente il viaggio!!!!!! Arriviamo a Kampala al Hotel Bouganviller alle 5.05 dell’ 8 agosto. Giorno 1 - 8 agosto Le Sorgenti del Nilo Riusciamo a dormire qualche ora, dopo una doccia che ha buttato via gran parte della stanchezza. Mi viene in mente una situazione analoga, nel 2004, quando eravamo arrivati a Istambul e poi ad Ankara ad alba inoltrata e con una sveglia dopo poche ore, con compagni di viaggio in parte gli stessi; coincidenza, casualita’ o altro…..lasciamo perdere… Come 9 anni fa peraltro l’appuntamento, originariamente stabilito per le 8, e’ stato ragionevolmente spostato alle 9.30. L’hotel ed il posto sono molto carini, la camera confortevole e silenziosa ed anche la zona colazione, all’aperto, in un piccolo giardino interno, attrezzato con un salottino ed alcuni tavoli. Fame non indifferente e colazione confortante, che mette l’umore dalla giusta parte, nonostante le palpebre fatichino a rimanere bene aperte. Arriva Costantino; saluti di rito, come va, come e’ andata, ricordiamo l’incontro di Padova, mentre anche gli altri arrivano per il breakfast un po’ alla spicciolata. Facciamo il briefing, regoliamo il saldo, Costantino ci consegna il test anti-malaria e le pastiglie ordinate, le schede telefoniche ugandesi che si riveleranno non solo molto economiche, ma anche indispensabili quando la maggior parte dei nostri cellulari non hanno campo. Siamo tutti in tiro: indossiamo le magliette che con Cele abbiamo fatto stampare l’altro ieri. In effetti martedi’ mattina, all’ultimo momento, abbiamo deciso di preparare una divisa e di regalarla a tutti noi. Terribili le corse tra Decathlon e la legatoria per la stampa…..ma sono venute benissimo. Grigie per le “ragazze”, color caki per noi “giovanotti. Sulla schiena in corsivo “uganda 2013” ed i nomi Ale, Claudio, Mau, Tao, Michi, Feri, Rubi, Cele. Solo il Borga si presenta in camicia, ma poi per la foto si “ricompone”. Foto dunque di gruppo davanti alle jeep Toyota che utilizzeremo nel viaggio. Conosciamo i nostri autisti-guide: Kasule (nome che ci rimane impresso subito, visto che da Ferida per un po’ di anni ci siamo ritrovati a mangiare proprio la cassouela) e Billy (nome che e’ impossibile non ricordare). Beh questa e’ gia’ una bella notizia, visto che non ci sono nomi incasinati da tenere a mente. Ciononostante Michela non imbrocchera’ mai il nome Kasule, storpiandolo di continuo e facendoci ovviamente sorridere ogni volta… Partenza, ma tra una cosa e l’altra sono gia’ le 11. Ci dirigiamo verso l’est del Paese, in direzione di Jinja, città situata sul Lago Vittoria, nota per essere il posto in cui si trovano le Sorgenti del Nilo, individuate da J. Speke nel 1864. (sto sciorinando cultura a nastro). L’impatto con Kampala conferma le vaghe impressioni dell’alba appena passata, quando abbiamo attraversato le strade da Entebbe: oggi e’ Festa nazionale ed e’ finito il ramadan. Sono tutti in strada e c’e’ una confusione totale. La confusione ci sara’ peraltro sempre, festa o non festa, secondo il piu’ classico dei casini di una capitale centroafricana.. La prima tappa sono “le Sorgenti del Nilo” sul Lago Vittoria. Le raggiungiamo dopo 2 ore di strada discretamente asfaltata, ma disseminata di dossi grandi e piccoli e con un traffico che i nostri compagni, molto piu’ viaggiatori di noi, gia’ confrontano con quello spaventoso indiano, anzi questo e’ meglio…..non oso pensare a quello di Nuova Delhi!!!! E’ Africa: bambini dappertutto, donne belle e brutte, eleganti e no, tutte con capelli corti o cortissimi, occhi vispi, lineamenti spesso moto belli, sguardi dolci, ma anche di sfida e poi un numero pazzesco di moto, che poi scopriremo trattarsi di mototaxi, con 2, 3 4 persone a bordo, tutte perfettamente allineate sulla sella come acciughine, oppure con legati materassi, fascine, gabbie e di tutto un po’…e poi banchi di banane, avocadi, pomodori. Ci fermiamo in un piazzale piu’ ordinato e compriamo cesti di banane, ananas. Cominciamo subito ad assaggiarle alternandoci nelle foto con le vispe negrette venditrici., che coccolano in particolare Ale, e sono gia’ un po’ invidioso. Raggiungiamo la partenza delle sorgenti. E’ un posto bellissimo, elegante, pieno di piante e di verde, con prati all’inglese e piscina. Molto in contrasto con quanto in generale appena visto, anche se si tratta solo di impressioni. Appena arriviamo ci viene incontro una ragazza che ci chiede che cosa vogliamo pranzare. Bene, si mangia….le banane hanno fatto poco per il mio appetito. E invece no. Dobbiamo ordinare perchè si possano preparare, mentre noi andiamo a fare il giro in barca. Al momento ci pare una cosa molto strana e senza senso, ma poi si rivelerà la indispensabile consuetudine, vista l’incapacità di questo popolo di gestire in modo efficace una cucina ed i tempi eterni di preparazione e di consegna di piatti e pietanze. Ordiniamo dunque il pranzo e scendiamo alla spiaggia….cribbio ci sono solo indiani….ma che posto e’??? Dopo pochi minuti di attesa prendiamo una piccola barca, solo per noi, che ci porta verso il largo fino a raggiungere una serie di piattaforme dove, piano piano, ci affianchiamo a tantissimi trampolieri e non solo. Pellicani, uccelli con becco giallo, marabù,altri con un becco nero adunco e poi cormorani, fermi o in volo, spesso impegnati a scrutarci, timorosi delle nostre intenzioni. Stupendo, mi piace un sacco. C’e’ pace, natura, sensazioni gia’ coinvolgenti, dolcezza. Altre foto di rito poi sotto il cartello “Born Nilo”. Raggiungiamo la base di partenza, a pranzo con un ottimo avocado e il pesce del Lago, Tilapia, fritta. Ora il fritto e’ per noi un’altra cosa….in questo caso ti frega meta’ della gustosa carne del pesce. Mi tocca ciucciare tutto, cosa che comunque avrei fatto secondo quelle che sono questa volta le mie abitudini, quando mangio pesce . Prendiamo acqua e birra e scopriamo che i bicchieri sono un optional. Ne chiediamo diversi a piu’ riprese anche per dividerci le bevande, ma ne arrivano solo 3, uno alla volta, dopo relative ripetute insistenze. Paese che vai…… Ripartiamo in super ritardo secondo la tabella di marcia prevista…..siamo partiti gia’ tardi, ci siamo fermati per strada piu’ del previsto, il giro e’ stato fatto con calma, il pranzo, nonostante l’ordinazione iniziale e’ stato biblico!!!! Corriamo per 5 ore tra gruppi di bambini sempre presenti lungo le strade e poi campi di papiro, di riso o coltivati a the, verso Monte Elgon e Sipi. Arriviamo al lodge nel buio totale, salendo tra i tornanti del monte con figure a piedi ed in bicicletta che sbucano di continuo tra le curve, illuminate dai fari. Saltiamo forzatamente tutti i view-point (con il buio non sono molto spettacolari). Speriamo di rifarci domani. Il lodge mi sembra molto carino, fuori fa decisamente fresco e si sente tutto il rumore delle cascate…..ma non si vede nulla di nulla, nonostante uno stellato da urlo. Siamo a 1795 metri di altitudine e sono 2 settimane che qui piove ……. e invece oggi no!!!!! Cena a lume di candela con zuppa e carne e un po’ di birre. -
All'improvviso arriva l'Uganda
alberto tao ha risposto a MagicJ69 nella discussione Itinerari e consigli di viaggio
Ho viaggiato anche io con turkish e con un operatore locale, o meglio un ragazzo di Adria da tempo trasferitosi a Kampala e che ha aperto una agenzia divenuta di riferimento per grossi tour operator del mercato italiano (pagando il doppio o il triplo). Non ho viaggiato con quello che avete contattato voi, anche da me sentito, persona splendida in effetti, ma la soluzione offerta per la base del tour gorilla era decisamente difficile da gestire e anche poi quando l'ho vista mi sono convinto di avere scelto bene, per me, poi ovviamnente ognuno vede con i propri occhi e con le proprie idee -
All'improvviso arriva l'Uganda
alberto tao ha risposto a MagicJ69 nella discussione Itinerari e consigli di viaggio
ciao Mik questo è stato il mio viaggio nel 2013 Giorno 1 - 8 agosto Le Sorgenti del Nilo Arrivo a Entebbe con volo Turkish Airlines ore 2.50 am e pernottamento a a Kampala. Visita le sorgenti del Nilo sul Lago Vittoria. Poi a Mbale e Sipi, verso il Parco Nazionale del Monte Elgon. Giorno 2 – 9 agosto Il trekking delle Cascate Sipi Trekking guidato alle cascate Sipi, sulle splendide valli della Karamoja. Nel pomeriggio trasferimento a Lira per l’avvicinamento al Parco del Kidepo e sosta al sito di Nyeru per vedere le pitture rupestri, vicino a Kumi. Giorno 3 – 10 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo Arrivo al Parco Nazionale Valle del Kidepo. Visita villaggio Karamoja Giorno 4 – 11 agosto Parco Nazionale Valle del Kidepo Safari fotografico tra le piste del parco, in particolare nella regione della valle del fiume Narus. Giorno 5 – 12 agosto Kidepo – Kitgum Visita a una comunità karimojong . Nel pomeriggio spostamento a Kitgum, città della regione dell’Acholi, Giorno 6 – 13 agosto Il Parco Nazionale Murchison Falls Trasferimento per il Parco di Murchison Falls.. All’entrata nel parco, nel pomeriggio, safari fotografico. Giorno 7 – 14 agosto Il Parco Nazionale Murchison Falls All’alba game drive nel settore nord del Murchison; poi si raggiunge il Delta del Nilo nel Lago Alberto Dopo pranzo, escursione in barca, risalendo per 23 km il Nilo, fin quasi a raggiungere la base delle cascate Quindi trekking per risalire il tratto a piedi fino alla cima. Giorno 8 – 15 agosto Foresta di Budongo – Masindi Trasferimento nella foresta di Budongo, presso Kaniyo – Pabidi, per il trekking nella foresta tropicale. Questo è l’ambiente naturale degli scimpanzé Giorno 9 – 16 agosto Ziwa – Hoima Spostamento alla riserva dei rinoceronti di Ziwa,. Nel pomeriggio visita a comunità locale vicino al Lago Kyoga. Nel pomeriggio proseguimento per Hoima Giorno 10 – 17 agosto Hoima – Fort Portal Visita alle piantagioni di canna da zucchero, di tè, di banane, di caffè, oltrepassate la foresta di Bugoma lungo il Lago Alberto fino a Kyenjojo. Nel pomeriggio si arriva nella regione dei laghetti craterici Kasenda. Visita ad alcuni siti i dei laghi craterici Giorno 11 – 18 agosto Parco Nazionale Queen Elizabeth Partenza in direzione Queen Elizabeth, il secondo per dimensioni, delimitato a est dal Lago George, a ovest dal Lago Edward e a nord delle “Montagne della Luna”, il Rwenzori. Pomeriggio game drive. Giorno 12 – 19 agosto Il Parco Nazionale Queen Elizabeth Safari fotografico .Nel pomeriggio escursione in battello sul canale naturale Kazinga. Giorno 13 – 20 agosto Il Parco Nazionale Queen Elizabeth - Bwindi Proseguimento per il sud del parco, Ishasha e per la foresta di Bwindi. Arrivo nel parco nazionale di Bwindi a Kisoro. Giorno 14 - 21 agosto Il trekking dei gorilla di montagna Trekking dei gorilla. Quest’attività comincia alle 8 del mattino dal quartier generale dell’UWA (Uganda Wildlife Authority) . Al termine spostamento sul Lago Bunjonji, F A N T A S T I C O Giorno 15 – 22 agosto Il Lago Bunjonji – Parco Nazionale del Lago Mburo Escursione guidata in canoa per l’osservazione dei volatili e per scoprire villaggi e paesaggi tra le isole.. Nel pomeriggio, il viaggio prosegue per il Parco Nazionale del Lago Mburo Giorno 16 – 23 agosto Lago Mburo – Entebbe Dopo colazione safari fotografico oppure un’escursione a piedi guidata dai rangers Il viaggio prosegue in direzione di Entebbe con sosta lungo la linea dell’Equatore. Cena a Entebbe. Riposo a Entebbe in hotel e trasferimento in aeroporto. se hai bisogno di dritte sono qui e sai dove trovarmi oppure posso postare le singole tappe o quelle che mi chiedi... io ho fatto un diario abbastanza analitico ma non so se aprir un topic specifico, in quanto faccio fatica ad inserire le foto relative -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
10 Columbia Monterrey 11 Monterrey Paso robles la strada è il Big Sur e il riposo in collina tra le cantine ci starebbe!!!!! e poi sono più vicino per andare al Sequoia (credo) 12 paso robles Sequoia Nat 13 Sequoia 14 Sequoia - rainbow basin trona pinnacles San bernardino o Palm Springs qui vorrei vedere il Rainbow Basin (il Trona Pinnacles è anche rinunciabile) e mi sembra bestiale la tirata in giornata fino a san Diego....sono oltre 430 miglia 15 Palm Springs San diego 16 San Diego 17 san Diego Joshua Tree Nat park 18 Joshua - Kelso dunes - Mojave desert+ e consigli di arrivare in serata a Peach Spring....si può fare ma il Mojave lo vedo alla giapponese....e mi sarebbe piaciuto girarlo un poò...mi sembra ne valga la pena specialmenet al tramonto Ricordo un tramonto da urlo al Saguaro Park 19 Mojave Desert Peach springs ...Peach Springs la ho inserita come strategica per la discesa alle havasupai. 20 Havasupai 21 havasupai - las vegas 22 las vegas Italia -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
grazie, ma lasciano perplesso anche me. nel senso che Boneville Salt Flats mi embre spettacolare Il Fly geyser e' bellissimo, ma essendo in area privata si rischia di anche non poterlo vedere Il lassen Volcanic e' bello ma è tanto fuori mano e rischia di essere caro impestato come alloggi e allora come potrei scendere evloecmente verso Monterrey?? Avevo pensato cosi' (Si errore Muir mi ero accorto) oppure (modificando ovviamente i numeri dei giorni togliendo alcune tappe sopra) 10 Columbia Monterrey 11 Monterrey Paso robles 12 paso robles Sequoia Nat 13 Sequoia 14 Sequoia - rainbow basin trona pinnacles San bernardino o Palm Springs 15 Palm Springs San diego 16 San Diego 17 san Diego Joshua Tree Nat park 18 Joshua - Kelso dunes - Mojave desert+ 19 Mojave Desert Peach springs 20 Havasupai 21 havasupai - las vegas 22 las vegas Italia il tratto Mojave Peach Spring è finalizzato alla discesa alle Havasupai...non credo si possa raggiungere Peach Spring in giornata -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
e cosi' complicato perché nessuno mi aiuta??? e io : book : -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
ragazzi HO BISOGNO di voi sul serio... sono incasinato e vorrei sistemare una parte del programma. la prima parte mi sembra abbastanza OK 1 italia - Las Vegas 2 Las Vegas - Valley of Fire - Snow Canyon St Park - Sand Hollow - Springdale (ZION) 3 Zion con Subway??? Checkerboard mesa, Wire pass o altro 4 Zion - Red Canyion e puntatina a Bryce per rifare ...troppo bello il Navajo Loop - Paguitch 5 Paguitch - Cedar breaks (ma dopo aver visto Red Canyon e Bryce vale la pena??? ) - Cedar City e pranzo -Cathedral Gorge St Park -con il tramonto e Pioche 6 Pioche - Great basin Nat Park - 7 Great Basin (grotta la mattina) - Boneville Salt Flats -Wells (Nevada) 8 Wells - Elko - Black Rock desert (Bruno's country Club e FlyGeyser - Hot Springs park -Gerlach MA MI SEMBRA UNA SFACCHINATA TERRIBILE NEL CALDO SENZA VEDERE NULLA IN MEZZO OPPURE MI SBAGLIO??? 9 Gerlach (AMMESSO CHE NE VADA LA PENA) - Lassen volcanic (ma anche questa è un'altra sfacchinata!!!) oppure vado giù a sud verso Columbia???' 10 o 11 ipotesi Columbia - King Canyon - Sequoia Nat Park 11 o 12 Sequoia giornata a moro rock, general sherman grove, pranzo a lodgepole village 12 o 13 Sequoia _ Monterrey dormendo a Paso Robles 13 o 14 Big Sur da Monterrey fino a santa barbara e o Rincon beach o Muir Woods (ma se sono stato appena al Sequoia starei sulla spiaggia 14 o 15 Santa Barbara - San Diego 15 o 16 San Diego 16 o 17 San Diego Palm Springs Joshua Tree Nat Park- 17 o 18 Joshua Tree - Kelso Dunes - Rainbow Basin (mi sembra complicato andare fino a Trona Pinnacles come pure Red Rock canyon St Park) - Mojave Desert 18 o 19 Mojave Desert - Peach springs 19 o 20 Havudsapai falls 20o 21 havusapai falls - las vegas 21 o 22 Las vegas - Italia e appunto dovrei cercare di stare in 20gg al massimo 21 chiedo aiuto sul serio.....ho cercato, visto, studiato ma non ne sono andato fuori anche perchè non so se mi perdo qualche cosa di particolare lungo il percorso (fatto Sfo - Yosemity- Death valley Bryce - G canyon - 2 volte la Monument ) Los Angeles non mi interessa -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
wow allora in bocca al lupo -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
in che senso???? rischio fango??? Tipo Romana Mesa??? o Potash road??? O peggio o perché se piove è un po' il grosso rischio di tutti gli slot canyon???? ma in alternativa è complicato andarci?? -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
modifica in corso: nuova pianificazione: 1 italia - Las Vegas 2 Las Vegas - Valley of Fire - Snow Canyon St Park - Sand Hollow - Springdale (ZION) 3 Zion con Subway??? Checkerboard mesa, Wire pass o altro 4 Zion - Kolob Canyons e/o Kolob Terrace - Kannara Creek - Cedar Breaks - Modena o comunque verso Cathedral Gorge 5 Cathedral Gorge St Park - Great basin Nat Park - Ely 6 Ely - Boneville Salt flat - Elko 7 Elko - Black Rock desert (Bruno's country Club e FlyGeyser - Hot Springs park -Gerlach 8 Gerlach - Pyramid lake e giù verso Sequoia - Columbia (?) 9 Columbia - Kings Canyon - Sequoia Nat Park 10 Sequoia Nat Park - ) - Monterrey e Paso Robles 11 Monterrey - Big Sur -Lizard's mouth - Santa Barbara 12 Santa Barbara - Muir Woods Nat Monument- Red Rock Canyon -Ridgecrest con Trona Pinacles 13 Ridgecrest - Rainbow Basin - San Diego 14 San Diego 15 San Diego - Joshua Tree Nat Park - Kelso Dunes - Mojave Desert 16 Mojave desert - Dumont Dunes - Peach Springs 17 Peach Springs - Havasupai 18 Havasupai - Las vegas 19 Las vegas 20 Las Vegas - Italy chiedo suggerimenti, dritte, consigli, modifiche e quant'altro grazie -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
sempre grato e sempre ottimi i consigli, ma io forse mi riferisco...forse mi viene in mente qualche cosa in merito ad un diario nel quale un "ragazzo" raccontava le sue avventure a zion e mi sembra al Subway o al Narrows Canyon, era da solo, era caduto e anche fatto male ma stoicamente aveva finito tutto. era stato postato almeno 3 anni fa su questo sito la sua immagine mi sembrava fosse quella di una persona con appello ed occhiali, ma potrei sbagliare. sono anziano e l'alzheimer incipiente in quel caso spiegava diversi tratti degli slot ma vuoi che non ci sia qualcuno che ne ha fatti ??? a Zion, da consigliare come impostare 2/3 giorni prima di salire verso il Red Rock canyon???' non datemi del visionario o dello sclerato......me lo dicono già in tantiiiiii -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
ok scusa Panda e grazie. Non so se dedicare due o tre gg a zion Non sono attrezzato né sono in grado di fare corda doppia o canyoning di livello. Ho ed abbiamo fatto i vari slot di Escalante e Capitol Reef. Mi piacerebbe vedere e dedicare un po' di tempo a Zion. ho letto qualche cosa di orderville, Narrows, Subway Kolob terrace ecc ecc ce ne sono di cose da vedere..... Chi mi può indicare come organizzare 2/3 gg che possono diventare anche 4 se la situazione lo vale grazie -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
valley of fire, merita veramente?? e quanto tempo ci si dedica??? Zion: i trail in montagna mi interessano relativamente poco, moooolto di più i canyon.. e gli SLOT!!!! .ricordo che Panda o altri (fosforina devo prendere fosforina) parlavano di Zebra canyon o altri. Mi potete aiutare a costruirmi 2 gga Zion di quelli da urlo!!!!!!! -
mah, Oak Creek solo se vai a Sedona e ci stai almeno una notte con cottonwood, altrimenti non vale a pena e dedicherei un giorno in più alla zona vicino al Bryce in particolare ad Escalante ed agli slot canyon, sempre che il tempo in questa stagione te lo consenta, ma credo di si
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
ottimo, confermato....ma credo che a queste condizioni.... ragazzi sono del 1956......vecchio bacucco, anche se di campeggio ne ho da vendere faremo 1 notte invece di due... o ci pensiamo ancora un po'. ed adesso cominciamo con le prime tappe... che strada fare?? che cosa e quanto dedicare a vedere??? dove consigliate di dormire.... 1 las vegas ( qui non ci sto volentieri, ma se mi fermo allora prenoto un circus de soleil) ( Las vegas ci sono già stato e mi è bastato il caos ed il caldo) 2 las vegas - valley of fire - zion 3 zion 4 zion - red canyon -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
grazie ancora ed a questo punto mi piacerebbe pensare alla due notti, visto quanto c'è da vedere e soprattutto dopo un viaggio che si preannuncia non massacrante come quello appena fatto, ma abbastanza vario ed impegnativo Posso sembrare (e forse un po' lo sono) tonto. Ma il villaggio di Supai dove c'è il lodge mi sembra di capire sia dentro il canyon?. Quindi converrebbe prenotare li', ammesso di trovare, tenendo conto che non dovrei più comprare tenda, materassini e probabilmente sacchi a pelo. Nel senso che ne ho a casa diversi, ma non di ultima generazione e di comprarne ancora per non utilizzarli più o quasi.... -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
grazie Guardando il sito....bei prezzi con vari permessi e tasse... l'Havusapai lodge è quello di Peach o c'è ne è uno dentro il canyon?? -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
ok tu sei sicura che non serve prenotare?? Comunque hai un recapito dove provare o si puo' provare con l'Havusa lodge?? a peach?? -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
ma basta un pomeriggio per godersele?? Se parto la mattina presto da Peach springs e arrivo alla discesa in 2 ore circa poi scendo in 3 ore. sbrigo pratiche di campeggio in 1 ora.....ripeto mi basta il pomeriggio sera??? per cenare conviene portarci giù un po' di cose??' L'acqua la si può comprare anche giù?? possono sembrare domande stupide, ma vorrei fare le cose cum grano salis -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
grazie a tutte e due e a chi vorrà darmi altri consigli per Simo. Non volendo partire dall'italia con tende ecc ,sai se si possono prenotare o trovare in zona tipo noleggio??' La mattina. se sei rientrata la mattina, quanto tempo indicativamente ci si mette per risalire e poi fino a dove si puo' arrivare. Sto seriamente pensando di cambiare il circuito e di fare la Havasu alla fine direttamente dopo il Mojave desert e quindi vorrei capire se ho lo spazio per rientrare nella giornata successiva, Cioè Mojave desert - peach springs peach springs - havasu e notte in camping (non credo proprio che ci siano alternative in loco) Havasu - las vegas (o è troppo lunga)?? -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
molto interessante grazie, se riesco ad organizzare tutto per tempo, non dovrebbero esserci poi grossi problemi per gli alloggi. Il mangiare non è l'ultimo dei problemi, ma quasi. dopo aver fatto un bel po' di Africa strana. A questo punto non posso non chiederti i tempi di percorrenza dei trail che mi indichi e poi.....(sappiamo le caratteristiche della scorsa estate in Usa9 ma la temperatura è sopportabile in quella zona?? scusa ancora, mi puoi dare indicazioni sul tuo diario? -
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alberto tao ha risposto a alberto tao nella discussione Itinerari West
grazie della dritta, e credo sia importante prenotare prestissimo ma sui paesini...quest' anno ho trovato dei buchi di paese con delle locande e dei motel molto meglio di quelli in cui poi avevo prenotato.Mma ogni luogo è diverso. Prima di prenotare 1 o 2 notti vorrei pero' capire se è fattibile fare in giornata la visita e il bagno nelle cascate, che mi risultano siano tante e grandi, oppure sia più bello e necessario dormire almeno la notte prima a Peach Springs e se dormissi "dentro" riesco poi a tornare su con....calma e poi andare o a Kingman oppure a las Vegas..... ma poi dipende anche dall'orario del volo di rientro. Ammesso che lo faccia alla fine Infatti chiedo ancora ai "lumi" se secondo loro (voi) dal LOOP proposto in ultimo, e modificabile in quanto vorrei che mi aiutiate appunto, è meglio inserire le falls all'inizio o alla fine.....perché cambia poi necessariamente tutto il percorso nel suo sviluppo