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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 27/02/2025 in tutte le aree

  1. Benvenuto @Varvakingo! Apri un topic nella sezione Itinerari West e chiedi pure lì tutto quello che ti salta in mente, siamo qui apposta .
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  2. Ciao a tutti Sono Giuseppe, mi sono imbattuto in questo meraviglioso forum Quest'estate sto programma un OTR nella west coast, preparatevi per tante domande su itinerario 😁
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  3. 14 gennaio 2023 Mi sveglio riposatissima, al contrario di qualcun altro che si è trovato a partecipare alla Lunga Notte Cristiana contro la sua volontà ... essere sordi non è proprio SEMPRE una sfiga Oggi il programma prevede, purtroppo e soltanto, il viaggio di rientro verso l'aeroporto. Il volo è alle 17, siamo lontani circa cinque ore di guida ed è meglio non indugiare troppo ... alle sette, dopo una rapida ultima colazione africana, ci godiamo l'ultima alba dal nostro nido d'aquila e siamo pronti a partire. E' una giornata quasi senza storia, la passiamo a spremere le ultime gocce d'Africa riempiendoci lo sguardo con la vita che scorre accanto a noi dal finestrino, con già la nostalgia e la voglia di tornare che si fanno prepotenti. Guardando Marco e Sabrina ho la conferma di quanto già nei giorni scorsi avevo capito ... se la sono presa anche loro, la malattia Per pranzo Robert ci propone di prendere un packet lunch in un localino di sua fiducia all'Equatore, dove negli anni il piccolo mercato naif che ricordavo si è ampliato e fatto decisamente più propositivo. Il locale è lo stesso dove mi ero fermata nove anni fa, stavolta ci facciamo preparare samosa, involtini e l'ultimo rolex, che mangeremo strada facendo visto che sono solo le undici. Mentre aspettiamo che il pranzo sia pronto abbiamo una mezz'oretta per gironzolare tra i negozietti, più numerosi e forniti che nel 2014, e siamo fermamente decisi a far fuori fino all'ultimo schilling: la mancia per Robert è già pronta in euro, la moneta locale che ci avanza difficilmente ci servirà in futuro (anche se avevo detto la stessa cosa l'altra volta ) e quindi ... via con lo shopping selvaggio, naturalmente non prima di aver collezionato una lunga serie di foto sceme di rito al passaggio di emisfero SBONK (essere bassi, come essere sordi, non è SEMPRE un male ) L'acquisto selvaggio ci ha fruttato due bellissimi teli batik, qualche piattino artigianale da regalare, un ippopotamo e un rinoceronte mignon per i nani, un altro paio di magneti che non si negano a nessuno e - visto che la maglietta da Muzungu che rimpiango da un decennio non l'abbiamo mai più ritrovata - una coppia di braccialettini gemelli che ci identificano, nel caso ci venisse qualche dubbio Chiaramente Paolo contratta all'ultimo sangue, strappando grandi risate alle giovani signore addette alle vendite, che quasi mai gli negano lo scontone, il fascino del Panda è irresistibile e io ne so qualcosa Solo l'ultima, coriacea, risponde con un soave "Accettiamo anche dollari ed euro" quando il nostro eroe cerca di impietosirla dicendole che più di così non può proprio spendere perché sono gli ultimissimi scellini e stiamo tornando a casa Non abbiamo certo lasciato all'Uganda la stessa indelebile traccia che lei ha impresso in noi, ma un segno del nostro passaggio se non altro è rimasto di sicuro, nel cuore e sul minivan di Robert Prima di partire fotografo e molesto un ultimo felino ... ... mentre Paolo, in un brodo di giuggiole, scatena orde di raffiche in direzione del vecchio terminal dell'aeroporto, dove nel 1976 l'esercito israeliano portò vittoriosamente a termine l'Operation Entebbe liberando tutti gli ostaggi del Volo 139 Air France, dirottato da un commando palestinese e tedesco, tranne tre che purtroppo rimasero uccisi. All'epoca Paolo era rimasto molto colpito dalla tragedia, che io invece non ricordavo minimamente, è già nel 2014 mi aveva espresso il desiderio di vederne i luoghi con i suoi occhi. Detto, fatto Dopo una discreta coda per i controlli all'ingresso raggiungiamo finalmente il parcheggio dell'aeroporto, ridendo e scherzando si sono fatte le 14 e siamo in perfetto orario per passare le molteplici file di controlli, covid, bagagli, scanner ... salutiamo Robert con autentico affetto, quello che ha saputo conquistarsi senza nessuna fatica in questi giorni insieme, non soltanto per tutto quello che ha fatto per noi, ma per la sua simpatia, il suo approccio sempre sorridente, la serenità che ha saputo trasmetterci in ogni momento. Non so se ci rivedremo mai, ma di sicuro abbiamo un altro amico quaggiù, oltre a Julius che ci ha seguiti e coccolati passo passo senza essere fisicamente con noi. Ciao Africa, mi hai lasciato un altro solco nel cuore ... ci vediamo nel 2024! (spoiler: la meta del viaggio per i miei cinquan... per i miei quindici anni la scelgo io )
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  4. 13 gennaio 2023 - Lake Mburo Ultimo giorno pieno del viaggio, aleggia un po' di stanchezza, ma soprattutto una fitta nebbia sopra il lake Bunyony! Partiamo con calma dopo un'ottima colazione, sbarchiamo sulla terraferma e Robert ci porta nel resort più esclusivo della zona, che gode di uno splendido panorama sul lago, L'Arcadia Lodges... Lo "splendido panorama" rimane una pia speranza, visto che il lago è coperto di nuvole, ma il resort è baciato dal sole! Facciamo una breve sosta a Kabale e ne approfittiamo per scattare qualche foto al mercato, dove Barbara, muzungu pallida e color latte, fa sbellicare dalle risa una bimba, che la guarda, saluta e si rotola dalle risate! 😂😂😂 I piccoli sono tutti figli del sarto, decidiamo di dare un pacchetto di biscotti alla bimba più grande, che non finisce più di ringraziarci, apre il pacchetto e prima di mangiare lei, distribuisce i biscotti ai fratelli più piccoli! Da qui, sono circa 3 ore di strada per Mbarara, dove pranziamo in uno dei buffet locali. Barbara ne approfitta per mangiare zucca arrosto, zuppa di zucca e spiedino di zucca, io invece ho sviluppato un'insana passione per il matoke e non resisto, devo prendere questo mappazzone! Sazi e rinfrancati, percorriamo l'ultima ora di strada verso l'Eagle's Nest, in cima ad una collina che domina la vallata del Lake Mburo. Quest'ultimo tratto di strada è un vero "African Massage", meno male che l'ultimo tratto è lastricato. Prendiamo possesso della nostra tenda e approfittiamo dell'oretta di riposo per sistemare la valigia, quindi dobbiamo ripetere l'African Massage per andare verso il Lake Mburo National Park, dove raccogliamo il nostro ranger di oggi, Raymond e uno studente, Denis e siamo pronti ad iniziare il nostro giro. Entriamo nel parco accolti da zebre e bufali e subito dopo, le giraffe! A questo punto il ranger ci fa: "Adesso scendiamo" 👀😮😮 Cominciamo a passeggiare nella savana, a pochi metri da queste magnifiche bestie, che ci guardano dall'alto, senza troppo imbarazzo... anzi, quelli imbarazzati siamo noi!!! Ma il nostro Robert ha deciso che dobbiamo vedere gli eland, le antilopi più grandi di questa parte d'Africa, che vivono a pochi km da qui, convince il ranger a portarci un po' più avanti in auto e cominciare la nostra passeggiata da lì. Scendiamo in mezzo alle zebre, alla base di una dolce collina che risaliamo finché non incontriamo gli eland, detti anche antilope alcina, probabilmente per la stazza. Sono animali timidi, non si lasciano avvicinare troppo, ci guardano, si tengono a distanza, ma non fuggono. Questo è un gruppo numeroso, saranno una 30ina di esemplari, forse di più. Noi siamo a piedi, Raymond ci racconta tutto sul parco e su questi animali, il loro comportamento, prevede gli spostamenti e ci porta in favore di sole nel punto migliore. Non solo zebre ed eland, ma anche impala, facoceri, 2 piccole manguste e impegnatissimi nel loro lavoro di riciclatori indefessi, un gruppo di scarabei stercorari impegnato a fare palline in un mucchio di pupù che abbiamo schivato per un soffio! In linea di massima, questi animali non sono pericoloso, ma la prudenza non è mai troppa, tutti i ranger che ci hanno accompagnato avevano un kalashnikov in spalla! Ci godiamo la luce calda del tramonto africano dalla cima della collina, circondati dalla natura, con gli animali che continuano tranquilli nelle loro attività. Come sempre a queste latitudini il sole precipita sotto l'orizzonte con una velocità impressionante, salutiamo i nostri ranger e torniamo all'Eagle's Nest per la cena, con una compagnia non attesa! Ottima anche stasera! Notte tra il 13 e il 14 gennaio... Ieri sera c'era della musica, fino a tardi... ad un certo punto sento prorompere degli AMEN!!! ALLELUJA!!! nel profondo della notte e ancora balli, canti, omelie, amen a pioggia e alleluja sparsi, tutta la notte, fino alle 6. La mattina dopo scopro che nel villaggio c'è una chiesa di pentecostali, che un venerdì al mese fa la veglia di preghiera... indovinate quale venerdì??? 😂😂😂😂😂 PREV <- NEXT ->
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  5. 12 gennaio 2023 Il letto è talmente scomodo che più che col mal di schiena ci alziamo con il mal di mare, visto che qualunque cosa facciamo siamo destinati a rotolare inesorabilmente uno verso l'altro ... quello che abbiamo fatto nei quarant'anni che abbiamo dovuto aspettare per incontrarci, inconsapevoli allocchi, in pratica Con l'avventura dei gorilla si è chiusa la parte più emozionante del viaggio, da qui è tutta discesa verso l'aereo che sabato pomeriggio ci porterà via da questo magnifico Paese che ha rubato il cuore anche agli altri tre, dopo aver tenuto in ostaggio il mio per nove anni ... ma sarà una discesa molto piacevole, una sorta di decompressione prima del ritorno al mondo reale. Colazione alle otto e partenza con tutta calma alle nove, oggi, ci aspetta il breve e tutto sommato comodo trasferimento a Lake Bunyonyi, stanotte dormiremo in un eco resort che occupa per intero una delle numerose piccole isole che lo costellano. Il viaggio dura meno di tre ore e non è mai noioso, l'Uganda ha una varietà di paesaggi incredibile, dalle terrazze coltivate alle foreste alla savana, dai laghi vulcanici al Nilo, un'infinità di immagini da documentario sono scorse davanti ai nostri occhi in questa manciata di giorni. A mezzogiorno siamo già all'imbarcadero, dove ci attende un sontuoso natante che conduce noi e i nostri bagagli a Kyahugye Island in dieci minuti di piacevole traversata. Non rinunciamo mai a fare un po' gli scemi, ma perché mai dovremmo, dopotutto? L'eco resort si rivela uno dei posti più in salita di tutta l'Uganda ... altro che Bwindi Impenetrable Forest, qua sì che ci vuole il fisico! Superati gli abissi e le risalite dei vialetti, veniamo premiati da una bellissima casetta tutta per noi Ordiniamo l'ottimo pranzo che ci viene servito nel giro di un'oretta, che impieghiamo a sistemarci e rilassarci un po' ed a sperare che Giove Pluvio se ne vada a pluviare da qualche altra parte, come ci ha promesso Robert assicurandoci che qui il meteo cambia molto velocemente ... Il tempo da lupi però non sembra propenso a lasciarci e dopo mangiato ci ritiriamo ancora un po' nei nostri appartamenti ... quando smette di piovere io e Paolo ce ne andiamo un po' a zonzo per l'isola, che per quanto piccola ha molti ospiti non umani ... Qualcuno sostiene addirittura di aver avvistato un panda ... mah, sono scettica Di sicuro non mancano le gru crestate, simbolo dell'Uganda, tanto da apparire anche sulla bandiera nazionale ... Finalmente verso le 16 il meteo decide di darci tregua e possiamo partire per la gita promessa, piacevole, placida, rilassante, insomma bellissima. La luce non è il massimo per le foto, ma giunti quasi a fine vacanza possiamo ritenerci soddisfatti e in qualche modo sazi, non ce la prendiamo più di tanto e passiamo a goderci il qui e ora senza rimpianti. Incrociamo tre signore che tornano verso casa dopo essersi occupate dell'orto che coltivano su una delle isolette, delle famigliole di rientro a casa, dei bimbetti che girano da soli in barca come noi in bicicletta quando nella mia preistorica infanzia si poteva ancora farlo senza troppo pericolo Se mai dovessi scrivere un noir, ho pronta la copertina Questo albero così gotico si trova al centro di Punishment Island, dove un tempo (neanche troppo remoto) venivano abbandonate le "zoccolette" che restavano incinte fuori del matrimonio, lasciate lì ad aspettare qualcuno che venisse a prendersele per fare di loro una sorta di schiavette ... immagino qualche vedovo con uno stuolo di figli, o qualcuno che avesse bisogno di braccia per i lavori di fatica ... Oltre ai cormorani incontriamo altre gru coronate, bellissime e maestose Rientrati sulla "nostra" isola, rifacciamo la salitona che ci toglie ogni remora sulla cena di stasera, e incontriamo degli ibis e qualche impala, ma non la zebra (!) che ci era sembrato di intravvedere al nostro arrivo, peccato. Non ci resta che sperare in un bel tramonto, dopo questa giornata decisamente più rilassante delle ultime, e non resteremo delusi. Vagabonda vagabonda, a un certo punto ci fermiamo a pomiciare (eh, i primi tempi ) ma non sono a mio agio, mi sento osservata ... mi giro e ... ma allora ti avevamo vista sul serio! Non mi sono mai avvicinata così tanto a una zebra in vita mia, non a piedi almeno Ma non è sola, sebbene il suo amico abbia meno quarti di nobiltà da vantare Eccallà, lo juventino socializza subito con la bestiola sbagliata. Paolo, è l'altra la bianconera! La cena è buona quanto il pranzo, ce la gustiamo con un pizzico di malinconia sapendo che domani e l'ultimo giorno intero di questa vacanza volata in un soffio tra le pieghe del tempo.
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  6. 11 gennaio - Mgahinga National Park Oggi è il giorno più atteso del viaggio, quello dei gorilla! Sveglia alle 5:20, colazione alle 6 con caffè, frutta e pancake, partenza alle 6:30 con una passeggera in più, che però si fa attendere... "Robert, sei sicuro di fare in tempo se dobbiamo aspettare una persona?" "Non sei mai in ritardo, se vai a scuola col professore!" E ancora una volta, Robert ha le sue conoscenze, anche importanti! 😁 Sì, perché ci sono 2 parcheggi per il parco, uno è in alto, l'altro è in basso, con una lunga scalinata che porta al Visitor Center... indovinate dove parcheggiamo con "il professore"? La strada per arrivare è terribile, da qualche giorno sono iniziati i lavori di ripristino dopo la stagione delle piogge, ma nuove precipitazioni hanno reso il percorso ancora più impraticabile! Apprezziamo le 4 ruote motrici del nostro Aiace e arriviamo in perfetto orario. Barbara è atterrita, sull'orlo del panico ripensando a quello che ha passato 9 anni fa, è quasi pentita di rifarlo! Noi siamo carichi, preoccupati ma forse ignari di quello che potrebbe aspettarci, ci gustiamo la danza di benvenuto e di buon augurio. Siamo pronti alla partenza, c'è altra gente con noi e questo manda Barbara ancora più nel panico, ma quando arriva Juventin, il nostro ranger per oggi, restiamo solo noi 4, gli altri fanno il trekking per il vulcano, circa 8 ore di cammino. Rapido briefing con Juventin, sosta prepartenza ai bagni e si parte! Ah, vista la nostra culopesaggine, decidiamo di prenderci dei portatori per gli zaini, mai scelta fu più azzeccata, Jennifer, la portatrice di Barbara, la aiuta in tutti i passaggi più difficili e i 3 ragazzi che ci hanno seguito sono stati fantastici. Partiamo, noi 4, Juventin, i 3 portatori e il ranger armato, per la nostra sicurezza. Ed eccolo, Juventin, in tutto i suoi 190cm di altezza che ci aggiorna sulle procedure in caso di emergenza: Emergenza A: avvisi il ranger, quindi vai dietro un cespuglio e la fai. Emergenza B: avvisi il ranger, lui ti scava una buca col machete profonda almeno 30 cm dietro ad un cespuglio, tu la fai e poi ricopri il tutto... Il primo incontro con la fauna del posto non è dei migliori... Un vermone della dimensione di un grosso wurstel! Ma poi continuiamo a camminare ai bordi del Mgahinga, che è il più piccolo dei parchi dove vivono i gorilla, siamo praticamente al confine con Congo e Ruanda, alle pendici di 3 degli 8 vulcani che formano la catena delle Virunga Mountains. Questi sono dormienti, ma 2, entrambi in Congo, sono ancora attivi e hanno eruttato pochi anni fa. Lungo il percorso, Juventin ci fa conoscere piante e animali, ci descrive le impronte che troviamo, ci racconta del muro, che divide il parco dai campi circostanti e che viene continuamente rinforzato dai contadini del posto, per evitare che elefanti e bufali scavalchino, devastando i campi. Camminiamo nella boscaglia fitta per circa un'ora, finché non incontriamo i veri eroi del parco, la squadra di battitori che è partita all'alba, alla ricerca delle tracce dei nostri gorilla... Sanno dove hanno dormito stanotte e hanno seguito le impronte per sapere dove sono ora e sono in contatto continuo con i ranger via cellulare, la copertura è ottima anche in mezzo alla jungla! In una delle poche radure, Juventin si ferma e ci dice che da questo momento saremo soli, portatori e battitori si fermano lì, prendiamo solo l'indispensabile dagli zaini, igienizziamo le mani, tiriamo su le mascherine, le ultime raccomandazioni su come comportarsi e... "Ecco il primo!" A pochi passi da noi, quasi non realizzo che c'è un gorilla accanto a me, che sta tranquillamente piluccando dalla pianta, accanto all'albero! Questa è una famiglia nella quale convivono 3 maschi adulti, un dominante e 2 sottoposti, alcune femmine, alcuni giovani e un baby gorilla di circa 2 anni e mezzo. A turno vediamo i 3 maschi, uno dei quali, dopo essersi stiracchiato, comincia a dirigersi verso di noi... "Non vi muovete, non vi agitate, non urlate, non cercate di imitarli, non alzate le braccia!" E il grosso silverback ci passa praticamente sui piedi! Lo so, la foto fa cagare, ma ci è passato davvero a pochi cm! Vediamo una mamma allattare il cucciolo più giovane e, visto che è geloso, anche il fratello più grande! Il piccolo è un vero attore, comincia a giocare tra i rami, guardandoci curioso, ci mostra quanto è bravo ad appendersi, a rimbalzare, a testa in giù, appeso solo con le zampe posteriori! Dietro alla cortina di alberi, sentiamo i suoni degli altri componenti del gruppo, ma questo silverback ha deciso che quella è la sua posizione preferita per schiacciare il pisolino odierno e non ha intenzione di spostarsi! Rinuncio all'idea di disturbare un bestione di un metro e 70 per 200 kg di peso e con la forza di sollevarmi con il mignolo e lanciarmi fuori dal parco, i battitori cercano di aprire un'altra via, ma, rispettando il nome del parco vicino, anche qui la foresta è particolarmente impenetrabile e ci "accontentiamo" del nostro gruppetto, anche perché il piccolo è particolarmente simpatico! Ah, tornati a casa, questa foto ha scatenato l'ilarità di Barbara, che non faceva che pensare "Ma dove l'ho visto questo?" 😂😂😂😂 Passiamo un'ora in compagnia dei gorilla, praticamente volata, il piccolo gioca, spulcia il silverback, mangia, salta... "Sembri tu la domenica pomeriggio sul divano"... ah, l'amour... Si, perché il gorilla dorme, si gratta e tira degli scoreggioni prepotenti! Appena li lasciamo, troviamo i nostri angeli custodi, coloro che hanno reso la giornata davvero indimenticabile! Nella prima foto scattata, avevano tutti un'espressione truce ma appena gli dico "hey guys, a smile for us", sorridono quasi tutti... il più cattivo mantiene l'espressione truce finché non gli allunghiamo una generosa mancia! È stata un'esperienza fantastica, torniamo verso l'uscita con gli occhi pieni di meraviglia per quello che abbiamo appena vissuto, incontriamo altri animali, tra cui un bellissimo camaleonte. Una volta arrivati al visitor center, Juventin ci consegna i diplomi di Gorilla Tracker, che prima o poi finiranno in cornice! La giornata terribile vissuta da Barbara nel 2014 non è nemmeno paragonabile a questa, in meno di 4 ore siamo andati e tornati su sentieri anche abbastanza facili ed aperti. Abbiamo anche il tempo di tornare in hotel per mangiare la nostra lunchbox e riposarci, prima di ripartire per l'esperienza prevista per oggi... Il caffè! Si, perché fin dalla colonizzazione inglese, l'Uganda è un produttore di té e caffè! Per il caffè la gestione è statale, tutti i raccolti vengono conferiti alla UCDA che si occupa dell'esportazione, anche per le piccole realtà, che comunque possono utilizzare una parte del raccolto per loro e lo vendono localmente. Oggi pomeriggio visitiamo la Kisoro Volcanic Organic Coffee, gestita da Peter, sua moglie e la squadra di calcetto con riserve formata dai figli. Peter ci accompagna descrivendoci tutte le fasi della coltivazione del caffè, dalla piantumazione alla raccolta a mano delle bacche mature, il modo migliore per ottenere un caffè di qualità e strappare un prezzo più alto alla UCDA. Passiamo tutte le fasi, dal lavaggio delle bacche alla separazione dei semi, l'essiccazione e la battitura, per finire con la tostatura in 3 gradi diversi, light, medium e dark, tutto rigorosamente a mano! La tostatura light è quella con più caffeina, la dark è quella più aromatica e leggera. Non possiamo esimerci dal dare una mano, per gustare il caffè, preparato per infusione! "Robert, quanti anni ha il macinino?" "Non lo so, lo usava già mio nonno e io ho 54 anni..." Naturalmente, facciamo solo un assaggio, altrimenti stanotte ci tocca cercare una discoteca per passare la nottata!!! Naturalmente, ci portiamo a casa una light roast e una dark roast, sperando di riuscire a macinare il caffè da soli! Ceniamo nuovamente al Coffee Pot, domani ci aspetta una giornata di quasi relax! PREV <- NEXT ->
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