Classifica
Contenuto Popolare
Mostra il contenuto con la massima reputazione di 20/02/2023 in tutte le aree
-
Ciao e benvenuta, mi sembra che saltiate page ma soprattutto un giorno a Moab è troppo poco e non ho capito come impostereste le giornate death-valley-sequoia e sequoia-bakersfield visto che quest'ultima viene prima del sequoia1 punto
-
Ce n'era anche uno molto contento! [emoji23][emoji23][emoji23] Inviato dal Millennium Falcon.1 punto
-
Ogni tanto vado a rivedere i noleggi (avendo la cancellazione gratuita..) e oggi oltre al mio che è calato di circa 30 euro, credo ci sia qualche promozione con Thrifty perchè per lo stesso periodo (giugno, 3 settimane, suv - los angeles) viene 861 euro! Se ne avete bisogno dateci un'occhiata!1 punto
-
No, il parcheggio dell’hotel a Indianapolis era a pagamento, come tutti gli hotel nei centro città, ma non mi pare fosse una cifra esagerata… Per l’ultimo giorno, io davvero ti consiglierei di evitare di dormire in centro a Chicago…ammettendo che la mattina facciate un giro per Indianapolis e che ripartiate verso ora di pranzo, ci sono tre ore di strada, traffico permettendo, quindi avreste solo il tardo pomeriggio per Chicago e un paio di ore il mattino successivo. Non so a che ora avete il volo, ma se dovete anche restituire l’auto, ed essere in aeroporto almeno un paio d’ore prima, secondo me è tutto molto tirato. Noi avevamo il Volo di ritorno in Italia alle 17, per cui abbiamo preferito non rischiare e siamo rimasti in zona aeroporto! C’è un grange outlet nei dintorni (il Chicago Fashion Outlet), se aveste voglia di fare shopping per passare il tempo…😁😁1 punto
-
12 gennaio 2023 Il letto è talmente scomodo che più che col mal di schiena ci alziamo con il mal di mare, visto che qualunque cosa facciamo siamo destinati a rotolare inesorabilmente uno verso l'altro ... quello che abbiamo fatto nei quarant'anni che abbiamo dovuto aspettare per incontrarci, inconsapevoli allocchi, in pratica Con l'avventura dei gorilla si è chiusa la parte più emozionante del viaggio, da qui è tutta discesa verso l'aereo che sabato pomeriggio ci porterà via da questo magnifico Paese che ha rubato il cuore anche agli altri tre, dopo aver tenuto in ostaggio il mio per nove anni ... ma sarà una discesa molto piacevole, una sorta di decompressione prima del ritorno al mondo reale. Colazione alle otto e partenza con tutta calma alle nove, oggi, ci aspetta il breve e tutto sommato comodo trasferimento a Lake Bunyonyi, stanotte dormiremo in un eco resort che occupa per intero una delle numerose piccole isole che lo costellano. Il viaggio dura meno di tre ore e non è mai noioso, l'Uganda ha una varietà di paesaggi incredibile, dalle terrazze coltivate alle foreste alla savana, dai laghi vulcanici al Nilo, un'infinità di immagini da documentario sono scorse davanti ai nostri occhi in questa manciata di giorni. A mezzogiorno siamo già all'imbarcadero, dove ci attende un sontuoso natante che conduce noi e i nostri bagagli a Kyahugye Island in dieci minuti di piacevole traversata. Non rinunciamo mai a fare un po' gli scemi, ma perché mai dovremmo, dopotutto? L'eco resort si rivela uno dei posti più in salita di tutta l'Uganda ... altro che Bwindi Impenetrable Forest, qua sì che ci vuole il fisico! Superati gli abissi e le risalite dei vialetti, veniamo premiati da una bellissima casetta tutta per noi Ordiniamo l'ottimo pranzo che ci viene servito nel giro di un'oretta, che impieghiamo a sistemarci e rilassarci un po' ed a sperare che Giove Pluvio se ne vada a pluviare da qualche altra parte, come ci ha promesso Robert assicurandoci che qui il meteo cambia molto velocemente ... Il tempo da lupi però non sembra propenso a lasciarci e dopo mangiato ci ritiriamo ancora un po' nei nostri appartamenti ... quando smette di piovere io e Paolo ce ne andiamo un po' a zonzo per l'isola, che per quanto piccola ha molti ospiti non umani ... Qualcuno sostiene addirittura di aver avvistato un panda ... mah, sono scettica Di sicuro non mancano le gru crestate, simbolo dell'Uganda, tanto da apparire anche sulla bandiera nazionale ... Finalmente verso le 16 il meteo decide di darci tregua e possiamo partire per la gita promessa, piacevole, placida, rilassante, insomma bellissima. La luce non è il massimo per le foto, ma giunti quasi a fine vacanza possiamo ritenerci soddisfatti e in qualche modo sazi, non ce la prendiamo più di tanto e passiamo a goderci il qui e ora senza rimpianti. Incrociamo tre signore che tornano verso casa dopo essersi occupate dell'orto che coltivano su una delle isolette, delle famigliole di rientro a casa, dei bimbetti che girano da soli in barca come noi in bicicletta quando nella mia preistorica infanzia si poteva ancora farlo senza troppo pericolo Se mai dovessi scrivere un noir, ho pronta la copertina Questo albero così gotico si trova al centro di Punishment Island, dove un tempo (neanche troppo remoto) venivano abbandonate le "zoccolette" che restavano incinte fuori del matrimonio, lasciate lì ad aspettare qualcuno che venisse a prendersele per fare di loro una sorta di schiavette ... immagino qualche vedovo con uno stuolo di figli, o qualcuno che avesse bisogno di braccia per i lavori di fatica ... Oltre ai cormorani incontriamo altre gru coronate, bellissime e maestose Rientrati sulla "nostra" isola, rifacciamo la salitona che ci toglie ogni remora sulla cena di stasera, e incontriamo degli ibis e qualche impala, ma non la zebra (!) che ci era sembrato di intravvedere al nostro arrivo, peccato. Non ci resta che sperare in un bel tramonto, dopo questa giornata decisamente più rilassante delle ultime, e non resteremo delusi. Vagabonda vagabonda, a un certo punto ci fermiamo a pomiciare (eh, i primi tempi ) ma non sono a mio agio, mi sento osservata ... mi giro e ... ma allora ti avevamo vista sul serio! Non mi sono mai avvicinata così tanto a una zebra in vita mia, non a piedi almeno Ma non è sola, sebbene il suo amico abbia meno quarti di nobiltà da vantare Eccallà, lo juventino socializza subito con la bestiola sbagliata. Paolo, è l'altra la bianconera! La cena è buona quanto il pranzo, ce la gustiamo con un pizzico di malinconia sapendo che domani e l'ultimo giorno intero di questa vacanza volata in un soffio tra le pieghe del tempo.1 punto
-
Io pure, e visto che sono camminatori, Capitol Reef è quasi d'obbligo!1 punto
-
Sabato 3 Settembre 2022 Stamattina ci svegliamo con un po' più calma e, dopo una buona colazione al ristorante, ci apprestiamo a tornare in Sudafrica e partiamo in direzione Kruger NP. Calma significa che, comunque alle 8 siamo in auto anche perché oggi si disputerà, all'interno del parco, una manifestazione ciclistica che attira tantissime persone. Una piccola nota sull'eSwatini: nelle conversazioni con il ranger di Mkhaya Game Reserve abbiamo affrontato diversi argomenti e, tra le altre cose, gli ho domandato la ragione del cambio di nome del suo paese e cosa ne pensasse. In estrema sintesi mi ha risposto che la scelta di cambiare il nome é stata fatta per sottolineare l'emancipazione dal passato coloniale (Swaziland era un nome imposto dai colonizzatori). Mi ha però detto che alle persone, data la situazione di estrema povertà e difficoltà in cui vivono, non interessa assolutamente di questi discorsi e che tutti i soldi necessari per la gestione del cambio nome (non a caso in molte situazioni si trova ancora il nome Swaziland..) sarebbe più saggio impiegarli per sostenere ed incentivare l'economia locale. Questa riflessione perché certi nostri atteggiamenti di "attenzione" in realtà spesso non sono altro che sintomo di paternalismo. Loro sono molto più pratici e semplici. Il viaggio é tranquillo e, a metà mattinata, siamo già a poche miglia dal Malelane Gate, porta di accesso meridionale del Kruger NP. Prima di entrare nel parco decidiamo di fermarci ad un distributore per fare rifornimento dato che il nostro serbatoio risulta pieno a metà. Come in tutte le stazioni di servizio in cui ci siamo fermati arriva l'addetto che inizia a lavare i vetri e noi, ormai abituati, lo lasciamo fare sicuri che, una volta terminata la pulizia (e guadagnata la mancia), farà rifornimento alla nostra auto. Peccato che, concluso il servizio di lavaggio, non accenni a riempire il serbatoio. Gli chiedo allora di provvedere ma lui, a quel punto, mi dice che la benzina é terminata e non può rifornirci. Seccati per il tempo perso e il cattivo servizio (cosa mi importa della pulizia dei vetri se non hai carburante?) ci avviamo verso l'ingresso del parco convinti di fare, tranquillamente, rifornimento alla stazione di servizio di Skukuza Rest Camp, dove dormiremo, che dista circa 65 miglia (tanto abbiamo mezzo serbatoio..). Attraversiamo il gate consegnando un modulo con i nostri dati ma non pagando le conservation fees perché, ci viene spiegato, le pagheremo presso il rest camp dove soggiorneremo. Ed eccoci nel tanto desiderato Kruger NP! Vicino all'ingresso facciamo una sosta sul ponte sul Crocodile River. Qui si può scendere dall'auto e fare due passi. Dentro al Kruger, in generale, non é invece permesso scendere dall'auto (teoricamente nemmeno aprire i finestrini e sporgersi) se non all'interno dei rest camp e di specifiche aree designate (alcuni ponti e dei punti ristoro). Lo spettacolo, pur con un po' di foschia, é stupendo: godiamo immediatamente di un magnifico panorama e vediamo subito, seppur in lontananza, il nostro terzo Big Five: l'elefante. Vediamo anche alcuni uccelli, ippopotami, coccodrilli e antilopi. Dopo aver imboccato la strada che va verso Skukuza (una delle strade principali del parco) notiamo che l'indicatore della benzina, nel giro di poche miglia, é sceso drasticamente e segna ora un quarto di serbatoio. Iniziamo allora a preoccuparci di non riuscire ad arrivare a Skukuza (altre aree di rifornimento più vicine non ce ne sono). Dopo una rapida sosta in un area ristoro per il nostro pranzo al sacco proseguiamo verso il nostro rest camp senza curarci troppo della ricerca di animali dato che l'indicatore del carburante continua rapidamente a scendere e noi siamo sempre più tesi. Vediamo comunque i primi impala (che sono l'animale più diffuso nel parco) ed un bellissimo rapace. Ad un certo punto incontriamo diverse auto ferme in mezzo alla strada e, come in ogni parco, questo indica un avvistamento. I posti migliori sono occupati ma riusciamo a vedere, nascosti tra l'erba, un leone e una leonessa (ed ecco il nostro quarto Big Five). Restiamo diversi minuti in attesa di movimenti da parte dei felini che però se ne staranno beatamente a riposo. Nonostante la tensione per la situazione carburante siamo veramente emozionati. Nella prima parte di vacanza abbiamo visto tantissimi animali e oggi, al primo giorno di Kruger, abbiamo già incontrato anche sua maestà il leone. Lungo la strada vediamo anche, questa volta da vicino, dei giovani elefanti oltre a dei babbuini. Con tanta agitazione arriviamo, per fortuna, a Skukuza Rest Camp. L'indicatore del carburante é senza tacche e andiamo immediatamente alla stazione di servizio, posizioniamo l'auto ed attendiamo l'addetto al rifornimento. Quando questo arriva ci dice, con fare scocciato: "No petrol. Pretoriuskop". Maledizione!! Provo allora a dirgli che il nostro serbatoio é completamente a secco (nella speranza che ci sia una sorta di riserva nella stazione di servizio) ma niente. Si limita a rispondermi "No petrol. Pretoriuskop" e, senza nemmeno guardarmi, si allontana. Insisto e gli dico che é per noi impossibile arrivare a Pretoriuskop dato che dista 50 miglia ma lui, imperterrito, non fa altro che ripetere la stessa frase. Dopo lunga insistenza e sua ampia scortesia riesco a farmi dire che il carburante arriverà la mattina seguente alle 8.00. Lo saluto e, dentro di me, lo maledico per la sua scortesia ed incapacità di empatia. A proposito dell'auto scopriamo poi, guardando il libretto delle istruzioni, che l'indicatore non presenta nemmeno una spia per la riserva. Nei giorni successivi verificheremo anche che l'indicatore, per la prima metà del serbatoio, scende gradatamente mentre, per la seconda parte, cala molto rapidamente. Decisamente scomodo ed inaffidabile. Rassegnati a perdere il pomeriggio (avevamo ovviamente preventivato di fare rifornimento, prendere la camera e ripartire immediatamente per girare il parco) andiamo a fare il check in dove assisto ad un altra scena di estrema scortesia da parte di un'addetta all'accoglienza nei confronti di un altro ospite che, già registrato, era andato a chiedere informazioni portando con sé solo la ricevuta e la chiave della stanza ma non il proprio documento; l'impiegata, sotto lo sguardo sconcertato di tutti noi ospiti in attesa, non gli ha fornito le informazioni e si é anche tenuta la ricevuta dicendogli di tornare con il documento. Mah.. diciamo che la cortesia verso il cliente non mi sembra una qualità richiesta al personale. Ritirata la chiave del nostro alloggio e pagate le conservation fees andiamo alla nostra rondavel che é semplice ed accogliente, ha anche una piccola veranda con la cucina oltre ad un braai. Dopo esserci sistemati andiamo a fare una passeggiata per il rest camp. Skukuza é il campo più grande del Kruger NP ed é dotato di tutto il necessario: supermercato, piscine, ristoranti, stazione di servizio. Ci sono anche un piccolo aeroporto ed il noleggio auto. E' in posizione comoda per visitare le parti centrale e, in particolare, meridionale del parco. Da qui partono, inoltre, numerose attività con i ranger del parco. Tentiamo di andare in piscina ma non é molto invitante e la temperatura non é altissima quindi andiamo al supermercato dove oltre a fare un po' di acquisti per i pranzi al sacco, compriamo patatine varie, vino e birra per una merenda, alcune magliette per i nipoti e un bellissimo libretto, in italiano, con le mappe del parco, alcune informazioni e le immagini degli animali presenti nel parco. Non potendo far altro ci rilassiamo allora davanti alla nostra rondavel leggendo un po' e programmando gli itinerari per i prossimi giorni. Intorno a noi scorrazzano e urlano scimmie e babbuini. Tutto sommato é piacevole fare una pausa. Dopo esserci fatti una bella doccia, quando ormai é buio, decidiamo di andare a cena al Cattle Baron Restaurant e la scelta si rivelerà ottima! Per raggiungere il ristorante percorriamo il sentiero, buio, lungo il perimetro del parco. Ad un certo punto Valentina, che era davanti, fa un salto indietro. Le era comparso davanti un grosso istrice che, evidentemente spaventato, ha sollevato tutti gli aculei. Un incontro abbastanza impattante: l'animale era grosso (la foto non rende bene l'idea), inoltre, quando si sentono minacciati, gli istrici lanciano i loro aculei e sono molto pericolosi. Nel corso della cena lo stesso istrice (almeno credo) correrà tra i tavoli, questa volta senza aculei ritti. Io mangio una strepitosa Chateaubriand flambé mentre Valentina prende un buonissimo filetto al pepe verde del Madagascar accompagnati da vari contorni e da del buon vino. Pienamente soddisfatti dell'ottima cena andiamo a dormire fiduciosi per l'indomani di poter essere, poco dopo le 8.00 (comunque un paio d'ore più tardi rispetto a quanto preventivato), in giro per il parco a caccia di animali. Ovviamente non sarà così... Cena: Cattle Baron Restaurant - Skukuza Rest Camp - 550 R Pernottamento: Skukuza Rest Camp - 197 € (2 giorni) + 1.760 R Conservation fees (2 giorni)1 punto
-
Ciao esistono hotel che sono veri e propri mini appartamenti con cucina completa questi vi permetterebbe da un lato di risparmiare qualcosa sui pasti e dall’altro di poter cucinare qualcosa x cena anziché essere obbligati a cenare fuori tutte le sere, con i bambini secondo me è un’opzione da prendere in considerazione. Quello che non è legale a NY è l’affitto tra privati per brevi periodi inferiori a un mese. Per l’itinerario ti consiglio se riesci di fare due notti a Philadelphia che secondo me è molto carina e vivibile è troppo spesso bistrattata con un passaggio veloce. Certo anche Niagara merita… li allora però affitterei la macchina … potresti anche valutatore dopo NY un giretto verso nord…[emoji51] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk1 punto