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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/08/2019 in Risposte

  1. Oggi la prima lunga giornata di trasferimento, 8 ore di viaggio per raggiungere la costa occidentale dell'isola, abbiamo assistito a dieci cambi di paesaggio, dalle zone brulle e montuose, alla terra rossa, alle risaie, fino ad arrivare ai baobab. Stamattina un incontro speciale, con suor Nunziatina, una missionaria salesiana italiana che da 31 anni ha una scuola con 620 bambini a Betafo... Nel nostro piccolo, abbiamo portato un po' di vestiti (almeno quelli che sono arrivati), quaderni e penne e la suora, siciliana doc, ci ha accolto con degli abbracci fortissimi... Per non parlare dell'entusiasmo dei bambini quando gli ho fatto le foto con la instax... Sono impazziti! Da Betafo a Morondava, abbiamo fatto una sola sosta lunga per un pranzo (dimenticabile) a Miandrivazo, poi tanta macchina, tanto che ho detto a Petit "j'ai le cul carré!" scatenando una risata! Stasera siamo al Trecicogne, un hotel gestito da un italiano, speriamo bene nella cena! Inviato dal Millennium Falcon
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  2. Eccoci qui, nel giardino del nostro hotel a Tana, dopo un viaggio iniziato ieri alle 11 e finito alle 3 di notte con lo smarrimento di una valigia... Un po' di sonno e una bella colazione il mondo ha ricominciato a girare nel modo giusto, speriamo di recuperare la valigia oggi pomeriggio, tra poco ci aspetta il nostro driver per iniziare l'esplorazione della città! Inviato dal Millennium Falcon
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  3. Stasera ne sapremo di più! Intanto ieri primi incontri con i lemuri e con la realtà del posto, credo sarà un viaggio abbastanza intenso. Inviato dal Millennium Falcon
    2 punti
  4. L’app è here(we go) corretto? Grazie mille della dritta perché togliendo il navigatore ci è venuto un prezzaccio con hertz che sto ancora cercando di capire la fregatura [emoji23]peccato non aver ancora le date [emoji2959] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  5. se hai quello vai tranquilla senza google Su here , scarichi la mappa dello stato ( o più stati) che ti interessa, spunti la casella "usa app offline". Se vuoi farti dei PDI basta tenere schiacciato sul punto della mappa desiderato, ti si apre un menu, con la stella memorizzi il luogo dandogli un nome e altre opzioni , puoi condividere, guida verso etc...
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  6. Domenica 01/07 La sveglia suona alle 5:15 ma ci svegliamo tutto sommato riposate, ieri sera siamo crollate prestissimo e abbiamo dormito le nostre brave otto ore. Ci alziamo e vestiamo velocemente e in pochi minuti siamo in auto. Fuori è ancora buio, avviamo il motore e in poco tempo siamo al cancello di ingresso dove troviamo già qualche auto incolonnata davanti a noi. Aspettiamo le 5:30, orario di apertura del gate, mangiando qualche biscotto e bevendo un succo di frutta. Nel giro di pochi minuti i ranger aprono e usciamo dai confini di Skukuza. Ci rendiamo presto conto che a quest’ora ci sono dei safaristi davvero determinati nel fare avvistamenti: quelli davanti a noi, a bordo di un SUV enorme, sono muniti di potenti torce che proiettano fari lunghissimi ai lati della strada nella speranza di individuare un bagliore di occhi. Li seguiamo per un po’ auspicandoci che siano fortunati, stiamo percorrendo l’H4-1 lungo il corso del fiume Sabie dove ci godiamo le prime luci dell’alba, ma vediamo solo una famiglia di faraone mitrate che pigola in mezzo alla strada. Al bivio noi restiamo sulla H4-1 direzione sud: vogliamo esplorare la zona di Lower Sabie dove ieri mattina qualche fortunato è riuscito addirittura ad avvistare una leonessa con i cuccioli. L’H4-1 è una delle strade più belle del Kruger, molto panoramica perché scorre praticamente sulle rive del fiume Sabie, in questo punto ancora ricco di acqua e punteggiato da macchie di vegetazione e canne da zucchero. Rallentiamo più volte per ammirare il sole che ormai fa capolino dal versante est del fiume. Poco dopo l’Nkhulu (!) Picnic Site, ci imbattiamo in una lunghissima colonna di elefanti che sta attraversando la strada, con ogni probabilità diretta al fiume: sono tantissimi, almeno una quindicina, e ci sono anche molti cuccioli davvero piccoli! E' uno spettacolo osservarli mentre attraversano la strada: la mandria sembra rispettare un ordine rigoroso che prevede che attraversino prima gli esemplari più grossi, seguiti dalle mamme con il cucciolio e poi chiudono altri esemplari più cresciuti. I cuccioli sono meravigliosi: alcuni attraversano timorosi stando bene sotto le zampe delle madri mentre altri giocano e si stuzzicano, sempre sotto lo sguardo vigile degli adulti Per fortuna siamo a distanza di sicurezza e abbiamo tutto il tempo per vederli sfilare davanti a noi: una visione meravigliosa che ci godiamo per circa mezz'ora, forse il branco più bello che vedremo durante tutto il viaggio. Elefantini che giocano Elefantino che fa l'agguato all'uccellino Dopo che anche l’ultimo pachiderma è passato, sparendo nel bush alla nostra sinistra, decidiamo di proseguire e, dopo pochi chilometri, svoltiamo sulla destra fermandoci letteralmente sulle rive della Sunset Dam, una pozza molto conosciuta a giudicare dal quantitativo di auto che vi sta sostando. In effetti si assiste ad uno spettacolo piuttosto vario, in mezzo alla pozza c’è un albero secco i cui rami contorti ospitano un quantitativo indefinibile di nidi di cicogne Yellowbilled, sotto l’albero sonnecchia una numerosa colonia di ippopotami, a pelo d’acqua e sulle rive, invece, scorgiamo tantissimi coccodrilli, e gli onnipresenti impala. Non propriamente il luogo adatto per farsi una nuotata! Fermiamo il motore e ci godiamo il momento scattando diverse fotografie a questa spettacolare scenografia naturale. Con l'aiuto delle immagini della guida identifichiamo poi anche un airone cenerino e un falco giocoliere. Cicogne Yellowbilled Falco Giocoliere Airone Cenerino altre Cignone Yellowbilled Cosa non daremmo per un bel caffè adesso! Ormai il sole si è alzato e facciamo tappa al vicino Lower Sabie Rest Camp, uno dei più gettonati del Kruger perché zona frequentata abitualmente dai felini, dove infatti non siamo riuscite a trovare posto al momento della prenotazione. Parcheggiamo nell’ampio zona riservata ai visitatori di passaggio e andiamo alla caffetteria Mug & Beam dove ci gustiamo un muffin alla banana gigante e due belle tazze di caffè. Ristorate dalla colazione ci rimettiamo in marcia con l’intenzione di percorrere la S28, la Nhlowa Road, che attraversa una zona di aperta savana caratterizzata da immensi spazi aperti e poca vegetazione. La strada è sterrata ma in buone condizioni, la percorriamo a basse velocità sperando di avvistare dei movimenti nell’erba alta ma di felini neanche l’ombra anche se, in particolare lungo i letti asciutti di qualche torrente minore che taglia la strada, troviamo tracce di carcasse di animali. La fortuna non è proprio dalla nostra per i predatori ma, in compenso, avvistiamo molti erbivori: giraffe, zebre, gnu e impala e un bell’esemplare di struzzo che svetta alto sull’erba. Impieghiamo almeno un’ora e mezza per percorrere tutta la S28, scrutando in religioso silenzio da un lato all’altro del finestrino, sperando di avvistare qualche bel leoncino che si gode l’ombra dei pochi alberi presenti. Impala "monocorno" Un po’ deluse dalla "penuria" di avvistamenti, ci ricongiungiamo più a sud con la strada asfaltata nei pressi di Crocodile Bridge dove, però, non ci spingiamo dal momento che la zona intorno al fiume è per lo più rinomata per avvistamenti di ippopotami (alla Hippo Pool) e coccodrilli. Li abbiamo già ampiamente visti entrambi e ora vogliamo i predatori! Una volta sulla H4-2 svoltiamo a nord per tornare verso Lower Sabie. L’orario è quello più caldo e a parte la bellezza sterminata della savana non scorgiamo nulla. La riflessione che faccio "a freddo", scrivendo il diario, è che il viaggio meriterebbe anche solo per i bellissimi paesaggi africani ma quando si è all'interno di queste meravigliose riserve sale una tale voglia di avvistare più fauna possibile, in particolare i “big five”, che quasi ci si dimentica del contesto tanto si è concentrati sugli animali. Tornate quindi nei pressi di Lower Sabie improvvisamente dopo una curva incappiamo in un discreto assembramento di macchine, almeno una decina, ferme sul lato destro della strada, nel senso di marcia opposto al nostro. Ci accostiamo ad una delle ultime auto e abbassiamo il finestrino per chiedere di che cosa si tratta. A giudicare dall'ingorgo deve essere qualcosa di molto interessante ed infatti una signora ci risponde “Cheetah!”, ghepardo! Entusiaste ci guardiamo attorno per cercare di guadagnare uno spot di osservazione, proprio davanti a noi una macchina decide di liberare la postazione e noi ci fiondiamo: da qui non ci sposta più nessuno! E li vediamo: quattro ghepardi accucciati all'ombra di un grosso arbusto a meno di cinque metri dalla strada! Che meraviglia, ci sporgiamo dai finestrini e scattiamo a più non posso: sono assolutamente consapevoli della presenza di auto tutto intorno a loro ma sembrano totalmente placidi e tranquilli. Sono bellissimi: non avevamo mai visto questo animale se non nei documentari e ha proprio l’aspetto di un gattone selvaggio. Il gruppo è sonnacchioso, ad eccezione di un esemplare che ad un certo punto si alza, facendo fluttuare la lunga coda, e si siede poco lontano dagli altri, di vedetta. Stiamo lì tantissimo tempo ad osservarli e fotografarli, completamente rapite. Non saranno i leoni ma è un avvistamento per noi assolutamente eccezionale e ci stupiamo di averlo fatto in queste ore centrali della giornata, quando i predatori dovrebbero essere meno attivi. Che fortuna, non vorremmo più venire via! Felicissime, dopo almeno quaranta minuti, ripartiamo direzione Lower Sabie Rest Camp dove sostiamo in un posticino all'ombra e andiamo a mangiarci un gelato rinfrescante sulla terrazza del fiume con vista… ippopotami spiaggiati! Acquistiamo anche una mappa dettagliata del parco che riporta delle belle illustrazioni della fauna e avifauna tipiche del Kruger. Saltiamo l’ora più calda della giornata che oggi è estremizzata dalla presenza di un vento bollente, riprendendo l’esplorazione verso le 14:00, dopo aver fatto il pieno di benzina. Decidiamo di percorrere verso nord l’asfaltata H-10 fino all’incrocio con la H1-2 che ci riporterà verso Skukuza. La H-10 è una strada spettacolare, soprattutto nell’ultimo tratto dove attraversa ampie distese di savana intervallate dal cosiddetto Lebombo Mountain bushveld. Qui osserviamo diverse specie di uccelli mai avvistati prima, tra cui alcuni rapaci, elefanti e una bellissima famiglia di kudu con i piccoli. (forse) Aquila di Wahlberg Granduie doppiabanda Ibis Hadada Sono quasi le 15:00 quando ci ricolleghiamo alla H1-2 direzione Skukuza, siamo piuttosto stanche vista la sveglia ben prima dell’alba di questa mattina e decidiamo di rimandare la “caccia” all'indomani, sperando di essere più fortunate nella zona intorno a Satara, regno indiscusso dei felini del Kruger. Decidiamo anche che, nel caso non dovessimo avvistare i leoni durante tutta la giornata di domani, proprio a Satara ci dedicheremo ai safari guidati. “Rincasiamo” a Skukuza poco dopo le 17:00 senza altri avvistamenti degni di nota (incredibile come dopo un po’ di giorni in Africa zebre, kudu, gnu, babbuini e giraffe non siano più così insoliti!) e ci riposiamo dalle fatiche odierne con una lunga e meritatissima doccia nello striminzito bagno della nostra rondavel. Alle 19:00 siamo di nuovo al Cattle & Baron Restaurant, non esitiamo neanche un minuto e riprendiamo l’eccezionale carne della sera prima: io resto fedelissima al filetto al pepe del Madagascar mentre Chiara “osa” con un filetto flambè al brandy con la carne che viene “incendiata” direttamente al tavolo. Quanto ci mancherà questo ristorante! Dopo cena, con il sorriso della soddisfazione stampato in faccia, ci godiamo un’altra stellata spaziale direttamente dalla terrazza del ristorante. Ci ritiriamo infine nella nostra rondavel dove restiamo sveglie ancora un po’ a rivedere le fotografie della giornata appena trascorsa e a ripassare i punti più significativi del tragitto dell’indomani. Mi addormento sognando i (benedetti!) leoni.
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  7. Idem: io sono arrivata da Toronto e ci ho fatto sostanzialmente pomeriggio pieno e serata. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
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  8. A Moab troverai più caldo che in tanti altri posti elencati. Comunque dal giro che farai secondo me non ti servirà niente più che la maglietta(e il k-way dovesse piovere). Noi per due anni abbiamo portato i 100 grammi sottovuoto e sottovuoto li abbiamo lasciati(anche a mt rainier o quest’anno a Rocky Mountain)
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  9. Stress? L'unica cosa che ci stressa è quella maledetta valigia piena di vestiti per i bimbi che non arriva [emoji846] Per come sono fatta io, i viaggi in Africa sono i più riposanti in assoluto, per quanto devastanti fisicamente. Svuotano la mente in un modo veramente incredibile, e ogni volta che torno mi sento più ricca, peso tutte le mie fortune e godo la mia vita felice con più intensità del solito. Tornando alla prosa, con mio grande dolore il pancetto che tanta parte ha avuto nel conquistarmi diventa sempre meno attraente, se ne sono andati almeno 15 chili [emoji24][emoji24][emoji24] Inviato da Hogwarts
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  10. Qui non so risponderti perché noi eravamo in Canada. A Niagara siamo stati un pomeriggio. Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
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  11. È un viaggio particolare, ci vuole un po' di spirito di adattamento, le distanze vanno misurate in tempo e non in km... Oggi ci abbiamo messo più di 3 ore per fare meno di 150 km. Poi aggiungi il fatto di essere con un autista, che potrebbe essere uno stress con la persona sbagliata. L'ambiente è molto vario, i paesaggi cambiano ad ogni vallata, la gente è diversa dalla Namibia, molto più calda. A volte sono insistenti a voler vendere i loro oggetti, ma non sono particolarmente molesti, in Marocco è peggio. Comunque, anche oggi una bella giornata, iniziata con una passeggiata alle cascate di Lily e dopo il lungo viaggio in auto, un giro per Antsirabe, con i suoi edifici coloniali. Il cibo è ottimo, anche quello locale degli hotely, composto da piattoni di riso bianco con un po' di carne saporita in vari modi... Io che sono una bestiaccia, oggi ho mangiato le orecchie di maiale! Inviato dal Millennium Falcon
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