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  1. 27.05.2018 Waterberg Camp - Windhoek Ogni bella avventura finisce, in attesa della prossima e noi siamo quasi alla fine del nostro viaggio di nozze! Il Waterberg sorge in una zona fantastica, una delle poche principalmente verdi della Namibia, è completamente diverso da quanto visto finora. O meglio, la Namibia ci ha stupito per l'incredibile varietà di panorami, dal Fish River Canyon alla costa, dalle montagne aride al rigoglioso Waterberg... Stamattina ci aspetta il trasferimento verso Windhoek, facciamo colazione rapidamente, carichiamo il Mostro, giochiamo qualche minuto con dei timidissimi dik dik... No, non questi... Questi sono i nostri dik dik!!! Sono piccolissimi!!! Più o meno come un cane piccolo, sono timidi e non si avvicinano facilmente, ti guardano con quell'espressione un po' così di quelli che sanno di essere troppo piccoli per poter diventare un pasto decente! 😝 Per darvi un'idea, ce n'è uno davanti a me! Pronti, partenza, via! Ma c'è un'altra cosa da vedere qui a Waterberg... il cimitero militare... Si, perché qui si svolse una delle ultime battaglie delle guerre Herero, le tribù locali che si ribellavano al regime coloniale tedesco vennero sterminate e costrette a scappare, in direzione del deserto, dove la maggior parte di loro morì. Ma per gli Herero non finì qui... l'amministrazione coloniale si rese protagonista di un vero e proprio eccidio ai loro danni, sterminando quasi 3/4 della popolazione. E non solo... i racconti di Herman (la nostra guida a Sandwich Harbor) sono stati raccapriccianti e a distanza di più di un secolo i resti degli herero ancora girano per le università mediche di mezza Europa. Il cimitero è tenuto benissimo, pulito e col solito libro dei visitatori, c'è un'unica regola... chiudere il cancelletto per evitare che i facoceri possano entrare e rimangano intrappolati all'interno... Si, perchè proprio nel parcheggio, branchi di facoceri si aggirano indisturbati! Partiamo in direzione Windhoek, ci fermiamo per una sosta rapida in una delle tante città che iniziano per O (non so, forse Okahandia, ma sono tutte con la O!), acquistiamo una bustona di biltong da riportare a casa e prima di arrivare al B&B di stasera, decidiamo di pranzare da O Portuga, un ristorante portoghese con ottime valutazioni. Non possiamo che confermare... Aragosta per Barbara, spiedone di pesce per me e un calice di vino, schivando per miracolo l'orribile vinello frizzante da 7.5° che ci avevano proposto! Per un totale di circa 40€... Un piccolo aneddoto... quando abbiamo chiesto l'aragosta, la ragazza ci ha avvisato che era un po' cara, costava 260N$! Arriviamo al nostro alloggio di stasera e appena i proprietari scoprono che siamo in viaggio di nozze... festa grande, ci offrono la camera più grande e ci fanno un sacco di domande! Cominciamo a chiacchierare e scopro che lui è un vispissimo vecchietto del 1929 (ma dimostrava 10 anni di meno), viveva a Vienna alla fine della guerra, con i russi entrati come vincitori... lui, che era già pratico di motori e caldaie, venne obbligato a lavorare per loro, ma suo padre, per non correre il rischio di vederlo sparire in Russia, lo mandò ad Amsterdam e da qui, lui si imbarcò per il Sudafrica. In Sudafrica conobbe sua moglie, nativa di Luderitz... sono sposati da 65 anni, hanno un po' di figli sparsi per il mondo e quando vanno a trovare la figlia a Chicago si sobbarcano un volo lunghissimo. Sistemiamo le valigie e ci riposiamo nel giardino, tra una chiacchiera e un Savannah Dry, stasera di nuovo a cena da Joe's Beerhouse, ma stavolta niente carne... Ostriche!!!
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  2. Io ho fatto un viaggio molto simile al tuo, da solo, prima volta che andavo in America e il mio inglese non è a livello pro. Quindi vai tranquilla.
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  3. 26.05.2018 FUNZIONA!!! FUNZIONA!!! TELAVEVODETTOIOCHE FUNZIONAVA!!! Oh, cacca di elefante grossa, fortuna grossa! Peccato per gli oritteropi, ma quando a Sam ho raccontato la storia della cacca è scoppiato a ridere, ma quando abbiamo cominciato a vedere gli animali, si è ricreduto, secondo me, per pupparsi la mancia, schiaccia cacca di qualsiasi cosa ad ogni uscita!!! 😂😂😂😂😂😂 E comunque, quando siamo arrivati, i 2 felini dormivano tranquilli, come una coppietta che per la prima cena insieme ha scelto rigatoni con la pajata e coratella, il tutto annaffiato dal terribile vino in caraffa dello Scopettaro... Lei, che ha il risveglio più lento o semplicemente, ha ecceduto col vinaccio, mantiene l'espressione di chi non sa bene chi l'abbia svegliata e perché per un bel po'! Il leopardo è stata la ciliegina sulla torta di questa uscita, stava cercando di aggirare un'antilope per ottenere anche lui la meritata colazione. E poi... La terra lascia nuovamente il posto all'asfalto, niente più sobbalzi, niente più rumore di sassi sul pianale, niente polvere... un breve sterrato e siamo al Waterberg, che, poverino, meriterebbe una maggior considerazione... Solo che passare dai leoni alla quaglia scema, dall'elefante ai facoceri in piscina è davvero troppo, il posto merita, ma noi abbiamo ancora gli occhi pieni di Etosha. E il Mostro pieno di terra, con 4800 km in più, con una gomma con 3 buchi che prima non aveva, col fango secco della costa e la polvere del deserto a strati sui parafanghi. Ma come diceva Barbara, la Namibia mi ha scavato un vero e proprio solco nel cuore, mi resteranno dentro emozioni incredibili, paesaggi, cieli stellati, questi animali che avevo visto solo nei documentari di Attenborough che invece sono stati a 2 passi da me, mi hanno guardato negli occhi... E mi sono entrati nel cuore.
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  4. Sabato 26 maggio 2018 Che botta di culo non aver potuto fare il giro all'alba ieri! Sam, il nostro simpatico autista (tutto per noi dato che ci dice che avrebbe prenotato un'altra coppia ma se non sono puntuali lui alle 6 parte lo stesso, e con teutonico rigore alle 5.59 ingrana la marcia) ci dice che non è andata granché bene al gruppo di otto, non sono andati molto oltre zebre e springbok, quindi al massimo potremo avere la stessa sfiga ma nessun rimpianto. Paolo, tutto tronfio, lo informa che siccome in Italia pestare la m***a porta fortuna e lui ieri ha scientificamente spianato con il Mostro tutta la cacca di elefente che abbiamo incontrato, oggi faremo giornatona. Sam se la ride e i primi avvistamenti, al buio, ci fanno temere che abbia ragione lui. Foto impossibili da scattare vi avrebbero mostrato un paio di sciacalli, taaaaanti springbok (e nessuno che ballasse il tip tap!), un po' di zebre e qualche kudino. Ma quando inizia ad albeggiare ... mi tocca ammetterlo, lo scemarito aveva ragione! Incredibile incontro a bordo strada: una coppia di leoni che fa colazione con uno gnu. Ci fermiamo di colpo, tutti e tre con gli occhi sbarrati, Sam scatta a raffica con il cellulare e chiama tutti i ranger dell'Etosha, del Kruger, del Masai Mara e dello Zooparco di Roma per informarli dell'avvistamento, che ci dice rarissimo: quasi mai i micioni pasteggiano così vicini alla strada, in genere portano le prede in mezzo alla savana per gustarsele indisturbati. Ah, scusate, non ve l'ho detto, colazione "con lo gnu" non vuol dire che lo gnu siede a tavola, ma che, porello lui, è SULLA tavola 😛 (...su, su, amo', magna tranquillo, la tartare la mattina presto non è la mia colazione preferita!) Sam ci spiega che quasi certamente si tratta di una coppia in luna di miele, che si è allontanata dal branco per accoppiarsi e cacciare insieme per qualche giorno, e che ha fatto un ottimo bottino. La cattura è recente, si vedono i segni del trascinamento del corpo sullo sterrato, e i leoni per ora hanno mangiato solo le interiora, che deperiscono per prime. Per circa una ventina di minuti abbiamo la fortuna di goderci lo spettacolo completamente soli, poi iniziano ad arrivare altre auto, e i leoni sembrano non gradire troppo: dopo qualche brontolio di avvertimento decidono che okay, la merenda la faranno sotto un albero lontano dalla strada, e tanti saluti carne in scatola un poco molesta Il micione non è un gran cavaliere, a giudicare da quanto è incazzosa la compagna e da come cerca di sottrarle la colazione, e siccome purtroppo Paolo si è recisamente rifiutato di tenergli un breve corso di bon ton, temo che resterà per sempre un Principe Buzzurro. Poco lontano, mentre il sole si alza, scorgiamo anche un paio di sciacalli in attesa che le Loro Maestà abbandonino gli avanzi, e ancora più lontano vediamo anche due iene, in attesa che gli sciacalli abbandonino gli avanzi abbandonati Oggi forse mi sono svegliata insensibile, forse, visto che il cerchio della vita mi affascina, forse lo gnu non è puccioso come lo springbok, forse semplicemente non l'ho visto soffrire e anche se so che deve essere stato terribile quanto la scena dell'altro ieri, lo gnu è in pace e il dolore è nel passato. E sì, sono anche un po' vigliacca. Dopo quasi un'ora di silenziosa contemplazione ci allontaniamo, felici come non mai (la colonna sonora è un rap di mia produzione dal titolo TELAVEVODETTOIO che Paolo comunque incassa senza protestare: venti giorni di matrimonio e già così calato nel ruolo, ho fatto bene a comprarlo già addestrato ) Sam ci chiede se siamo soddisfatti e cosa altro ci piacerebbe vedere, Paolo gli dice che vorrebbe un oritteropo e un leopardo, Sam si mette a ridere, dice che l'oritteropo vive solo nel sud del Paese quindi è impossibile, i leopardi invece ci sono ma ci vuole un gran culo per vederne uno, e noi oggi ne abbiamo già avuto parecchio, e Paolo ribadisce la storia della cacca di elefante. E ... dopo qualche avvistamento simpatico ma un po' banale e forse venti minuti di strada, tocca a Paolo rappare il TELAVEVODETTOIO, e dall'entusiasmo lo balla pure: beccato anche il leopardo, che cammina tranquillo sulla carreggiata. Io mi ritrovo con i lacrimoni per l'ennesima volta, lui progetta altri raid a caccia di cacca, prossimo obiettivo l'unicorno E così alla fine il giro saltato di ieri è stato la nostra fortuna. Torniamo a fare colazione, lasciamo la stanza e ci prepariamo a lasciare anche il parco, con un pizzicotto di malinconia e il cuore gonfio. Questo viaggio meraviglioso sta arrivando alla fine, e le lacrime premono dietro le palpebre, ci siamo regalati un'avventura incredibile che ci ha segnati, la prima vera Africa di Paolo, che torna malato e incurabile quanto io lo ero già. Lungo la strada che porta ai cancelli del parco, un saluto col botto dall'Etosha: tre leonesse pacificamente accomodate a bordo strada, e una che l'attraversa regale e sprezzante. Dopo il parco la strada è tutta asfaltata fino a 20 chilometri dal Waterberg Lodge, dove dormiremo stanotte, siamo silenziosi, ancora avvolti nella magia della Grande Terra Madre. Ci fermiamo a Otuja, in un posto dalle pretese bavaresi dove mangiamo benissimo (mi faccio tentare da una specie di piada feta e spinaci e faccio bene, inizio a essere un po' provata dall'esubero di carne rossa delle ultime tre settimane). Lungo la strada incontriamo babbuini e facoceri, questi ultimi popolano anche il parco del Waterberg, e anche se dopo i leoni ci sembrano poca cosa, sono simpatici e bruttissimi, persino da cuccioli, il che mi mette una gran tenerezza addosso, anche se non abbastanza da provare a farci amicizia. Raggiungiamo in auto lo chalet a noi assegnato, il parco del Waterberg è enorme, e scopriamo che quello di fronte è occupato da una numerosa e rumorosa famiglia, probabilmente olandese, che sta grigliando anche la nonna sul barbecue esterno. Siccome al tavolo del nostro patio è accostata una sola sedia, e io sono una donna molto intuitiva, mi rivolgo al consorte in elegante francese, acciocché i barbari di fronte non mi capiscano: PAR MI, I N'A' CIAVA' LA CAREGA. La mia chiaroveggenza viene premiata: entriamo, facciamo pipì, usciamo e tac, la carega è al suo posto ^^ In preda a lancinanti rimorsi, i teutoni spediscono la figlioletta bionda a fare ammenda offrendoci due marshmallow arrostiti infilati su uno stecco, ed io mi commuovo al punto che non la mangio nemmeno, la creatura 😛 Siamo un po' stanchi e abbiamo bisogno di un po' di decompressione prima di avviarci a tornare alla nostra vita di sempre, e optiamo per un pomeriggio pigro al lodge, niente escursioni o uscite ma una passeggiata nel parco a guardare i dik dik e una sosta sulle sdraio della piscina che dividiamo con i facoceri padroni di casa. A cena ci fingiamo cinesi, perché abbiamo accanto una rumorosa tavolata di italiani piena di pretese che martirizza brutalmente il povero cameriere che ha la sfiga di capire un po' la nostra lingua e la sprovvedutezza di farlo sapere ai simpatici connazionali ... non facciamo neanche troppa fatica, il velo di malinconia che si è steso su di noi toglie un pizzico di brio alle nostre solite chiacchiere. Questo viaggio ci sta lasciando un bel solco nel cuore, amore mio.
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  5. Io parlo spessissimo con gli indiani che oltre ad avere un accento assurdo parlano praticamente sottovoce [emoji1787] quando mi capitano un americano o ancora meglio un inglese le mie orecchie ringraziano ... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
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  6. Ma così non vale cara Vale[emoji23] dammi qualche ripetizione oppure qualche dritta per sopravvivere[emoji23] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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