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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 06/02/2017 in tutte le aree
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Guarda non voglio insistere ma ti assicuro che se quando sei lì gli dici che la macchina la tieni 1 gg in più non ti faranno alcun problema2 punti
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Vero, a me è capitato più volte lasciandola in un'agenzia diversa della stessa città. Sent from my SM-G900P using Tapatalk1 punto
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E comunque pagherebbe, perchè il drop off tipicamente si paga rilasciando in un'agenzia diversa da quella dove hai noleggiato, anche all'interno dello stesso stato (a volte paghi anche solo lasciandola in un'agenzia diversa nella stessa città).1 punto
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Potresti passare per il Joshua tree ed il giorno in più lo metterei a capitol reef1 punto
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Io azzarderei un Page - Sedona Sedona- San Diego. La seconda è una tappona. Ma vedresti Sedona che è una vera perla.1 punto
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Da un paio di anni han messo il circulator che fa il giro del mall e dei memorials, te lo consiglio perché le distanze sono davvero grandi. X i tempi se ti può essere d'aiuto io a fare il giro di tutti memorials (compresa sosta allo Smithsonian) in bici ci ho messo tre ore. La library assolutamente da vedere, verifica che al Capitol abbiano riaperto la Rotunda se no la visita guidata nn è nulla di eccezionale, il Washington Monument so che era di nuovo chiuso ma nel caso riaprisse vale assolutamente la pena prenotare la salita (i biglietti te li spediscono a casa). Georgetown un paio d'ore per una piacevole passeggiata e volendo per cena. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk1 punto
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Secondo me fai davvero bene a dormire nella Death Valley. Non è un semplice pernotto, ma un'esperienza. Per visitarla al meglio personalmente sceglierei alba e tramonto. Noi alle 17:30 abbiamo trovato quasi 50° ad agosto. Con quel caldo fatichi un pò a godertela [emoji3] Inviato dal mio SM-G925F utilizzando Tapatalk1 punto
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Che lavoro strepitoso!!!! Bravo Bravo Bravo! in particolare ho letto con piacere la storia del sig.Delgadillo sono stato lì nel 2014, sinceramente quando non sapevo neanche chi fosse prima di incontrarlo per caso nel suo barbershop la sua storia l'ho approfondita solo al ritorno a casa è stato gentilissimo e abbiamo fatto qualche foto insieme poi dopo un po' è andato via in bicicletta mia grande sorpresa fu rivederlo lo scorso anno a Dream Roads (la trasmissione tv della domenica mattina di rai1) non ci potevo credere!1 punto
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Secondo me lungo la 1 di zone interessanti non c'è ne sono molte. Io mi spingerei direttamente fino a Key west. Se invece vuoi proprio spezzare io mi fermerei a key largo e prenderei in considerazione il John Pennekamp Coral reef state park. Li lo snorkelling dovrebbe essere molto interessante. Io ho scelto il B&B più economico ed ho speso 160$. Dura spendere poco. Invece hai preso in considerazione una gita in giornata a Dry Tortuga? ne vale davvero la pena secondo me. Ana maria island, Captiva e Sanibel! Sul resto concordo con chi mi ha preceduto.1 punto
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ARIZONA Con l’apertura dell’ultimo tratto di Interstate 40 nei pressi di Williams, nella metà degli anni 80, la US Highway 66 cessò definitivamente il suo servizio e fu rimossa dalle mappe autostradali americane. Molti tratti furono rinominati, smantellati, relegati al ruolo di strada secondaria o di Business Loop per le Interstates. L’impatto con l’economia di alcuni paesi che vivevano del traffico dei viaggiatori fu devastante. Molte attività chiusero, interi paesi diventarono delle ghost towns. Emergeva la necessità di fare qualcosa per tentare di salvare quei paesi e la loro gente. Un barbiere di Seligman, Angel Delgadillo, ebbe l’idea di costituire un’associazione che avesse come scopo la tutela dell’importanza storica della US 66, nel tentativo di costringere lo stato dell'Arizona a farsi carico delle istanze di quella gente, del popolo della Route 66. Nacque quindi la "Route 66 Association of Arizona", la prima di questo genere, seguita subito da altre associazioni simili costituite negli altri stati attraversati dalla Mother Road. L’associazione riusci ad ottenere, da parte del governo dello stato dell’Arizona, il riconoscimento di State Historic Route per un tratto di US 66; in seguito altri ancora furono i tratti della vecchia highway “certificati” come strada dall’interesse storico. Grazie a quel barbiere di Seligman, “The Guardian Angel of Route 66”, una vera e propria leggenda vivente della Strada Madre, la US 66 è tornata sulle mappe stradali con la denominazione di Historic Route 66. Entrando in Arizona, a Lupton, si incontra subito uno degli elementi distintivi di questo stato: la terra rossa. Un trading post con articoli dei nativi americani da il benvenuto ai viaggiatori. La Route 66 in Arizona può essere divisa in 2: la parte ad est di Flagstaff, dove è spesso sostituita dalla I40, e quella ad ovest, verso Seligman, dove la Mother Road ritorna ad impossessarsi dei sogni di tutti i viaggiatori con ampi tratti di splendido asfalto rovente. Ci sono alcuni tratti sterrati anche in Arizona, risalenti al periodo iniziale della vecchia autostrada: la Querino Dirt Road subito dopo Lupton, oppure il tratto di Parks, poche miglia ad ovest di Flagstaff, immerso nel verde di un bosco di montagna. Nel mezzo c’è molta I40 ma anche tanta storia. Il Painted Desert e la Petrified Forest poco prima di Holbrook, l’unico parco nazionale presente sul percorso della Route 66, Holbrook stessa con i suoi vecchi motels ed il caratteristico Wigwam Motel dalle camere a forma di teepee. E poi Joseph City con il suo Jackrabbit Trading Post, annunciato dal cartello “Here it is”, Winslow con il suo “corner” cantato dagli Eagles di “Take it easy”, il Meteor Crater, un cratere formato dalla caduta di un meteorite qualche migliaio di anni fa. Ed ancora il Twin Arrows Trading Post, con le due frecce piantate nel terreno, ed infine, attraverso Winona, si arriva a Flagstaff. Proseguendo verso ovest, dopo il breve tratto sterrato di Parks, si giunge a Williams, uno snodo importante per il turismo verso il Grand Canyon, e poi a Seligman, una piccola, coloratissima, splendida comunità. Si prosegue su uno dei tratti più penalizzati dall’apertura della Interstate e che ha ispirato, come collocazione, la Radiator Springs di Cars. Un tratto che attraverso Peach Springs e Truxton giunge ad una delle icone più famose della Route 66: l’Hackberry General Store. L’Hackberry General Store è stata una stazione di servizio, operativa fino alla fine degli anni 70, ed oggi è sostanzialmente un gift shop. Dopo Kingman parte uno dei tratti di strada più belli dell’intero percorso della Route 66: oggi chiamato Oatman Hwy, un tempo era conosciuto come “Bloody 66”. A causa della sua pericolosità e dei frequenti incidenti, i viaggiatori che si accingevano a percorrere quel tratto di strada spesso preferivano ingaggiare piloti esperti. E’ un tratto denso di tornanti che si arrampica sulle Black Mountains e che dopo il Sitgreaves Pass conduce ad Oatman, una ghost town che ha visto il suo splendore negli anni 20 quando era il centro di estrazione dell’oro più importante della zona. Il viaggio in Arizona, attraverso la US Highway 66, finisce in prossimità del Colorado River, dall’altra parte c’è la California, quella che per la gente in fuga dall’Oklahoma, gli Okies, era la terra delle opportunità, la speranza per un futuro migliore. Attrazione Città Teepee Trading Post Lupton Querino Dirt Road Houck Querino Canyon Bridge Houck Petrified Forest National Park Holbrook Painted Desert Holbrook Wigwam Motel Holbrook Globetrotter Lodge Holbrook Geronimo Trading Post Joseph City Jack Rabbit Trading Post Joseph City Standin’ On The Corner Park Winslow Meteor Crater Winslow Two Guns Trading Post Winslow Twin Arrows Trading Post Flagstaff Walnut Bridge Winona Museum Club Flagstaff Miz Zip's Flagstaff Galaxy Diner Flagstaff Parks In the Pines General Store Deli & Cafe Parks Cruiser's Route 66 Cafe Williams Zettlers Route 66 Store Ash Fork Delgadillo's Snow Cap Seligman Delgadillo's Route 66 Gift Shop Seligman Copper Cart Route 66 Motoporium Seligman Historic Seligman Sundries Seligman Supai Motel Seligman Historic Route 66 Motel Seligman Grand Canyon Caverns Seligman Frontier Motel & Cafe Truxton Truxton Gas Station Truxton Valentine Gas Station Valentine Hackberry General Store Hackberry Giganticus Headicus Antares El Trovatore Motel Kingman Mr D'z Route 66 Diner Kingman Mohave Museum of History and Arts Kingman Cool Springs Station Museum Cool Springs Ed's Camp Golden Valley Oatman Hotel Oatman Cars & la Route 66 “Here it is” Il cartello giallo visibile nella cittadina di Radiator Springs è una delle icone della Mother Road. Si trova di fronte al Jack Rabbit Trading Post a Joseph City. “Cozy Cone Motel” (Cono Comodo) Fonte di ispirazione per il Cozy Cone Motel sono senz’altro i WigWam Motels di Holbrook (Arizona) e San Bernardino (California). Le storie della Route 66 Angel Delgadillo La US Highway 66 è probabilmente la strada più famosa del mondo. Un "lungo sentiero d’asfalto" che attraversa quasi per intero gli Stati Uniti d’America e che di questo paese racconta un pezzo importante di storia. Atti di straordinaria umanità da parte di gente comune hanno trasformato questa highway in una strada leggendaria che ancora oggi fa sognare migliaia di viaggiatori. Ad una di queste persone dobbiamo la possibilità di continuare a vivere questo sogno, il suo nome è Angel Valadez Delgadillo. Angel, un barbiere di Seligman, una piccola comunità nella Yavapai County, con la sua ostinazione ha salvato la sua città da un ineluttabile destino ed ha contribuito a creare il mito della Main Street of America. Nato a Seligman nel 1927, un anno dopo la costituzione della US 66, Angel è il terzultimo di 9 figli di una famiglia messicana emigrata negli USA agli inizi del 1900. Il padre, un dipendente delle ferrovie, lasciò il suo lavoro per aprire una barberia ed una sala biliardo, attività successivamente seguite anche da Angel. Durante la grande depressione la famiglia Delgadillo, per sopravvivere agli stenti, era pronta ad unirsi ai tanti “Dust Bowlers” che solcavano la Main Street of America in direzione ovest, ma, grazie all’assunzione di due fratelli di Angel in una banda musicale, riuscì a restare nella amata Seligman. La musica è stata, per un certo periodo, anche l’occupazione principale di Angel: suonava il sax nella Delgadillo Orchestra, l’orchestra di famiglia che si esibiva lungo la Route 66. Lasciata la musica, Angel aprì una barberia e mise su famiglia convolando a nozze con Vilma. La vita scorreva felice in quell’angolo di Arizona, le attività erano floride grazie al passaggio dei viaggiatori della US Highway 66. 9000 veicoli al giorno in media attraversavano la piccola Seligman, un traffico intenso che rappresentava un’inesauribile fonte di ricchezza per la comunità. Ma qualcosa si inceppò alle 14.30 del 22 Settembre del 1978. Una data che Angel non ha mai dimenticato, il giorno in cui Seligman iniziò una lunga e straziante agonia che l’avrebbe condotta alla morte. Il 22 Settembre del 1978 è il giorno in cui, in quell'area, fu aperta al traffico la nuova Interstate 40, una strada moderna, veloce che permetteva agli automobilisti di accorciare i tempi di viaggio, bypassando intere comunità, togliendo loro l’ossigeno, condannandole ad una morte certa. Quel pezzo di interstate tagliava fuori il tratto di Route 66 tra Kingman e Seligman. Il concetto stesso di viaggio era cambiato per sempre: il bello non era più viaggiare, ma solo arrivare. Non c’era più ragione per prolungare il viaggio passando da Seligman, per fermarsi a bere qualcosa o farsi la barba da Angel. La piccola comunità di Seligman, nel giro di qualche ora, passò dalle 9000 automobili al giorno a zero. Juan, il fratello di Angel, che fino alla sua scomparsa ha gestito il ristorante “Snowcup”, accanto alla barberia, si accorse, viaggiando verso Flagstaff, che sulla nuova interstate non c’erano indicazioni per Seligman. Nessun cartello, nessuna segnalazione indicava ai viaggiatori che a poche miglia da quella freeway c’era la piccola comunità di Seligman. Il mondo si era completamente dimenticato di loro. Ma Angel non si diede per vinto. Con tenacia cercò una soluzione, sfidando quel mostro che stava per annientare la sua città. Si rese conto che era l’America dell’infanzia quella che la gente desiderava rivivere, l’America scomparsa, l’America che viaggiava lentamente e curava i rapporti umani. La gente cercava l’America raccontata dalla US Highway 66. Angel organizzò una riunione al Copper Cart a Seligman a cui presero parte imprenditori e gestori di locali nei tratti di Route 66 bypassati dalla nuova interstate. Diede vita alla “Route 66 Association of Arizona”, la prima associazione di questo genere, della quale fu eletto presidente, con lo scopo di trattare e convincere lo stato dell’Arizona a riconoscere l’importanza storica di quel lungo sentiero d’asfalto. Non fu una trattativa semplice e veloce, gli anni passavano e la disperazione cresceva. Dopo quasi 10 anni difficilissimi, nel novembre del 1987, il sogno di Angel si compì, lo stato dell’Arizona riconobbe il tratto da Seligman a Kingman come strada dall’interesse storico. Nacque la “Historic Route 66”. Successivamente altre associazioni simili furono create negli altri 7 stati attraversati dalla Mother Road ed altri suoi tratti furono classificati come State Historic Route. La Strada Madre, condannata a morte, era risorta a nuova vita. Oggi Angel vive ancora a Seligman e nel suo negozio c’è sempre il locale barberia dove lui è solito, per chi lo desidera, tagliare i capelli o fare la barba, ed è diventato uno dei più forniti e conosciuti gift shops della Route 66, con articoli di ogni tipo riguardanti la Main Street of America. Angel è stato intervistato, filmato, premiato, tv e giornali ne hanno raccontato la storia e nella metà degli anni 2000 ha collaborato con il personale della Pixar per la realizzazione del film di animazione “Cars”. Angel è stato anche testimonial di uno straordinario e toccante spot pubblicitario per la Chevrolet. Ho avuto l’opportunità di incontrarlo nell’agosto del 2016 e di chiacchierare un po’ con lui. E’ arrivato in negozio in bici, come gli avevo visto fare in tantissimi video disponibili in rete. Mi ha mostrato con orgoglio le sue foto di quando era giovane e suonava il sax nella Delgadillo Orchestra, raccontandomi con trasporto ed emozione il dolore e lo scoramento per essere stati dimenticati dal mondo con l’apertura della I40 e la difficoltà nel convincere coloro che avevano decretato la morte della sua città, a fare un passo indietro e farsi carico delle istanze da lui avanzate a nome del popolo della Route 66. “We, the people” è solito ripetere Angel. Noi, gente comune abbiamo la possibilità di ottenere risultati insperati solo se lo vogliamo. Ho ricordato a lui questa frase durante la nostra chiacchierata ed ho percepito la sua emozione nel sentirla pronunciare. Incontrarlo, da appassionato della Route 66, è stata una delle più grandi emozioni che abbia mai provato. Angel Delgadillo, “The Guardian Angel of Route 66”, una vera e propria leggenda vivente, il simbolo della resistenza e della rinascita di quel lungo sentiero di asfalto che attraversa gli Stati Uniti d’America. Hackberry General Store L’apertura al traffico delle interstates ha avuto un effetto devastante per vita delle piccole comunità della US Highway 66. La gente le ha rapidamente abbandonate, lasciando dietro di se solo il ricordo di quello che sono state ed il glorioso asfalto che le attraversava ha repentinamente cessato di fornire supporto ai viaggiatori. Il tratto da Seligman a Kingman è stato tra quelli che più di altri ha sofferto di questa forzata abdicazione. Le cittadine di Truxton, Peach Springs, Hackberry e Seligman hanno subito con violenza l’abbattersi del vento della modernità. Questo è il tratto di strada che ha ispirato la Radiator Springs di Cars e che ospita la Seligman di Angel Delgadillo. Un tratto che, a differenza di altri sopravvissuti all’ombra delle moderne highways, si allontana dalla I40, quasi a volerne sottolineare orgogliosamente la differenza: un pezzo di asfalto senza storia non può confondersi con quella che sarebbe presto diventata la Historic Route 66. Ed è qui, non molto distante da Kingman, che appare quella che probabilmente è tra le icone più famose della Route 66: l’Hackberry General Store. Hackberry è stata una piccola comunità cresciuta grazie alle miniere di argento ed alla ferrovia, oltre che al traffico della vecchia highway. Il locale, costruito negli anni 30 con il nome di Northside Grocery, forniva alla comunità quei servizi primari che altrimenti sarebbero dovuti arrivare da Kingman. E’ stata anche una stazione di servizio, rimasta operativa fino al 1978, quando la I40 prese il posto della Main Street of America. Dopo alcuni anni di chiusura, nel 1992 il locale fu rilevato da una delle personalità più amate dal popolo della Mother Road: l’artista itinerante Bob Waldmire. Bob, che ha avuto legami fortissimi con la Route 66 (la sua famiglia è anche proprietaria del famoso Cozy Dog Drive Inn di Springfield, Illinois) ne ha fatto una sorta di piccolo museo, di tourist information e gift shop, rendendolo quello che è ancora oggi. Qualche anno più tardi, nel 1998, Bob ha venduto il locale che comunque ha continuato ad incuriosire ed estasiare i viaggiatori. Il tempo, in quell’angolo di Arizona, sembra essersi fermato: vecchie automobili, pompe di benzina, insegne, sembrano oggetti vivi che trasmettono passione. Passione come quella di Amy, la donna che agli inizi del 2016 ne ha rilevato la proprietà. Non c’è più l’iconica corvette del 57, emblema principe di quel tempo glorioso a cui appartiene la Mother Road, al suo posto fa mostra di se un più recente ed aggressivo modello. L’Hackberry General Store è senza dubbio un’icona che ci racconta, con il suo modo ingenuo e stravagante, di un tempo in cui la vita era più semplice ed i motori ruggivano solo sulla US Highway 66. Oatman La città di Oatman deve il suo nome ad Olive Oatman, una ragazza dell’Illinois rapita e ridotta in schiavitù da una tribù indiana verso la metà del 1800. La ragazza fu successivamente adottata come figlia da un’altra tribù per poi essere liberata più o meno dove, negli anni successivi, fu costruita la città. Oatman ha conosciuto anni di prosperità agli inizi del 1900 grazie alle numerose miniere d’oro scoperte nella zona che la resero uno dei più importanti centri di estrazione dell’oro del West. Negli anni ’20 del secolo scorso fu quasi totalmente rasa al suolo da un incendio, ad eccezione dell’Oatman Hotel, una delle più vecchie costruzioni in mattoni della contea del Mojave. La leggenda narra che L’Oatman Hotel sia stato il luogo che ha ospitato la luna di miele di Clark Gable e Carole Lombard dopo il loro matrimonio a Kingman; si narra inoltre che Clark Gable fosse solito recarsi ad Oatman per giocare a carte con i minatori. Conseguentemente all’esaurimento delle vene aurifere (anni ’20), la città ha iniziato un lento declino. E’ sopravvissuta grazie ai viaggiatori della Route 66 ma, dopo la realizzazione della Interstate 40, è diventata una ghost town. Grazie al nuovo interesse turistico per la Route 66, Oatman sta vivendo oggi una seconda giovinezza. Oatman è anche famosa per i muli che girano indisturbati e che probabilmente sono i discendenti di quelli che furono utilizzati per l’estrazione dell’oro.1 punto