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Deserto, giorno uno! … quasi non ci credo, davvero sono qui? davvero stasera scoprirò se sono capace di togliere il sacco a pelo dal suo amoroso involucro (e soprattutto, se domattina riuscirò a ricacciarlo al suo posto senza dover noleggiare due dromedari per riportarlo a casa via terra )? Prima però c’è il momento cultura. Visto che siamo di strada, ci fermiamo per visitare l’antico palazzo restaurato nella Casbah di Taourirt, poco distante dal centro di Ouarzazate. Una visita veloce, accompagnati da una guida simpaticissima che parla un italiano divertentissimo e pittoresco, ed ha più figli che denti in bocca anche se probabilmente è più giovane di me … riesco a perdermi nelle mie fantasie abbastanza da farmi chiudere a tradimento da Said, il nostro uomo del deserto, nella nicchia della stanza della favorita … la bellezza assoluta e un po’ fané di questo maestoso e imponente edificio di paglia ed argilla che riesce ad essere contemporaneamente leggero come un merletto lascia davvero senza fiato … Visita veloce, dicevo, ma sufficiente per farmi decidere che io, in Marocco, ci devo tornare. No, in realtà lo avevo deciso prima di partire … e s’era capito! ma ora sono assolutamente, totalmente affascinata. Vero, ho scelto questo viaggio per il deserto, il resto è tutto in più … ma è un di più che ci ha messo davvero un istante a catturarmi, lo voglio conoscere, lo voglio vivere. Tornerò. Ah, l’ho già detto? Scusate, è l’età … Lasciata Taourirt ci avviamo finalmente a compiere l’ultima parte del viaggio prima di iniziare a camminare lasciandoci il mondo dietro le spalle … la strada si snoda lunga e a tratti forse un po’ monotona, ma forse che la felicità si accorge della monotonia? Boh, la felicità non saprei, io certamente no: il pensiero mi ha sfiorato adesso, riguardando le foto, ma mentre ero là avevo solo l’impressione che il tempo scorresse troppo veloce ... Sosta per lo spuntino di metà mattina, nell’ennesimo paese e nell’ennesimo bar che mi portano via il cuore. La Coca Cola imperversa anche qui, ma guarda, che bello il logo in arabo! Arrivati alla cittadina di Foum Zguid, alla porta del deserto, consumiamo l’ultimo pasto seduti a un tavolo prima di salire sui fuoristrada che ci molleranno in mezzo al nulla nel primo pomeriggio. Ma se lo yalla yalla di Said sarà la nota dominante dei prossimi giorni, il pranzo si svolge all’insegna del pole pole – e lo so, lo so che quella è un’altra Africa, licenza poetica, no? – o forse è solo la nostra impazienza che dilata il tempo … così per farlo passare io e Paola iniziamo a far le galline Foto con il titolare dell’hotel, foto con Said, foto a tutto quello che si muove ed a quello che no … … finché, finalmente, anzi finalmentissimo, eccoci su un fuoristrada tenuto insieme con lo scotch, si parte! Nel quarto d’ora che segue, dopo aver attraversato la Porta del Deserto, ballerò e traballerò felice come una pasqua fino a digerire il pranzo passato della mia prima comunione e quello futuro ed immaginario del mio matrimonio, non mi divertivo così dall’ultima volta sulle montagne russe a Gardaland nel 2005: guidano come pazzi e fanno a gara a chi si supera di più, è bellissimo! Là, ci mollano e … inizia la passeggiata! Oggi sono solo due passi veramente, il campo è già pronto ai piedi delle colline che si intravedono oltre la foschia e bastano un paio d’ore per arrivarci … un paio d’ore sufficienti a fare le presentazioni con le prime dune, con la cassia, unica a sopravvivere in un ambiente così frugale, con i sassi dell’hamada che nei prossimi giorni saranno la scena del mio film più bello. Finora ... Doverosa la foto di gruppo, che rubo a Pino: vi state chiedendo cosa ho in testa? Non chiedetevelo, è meglio. Come? Ah, vi state chiedendo quale sono io. Bravi. E lo dite anche, permalosa come sono. Mi sa che me ne vado E invece no, resto … però vi faccio compagnia più con le foto che con le parole, un po’ perché per bruttine che siano parlano da sé … e un po’ (tanto) perché scrivendo scrivendo mi è appena venuta una botta di nostalgia fortissima ed ho voglia di sospirare in silenzio – che sollievo, eh? Facciamo un po’ di strada insieme nel deserto, oggi pomeriggio il cielo caliginoso e la sabbia – tanta sabbia – sollevata dal vento ne mostrano un aspetto che non mi attendevo ma che non manca di sedurmi … anche se le stelle stasera resteranno dietro il velo. Sigh. La mia suite Per stasera, campo di lusso con tanto di forno permanente. Da domani, Sparta Arriviamo infine al campo e … sto per conoscere la mia Giovane Marmotta interiore … sarà all’altezza? Beh, è stata una scommessa, per una che come esperienza più spartana (appunto ), a parte gli orrendi camposcuola del Don a 14 anni, vanta un ostello ad Amsterdam: buttarsi in cinque notti senza water, ci vuole del coraggio Quello ce l’ho … se poi diventerò io la rompiballe di turno in questo viaggio, lo scopriremo solo vivendo! Cena a ginocchia incrociate sulle stuoie, dono della shishe per i prossimi giorni – così potrò togliere dalla testa quella roba che se mi aveste riconosciuta nella foto di cui sopra vi stareste chiedendo cos’è – il silenzioso gentilissimo Omar me la sistema ma ovviamente non capisco come fa, e mi sento comunque stragnocca, finché non vedo le foto e passo a sentirmi decisamente più suora che peccatrice … poi preparazione psicologica all’incontro con le toilettes del deserto, invero poco traumatico visto che per la prima ed ultima volta siamo ben forniti di vegetazione atta allo scopo, prima furibonda litigata con l’accendino (vinco io, ma non prima di essermi divelta l’unghia, che no, non è lunga, non è siliconata, non è dipinta, ma lo stesso esce malconcia dalla lotta), qualche sospiro intorno al fuoco, un po’ di imbarazzo, che in fondo siamo ancora sconosciuti, cacciata del Pino – che con Cinzia e Paola abbiamo adottato nella nostra tenda quadrupla – per mettere il pigiamino (si, sempre Cip&Ciop, senza di loro non mi muovo di casa ), altra lite imbarazzante, stavolta con la zip del sacco-a-pelo-bello-caldo-eccetera e poi vedrai che non prenderò sonno per ore, vedrai che farò una nottaccia, vedrai che non sonzzzzzzzzzzzzzz … si, insomma, mi riferiscono i miei corrispondenti dal fronte che mentre loro leggevano, scrivevano, parlavano, si lavavano i denti, facevano yoga, sudoku, sedute spiritiche e levitazione, io me la ronfavo beatamente più o meno dal momento in cui sono riuscita a chiuderla, la zip maledetta, e a posare il capino. Non ho ancora deciso se vantarmene o vergognarmene. Nel dubbio, penso che propenderò per la prima: Indiana Jones mi fa un baffo, mi fa2 punti
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Spettacolo!! Grazie mille!! Super gentile!! Adesso mi metto sotto con la definizione del programma!!1 punto
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Secondo me, non ci starebbe male un topic dedicato nella sezione Voli... Vai @mouette!1 punto
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In seguito al recente peggioramento delle mie già scarse possibilità uditive, con soli 34 anni di ritardo (da tanto ci convivo, con le protesi) ho iniziato del tutto casualmente a scoprire che per i disabili ci sono agevolazioni inaspettate, per esempio con le compagnie aeree. Sono andata a curiosare sul sito British, visto che saranno loro a portarmi a Las Vegas, e ho scoperto che ho diritto a più di qualche bonus: imbarco prioritario, scelta gratuita del posto (pagati 134 usd per sceglierlo sul LAS-LHR, mortacci loro), cuffie adatte a me per l'intrattenimento, assistenza in aeroporto ed eventuale briefing privato per le procedure di sicurezza, imbarco gratuito del mio - inesistente - cane guida. Il panda guida no, ho chiesto e mi hanno detto che quello paga. Peccato Ci siamo quindi fiondati a prenotare i posti sulle tre tratte ancora "libere" e brontolando un po' anche a tentare di farci rimborsare i 134 dollari della tratta pagata. Tutto questo domenica pomeriggio ... stamattina British ci ha avvertiti che tutti e 134 in fila, i dollari stavano tornando alla carta di credito. Oltre a ringraziare British per averci praticamente regalato la gita in jeep al Canyon de Chelly, abbiamo pensato che - augurandoci che non serva a nessuno - sarebbe stato carino mettere al corrente i potenziali beneficiari, che magari sono più svegli di me e lo sanno già, e magari invece no. Quindi se avete nonni, zii, cugini, amanti, amici e concubine diversamente udenti e viaggiatori, diteglielo Non tutte le compagnie offrono le stesse agevolazioni, per esempio Alitalia (ma va?) si limita a consentire l'imbarco del cane guida, ma vale sempre la pena di controllare. Detto questo, lo so che ho incastrato un moderatore e potrei farmi indirizzare da lui in un topic adeguato di interesse generale (che mi pare di non aver trovato) ma uno, non so a quanta gente possa effettivamente interessare e due, mi piace il fai da te, e so sbagliare benissimo da sola1 punto
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All'Antelope, per praticità, di norma seguono il fuso di Page, quindi quello dell'Arizona, -9. In ogni caso sui siti e/o sulle prenotazioni è sempre specificato. Il resto è giusto, ovvero tutto a -9 tranne Utah e Monument.1 punto
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A parte che come sempre adoro come scrivi perché riesci a portarmi con te e a farmi vivere le emozioni che hai provato... A parte che mi piace da impazzire lo sguardo curioso e attento con cui scruti ciò che ti circonda e come riesci ad andare oltre ... A parte che mi fai sbellicare dalle risate... Ecco a parte tutto questo per cui potrei leggere con soddisfazione anche il diario della tua gita domenicale a Poggibonzi il Marocco è nella mia wish list da un po' e del deserto mi sono innamorata anni fa in una meravigliosa notte Egiziana ... Per cui continuaaaaaaa!! [emoji2] Inviato dall'isola che non c'è1 punto