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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/03/2015 in tutte le aree

  1. ce la fai a riassumere in meno di 5 righe? dopo perdo interesse...
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  2. Anche a me piace ricevere le brochures cartacee, mettendo a tacere la coscienza che mi dice che, per ottenere le informazioni che mi servono, sarebbero sufficienti i pdf; ma l'emozione di trovare nella buchetta la busta proveniente da Washington DC, dal Massachusetts, dallo Utah o dalla California è impagabile!
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  3. anche in questo caso esiste la guida di Zion. http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/11432-zion-np-recensione/?p=5080 io ti suggerisco vivamente di inziare a leggere quello che già esiste qui sul Forum, perchè molte domande hanno già risposta. ad esempio, basta leggere le prime righe della recensione per scoprire che etc...
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  5. Benvenute Sara e Virginia!
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  6. Domenica 22 giugno 2014 Ultimo risveglio africano, ce la prendiamo insolitamente comoda, un po’ perché oggi è una giornata per così dire di decompressione, un po’ perché il meteo non promette benissimo. Anche oggi scopro che la mia singola è stata indebitamente occupata da un coinquilino Alle 7.44 esco dal blocco che ospita le camere e attraverso il giardino pensando che sì, in effetti il cielo è bigio ma potrebbe andar peggio … potrebbe piovere Gli dei ci ascoltano, l’ho già detto, si? Alle 7.45 ho appena posato il piedino sulla soglia della reception/sala colazione che le cateratte del cielo si aprono, e intravedo i contorni tremolanti dei miei compagni di viaggio fermi sulla porta delle rispettive camere attraverso quello che posso definire solo come un fiume che scorre in verticale … dopo un po’, affamati e stanchi di aspettare, si armano di ombrello e mi raggiungono, insieme a uno sconfortato Robert. Oggi abbiamo in programma una visita a Ngamba Island, sul Lake Victoria, minuscola riserva che ospita un centro di recupero per gli scimpanzè orfani, feriti, malati provenienti da tutta l’Uganda. Siamo stati indecisi a lungo su come riempire queste ultime ore africane, e alla fine abbiamo optato per una gita tranquilla sia pensando – con ragione – che dopo una dozzina di giornate relativamente impegnative e sistemazioni anche spartane saremmo stati un po’ stanchi, sia per non esagerare con i chilometri e l’impegno fisico in previsione dell’alzataccia di stanotte: il volo per Il Cairo è alle 4.15, vuol dire che possiamo dormire fino all’una e poco più … Indovinate? Ngamba Island è … un’isola, lo avreste mai detto? E quindi si raggiunge in barca, e quindi sotto il fortunale magari non è una buona idea e quindi … proviamo ad aspettare un po’, il tempo da queste parti cambia rapidamente. Beh, rapidamente non tanto, comunque nel giro di un paio d’ore la pioggia scema fino a ridursi a poche gocce, noi siamo già all’imbarcadero – non lontano dalla guest house - da un po’ e alla fine i marinai decidono di azzardarsi a partire. Saliamo con un altro paio di persone su una barchetta che ha visto tempi migliori, e coperta alla bell’e meglio la struttura portante con una tela cerata e noi con un giubbotto di salvataggio che non salverebbe nemmeno un delfino e in più è di un colore che non mi dona per nulla , e una serie di cerate rappezzate “perché potrebbe arrivarvi qualche goccia” si parte. Io sono una specie di struzzo e il mio stomaco non fa una piega, ma la movimentata traversata, che dura quasi un paio d’ore, mette a durissima prova Ale e Sabrina, che oltre a trovarsi fradici (qualche goccia, certo: ma ciascuna delle dimensioni di un elefante) soffrono tantissimo il mare grosso … si, cioè il lago grosso, dai. Le onde sono alte, sono tante, e sono africane: totalmente indisciplinate, ciascuna va per conto suo e colpisce da un lato diverso. Finalmente attracchiamo sull’isola, grande quanto un fazzoletto, e per prima cosa i due sofferenti si spalmano sull’erba a pelle di leone e si autodichiarano clinicamente morti In attesa della probabile resurrezione, me ne vado a far pipì e ad ammirare un po’ di fauna. Una volta recuperati i moribondi ci dirigiamo verso la recinzione che divide l'isola a metà, separando la parte riservata agli scimpanzè da quella a cui possono accedere i visitatori … questa volta la gita mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non lo nascondo. Mi rendo conto che gli animali che vivono qui non avrebbero potuto cavarsela in natura per i più svariati motivi, che sono rispettati ed accuditi al meglio, che non possono essere reintrodotti nel loro ambiente naturale perché non sono in grado di fare da soli, ma sono diventati antipatici, cattivi e viziati – e non gli posso dare torto – e soprattutto … non sono più capace di guardare un animale in gabbia, anche se è una gabbia virtuale come in questo caso, creata per proteggerli e non per rinchiuderli. Dopo tanti giorni passati a guardare negli occhi la libertà, non ce la faccio a razionalizzare le sbarre … e me ne vado rapidamente verso la barca, seguita quasi subito dai miei compagni, che condividono le stesse sensazioni. Nel frattempo il cielo si sta aprendo, il lago si è calmato e la traversata di ritorno perde i contorni da incubo che temevamo avrebbe avuto, è molto più veloce e ci riconsegna alla terraferma addirittura affamati. Abbiamo un pomeriggio da riempire, e Robert ci suggerisce un giro al Giardino Botanico di Entebbe, avvertendoci però che è a pagamento. Decidiamo che possiamo permetterci di sostenere una spesa di due euro a testa, e persino di pranzare in riva al lago a fish&chips e cocacola Il pomeriggio passa pigro, il clima da fine vacanza si fa sentire, molle e sonnacchioso … torniamo alla guest house, salutiamo Robert con un piccolo regalo, gli lasciamo le scarpe da ginnastica che per noi sono vecchie ma qui faranno molto felice qualcuno, e con un pizzico di malinconia gli auguriamo buona strada … ci godiamo l’ultimo magico tramonto equatoriale, la cena buonissima e ce ne andiamo a riposare per qualche ora. La sveglia suona inesorabile all’una e un quarto, alle due siamo già in aeroporto e … che bella sorpresa, il nostro volo è l’unico in ritardo Di un’ora E abbiamo un’ora e quaranta per la coincidenza … vabbé, siamo ancora in Africa: hakuna matata, ci metterano sul Cairo-Malpensa del pomeriggio e amen. Ok, domani devo andare in ufficio ma tanto sono abituati, dormo comunque In volo sull’aereo più scassone delle galassie! il mio tavolino non si riesce a fissare bene e mi sveglia di soprassalto con un amichevole SBONK ogni volta che mi appisolo, tanto che alla fine perfeziono una tecnica spettacolare per dormire con un occhio aperto e una mano tesa a puntellare l’infernale pezzo di plastica . Chiediamo alla hostess – brutta come l’orco e aggraziata come un facocero - a gesti e mostrandole i nostri biglietti CAI-MXP se secondo lei abbiamo qualche speranza … ci guarda stranita e ci fa capire che certo, non c’è problema, per un po’ di ritardo, ma via, ma certo che ce la facciamo, ma che domande! Stranamente non siamo per nulla rassicurati ma che ci possiamo fare? Atterriamo alle 10, la coincidenza è alle 10.40 e l’aeroporto del Cairo è più grande del Cairo, il bus fa il giro dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno e finalmente ci scarica al terminal. Immaginate cinque pazzi conciati come se fossero appena usciti dalle foreste dell’Uganda con sulle spalle lo zaino ottochilidueettiesemelopesanoadessoliuccido che corrono come se non ci fosse un domani verso i transiti, travolgono senza pietà passeggini, vecchiette, storpi e mamme in attesa, arrivano ai gate e inchiodano di colpo tamponandosi l’un l’altro Ci guardiamo un secondo, guardiamo Riccardo, lo scaraventiamo nella fila per Fiumicino senza quasi dirgli ciao e ricominciamo a correre come pazzi, scavalchiamo la gente in fila per i controlli (si, al Cairo ci sono anche prima della sala di imbarco), passiamo sul corpo di innumerevoli vittime, arriviamo al gate e … devono ancora iniziare le procedure, il volo è in ritardo di un’ora Alle due del pomeriggio o poco più, la navetta del JetPark di Somma Lombardo ci raccoglie in stato confusionale, il mio cellulare esplode per i whatsapp delle mie amiche che si scambiano informazioni sul volo, di “eccoli, eccoli, sono atterrati” e di un meraviglioso “sarebbe bello vederla uscire dall’aeroporto con ancora l’Africa negli occhi” della mia Stefi che mi commuove un sacco … e poi via verso Verona e Cesena. Pronta a svenire nel letto di casa dopo 36 ore sveglia, mi trovo a tracciare il bilancio iniziale … questa mia prima Africa nera non può essere l’ultima, mi ha rubato il cuore e mi ha portato via un pezzo di anima, rendendomela poi più grande e più felice … è stata un’emozione, una gioia, una nostalgia profonda e primordiale di qualcosa che non sapevo di avere dentro, un’intensa, autentica, viva felicità. Unico rimpianto: la saponetta. Fotografare mi è sempre piaciuto, ma non ho mai pensato di farlo seriamente … finché non ho guardato negli occhi il mio primo leone, e mi sono resa conto che il ritratto che ne stavo portando a casa non gli avrebbe reso giustizia, né l'avrebbe resa ai miei ricordi. Per tornare dalla settimana nel deserto marocchino qualche mese fa ci ho messo parecchio tempo, il solco che mi ha lasciato è diverso e forse più profondo, dall’Uganda sono tornata ‘a casa’ immediatamente, ho ritrovato subito il piacere di sentire chi mi è caro, non ho sentito lo stesso bisogno di solitudine e la stessa fatica di tornare io. È un mal d’Africa diverso, meno prepotente, sicuramente più dolce … riviverlo scrivendo questo diario mi ha portato nuove emozioni, nuovi colori e nuovi profumi … grazie per avermi accompagnata in questo mio viaggio dentro il viaggio. E via verso il prossimo!
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  8. Per gli alloggi più vai avanti e più avrai difficoltà a trovare posti liberi per agosto...io ti direi di prenotare, seguendo le indicazioni di ceemo, e magari con la possibilità di poter disdire... perchè, se ci tieni a dormire in posti tipo il The View, spesso capita che vengano disdette le prenotazioni, quindi tieni d'occhio il sito!! ,
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  9. Io mi sono fermata a Mammoth Lakes e comunque é una mazzata... ti consiglio Lone Pine o Bishop cosi fai anche la death con più calma...
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  10. Grazie paesano [emoji1] Si, alla fine credo proprio che terremo la prenotazione per le 8.30 ... abbiamo fatto due conti. Alle 11 più o meno siamo fuori, a mezzogiorno abbiamo smontato la tenda, poi quindici minuti per nutrirmi, due per farmi fare la pipì, alle 12.30-13.00 siamo per strada. Dovremmo arrivare in tempo per goderci la Monument con tutta calma e soprattutto per fare qualche splendida foto al cartello di ingresso nello Utah [emoji16] [emoji16] [emoji16] Se prendiamo il tour successivo poi facciamo tutto di corsa e rischiamo che mi venga fame sulla sterrata e mi metta a sgranocchiare il panda [emoji12] inviato da Hogwarts
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  11. per non dire di quando vai a recuperarla nella cassetta delle lettere...sono una stordita ma io mi emoziono e per 5 secondi mi sento molto USA!!
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  12. Benvenuta compaesana!!
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  13. Per la Monument prova a dare un occhiata ai motel di Mexican hat. Per il Grand Canyon se vuoi risparmiare qualcosina anche Tusayan può andare bene.
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  14. Proprio perché il sito della polizia recita quello che ti ha scritto solshine, ne farei una stampa e andrei comunque in questura, senza appuntamento e con i biglietti in mano... ma io su queste cose divento particolarmente tignoso...
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  15. appena avrò abbastanza proseliti, lancerò la mia battaglia per la conquista del mondo!!!
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  16. no, invece una buona parte la devi lasciare al caso, ma altro lo devi pianificare con cura, proprio per evitare che qualcuno dei partecipanti non si senta a proprio agio su percorsi non adatti a lui. Prova a dare un'occhiata alle guide dell'UOTR Travel Planner , ma anche ad altri topic di organizzazione... ad esempio il nostro!
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  17. un po', se vuoi essere gentile... se non dormite nella Death Valley, vi conviene comunque fermarvi prima del Mono Lake... quindi, in ordine, Lone Pine, Bishop. Mammoth Lakes
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  18. Palm Springs non mi è dispiaciuta, conta che è un'ottima rampa per il Joshua Tree e magari per fare un girettino in funivia a respirare aria fresca a 2500 mt guardando il deserto....
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  19. Da Las Vegas a Lee Vining sono 534 km , 7 ore senza calcolare le soste. Tutto si può fare. Dipende cosa vuoi vedere.
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  20. Io l'ho fatto il 12 marzo 2006, e sono tornato ieri dagli USA... quindi vai tranquilla. nemmeno il mio ha il chip e la foto digitale dal sito poliziadistato.it: Per recarsi negli Stati Uniti d'America senza necessità di visto, usufruendo del programma "Visa Waiver Program - Viaggio senza Visto", sono validi i seguenti passaporti: passaporto con microchip elettronico inserito nella copertina, unico tipo di passaporto rilasciato in Italia dal 26 ottobre 2006; passaporto a lettura ottica rilasciato prima del 26 ottobre 2005 e se, qualora rinnovato dopo i 5 anni, il rinnovo è avvenuto prima di tale data; passaporto con foto digitale rilasciato fra il 26 ottobre 2005 e il 26 ottobre 2006.
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  21. Ciao Paolo, io sono stata 3 giorni pieni a San Francisco (4 notti) ad agosto 2014 (porta una giacca a vento e una felpa perchè l'aria è tagliente). Mi ero programmata il viaggio da Roma ed avevo il desiderio div edere tutto il possibile a San Francisco e ci sono riuscita (sacrificando alcuni pasti e senza fare pause!). E' stato faticoso ma bello. Ho alloggiato nell'appartamento bellissimo di Ruthie, trovato su Airbnb, circa 102 euro a notte in due nel Richmond District, quartiere non centrale, ma comodissimo per le mie priorità. L'appartamento era pulitissimo e super fornito, con cucina attrezzatissima e tantissime guide e cartine. Questo il link https://www.airbnb.it/rooms/242614?guests=2&s=2RiS Lo consiglio a tutti. Il primo giorno ho iniziato l'escursione per Sutro BATH e Lands End, che si raggiunge in dieci minuti a piedi dall'appartamento che ho segnalato. Questo trail è molto bello. Non è faticoso, ma è lungo, in quanto si fanno varie tappe: bellissimi scorci del Golden Gate. Alla fine di Lands End si sale sul Cammino del Mar, una bellissima via piena di ville e giardini fantastici (casa di Sharon Stone e Robin Williams ecc..) e pois i riscende giù per China Beach e poi si arriva a Baker Beach, bellissima spiaggia con il Golden Gate in lontananza. Bellissime le foto. Per risalire su ci sta una scalinata impegnativa sulla sabbia. Partendo da Richmond e arrivando poi proprio al Golden Gate (al casello) ci ho messo 5 ore. Da li ho preso un bus ed ho visitato Pier 39, Ghirardelli Square, Chinatown, California street, Ferry Building Market Place con il suo mercato del sabato. Ho preso il Cable Car. Il secondo giorno sono scesa con il bus al civic center, per vedere il Municipio, poi Union Square. Queste zone (dove tra l'altro pernotta la maggior parte dei turisti) le ho trovate brutte, pericolose e pine di barboni, a volte anche molesti, soprattutto verso Tenderlion. Dunque in fretta e furia mi sono allontanata prendendo il Cable Car ed ho fatto il seguente giro: Ho attraversato Nob Hill e i grattacieli e sono andata a Levis Plaza. Da li ho iniziato gli scalini di Filibert Step: tante scale in una rigolgiosa vegetazione, con casette carinissime direttamente a fianco alle scale. Dopo tanti scalini arrivi a Telegraph Hill, dove ci sta la Coit Tower. Bellissime foto con diversi scorci. Da li riscendi dal lato opposto e ti trovi nella via con la famosa discesa, ossia Filibert Street. La percorri tutta in discesa e alla fine sulla sinistra ti trovi il quartiere di North Beach, il quartiere italiano. lo inizi a girare, vedendo anche il City Light Book Store, Washington Square ecc..., poi da li prosegui per la salita che ti porta a Lombard Street: foto sia ai piedi della strada che sopra. Una volta sopra giri per Polk Street, via molto carina e torni verso il centro. Da li io sono andata ad Alamo square, per le foto con le case vittoriane. Poi con poche fermate di bus a Castro, poi giro per Mission (adiacente) e visita ai murales. A quel punto erano le 18 circa e ci stava il sole, perciò da li ho preso un taxi per Twin Peaks (30 dollari a/r partendo da Mission con ritorno ad Harbury), ma arrivati su: solo nebbia e un freddo glaciale). Il tassista ci ha detto che era sbagliato andare nel pomeriggio e che è meglio di mattina. Visita nel simpatico quartiere di Harbury e poi a casa distrutti! Il terzo giorno (in realtà nel programma originario il giro in bici era nels econdo giorno, ma per condizioni climatiche l'ho sposato al terzo giorno) siamo andati alle 8.50 al Japanese Tea Garden (sempre vicino all'appartamento). Il lunedì dalle 9 alle 10 è gratuito. A me è piaciuto tantissimo, anche se a quell'ora, ovviamente il sole non ci sta! Da li con il Bus sono andata a Presidio ed ho affittato la bici (25 Dollari tutto il giorno) ed ho iniziato il giro sul Golden Gate e sono arrivata a Sausalito. Consiglio: appena arrivi a Sausalito vai subito a comprare il biglietto del traghetto per il ritorno. Si forma una fila allucinante e rischi di perdere ore, se non vedi subito gli orari. Ritorno a S Francisco e di corsa a prendere il traghetto per Alcatraz (comprato mesi prima on line). Di ritorno, ho ripreso la bici e la ho riconsegnata. Cena al Pier 39, alla Crab House (unico pasto consumato seduta in tre giorni), giro notturno sul Cable Car e nanna. Il quarto giorno alle 9 ero al ritiro dell'auto a O Farrel Street: una fila indescrivibile che mi è costata tre ore esatte di attesa per avere l'auto (alamo). Mi ha fatto perdere tantissimo tempo, dunque consiglio di andare molto presto.
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