mouette Inviato 17 Giugno 2016 Segnala Inviato 17 Giugno 2016 I sogni nel cassetto, si sa, fanno la muffa ... io ho deciso di lasciarlo aperto, quel cassetto, così ogni tanto posso tirarne fuori uno, dargli una lavata e stenderlo all’aria, finché sa di sole e sapone di Marsiglia - quello di cui mi porto sempre via un pezzettino perché va bene sia per lavarmi che per fare il bucato, e che è diventato così per me profumo di viaggio. E quando è pronto, fresco, ogni volta nuovo e diverso, è ora di viverlo … questo del deserto era un sogno antico, cresciuto con me mentre ascoltavo i racconti del nonno - soldato nella triste campagna d’Africa nel 1942 e scampato per un soffio alla battaglia ad El Alamein “grazie” al tifo – mentre leggevo Il piccolo principe e più tardi il bellissimo Sono nato con la sabbia negli occhi, mentre guardavo incantata foto su foto, mentre seguivo i racconti di chi ne tornava entusiasta, magari dopo una notte in tenda. Quale scelta più felice allora per inaugurare la mia Africa? Già sapete, il Continente Nero mi ha rubato il cuore e l’anima. Sono qui ma sono anche là, ho vissuto doppio in quei sette giorni troppo brevi e in quelle sette notti troppo dolci … tornerò. Tornerò anche al mio consueto prendermi in giro, certamente … anzi facciamo che ci torno subito, ci tengo a restare “io”, anche se ora mi ci sento un po’ di più Il viaggio l’ho adocchiato a febbraio 2013, un trek di una settimana nella Valle del Dràa dal 26 ottobre … così, per darmi il tempo di fare un po’ di fiato e di gambe (seeee … ) e di cambiare eventualmente idea (naaaa … ). Tra una cosa e l’altra, per distrarmi e passare il tempo, ho fatto "qualche" giretto giusto per far venire ottobre - tre viaggi a piedi, dieci giorni in Olanda in solitaria, un paio di week end lunghi con le amiche … inaugurando tra l'altro una tradizione che anche stavolta ho visto confermata: sole sfacciato e tempo splendido per tutta la vacanza, poi torno a Verona e quel giorno, immancabilmente, piove In qualche modo, il 25 ottobre arriva, come sempre mi riduco a sera per inzeppare lo zaino con tutto quel che serve – e di quel che ho dimenticato farò a meno – e poi mi metto in trepidante attesa delle 3.00, quando finalmente suonerà la sveglia … e qui, aperta parentesi, non posso non dirvi fino a che punto sono donna fortunata: non che pensi di dormire molto, ma sono pur sempre sorda, potrei non sentirla, la sveglia. Quanti possono vantarsi di avere un’amica che gli vuol bene abbastanza da telefonargli alle tre del mattino per essere certa che salgano su quell’aereo a Bergamo alle 6.50? io si … grazie Alessia! Chiusa parentesi Ed ecco: io, zaino, zainetto e pandina ci avviamo baldanzosi, cd a palla, autostrada deserta, felicità. Con il senno di poi, conclusioni sul bagaglio (6,9 kg imbarcati all’andata e 8,4 al ritorno ).Tornato intonso:a) una mutanda. Vabbè, anche i migliori matematici ogni tanto sbagliano i conti. un calzino spaiato. Ehm. c) Imodium, antinfiammatorio, antibiotico. No, non sono ipocondriaca, erano indicati nell’elenco delle cose da portare. Sapete, nel deserto le farmacie hanno orari strani, ho scoperto Da portare assolutamente alla prossima gita nel Sahara, invece:a) burrocacao protettivo da alta altissima montagna. Baciare me o la carta vetrata è la stessa cosa, al momento del rientro. Anzi, mi sa che la carta vetrata vi da più soddisfazione b)foulard, cintura, pezzo di corda o altro ammennicolo atto a tener su le braghe dal terzo giorno in poi c) accendino. Italiano. Funzionante. Direte: a che serve un accendino (italiano, funzionante) nel Sahara? La risposta nel mio prossimo best seller, Le cento cose che avreste voluto sapere sul deserto e non avete mai osato chiedere. Di prossima pubblicazione, abbiate fede, me ne mancano solo 99 Scherzi a parte … ragazzi, non vorrete lasciare la carta igienica a spasso tra le dune, vero? Sono le cose a cui magari non pensi, tutta presa dall’idea rrromantica della luna, delle stelle, della sabbia e bla bla bla, ma che sono importanti. Per esempio, al campo non c’è la doccia. Non ci sono neanche i rubinetti. O lo sciacquone. Santo cielo No, davvero … a qualche disagio ero preparata, del resto se vuoi un servizio a cinque stelle scegli piuttosto il Grand Hotel di Rosolina Mare, giusto? Beh, alla fine … non ho sofferto per niente, anzi, direi che è stato bello tornare bambina. Sapete, a quattro anni odiavo talmente lavarmi che una volta, lasciata incautamente sola un istante da mia madre prima di tuffarmi recalcitrante tra shampoo e bagnoschiuma, mi sono chiusa a chiave in bagno e ho trascorso una buona mezz’ora urlando “e io la doccia non la voglio fareeeeee”. Poi non ero più capace di aprire, ed è stato chiamato in soccorso il vicino perché smontasse la serratura. Ehm Ovviamente è rimasta tra le leggende di famiglia e viene ammannita con entusiasmo dalla mia perfida genitrice a chiunque, ogni volta che è possibile rovinarmi un po' la reputazione Non ci riesco proprio a star seria, eh? … allora, questa era la nostra doccia. Funzionale, comodissima, e tra questa e le salviette profumate, riportate tutte rigorosamente con me e buttate a fine vacanza, non ho avvertito alcun disagio. Pazienza per i capelli che non hanno visto shampoo per una settimana: ho imparato subito ad avvolgermi la shishe – oddio, facciamo che si chiama e si scrive così – quasi come una vera berbera, in un minuto e senza specchio. Capelli da medusa nascosti alla vista, e protesi acustiche salve: si, perché anche a questo non avevo pensato, la polvere si infila ovunque e distrugge con entusiasmo. E vi dirò, a proposito di polvere … una delle mie espressioni preferite, simpatico/a come la sabbia nelle mutande, ha assunto una pregnanza ed un’intensità del tutto nuove Abbiamo camminato circa sei ore al giorno, di buon passo, partendo presto la mattina e fermandoci nelle ore più calde, il sole è impietoso anche a novembre, per 20-22 km (in totale ne abbiamo percorsi un centinaio o giù di lì), principalmente nell’hamada sassosa, con qualche tratto nella sabbia, e un ultimo spettacolare pomeriggio tra le dune, nel paesaggio che ti viene subito in cuore quando dici deserto … dislivelli dolci, collinette perlopiù, un caldo penetrante, ma secco ed asciutto, che ti faceva evaporare subito il sudore di dosso. Nessuna stanchezza, e persino le vesciche che i miei vecchi fedeli scarponcini mi hanno regalato per la prima volta in vita loro – vendetta perché a casa mi aspettavano già i nuovi da inaugurare? – una volta sistemate con ago, filo, salvietta disinfettante ed accendino ... beh, hanno fatto male fino alla fine ma senza rallentarmi di un secondo: in fondo, come ho detto a Olga, senza quel doloretto avrei avuto molto più tempo per pensare a quanto avessi caldo E le notti? E va bene … lo confesso. Dopo tutte le storie sull’accampamento berbero con cui ho riempito la testa di chiunque volesse ascoltarmi (e anche di chi non voleva), in tenda ne ho passata una sola ... La seconda sera faceva un caldo maiale, passatemi l’espressione di classe, e così io e le centocinquantasette oche immolate per riempire il mio sacco-a-pelo-mi-raccomando-bello-caldo-che-in-novembre-di-notte-si-gela ci siamo spostate sul tappeto davanti al fuoco. Voi non avete idea, ma se l’avete la pensate come me senz'altro, di cosa sia svegliarsi nel cuore della notte ed aprire gli occhi su milioni di piccoli cuori pulsanti … da piangere, e infatti ho pianto, lo dico senza pudore. Le tre notti successive il freddo è tornato, anche se non mordeva poi così tanto, ma ormai … non potevo sopportare più niente tra me ed il cielo. E poi via, che si siano sacrificati per qualcosa quei poveri pennuti L’ultima notte in albergo a Marrakech l’ho passata in bianco, non riuscivo ad abituarmi a letto e cuscino Concluso lo sproloquio a mo’ di premessa, vi lascio qualche foto scronda Made in Saponetta per farvi la bocca … poi vi racconterò qualcosa delle nostre giornate, dei nostri compagni di viaggio, del fuoco, della luna e del suq … volete? on the road, verso il desertotramonto a Ouarzazatevedute d'antansi, vabbé, però sembro la Monaca di Monza Grand Hotel Rosolina poco belli? vecchio scarpone Abbey Road la piccola vedetta lombard ... ehm, saharawi e finalmente ... Lui.... a dama sulla sabbiaciao, deserto ... mi manchi di già in hotel a Marrakech ... ridatemi il sacco a pelo, vi prego! 2 Cita
Realina Inviato 17 Giugno 2016 Segnala Inviato 17 Giugno 2016 Era ora che riprendessi a scrivere......finalmente! Cita
luisa53 Inviato 21 Giugno 2016 Segnala Inviato 21 Giugno 2016 Il 17/6/2016 at 12:19, mouette dice: io, zaino, zainetto e pandina Che fantastica esperienza! Cita
mouette Inviato 21 Giugno 2016 Autore Segnala Inviato 21 Giugno 2016 Da dove comincio? Dall’inizio, dai Ore 9.25 sul fuso di Greenwich, sono sulla scaletta, tra un momento poserò il piedino in terra d’Africa. Riderete, ma … sono più emozionata che al primo appuntamento! Quasi non ci credo, sono davvero qui. A Rosolina Con cura maniacale scelgo la fila più lenta al controllo passaporti, l’unica dove l’annoiatissimo funzionario fa – giustamente – passare avanti le mamme marocchine con prole. Ecco, le mie hanno almeno una dozzina di figli ciascuna, così quando finalmente emergo al baggage claim incontro subito il mio zaino (vi faccio notare l’imballaggio professionale ) che mi guarda e lagrima in solitaria malinconia … che peccato, mi sono persa la suspense del momento più bello del viaggio, quello in cui ancora non sai se il bagaglio ha preso il tuo stesso volo. Supero rapidamente la delusione ed esco dalla zona arrivi, il gruppo al completo aspetta solo me. Adoro le entrate trionfali Dopo i primi saluti – io e Paola, mia coetanea e vicina di casa, è di Brescia, eravamo sedute vicine in aereo e “Scusi signora, mi presta la penna per cortesia?” diventa il nostro ritornello, visto che al momento di compilare la fiche d’ingresso QUALCUNA era sprovvista del prezioso strumento – ci caricano tutti sul minibus e si parte. L’impatto con il traffico creativo di Marrakech mi rende subito felice – mica guido io – e mi ritrovo entusiasta ad ammirare i carretti tirati da asini che bloccano i semafori, e i cavalli che intasano le rotonde. Sono a casa! … in realtà, quando ci allontaniamo un po’ dalla zona dell’aeroporto e ci avviamo in direzione sud, mi rendo conto che dovrò incellofanare il cuore meglio di quanto abbia fatto con lo zaino … che non posso salvare il mondo da sola è una dura lezione imparata a costo di non poche lacrime nel corso degli anni, ma lo stesso sarà difficile accettare che neanche se comprassi tutti i biscotti del Marocco potrei adottare ogni vecchina che ne vende una manciata a bordo strada, che non posso portarmi a casa tutti gli asinelli che ho visto rudemente bastonare, che non posso raccogliere gatti randagi e bimbi con gli occhi così grandi che ti ci senti perso dentro, se li guardi con troppa tenerezza. Ok, basta così sennò mi rovino la reputazione da strega cattiva, che ci ho messo anni ad arrivare a certe vette Mi ero promessa di non partire prevenuta, non lo faccio mai e mi è riuscito abbastanza facile, e di non giudicare, e questo già è stato un po’ più duro … ma era imperativo. Non è il mio mondo, non ha quello che io ho, non vive quello che io vivo. Non sono nessuno e non ho titoli per decidere come si debbano comportare con i loro animali, come le loro vite vadano vissute, come i loro giorni debbano trascorrere e le loro donne essere trattate. Posso – devo – solo rispettare, e se posso, cercare di capire. Il mondo è meraviglioso, la vita mi sta regalando l’occasione di apprezzare qualcosa di diverso da quello che conosco, con le sue luci e le sue ombre esattamente come ce ne sono nel mio universo. A fine settimana, pur avendola vissuta quasi per intero nel deserto, a contatto con undici dromedari, quindici compagni di cammino e otto splendidi berberi soltanto, mi guardo allo specchio e vedo una persona … no, non una persona che ha estremo bisogno di una doccia, accidenti! Non rovinatemi il momento lirico … dicevo, vedo una persona che ha il cuore più grande di quella che era partita, che ha più fiducia nel mondo e la mente più aperta. O almeno, lo spero ... Appena fuori Marrakech ci fermiamo: spuntino! Ancora un po’ diffidenti, in quel clima vagamente incerto da pre amicizia che ho già sperimentato in altri cammini di gruppo, quando ancora sei lì che ti chiedi se c'è il rompiballe di turno e cerchi di individuarlo, e di decidere chi invece ti piacerà proprio (io le sbaglio clamorosamente entrambe, in genere ) Primo incontro con lo squisito pane marocchino intinto nell’olio di oliva più saporito che abbia assaggiato da tempo, le olive buonissime di tutti i colori ed in tutte le salse, e poi il paradiso liquido, quel the marocchino di cui mi sono subito innamorata, con foglie di menta e un sacco di zucchero … io, che prendo sempre tutto amaro. Ma quanto è buono? Inizio a giocare con la saponetta, con risultati modesti come sempre, ma quel che mi importa è portarmi a casa ricordi e sensazioni, so da tempo che l’arte della fotografia non è per me ... o almeno così pensavo all'epoca Ripartiamo verso Ouarzazate per affrontare il Tizi n'Tichka, in berbero il poetico Passo dei Pascoli, la strada più alta del Marocco che si inerpica sull’Atlante … me ne avevano detto di ogni, ed ero preparata ad almeno un po’ di nausea, ma l’unico risultato della gita è un po’ di rimpianto perché il cielo è velato e fa freddo, e non riesco a godermela come vorrei. Rubo la foto al web, purtroppo non ci siamo mai fermati lungo la panoramica. Mi rifarò con il cielo tersissimo del rientro, tra una settimana, quando misteriosamente, pur appiccicata al finestrino lato strapiombo non avrò ombra delle mie consuete vertigini, nonostante il guard-rail, quando c’è, non abbia l’aria proprio rassicurante. Troppa felicità? Sono totalmente affascinata, dalle curve della strada, dai colori di questa parte di mondo nonostante l’atmosfera bigia, dai mezzi scalcinati che superiamo via via, dall’ottimismo commovente con cui negozietti ancor più scalcinati se ne stanno abbarbicati alla montagna esponendo fossili dell’Atlante, chincaglierie assortite, pentole e stracci colorati … arriva l’ora di pranzo e ci fermiamo in quello che stento a chiamare paesino, direi più un pittoresco agglomerato di casupole ed umanità, sgarrupato, rumoroso, trafficato: anche se c’è una strada sola che lo taglia a metà, gli ingorghi sono incredibili. Odori, rumori, grida, confusione, profumi … buoni e meno buoni … si mangia, via. All’entrata del bar/trattoria/negozio/macelleria, lo spettacolo qui sotto fa balenare a qualcuno l’idea di farsi vegano. Non a me, in caso aveste dubbi … anzi, insensibile al sangue che cola sulla strada dai gradini ed alle teste delle vittime sacrificali posate sul pavimento con noncuranza, mangio proprio di gusto la prima impiattata di quella che diventerà una lunga lunghissima serie, accolta i primi giorni da “ooooohhh, la tajine”, ed a fine settimana da un più sonoro “nooooooo, la tajine di nuovoooohhh” … il Marocco mi ha rapito il cuore, è certo. Ma lo stomaco no, è certissimo Scherzi a parte, parentesi culinaria: ho mangiato, bene, sano (sigh), abbondante, sia in giro che al campo grazie al cuoco berbero, che se l’è cavata egregiamente se pensate che per cinque interi giorni non abbiamo avuto alcun contatto con il mondo ed è riuscito comunque a servirci sempre frutta e verdura fresche e piatti ben cucinati, ma la varietà non è il forte della cucina marocchina, che ha anche una incomprensibile, pervicace avversione per il sale. Tajine – si chiamano così la pentola e la pietanza – di pollo, di manzo, di montone, di verdura. Cous cous. Tajine. Cous cous. Botta di vita a pranzo nell’hamada: frittata con i piselli … ma allora ditelo che ce l’avete con me! (per i pochi che ancora non lo sapessero: io ODIO i piselli, sono l’unica cosa che non riesco a mangiare, o quasi … anche se poi la fame è fame, e mi sono arresa all’orrido legume ). E un giorno … pasta Barilla e fagioli alla curcuma. Giuro Non mi sto lamentando, sia chiaro: mi piace assaggiare tutto e mi ci dedico sempre con entusiasmo, se poi ho scelto un trek nel deserto l’esperienza culinaria non è il motivo principe della mia vacanza, è ovvio, quindi … ben venga la tajine cotta senza grassi, senza sale, senza niente, vedeste come mi ballavano i pantaloni da trekking alla fine! Il sogno di quasi ogni donna, dimagrire senza far fatica E poi c’è quel buonissimo the, prima di pranzo e a merenda, che mi consola sempre di tutto! Ripartiamo, sosta per consentire a chi ha stomaco meno da struzzo di me di ritemprarsi – per il resto del viaggio passo più indietro sul minibus, tanto non faccio un plissé, come si dice – di cui approfitto per un paio di scatti al cielo che appena superato il valico si è fatto scintillante e limpidissimo e poi nel tardo pomeriggio arriviamo ad Ouarzazate. Il nostro hotel è in periferia, lasciamo a volo gli zaini e poi con Paola e Cinzia, le mie compagne di stanza per l’ultima notte in un letto vero, ce ne andiamo a zonzo … niente strade principali, infiliamo subito un dedalo di vicoletti, visto che ho incautamente affermato che non mi perdo mai e le tapine si fidano e … che bello che sei, mondo. Incontriamo un sacco di gente, tutti gentilissimi, tutti con un sorriso ed un ça va? per noi, nessuna pressione, nessuna richiesta, nessuna insistenza, i bimbi curiosi ci corrono incontro e ci osservano come fossimo strani esemplari piovuti lì da non si sa dove … il sole cala in fretta, ma prima mi regala uno spettacolo che mi porterò in giro per sempre … alla fine non ho mentito, non mi sono persa, e tornando verso l’hotel ci infiliamo in qualche negozio, Paola a caccia di pile di ricambio per la compatta e tutte e tre in cerca di un accendino. Veniamo rimpallate con estrema gentilezza da tutti i negozianti che ci dicono che troveremo tutto “nel negozio più avanti”, e quando comincio a pensare che arriverò presto a Gibilterra finalmente la nostra costanza viene premiata. Dagli accendini più sfigati del continente ma pazienza, tanto più che lo scoprirò solo in pieno deserto … poi essendo notoriamente impedita – e non avendo mai acceso una sigaretta, una pipa, un sigaro, una canna - mi attribuirò per intero la quasi incapacità di farlo funzionare fino al rientro a Marrakech, quando scoprirò che il pensiero era comune e condiviso. Prossimo giro me lo porto da qui! Rientro, cena, chiacchiere, domande, curiosità, trepidazione … domani si comincia. E chi ce la fa a dormire ora? Io, naturalmente 2 Cita
solshine Inviato 21 Giugno 2016 Segnala Inviato 21 Giugno 2016 A parte che come sempre adoro come scrivi perché riesci a portarmi con te e a farmi vivere le emozioni che hai provato... A parte che mi piace da impazzire lo sguardo curioso e attento con cui scruti ciò che ti circonda e come riesci ad andare oltre ... A parte che mi fai sbellicare dalle risate... Ecco a parte tutto questo per cui potrei leggere con soddisfazione anche il diario della tua gita domenicale a Poggibonzi il Marocco è nella mia wish list da un po' e del deserto mi sono innamorata anni fa in una meravigliosa notte Egiziana ... Per cui continuaaaaaaa!! Inviato dall'isola che non c'è 1 Cita
mouette Inviato 26 Luglio 2016 Autore Segnala Inviato 26 Luglio 2016 Deserto, giorno uno! … quasi non ci credo, davvero sono qui? davvero stasera scoprirò se sono capace di togliere il sacco a pelo dal suo amoroso involucro (e soprattutto, se domattina riuscirò a ricacciarlo al suo posto senza dover noleggiare due dromedari per riportarlo a casa via terra )? Prima però c’è il momento cultura. Visto che siamo di strada, ci fermiamo per visitare l’antico palazzo restaurato nella Casbah di Taourirt, poco distante dal centro di Ouarzazate. Una visita veloce, accompagnati da una guida simpaticissima che parla un italiano divertentissimo e pittoresco, ed ha più figli che denti in bocca anche se probabilmente è più giovane di me … riesco a perdermi nelle mie fantasie abbastanza da farmi chiudere a tradimento da Said, il nostro uomo del deserto, nella nicchia della stanza della favorita … la bellezza assoluta e un po’ fané di questo maestoso e imponente edificio di paglia ed argilla che riesce ad essere contemporaneamente leggero come un merletto lascia davvero senza fiato … Visita veloce, dicevo, ma sufficiente per farmi decidere che io, in Marocco, ci devo tornare. No, in realtà lo avevo deciso prima di partire … e s’era capito! ma ora sono assolutamente, totalmente affascinata. Vero, ho scelto questo viaggio per il deserto, il resto è tutto in più … ma è un di più che ci ha messo davvero un istante a catturarmi, lo voglio conoscere, lo voglio vivere. Tornerò. Ah, l’ho già detto? Scusate, è l’età … Lasciata Taourirt ci avviamo finalmente a compiere l’ultima parte del viaggio prima di iniziare a camminare lasciandoci il mondo dietro le spalle … la strada si snoda lunga e a tratti forse un po’ monotona, ma forse che la felicità si accorge della monotonia? Boh, la felicità non saprei, io certamente no: il pensiero mi ha sfiorato adesso, riguardando le foto, ma mentre ero là avevo solo l’impressione che il tempo scorresse troppo veloce ... Sosta per lo spuntino di metà mattina, nell’ennesimo paese e nell’ennesimo bar che mi portano via il cuore. La Coca Cola imperversa anche qui, ma guarda, che bello il logo in arabo! Arrivati alla cittadina di Foum Zguid, alla porta del deserto, consumiamo l’ultimo pasto seduti a un tavolo prima di salire sui fuoristrada che ci molleranno in mezzo al nulla nel primo pomeriggio. Ma se lo yalla yalla di Said sarà la nota dominante dei prossimi giorni, il pranzo si svolge all’insegna del pole pole – e lo so, lo so che quella è un’altra Africa, licenza poetica, no? – o forse è solo la nostra impazienza che dilata il tempo … così per farlo passare io e Paola iniziamo a far le galline Foto con il titolare dell’hotel, foto con Said, foto a tutto quello che si muove ed a quello che no … … finché, finalmente, anzi finalmentissimo, eccoci su un fuoristrada tenuto insieme con lo scotch, si parte! Nel quarto d’ora che segue, dopo aver attraversato la Porta del Deserto, ballerò e traballerò felice come una pasqua fino a digerire il pranzo passato della mia prima comunione e quello futuro ed immaginario del mio matrimonio, non mi divertivo così dall’ultima volta sulle montagne russe a Gardaland nel 2005: guidano come pazzi e fanno a gara a chi si supera di più, è bellissimo! Là, ci mollano e … inizia la passeggiata! Oggi sono solo due passi veramente, il campo è già pronto ai piedi delle colline che si intravedono oltre la foschia e bastano un paio d’ore per arrivarci … un paio d’ore sufficienti a fare le presentazioni con le prime dune, con la cassia, unica a sopravvivere in un ambiente così frugale, con i sassi dell’hamada che nei prossimi giorni saranno la scena del mio film più bello. Finora ... Doverosa la foto di gruppo, che rubo a Pino: vi state chiedendo cosa ho in testa? Non chiedetevelo, è meglio. Come? Ah, vi state chiedendo quale sono io. Bravi. E lo dite anche, permalosa come sono. Mi sa che me ne vado E invece no, resto … però vi faccio compagnia più con le foto che con le parole, un po’ perché per bruttine che siano parlano da sé … e un po’ (tanto) perché scrivendo scrivendo mi è appena venuta una botta di nostalgia fortissima ed ho voglia di sospirare in silenzio – che sollievo, eh? Facciamo un po’ di strada insieme nel deserto, oggi pomeriggio il cielo caliginoso e la sabbia – tanta sabbia – sollevata dal vento ne mostrano un aspetto che non mi attendevo ma che non manca di sedurmi … anche se le stelle stasera resteranno dietro il velo. Sigh. La mia suite Per stasera, campo di lusso con tanto di forno permanente. Da domani, Sparta Arriviamo infine al campo e … sto per conoscere la mia Giovane Marmotta interiore … sarà all’altezza? Beh, è stata una scommessa, per una che come esperienza più spartana (appunto ), a parte gli orrendi camposcuola del Don a 14 anni, vanta un ostello ad Amsterdam: buttarsi in cinque notti senza water, ci vuole del coraggio Quello ce l’ho … se poi diventerò io la rompiballe di turno in questo viaggio, lo scopriremo solo vivendo! Cena a ginocchia incrociate sulle stuoie, dono della shishe per i prossimi giorni – così potrò togliere dalla testa quella roba che se mi aveste riconosciuta nella foto di cui sopra vi stareste chiedendo cos’è – il silenzioso gentilissimo Omar me la sistema ma ovviamente non capisco come fa, e mi sento comunque stragnocca, finché non vedo le foto e passo a sentirmi decisamente più suora che peccatrice … poi preparazione psicologica all’incontro con le toilettes del deserto, invero poco traumatico visto che per la prima ed ultima volta siamo ben forniti di vegetazione atta allo scopo, prima furibonda litigata con l’accendino (vinco io, ma non prima di essermi divelta l’unghia, che no, non è lunga, non è siliconata, non è dipinta, ma lo stesso esce malconcia dalla lotta), qualche sospiro intorno al fuoco, un po’ di imbarazzo, che in fondo siamo ancora sconosciuti, cacciata del Pino – che con Cinzia e Paola abbiamo adottato nella nostra tenda quadrupla – per mettere il pigiamino (si, sempre Cip&Ciop, senza di loro non mi muovo di casa ), altra lite imbarazzante, stavolta con la zip del sacco-a-pelo-bello-caldo-eccetera e poi vedrai che non prenderò sonno per ore, vedrai che farò una nottaccia, vedrai che non sonzzzzzzzzzzzzzz … si, insomma, mi riferiscono i miei corrispondenti dal fronte che mentre loro leggevano, scrivevano, parlavano, si lavavano i denti, facevano yoga, sudoku, sedute spiritiche e levitazione, io me la ronfavo beatamente più o meno dal momento in cui sono riuscita a chiuderla, la zip maledetta, e a posare il capino. Non ho ancora deciso se vantarmene o vergognarmene. Nel dubbio, penso che propenderò per la prima: Indiana Jones mi fa un baffo, mi fa 2 Cita
pandathegreat Inviato 26 Luglio 2016 Segnala Inviato 26 Luglio 2016 42 minuti fa, mouette dice: con la cassia a Roma c'avemo pure la cassia bis, sei cascata benissimo! Cita
dindomia Inviato 27 Luglio 2016 Segnala Inviato 27 Luglio 2016 (modificato) bel diario!! anche io ho adorato il the alla menta marocchino e anche io qui bevo il the amaro Modificato 27 Luglio 2016 da dindomia Cita
Frafrà Inviato 27 Luglio 2016 Segnala Inviato 27 Luglio 2016 Ma come ho fatto a perdermi l'apertura di questo diario!!! Condivido le sensazioni di @solshine, leggerti mi fa sentire come se fossi in viaggio con te! Hai un gran dono, ragazza!! Cita
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