Questa discussione mi ha ispirato e ho pensato di trasformare la mia noiosa disamina su "bellezza e aspettative" in un brevissimo saggio per provare a trasmettere sotto forma di emozione il pensiero analitico...
Sulla strada (e oltre le foto patinate)
La gente parte. Fa valigie, prende aerei, noleggia SUV da battaglia e parte. Sognano da mesi, forse da anni. Vogliono l’America, i canyon rossi come ferite antiche, i deserti infiniti come le pause tra due respiri, e si aspettano l’estasi, la rivelazione, l’illuminazione in alta risoluzione. Ma poi? Poi si litiga per l’ultima ciliegia avanzata nel frigo del motel e tutto sembra più stupido, più umano, più banale. E il Grand Canyon resta lì, enorme, muto, incolpevole. Ma l’emozione se n’è andata.
Aspettativa.
È quella che rovina tutto, baby.
Ti ficchi in testa l’idea che un posto ti deve cambiare la vita, e invece ti cambia solo le calze, sudate e piene di sabbia. E allora? Allora cominci a chiederti: era tutto falso? Sono io il problema? O sono gli altri?
E intanto ti scorre sotto il naso la vera magia, quella che non avevi programmato. La chiacchiera scema col barista che non capisce l’italiano ma ride lo stesso. Il vento che spazza via i pensieri su un passo secondario, mai visto su Instagram. Una birra calda bevuta seduto su un marciapiede in un paese che non sai nemmeno come si chiama.
Le foto, ah, le foto!
Quelle post-produzioni color sangue e fuoco, contrasti che ti promettono il paradiso e poi ti lasciano lì, sotto il sole d’agosto con la maglietta appiccicata alla schiena e i pullman che vomitano turisti con le stesse ciabatte di Decathlon.
E tu ci sei dentro, sei parte della giostra, e cerchi qualcosa che non si trova più nei luoghi, ma solo nei momenti.
Perché la bellezza non sta nel posto, ma nel quando.
E nel come.
E nel con chi.
Un viaggio può essere un miracolo o una noia, a seconda di dove hai il cuore mentre cammini.
E certi viaggi ti fregano proprio perché li hai amati troppo prima ancora di partire.
La verità?
I viaggi belli sono quelli da cui non ti aspettavi nulla.
Quelli iniziati con svogliatezza, quasi per caso, quelli senza copione.
E invece bum! Ti colpiscono, ti spostano, ti restano attaccati addosso per anni.
Perché sono veri.
Perché non devono assomigliare a niente.
Perché sei tu che sei diverso, lì, in quel momento, in quel respiro, in quel sorso d’acqua calda in mezzo al nulla.
Viaggia senza cercare la perfezione. Cercati, piuttosto. E magari porta due ciliegie, non una sola.