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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 30/06/2025 in tutte le aree

  1. Nei primi viaggi si, ora non più, però era un modo che amavo per seguire passo passo l'itinerario
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  2. Chiedi e ti sarà dato, @yasmina73! Ho riunito gli account, così anche i primi messaggi sono tornati alla legittima autrice: buon proseguimento !
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  3. yeeee sono tornata con il mio vecchio account!!! Grazie @al3cs @Frafrà Ora sono molto tentata di provarci!! Magari al mattino 😅
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  4. pensero a questa frase quando saro alla death valley Per quanto riguarda i prezzi Cina vs USA, anche secondo me il viaggio in Cina è piu economico.. non solo per i ristoranti, ma anche per gli alloggi e le attrazioni --> la maggior parte delle attrazioni è free (se già si pensa ai 150 usd dell'antelope canyon, si supera la somma delle attrazioni in Cina).. per il cibo, in ristoranti di media fascia, si spende 10-15 (anche 1-3 nei fast food)
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  5. Nostra figlia andrà in agosto, viaggio organizzato interamente da lei. Vi farò sapere. Inviato dal mio SM-A566B utilizzando Tapatalk
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  6. Per non parlare dell'aspetto economico...
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  7. Ciao a tutti, intervengo solo ora in questo topic che ho seguito da spettatrice perchè le riflessioni di @antattack sarebbero da incorniciare: oggi siamo totalmente immersi in una quantità di informazioni e immagini "poco spontanee", diciamo così, che quando ci si impegna nell'organizzazione di un viaggio e si vuole lasciare poco spazio all'imprevisto e all'improvvisazione, si legge, si guardano foto, documentari, video, qualunque cosa: un po' perchè quando si spendono certe cifrette magari è anche carino cercare di non buttarle proprio al vento, e anche perchè si ha un po' l'ansia del "performare" e del portare a casa il ricordo perfetto (non solo fotografico, ovviamente). E invece un filo di sana inconsapevolezza a volte regala emozioni grandi: il mio primo viaggio in Usa è stato una specie di servizio di accompagnamento (ah, le dame di compagnie dei secoli passati ). Una zia anziana voleva tornare per l'ennesima volta negli Usa a trovare dei parenti ed essendo vedova e senza figli ha chiesto a noi se volevamo andare con lei (incluso nostro figlio maggiore che all'epoca, anno 2009, aveva 10 anni). Lei ci pagava tutti gli hotels, noi ci pagavamo il volo e le spese personali (e mio marito faceva l'autista), e così siamo partiti per le nostre prime 3 settimane in Usa. Senza aver toccato palla nell'organizzazione del giro, perchè la zia si è appoggiata come sempre al suo agente di viaggi di fiducia che ha prenotato hotels, noleggio auto, voli e tutto il prenotabile, oltre ovviamente ad aver pianificato l'itinerario (totalmente folle con il senno di poi, ma a caval donato...). Quindi quando arrivai ad affacciarmi per la prima volta sull'anfiteatro del Bryce, parco che non avevo mai nemmeno sentito nominare prima, mi sono commossa come mai prima mi era successo durante un viaggio. Quell'emozione non la scorderò mai. Mio marito ogni anno ha il privilegio di provare qualcosa di simile perchè fino al giorno prima della partenza, quando prepara le reflex, non sa nemmeno dove andiamo, o quasi...non usa i social (nemmeno io, veramente, ma smanetto ovunque), non vuole nemmeno vedere in tv qualcosa che sa che visiteremo nel prossimo viaggio, proprio per non crearsi aspettative che rischiano di essere deluse. Uomo fortunato... Scusate il papiro, ma è colpa di @antattack Dimenticavo...per giustificare il mio passaggio qui, consiglio anch'io a @Critrot di impiegare parte dell'ultimo giorno a LA prima del volo per fare un salto a Downtown, la Walt Disney Concert Hall è un edificio meraviglioso, e non c'è solo quella...
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  8. Questa discussione mi ha ispirato e ho pensato di trasformare la mia noiosa disamina su "bellezza e aspettative" in un brevissimo saggio per provare a trasmettere sotto forma di emozione il pensiero analitico... Sulla strada (e oltre le foto patinate) La gente parte. Fa valigie, prende aerei, noleggia SUV da battaglia e parte. Sognano da mesi, forse da anni. Vogliono l’America, i canyon rossi come ferite antiche, i deserti infiniti come le pause tra due respiri, e si aspettano l’estasi, la rivelazione, l’illuminazione in alta risoluzione. Ma poi? Poi si litiga per l’ultima ciliegia avanzata nel frigo del motel e tutto sembra più stupido, più umano, più banale. E il Grand Canyon resta lì, enorme, muto, incolpevole. Ma l’emozione se n’è andata. Aspettativa. È quella che rovina tutto, baby. Ti ficchi in testa l’idea che un posto ti deve cambiare la vita, e invece ti cambia solo le calze, sudate e piene di sabbia. E allora? Allora cominci a chiederti: era tutto falso? Sono io il problema? O sono gli altri? E intanto ti scorre sotto il naso la vera magia, quella che non avevi programmato. La chiacchiera scema col barista che non capisce l’italiano ma ride lo stesso. Il vento che spazza via i pensieri su un passo secondario, mai visto su Instagram. Una birra calda bevuta seduto su un marciapiede in un paese che non sai nemmeno come si chiama. Le foto, ah, le foto! Quelle post-produzioni color sangue e fuoco, contrasti che ti promettono il paradiso e poi ti lasciano lì, sotto il sole d’agosto con la maglietta appiccicata alla schiena e i pullman che vomitano turisti con le stesse ciabatte di Decathlon. E tu ci sei dentro, sei parte della giostra, e cerchi qualcosa che non si trova più nei luoghi, ma solo nei momenti. Perché la bellezza non sta nel posto, ma nel quando. E nel come. E nel con chi. Un viaggio può essere un miracolo o una noia, a seconda di dove hai il cuore mentre cammini. E certi viaggi ti fregano proprio perché li hai amati troppo prima ancora di partire. La verità? I viaggi belli sono quelli da cui non ti aspettavi nulla. Quelli iniziati con svogliatezza, quasi per caso, quelli senza copione. E invece bum! Ti colpiscono, ti spostano, ti restano attaccati addosso per anni. Perché sono veri. Perché non devono assomigliare a niente. Perché sei tu che sei diverso, lì, in quel momento, in quel respiro, in quel sorso d’acqua calda in mezzo al nulla. Viaggia senza cercare la perfezione. Cercati, piuttosto. E magari porta due ciliegie, non una sola.
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  9. Sono tanti gli aspetti che incidono nel giudizio finale che diamo ad un viaggio: 1. Il peso delle aspettative L’aspettativa è una lama a doppio taglio. Quando è troppo alta, la realtà ha uno spazio molto limitato per sorprenderci. Questo crea un paradosso: più un luogo è "unico", famoso, mitizzato, più rischia di deluderci, proprio perché ci aspettiamo che ci regali qualcosa di straordinario e immediato, quasi magico. Ma il viaggio è fatto di dettagli, atmosfere, casualità e spesso anche fatica, sudore, zanzare, malumori e discussioni stupide (tipo su chi deve mangiare l'ultima ciliegia avanzata ). 2. La bellezza soggettiva C'è anche il fatto che la bellezza dei luoghi non è mai solo oggettiva. I parchi dell'Ovest hanno questa fama di essere belli in assoluto ma la bellezza è un incontro: tra un paesaggio e uno stato d’animo, tra una luce e un ricordo, tra un silenzio e un bisogno interiore. Un piccolo borgo toscano sotto la pioggia, magari scoperto per caso, può emozionare più del Grand Canyon se ci si arriva stanchi, infastiditi o con aspettative gonfiate da Instagram e circondati da turisti vomitati a nastro dai pullman. 3. L’influenza della narrazione visiva Viviamo immersi in immagini spettacolari, manipolate con contrasti e colori irreali che però colpiscono la nostra fantasia, riprese al momento perfetto (giornata invernale, aria cristallina, cielo con qualche nuvoletta artistica che sembra dipinta, nessuno in giro), che spesso non corrispondono alla realtà del nostro viaggio. Quelle immagini creano un’idea di perfezione impossibile da raggiungere. Quando poi siamo lì, sudati tra la folla, col cielo lattiginoso e i cartelloni "uscita di sicurezza", ci chiediamo: “Ma dov’è finita la magia?” 4. Il tempo, l’umore, le relazioni Infine, non dimentichiamo mai che un viaggio non è solo fatto di luoghi: è fatto di persone con cui lo condividiamo, del nostro umore in quel periodo, della nostra disponibilità a meravigliarci o lasciarci andare. A volte un’esperienza intensa in un posto anche solo “carino” può restare dentro molto più di una cartolina perfetta vissuta superficialmente o col piede storto (e qui l'esempio degli Universal Studios calza a pennello). Oggi sono in vena di sproloqui Sebbene possa non sembrare attinente alla discussione, @Critrot questo poema l'ho scritto pensando a te, giusto per tentare di riportarti con i piedi per terra perché ho la sensazione che tu ti stia creando delle aspettative irrealistiche che non faranno bene a questo viaggio...
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  10. Sui siti dei principali noleggiatori, per quanto mi ricordo, specificando la residenza in Italia oppure noleggiando da un sito europeo (e probabilmente il discorso vale per qualsiasi residente fuori dagli USA), la SLI è sempre inclusa, almeno fino ad 1M. L'ho sempre trovato indicato chiaramente nelle condizioni di noleggio. Solo sui siti di alcuni broker ho visto "pacchetti" che includono solo la LI (senza estensioni) con massimali di 10k o 50k, ma ho sempre acquistato soluzioni con massimale almeno pari a 1M (spesso di più).
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