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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 11/02/2025 in Risposte

  1. Stai passando al lato oscuro🤣
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  2. Ti ho risposto prima ancora che tu facessi la domanda E' presto fatto: 1. Ita - Las Vegas 2. Las Vegas 3. Zion 4. Bryce Canyon 5. Torrey 6. Moab 7. Moab 8. Monument Valley 9. Antelope+Horseshoe Bend - Page 10. South Coyote Butte - Page 11. Grand Canyon 12. R66 - Kingman 13. Las Vegas 14. Las Vegas - Ita P.S. Domani nevica! Io che suggerisco due notti a LV... @al3cs questa segnatela, non si ripeterà più
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  3. Non devi scusarti, è normale voler vedere il più possibile, specialmente quando non si ha esperienza su tempi e modalità di visita: in due settimane, un giro che da Las Vegas attraversa i parchi più belli del southwest con i tempi giusti sarebbe così 1. ITA - Las Vegas 2. Las Vegas 3. Las Vegas - Zion 4. Zion - Bryce Canyon 5. Bryce Canyon - Torrey (Capitol Reef) 6. Torrey - Moab 7. Moab 8. Moab 10. Moab - Monument Valley 11. Monument Valley - Page 12. Page - Grand Canyon 13. Grand Canyon - R66 - Las Vegas 14. Las Vegas - ITA ma, ovviamente, in questo caso dovresti rinunciare a tutto ciò che è a ovest di Las Vegas. Vedi tu: hai diversi spunti e centinaia di diari da cui tirar fuori il tuo giro ideale: ma fidati di noi (inteso come tutti gli amici del forum, non di me con i deliri di onnipotenza [emoji23]) se ti diciamo che la regola d'oro in questi viaggi è "less is more". Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk
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  4. In questi giorni, cercherò di leggere più diari possibili così da avere le idee chiare e decidere successivamente l'itinerario. Grazie mille per i vostri consigli! Sono proprio contento di aver scoperto il forum 🙂
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  5. Non sono stata al Moon Overlook quindi non so di preciso quanto tempo ci voglia ma penso che dovresti farcela in quel giorno. Non so se andando al Moon Overlook tu riesca anche a percorrere la Scenic Drive di Capitol Reef. Inviato dal mio 2201117TY utilizzando Tapatalk
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  6. GRAZIE, guardo le tappe. Inizio a studiare. Annalisa
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  7. A Bryce alba batte tramonto 4-0. Il tramonto, pur suggestivo, ne spegne i colori, l'alba li incendia! Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk
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  8. Mah, a me l'Africa non ispira tanto... Fu la risposta che diedi ad una giovane Mouette che a maggio 2014 mi raccontò che stava per andare in Uganda... Di acqua ne è passata sotto i ponti, la giovane Mouette è stata impandata, da quasi 5 anni e io sono qui a raccontarvi il nostro 4° viaggio in Africa, perché sì, non mi ispirava tanto, ma le idee sono fatte per essere cambiate, no? Questo viaggio comincia a maggio scorso, quando un'innocua domanda a Julius, il tour operator locale a cui si era rivolta Barbara nel 2014, si trasforma nell'embrione del nostro viaggio invernale... "Gennaio è un buon mese per l'Uganda?" "Perfetto, è finita la stagione delle piogge e si sta bene!" Controlliamo un po' i voli e la Qatar ci offre un Roma - Doha - Entebbe ad un prezzo accettabile, poco più di 600€ a persona, dal 3 al 14 gennaio... ci pensiamo quei 4 o 5 nanosecondi e via, volo preso! Un po' di mail scambiate con Julius e alla fine l'itinerario è questo: 01 03.01 FCO -EBB 02 04.01 Arrivo a EBB - Sorgenti del Nilo - Jinja 03 05.01 Jinja - Ziwa Rhino Sanctuary - Murchinson Falls 04 06.01 Murchinson Falls 05 07.01 Murchinson Falls - Tea Plantations - Kibale 06 08.01 Kibale - chimpazee track - Queen Elizabeth NP 07 09.01 Queen Elizabeth NP - Kazinga Channel 08 10.01 Queen Elizabeth - Kisoro 09 11.01 Kisoro - Bwindi Impenetrable Forest - Gorilla 10 12.01 Kisoro - Lake Bunyonyi - Lake Mburo 11 13.01 Lake Mburo - Mabamba Swamp 12 14.01 Lake Mburo - EBB - volo A ottobre poi, una serie di sorprese... 2 amici, Marco e Sabrina, da qui in poi identificati come "Balzi" (No, niente parentesi quadre stavolta, sono viaggiatori anche loro), si aggiungono al nostro viaggio e acquistano il biglietto, 2 giorni dopo, la Qatar ci annuncia che il volo di andata è stato cancellato 😑😑😑😑. Il volo non c'è più, o si arriva il 5 oppure si parte il giorno precedente, il 2, con arrivo ad Entebbe alle 6 del mattino. L'opzione "giorno successivo" non è nemmeno presa in considerazione, cambiare compagnia aerea costa davvero troppo e ci tocca allungare il viaggio di un giorno. E per fortuna! Perché quei simpaticoni della Qatar ci hanno anticipato l'orario di partenza, dalle 18:30 alle 18, alle 17:45 e per finire, il 19 dicembre, a 2 settimane dal viaggio, alle 17:05, cosa che ci avrebbe reso impossibile visitare le Mabamba Swamp al mattino. Alla fine, l'itinerario è stato il seguente: 2-Jan Mon Roma - Doha - Entebbe 3-Jan Tue Entebbe - Mabamba Swamp 4-Jan Wed Entebbe - Jinja 5-Jan Thu Jinja - Fort Murchison 6-Jan Fri Murchison Falls 7-Jan Sat Fort Murchison - Fort Portal 8-Jan Sun Fort Portal - Kibale 9-Jan Mon Queen Elizabeth National Park 10-Jan Tue Kibale - Kisoro 11-Jan Wed Mgahinga National Park 12-Jan Thu Kisoro - Lake Bunyoni 13-Jan Fri Lake Bunyoni - Lake Mburo 14-Jan Sat Lake Mburo - Entebbe - volo Abbiamo il nostro logo... Anzi, 2! E finalmente... 2-3 Gennaio 2023 Alle 12:15 usciamo di casa dopo aver salutato i gatti (incazzati come non mai), direzione Fiumicino! Fila business, pranzo con un carissimo pezzo di pizza, imbarco prioritario e con qualche minuto di ritardo, partiamo verso Doha. Ritardo che recuperiamo in volo e riaccumuliamo a Doha, visto che lo sbarco avviene con il bus e siamo costretti a rifare i controlli di sicurezza. Confermo la mia idea su Doha, lo so, ho dei pregiudizi su quest'area, ma, come per i mondiali di calcio, il titolo di "miglior aeroporto del mondo" l'hanno pagato... Qui ci ricongiungiamo con i Balzi, che avevano un volo precedente e che ne hanno approfittato per fare un giro a Doha, viste le dimensioni di questo aeroporto ci incontriamo direttamente al gate e ci imbarchiamo all'una di notte. Questa volta però il ritardo è consistente, più di un'ora, per attendere i passeggeri di altri voli in ritardo... in effetti il volo per Entebbe non c'è tutti i giorni... Dormicchiamo un po', alle 5:30 ci servono la colazione e poco dopo iniziamo la nostra discesa verso Entebbe, e dal finestrino si vede un grosso temporale all'orizzonte, che per fortuna, se ne va da qualche altra parte! Atterriamo quasi in orario, alle 7, sistemiamo la parte burocratica, con il primo visto del passaporto nuovo, controllo sanitario per le vaccinazioni Covid e Febbre Gialla, ritiriamo le nostre valigie (per fortuna ci sono tutte!) e siamo pronti ad incontrare il nostro autista! Per la verità si fa attendere un po', ma quando arriva, Robert ci porta verso il suo Toyota Hiace, un van con un po' di km, 4 ruote motrici e gomme rinforzate... tutto quello che serve per un viaggio in Uganda! Prima tappa, l'hotel che ci ospiterà questa notte... dopo quasi 24 ore di viaggio, puzziamo come capre e abbiamo urgentemente bisogno di una doccia! Decidiamo di ottimizzare i tempi e io e Sabrina, accompagnati da Robert, facciamo un salto a cambiare un po' di soldi (300€ = 1140000 Scellini, cambio più o meno costante a 3800 UGX x 1€) e a prendere una scheda Sim, che ci permetterà di restare in contatto con casa. Visto come guidano, meglio identificare bene le auto della scuola guida!!! Puliti e profumati, alle 10 partiamo in direzione delle Mabamba Swamp, la strada che facciamo prevede una traversata in ferry, che però a quest'ora è parecchio affollato. Nessun problema, tutto intorno c'è un animato e colorato mercato e ne approfittiamo per passare un paio d'ore a comprare acqua, frutta coloratissima, biscotti, a far ridere (e piangere) un po' di bimbi e soprattutto, a scattare foto! Nelle ultime 2 foto, due volatili un po' diversi tra loro... un Mig-29 che ci è passato più volte sulla testa e il primo degli innumerevoli kingfisher black and white, il martin pescatore! Quando completiamo la traversata, è ormai ora di pranzo e ci fermiamo allo Nkima Forest Lodge, dove facciamo il nostro primo incontro con una costante dei nostri pranzi/cene in giro... la zuppa! Questa volta è una zuppa al pomodoro, seguita dalla tilapia del Lago Vittoria, un'insalata cetrioli e zenzero e una versione light del coleslaw, senza maionese. Ma quando stiamo per ripartire, il nostro Aiace non ha nessuna voglia di avviarsi, ma niente panico, Robert fa un paio di telefonate e in pochi minuti arriva la guida delle Mabamba Swamp, con la sua auto, una toyota che ha visto tempi molto migliori, con tanto di tappeto peloso sul cruscotto e in pochi minuti siamo all'imbarco! La gita nelle Swamp è fantastica, si viaggia lentamente su una barca a motore tra i canali, vediamo tantissimi uccelli, soprattutto aironi, ma il più ricercato è lui, il Malachite Kingfisher! Questi sono soprannominati Jesus Bird, li avevamo visti, praticamente uguali, in Florida, qui abbiamo la possibilità di avvicinarci tantissimo! Ma il più ricercato del parco è lui... il becco a scarpa! Certo, avere un mocassino al posto del naso non lo rende l'uccello più bello e aggraziato del mondo, ma è fantastico, sembra quasi un animale preistorico. Ci fermiamo qualche minuto a guardarlo, ma poi il meteo decide per noi, c'è qualche tuono in lontananza, cominciamo a sentire qualche goccia e cominciamo a tornare verso l'approdo, passando ancora tra le ninfee e i papiri che caratterizzano questo parco. Ancora Kingfisher, non ci si stanca mai a fotografarli! Quando ci avviciniamo, eccolo lì, c'è Robert con Aiace! Il guasto è presto spiegato, c'era poco carburante e con il van parcheggiato in salita, la pompa non pescava... è bastato fare il pieno e siamo pronti per l'avventura! Purtroppo, quei pochi minuti di ritardo sulla partenza ci fanno perdere l'ultimo traghetto e siamo costretti a fare un lungo giro via terra, tra paesaggi stupendi e lunghi tratti sulle strade sterrate. Birra e cena ottime in hotel, ma siamo praticamente sfatti, alle 9 ci infiliamo a letto, faccio appena in tempo a scrivere gli appunti del giorno e ... RONF!
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  9. 5 gennaio 2023 - Jinja - Fort Murchison Ore 4:30: il gallo ha sbagliato fuso orario e comincia col suo chicchirichì! Ore 5:25: il muezzin attacca a cantare, era quasi meglio il gallo... Ore 5:50: Serji Tankian mi sveglia urlando nel mio orecchio il ritornello di Toxicity: Non poteva esserci sveglia più azzeccata!!! Sveglio Barbara con un po' più di dolcezza di quanta Serji abbia riservato a me e cominciamo a prepararci, doccia semifredda e via, a colazione, dove devo tostare il pane a forza, tenendo premuto il tasto del tostapane che non si blocca. Appena mi siedo, ci arriva un omelette, che stasera scoprirò essere una "spanish omelette"... Barbara e Sabrina rinunciano, ma io e Marco abbiamo gradito parecchio. Oggi ci aspetta tanta strada, con meta principale, lo Ziwa Rhino Sanctuary, a circa 3 ore da Jinja. Prima, attraversiamo tanti paesini, dove compro un po' delle spettacolari bananine al gusto di limone per la merenda e dove Robert si ferma in farmacia, si sente un po' di febbre e cerca qualche medicina... Approfittiamo della sosta pipì per scattare qualche foto: Questo ragazzo ci ha chiesto espressamente la foto, per vederla sul monitor della reflex e ci ha raccontato del suo lavoro... prepara sellini, copriserbatoio e altre decorazioni per le moto, onnipresenti qui intorno! Quando arriviamo a Ziwa, diamo un paio di brufen a Robert, sperando che migliori. Qui facciamo subito un breve briefing con Alfred, la nostra guida per oggi, un po' di raccomandazioni su come comportarci con i rinoceronti e iniziamo il nostro giro. Nel 2014, quando è venuta Barbara, c'erano 9 rinoceronti, introdotti dopo che sotto il regime di Idi Amin Dada erano stati sterminati. Ora ce ne sono 35, 6 dei quali in dolce attesa. Quando arriveranno a 50, 15 di loro verranno portati nei parchi nazionali e liberati in natura. Qui vivono in un'area protetta, ma sono liberi in un'area molto estesa, non sono nutriti proprio per abituarli alla vita fuori dal parco. Ci sono bastati pochi passi per incontrare il primo rinoceronte, poi altri 2 e addirittura una rinocerontessa con il suo piccolo di 4 mesi! Piccolo, si fa per dire!!! Scopriamo anche che il verso che sentiamo, una specie di pernacchia bassa, non è proprio un "verso", ma sono puzzette... potenti e sonore puzzette, con le quali i rinoceronti maschi si sfidano per avere il dominio sulle femmine... Potrei avere delle possibilità di diventare il re dei rinoceronti!!! 😂😂😂😂😂😂😂😂 Ci fermiamo a pranzo al ristorante del Rhino Sanctuary, per fortuna Robert sembra stare meglio e comincia a prendere un po' di confidenza, ci fa vedere le foto della sua famiglia e dei suoi bambini di 1 e 5 anni. Il pranzo è davvero ottimo, pollo biryani per Barbara e pollo fritto per me! Prima di ripartire, scopro che il bagno ha una delle migliori viste dal bagno mai trovate! E naturalmente, anche i segnaposto sono a tema!!! Come dicevo prima, oggi la strada è tanta, altre 3 ore verso Murchison Falls, sulla strada molestiamo dei babbuini, ridiamo della macchina che trasporta 5 umani e 2 maiali nel portabagagli, ci divertiamo ad osservare i piccoli e coloratissimi mercati, immancabili in ogni paesino che attraversiamo. In Africa non si butta niente... un sedile è sempre un sedile, anche senza macchina intorno! Quando arriviamo nelle vicinanze del parco, ecco le prime giraffe, lontanissime, sotto un albero. Cominciamo a vedere anche le prime gazzelle ai bordi della strada, sono tantissime e non ballano il tip tap, non sono molto interessanti! 😁 Ultima sorpresa del giorno, un branco di elefanti, almeno una ventina che si bagnano in un laghetto, insieme a qualche ippopotamo timido e ai babbuini... Dall'altro lato della strada, un gruppo di gazzelle, ma anche queste... non ballano il tiptap!!! La stanza del Fort Murchison è spettacolare e con una vista mozzafiato su un'ansa del Nilo Bianco. Il tramonto ci lascia letteralmente senza fiato e la luna piena da spettacolo dall'altro lato. Ottima anche la cena, domattina ci aspetta la sveglia molto presto!
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  10. Quando ho iniziato il diario del viaggio in Uganda nel 2014 mai avrei pensato di trovarmi, a neanche nove anni di distanza, a scriverne un altro … tantomeno di scriverlo a quattro mani con Pandathegreat, che all’epoca non avevo idea si sarebbe fatto incastrare così facilmente In questi nove anni l’Uganda è cambiata, io sono cambiata, il mio sguardo, la mia macchina fotografica, la mia vita intera sono cambiati tantissimo. Soprattutto è cambiata la compagnia: nel 2014 era “andrei anche con Lucifero in persona per non perdere questa occasione” mentre oggi è stato un viaggio scelto, con persone che ho scelto. Più o meno lo stesso itinerario, ma un viaggio completamente diverso, e se l’altra volta in Uganda avevo lasciato il cuore, questo giro ho capito che non me lo riprenderò mai. Grazie, Paolo, per avere avuto voglia di conoscere dal vivo quello che ti aveva “solo” incuriosito ed affascinato nei miei racconti, tornare con te è stato un regalo bellissimo ❤️ Mercoledì 4 gennaio 2023 Eravamo così cotti ieri sera che abbiamo dormito otto ore filate a dispetto del fuso, del letto sconosciuto, degli strilli di uccelli e animali misteriosi sulle nostre teste. Robert ci ha dato appuntamento alle otto per la partenza, quindi la colazione sarà alle sette e mezza, con tutta calma e tutto il tempo di fare una doccia e sistemarci: la stanchezza che ieri sera ci ha indotti a crollare ha anche cancellato le due ore di fuso, in Italia sono le cinque e mezza quando ci avviciniamo al tavolo, ma nessuno di noi quattro se ne accorge. Primo incontro con la fantastica frutta ugandese (ah, gli ananas ❤), pancake, uova MOLLE , caffè … siamo pronti con soli cinque minuti di ritardo e partiamo subito da Entebbe. Robert ha deciso di farci fare un giro panoramico per Kampala, il che mi sta benissimo visto che l’altra volta ci eravamo passati solo alle quattro del mattino poco dopo l’atterraggio. È più ricca, più caotica, trafficata e moderna di quanto ci aspettassimo, e apprezziamo gli ingorghi e i racconti di Robert mentre ci guardiamo intorno a occhi sgranati (gli altri più di me: pur viaggiatori compulsivi tutti quanti, Paolo è alla prima Uganda, i Balzi addirittura alla primissima Africa!) Ci dirigiamo poi a Jinja, dove arriviamo suppergiù all’ora di pranzo, e Robert ci porta per un pasto (non troppo ) veloce in un locale in apparenza abbastanza da ricchi, che infatti ci costerà ben 25 euro in cinque. I piatti arrivano a rate, il mio supposto tramezzino al formaggio si rivela un paninone ciccione con insalata, pomodori, cipolle e salse, oltre a quei dodici chili di patate fritte che di rado in Uganda ti fanno mancare, e giunge quando Paolo e Sabrina hanno già finito la loro broda di capra con un’intera risaia a fianco. Ma il piatto più bello è quello di Marco, che arriva penultimo: un pescione cattivo che lo guarda con aria truce, severa e giudicante, io non avrei mai avuto il coraggio di mangiarlo Nel frattempo la SIM ugandese ci tradisce, scopriremo che il ragazzo di Airtel ci ha caricato il traffico come voce anziché dati, così ci troviamo scollegati dal mondo. Poco male, il wifi si trova molto più facilmente che in passato, Marco e Sabrina funzionano e dopo il giro fino alle sorgenti del Nilo cercheremo un’altra Airtel, il nostro efficientissimo autista sa già dove portarci. E anche fosse ... la mia apprensiva mammona è in un posto dove le preoccupazioni non la possono più raggiungere, ormai ❤️ .... la mamma di Paolo è più zen di quanto la mia sia mai stata, i nani di mia sorella ci seguono, è vero, ma tanto hanno una copia del travelbook, non sarebbe un dramma stare senza internet per un po', l'altra volta mi era pure piaciuto. Scopriremo tra l'altro che il governo ugandese ha vietato i social e che i locali accedono a a Facebook tramite VPN. Paolo misteriosamente riesce a collegarsi e postare aggiornamenti quasi ogni giorno, io lascio perdere subito e non mi dispiace nemmeno. Raggiungiamo il punto di partenza delle crociere, dove ci aspetta il prode Brian, elegantissimo nella sua divisa e soprattutto i suoi mocassini di vernice lucidissimi, che mi fanno sentire ancora più sgraziata Ci accoglie con una breve conferenza sul Mahatma Gandi, le cui ceneri sono state sparse in parte proprio qui, alle sorgenti del Nilo, secondo la sua volontà, ci fa indossare gli scomodissimi giubbotti salvagente, ci aiuta a salire a bordo a dispetto della nostra incredibile agilità e … si parte. La crociera ci riserva un sacco di belle sorprese: tutti gli “if you are lucky, you can see …” pronosticati da Brian si trasformano in avvistamenti. O siamo davvero fortunati, oppure Brian è un gran venditore 😃 … ma ammetto di non ricordare tanta fauna, nella stessa occasione di nove anni fa. Cominciamo con una scimmietta, per proseguire con le lontre (!), una miriade di uccelli dai piumaggi più diversi e a volte pazzeschi, una lucertolona gigante e altre amenità. Ce la godiamo tra strilli di entusiasmo e rari momenti di silenzio e contemplazione, Paolo è tutto contento perché Brian dice che sulla sua barca si può fumare in cambio di una tangente in sigarette, così fuma anche lui Raggiungiamo la sorgente, un sobbollire improvviso in mezzo alle acque altrimenti placide e tranquille … la stessa emozione dell’altra volta nell’incontrare la madre del Fiume Madre. Il vetusto cartello che la indica non è più in mezzo alle acque come ricordavo: divelto da una piena, è stato spostato su una piattaforma che ospita anche una capanna dove sono in vendita i souvenir più cari delle galassie. Poco dopo il nostro arrivo la piattaforma si riempie di turisti, anche di colore (notevole cambiamento rispetto al 2014, ne vedremo diversi in giro per l’Uganda). Ce ne torniamo a riva soddisfatti, è stata una gita piacevolissima e per molti versi sorprendente. Prima di ripartire verso l’hotel che ci ospiterà stanotte facciamo un rapido giro nel piccolo souk che circonda l’imbarcadero a caccia dei primi souvenir. Paolo contratta all’ultimo sangue con una robusta e ridanciana signora che palesemente si diverte da matti, mentre i nostri amici, non ancora scafati come il mio pandone, pagano senza battere ciglio il primo prezzo richiesto, probabilmente più del doppio del dovuto, anche se sempre poco per i nostri standard. Stiamo tutti sognando doccia e riposo, siamo ancora stanchi e la giornata è stata intensa, i chilometri tanti … in hotel ci chiedono subito l’ordinazione per cena: meno male, penso, questo è il posto del READY WHEN READY di nove anni fa, quando avevamo aspettato quasi due ore per i nostri chicken wrap. Ci dicono che la cena sarà pronta per le sette e mezza e visto che è presto ci propongono una gita in barca con tramonto e scimmiette, sul ramo del Nilo che passa proprio qua sotto. Siamo stanchi, puzziamo, dobbiamo sistemare i bagagli … andiamoooooooo!!! Stavolta ci accompagna Simon, loquacissimo e simpaticissimo, che tifa per la Roma (maddai? casca male, qui ci sono due juventini 😃) e anche se non abbiamo il tramonto infuocato e spettacolare in cui speravamo la luce è bellissima e gli avvistamenti si sprecano. Simon ci racconta che negli anni bui della dittatura di Idi Amin Dada in queste grotte si rifugiavano per periodi lunghissimi i cittadini di origine indiana, ormai di terza o quarta generazione dato che le loro famiglie erano arrivate qui ai tempi della regina Vittoria, perché il sanguinario presidente voleva attuare una sorta di pulizia etnica rimandandoli a casa loro … casa che non avevano, visto che erano nati e vivevano in Uganda da decenni. E’ un capitolo terribile nella storia ugandese quello di Dada, otto anni che hanno fatto i disastri di otto secoli sotto tutti i punti di vista. Ingenui, affamati e felici torniamo in hotel e ci accomodiamo al tavolo della cena, la doccia la faremo domattina, vabbè, puzziamo ma la cena è in arrivo, andremo a nanna presto e via … via, come no Siamo gli unici clienti e abbiamo ordinato alle cinque, ma questo non impedisce ai nostri placidi ospiti di servirci alle nove e quaranta, quando ormai stiamo per mangiare il tavolo … e di portarci filetto di pesce, peraltro veramente buonissimo, al posto di quello di beef che avevamo ordinato. Paolo e Marco accennano un “ma noi …” ma vengono rapidamente riportati nei ranghi dalle affamatissime mogli, che gli intimano SILENZIO E MANGIARE! … ecco, l’Uganda è cambiata tantissimo, ma l’Eden Rock Hotel è rimasto fedelissimo a se stesso 😃 Il povero Robert, che viene servito mezz’ora dopo di noi, ci dice che è sempre così, lì, da sempre … di fatto non è una tappa consueta nel giro classico, sono stata io a voler portare Paolo alle sorgenti del Nilo, e tutti gli altri hotel del giro si riveleranno invece di ben altro livello e qualità. Se non altro siamo tutti e quattro di buon carattere, e nonostante la fame e la stanchezza riusciamo a scherzare fino all’ultimo boccone, commentando anche le porte dei rispettivi bagni in stanza: i Balzi sono un po’ preoccupati perché la loro non si chiude, io e Paolo non abbiamo questo problema visto che non abbiamo nemmeno la porta! Io e Sabrina coviamo un’idea meravigliosa e intelligentissima: purtroppo nessuna delle due ha portato da casa la protezione solare, la temperatura è spettacolare ma il sole è africano, domani compriamo un flacone … ci culleremo in questa illusione fino a quando l’indomani, nel traffico micidiale in uscita dalla città, mi guarderò intorno e realizzerò – dopo solo 48 ore e al secondo viaggio qui, sveja, eh? – che forse, ma solo forse, il latte solare potrebbe non essere uno degli articoli più richiesti, da ste parti Inossidabili nelle nostre speranze e nel nostro buonumore, dopo aver dato invano la caccia a un gatto che Paolo sostiene di aver visto in giardino, ce ne andiamo al nostro bungalow per una notte di meritato riposo nei rispettivi microlettini di cui è dotato l’hotel meno indovinato ma anche più divertente dell’intero viaggio.
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