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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 16/09/2024 in Risposte
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eccomi tornata da un altro bellissimo viaggio. Ha decisamente superato le mie aspettative, pensavo che non mi sarei più stupita per i paesaggi Usa e invece...😍 Considerazioni sparse: se dovete fare questo viaggio fatelo il prima possibile, una volta che non ci sarà più la generazione che gestisce le varie "attrazioni" (e vedendo l'età media non manca molto) non so quanti posti rimarranno aperti. Santa Fe mi ha deluso un pò, sarà perchè l'abbiamo trovata strapiena, c'era anche una festa in piazza e siamo scappati al Bandelier che non era in programma! Abbiamo percorso praticamente tutta la Route senza mai trovare traffico. Fondamentale secondo me l'app Route 66 navigation che fa percorrere la strada originale ove possibile, permette di navigare anche offline e segnala tutti i punti di interesse. Sphere molto bella, anche se mi aspettavo qualcosina di più però vale sicuramente la pena perchè è unica. Las Vegas è sempre Las Vegas 😍 Sorpresa inaspettata il Red Rock park vicino a Gallup, bellissimo ed eravamo da soli! non mi sono potuta godere il cibo come avrei voluto, non ho mangiato ne un pancake ne un french toast ne nessun altro tipo di dolce, in compenso mi sono consolata con taaanti margarita! se capitate ad Oklahoma city, tra l'altro molto carina, andate a cena da Cattlemen's Steakhouse, miglior bistecca mai mangiata!3 punti
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Se volete andare agli Universal per Harry Potter, secondo me fate di gran lunga meglio (e forse potreste spendere persino meno [emoji23]) ad organizzare un weekend a Londra e andare a vedere direttamente gli Studios lì! Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk2 punti
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Amore, guarda che puoi dirla la verità, eh? Più che "non grandi bevitori" la definizione corretta è "vecchie ciabatte" ... perché io da veneta il vino BUONO l'ho sempre apprezzato, ma ora che divento sempre più diversamente giovane lo reggo sempre meno, e Paolo non mi lascerebbe mai sola nel decadimento quindi non regge più neanche lui2 punti
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Il Bryce è uno dei pochi parchi in cui non esiste una location "impagabile", ma vale sempre la regola del non allontanarsi troppo. Tropic va benone, in un quarto d'ora scarso sei sul rim. P.s. Non dimenticare che il Bryce si trova intorno ai 2500 m, di notte farà freddino [emoji16] Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk1 punto
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Nel 2011 di Harry Potter c'era una sala con dei costumi ed alcuni oggetti di scena, non so se ci sia ancora.1 punto
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Monica lo stavo guardando proprio ora ed infatti era quello che vorremmo fare noi! Ci piangerà il cuore per HP però in effetti se ci perdiamo tutte le altre attrazioni a quel prezzo non vale la pena !1 punto
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Sono passati ben 13 anni quindi le mie sono impressioni datate, ma noi abbiamo visitato i Warner Bros Studios e ci è piaciuto tantissimo. Siamo andati proprio sui set, sia interni che ricostruzioni di strade ad esempio di NY. Molto interessante anche la parte dove ci fecero dare un'occhiata ai magazzini degli oggetti per i set (migliaia di telefoni, sedie, quadri, lampade....). Bonus: ci siamo seduti sul divano di Friends https://www.wbstudiotour.com/1 punto
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Sì in realtà tolta la parte di Harry potter le altre cose ci interessando relativamente.. in effetti vorrei fare quello che hai detto tu ma io non so che mi succede ma non sono più in grado di trovare informazioni basilari!! Rimandatemi a organizzare le città che sono più facili 😂😂😂🤦🏻♀️🤦🏻♀️1 punto
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Sì lo compri al primo parco e usi sempre quello1 punto
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Per due settimane c'è l'opzione a 30 € per 30 giorni con 15 GB. Per le mappe offline io uso Maps.Me o Organic Maps; le mappe dei singoli Stati ti conviene scaricarle prima di partire, sono circa un centinaio di MB per Stato. Poi aggiungo tutti i pin con le cose da vedere direttamente lì. Google Maps non lo uso offline perché lo trovo utile più che altro per le segnalazioni di traffico e chiusure in tempo reale (che quindi in offline non ci sono) Invece le tracce GPS di solito le scarico da AllTrails o Wikiloc, ma la maggior parte dei trail è già segnata nelle mappe che scarichi, basate su OpenStreetMap. Per i principali trail sono sufficienti anche le cartine che danno al Visitor Center e le indicazioni sul percorso, tranne qualche eccezione tipo il Primitive Trail del Devils Garden (omini di pietra molto piccoli) o il Corona Arch vicino Moab (frecce verdi sulle rocce un po' sbiadite). Non so però qual è il tuo giro di preciso, magari ti servono le tracce perché fai dei trail meno battuti.1 punto
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Presente!! Nel nostro viaggio del 2016 resterà l'imperituro rimpianto di non essere riusciti a passare da Lockart, vicino San Marcos, considerata da molti "The Texas Capital of BBQ". Ancora oggi quando ricordo Black's Barbecue (il principale erogatore di BBQ della contea) piango a dirotto1 punto
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Welcome back!!! Purtroppo immagino 😭 Anche noi avevamo trovato la piazza con l'Indian Market e non siamo riusciti ad apprezzare fino in fondo la città!1 punto
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La prima l'abbiamo finita al Kaziikini, la seconda è stata abbandonata non finita (ma mancava un bicchiere) a Kasane... Non siamo dei grandi bevitori!1 punto
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Bentornati! Aspettiamo il diario con i dettagli [emoji16] Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk1 punto
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Secondo me l’unico rischio di farla alle 16 ad essere ottimisti è di trovarla in ombra. Ad Agosto era un ombra un’ora e mezza prima del tramonto. Ovviamente non ho idea della posizione del sole a Ottobre [emoji1787] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk1 punto
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Bello sapere che parlare male dei francesi è uno sport praticato a tutte le latitudini [emoji16] Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk1 punto
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Capisco benissimo perché la notte sia stata bellissima.[emoji2956] Inviato dal mio 2201117TY utilizzando Tapatalk1 punto
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13 agosto 2024 (Ntwentwe Pan - Maun) Alle 3 Paolo si sveglia perché gli scappa la pipì. Ovviamente scappa anche a me, ma non sono capace di far la firma con la proboscide, io [emoji3166] Ma come, non avevate il bagno? certo che ce l'avevamo ... peccato fosse a mille miglia dalla nostra camera, indicato solo da due fiochissimi lumi di candela, come quelli che fanno da porta alla nostra stanza del resto, dentro due sacchettini di carta a proteggerli dal vento. Dopo un rapido conciliabolo ci troviamo d'accordo che fa troppo freddo per andarsene a zonzo, e che i nostri gatti definirebbero il pan intero né più né meno che un'immensa lettiera, e si sa che i gatti hanno sempre ragione: lasciamo una torcetta accesa sul letto per non perderci nel nulla, ci allontaniamo di qualche decina di metri e ... fatto il misfatto! Alle 4.40 Paolo si sveglia di nuovo - non che si dorma poi così saporitamente, qua al Polo Nord, eh - e va a fare un book fotografico ad Orione a testa in giù. Orione, non Paolo, nell'emisfero australe naturalmente funziona tutto al contrario Chi mai sarebbe così scema da seguirlo al freddo e nel buio pesto per fare due foto? Ecco, appunto Non siamo molto soddisfatti, del resto le foto in notturna per me sono le meno facili, e senza nessun riferimento a fare da punto focale, l'insieme perde molto. Di questa, che ho scattato nel 2018 in Namibia, sono per esempio decisamente più contenta: Vabbé, non si può avere sempre l'albero scenografico a disposizione, ci accontentiamo di avere questo cielo di velluto trapunto di diamanti a nostra intera disposizione e dopo aver riposto i cavalletti nella jeep, ci accorgiamo che raggiungerla è stato decisamente più facile che ritrovare i nostri lettini, visto che le candele si sono ormai del tutto consumate e che nel nero totale in cui siamo avvolti non è facile tenere una direzione ... ... in qualche modo ce la facciamo e torniamo sotto i piumini finché inizia ad albeggiare, e lì ci rendiamo conto che il non aver chiuso bene i sacchi a pelo come hanno fatto gli altri per tenerci poeticamente la manina non è essere romantici, è solo onesta e sanissima gnuccaggine Non la ricorderemo come la notte più calda del nostro matrimonio, ma è stata bellissima, e abbiamo gli occhi ancora pieni di tutte le stelle del firmamento. E di sabbia, sì Non per l'ultima volta mi ritrovo a provare un enorme senso di gratitudine per questo viaggio, che ci sta regalando così tanto. Mentre facciamo colazione, più o meno alle sei, il nostro autista e l'altro ragazzo addetto alla logistica vanno all'insediamento più vicino con la jeep (e le nostre macchine fotografiche e i nostri cavalletti, argh) perché la vetustissima macchina che porta i rifornimenti ha una gomma a terra e ci serve una pompa. Non contenta, una volta rigonfiata si rifiuta di partire e ai ragazzi tocca armeggiare un po' per convincerla ... noi ci ridiamo su, tapini inconsapevoli di cosa abbia in serbo per noi la Sphiggy per il prossimo futuro, finiamo con calma la colazione e finalmente ripartiamo per il Gweta Lodge, dove arriviamo verso le dieci, dopo aver rischiato una nuova perdita oltre alle lenti da sole: stavolta è l'accendino di Paolo che cerca di suicidarsi sepolto nella sabbia. Caffè al lodge, che quando tentiamo di pagare ci viene gentilmente offerto, constatazione che un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno eccetera quindi possiamo rinunciare alla doccia, per il momento, e partenza per Maun, il cuore del Delta. Ma prima, anche se ci porta fuori strada di qualche chilometro, andiamo a rendere omaggio all'attrazione locale: la pittoresca buffissima statuona all'hardvak, che presento resterà l'unico del viaggio. Ebbene sì, spoiler, l'oritteropo tanto sognato da Paolo in ciccia e pelo non lo vedremo neanche stavolta: tocca tornare in Africa! Ma almeno un selfie con lui ce l'abbiamo, doh! Lungo la strada incontriamo una quantità offensiva di elefanti, sento che a breve - come già a suo tempo in Namibia per le zebre - passeremo da "ooooohhh, un elefaaaaanteeeee" a "balla il tiptap? no? allora fa niente, procediamo" ... del resto il Botswana è il Paese dove vive il maggior numero di pachidermi in assoluto, e si dà da fare per non lasciarci dubbi in proposito. Uno struzzo che ci attraversa la strada! Una delle ricchezze del Botswana, oltre i diamanti, è senz'altro il bestiame. Abbiamo incontrato un'infinità di mandrie, tutte tenute benissimo, dall'aria sana e florida nonostante la siccità che imperversa ... purtroppo ogni tanto qualche capo entra a far parte del cerchio della vita prima del tempo, come questo vitellino che ora si dedica a sfamare un gruppo di avvoltoi litigiosi come non mi sarei mai aspettata. E' uno spettacolo raccapricciante, ma non nego che ha un certo fascino macabro. Maun non è come ce la aspettavamo dopo essere stati a Palapye, altra cittadina di discrete dimensioni: c'è un sacco di traffico, e pur essendo molto moderna è decisamente più Africa, sgarrupata e caotica. Siamo nel cuore del Delta, ora si comincia a fare sul serio, molto sul serio, e mentre io cerco di non pensare all'elicottero che ci aspetta domani ci fermiamo a mangiare (benissimo) al Dusty Donkey, in allegra e copiosa compagnia. Paolo si trova finalmente l'agognato kudu nel piatto, sotto forma di hamburger, io che temo - sbagliando - penuria di verdura nei prossimi giorni prendo un delizioso piattone vegetariano che fatico a finire. Passiamo la prima parte del pomeriggio dedicandoci a un paio di tappe infruttuose alla ricerca di copriocchialidasole per Paolo e del pass per i parchi che visiteremo nei prossimi giorni, ci avevano detto che a Maun è possibile acquistarlo pagando con carta di credito (non abbiamo ancora capito, anche se siamo qui da tre giorni, che con la carta di credito ci puoi pagare davvero tutto dappertutto, anche gli ingressi ai parchi che le guide proclamano solo in contanti) ma veniamo rimbalzati fino a scoprire che oggi è giorno semifestivo e nel pomeriggio lo sportello che ci serve è chiuso. Per finire ci dedichiamo al supermercato dove compriamo ogni genere di porcherie inutili e ci dimentichiamo clamorosamente dell'acqua ... una cosa ce dovevamo ricordà, una! Finalmente andiamo al B&B, che è una favola, immerso nel giardino creato dalla nonna di Sarah, la proprietaria, 55 anni fa. Abbiamo prenotato, come ultima disponibilità, la tenda lusso a bordo fiume, Sarah ci propone senza sovrapprezzo uno dei due bungalow in muratura per cui ha avuto una disdetta ma dopo aver visto la tenda ce ne siamo innamorati e decliniamo, preferendo tenerci la vista stupenda e lo charme di questa sistemazione. La mamma di Sarah, una signora bellissima dall'eleganza innata che ha voglia di chiacchierare (e con l'occasione, di parlar male dei francesi ), ci porta il sacchetto con la colazione perché domattina usciremo alle sei, in frigo abbiamo trovato latte e succhi di frutta, c'è il bollitore con the, caffè e tisane in abbondanza e ce la caveremo egregiamente. Usciamo dal retro del giardino, che dà proprio sul fiume - finalmente sta arrivando l'acqua dall'Angola, domani sera ci renderemo conto che il livello si sta già alzando - per fare qualche foto, ma tra moscerini e allarme coccodrilli decidiamo che è più saggio rientrare velocemente. A un'ora da ospizio, certamente non adatta a noi quando siamo a Roma, andiamo a cena alla Okavango Craft Brewery, e per for onore al nome ci prendiamo un flyer di ottime birre locali, oltre al pollo (fritto) all'halloumi (fritto) e all'insalata (fritt ... ah, no). Pur se friggono con un po' troppo entusiasmo per i miei gusti anche qui, si mangia decisamente meglio che in USA, si spende un quinto e ci sono anche gli elefanti: io di dubbi su dove trasferirmi proprio non ne ho, sono anche sorda e l'inferno di concerto che tengono proprio sotto la nostra tenda tutti i rospi del Botswana non mi tange neanche un po'1 punto