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  1. Venerdì 15 giugno 2024 Oggi lasciamo il Grootberg e il Damaraland per arrivare finalmente all'Etosha e le aspettative sono altissime. Abbiamo deciso di spendere quattro notti all'interno del parco, le prime due ad Okaukuejo, una ad Halali e infine una a Namutoni. Entreremo quindi dall'Anderson Gate e usciremo dal Von Lindequist Gate a est. La strategia è quella di "coprire" più area possibile di parco ma, con più tempo a disposizione, sarebbe stato possibile dedicare una giornata o due anche alla porzione più occidentale e remota (Dolomite/Olifantrus). In ogni caso, oggi dobbiamo percorrere ben 320 km fino al gate di ingresso ma per fortuna la C40, a partire dalla cittadina di Kamanjab, diventa una comoda seppur lunga strada asfaltata. Facciamo quindi una abbondante colazione e, dopo un ultimo sguardo commosso alla stupenda Klip River Valley dalla terrazza del Grootberg - come sempre spero sia un arrivederci e non un addio, salutiamo questo magnifico lodge e, verso le 8:30, siamo pronte a metterci in auto, dopo esserci fatte scarrozzare giù per la famigerata mulattiera per l'ultima volta dalla navetta. Troviamo la strada in discrete condizioni e arriviamo scorrevolmente a Kamanjab dove però decidiamo di tirare dritto fino all'incrocio con la C38. Invece di dirigerci subito a nord verso l'ingresso del parco, svoltiamo a sud per fare un pit-stop a Outjo a una manciata di chilometri di distanza. Outjo è una cittadina piuttosto grande se confrontata con gli altri centri abitati visti sinora ed è possibile fare ottimi rifornimenti prima di entrare all'Etosha. Dal momento che è risaputo che gli store all'interno dei Rest Camp non offrono moltissimo, ne approfittiamo per fermarci allo Spar locale, particolarmente fornito, per acquistare cibo e bevande per i prossimi pranzi e aperitivi. Uscite dal supermarket si è fatta, per l'appunto, quasi ora di pranzo e decidiamo quindi di fermarci alla Outjo Bakkery dove gustiamo con calma delle ottime quiche. Facciamo infine un rabbocco al vicino distributore e siamo pronte per dirigerci verso il mitico Anderson Gate dove arriviamo alle 13:30 spaccate. L'Etosha National Park non ha bisogno di presentazioni: è il parco nazionale più famoso del Paese e uno dei gioielli di tutta l'Africa australe. E' di fatto più grande del Kruger National Park ma ben 5.000 dei suoi totali 22.000 kmq sono occupato dal pan - una gigantesca distesa di deserto salino da cui il parco prende il nome: "Etosha" in lingua Ndonga significa, infatti, "il grande luogo bianco". Per fare un analogia con il Kruger, che ho visitato nelle zone meridionali e centrali, ha una rete molto meno capillare di strade e sono anche molti meno i rest camp e le aree di sosta; la caratteristica principale e suo punto di forza è però data dalla presenza significativa di sorgenti d'acqua - sia naturali sia artificiali - che, sparse per il parco, costituiscono un vantaggio negli avvistamenti. Non fraintendetemi, in safari, soprattutto se self drive, è tutta questione di tempismo, pazienza e fortuna ma la presenza di risorse d'acqua così ben segnalate sulla mappa costituisce un notevole aiuto per tutti gli appassionati. Avendo tempo sufficiente, la migliore strategia è infatti quella di appostarsi ad una pozza e...pazientare, sicuri che gli animali verranno da sè. Ovviamente ci sono pozze statisticamente più interessanti e fortunate di altre, in tal senso un eccellente aiuto in fase di programmazione per me è stato il manuale "The Photographers Guide to Etosha National Park", purtroppo acquistabile solo in formato digitale, che offre una panoramica dettagliatissima su ciascuna pozza e sulle strade del parco, disegnando degli itinerari "ideali". Tornando a noi: siamo finalmente ai cancelli del parco. C'è una coda di pochissime macchine, arriva il nostro turno e scendo dall'auto per compilare i moduli nel gabbiotto dei ranger lasciando i dati della macchina e indicazioni dei giorni di ingresso e uscita. Sono emozionata! Riprendiamo la guida e facciamo subito una deviazione alla pozza di Ombika, che troviamo praticamente asciutta, anche se frequentata dagli ungulati che vedremo con più frequenza: orici, zebre, nyala e springbok. In poco tempo raggiungiamo l'Okaukuejo Rest Camp dove facciamo subito il check-in e prendiamo possesso della nostra room: la posizione di queste sistemazioni economiche non è certo il massimo dal momento che siamo vicine alla strada ma la stanza è grande e confortevole, sicuramente meglio di quanto ci aspettassimo. Giusto il tempo di scaricare i bagagli e ripartiamo ad esplorare. Prendiamo la strada principale verso Halali, che troviamo - purtroppo - in pessime condizioni: ci sono corrugazioni pazzesche e il fatto di andare piano per lasciare il tempo agli avvistamenti aumenta notevolmente le vibrazioni. Vediamo tanti struzzi e piccoli gruppi di gnu e un dik-dik ma in questi primi momenti è il paesaggio che stupisce: c'è una strana luce che rende i colori quasi solidi, la linea dell'orizzonte è netta come un taglio tra la savana arida a perdita d'occhio e questo cielo reso plumbeo dalla polvere e dal caldo torrido del pomeriggio. Arriviamo fino alla pozza di Ondongab, affacciata sul pan, che troviamo asciutta per poi rientrare verso Okaukuejo percorrendo alcune strade secondarie che passano leggermente all'interno. Ed è qui che facciamo l'Avvistamento della giornata con la A maiuscola: un giovane leone maschio sul "kill" una malcapitata zebra. Lo troviamo letteralmente sdraiato sulla preda a meno cinque metri da noi, di spalle alla strada quasi a proteggerla da occhi indiscreti; uno sciacallino timido ma risoluto gli gira attorno, sperando di poter racimolare qualche avanzo. Ad un certo punto il leone si alza di scatto infastidito, lo sciacallo sparisce in quattro salti e lui torna a risedersi tranquillo sul pasto. L'emozione è alle stelle, questo è davvero un fantastico avvistamento. Stiamo li per molto tempo, mentre vanno e vengono altre auto, e il leone resta praticamente immobile. Io spero di avvistare il resto del branco perché sicuramente non è solo, anzi potrebbe trattarsi di una coppia "in luna di miele" che ha cacciato insieme, ma purtroppo non abbiamo fortuna. Il tempo passa e noi dobbiamo rientrare: riprendiamo la strada fino a sbucare a Gemsbokvlakte dove osserviamo una elegantissima giraffa che si sta dirigendo proprio là per l'abbeverata del tramonto. Proseguiamo oltre e arriviamo nei pressi di Nebrownii, che avevamo trovato vuota all'andata: ora ci sono alcuni elefanti davvero enormi intenti a farsi i famosissimi "bagni" di fango e polvere per proteggersi dai raggi UV. Il colore biancastro che acquisiscono dopo essersi cosparsi della caratteristica terra chiara che contraddistingue quest'area ha fatto guadagnare loro l'appellativo di "ghost elephants of Etosha". Maestosi! Decisamente soddisfatte di questo primo pomeriggio di safari, torniamo ad Okaukuejo per rinfrescarci e riposarci un po': in fin dei conti è stata una giornata piuttosto piena e siamo cotte! Con il sole ormai tramontato, prima di recarci al ristorante facciamo un salto alla waterhole dove troviamo "i soliti sospetti": i rhinos! Siamo infatti habituè della Okaukuejo Waterhole che monitoriamo ormai da alcuni mesi grazie al live stream su Youtube della NWR e abbiamo scoperto che in questo periodo l'avvistamento notturno è pressoché garantito e infatti eccoli li, che condividono la preziosa risorsa con alcune giraffe - apparentemente le sole, insieme agli elefanti, a tollerare la loro burrascosa presenza. Andiamo a cena e riusciamo a stento a sederci nell'unico tavolo libero all'interno del ristorante, rimasto un po' spoglio perchè la stragrande maggioranza dei tavoli è stata spostata fuori e tutti mangiano a lume di candela e al freschetto. Capiamo che bisognava "prenotare" in anticipo indicando numero della camera e orario di arrivo: domani non ci faremo cogliere impreparate. Facciamo una cena veloce a base di carne e verdure, piuttosto scarsa a livello di qualità, e poi torniamo alla pozza dove ci godiamo dal vivo un incontro di "sparring" tra alcuni rinoceronti neri che sbuffano, alzano polvere, bisbocciano a tutto spiano quasi fossero degli "attori" pagati per intrattenere noi umani curiosi. Non sembra vero di essere finalmente qui!
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  2. Ok, perfetto, immaginavo. Grazie mille Inviato dal mio Pixel 6a utilizzando Tapatalk
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  3. Pensavo a te e al tuo recente diario quando ho scritto "non sono affatto convinto che alla fine, considerato il viaggio nella sua interezza, ti costi meno che dormire direttamente dentro Yellowstone" Ciò non toglie che sia una cattiveria
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  4. Secondo me con questa stima sei stato parecchio ottimista: io sono reduce da un recente OTR in camper e di benzina ho speso all'incirca il quadruplo di quello che avrei speso in auto, a fronte di un consumo medio di 5km/l. Magari ci sono altri camper che consumano un po' meno (il nostro era un truck camper 4x4), ma dubito che tu possa stare agevolmente sotto i 10km/l, io rifarei i conti tenendomi un po' più larga con le stime.
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  5. Ti capisco perfettamente, ci sono così tanti posti nuovi da visitare che prima di tornare dove si è già stati uno ci pensa bene. Purtroppo senza sapere dove sei già stato è difficile consigliarti. Poi ci sono di mezzo anche i gusti personali: a me la Real America non mi ha mai convinto fino in fondo... UT12, Canyon de Chelly, Sedona, i Vermilion Cliffs (tralasciando quello che hai scritto di aver già visto) messi a confronto con cosa? Devils Tower (e sono un fan di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" ), Badlands o le quattro teste scolpite sul Mount Rushmore (che trovo di pessimo gusto, ennesimo triste esempio di antropocentrismo)? No no, me ne resto a sud
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  6. Io tornerei volentieri pure a MV, GC e Bryce E comunque hai tante alternative: Bryce lo puoi sostituire con una fermata a Escalante per percorrere l'Hole in the Rock Trail o con una notte in più a Moab Al posto di MV puoi andare a Canyon de Chelly o aggiungere una notte extra a Page Da Page puoi andare a Sedona e passarci un paio di giorni Piuttosto a giugno fermerei subito i pernotti dentro Yellowstone e a Jackson Hole, chiaramente solo soluzioni cancellabili gratuitamente
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  7. Ciao, io ho fatto un loop da Denver di più o meno la stessa durata, non ho inserito Moab perchè già visitata in precedenza, buttaci uno sguardo perchè secodo me la prima parte è abbastanza collaudata da un po' tutti qui sul forum quindi Badlands, Black Hills, Devils Tower, Yellowstone e Grand Teton, poi da lì puoi variare a tuo piacimento il ritorno. La scelta del camper ultimamente non è sicuramente economica però offre i vantaggi di cui parli, alla fine se vuoi dormire nel parco le tempistiche di prenotazione degli hotel sono le stesse quindi tanto vale. Ti linko il diario e per qualsiasi cosa chiedi pure:
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  8. Canyon è, logisticamente, il pernottamento più comodo per visitare Yellowstone, considerando che le zone di maggior interesse sono più o meno intorno e a sud della "cintura" centrale del parco: per lo stesso motivo, secondo me, West Yellowstone è un po' meglio di Mammoth come base. Se hai qualche giorno in più io uno lo aggiungerei alla zona est del Glacier, Babb o, ancora meglio, Many Glacier. Non sottovalutare una sosta al Waterton, andando o tornando, è molto suggestivo.
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  9. Non posso che concordare, spesso il viaggio conta più della meta.
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