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  1. @al3cs sono gattoni dolcissimi... o quasi!
    2 punti
  2. Venerdì 9 giugno 2023 Se è vero che uno dei "minus" di programmare un viaggio nell'emisfero australe a Giugno è quello di capitare nel mese con meno ore di luce, uno dei "plus" è sicuramente quello di godersi l'alba alle 7:30 di mattina risparmiando così diverse alzatacce! La sveglia suona, infatti, alle più che umane 6:30, ci vestiamo e andiamo a fare colazione. Niente terrazza stamattina, le temperature di notte non scherzano qui nel Namib e siamo ben contente di sederci all'interno. Per il cibo tocca però fare lo sforzo di uscire: le isole su cui ieri sera si cucinava carne e pesce alla griglia stamattina sfornano uova, bacon e deliziosi pancakes! Dopo un'abbondante e gustosa colazione, prendiamo la macchina e ci dirigiamo ai vicinissimi cancelli del Namib-Naukluft National Park che hanno da poco aperto. Sono circa le 7:20 di mattina e la coda di macchine rapidamente si dirada. Noi entriamo come 29esima vettura: occorre tenere a mente questo numero per comunicarlo una volta che si esce dal parco e si paga la fee (150,00 NAD a persona + 50,00 NAD per veicolo). I gate di ingresso sono infatti due: il primo, più esterno, segna il confine del parco, apre all'alba e chiude al tramonto. Quello interno, invece, segue orari un po' più laschi e permette a chi alloggia all'interno - i più pernottano al campeggio - di battere tutta la concorrenza sul tempo e assistere all'alba dalle dune. C'è da dire che, comunque, prima di raggiungere la Duna 45, una delle più gettonate per il levar del sole, occorre percorrere, appunto, 45 km. I limiti di velocità sono bassi, se ben ricordo 60km/h; è vero che la maggior parte della gente purtroppo se ne frega ma occorre comunque considerare un po' di tempo prima di arrivarci. La strada comunque è magnifica e scenografica, il paesaggio non ha veramente eguali: sembra di essere catapultati letteralmente in un altro pianeta, a metà tra Luna e Marte. All'inizio gli spazi sono ampi e la strada costeggia il Canyon di Sesriem per poi farsi sempre più stretti man mano che ci si avvicina al "cuore" della zona di Sossusvlei. Arriviamo, dopo alcune soste, alla Duna 45 dove vediamo un nutrito gruppo di scalatori che si sta già cimentando sui suoi 80 metri di altezza. Ci fermiamo per scattare qualche fotografia. La luce è perfetta e a quest'ora disegna un affascinante contrasto tra il lato in ombra e quello al sole. Proseguiamo e arriviamo con gli occhi colmi di meraviglia al parcheggio 2x4 dopo altri 20 km. Da qui partono i finali 5 km di pista sabbiosa fino a Deadvlei. Lasciata da parte ogni ambizione di guida 4x4 propriamente detta, facciamo prontamente segno al personale NWR della prima navetta disponibile di aspettarci. Alla modica cifra di 180,00 NAD a testa A/R siamo ben felici di farci trasportare e... di goderci il freddo pungente a bordo! Le temperature sono veramente basse e abbiamo addirittura indossato i cappellini di lana! In men che non si dica arriviamo al parcheggio 4x4. Da qui la piana di Deadvlei è sapientemente celata da Madre Natura in modo tale da mantenere l'effetto sorpresa. Noi però, come al solito, ce la dobbiamo guadagnare e, invece di guardare in basso, puntiamo in alto davanti a noi. E lei è lì... Big Daddy, la duna più alta dell'area di Sossusvlei nei suoi trecentoventiepassa metri. Qualche foto e partiamo, incamminandoci sul lato sinistro rispetto a Deadvlei. Le dune si scalano dalla cresta quindi noi partiamo proprio da dove attacca a terra e seguiamo fedelmente le impronte di chi ci ha preceduto. Per fortuna il caldo è contenuto e la sabbia, soprattutto, è ancora compatta dalle temperature della notte precedente. Mentre saliamo siamo comunque costrette a toglierci un po' di strati anche perché, man mano che passano i minuti, il sole viene su bello gagliardo. Dopo un tratto particolarmente faticoso perché siamo costrette ad abbandonare la cresta e a tagliarla in parte in diagonale, attacchiamo l'ultimo tratto di salita. Arrivate in cima la soddisfazione è enorme e lo stupore per il panorama in cui siamo immerse ancora maggiore. E' solo riguardando le fotografie che ci si rende conto del posto assurdo che è il deserto del Namib, quando si è là circondati da quel mare arancione si è letteralmente inebetiti da tanta bellezza che quasi non si riesce a concepirla. Dopo qualche decina di minuti di meritato riposo e contemplazione, scendiamo dal fianco di Big Daddy direttamente verso la piana di Deadvlei sottostante, sprofondando divertite con la sabbia fino al polpaccio. Una volta a terra, svuotiamo le scarpe e le calze da diversi chili di sabbia, mangiamo una barretta e qualche biscotto e ci incamminiamo verso il pan di un bianco abbagliante. In pochi minuti siamo al cospetto degli iconici alberi di acacia, sentinelle vecchie di centinaia di anni, guardiani di una valle incantata che sembra uscita dall'immaginazione di un pittore. Le foto naturalmente si sprecano. Decidiamo di tornare quando ormai pensiamo di avere fotografato ogni singola acacia e quando ormai i raggi del sole si fanno insopportabili. Il cammino sul falsopiano verso il parcheggio 4x4 è quasi più faticoso con queste temperature della scalata a Big Daddy qualche ora prima. Attendiamo la prima navetta NWR e ci facciamo dare uno strappo al vicino Sossusvlei, un pan più piccolo nonostante dia di fatto il nome all'intera area, sovrastato dalla duna "gemella" Big Mama. Qui ci tratteniamo appena una mezz'oretta giusto il tempo di scattare qualche fotografia. La navetta ci riconduce, infine, al parcheggio 2x4 dove troviamo la nostra Hilux che, d'ora in poi verrà soprannominata "Big Sister". Facciamo un pic-nic sotto un albero di acacia e una piccola siesta. Percorriamo infine a ritroso i 65 km fino all'ingresso del parco, fermandoci unicamente davanti alla duna 45 che perl con la luce del pomeriggio ha molto meno fascino rispetto alla mattina. Stanche e appagate usciamo dal parco alle 15:00 circa. Facciamo una velocissima deviazione al Sesriem Canyon che però non ci colpisce affatto, forse anche a causa dei pochi ma davvero molto accidentati km che dobbiamo percorrere per raggiungerlo. Spendiamo le ultime ore che ci separano dalla nostra seconda cena al Lodge, godendoci la vista dalla nostra camera e un altro indimenticabile tramonto con alcuni springbok ed uno sciacallino che vengono a farci visita.
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