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Noi non siamo riusciti ad andare a La Jolla proprio a causa del traffico infernale fra Los Angeles e San Diego. Siamo arrivati a San Diego dopo il tramonto. Inviato dal mio SM-A705FN utilizzando Tapatalk1 punto
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DOMENICA 18 AGOSTO - PARTE 2 Quando arriviamo al parcheggio la navetta è appena arrivata e le persone stanno aspettando in fila. Salgono tutti ma, quando arriva il nostro turno, l’autista ci dice che sono pieni. Le navette ufficiali infatti non sono trattori e possono trasportare un numero limitato di persone. Ovviamente questo numero limitato include tutti tranne noi. Ovvio no?! Bene, mettiamoci l'anima in pace, dovremo aspettare la prossima. O forse no? Siamo gli unici ad essere rimasti a terra ed è per questo che un altro autista, quando ci vede li in attesa, decide di farci un favore e non farci aspettare la navetta successiva. “Guys state aspettando la navetta?” “Si certo, l’altra è appena andata via” “Seguitemi e salite con me, ci sono due posti in più sulla mia.” Ma che colpo di fortuna!! Lo seguiamo e, quando vediamo qual è la sua navetta, per poco non ci rotoliamo a terra per le risate. Eccoci ragazzi, salite con noi!! Chi indovina dove?! L'autista ci sta indicando un trattore... lo stesso in cui c'è la comitiva tedesca di prima. La scena ha dell’incredibile e noi siamo piegati in due dalle risate . Saliamo a bordo e, nemmeno stavolta, nessuno sembra far caso a noi ed anzi ci salutano in tedesco. “Giò, sei sicura di non aver origini tedesche? Non è possibile che ti scambino sempre per una di loro.” Il trattore ben presto parte ma ci accorgiamo che non sta andando nella direzione giusta, quella che porta al parcheggio, ma esattamente nella direzione opposta. Dove andremo a finire? La guida inizia a parlare, probabilmente spiegando dove siamo diretti, ma noi non capiamo una parola e quando tutti ridono fragorosamente ad una battuta della guida facciamo finta di capire e ridiamo anche noi. Superiamo un sacco di persone che stanno andando nella nostra direzione a piedi, vuoi vedere che c’è qualcosa da vedere? Scopriremo poi che questo posto è niente meno che Sossusvlei, da cui prendono il nome proprio le dune di Sossusvlei. Impossibile arrivare qui in auto, l’unico mezzo sono le gambe oppure il nostro trattore. Che gran colpo di fortuna!! Facciamo inversione tornando al parcheggio delle navette ripassando per gli stessi posti meravigliosi di prima, siamo circondati dalle dune e lo scenario è meraviglioso. Il mio pensiero in questo momento però è soltanto uno, riuscire a fare una foto decente senza cadere in braccio alla tedesca alta 2 e metri e mezzo seduta di fianco a me, credo che non finirebbe bene se inizia ad insultarmi in tedesco Missione compiuta!! Arriviamo a destinazione e, visto che stavolta non siamo clandestini, salutiamo tutti e diamo una piccola mancia all’autista. Quanto ci siamo divertiti?! Siamo felici come due bambini ma lo stomaco brontola visto che è quasi l’una quindi decidiamo di tornare al campeggio dei poveri e provare il loro ristorante. Ci sediamo ed ordiniamo una bottiglia d’acqua frizzante e due semplici toast.Passano dieci minuti, poi mezz’ora, poi 45 minuti… ma dov’è finito il nostro cibo? “Peruz forse è meglio se chiamiamo la cameriera…” “Si meglio, qual’era?” “Quella li!” “Quale Giò?!” “Quella con i blu Pants!!" Luca scoppia a ridere, che ho detto di strano ? Lo guardo confusa ma lui non smette di ridere. “Adesso glielo chiedo!!” “Cos’è che gli chiedi?” “Se ha le mutande blu!!” Per poco non mi strozzo con l’acqua, ha ragione, ho detto la cameriera con le mutande blu!! Per fortuna, mentre siamo li intendi a ridere, arriva la cameriera con le mutande blu a portarci il cibo. Un’ora di attesa per due toast…servizio impeccabile direi. Vabbè, noi oggi fretta non ne abbiamo quindi va benissimo cosi’, ci gustiamo i nostri toast e alle 3.30 usciamo dal ristorante, pronti ad andare a vedere il Sessriem Canyon. Scendiamo dalla macchina ed il caldo è incredibile. “Visto Giò che ho fatto bene a vestirmi tutto di bianco?” “Si si Luca, sei un bellissimo gelataio!!” Partiamo in esplorazione e restiamo estasiati, a me questo Canyon è piaciuto proprio tanto e secondo me non ha nulla da invidiare a quelli americani. Vabbè, magari non sarà l’Antelope Canyon, ma è davvero bello e per me è da inserire assolutamente se si viene qui. Torniamo al camper e facciamo amicizia con un signore di Brescia che viene a chiederci se può rubare un po’ di ombra dal nostro camper. Chi è, Luca da vecchio? Iniziamo a chiacchierare e ci racconta che lui è qui con un gruppo di amici, sono un gruppo privato, hanno preso una guida tutta per loro e alloggiano nei resort migliori, compreso il paradisiaco Sossusvlei lodge. La moglie anno dopo anno sceglie dove andare, quali tappe fare e lui deve solo presentarsi e preoccuparsi di pagare. Restiamo a parlare con lui per un bel po’, finchè la moglie torna a riprenderselo. Rinfrancati dalla lunga pausa facciamo ritorno alla nostra piazzola ma subito ci accorgiamo che è occupata abusivamente, ci sono sdrai e cellulari in carica. Parcheggiamo e, mentre ci guardiamo intorno, arrivano un paio di ragazzi italiani che si scusano e ci chiedono se possiamo fargli il favore di tenere i loro cellulari in carica. Sono i ragazzi di avventure nel mondo che ci spiegano del loro grosso disguido: sarebbero dovuti partire nel pomeriggio ma, a causa di una rottura del camion, sono bloccati qui e dovranno passare la notte con le loro tende in mezzo alla strada del campeggio. Non ci sono piazzole libere quindi quella è l’unica soluzione. Che sfiga poverini! Ovviamente gli offriamo tutto l’aiuto possibile e li salutiamo, è arrivata l’ora di farci la doccia, probabilmente puzziamo come due capre. “Giò, io ho deciso che me la faccio in camper, le doccie comuni anche no!!” “Ma dai Peruz, che hanno di strano? Doccie comuni sono, siamo in un campeggio!!” E per fortuna che sono quella delicata che odia il campeggio!! Ed è così che io vado a farmi la doccia in quelle comuni mentre lui decide di farsela in camper. Vi lascio immaginare quando sia comodo per uno di 1 metro e 90 lavarsi nella doccia microscopica di un camper. Come sempre io sono molto più veloce di lui quindi esco, mi vesto e mi siedo fuori all’ombra a leggere un bel libro. Il nostro camper è vicino ai bagni e, finchè sono li intenta a leggere, capisco quanto sono stata fortunata ad essere tra le prime della giornata a fare la doccia. Tutte le donne che escono dopo di me si lamentano dell’acqua gelida, e giuro che non l’ho finita io, è colpa del campeggio dei poveri!! Lavati e profumati ci dirigiamo a piedi verso il nostro amato sossusvlei lodge, oggi non andiamo a vedere il tramonto ma a fare aperitivo. Facciamo un giro nel negozio di souvenir, usiamo un po’ il wifi che manco a dirlo qui funziona benissimo. Due birre e una location che sembra uscita direttamente da un sogno, siamo in paradiso. E’ ora di cena e, come la sera prima, ci serviamo al buffet. Stasera siamo tra i primi quindi, anche nell’isola antipasti, c’è ogni ben di dio. Mangiamo fino a scoppiare e, tornando a piedi al campeggio, alziamo gli occhi al cielo. Ma quante stelle ci sono? Ok, forse non mi sono innamorata dell’Africa ma adesso, ripensando a questa giornata, non riesco a non avere gli occhi a cuoricino.1 punto
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GG9 - 26/08 Cape Town – Boulders Beach Penguin Colony – Cape point - Capo di buona speranza – Cape Town Stamattina la sveglia suona presto, il programma di oggi è serratissimo, prevede la visita a due delle zone del Sudafrica che ci rimarranno più impresse: la colonia di pinguini e Cape point. Studiando il percorso da casa avevamo individuato alcune spiagge da vedere lungo la strada e alcune strade panoramiche da percorrere (purtroppo la giornata di oggi sarà nuvolosa e il sole si vedrà solo a sprazzi ). Il nostro primo obiettivo è Hout Bay, un paese che affaccia su una bellissima laguna con un’altrettanto affascinante spiaggia. Parcheggiamo e ci dirigiamo verso il mare a caccia di leoni marini. Avevamo letto che nella zona era facile vederli ma purtroppo non siamo fortunati e ne vediamo uno in lontananza mentre nuota in acqua e uno spiaggiato nella zona del porto che però capiamo essere sfruttato come attrazione con relativo personaggio che chiede soldi per fotografarlo. Fatto un giro per il porto e una passeggiata sulla spiaggia, sicuramente più bella con un tempo più soleggiato, decidiamo di ripartire in direzione Noordhoek beach percorrendo la scenografica Chapman's Peak Drive, una scenica strada panoramica che costeggia l’oceano. Paghiamo il pedaggio e iniziamo il nostro percorso fermandoci ogni tre per due per scattare foto al paesaggio. Hout Bay dall'alto Chapman's Peak Drive Dopo una mezz’oretta arriviamo a Noordhoek beach, avevamo segnato questa spiaggia come degna di nota per la sua lunghezza e per la bellissima sabbia bianca. Anche in questo caso il tempo non è nostro amico e, dopo aver camminato qualche metro, decidiamo di tornare alla macchina a causa del forte vento. Percorrendola, anche se per poco, si nota ancora una volta come cambia il paesaggio in Sudafrica, sembra di essere da tutt’altra parte con queste case che sbucano direttamente sul mare. Incontriamo qualche residente che porta a spasso il cane e ci chiediamo come dev’essere bello e affollato questo posto durante la loro estate (sia mai che prima o poi torneremo!). Ripresa la macchina iniziamo ad essere sempre più impazienti di arrivare a Boulders Beach, un’area nei pressi di Simon’s Town dove risiede una delle più grandi colonie di pinguini sudafricani . La zona è un habitat protetto accessibile pagando un biglietto d’ingresso. Il percorso avviene tramite una serie di passerelle sopraelevate che portano il visitatore a pochi metri da questi splendidi animali. Il primo pezzo del percorso attraversa le aree più verdi dove i pinguini covano le uova mentre le ultime due parti della passerella sono delle vere e proprie terrazze che affacciano sulla spiaggia dove i pinguini sgambettano sulla sabbia e si tuffano nel mare per poi tornare sulla terra ferma. Io sono davvero entusiasta sembro una bambina al luna park non so più dove guardare e ovviamente il quantitativo di foto che scatto è indicibile (anche nello stampare le foto del viaggio mi sono fatta prendere la mano e ne ho stampate almeno 30 dei pinguini, alcune praticamente uguali – ovviamente Luca mi ha chiesto che problemi avessi! ). Dopo esserci trattenuti circa un’oretta con gli amici pennuti cerchiamo un posto dove pranzare a Simon’s Town. Giriamo per la via principale del paesino ed entriamo al “The Lighthouse Cafe” un ristorantino molto carino e super decorato dove i miei compagni di viaggio si concedono dei bei piatti di pesce mentre io mangio una pizza che onestamente devo dire non male. Finita la pausa ristoro, dopo aver girovagato per qualche negozio di souvenir per la classica calamita, ripartiamo alla volta di Cape point. Arrivati all’ingresso di Cape point a me e a Luca sembra di essere tornati negli States; l’entrata all’area avviene tramite dei “caselli” che ricordano un sacco quelli dei ranger americani all’ingresso dei parchi nazionali. Anche qui, dopo aver pagato, ci consegnano la mappa della zona. Come prima cosa decidiamo di visitare il faro di cape point. Per raggiungerlo ci sono due possibilità: un percorso a piedi in salita di circa 20 minuti oppure è possibile prendere la funicolare che, ovviamente, oggi è chiusa per manutenzione. Iniziamo il nostro percorso guardandoci in giro alla ricerca delle scimmie segnalate in tutte le guide e nei diari che abbiamo letto nonché sulla brochure consegnataci all’ingresso. Non ne incontreremo neanche mezza. Arrivati in cima il paesaggio che si apre è stupendo e nonostante il forte vento riusciamo a scattare un sacco di foto. Terminata la contemplazione scendiamo verso il capo di buona speranza non prima di fare una tappa allo shop dove compriamo qualche altro souvenir. Giunti al parcheggio troviamo un sacco di gente in coda in attesa di scattare la classica foto ricordo al cartello “cape of good hope”; ci mettiamo in fila anche noi quando, il solito gruppo di giapponesi corre dietro alla scritta anche se non era il loro turno. Parte qualche imprecazione in italiano fino a quando uno dei turisti giapponesi si scusa nella nostra lingua. Ci racconta di aver vissuto per un po' a Milano quindi, visto che le parolacce sono le prime parole che si imparano di una lingua straniera, avrà capito benissimo il nostro disappunto. Scattata la foto gironzoliamo un po' per la zona e poco dopo risaliamo in macchina in direzione Cape Town. Arrivati al nostro alloggio andiamo a fare una piccola spesa alla vicinissima despar e, una volta comprato il necessario, ci prepariamo per l’ultima sera a Cape Town. Scegliamo di andare al waterfront e dopo aver ricenato al “Den Anker” convinco il gruppone a salire sulla ruota panoramica!!! Io sono una super fan delle ruote panoramiche e voglio salire su tutte quelle che trovo durante i viaggi mentre Luca le odia e infatti trascorrerà i ben otto giri di ruota lamentandosi insieme a Giovanni (anche lui non propriamente fan) della mia grandissima idea . Dopo l’”adrenalinico” giro in ruota torniamo in hotel, domani si parte in direzione Franschhoek. Continua... SPESE DEL GIORNO: pedaggio strada panoramica "Chapman's Peak Drive" 50 Rand accesso "Boulders Beach" 4 persone 36,10 Euro pranzo “The Lighthouse Cafe” 4 persone 770 Rand accesso a Capo di Buona Speranza 4 persone 1.212 Rand spesa 212,48 Rand cena “Den Anker” 4 persone 1.300 Rand ruota panoramica 4 persone 35,62 Euro parcheggio 10 Rand1 punto
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DOMENICA 18 AGOSTO - PARTE 1 Sono solo le 5.30 di mattina ma al campeggio dei poveri sembra siano le 6 del pomeriggio. Perché? Perché chi alloggia qui ovviamente non può perdersi l’alba sulle dune!! L'unica cosa bella del nostro campeggio è proprio questa, poter entrare nel parco un'ora prima di tutti quelli che alloggiano nei tanti resort all'esterno. Tutti quindi, noi compresi, si stanno preparando a partire per percorrere il lungo serpentone d’asfalto che conduce alle dune più famose del mondo. C’è chi è in ritardo e corre verso i bagni per prepararsi, chi si è svegliato con largo anticipo e sta smontando la tenda con calma e chi, come noi, non avendo nulla da smontare parte tra i primi per assicurarsi un po' di solitudine sulle dune. L’idea era scalare la Big Daddy e poi scendere a Deadvlei ma, visto il mezzo infarto di ieri sera, decidiamo che non è il caso di rischiare ed andiamo sulla duna 45. Arriviamo al parcheggio e… non siamo i primi. Ma com’è possibile? Siamo partiti all’apertura dei cancelli. Non avremo mai la risposta a questo mistero quindi non ci resta che accodarci alla processione di gente che si appresta a scalare la duna 45. C’è parecchio vento e camminare sulla sabbia, con il vento contrario, non è un’impresa così semplice. Tuttavia, con qualche piccolo stop, riusciamo anche noi a conquistare la vetta. Lo spettacolo è bellissimo ma...quante persone ci sono?! E menomale che eravamo partiti presto per poter godere di un po' di solitudine!! La luce dell’alba comunque rende tutto magico e riesce a farci apprezzare questa meraviglia nonostante ci sia troppa gente per i nostri gusti. Con non troppo dispiacere torniamo sui nostri passi e facciamo amicizia con un ragazzo di Padova che sta viaggiando con Avventure nel mondo. Ci racconta del viaggio che stanno facendo tra Botswana, Namibia e Sudafica, il tutto in 3 settimane. Hanno un pulmann che li porta in giro, un coordinatore e dormono in tenda. Resto leggermente basita, come riescono a fare 3 paesi così grandi in così poco tempo? Noi facciamo soltanto la Namibia in due settimane e mezza. A quanto pare la mania di mettere le bandierine non c’è soltanto per gli USA ma anche per l’Africa!! Vedono soltanto le cose principali, dormono una notte in ogni posto e hanno qualche ora a disposizione in ogni posto dove si fermano. Eccezion fatta per Sossusvlei ovviamente, al luogo più famoso della Namibia possono dedicare qualche ora in più, potendo ripartire addirittura a metà pomeriggio. Fantastico direi, sarebbe proprio il nostro viaggio ideale…ma anche no!! Salutiamo il nostro nuovo amico, deve risalire sul pullman per andare a vedere Deadvlei, il tempo stringe. Noi invece non abbiamo alcuna fretta, svuotiamo le scarpe e diamo un'ultima occhiata alla duna 45 e alla gente che sta iniziando ora a scalarla. Risaliti in macchina ripartiamo con tutta la calma del mondo. Un Hip Hip Hurra per i viaggi indipendenti!! Per arrivare a Deadvlei, una volta finita la strada asfaltata, ci sono due possibilità: percorrere gli ultimi 5 chilometri sulla sabbia oppure parcheggiare al comodissimo parcheggio e prendere la navetta. Sul nostro contratto di noleggio c’è scritto in tutte le lingue del mondo che percorrere quella strada con il camper è vietatissimo quindi, con buona pace dello scalpitante Luca, parcheggiamo e andiamo a prendere i biglietti per la navetta. Ancora non sappiamo che stiamo per vivere i momenti più divertenti della vacanza. Usciamo dalla biglietteria e ci mettiamo in fila per prendere la navetta finchè, poco distante, ne arriva un'altra. Li non c’è nessuno che aspetta perciò, da bravi italiani furbi, usciamo dalla nostra fila e saliamo insieme ad altra gente su quella appena arrivata. “Luca siamo geniali hai visto?? Gli altri sono ancora li che aspettano una navetta che deve ancora arrivare, noi invece siamo già a bordo di questa!!” La nostra navetta però ha tutto fuorchè l’aspetto di una navetta standard. Si tratta praticamente di un trattore a cui è agganciato un coso per trasportare tante persone. Un coso per trasportare tante persone? Ok, forse è meglio se ve lo mostro, questo è il coso. Un sacco di persone salgono sulla nostra strana navetta ma ben presto ci rendiamo conto che sono tutti tedeschi e, quando a bordo sale una guida, capiamo di aver sbagliato qualcosa. Parlando piano lo faccio notare a Luca. “Peruz…. Mi sa che siamo finiti in mezzo a una comitiva di tedeschi…” “Shhhh Giò, non parlare, dobbiamo mimetizzarci. Tu sei bionda no? Al lago di Garda ti scambiano sempre per una tedesca… dobbiamo solo evitare di parlare!!” L’imbarco della comitiva finisce e, chiuse le “porte”, la navetta parte. Nel frattempo, di quella che avremmo dovuto prendere noi, ancora nessuna traccia. “Visto Giò che abbiamo fatto bene a salire qua? Noi siamo già partiti mentre gli altri stanno ancora aspettando!!” Nessuno sembra far caso noi… forse è vero che tra i tedeschi mi mimetizzo bene La guida inizia a parlare al gruppo e qui abbiamo la certezza che è proprio di questo che si tratta, una grossa comitiva di tedeschi. Età media? Sui 70 anni. Giovani ce ne sono ben pochi, noi ed altri 3 o 4. “Peruz, noi siamo i nipotini e questi due seduti di fronte a noi i nostri nonni!!” Nostro nonno ci guarda e ci sorride, capirà mica l’italiano vero? “Ma no Giò, tu poi parli dialetto veneto, mica Italiano. Anzi, per fare un buon lavoro dovresti parlare tedesco!” Sicuro Peruz, sai che cosa ho fatto stanotte invece di dormire? Ho imparato il tedesco. I 5 chilometri scorrono via veloci grazie al panorama meraviglioso e alla comicità di tutta la situazione ma, onde evitare di farci scoprire, appena la navetta arriva a destinazione scappiamo via alla velocità della luce. Adesso però abbiamo altro a cui pensare, trovare la strada per Deadvl…. Anzi no, credo che ci basterà seguire il lungo serpentone di persone che sta andando proprio in quella direzione. Siamo finiti a Rimini a ferragosto? Poco male, quando arriviamo a destinazione dimentichiamo ogni cosa: dimentichiamo l’affollamento, il caldo soffocante, tutto. Ma dove siamo finiti? Che meraviglia è mai questa? Deadvlei è davvero uno di quei posti da togliere il fiato e, proseguendo un pochino, si riesce anche a godere di un po’ di solitudine. La maggior parte dei turisti infatti si ferma all’inizio noi invece arriviamo proprio fino alla fine, dove non ci va quasi nessuno. Non andrei più via, cammino di qua e di la, faccio milioni di foto con la macchina fotografica e col cellulare e poi, non contenta, tiro fuori anche la gopro per fare qualche video. Sono completamente rapita, talmente tanto che nemmeno mi accorgo che Luca è sparito. Dove sarà andato? Quando lo vedo mi viene da ridere…il mio mister odio il caldo è andato a cercare ombra, evidentemente ha caldo nonostante oggi abbia deciso di vestirsi interamente di bianco per evitare di attirare i raggi del sole. Ve lo giuro, era vestito di bianco proprio per questo. Lo vedete nascosto all'ombra? Lo chiamo e lo costringo a fare qualche selfie con la gopro così, dopo qualche sbuffo, ne esce qualcuna di decente. Dai Luca, mica avrò speso tutti sti soldi per comprare la gopro e poi non utilizzarla, no?!! Finiamo il book fotografico e decidiamo che è ora di tornare sui nostri passi, fa davvero caldo e la pancia inizia a brontolare. Ci avviamo quindi verso il parcheggio, dando un'occhiata anche alla Big Daddy, la duna che avremmo dovuto scalare stamattina. Luca mi dice che lui non avrebbe avuto problemi a scalarla (avevate dubbi? ) mentre io ringrazio il cielo di non averlo fatto, sarei finita col morire troppo giovane. Ho superato i 30 ormai, certe cose è meglio lasciarle ai giovani. Nel frattempo copriamo le poche centinaia di metri che ci separano dal parcheggio ed arriviamo giusto in tempo per prendere la navetta. Quella giusta stavolta............... o almeno così pensiamo To be Continued!1 punto