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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/10/2017 in tutte le aree
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Ragazzi! Squillino le trombe! Ho preso il biglietto aereo per Chicago: andata 21 aprile, ritorno 4 maggio. Quasi quasi non ci credo E' troppo tempo che non vado negli States. Penso che il giro rimarrà quello definito, ma non si sa mai..... Prossimi passi: noleggio auto ed alloggi, ma c'è tempo. Bye3 punti
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Eh brava che hai aperto il topic... ma prendilo sto volo così poi posso aiutarti a organizzare il tutto1 punto
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1h 30 a Monaco ok... solo un’ora per il ritorno mi sembra un po’ tirato soprattutto per il bagaglio da stiva... comunque ottimo prezzo soprattutto se considerato che lo acquisterete un anno prima!!! Ultimamente stanno facendo campagne molto aggressive sui voli in USA! Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk1 punto
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A Monaco 1h35 in condizioni normali basta e avanza, non è un aeroporto enorme e me lo ricordo ben organizzato. Per il ritorno mi preoccuperei ancora meno visto che non dovrete fare l'immigrazione. Non sono un'esperta di viaggi a settembre, ma 460 euro secondo me è un ottimo prezzo!1 punto
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Grande!!! Tra l'altro ho letto solo ora i tuoi programmi, è un giro che piacerebbe anche a me, tanto che qualche anno fa avevo pure iniziato ad abbozzarlo, per cui ti seguirò!!1 punto
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21 agosto Cape Cross e il Damaraland La sveglia questa mattina è con calma perché le otarie si svegliano tardi (la colonia di Cape Cross apre alle 10) anche se poi dovremo fare un bel po’ di strada (430 km circa). Prendiamo la C34 (strada asfaltata con deserto di sabbia da un lato e mare dall'altro) e ci fermiamo ad Hentie’s Bay che si trova all'inizio del tratto di costa che viene indicato col nome di Skeleton Coast (la costa degli scheletri è nota per essere particolarmente inospitale e difficile da raggiungere; verso l'interno il deserto si estende per decine di chilometri, e dal mare è difficile avvicinarsi a causa delle forti onde causate dalla corrente del Benguela. Per questi motivi la costa era chiamata "la terra che Dio ha creato con rabbia" dai boscimani, e "le sabbie dell'Inferno" dai portoghesi. Il nome odierno si riferisce agli innumerevoli relitti spiaggiati lungo la costa. In tutto se ne contano oltre un migliaio), a metà strada fra la città di Swakopmund (a sud) e la riserva naturale di Cape Cross (a nord). È principalmente una località di villeggiatura per i namibiani e sudafricani, particolarmente rinomata per le spiagge incontaminate e come paradiso della pesca sportiva. Qui vediamo il relitto della Zeila che a differenza (stando a quello che dice Marco) degli altri relitti - che si trovano più a nord oltre Cape Cross- è ancora a mollo ed abbastanza ben conservato dato che si tratta di un naufragio abbastanza “recente”, la Zeila è naufragata, infatti, il 25 agosto 2008. Dopo un incontro interessante: Riprendiamo la C34 verso Cape Cross. Sulla strada capita di incontrare diversi banchetti improvvisati con cristalli rosa di sale marino. In questi banchetti non c'è anima viva, si trova solo un barattolo per i soldi, poi qualcuno passerà a svuotarli. La gente si fida… Arriviamo all'ingresso della riserva esattamente alle 10 tanto che ci tocca attendere qualche minuto prima che aprano la sbarra. Dall'ingresso alla zona vera e propria dove stazionano le otarie c'è qualche chilometro. Il primo europeo a metter piede sul suolo dell'attuale Namibia fu il navigatore portoghese Diego Cao nel 1486, che, nella località Cape Cross, eresse una croce per segnare la sua scoperta: Oggi questa località è famosa per la comunità di otarie che vi si è stabilita: circa 80.000 esemplari vivono qui tutto l'anno fra le rocce, tuffandosi nelle onde e giocando fra di loro in un frastuono assordante….il problema però non è il rumore ma la PUZZA! L'aria è irrespirabile! Mi copro bocca e naso con la sciarpa e mi tuffo in questo mare di otarie. Sono migliaia, stese a poltrire, litigare, dormire o in acqua, ci sono adulti, cuccioli e qualche carcassa di animale morto. Si accede alla colonia tramite una passerella di legno, faccio il percorso avanti e indietro veloce per quanto possibile… e poi via di corsa in zona di sicurezza dove posso riprendere a respirare normalmente. Ci fermiamo all’area picnic vista mare vicino all’ingresso della riserva lontani dalla puzza e dal rumore per biscotti e caffè e poi ritorniamo verso Henties Bay per deviare verso il Damaraland. Prendiamo la C16 e poi la C35 e la strada comincia a diventare un po’ sconnessa per andare via via peggiorando sempre più. Ci addentriamo nel Damaraland (un’area montuosa tra il deserto della Skeleton Coast e l’altopiano centrale ed originariamente abitata dalla tribù Damara nome che deriva dalla parola Nama “Dama” che significa “che ha camminato qui”. Questo perché popolo Nama poteva riconoscere il loro passaggio dalle impronte che lasciavano intorno agli specchi d’acqua.) ed il paesaggio cambia, diventa meno aspro, sterrato roccioso punteggiato da erba verdissima che qua e la torna a popolare questo pezzo di mondo, a volte si intravede qualche mucca, qualche casupola e, addirittura, minuscoli villaggi. In lontananza le montagne subito a ridosso delle pianure di ghiaia che “pavimentano” il deserto. Tra queste vette spicca quella dello Spitzkoppe: 1728 metri e una somiglianza impressionante con il Cervino. Non a caso si è guadagnata l’appellativo di “Cervino d’Africa”. Una curiosità: le condizioni estreme di questo territorio hanno fatto sì che la vetta dello Skitzkoppe rimanesse inviolata fino al 1946. Per pranzo ci fermiamo a UIS al Montis Utsi (cotoletta e patatine fritte senza infamia e senza lode). Uis è un insediamento minerario per l'estrazione dello stagno. Negli anni cinquanta le miniere furono prese in concessione da un'azienda sudafricana, che ne sviluppò lo sfruttamento; nel 1958 venne fondata la città, come luogo di residenza dei minatori. Accanto alle abitazioni è visibile ancora oggi una sorta di grande collina bianca, costituita dai residui del processo di raffinamento dello stagno. L'attività mineraria cessò quasi completamente nel 1991, in seguito al crollo dei prezzi dello stagno sui mercati internazionali. La città conobbe un periodo di declino in seguito alla chiusura della miniera principale. Oggi, l'economia della città è alimentata soprattutto dal traffico di viaggiatori e turisti che la attraversano; ci sono un distributore di benzina, una guesthouse, un piccolo supermercato e altre modeste attività commerciali. Inoltre, c'è un certo commercio di pietre rare raccolte dalla popolazione locale e vendute ai turisti (infatti appena scesi dal bus ci vengono incontro tre o quattro ragazzi con scatole piene di pietre che cercano di venderci a tutti i costi). Dopo Uis se è possibile la strada peggiora ancora ed è un continuo sballottamento Lungo la strada troviamo un insediamento dove alcune donne Herero hanno aperto un mercatino, ci fermiamo alle bancarelle per ammirare i costumi tipici e comprare le tipiche bamboline in stoffa fatte da loro. Ci sono solo donne e bambini e nonostante le difficoltà linguistiche (non parlano inglese se non giusto quelle due o tre parole che gli servono per il commercio) passiamo con loro quasi mezz’ora in cui ci fanno vedere come cuciono con vecchie macchine Singer, bamboline, cuscini, buste dai colori sgargianti, come lo sono i loro abiti e giocando con i bambini. Gli Herero sono un popolo di ceppo bantu, vennero a contatto con i colonizzatori europei adottandone stili e concezioni di vita nonostante le iniziali scaramucce, degenerate poi in un conflitto violento in cui rischiarono di essere annientati. Oggi sono rimasti circa in 100.000, Okahandja è il loro centro principale e in maggioranza sono impiegati in fattorie per l'allevamento di bestiame. A differenza delle loro consanguinee Himba, le donne Herero si coprono di tutto punto. Il loro modo di vestire appare alquanto buffo non solo per le ampie gonne di epoca vittoriana coloratissine che imposero loro i primi missionari ma soprattutto per un copricapo triangolare piuttosto insolito che non mancano mai di indossare. Gli ultimi 60 km sulla D 2612 seppur affascinanti sono pesantissimi Il sole è quasi tramontato quando finalmente, con le ossa abbastanza rotte , arriviamo al Twyfelfontein Country Lodge, una delle strutture più belle in cui siamo stati non per le sistemazioni abbastanza basic quanto per la posizione: il lodge è situato nell'area protetta di Twyfelfontein Uibasen, dichiarata patrimonio dell'UNESCO, in una tranquilla piana desertica circondata da colline rocciose, architettonicamente è spettacolare costruito con materiali ecocompatibili e talmente in armonia con il paesaggio circostante che ad uno sguardo poco attento dalla strada neppure si nota. Davvero complimenti a chi l’ha progettato! Dopo la cena a buffet, buona e abbastanza varia, è di nuovo il momento di scrutare il cielo. Purtroppo questa sera non è prevista l’attività di osservazione delle stelle perché il signore tedesco che se ne occupa è in vacanza ma stavolta ci mettiamo d’impegno e alla fine sarà per c*fortuna, sarà perché finalmente la posizione è quella giusta riusciamo a individuare la benedetta croce del sud e ce ne andiamo a letto soddisfatti! Il Damaraland è una regione affascinante che, ancor più del resto della Namibia, restituisce allo sguardo una natura ancestrale e incontaminata , avendo tempo è il caso di dedicarci più del giorno e mezzo che gli abbiamo dedicato noi perché questa regione secondo me va attraversata con calma, assaporata e vissuta in tutte le sue sfaccettature.1 punto
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Una notte in più la metterei forse nella zona di Bend. Anche noi ci siamo fermati una notte sola, ma le attrezioni intorno alla città sono diverse e forse meriterebbero una visita più attenta. Verso sud c'è tutta la zona vulcanica con Paulina Peak, il Big Obsidian Flow (l'unico che siamo riusciti a vedere), il Lava River Cave (un tunnel visitabile scavato dalla lava) e il Newberry National Volcanic Monument. Più a ovest si staglia Mt. Bachelor, principale stazione sciistica dell'Oregon, che offre degli splendidi panorami, e poi verso le Three Sisters (a Devil's Lake) c'è un grosso ammasso di pomice dove sembra si siano allenati gli astronauti dell'Apollo in vista delle passeggiate lunari. Più a Nord, verso Terrebonne, trovate lo Smith Rock Canyon SP, paradiso degli arrampicatori, un piccolo angolo di South West, semplicemente delizioso. Potreste anche passarci (come noi) andando verso le Painted Hills, ma vi porterebbe via qualche oretta e la tappa si prospetta lunga... Il tutto senza considerare la città di Bend, che sembra carina, soprattutto i suoi mitici birrifici: da non perdere una cena con relativo beer sampler alla Deschutes Brewery in NW Bond St.1 punto
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Bellissimo 😍😍😍 Per me Sandwich Harbour è stato amore1 punto
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Giornata e foto stupende! Che tristezza pensare al ragazzo della sicurezza.1 punto
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wowwwwwwwwwwwwwwwwwwwww, semplicemente meraviglioso! ora però mi è venuta voglia di ostriche!1 punto