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SudAfrica & Swaziland 2-17 agosto 2013


yalen86

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12 Agosto: Tsitisikamma National Park – Knysna – Witsand.

I dolorini ci svegliano alle 8 ma la vista sull'oceano ci ripaga dai sacrifici del giorno precedente.

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Oggi ce la prendiamo con calma in quanto è una giornata di spostamento.

Le vie potevano essere due: andare a Witsand seguendo la costa (N2) e quindi i paesini della Garden Route o deviare verso l'interno a Oudtshoorn, meta di varie attrazioni quali il Cango Wildlife Ranch e le Cango Caves, oltre che vari allevamenti di Struzzi.

Io optavo per la seconda opzione in quanto desideravo ardentemente di visitare il Cango Wildlife Ranch, un centro-rifugio per felini allevati in cattività. Per alcuni sembrava uno zoo in quanto chiedevano il pagamento di un biglietto di entrata per vedere e addirittura accarezzare un ghepardo o un cucciolo di leone, ma in realtà i soldi finivano in cure veterinarie come espressamente spiegato nel loro sito e io da futuro veterinario e amante dei felini non volevo certo perdermi una cosa del genere.

Purtroppo il viaggiare in gruppo obbliga a rinunciare ad alcune cose in “nome” della maggioranza e questa è una cosa che non mi è andata giù: vorrà dire che ritornerò in Sudafrica per conto mio e per visitare questo centro.

Dopo la colazione abbondante al Village ci mettiamo in macchina per la prima sosta: il ponte del bungee jumping. Qui non ho foto in quanto dalla terrazza panoramica si vedeva il ponte e ogni tanto qualche temerario che si lanciava (insomma una formica che si lanciava da quanto era lontano).

La sosta successiva è Knysna, paesino della Garden Route, famosa per la sua foresta (che ovviamente non abbiamo visto) e per le ostriche. Qui abbiamo deciso solo di girare per il porticciolo, carino ma nulla di che e di fermarci a mangiare le ostriche in un ristorantino sul porto "Tapas and Oysters".

Le ostriche le facevano in tutti i modi: naturali, fritte, con salsine varie ecc. Immancabili sono le tapas con il formaggio da mangiare sul pier al sole.

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il bagno dei maschietti : Chessygrin :

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il bagno delle femminucce.

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Io avrei qualche dubbio...

Accanto c'era un nuovo locale in apertura di lì a poco: Pizzeria Col Cacchio... voi ci sareste andati a mangiare una pizza? Io col cacchio!

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Lo so... mi sono perso l'inaugurazione.

Verso le 16 ci rimettiamo di nuovo in auto, questa volta senza fermarci se non per la benzina, fino a Witsand, un paesino sulla foce del Breederiver.

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Facciamo il check in al Breede River Lodge, un complesso di lodge con vista fantastica sul mare.

http://www.breederiverlodge.co.za/stay.html

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la famosa "nuvola di Fantozzi"???

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La vista dai lodges

Prima della cena in hotel andiamo a vedere il tramonto alla spiaggia bianca poco avanti, da dove si vedono le balene.

L'atmosfera è surreale: tramonto da favola, sabbia bianca, balene, dune di sabbia alte.

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Foto orribili alle balene:

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Dopo il tramonto rientriamo all'albergo per la doccia e poi la cena.

Io per estrazione sono in una stanza doppia con una ragazza, una mina del gruppo. Io da cavaliere le faccio:

“Ti lascio il bagno così ti fai la doccia prima tu che è tutto pulito”.

Lei: “Grazie.. come minimo.. bravo si fa così” : Eeek :

Io, basito per la risposta, mi aspettavo che ci andasse subito in quanto volevo farmi la doccia prima di cena: “Ok, quando vuoi.. però vorrei farmi la doccia prima di cena..”

Lei: “Si si.. ok”.

: censored :

Vedendo che lei stava lì sdraiata sul letto a chattare con le amiche su FB.. le faccio “Ok.. allora ci vado prima io”.

In quel momento, lei, con uno scatto felino, si dilegua in bagno sbuffando.

Dopo la doccia ci ritroviamo tutti nella sala da pranzo dell'albergo, molto carina con un caminetto acceso, adiacente a una stanza adibita a pub irlandese.

Dopo la cena a base di pizza e bistecca inizia il dramma nel pub: tutti e dico tutti ci alcolizziamo (io arrivo a bere ben 3 Jagermeister.. e alla fine mi sembrava di vedere tutto doppio :lol: ); i baristi sono molto simpatici e consigliano sul come bere certi alcolici, a chi tutto di fiato, a chi mettendo lo zucchero (o era sale??) fra il pollice e l'indice della mano sinistra da succhiare e poi un sorso di tequila.

Un barista “coraggioso” ci fa anche vedere come beve un amaro sudafricano: riempie uno shottino e lo aspira dal naso, dopodiché prende una fetta di limone e se la strizza in un occhio! :shock:

Verso la mezzanotte chiudono la sala da pranzo e un cameriere di colore mi porta la mia borsa portadocumenti (dove avevo portafogli, passaporto, carta di credito) che avevo dimenticato sulla sedia nella sala da pranzo. Mi stupisco della gentilezza e ringrazio (povero fesso.. me ne accorgerò il giorno dopo che mancava qualcosa).

All'una di notte ce ne andiamo a nanna, vista la giornata impegnativa di domani, prevalentemente su strade sterrate.

Voto struttura: 8/10

L'albergo è molto bello e suggestivo, ben arredato e con vista sul mare. Il mio rammarico è proprio per la stupidaggine di dimenticare la borsina sulla sedia a cena.

In parole povere avevo il portafogli con carta di credito, gli euro (abbastanza) e circa 2000 Rand in pezzi da piccolo e grosso taglio. Il giorno successivo, al momento di pagare un pranzo, mi accorgerò che mancavano circa 1500 Rand (circa 120 euro) in pezzi da 100 e 200. In pratica, per fortuna, non avevano toccato la carta di credito e gli euro, lasciandomi qualche rand in piccolo taglio forse per destare meno sospetti.

Km percorsi: 360 km

Km totali: 2714 km

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  • 2 settimane dopo...

13 agosto: Witsand – De Hoop Nature Reserve – Cap Agulhas – Hermanus

Sveglia rosea (figuriamoci.. dopo i bagordi di ieri sera).

Fuori il tempo non promette nulla di buono: un timido sole contornato da nuvoloni neri, pesanti, carichi di pioggia.

Facciamo colazione nella sala ristorante dove facciamo pure due chiacchiere con tre rugbysti australiani che facevano la colazione dei campioni lì: a me chiedono pure se sono francese.. che non ho la faccia italiana.. che affronto! : censored :

La prima tappa è il De Hoop Nature Reserve, un complesso di spiagge bianche a picco sul mare. Si, a picco in quanto le dune arrivano anche a 100 metri di altezza, continuamente modellate dal forte vento che tira da quelle parti.

Per raggiungerle dobbiamo fare una strada sterrata rossa di circa 100 km, ben tenuta anche se ci sono diversi wash per colpa della pioggia della notte.

Il tempo regge anche se ogni tanto cade qualche goccia. Attraversiamo il fiume Breederiver su una chiatta trainata con delle funi e arriviamo al Parco.

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Il mio poderoso mezzo!

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In attesa di attraversare il fiume.

Paghiamo la fee per entrare e ci inerpichiamo sulle dune bianchissime, facciamo tante foto sfidando il vento e dopo mezzora corriamo alla macchina in tempo che cade un nubifragio così forte da non vedere nulla.

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I'm not fat.. it's the wind :lol:

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la burrasca in arrivo.

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La scarpinata verso la macchina.

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Sfida contro il vento.

Aspettiamo che il tempaccio si calmi un po' e riprendiamo la strada sterrata fino a immetterci sulla R319 per Agulhas, cittadina dell'omonimo capo, la punta più a sud del continente africano, dove l'oceano Atlantico e l'oceano Indiano si incontrano.

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Ad Agulhas ci fermiamo giusto una mezzora per una foto al monumento con la riga che divide i due oceani.

Disclaimer: i cinegiappoturisti sono anche qui.. dovremo faticare non poco per scacciarli dopo che stavano ore e ore a farsi le foto nelle loro originalissime pose sceme.

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Dopo la foto ci fermiamo lungo la strada principale (eh si.. ce n'è solo una) dove troviamo un chioschetto che frigge il pesce appena pescato: calamari, seppie, gamberi e pesci vari di cui non ricordo il nome insieme alle patatine e verdure. Tutto buonissimo. Qui al momento di pagare mi accorgo del furto, ma ormai il danno è fatto; il coordinatore mi consiglia di mettere soltanto una recensione negativa all'albergo di Witsand su Tripadvisor o perlomeno di consigliare di tenere gli occhi aperti.

Alle 17 ci mettiamo di nuovo in auto per la meta finale: Hermanus, dove si vedono le balene da riva e da dove partono le barche per il Whale Watching.

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Verso Hermanus.

Pernottiamo al “Hermanus Esplanade Seafront Holiday Apartments” (mai visto un nome così lungo..): un complesso di appartamenti piuttosto vecchiotti ma puliti.. le riviste almeno erano del 1952. Il complesso di appartamenti ha una bella vista sul mare, si erge su due piani collegati con una scala a chiocciola, due bagni (uno molto vecchio) e due camere da due persone ciascuna, la cucina e un salotto con una tv a tubo catodico che giustamente prendeva un solo canale, un programma di un santone zulu che parlava in una lingua incomprensibile (anche il mattino dopo c'era il solito programma, quindi immagino che lanciasse macumbe per tutta la notte). : Blink :

http://www.hermanusesplanade.com/

Ci informiamo sulle gite in barca ma ci dicono che purtroppo il mare è molto mosso e quindi non fanno uscite, che disdetta.

Andiamo a cena al Burgundy Restaurant in una piazzetta adiacente: prendiamo un bell'antipasto ricco di terra e del pesce.. ma non finisce qui, ci viziamo anche con un dolce buonissimo al cioccolato.

http://www.burgundyrestaurant.co.za/

Dopo la cena facciamo un giro alla ricerca di un pub per bere una Castle, ma troviamo soltanto una “casa del popolo” dove fanno del karaoke, giocano a biliardo e ci sono i vecchietti che ballano.

Se qualcuno ci volesse andare, il locale è il Bojangles Pub.

Cantiamo stonatamente tutti insieme al karaoke sotto gli occhi compassionevoli dei residenti e assistiamo addirittura a una rissa: un tipo sulla 60ina ci aveva provato spudoratamente con una ragazza del gruppo, il proprietario insieme ad un compare gli assestano un pugno in pieno petto e lo spingono a strattoni fuori dal locale. : punch :

Deduco che abbiamo portato un po' di adrenalina in un paese dove apparentemente non era mai successo qualcosa del genere negli ultimi 50 anni. :lol::lol:

Dopo la serata comunque divertente ci mettiamo a nanna: io non vedo l'ora di arrivare finalmente a Cape Town, mi aspetto fin troppe cose da quella città.

Voto struttura: 7/10

Km percorsi: 300 km

Km totali: 3014km

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14 Agosto: Hermanus – Betty's Bay – R44 – Stellenbosch

La sveglia è sotto una pioggia torrenziale, come già previsto il giorno precedente non effettuano uscite in mare aperto per avvistare le balene quindi ce la prendiamo con calma.

Alle nove ci riuniamo al Burgundy Restaurant, dove abbiamo cenato ieri sera, per la robusta colazione. Stamani la colazione è in tema USA: pancakes con le fragole, cheesecakes, caffé, yogurt vari, frutta ecc tanto che usciremo rotolando.

Quando usciamo fortunatamente ha smesso di piovere, anche se l'aria è frizzante e non promette nulla di buono, ma anche questo è il Sudafrica con il suo clima da Nord Europa, la nebbiolina che avvolge le coste sul mare è strabiliante.

Addirittura si vedono le balene dalla riva ma non ho montato il teleobiettivo per cui mi limito a foto panoramiche, ma vederle sbuffare, sfiatare, saltare è sempre uno spettacolo.

Mi ritengo fortunato anche per aver fotografato un arcobaleno che dura una manciata di secondi, cosa che gli altri compagni di viaggio non riusciranno a fare.

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Arcobaleno.. anzi doppio arcobaleno!!

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Giriamo una buona mezzora per Hermanus alla ricerca di qualche souvenir ma i negozi qui aprono tardi e alla fine vendono la solita roba che abbiamo trovato nel Kruger.

La giornata di oggi si può dire abbastanza piena e incerta in quanto influenzata dal tempo, ma con pochi km da percorrere rispetto ai giorni precedenti: ormai il viaggio è verso la fine. Siamo quasi alle porte di Cape Town.

Percorriamo la strada costiera fino a Betty's Bay (Bettysbaai visto che nelle province del Capo i nomi sono tutti in duplice denominazione: inglese e afrikans), paesino rinomato per la sua colonia di pinguini sudafricani.

Paghiamo l'entrata irrisoria di 10rand e proseguiamo sulle passerelle sopraelevate sulla spiaggia dove ci sono i nidi e i vari pinguini che barcollano indisturbati e incuriositi dalla moltitudine di gente.

Facciamo una moltitudine di foto evitando di sporgerci più di tanto in quanto i rangers sono molto severi: addirittura hanno sgridato una bambina che tirava dei sassolini fino a farla piangere.. han fatto bene!! :twisted:

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Ebbene si.. i pinguini son piccolini ini ini

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pinguini fuffosi : Love :

I pinguini sono tanto simpatici, maldestri, molto profumati e danno uno spettacolo che ci intrattiene un'ora buona, grazie al tempo che regge.

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Dopo la visita della colonia pinguina ci mettiamo in macchina e puntualmente scende il finimondo, una pioggia torrenziale che non ci fa vedere nulla per i prossimi 15 minuti. Tempismo perfetto e poi ritorna il sole pallido.

Grazie alla robusta colazione decidiamo di saltare il pranzo e di dedicarci alla R44, la strada panoramica costiera, battezzata da me il Big Sur sudafricano: una strada molto scenografica che si snoda sulla costa fino a Cape Town, molto scenografica, con tante piazzole di sosta; sulla sinistra il mare che si scontra sugli scogli e sulla destra la montagna con le sue numerose cascatelle, o meglio l'acqua piovana che scende giù attraverso le scanalature della montagna.

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South African Big Sur??

Man mano che ci si avvicina a Cape Town il traffico aumenta, cominciano i quartieri abitati considerati periferia della cosiddetta terza capitale del Sudafrica e prendiamo la strada esterna per il distretto delle Winelands, dove si trovano le principali aziende vinicole.

Io, in quanto astemio, avrei anche saltato la visita di questa cittadina che non è questo granché, anzi ci può stare una visita di un paio d'ore portando il pernottamento a Cape Town. Ma la maggioranza ha deciso per un pernottamento qui: la notte più brutta e da incubo di tutto il viaggio.

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L'attenta guida sotto la pioggia torrenziale

Non mi ricordo i nomi delle due aziende vinicole, in quanto mentre gli altri assaggiavano i vini io me ne stavo in giro a fare due foto.

La prima azienda non era un granché, ne abbiamo scelta una a caso affidandoci alla moltitudine di cartelli che segnalavano le varie cantine, praticamente una accanto all'altra: una cantina con diverse botti, una foto praticamente rubata da una finestra aperta in quanto l'accesso non era permesso. Diciamo che è stato carino il panorama della vigna con l'inizio delle criniere che portano alla Table Mountain sullo sfondo.

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La seconda azienda, molto più bella della precedente, constava in un blocco moderno al centro della proprietà dove davano la possibilità di assaggiare e comprare il vino e da cui partivano gli itinerari storici per visitare la struttura, giardini, dependances, ecc con il divieto assoluto di entrare nelle vigne. Il luogo dava un vero senso di pace a vedere i giardini accarezzati dal sole, io da solo in compagnia dei gatti.

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Un omaggio alla Regina Scoiattolaia : Chessygrin :

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Dopo la visita dell'azienda vinicola ritorniamo in paese per prendere possesso delle camere dell'ostello (alla faccia di chi diceva che era bellissimo): un posto veramente decadente, camere sporche con letti a castello (eravamo in 10 in una stanza di 6 metri per 5). Qui non c'erano lenzuola, ma il materasso nudo con delle macchie indefinite, una trapuntina altrettanto macchiata e un cuscino con una federa ma ovviamente io ci trovo capelli e addirittura forcine per capelli.

Ok che abbiamo speso 9 euro a testa per una notte, ma io come con altri mi lamenterò un po': stanotte si dormirà vestiti nei sacchi lenzuolo.

La struttura consta di due bagni (sporchi mi pare poco, tanto che mi terrò il “mostro intestinale” fino a Cape Town) con lavabi arrugginiti e una sala cucina con un tavolo di legno (tipo quelli che si trovano nei giardini pubblici) con le fessure fra una tavola e l'altra piene di briciole, sporco vario (eh si.. ci tengo anche a definire lo sporco!).

Dalla cucina si passa poi al giardino (ma quale giardino?) chiuso da un muro con del filo spinato che lasciava presagire la poca sicurezza del luogo, una piscina di quelle gonfiabili al centro con l'acqua ovviamente piovana e un cesso (si, un WC) all'aperto.

Disperati decidiamo di mangiarci su con un'ottima cena di pesce al Fishmarket: in realtà durante il giorno fanno il mercato del pesce e fanno anche da ristorante.

Io mi affido a un piattone unico che offre di tutto: dal baccalà fritto, alle crab cakes, ai gamberi e scampi alla griglia, oltre che una tempura di totani, il tutto contornato da un'insalatina e patate fritte. Chiudo in bellezza con una bella e orgasmica fetta di dolce al cioccolato sommerso da crema chantilly.

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Storia di un amore impossibile...

Dopo la lauta cena ci imbuchiamo in un pub frequentato esclusivamente da studenti locali sulla via principale (Stellenbosch è anche una cittadina universitaria): le ragazze più avvenenti partono alla scoperta della fauna maschile locale senza risultati, io e altre due ragazze rimaniamo a un tavolo a fare due chiacchiere annaffiate da una ottima Castle cercando di non pensare alla notte da incubo che verrà da lì a poco.

Ovviamente non mi sono segnato il nome dell'ostello in quanto non lo consiglio a nessuno, anche se mi rendo conto che un nome poteva essere utile agli altri per evitarlo.

Voto Struttura: 2/10 e sono stato anche generoso.

Km percorsi: 150 km circa

Km totali: 3170 km

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Ma quanto è bello il Sudafrica?? : Love :: Love :

Eh si mi il tuo diario mi riporta al nostro viaggio che mi ha davvero regalato grandi emozioni....e grandi emozioni me le hanno regalate anche le mega mangiate di pesce che abbiamo fatto...a quanto vedo anche te non te le sei fatte mancare!! :grin:

E...belle foto!! :clap::clap:

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15 Agosto: Stellenbosch – Cape Town/Kaapstad

Nota: giornata con poche foto.

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L'incubo ha inizio.

La sera prima mi accingo ad entrare nel sacco lenzuolo comprato al decathlon, vestito.

Che bello.. la taglia del sacco è XXL per una larghezza di 90cm circa.. ma io dico, fesso io, 90cm lo sono quando il sacco è bello steso! Come ci entro l'effetto è quello di una mummia azteca rinsecchita: braccia incrociate senza la possibilità di muoversi se non rotolando insieme al sacco lenzuolo.. ma se rotoli metti la faccia su quello scempio di cuscino quindi sono obbligato a stare fermo, imprecando in silenzio e a sperare che il giorno arrivasse presto.

Inoltre, essendo i letti a castello, se mi muovevo, cingolava tutto, chi dormiva sopra di me si svegliava, si lamentava, ci metteva del suo a far cingolare.. di conseguenza tutti si svegliavano, tutti cingolavano.. ecco mancavano i folletti di babbo natale a cantare “Jingle Bells Jingle Bells”..

Quindi io fermo fermo a soffrire, cercando di dormire un poco, ecco invece quello di sopra che non dorme e quindi si muove, anzi sembra che faccia le capriole dentro il suo sacco lenzuolo.

Alle 4 di notte, rassegnato a non dormire decido di alzarmi e andare in cucina giusto per sgranchirmi le gambe e le braccia.

Il corridoio è talmente freddo e tetro che mi incute un po' di timore: maledetti i film dell'horror guardati prima della partenza, mi immaginavo pure i rumori tetri e il lamento della bambina brutalmente assassinata che si vendica uccidendo gli ospiti della casa.

Accendo le luci della cucina e decido di sedermi al tavolo per dormire un po'.

Alle 5,30 d'un tratto sento un vento freddo alla schiena e mi sveglio di scatto: ero già lì per lì che pensavo a un fantasma che mi si strusciava addosso ma decido di voltarmi e trovo la porta che dava sul giardino (quello con la famosa piscina) spalancata.

Eppure quando ero venuto in cucina era chiusa, per cui dopo quegli attimi di cagarella convengo che fuori sta diluviando e tira molto vento, quindi richiudo la porta ri-maledicendomi di aver guardato i film dell'horror.

Finalmente arrivano le famigerate 7, orario in cui tutta la truppa si sveglia, non ci cambiamo neanche, carichiamo velocemente le macchine e andiamo in centro a fare colazione, praticamente al centro commerciale.

Qui mi consolo con un mega cheesecake naturale e due litri di caffé americano.

Il tempo è veramente orribile, pioggia incessante che non ti fa vedere nulla di lì a 5 metri; cambio qualche euro al cambiavalute accanto al centro commerciale, un po' di incomprensioni sul tasso di cambio e partiamo subito per Cape Town.

Cape Town dista 30km neanche, eppure appena superato il cartello di benvenuto ecco che la pioggia cessa improvvisamente lasciando spazio a un sole che spacca le pietre. Dalla strada vediamo la Montagna della Tavola (Table Mountain), simbolo della città, coperta dalle nuvole, come recita la guida: proprio come una tovaglia!

Decidiamo quindi di dedicare la giornata di oggi alla visita della città piuttosto che all'omonima penisola in quanto stanchi morti, quindi facciamo il check in all'albergo per lasciare i bagagli e il mio mostro intestinale nel bagno.

Cape Town (Kaapstad in afrikaans) si rivela molto ordinata, non caotica, tranquilla e pulita. Dall'albergo ci dirigiamo prima al Waterfront, ovvero il porto, punto forse più turistico di tutta Cape Town, pieno di negozi, malls, ristoranti e turisti europei.

Giriamo quindi per comprare souvenirs, magliette e artigianato (qui comprerò addirittura un altro vassoio in legno). Ci sono negozi di tutte le firme ma i prezzi non mi sembrano molto convenienti, anzi sono sugli standard europei per cui decido di non comprare nulla di vestiti.

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Dopo aver mangiato un sandwich decidiamo di dividerci in due gruppi, chi tornava all'albergo e chi continuava le visite del centro: in 8 assaltiamo un taxi che a malapena accoglieva 5 persone e ci facciamo portare al Castello di Buona Speranza, o forte olandese che si trova in pieno centro storico (???) anzi circondato dai grattacieli!

Il Forte si rivela un buco nell'acqua, non ci dice veramente nulla in quanto completamente spoglio e con poche indicazioni culturali, tanto che faremo solo due foto allo skyline e poi proseguiremo per le vie del centro fino all'albergo a piedi: un'ammazzata.

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Attraversiamo dei giardini pubblici ben curati, pienissimi di scoiattoli alla ricerca di cibo, che si facevano addirittura toccare, che tentavano di sgranocchiare il paraluce della mia reflex scappando quando sentivano lo scatto (infruttuoso perché a distanza così ravvicinata l'autofocus non riusciva a lavorare).

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Saliamo saliamo e arriviamo al quartiere colorato: il Bo Kaap, quartiere coloniale, pieno di moschee, molto carino.

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Vista sulla Table Mountain.

Mentre camminiamo ci accorgiamo che ci stiamo avvicinando alla Montagna della Tavola, ovvero punto opposto a dove si trova l'albergo: in parole povere una ragazza del gruppo seguiva la mappa dove c'era una stella “noi siamo qui” intendendo che lì si trovasse l'albergo, invece non era altro che un negozio di diamanti.

Io e un ragazzo piuttosto burlone, in attesa del taxi, decidiamo di fare una visita: il ragazzo si finge interessato all'acquisto di un diamante da 2000$ dicendo che potrebbe servirgli per un eventuale fidanzamento. La commessa quindi chiama la proprietaria che arriva tutta sorridente, infervorata e piena di speranza di una vendita a buon fine, era addirittura arrivata con blocchi, penne, calcolatrici, bilancette, lente per misurare la luminosità ecc.

Ma nei momenti finali di contrattazione suona il cellulare (proprio dove ci sono cartelli di espresso divieto a tenerli accesi): la ragazza che era fuori ci avvertiva che era arrivato il taxi, quindi il ragazzo si piega in umili scuse dicendo che dovevamo andare via e che saremmo ritornati. Inutile descrivere il volto della proprietaria che era diventato viola passando da tutti i colori della cartina tornasole.

Arrivati in albergo, il tempo di una doccia rigenerante e di scendere nella hall per decidere il da farsi per la serata.

Una ragazza di Milano ci consiglia un locale dove fare un aperitivo, da Ragù: un locale carino aperto da una signora di Milano trasferitasi qui.

Come mettiamo piede nel locale troviamo un ambiente particolare, molto caratteristico (reggiseni che penzolavano dal soffitto per intenderci) e clientela molto elegante.

Ovviamente noi cozzavamo in quanto non vestiti eleganti ma decidiamo di prendere una birra.

Al tavolo insieme a due ragazze non possiamo non notare come i ragazzi del locale fissino me e le ragazze fissino loro: alla fine ci accorgiamo che quel locale in realtà offriva una serata a tema per una clientela omosessuale. Ci facciamo due risate e ci godiamo la bibita, inoltre scoppiamo in una fragorosa risata quando le ragazze del gruppo ritornano deluse dal loro giro “accalappia fauna locale” deluse e i ragazzi erano imbarazzati. :lol:

Dopo questa esperienza ci incamminiamo verso il waterfront alla ricerca di un ristorante dove mangiare della carne.

Ripieghiamo in un locale carino con vista sull'Harbour che prepara carne grigliata di tutti i tipi. Io ero convinto di assaggiare lo struzzo (mai mangiato in vita mia) ma gli ingredienti non mi convincevano in quanto lo presentavano come uno spezzatino con contorno di avocado, arancia ecc quindi alla fine scelgo una classica bisteccona al sangue.

Nel tavolo gira anche uno spiedino di coccodrillo grigliato: alla fine è carne bianchissima, insapore, dall'aspetto un po' viscido e l'assaggio non mi entusiasmerà per nulla.

Dopo la cena, parte del gruppo decide di fare serata al Mama Africa, locale caratteristico dove c'è musica; io invece, distrutto, faccio ritorno all'albergo per riprendermi dalla notte precedente insonne.

Buonanotte Cape Town.

L'albergo è il Dale Court Guest House: a 10 minuti dal Waterfront, molto carino, colazione abbondantissima e gustosa. Le camere sono straordinariamente grandi, con letti tra i più comodi mai provati.

http://www.dalecourt.co.za/

Voto 9/10

Km percorsi: 30km (tantissimi a piedi)

Km totali: 3200km

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