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solshine

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  1. 17 agosto Windhoek – Deserto del Kalahari Oggi si comincia a fare sul serio: colazione ed alle 8.00 si parte verso il deserto del Kalahari. Ci aspettano circa 250 km di cui buona parte, solo per oggi giusto per prendere confidenza, su strada asfaltata. Prendiamo quindi la B1 direzione Mariental e non appena lasciamo la città il panorama comincia a farsi affascinante piante e arbusti, sterpaglie gialle (siamo nella stagione secca), qua e là qualche albero e in lontananza le montagne. Facciamo pausa pipi, acquisto di generi di conforto e benzina a Rehoboth (che è l’ultimo distributore disponibile prima di lasciare la B1) dove mi si presenta una scena che mi ricorda tanto l’Italia : 2 lavorano …gli altri guardano … tutto il mondo è paese! Sosta dove passa il tropico del Capricorno con foto di rito E poi giriamo a sinistra sulla C21 iniziando a percorrere i circa 40 km di sterrato, direi in ottimo stato, che ci porteranno al Lodge. Non appena lasciata la strada principale il rosso che si vedeva accennato tra le steppe diventa preponderante e cominciano a fare la loro comparsa, in maniera sempre più massiccia termitai e nidi di social birds. Ma andiamo con ordine: Il Kalahari è il quarto deserto al mondo per estensione (circa 520.000 kmq), situato a cavallo del Tropico del Capricorno è un deserto semi-arido che si estende su un altopiano nei territori di Botswana, Namibia e Sud Africa. Dal punto di vista geologico la definizione di deserto per il Kalahari è impropria perché in realtà è un gigantesco deposito di sabbia, generato dall’erosione della superficie rocciosa avvenuta lungo un periodo di oltre 10 milioni di anni. I geologi definiscono il deserto del Kalahari la più vasta estensione senza interruzione di sabbia del mondo. Cosa sono i termitai lo sapete immagino … quello che colpisce è che qui sono alti dal metro in su … Il social bird, in italiano tessitore sociale o passero repubblicano (Philetairus socius), è un piccolo uccello diffuso in Africa meridionale che raccoglie e intreccia erba per costruire nidi giganteschi - fino a sei metri di larghezza e più di una tonnellata di peso - che possono ospitare fino a 500 individui. Ciascun nido è diviso in camere separate dove "famiglie allargate" di tessitori trovano riparo e si accoppiano: Ci fermiamo diverse volte e dopo aver percorso gli ultimi 10 km sulla D1268 verso mezzogiorno arriviamo al Lodge che è davvero molto bello, le stanze sono delle casette in mezzo al bush è tutto abbastanza basic ma il posto è bellissimo ed intorno non c’è nulla se non qualche Acacia e sabbia: Ci sistemiamo velocemente in camera, pranzo e alle 15.30 appuntamento per il nostro primo safari. Nell’attesa faccio una lunga chiacchierata con i ragazzi del lodge che sono affascianti dall’Italia e da come funzionano le lingue nel nostro paese: uso dei dialetti e dell’Italiano. Ci restano un po’ male quando gli dico che no, trovare lavoro in Italia, per loro e per noi, non è così facile come pensano. Mi spiegano meglio (Marco ce lo aveva accennato ieri sera) come funziona l’organizzazione dei villaggi ed i rapporti tra le varie etnie: In Namibia ci sono almeno 11 principali gruppi etnici che comprendono cacciatori, raccoglitori, abitanti delle campagne e delle città, ed è ancora forte la rappresentanza tedesca e sudafricana. Il gruppo più cospicuo è quello degli Owambo, che vivono soprattutto nel nord. Altre tribù importanti sono i kavango, gli Herero, i Damara, i Nama e i Basters. Loro per esempio sono Herero. La maggior parte degli abitanti vive in zone rurali e la sua vita è strettamente legata al proprio luogo di origine anche se per una ragione o per l’altra ad un certo punto tutti convergono verso la capitale (“La famiglia al villaggio, gli affari nella capitale!” Mi dicono); i villaggi sono aggregati in base alle famiglie o ai clan e sono diretti da un capo detto “Elenga”. Questo capo villaggio si occupa degli affari locali e dirime le dispute legate all’amministrazione delle terre comuni. L’Elenga risponde a sua volta a un capo più anziano che rappresenta un distretto comprendente decine di villaggi. Questo sistema funziona parallelamente all’amministrazione regionale, collegando la tradizione alla divisione amministrativa moderna. La cosa che mi colpisce di più è quando mi spiegano che per loro è molto difficile, quasi impossibile cambiare la loro condizione sociale anche perché potere studiare non è così facile né così scontato. Mi spiegano inoltre che sono estremamente legati ai retaggi familiari, tribali e di clan per cui se uno è così fortunato da avere successo deve farsi carico della famiglia e del clan. Stiamo ancora parlando quando arrivano i ranger con le jeep per cui saluto i miei nuovi amici e ci lanciamo su è giù per le dune rosse della riserva… facendo conoscenza con l’Acacia: Gli alberi di Acacia Erioloba possono essere alti fino a 17 metri, crescono molto lentamente, ma sono estremamente resistenti alla siccità e al gelo per questo è adattata agli ambienti aridi e sabbiosi e la si trova in gran parte della Namibia (incluso il deserto del Namib) e nel Kalahari. Il tronco è rosso-marrone all’interno, giallo all’esterno e molto duro. I rami più giovani sono di colore più chiaro, e hanno una caratteristica forma a zig-zag, con una coppia di spine bianche di circa 5 cm in corrispondenza di ogni gomito (e vi giuro che se vi beccano il braccio mentre la jeep passa a tutta velocità fanno veramente male!). Neanche il tempo di partire che io sono in estasi… non tanto per gli animali (beh si anche per quello) quanto per il paesaggio di cui mi innamoro perdutamente: Il pomeriggio è comunque fruttuoso anche per gli avvistamenti: Impala, Kudu, Springbok, Orici, Bufali qualche Zebra …: Addirittura il Suricane ed il Formichiere (che a quanto pare non sono particolarmente facili da vedere): qualche uccello (nomi per me assolutamente sconosciuti!): Senza contare LEI SUA MAESTA' la vecchia leonessa che è ospitata nella riserva e che, poverina, mi fa un po’ pena dato che il ranger ci spiega che è entrata in depressione, tanto che quasi non caccia neanche più, quando è morto il compagno ma che non possono sostituirlo perché non lo accetterebbe. Comunque vecchia e depressa o no… ma quanto è bella??? Terminiamo il pomeriggio godendoci il tramonto con un aperitivo sulle dune e poi torniamo alla base. Ora che il sole se ne è andato comincia a fare un freddo becco, saremo intorno ai 3-4 gradi, e non ci aiuta la prospettiva di cenare nel patio praticamente all’aperto … Assaggio per la prima volta la bistecca di Orix e mi piace ma nemmeno la birra riesce a scaldarmi… finito di cenare ci sediamo a chiaccherare attorno al fuoco (le camere non hanno riscaldamento per cui temiamo il momento in cui dovremo spogliarci) e tra una risata ed una battuta guardando lo spettacolo meraviglioso del cielo e cercando la Croce del Sud (trovarla diventerà la nostra sfida e missione), che ovviamente non riusciamo a vedere, comincio a rivalutare i compagni di viaggio, compresa “tacco 12” che ha le sneakers col tacco interno alla Berlusca perché dice che senza tacchi non sa stare, ma ha levato la minigonna, sa accettare le prese in giro e fa anche morir dal ridere per quanto è spontanea nel dire senza filtri tutto quello che le passa per la testa (contenti amanti del happy ending?). La strana coppia, Gianni (78 anni portati alla grandissima) e Raffaella sono di una simpatia travolgente e le battute al povero Marco, che tra l’altro si rovina con le sue mani rivelando di essere “un tipo da relazioni serie, ma per massimo tre anni e mezzo”, si sprecano. Alle 9.30 ci diamo la buona notte ma il cielo è davvero troppo bello per non provare a fotografarlo per cui me ne frego del freddo e mi dedico alla mia prima sperimentazione in notturna. Se il buongiorno si vede dal mattino so già che questo viaggio sarà meraviglioso oltre ogni mia aspettativa: quella del deserto del Kalahari è una regione magica, fatta di colori, silenzi e grandi spazi dove la presenza umana è quasi inesistente.
  2. Spirito di patata! 🤣[emoji51] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  3. Sì certo tu hai visto mentre io immagino soltanto, conosco solo il Sud Africa quindi il mio riferimento è molto limitato, ma nn dirmi che Cape Town o Jsb sono "più africane" che se no ci resto male... [emoji6] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  4. Correva sui tacchi al ritorno all'aeroporto di Monaco X arrivare al Gate...l'ho vista sfrecciare... e Maria Antonietta dietro che arrancava con le birkenstock [emoji23][emoji23] X quanto riguarda Windhoek: Le città in Africa nn sono africane xche nn sono come noi immaginiamo l'Africa, secondo me nn lo è nessuna capitale, soprattutto limitandosi al centro. Poi qui parliamo veramente di una città molto recente in piena espansione (il centro è tutto cantieri e grattaceli in costruzione) costruita in epoca coloniale sebbene su un insediamento molto più antico di cui xo nn resta nulla. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk Decisamente bello e rilassante... peccato il vento che infastidiva nn poco... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  5. Basta il passaporto (validità sei mesi residui e 2 pagine libere), non serve visto e non si paga nulla. Quando arrivi nella sala del controllo devi prendere i moduli che trovi in giro da compilare e lasciare al tipo che ti mette il timbro. Idem quando devi uscire dal paese nella sala dove si fa il checkin devi recuperare lo stesso identico modulo e ricompilarlo.
  6. 16 agosto JSB-Windhoek Atterriamo alle 10.30 in perfetto orario a Windhoek (aeroporto minuscolo dove sia imbarco che sbarco si fanno a piedi, se avete presente Charleroi una decina di anni fa… ecco uguale!) foto segnaletica per l’ingresso nel paese e poi altra fila per il controllo passaporti che per fortuna scorre abbastanza velocemente. Miracolosamente la mia valigia arriva sul nastro tra le prime (non ci speravo) e all’uscita ci aspetta Marco che sarà la nostra guida. A questo punto non posso più nascondermi e mi tocca presentarmi e conoscere il resto del gruppo: una famiglia di Bologna (padre, madre e figlio 18enne), la “strana coppia” nipote e zio ferraresi che han viaggiato in business (‘tacci loro!), Maria Antonietta - la sig.ra che avevo accanto in aereo - che è di Lainate e responsabile commerciale per un’azienda che vende tubi e poi lei: “tacco 12” che si chiama Silvia, è di Brescia e che nel giro di 10 minuti ci racconta praticamente tutta la sua vita: separata da meno di un anno, 3 figli ha girato mezzo mondo e beata lei ha smesso di lavorare per fare la mamma, ora i figli sono con il padre per cui lei si fa la vacanza… Le maledizioni nella mia testa continuano a crescere … approfitto del fatto che gli altri siano a cambiare i soldi per fare due chiacchere con Marco (bel ragazzo, almeno questo) romano ma trapiantato a Riga da tre anni, molto simpatico … l’umore migliora un po’… Intorno alle 12.30 siamo in hotel dove ovviamente le stanze non sono pronte ed in pieno stile africano (ma è l’Hilton eh!) han fatto un mezzo casino ossia l’elenco che hanno loro non corrisponde alla realtà (e per fortuna che gli risultano stanze in più e non in meno!). Nell’attesa anziché stare fermi lì Marco propone un giro in centro con sosta al supermercato. Io che sono assolutamente poco di compagnia avrei preferito avere il “pomeriggio” libero come in teoria era previsto nel programma ma non posso esimermi per cui, sempre mugugnando (tranquilli vi anticipo che poi smetterò di lamentarmi) mi aggrego. Giusto perché immagino ve lo stiate chiedendo: non avendo camere “tacco 12” è venuta in giro in minigonna e tacchi senza alcuna difficoltà … ok per la gonna perché faceva un caldo tremendo … ma ancora mi chiedo come cavolo faccia a camminare spedita (l’ho vista anche correre, giuro!!!) su quei sandali (lei dice che sono comodissimi …). L’hotel è a ridosso della zona commerciale/pedonale in pieno centro, se di centro a Windhoek si può parlare. La città è moderna e assolutamente poco africana con ben poche attrattive. Prendiamo Indipendence av. dove c’è un Craft Market alla nostra sinistra ed una serie di negozi di souvenir a destra, costeggiamo lo Zoo Park, parco cittadino dove gli impiegati della zona fanno pausa pranzo, e poi giriamo in Post st Mall, una via pedonale con bancarelle di oggetti africani al cui termine c’è un centro commerciale. Espletata la missione adattatori (io ne ho approfittato per studiare il supermercato che è un posto dove mi piace andare ovunque mi trovi perché secondo me da molto l’idea delle abitudini e dello stile di vita di un posto) torniamo indietro e Marco propone di fermarci a pranzare da Ocean’s basket che per fortuna è il posto che avevo già adocchiato prima di partire avendolo già provato in Sud africa. Piatto di prawns & calamari con patatine e coca molto buono alla cifra irrisoria di 140 babbei (9 euro). Il pranzo va via veloce senza imbarazzi e cominciamo a prendere un po’ confidenza (e già si capisce che la moglie/mamma della famiglia felice è un po’ una rompicoglioni), sono ancora abbastanza perplessa sui compagni di viaggio ma mi dico che possono solo migliorare! Sazi e soddisfatti riprendiamo la passeggiata e ci dirigiamo alla Christuskirche, simbolo non ufficiale della città che sorge su un’isola pedonale da cui domina il centro. Lo stile della facciata è un misto tra gotico e art nouveau che nelle forme da casetta di marzapane richiama il Parc Guell …insomma una cosa strana che comunque non è poi così brutta come sembrerebbe dalla descrizione: La cosa veramente brutta è l’Indipendence Memorial Museum che si trova lì a fianco: Non siamo entrati quindi non posso esprimermi sulle collezioni, ma architettonicamente è veramente un pugno in un occhio! Completiamo la passeggiata passando davanti alla vecchia fortezza (Alte Feste) che oggi ospita un’ala del Museo Nazionale della Namibia e che è il più antico edificio della città e poi riscendiamo verso l’Hotel. Finalmente le stanze sono pronte (stanza esageratamente grande e qui scoprirò che in Namibia non si usano le porte tra camera e bagno) ed io sono talmente stanca che non ho la forza di fare una passeggiata aggiuntiva ma crollo in stato semicomatoso fino alle 17.30, tramonto al bar del hotel sul tetto briefing con Marco, cena (che culo becchiamo la serata pseudo italiana, belah!) e poi 10 ore di sonno filato.
  7. Panda ti ha risposto in maniera più che chiara, se vuoi un'idea più precisa su cosa c'è da vedere a Washington leggi qualche diario. Philadelphia si può fare in giornata ed i must li vedi ma come non mi stanco di ripetere ci si potrebbe passare tranquillamente anche due o tre giorni e di cose da fare, che normalmente si saltano, ce ne sono: i magic gardens, il tempio massonico, il museo d'arte, eastern state penitentiary, il Municipio, le università, l'italian market ...
  8. Non ti fai un'altra domanda per me fondamentale: Washington in giornata da Ny vale la pena? La risposta è: assolutamente no! Washington merita almeno 3 notti, fatta così tanto vale saltarla, sarebbe solo una sfacchinata. Fatta questa doverosa premessa metti insieme due viaggi e mezzo (considerando che Ny l'hai già vista), è vero che hai 16 gg ma così rischi di saltare da un posto all'altro lasciando per strada tutto quello che c'è in mezzo. Considera pure che ad aprile ancora le giornate nn saranno lunghissime. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  9. Confesso che non usandoli nemmeno in Italia non ci ho proprio pensato... ma io sono una barbona che va in giro in jeans e scarpe da trekking...sono imperdonabile, lo so! Shame on me!!! [emoji23] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  10. 15 agosto CTA-MUC-JSB Una volta tanto la partenza è ad un orario umano, volo Air Berlin per Monaco alle 11.50. Alle 10 sono in aeroporto, con il check-in online faccio il drop del bagaglio che rivedrò (si spera) a Windhoek al banco business saltando la fila immensa dei comuni mortali e la gentilissima sig.na al banco mi cambia anche il posto mettendomi dal lato corridoi corretto (online non mi faceva modificare i posti) per poter stendere il mio “ginocchio di legno”. Volo in perfetto orario ed alle 14.30 sono a Monaco dove ho “appena” 7 ore di scalo … non ho alcuna intenzione di pascolare in aeroporto per cui metro S1 per Marien Platz e giro in centro (pur essendo il 15 agosto c’è una gran confusione ): ed alle 16.30 stop d’obbligo alla Hofbrauhaus per una pausa a metà tra un pranzo e una cena: altra passeggiata digestiva e poi ritorno ai aeroporto dove alle 20.30 puntuali comincia l’imbarco per il volo South African per Johannesburg. Vorrei spendere due parole su SA: che schifo!!! Il volo è schedulato LH ma operato da SA, aerei vecchi e scomodissimi (sedili più stretti di quelli ryan e duri come la pietra), intrattenimento quasi assente (passi che non ci sono film in italiano, non me li aspettavo nemmeno, ma ci saranno 25 film in totale!), monitor e cuffie rotte (ne funziona una ogni 3) corridoi stretti … insomma il viaggio sarà una vera e propria tortura tanto che (e meno male che sono lato corridoio) non faccio altro che alzarmi per dare sollievo alla schiena e passeggiare avanti e indietro. Rimpiango mamma alitalia … ed è tutto dire!! Alle 7.10 atterriamo a Johannesburg dove facciamo il giro dell’oca vagando un po’ alla cieca (il nostro aereo non compare sul monitor …ahhhhh) per arrivare al gate corretto. Nel frattempo tra la fila ai controlli di sicurezza e quella al controllo passaporti adocchio una biondona con minigonna e tacco 12 (italiana) con in spalla zaino Kel12 (il mio TO) … vengo presa dal panico e comincio a rimuginare e a chiedermi chi diavolo me lo ha fatto fare, tanto peggio che la bionda e la tipa con cui parlava me le ritrovo sedute accanto in aereo … E’ chiaro che siamo nello stesso gruppo, anche se io non mi rivelo, ed il ciarlare initerrotto della tipa non fa altro che far aumentare le maledizioni che sto silenziosamente lanciando nella mia testa … : Se volete sapere come finirà vi tocca aspettare la prossima puntata!
  11. Ti aiuto: benzinai=supermercati, trova uno e avrai l'altro [emoji13] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  12. Chicago ti direi almeno 3 notti (quella di arrivo più due giorni pieni), poi se ne hai di più la città stramerita e nn mancano cose da fare/vedere! Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  13. Beh dietro pagamento potrei impegnarmi di più grin: Che poi vi serve solo a farvi aumentare la voglia, X il resto avete già tutto fatto! Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  14. Le 4.30 Pm secondo me sono le 16.30 ... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  15. A una settimana dal ritorno a casa dopo essermi rituffata nel tram tram quotidiano tra lavatrici, ufficio e caldo che sembra più di stare in Africa qui in Sicilia che non nel Kalahari eccomi qui a provare a raccontare il mio, purtroppo, troppo breve ma intensissimo viaggio in Namibia. Comincerò con qualche informazione e consiglio di ordine generale sperando di poter essere d’aiuto a chi decide di visitare questo magnifico paese. Partiamo con lo sfatare un mito: a chi dice che la Namibia non è Africa perché risente ancora della dominazione coloniale e del protettorato sudafricano (indipendenza ottenuta solo 20 anni fa) mi sento di rispondere è vero ma solo in parte. L’influenza europea si vede soprattutto nelle città e si sente nel cibo e nei prodotti che trovate nei supermercati e negozi (la gran parte sono importati quantomeno dal sud africa) ma spostandosi nei piccoli e piccolissimi centri dispersi in mezzo al nulla in cui vi fermerete a fare benzina o una pausa per sgranchirvi le gambe capirete che è Africa, magari un po’ meno povera, ma assolutamente e meravigliosamente Africa. Lo vedrete nei paesaggi infiniti e brulli, nella sabbia rossa e nella polvere che vi sommergeranno, nelle strade in terra battuta, nelle baracche in mezzo al nulla più assoluto, nei ragazzini che giocano a pallone a piedi nudi tra le pietre e che vi fanno un sorriso a 48 denti quando gli regalate un lecca lecca o vi fermate a giocare con loro… e perché no anche nel cellulare che non prende niente assolutamente niente per centinaia di km! E’ un viaggio che con una opportuna pianificazione, qualche accortezza, attenzione e una buona dose di intraprendenza può essere anche affrontato in fai da te, basta essere consapevoli che occorre muoversi anche con un anno di anticipo per la prenotazione dei pernottamenti (a meno che non si decida di dormire in tenda che sia sul tetto o nei campeggi), che si faranno migliaia di km il 95% dei quali su strade non asfaltate (alcune davvero in pessime condizioni ) e che siamo in AFRICA per cui i tempi, le distanze ed i servizi non sono le nostre e nemmeno quelle dell’ovest americano! Le strade: l’unica che ho trovato asfaltata e la B1 che taglia verticalmente il paese, tutto il resto è strada bianca generalmente in buone condizioni a sud, così così nella zona di Sesriem, pessima nel Damaraland e per raggiungere Twyfelfontein (sarò comunque più precisa nel racconto dei vari giorni anche se le condizioni variano addirittura di settimana in settimana) di conseguenza risulta fondamentale o quantomeno altamente consigliato avere un 4x4 e almeno due ruote di scorta. Segnatevi prima di partire le stazioni di servizio e dove fare sosta carburante. Consigli antipolvere: come dicevo ce n’è davvero tanta, tantissima che entrerà ovunque, che respirerete e che diventerà la vostra seconda pelle per tutta la durata del viaggio di conseguenza sacchi dell’immondizia a protezione dei vestiti in valigia sia sotto che sopra, burro cacao e crema per le mani a tempesta (non dimenticate la crema solare xchè cmq il sole scotta anche quando sembra non esserci) ed evitate le lenti a contatto! Per i fotografi riducete al minimo il cambio di obiettivi e passate il tempo a spompettare e pulire. Dotatevi di un filtro e ancora meglio di un polarizzatore: la luce è davvero tanta e molto dura. Adattatore: in Europa non si trova, nemmeno su amazon, ed è diverso da quello del sud Africa. Potete comprarlo per pochi dollari all’arrivo in aeroporto o ancora meglio se fate sosta a Windhoek al supermercato. Cibo: Io non ho avuto nessun tipo di difficoltà, si trova un pò di tutto: molta carne (spesso selvaggina tipo Orice e tutti i vari tipi di antilope, struzzo, beef e pollo) e spesso anche pesce. Patate, barbabietole ed insalata varia (l’acqua è depurata per cui non ci sono problemi di dissenteria). Colazione genere english breakfast e dolci di stampo tedesco. Birre: ne esistono solo due entrambe di produzione nazionale, la Windhoek una lager leggera tipicamente tedesca e la Tafel una doppio malto comunque leggera ma che a me non è dispiaciuta. Le trovate in bottiglia, lattina e la seconda anche alla spina. Dollari Namibiani (detti babbei ): Uno vale circa 15 cents, si possono cambiare/prelevare in aeroporto (c’è sia il cambio che la banca). Fate attenzione a quanto cambiare perché si può fare solo a Windhoek e a Swakmopund per darvi un’idea del costo della vita (decisamente basso per noi) una bottiglietta d’acqua al Lodge (al supermercato costa ovviamente meno) sta tra i 15 ed i 20 babbei, la coca cola idem, la birra tra i 20 e i 30 mentre un bicchiere di vino sudafricano circa 40 (le bottiglie vanno orientativamente dai 250 in su). Per un pranzo completo di bibita a base di pesce in un posto alla mano ma buono siamo circa sui 150 babbei (meno di 10 €). Carte di credito: non le accettano quasi da nessuna parte tranne che in città e nei lodge più grandi, spesso chiedono una spesa minima. Clima: Agosto in Namibia è inverno ma in realtà ho trovato praticamente tutte le stagioni: dal freddo da giubbotto +pile (5 gradi) ai 32 gradi con il sole a picco. Sicurezza: in generale non ci sono grandi problemi di criminalità tranne che a Windhoek e Swakopmund dove ci hanno sconsigliato di uscire a piedi dopo il tramonto, vero è che non si va in Namibia per le serate mondane anche perché il più delle volte vi troverete in mezzo al nulla per cui il problema non si pone Fatte queste premesse sappiate che il mio viaggio è stato un viaggio di gruppo, purtroppo, fatto con TO: ma viaggiando sola e avendo deciso la meta a marzo (ed era già tardi per tutto) non avevo altra scelta. Il giro è stato abbastanza compresso, ma fondamentalmente per i giorni che avevo a disposizione doveva esserlo per forza, il gruppo era relativamente piccolo (eravamo in 8) formato da persone abituate a viaggiare e si è creato un bel clima. Le sistemazioni erano tutte molte belle anche se in qualche caso (all’Etosha in particolare) io avrei più che volentieri sacriificato la bellezza in favore della posizione … anche su questo sarò più precisa nella descrizione delle varie giornate. Cosa mi porto a casa da questo viaggio? Prima di tutto le chiacchere fatte con i vari ragazzi che lavorano nei lodge o durante le soste con la gente del posto: la loro voglia di raccontarti le difficoltà e le speranze della loro vita e per il loro paese e la curiosità di conoscere una realtà tanto distante e diversa dalla loro poi la sabbia rossa e le dune e ancora il cielo, un cielo stellato così bello da sembrare un quadro dipinto dal più grande artista mai esistito... i sorrisi e gli occhi dei bambini, che sono sempre belli ma qui mi sembravano ancora più belli e infine la puzza delle otarie (a guardare le foto ancora la sento…) La scelta del titolo non è un caso, si tratta di un proverbio Namibiano che ben esprime secondo me l’augurio per il futuro e al contempo la sfida (educativa, economica, ambientale, di innovazione e sviluppo) che attende questo giovanissimo paese dove più di un terzo della popolazione ha meno di 15 anni. Di seguito l’itinerario (circa 2500 km): 15 agosto CTA-MUC-JSB 16 agosto JSB-Windhoek (Hilton Hotel) 17 agosto Windhoek – Deserto del Kalahari (Intu Afrika Camelthorn Kalahari Lodge) 18 agosto Kalahari – Maltahoe – Namib Desert (Mirage desert Lodge) 19 agosto Namib Naukluft National Park - Sesriem e Soussvlei (Le Mirage desert Lodge)/ 19 agosto parte II http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/25499-from-little-date-seeds-great-things-are-born-namibia-summer-2017/&do=findComment&comment=677480 20 agosto Namib Desert- Solitaire- Ganab- Hotsas- Moon Valley- Swakopmund (Swakopmund Hotel and Entertainment Centre) 21 agosto Walvis Baai & Sandwich harbour (Swakopmund Hotel and Entertainment Centre) 22 agosto Swakopmund – Cape Cross – Uis- Twyfelfontein (Twyfelfontein Country Lodge) 23 agosto Twyfelfontein – Khorixas – Kamanajab – Otjikandero – Etosha (Epacha Game Lodge) 24 agosto Etosha (Epacha Game Lodge) 25 agosto Etosha – Okahandja- Aeroporto- JSB 26 agosto MUC-CTA Buona lettura...e abbiate pazienza se andrò un pò a rilento ... ma devo sistemare le foto
  16. La partita se vuoi vederla tutta ti porterà via quasi l'intero pomeriggio. Non è prevedibile dire quanto dura xchè il baseball non è un gioco a tempo ma diciamo che mediamente tre ore e cocci, poi ne può durare anche cinque... vedrai che lo sport in USA è un evento sociale per cui più ed al di là del gioco in se (se non conosci le regole e non ti piace il baseball ti sembrerà noiso e lento da morire ... a me invece piace da matti ma io lo guardo anche in tv) la cosa bella è l'atmosfera, si va allo stadio per stare insieme, mangiare e mangiare e ancora mangiare ... Comunque nessuno vi obbliga a stare fino alla fine per cui quando ne avete abbastanza potete andarvene, fate invece in modo di arrivare prima dell'inizio perchè il momento dell'inno è sempre da brivdo. P.S. nel mio diario che trovi in firma c'è la giornata in cui sono andata allo yankee stadium se vuoi farti un'idea.
  17. Attenzione che B&H sono ebrei quindi in generale il venerdì fanno mezza giornata ed il sabato sono chiusi. In particolare mi pare che il 22 settembre sia una festa ebraica X cui è probabile siano chiusi, guarda sul sito X verificare. Anche secondo me musei e statua della libertà meglio la mattina presto: meno folla. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  18. Ovvio che c'è gli americani vanno a birra e coca [emoji854] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  19. Robben Island a me è piaciuta, se decidete di andare ti consiglio però di prendere i biglietti online, vanno spesso esauriti. Noi avevamo comprato i biglietti anche per la Table Mountain. Bo kaap carina ma veloce. A me è piaciuto molto anche il museo dell'aparthaid, toccante e ben fatto. Non è molto grande X cui nn richiede troppo tempo. Il whale watching l'ho fatto e a me al contrario di Ferdero è andata bene: molti avvistamenti anche abbastanza vicini, io ci soffro è appena rimessi i piedi a terra ho vomitato ma nonostante qs lo rifarei [emoji6] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  20. Seconda mano da RCE 380€ 2 anni di garanzia Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  21. I prezzi che avevo trovato io X il noleggio erano folli (con tanto di garanzia tramite assegno o bonifico di X mila € [emoji33]) tanto che alla fine ho lasciato perdere e preso il 70-300 che sarà corto sicuro ma amen (alla fine in sud Africa con 18-105 mi è andata tutto sommato bene... basta accontentarsi [emoji6]) ma almeno lo userò altre volte e lo ammortizzo. Invece da molte parti ho letto (e nn mi stupisce) di polvere a go go X cui partirò con due corpi macchina (uno con montato il grandangolo e l'altro col tele) X ridurre al minimo i cambi obiettivo.... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  22. Occhio che la highway 1 e in gran parte chiusa per frane, crolli e lavori, dai un occhiata al sito http://www.bigsurcalifornia.org/ o alla pagina FB X info aggiornate. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  23. Come già anticipato@mouette vi farò sapere a fine agosto anche se io di giorni ne faccio praticamente la metà ... [emoji17] Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  24. Le cascate sono belle ma alla fine nn così imperdibili, peraltro puoi sempre inserirle in un futuro viaggio... io le ho fatte con il Canada dopo essere stata a NY 5 volte... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  25. solshine

    tour a febbraio

    Ti mancano almeno un giorno a SF ed un giorno a San Diego (in realtà c'è ne vorrebbero altri 2) e magari anche la notte alla Death. Poi tieni conto che è inverno X cui fará buio molto presto il che vuol dire che hai meno tempo per le visite e gli spostamenti. Per la costa bisogna vedere se riusciranno a finire i lavori e se nn ci saranno ulteriori problemi con l'arrivo dell'inverno.... Lascio la parola agli esperti di itinerari xche ti consiglino un giro più equilibrato. Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
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