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MagicJ69

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  1. No davvero... le alternative ci sono, tra ristoranti un pò più turistici e quelli malgasci dove può esserci meno scelta o magari cibo più semplice ma certamente ad un costo molto, molto inferiore..
  2. 10. 22 agosto – Torniamo ad Antsirabe Kirindy Forest è certamente un luogo che merita, così come le escursioni… la bellezza del posto è però inversamente proporzionale al modo in cui sembra essere gestito.. il fatto che alcuni autisti preferiscano dormire in auto piuttosto che andare negli alloggi che spesso vengono loro riservati ci confermano che forse un po’ più di cura ed attenzione lo renderebbe ancor più interessante ed attraente. Oggi torneremo ad Antsirabe da cui proseguiremo poi per il nostro giro, percorrendo la RN7.. la giornata sarà lunga e quindi partenza prevista per le 6, con sveglia prevista per le 5,30. La notte è stata un po’ travagliata.. poi dormito a tratti, anche perchè ci siamo alzati per spegnere la luce visto che la corrente non è andata via come sapevamo (alle 22).. dalle 3 in poi è stato un dormiveglia finchè non decidiamo di alzarci definitivamente e magari fare un giro mattutino nel camp.. chissà che non ci sia qualche sorpresa. Usciamo praticamente prima dell’alba ed il camp è deserto.. Poco prima delle sei arriva qualcuno degli addetti al camp ed accendono i fuochi della cucina. Uno di loro si avvicina e ci chiede se dobbiamo partire… poi si avvia verso la macchina e praticamente sveglia Mamy che crediamo non abbia passato un gran notte scegliendo di dormire in auto.. ma lo scopriamo proprio ora.. Mamy si scusa ma non c’è problema.. si da una rinfrescata e partiamo.. non sono certo 20 minuti a far saltare una giornata che tutto sommato è solo di trasferimento. C’è foschia, soprattutto per i primi chilometri.. ma la strada offre sempre qualcosa di interessante.. Poco prima delle 8 siamo all’Allèe des Babobab.. sosta obbligata.. Un ultimo saluto ci sta.. ma anche qualcosa in più.. resta sempre uno dei luoghi più belli ed affascinanti del Madagascar!! Ma abbiamo tanta strada e la sosta dura poco.. riprendiamo il viaggio fino a raggiungere l’incrocio per Malainbandy che ci riporta sulla N34.. qualche chilometro e ci fermiamo per la colazione.. un bar? Macchè, siamo in un piccolo villaggio nei pressi di un passaggio a livello dove Mamy ci fa assaggiare il caffè malgascio.. davvero buono, nero e forte.. fatto in casa.. non è un locale ma la casa di una famiglia dove gustiamo anche alcune frittelle di verdura ancora calde.. buone anche queste. Ne compriamo anche una decina da portar via.. un modo per dare un piccolo aiuto e soprattutto perché è sempre bello e piacevole il contatto con le persone e con una realtà che tuttavia non manca di farci riflettere.. Ci rimettiamo in macchina.. Antsirabe è a circa 330 km e la strada sappiamo com’è.. per fortuna c'è sempre qualcosa di curioso da vedere.. anche soltanto le persone che si incontrano lungo la strada e quello che fanno. Varcato il ponte sul Manambolo, arriviamo a Miandrivazo dove ci fermiamo per rifornimento e per un piccolo break, approfittandone per vedere un po’ di vita… Il viaggio prosegue tranquillo, nonostante qualche rumorino che viene su dalle ruote della macchina.. Mamy è attento ma non sembra essere un problema.. dopo qualche ora un’altra sosta… Mandoto.. Qui c’è il baracchino della frutta dove ci siamo fermati all’andata e la scena si ripete.. papaya e ananas freschi che mangiamo all’istante, oltre che portar via.. facciamo qualche metro e ci fermiamo per dare un’occhiata al radiatore.. nel frattempo ci incuriosiscono alcune pannocchie appese ad essiccare al balcone di una casa da cui esce una simpatica bimba che attira la nostra attenzione..con qualche foto. Mentre siamo lì esce anche la mamma.. ci salutano entrambe poi la donna scompare e riappare correndo verso di noi con un foglietto in mano.. c’è l’indirizzo per poterle spedire le foto.. allora come non fare qualche scatto in più.. anche questo è un modo per avere un contatto.. e Mamy ci spiega quanto possa essere importante per loro ricevere una lettera dall’estero.. un evento.. piccole ma enormi soddisfazioni per loro.. per noi sarà un vero piacere poter partecipare.. un semplice scatto, sviluppo ed invio. Ripartiamo ma dopo alcuni metri siamo praticamente fermi… siamo in coda e non risuciamo a capirne il motivo.. traffico? Ma no.. ci troviamo nelle retrovie di un funerale che sta attraversando la città… Proseguiamo il nostro cammino finchè non raggiungiamo un altro luogo dove ci siamo già fermati.. Betafo ed il suo mercato.. Mamy infatti ha capito che non apprezziamo molto le loro frittelle e questa volta scendiamo a prendere quelle con il crescione.. buone, calde, appena fatte. Siamo vicini alla meta.. poco prima delle cinque eccoci al nostro hotel.. il Vatolhay.. Viaggio lungo ma tutto sommato non è stato pesante.. una sistemata ed qualche minuto di relax.. Mamy ci chiede se vogliamo tornare a cena da Zandina… ma c’è un’alternativa, un ristorante malgascio.. scelta ovvia, ma dobbiamo avviarci già verso le 19… i ristoranti malgasci hanno orari un po’ diversi da quelli turistici… le nostre abitudini sono diverse ma, in fin dei conti, oggi non abbiamo pranzato e quindi mangiare un po’ in anticipo va bene. Eccoci al “Au boin coin”.. dopo esserci accomodati arrivano due bevande.. locale molto semplice e spartano ma ci sentiamo abbastanza “viziati”.. Mamy recepisce ogni parola e, durante le nostre chiacchierate, Letizia aveva palesato la curiosità ed il desiderio di assaggiare il tamarindo.. ed eccoci qui a bere un succo di tamarindo (buonissimo), mentre aspettiamo l’arrivo dei piatti.. ma non finisce qui.. pochi minuti ed ecco comparire un piatto con alcuni fritti.. specialità di origine indiana con verdura e carne.. buonissime.. tutto ciò prima di buttarci in un bel piatto di salsiccia e fagioli. Buono ma soprattutto è incredibile il prezzo pagato per due.. 12000 ariary (sarebbe stato 11), cioè poco più di tre euro. Siamo soddisfatti… quando usciamo la temperatura non è più quella dell’ovest.. è piuttosto ferschino. Tornati in hotel, qualche minuto per utilizzare la wifi, saluti e buonanotte… Domani, dopo la colazione, partiremo verso la seconda parte del nostro viaggio.. Spese giornata Cena 12.000 ariary
  3. Knysna e Tsitsikamma sono due cose che non metterei insieme come unica meta... personalmente credo che devi calcolare 1 giorno per ciascuna.. se dai un'occhiata al diario magari ti fai un'idea su quello che c'è da fare e vedere (così valuti anche secondo i tuoi gusti).. ed anche i tempi.. PS. per penisola del capo immagino intendi Cape Point e Cape of Good Hope.. magari cerca di sfruttare il tragitto per infilarci la sosta a Simon's Town (Boulders beach) per i pinguini.. ma soprattutto ti consiglio di percorrere la Chapman's peak drive (google maps spesso ti da altre indicazioni perchè ti fa fare la strada più veloce piuttosto che quella panoramica che è davvero spettacolare (noi l'abbiamo percorsa due volte).
  4. L'immersione con gli squali, se non ricordo male, si fanno da Gaansbai... i giorni 21,22 e 23 io li terrei free, nel senso di non prenotare le accomodation.. Considera che gli orari per la whale cruise mi sembra che siano intorno alle 9,00 - 12,00 e poi 15,30/16,00. Quando arrivi a Cape Town magari puoi optare per andare subito verso Hermanus e provare a sentire se riesci a fare subito la whale cruise (noi arrivammo alle 14,30 e siamo andati al tourist office dove ci hanno praticamente inserito nella cruise delle 15,30).. se riesci puoi guadganre un giorno così il giorno dopo ti fai l'immersione con gli squali (l'orario però non è dei migliori e ci vuole tempo perchè devi raggiungere Dyer island).. valuta anche distanze e tempi se intendi passare da Cape Agulhas.. PS. Consiglio la Whale route piuttosto che la N2 tra Cape Town ed hwermanus. Per quanto riguarda i safari organizzati al Kruger si possono prenotare anche sul momento.. per la disponibilità dei camp, conviene comunque monitorare la disponibilità... siamo ancora a gennaio e quindi c'è ancora molto tempo.. spesso si liberano i posti.. e personalmente sono dell'idea che è meglio muoversi in più camp piuttosto che stare più notti nello stesso (sempre secondo la disponibilità, ovviamente) Ovviamente tutto quello che ho scritto si basa sulla mia esperienza...
  5. @Bnx Hai ragione... un lapsus nello scrivere... la passeggiata è con i ghepardi.. però potrebbe mangari esserci un giaguaro emigrato Battuta a parte, ho ritrovato anche l'esperienza fatta da un amico e precisamente è stato presso il Garden route game lodge ad Albertinia (appunto lungo la Garden route a circa 40 km da Mossel bay venendo da CT) @poche80 Sono 200km ed hai poco più di due ore... ma ovviamente i tempi dipendono anche dal traffico e dall'orario... quando abbiamo percorso noi la strada era tutto libero e quindi sia dallo Tsitsi a Jeffreys che il mattino dopo fino all'aeroporto, non abbiamo incontrato traffico, se non un pò in città... Ovviamente nei tempi devi considerare anche l'eventuale rifornimento (ma c'era un distributote proprio attaccato all'aeroporto) e la consegna dell'auto (quando sono andato io c'era un unico parcheggio da cui poi si accedeva direttamente in aeroporto)
  6. Secondo me puoi organizzare meglio il viaggio.. ci sono alcune località che, secondo me, non meritano le soste che hai inserito, a meno che non abbiate motivi particolari (es. Port Elizabeth, ma anche Jeffreys' bay e Mossel bay che sono località di mare.. ma essedno fuori stagione non sono molto interessanti). Valuta l'idea (ti ho inserito qualche link) di inserire Oudtshoorn con le Cango caves ed il safari degli struzzi, piuttosto che Mossel bay... Considera che dallo Tsitsikamma all'Addo hai poco meno di tre ore (la sosta a Jeffreys' Bay non ti serve.. noi l'avevamo messa per il timore del volo del giorno dopo ma con il senno di poi non ci sarebbe stato bisogno) e quindi puoi ragionare anche di raggiungere il parco direttamente (le soste a Jffreys' bay e Port Elizabeth, quindi non ti servono). Inoltre, vicino lo Tsitsi puoi fare (se piace ed interessa) sia il Canopy tour che il Bloukrans Bungee (noi purtoppo non avevamo tempo). Visto che non fai il Kruger, magari puoi pensare una sosta più lunga all'Addo oppure mettere magari qualche altro parco, anche meno conosciuto ma che magari potete ritenere interessante come il Bontebok o magari una notte in una riserva privata così come una visita al Tenikwa dove si può fare una passeggiata con i giaguari (non so se ci sono anche altri posti simili).
  7. Il fossa sembra un gattone ma in realtà è molto umorale ed imprevedibile... di solito non è aggressivo ma qualche incidente c'è stato e resta comunque pericoloso. Effettivamente non sempre si riesce a vedere e per questo devo dire che siamo stati molto fortunati a vederne addirittura due. Tutto naturale... l'effetto è stato creato dal tempo e dagli agenti atmosferici.
  8. Puoi dirlo forte... a me è venuto il torcicollo per cercare qualche coda penzolare dagli alberi o qualche macchia muoversi nel bush.. ma alla fine per gli avvistamenti resta importante il fattore "c".. Comunque per me resta uno dei viaggi più belli che ho fatto.. ci tornerei domani... e credo che tu possa condividere..
  9. ..continua.. Mentre siamo nello spiazzale davanti al ristorante e ci guardiamo un po’ intorno, Chris viene a chiamarci.. c’è un fossa che si aggira nei dintorni.. Facciamo due passi ed eccolo.. nascosto dietro alcuni arbusti.. E’ fermo, ci guarda e poi inizia a muoversi verso di noi.. sembra un simpatico gattone ma non è certo innocuo.. anzi, molto imprevedibile ed umorale.. E’ un maschio… Chris ci invita a non avvicinarci troppo e per sicurezza tiene un bastone tra le mani.. Il fossa ci guarda, fa qualche altro passo e poi si sdraia sul sentiero .. Restiamo ad ammiralo ed a fare un vero e proprio servizio fotografico finchè non arriva qualcuno dal camp che praticamente lo fa rialzare ed andar via.. ma il nostro desiderio è realizzato.. soprattutto perché è un’occasione che non capita sempre. La fortuna oggi è nostra amica.. ed infatti, quando rientriamo al camp, sotto uno dei bungalow ecco apparire un altro esemplare.. Il colore è diverso.. è più piccolo.. ed è una femmina.. Si ferma un attimo, due passi ed eccola andare in cerca di cibo rovesciando un bidone del pattume.. Qualche minuto dopo si allontana anche lei.. siamo davvero contenti .. anche se Kirindy è l’unico posto per poterli incontrare, non è così scontato e Chris ci conferma che abbiamo avuto un fortuna con un doppio incontro. Adesso c’è solo da aspettare per uscire di nuovo per il safari notturno.. Il sentiero inizia a circa due km dal camp. Solitamente si raggiunge in auto ma Mamy non è ancora tornato e così poco dopo le 17,30 ci avviamo a piedi.. Una piacevole passeggiata, facendo due chiacchiere con Chris che ci allieta con alcuni aneddoti ma soprattutto con la storia della sua famiglia e di alcune usanze, credenze e tradizioni malgasce, spiegandoci perché alcuni tipi di lemuri sono così rari.. ed ovviamente anche l’uomo ha la sua parte. Con il sole ormai tramontato entriamo nella foresta.. La nostra torcia non è molto potente e quindi ci affidiamo completamente a lui per gli avvistamenti.. I primi incontri sono con i gufi.. poco dopo ritroviamo lo sportivo, questo piccolo e buffo lemure che vediamo molto da vicino.. Non è facile individuarli, anche se il riferimento sono quelli di ogni safari notturno.. gli occhi. Camminiamo illuminando ogni ramo ma è grazie a Chris che riusciamo a vedere anche alcuni fork marked.. Non sono lontani ma sfortunatamente, oltre a muoversi, neanche abbastanza vicina per poter fare una bella foto.. La vista di un camaleonte è il preludio ad un altro simpatico incontro.. il grey mouse lemur, il più piccolo dei lemuri… è buffissimo.. vediamo un musino sbucare dal buco per poi tornare a nascondersi.. dentro e fuori.. occhietti che appaiono e scompaiono quando lo illuminiamo.. giochiamo un po’ con la torcia prima di proseguire.. Facciamo qualche altro passo e, sul ramo di un albero, ecco un altro piccolo lemure.. l’espressione è troppo forte.. Nella foresta ci sono altre specie notturne ma non è semplice vederli sempre.. la componente fortuna ci vuole sempre.. In ogni caso siamo soddisfatti.. un’oretta e mezza nella foresta ed una bella passeggiata notturna . Ritorniamo sullo sterrato principale dove c’è Mamy ad attenderci.. gli dispiace non essere tornato in tempo ma non è stato certo un problema. Torniamo al camp e ci fermiamo per mangiare un boccone.. Sono appena le 20 ma siamo solo noi.. ci sembra quasi di disturbare.. un silenzio incredibile. Il menu non è molto vario.. io mi lancio sugli spaghetti con verdura mentre Letizia preferisce un semplice piatto di riso.. diciamo che anche il cibo sembra in linea con l’ambiente basic.. ma tutto sommato accettabili. Non ci tratteniamo molto.. anche perchè la corrente è assicurata fino alle 22.. ma questa volta stiamo per superare i record.. Prima delle 21 siamo già a letto.. un po’ la temperature, un po’ l’ambiente ci ispirano a dormire vestiti.. anche se sotto le coperte.. La foresta e la brezza notturna sono l’ultimo ricordo prima di addormentarci.. un’altra giornata che ci è piaciuta.. molto.. Ci saremmo potuti fermare anche a quel che abbiamo visto nel pomeriggio.. il nostro obbiettivo principale era il fossa.. vederne due, maschio e femmina, è stato oltre le aspettative. Spese Cena e bevande Kirindy 31.000
  10. 10. 21 agosto - L’incontro con il fossa: Kirindy Forest Il sole è ancora lontano quando ci svegliamo.. avremo diversi km di sterrato e quindi alle 6 siamo pronti per la colazione… il tempo delle ultime formalità, saluti e si parte.. Poco prima delle 7 siamo sulle sponde del Manambolo, giusto in tempo per vedere il finir dell’alba .. la vita sul fiume si sveglia ed insieme a lei anche macchina fotografica.. sembra avere ancora qualche problema con il flash automatico ma comunque va!! Lungo la strada non c’è nessuno e ne approfittiamo per fare anche qualche sosta fotografica con la scusa di una pausa sigaretta (in compagnia di Mamy, ovviamente..).. ma non manca anche qualche foto al volo.. o menglio, aspettando il volo di un pappagallo che invece non sembra averne voglia.. Raggiungiamo la riva dello Tsiribihina poco prima delle 10 ma dobbiamo prima attendere lo sbarco di alcuni camion e poi che arrivi almeno un’altra auto prima di attraversare il fiume.. Inganniamo il tempo osservando la vita intorno al fiume con i soliti bambini che non mancano di avvicinarsi ed a cui lasciamo un paio di magliette anche se chiedono altro. Quando saliamo sulla chiatta ci sono anche alcune famiglie locali ed il volto di una mamma e della sua bimba malata sono molto toccanti. Rapido sbarco ed eccoci di nuovo sul secondo tratto di sterrato lungo il quale incontriamo persone e ci fermiamo nei pressi di una capanna sperduta lungo la strada dove lasciamo alcuni panini presi a colazione, e delle piccole confezioni di confettura, proprio con l’idea di poterli dare. Alle 12,30 siamo al Kirindy dove il gestore ci accompagna al nostro bungalow.. Kirindy lodge.. in realtà il tutto sembra molto spartano.. ma lo sapevamo già.. siamo nella foresta anche se il costo non è proprio “rurale”. Il bungalow ricorda infatti alcune case malgasce.. assi di legno, tetto in paglia e finestre con aperture che non sembrano essere un ostacolo all’ingresso di eventuali piccoli ospiti.. ma è bello anche così.. in ogni caso c’è la zanzariera del letto che ci proteggerà!!! Lasciamo i bagagli e mentre diamo un’occhiata intorno arriva Mamy con la nostra guida del safari notturno, Chris.. ma c’è la possibilità di fare un’escursione anche nel pomeriggio e quindi decidiamo di sfruttare l’occasione.. appuntamento alle 15. Decidiamo di andare a bere qualcosa di fresco… intanto Mamy ci avverte che andrà a Morondava per far vedere quel problemino dell’auto, anche se tutto è filato liscio..conta però di tornare in tempo per venire con noi al trail notturno. Al ristorante ci sono un paio di gruppi ed una coppia.. ma ecco che arriva un’orda di asiatici (coreani o cinesi) che sembra aver lasciato l’educazione lungo la strada.. mettono il loro cibo sui tavoli, urlano, spostano sedie e tavoli.. gli sguardi degli altri la dice lunga.. per fortuna vanno di fretta perché faranno l’escursione e poi ripartiranno.. fotografano anche calzini appesi ad asciugare.. mah?? Inganniamo l’attesa facendo anche due passi intorno al bungalow prima di tornare nei pressi del ristorante dove, mentre aspettiamo Chris, ecco apparire due simpatici fulvus che si alzano in piedi.. Ma è il momento di iniziare il nostro giro.. Ci inoltriamo nella foresta dove non mancano altri incontri con i fulvus, qualche sifaka ed alcuni gufi che se ne stanno tranquilli sugli alberi.. i sifaka stanno molto sui rami più alti.. la temperatura è calda e nella foresta si sente.. anche per questo i sifaka stanno lassù.. ma soprattutto per restare poi al riparo dal loro nemico da tavola (loro sarebbero il banchetto).. il fossa. Il giro nella foresta è interessante.. qualche baobab, anche in versione “hot”, ma soprattutto ci incuriosisce vedere alcuni occhietti sbucare all’interno di alcuni tronchi.. un piccolo lemure sportivo.. ma è un animale notturno e quindi non esce dalla sua tana.. buffo però vederlo sbucare da un buco. Proseguiamo nella foresta, un passeggiata davvero piacevole, e non mancano certamente altri avvistamenti interessanti e curiosi.. fino ad incontrare anche uno strano rettile.. non sappiamo cos’è e restiamo un attimo fermi ed intimoriti.. ma Chris ci tranquillizza.. Si tratta di uno skink, incrocio tra lucertola e serpente .. 4 zampe che si muovono alla ricerca di cibo, insetti e non solo.. Un’ora di passeggiata e eccoci di nuovo al camp..
  11. 9. 20 agosto - Great Tsingy Il Parco di Bemaraha….. sacro ma anche turistico, uno dei più importanti del Madagascar, soprattutto per la presenza degli tsingy. La giornata inizierà presto, molto presto.. partire verso le 6,30 per evitare le alte temperature che si possono incontrare ai Grandi Tsingy.. questo è il programma e, mentre facciamo colazione Mamy va a prendere la guida, la stessa di ieri, con cui ci siamo trovati molto bene. 17 chilometri, questa è la distanza dall'hotel.. sterrato e non in buone condizioni anzi una delle peggiori strade incontrate finora… in alcuni punti si viaggia a passo d’uomo.. impieghiamo oltre un’ora per raggiungere il parcheggio da cui inizia il trail. Vediamo altre jeep ma siamo ancora pochi.. imbracature necessarie, ma soltanto per alcuni punti del percorso… più per sicurezza che per necessità. Il tempo di dare un'occhiata all'irinerario e, poco dopo le 8, ci muoviamo.. Giro in senso orario con la strada che inizia un po’ a scendere prima di riprendere ad inerpicarsi, seppur leggermente.. poi ci inoltriamo nella foresta. C’è subito qualcosa di interessante.. alcuni fossili, qualche uccello ed una mangusta che sembra essere lì ad aspettare il nostro passaggio.. ma solo per pochi secondi . Poco dopo compaiono anche i nostri amici fulvus.. è sempre bello rivedere i lemuri nel loro ambiente naturale. Cammina cammina, ecco apparire i primi tsingy.. qualche passaggio tra le rocce.. non è molto agevole ma comunque non particolarmente difficile.. occorre solo fare appoggio su queste rocce appuntite.. e qui tornano molto utili i guanti. Il sentiero torna poi all’interno della foresta.. sentiamo voci e poco dopo ecco alcuni sifaka tra gli alberi.. e nel frattempo la temperatura comincia a farsi sentire.. sono appena le 9 e non abbiamo fatto molta fatica.. Il trail passa attraverso vari punti, alcuni con gradoni di pietra piuttosto distanti uno dall’altro.. fino a raggiungere poi una grotta.. lunghetta e, in alcuni punti, piuttosto stretta.. torcia necessaria. La parte finale tende a salire per arrivare poi ad all'allargarsi.. ed all’uscita eccoci al punto in cui inizia il piccolo tratto in cui ci muoveremo con i moschettoni… ma solo per precauzione, non sembra difficile e saliamo tranquilli lungo la parete che ci porta fino al primo punto panoramico. Breve sosta ma il paesaggio, così come i particolari delle rocce, sono davvero belli…e valgono più di ogni parola. Proseguendo c’è la discesa, forse la parte più difficile in percorsi come questo.. ma non impossibile.. tra rocce e pareti, sali e scendi, e qualche altra sosta, raggiungiamo un altro punto importante, il ponte tibetano.. stiamo per raggiungere la vetta degli Tsigy. Ponte sconsigliato a chi ha problemi di vertigini ma, a dire il vero, non abbiamo avuto la sensazione che fosse particolarmente alto.. sarà 50-60 metri. Lo attraversiamo e districandoci ancora un po’ tra le rocce, eccoci al secondo punto panoramico.. Un’altra vista spettacolare ed anche qui ci tratteniamo qualche minuto.. adesso abbiamo bisogno di riprendere anche un po’ di aria e “raffreddarci” .. diciamo come le auto che salgono lungo Dante’s view e che si sono surriscaldate.. anche se in fondo sono passate poco più di due ore. Dopo la salita torna la discesa.. tra le punte aguzze e stretti passaggi riprendiamo il giro.. altri saliscendi prima di prendere le ultime scale che portano verso l’uscita. Ma non poteva mancare un altro tratto “strano”.. qui l’altezza, o meglio, essere più bassi è importante.. una mini caverna che si attraversare inclinati o anche seduti per poi raggiungere una specie di canyon.. Si vede la luce che filtra tra le rocce in alto.. il tutto poi si apre completamente nel punto da cui si risale lungo una scala che, in pratica, chiude il giro tra gli tsingy e ci riporta nella foresta.. il percorso è più lineare, solo con qualche lieve ondulazione.. Dopo pochi metri sentiamo rumori tra gli alberi.. una famiglia di fulvus è li a guardarci attraversare la foresta.. ci avviciniamo lentamente, sperando che qualcuno magari decida anche di scendere. Ci fermiamo divertiti a guardarli per un po’ prima di riprendere il percorso e tornare al parcheggio.. Bello.. soprattutto nel farlo.. e di certo le immagini non possono rendere l'emozione provata. Impegnativo ma non difficile.. dire che alla fine del trail siamo ancora freschi non è proprio vero.. ma neanche distrutti, nonostante un buon ritmo che ci ha permesso di fare il giro in poco più di tre ore. . ma ora desideriamo acqua ed po’ di fresco!! Fa caldo e mentre siamo all’ombra di un grande albero arriva Mamy con fette d’ananas appena tagliate…buonissime.. ci volevano davvero. Nel frattempo il parcheggio si è riempito.. ed arrivano altre auto.. probabilmente sono quelli che decidono di fare in un’unica giornata piccoli e grandi tsingy.. non è impossibile ma certamente richiede qualche sforzo in più e fare il secondo trail con temperature certamente più alte.. noi abbiam preferito goderci con calma entrambe le esperienze e la gita sul Manambolo. La strada di ritorno verso l’hotel sembra più lunga.. finito l’effetto adrenalina. Proseguiamo però dapprima verso Bekopaca, fino alla sede della ANGAP (Association Nationale pour la Gestion des Aires Protégées) per accompagnare la nostra guida.. breve stop al villaggio per rifornimento d’acqua.. ne avremo bisogno. Spuntino e parte l’operazione bucato.. la temperatura è favorevole, meglio sfruttarla prima di ripartire. Ma, mentre siamo in relax, ecco l’imprevisto peggiore che possa accadere in viaggio.. la Canon sembra dare i numeri.. puntando verso alcuni soggetti sento il rumore del flash che vorrebbe alzarsi ma non ce la fa.. poi è il pulsante dello scatto a fare le bizze finchè, pur scattando, non compare nulla sullo schermo.. e neanche dopo. Iniziano i tentativi.. cambio di batteria? Macchè!! Il caldo e l’umidità del corpo mentre facevamo il trail? Boh?!! Il risultato è che non va e non ci sono punti dove portarla.. morale a pezzi e parole che volano nell’aria.. (che non si possono ripetere : WallBash : : Evil : : Andry : ). Meglio non pensarci ed andare in piscina.. urge relax.. ed oggi ce la godiamo davvero.. prima sotto i raggi del sole, poi dopo il tramonto, emulando un i pomeriggi amazzonici dell’anno scorso.. è diverso ma va bene lo stesso.. cocktail, due chiacchiere, aggiornamenti dal mondo e qualche messaggio agli amici prima di ordinare la cena e tornare in camera. Iniziamo a sistemare anche i bagagli.. domani partiremo ancora presto.. sterrato e fiumi ci aspettano prima di raggiungere la Kirindy Forest. Cena ottima, con la zuppa che è diventata un must di questi tre giorni.. come gli spiedini di zebu, i migliori mangiati finora. Ci fermiamo qualche minuto per fare due chiacchiere con Mamy prima di trascorrere l’ultima notte a Bemaraha… non manca il tentativo di far resuscitare la macchina fotografica.. inutile.. e non sembrano esserci soluzioni.. qualche esorcismo non basterà.. forse è davvero completamente andata.. Spese giornata Acqua 8000 Cena 45000+5000 Cockatil piscina 5000
  12. Direi di no.. credo che l'effetto e la forma sia dovuta all'acqua ed al vento.. anche se il colore effettivamente lo lascia pensare
  13. Posso dire che da soli valgono il viaggio..
  14. Mi ero dimenticato questo.. Avanti ed indietro.. ognuno ha i suoi tempi
  15. ...continua... L’ingresso al Parco e l’inizio del trail è nei pressi del fiume.. ammiriamo subito gli effetti del tempo e del vento su queste rocce sacre. Non sono molto alti.. nessun paragone con i “grandi”, che vedremo domani ma ugualmente creano una piccola barriera che, in diversi punti, non fa passare un filo d’aria.. e, nonostante varie zone d’ombra, il caldo inizia a farsi sentire. Il labirinto è molto affascinante, con diversi punti in cui è bene avere un girovita non eccessivo.. oppure essere piuttosto gommosi.. In un paio di occasioni infatti il passaggio è stretto da farci levare gli zaini dalle spalle.. Il percorso però non è molto difficile, anche se tende a salire e richiede qualche sforzo in più. Ed eccoci al primo punto panoramico.. in fondo non è molto distante e questa passeggiata tra le rocce è veramente piacevole. La vista è affascinante.. punte e blocchi di roccia che sembrano essere in perfetto equilibrio.. Proseguiamo tra gli tsingy fino a raggiungere un tratto di foresta dove, inevitabilmente, ci fermiamo ad osservare sifaka che sembrano non curarsi troppo del nostro passaggio. Il percorso riprende a salire, con qualche punto dove bisogna aiutarsi anche con le mani.. ma è più facile a farsi che a dirsi.. Raggiungiamo un altro punto panoramico dove restiamo qualche minuto per goderci la vista ma anche per riprenderci un po’ dal caldo.. non è esagerato ma, anche se piccolo, lo sforzo c’è. Lasciata questa parte rocciosa, torniamo sul sentiero lungo il quale, tuttavia, non mancano alcuni punti particolari dove addirittura passiamo chinandoci.. Un tratto di foresta, con i suoi abitanti (ma questa volta i lemuri sono i fulvus), precede l’ingresso in una zona sacra cui si accede attraverso un passaggio seminascosto tra le rocce e dove ci sono alcuni fossili ed oggetti.. ma l’attenzione viene catturata anche da alcune radici che spuntano dalle rocce.. quanto strana e bella è la natura. Un ultimo tratto tra le rocce prima di raggiungere un sentiero che attraversa il bosco dove il nostro passaggio viene interrotto da un particolare passaggio.. Il passo buffo di un camaleonte che con il suo avanti e indietro, ondeggiando, ci trattiene per qualche minuto... vedendo i suoi movimenti vien voglia di dargli una piccola spinta.. Non è il primo ma vediamo ma è uno degli animali che è sempre piacevole e divertente vedere.. soprattutto in natura. Pochi passi e siamo sulle sponde del fiume… anche qui le sorprese non mancano.. Ritroviamo un altro camaleonte, anche se più grande e dal colore diverso rispetto al precedente, che cerca di inerpicarsi sullo stelo di una piantina.. pochi metri ed ecco una bella farfalla che sembra planare lì accanto proprio per farci ammirare il contrasto tra il blu delle sue ali ed i colori di terra e foglie.. Ma c’è qualcosa che si muove nell’acqua. Ben nascosto ad osservare cosa accadesse e forse infastidito dalla nostra presenza, riusciamo a scorgere la testa di un coccodrillo che si inabissa e svanisce tra le tordibe acque del fiume.. Cerchiamo di seguirne i movimenti ma ormai è lontano.. o forse troppo ben nascosto… quello che vediamo però sono un branco di pesci le cui bocche spuntano a pelo d’acqua ma in un modo è piuttosto singolare. Torniamo verso il sentiero.. è il momento di proseguire.. un saluto ad un altro camaleonte e ci avviamo verso la fine del trail. Luoghi, paesaggi, la particolarità del sentiero e dei passaggi tra le rocce, i lemuri ed i camaleonti, la sacralità di questi luoghi.. una bella esperienza.. Gli tsingy non ci hanno deluso e possiamo dire che è certamente una delle cose più interessanti da fare e vedere. Salutiamo la guida ma è solo un arrivederci.. sarà sempre lei ad accompagnarci domani ai Grandi Tsingy.. siamo entusiasti già al solo pensiero. Raggiungiamo Bekopaka e, dopo aver lasciato guida, ci fermiamo a comprare un po’ d’acqua.. ma non ripartiamo subito.. Mamy si allontana e sparisce dietro una casa per poi ricomparire poco dopo con una sportina.. frittelle di patata dolce e piccole banane fritte.. dopo lo sforzo fatto ci stanno davvero bene .. un’iniziativa che apprezziamo molto. Pomeriggio free.. mentre Mamy proverà a far dare un’occhiata alla macchina nel villaggio (anche se non abbiamo visto meccanici), abbiamo il tempo per sistemare un po’ scarpe e vestiti e soprattutto fare il bucato. La temperatura è calda ed il sole si sente.. non dovrebbero impiegare molto ad asciugare.. Il tempo di finire l’operazione bucato ed eccoci pronti ad andare in piscina.. momento di relax.. c’è già qualcuno.. e tra questi alcuni nuovi arrivi che spikkano un linguaggio conosciuto.. preferiamo restare sui nostri lettini.. magari con un bel cocktail.. Prima di rientrare, ci fermiamo nella hall.. dal nostro arrivo siamo praticamente solo noi e questo meraviglioso paese.. nessun contatto (quasi)... non sappiamo cosa accade nel mondo.. ma forse meglio così.. Pochi minuti davanti alla TV (francese) sono sufficienti.. solo bad news.. attentati, disastri, borse che scendono.. meglio non pensarci.. noi siamo qui.. siamo in viaggio ed in vacanza.. avremo tempo per i pensieri. Torniamo in camera per sistemarci.. cena e breve incontro con Mamy per fare due chiacchiere e per programmare la giornata di domani.. I grandi tsingy sono più impegnativi ed il caldo gioca un bel ruolo.. l’ideale sarebbe partire molto presto ma per noi non è certo un problema, anzi.. Saluti di rito e la giornata si chiude con lo sguardo rivolto ad un bellissimo cielo stellato Spese giornata Cena (in due) 45000 a Mancia guida 5000 a
  16. 8. 19 agosto – Il fiume e gli tsingy Finalmente è arrivato il momento degli tsingy... la giornata però inizierà con una passeggiata in piroga sul fiume Manambolo La sensazione di assoluto relax della vacanza, nonostante le escursioni ed i viaggi non certo agevoli, conciliano il sonno.. ma gli occhi si aprono ancor prima della sveglia. Restiamo qualche minuto seduti al fresco dell’aria mattutina prima di andare a far colazione.. latte, caffè, croissant e pain au chocolat prima di ritrovarci con Mamy che nel frattempo era andato a fare i biglietti e prendere la guida che ci portaerà a conoscere qusti luoghi sacri. La scelta del giro è una combinazione tra i circuiti Andadoany e Ankelioga, così riusciamo ad ammirare non solo gli tsingy ma anche l’intero parco, tra rocce appuntite, labirinti e, immancabili, lemuri. Poco dopo le 8 siamo in prossimità del Manambolo, fiume su cui è possibile fare vari tipi di escursioni.. il nostro (Gorges de Manambolo) durerà circa 1 ora. Saliamo sulla piroga e dopo pochi minuti di navigazione i raggi del sole si fanno sentire.. ma la sensazione è piacevole.. navigare sul fiume in assoluto silenzio e con il rumore leggero dell’acqua al nostro passaggio. Ci godiamo il passaggio tra queste enormi pareti.. rocce con colori e particolari conformazioni in mezzo alle quali vediamo alcuni esemplari di airone che ne stanno tranquilli, il volo di un gruppo di pappagalli ed altri uccelli che iniziano a librarsi nel cielo. Lungo il fiume ci sono poi diverse insenature e grotte e poco dopo sbarchiamo su una di queste.. fossili, stalattiti e stalagmiti.. visita breve ma piuttosto interessante. Pochi minuti dopo stiamo di nuovo navigando.. ci lasciamo alle spalle un nido con delle enormi uova prima di invertire la rotta. Il caldo si sente un po’ di più ma il movimento della piroga praticamente lo trasforma in un piacevole tepore.. il paesaggio intorno è bello ed ovviamente come poteva mancare un simpatico camaleonte che se ne sta in bilico su un piccolo stelo. Le rocce scolpite dal vento così come insenature e grotte si trovano da entrambi i lati.. ma, alzando lo sguardo, vediamo qualcosa muoversi tra gli alberi.. macchie bianche che non lasciano dubbi.. sono lemuri.. poco più avanti il passaggio di alcuni pappagalli saluta il nostro ritorno. Il fiume si è svegliato.. ed anche le persone ed i turisti.. quando attracchiamo ci sono molte auto.. ed anche gli abitanti del luogo sono praticamente già tutti vicini al fiume.. bambini compresi. Scendiamo e ci concediamo un piccolo break prima di iniziare l’escursione successiva. Il Parco, ed in particolare la zona degli tsingy, è un luogo sacro.. Mamy ci aveva già anticipato alcune usanze ma soprattutto alcune cose fady, cioè vietate dalle tradizioni e dalla loro cultura, come indicare persone o cose con il dito disteso.. varrebbe un po’ sempre ed ovunque ma nei luoghi sacri è ancora più importante.. così come appunto è fady fare i propri bisogni, nonostante ci si trovi nel mezzo della natura.. meglio portarsi avanti.. anche perchè ci sarà da bere molto.. ..continua..
  17. Quella che abbiamo fatto per Bekopaka, e che comunque prosgue oltre, è tutta sterrato.. ci sono strade asfaltate, tipo la N7 e qualche altra, ma in diversi tratti sono delle groviere.. questo è anche uno dei motivi per cui non è proprio sicuro fare un OTR senza autista locale..
  18. 7. 18 agosto – Morondava-Bekopaka, 200 chilometri di sterrato La spiaggia di Morondava non ci è sembrata una cartolina di quelle che ti restano impresse ma decidiamo lo stesso di andare a fare una passeggiata mattutina. Con la luce del giorno vediamo anche meglio la zona e l'hote. E’ presto , forse un po’ troppo e dobbiamo ingannare il tempo fino all’ora della colazione.. l’aria è fresca ma tutto sommato piacevole. La spiaggia è vicina e praticamente deserta.. l’orizzonte interrotto dal passaggio di un veliero ed il sole che comincia ad innalzarsi ed a riflettersi su alcune capanne sono il ricordo della passeggiata. Ritorniamo in hotel per finire di sistemare i bagagli e fare colazione.. ma manca una cosa (per me) fondamentale.. l’espresso.. impossibile abituarsi alla petit déjeuner.. troppo leggera!! Meglio pensare alla prossima meta.. anche se prima ci aspetta una giornata di viaggio piuttosto lunga.. Bemaraha è a 200km, tutti percorsi su due lunghi tratti di sterrato.. il primo fino a Belo sur Tsiribihina, il secondo fino alle rive del fiume Manambolo.. Lasciamo l’hotel ma ci fermiamo in città.. Il problema del surriscaldamento della macchina preoccupa un po’ Mamy e uno stop dal meccanico sembra necessario. Cambio della ventola..questa sarebbe la soluzione.. ma ci vorrà un po’ di tempo.. 1-2 ore.. dopo circa mezz’ora però ripartiamo.. forse il problema non è così grave.. fidiamoci del parere tecnico e risparmiamo del tempo. Torniamo sulla N35 prima di immetterci nuovamente sulla strada che porta alla Allèe des Baobabs.. altra sosta per goderci ancora una volta questo paesaggio.. ci sono pochi turisti ma non mancano un po’ di persone locali che passano per andare in città ma soprattutto i bambini.. Si muovono appena vedono turisti, chiedendo soldi o dolci.. ma ormai siamo abituati e questa volta siamo preparati.. qualcuno si accontenta di vedere le foto che scattiamo, altri prendono alcuni pezzi di baguette che abbiamo portato con noi. Salutiamo alberi e persone e proseguiamo lungo la strada sterrata che porta fino a Belo.. qualche chilometro dopo, però, deviamo su un tratto di strada in cui incontriamo qualche capanna, altri baobab ed un piccolo laghetto con le ninfee.. la strada praticamente finisce dove si gira intorno ad una albero speciale.. è il baobab innamorato. E’ una delle attrazioni che volevamo vedere.. è davvero particolare ma non possiamo restare troppo.. Un’altra sosta al laghetto per ammirare le ninfee e qualche altro baobab.. da queste parti non mancano di certo. Lo sterrato è una strada nazionale, l’unica per raggiungere la zona a nord..da qui arriveremo fino al punto in cui dovremo attraversare il fiume Tsiribihina. Si viaggia bene ma soprattutto merito di Mamy.. guida esperta che ci permette di superare diversi 4x4 e taxi-brusse.. tutti abbastanza corretti, ma c’è sempre qualcuno che si distingue.. Mamy intuisce che un taxi-brusse, peraltro abbastanza inclinato per via del peso, non ci avrebbe dato strada.. meglio fare una breve sosta e non stare a mangiar polvere. Raggiungiamo la sponda del fiume verso mezzogiorno.. l’attesa dipende dalle chiatte e dall’ordine di arrivo.. ne approfittiamo per guardarci un po’ intorno. Le chiatte tengono quasi tutte 3 auto.. l’attraversamento dura circa mezz’ora, anche se il tempo non è sempre uguale per via delle correnti e di altri fattori.. è comunque piacevole, anche perchè la giornata è bella e la brezzolina mitiga il calore del sole ed i raggi che arrivano diritti su di noi. L’acqua ha certamente un coloro poco invitante.. restiamo un po’ sorpresi quando vediamo qualcuno che con una tazza prende l’acqua e la beve anche. Dall’altra parte del fiume c’è Belo.. Il momento del trasbordo è sempre molto delicato.. qualche volta sembra che qualcuno abbia anche fatto il “baghetto”.. Quando siamo a terra, Mamy ci fa una piccola sorpresa.. Ricorda che, nelle varie conversazioni, avevamo espresso il desiderio di crostacei, ed in particolare di gamberoni.. ed eccoci qui, fermata all’Hotel du Menabe.. senza dir nulla, aveva chiamato per avvisare del nostro arrivo e di ciò che avremmo voluto mangiare. Questo era l’hotel dove ci saremmo eventualmente fermati a dormire se le condizioni del meteo de della strada non ci avessero permesso di raggiungere Bemaraha.. ma oggi siamo fortunati e soprattutto lo conosceremo come ristorante. Dopo alcuni minuti ecco che arrivano due bei piatti di gamberoni.. il resto è pura libidine del palato. Ripartiamo dopo circa un’ora per iniziare il secondo tratto di sterrato che inizia in prossimità di una grande pietra dove sono incise le varie distanze.. Bekopaka è a 100 km. Sterrato.. terra rossa, arbusti ed alberi, case sparse e piccoli villaggi.. questo è il paesaggio che incontriamo.. ma continuiamo a vedere anche una realtà fatta di una povertà “semplice” e di persone che vivono in condizioni certamente difficili.. Bambini scalzi, qualcuno senza vestiti, che giocano e fanno il bagno in piccoli fiumi o corsi d’acqua.. che portano in giro galline, altri animale da cortile o magari i loro fratellini più piccoli.. ma una costante c’è sempre, un sorriso che, anche timidamente, mostrano al nostro passaggio. Durante una delle soste abbiamo anche occasione di scambiare due chiacchiere con alcune persone che si erano avvicinate.. ovviamente il tramite è Mamy.. è sempre interessante avere un contatto così.. ma questi incontri ti fanno anche riflettere molto.. Ci sarebbe piaciuto scattare qualche foto ma in questi attimi pensi anche che si può rinunciare a qualche scatto e rispettare la vita reale di queste persone che non è certo un’attrazione.. La strada è lunga ma il terreno è compatto e si viaggia bene.. Il paesaggio, la musica e due chiacchiere fanno trascorre il tempo finchè non incontriamo un piccolo tratto con sabbia.. qui la strada si interrompe, siamo arrivati.. pochi metri più in là c’è l’acqua del fiume Manambolo, uno tra i più importanti e soprattutto famoso per le possibilità di escursioni che si possono fare. La distanza tra le due sponde è breve.. solita chiatta, anche se diversa da quella precedente.. pochi minuti e siamo nella zona del parco di Bemaraha. Piccole baracche, ragazzi che giocano a pallone o stanno sulla riva, qualche donna con la sua bancarella ed soliti bimbi in cerca di qualcosa dai turisti.. questa è la vita lungo questo tratto di fiume. Ma non siamo ancora arrivati.. c’è ancora un tratto di strada fatto di ciottoli e pietre.. poi ancora sterrato fino a Bekopaka da cui proseguiamo per qualche chilometro fino al nostro hotel. Siamo molto curiosi del nostro “Vazimba”.. o meglio, questo è il nome che Mamy ci aveva indicato.. ed infatti, quando attraversiamo il cancello d’ingresso di un bel complesso, con pale dei viaggiatori e bungalow, pensiamo ad una deviazione.. Mamy si ferma e dice che siamo arrivati.. il nome che abbiamo appena letto, però, è Grand Hotel du Tsingy de Bemaraha.. è sempre lui anche se ha cambiato nome (e gestione). Il cocktail di benvenuto (fresco) è un vero toccasana dopo il viaggio, soprattutto perché oggi il sole non ci ha mai abbandonato.. L’hotel è carino.. piscina, un hall all’aperto accanto alla reception- bar, bungalow e casette.. ma c’è anche qualche lavoro ancora in corso. Prendiamo possesso della casetta che ci ospiterà qui per le prossime tre notti. Il viaggio è stato lungo.. dopo aver sistemato i bagagli, qualche minuto di relax fino all’ora di cena ci sta davvero bene.. Il menu è vario ed i piatti sembrano interessanti.. ci buttiamo su un’ottima e densa zuppa di patate (e non solo.. ma non chiedetemi cosa ci fosse.. l’unica certezza è il sapore..) e spiedini di zebu con funghi.. un buon modo di chiudere questa giornata. Dopo cena ci fermiamo a far due chiacchiere con Mamy.. programma di domani, un gior sul web (la wifi è solo qui in reception) e, poco prima delle 22, siamo di nuovo in camera.. anzi già sotto la zanzariera che protegge il letto. Gli Tsingy sono lì che ci aspettano. Spese giornata Acqua 4000 ariary Pranzo 35000 Cena 37000
  19. Praticamente la maggior parte delle varie specie, per quanto ne so, dovrebbero essere solo qui .. ne esiste un solo tipo che si può vedere in altri Paesi dell'Africa.. ricordo che ad esempio ne abbiamo visto qualcuno anche al Kruger in Sudafrica (con tanto di foto nel diario) con la speranza di veder penzolare qualche coda.. di leopardo.
  20. Allèe des Baobab Una meraviglia.. immensi, particolari, affascinanti.. i baobab sono davvero unici. L’obiettivo principale è il tramonto e quindi, lasciata l’auto, e data un'occhiata intorno, ci avviamo verso il luogo da cui ammirare il sole che scende. Non siamo i soli ovviamente ma temevamo più gente e qualche difficoltà per trovare la giusta posizione. Quando il sole inizia a mostrarsi dietro i baobab dimentichiamo tutto quello che c'è intorno.. la macchina fotografica inizia a fare gli starordinari mentre ci godiamo le immagini del tramonto ed ogni attimo del sole che lentamente si abbassa sempre di più.. Bellissimo.. immagini come cartoline.. restiamo più di un’ora qui mentre Mamy, per motivi di sicurezza, ci aspetta al parcheggio.. quando il sole è ormai tramontato torniamo vreso l'auto.. c'è ancora un pò di luce per vedere la gente ed i baobab.. ma ora non ci resta che avviarci verso Morondava, apprezzando ancora qualche particolare effetto di luce lungo la strada. Morondava sembra piuttosto caotica.. un gran movimento di auto, perosne, taxi e tuc-tuc.. la confusione sembra ancor più grande con il buio. L’Hotel Trecicogne è nella zona del mare.. raggiungiamo il porto e, dopo aver costeggiato un po’ il mare siamo a destinazione. Non abbiamo molto tempo.. una veloce rinfrescata sarà sufficiente. Mamy infatti ci chiede se vogliamo andare in un ristorante malgascio, avvisandoci che sono molto più alla buona.. non possiamo che dire di sì.. ma gli orari non sono quelli dei ristoranti turistici e quindi per le 19 dovremmo essere lì. Torniamo quindi verso il centro ed eccoci al Warren Stadium.. ambiente semplice.. ci incuriosisce il menu.. lo zebu è sempre presente, c’è anche del pesce.. ma notiamo subito la differenza nei prezzi.. molto lontani da quelli visti finora. La scelta non è difficile.. spezzatino di zebu.. uno con fagioli, l’altro con manioca e cocco.. il piatto sembra interessante.. il sapore non è eccezionale.. la differenza probabilmente sta nel fatto che la carne non è il solito filetto.. ma è comunque un buon piatto. Questa volta ceniamo tutti insieme.. c’è anche Mamy.. spesa totale 21000 ariary in due (poco più di 6 euro... e non siamo su scherzi a parte), compresa acqua e fanta grande.. Ritorniamo al Trecicogne.. la struttura non sembra male ma la camera non ci soddisfa molto.. non tanto per l'ubicazione e la tiplogia quanto per uno strano odore di muffa che io non sento ma che Letizia sembra soffrire molto.. La zona e l’acqua ci fanno notare anche qualche zanzarina.. meglio disfare velocemente i bagagli, sistemarci e metterci sotto le coperte. Domani avremo 200 km di strada sterrata ed un paio di fiumi da attraversare prima di raggiungere il Parco Nazionale di Bemaraha. PS. Purtroppo le foto le pubblico tramite photobucket che spesso mi da qualche problema e quindi cerco di dare una logica al diario.. anche perchè, inoltre, sono davvero tante e selezionarle non è semplice.. mi perdonate, vero?
  21. 6. 17 agosto – Le strade verso l’ovest.. N34, N35 e l’Allèe des Baobabs Semplice tappa di trasferimento?.. no di certo.. Il viaggio fino Morondava sarà lungo, avremo circa 550 km da percorrere ma i dubbi che Mamy ci aveva anticipato nell’organizzazione del viaggio sembrano essere scomparsi..le strade sembrano OK e se il tempo non ci farà scherzi, dovremo riuscire a raggiungere la meta in tempo per il tramonto. Ci scambiamo un saluto mattutino “da lontano” prima di incontrarci e vedere la cartina con l’itinerario di oggi. Colazione con mini croissant, pain au chocolat, caffè ed eccoci pronti.. poco dopo le 7,30 siamo già per la strada. Percorsi una trentina di chilometri arriviamo a Betafo, un villaggio conosciuto soprattutto per il mercato degli zebu ma dove non mancano alcune attrazioni come il lago Tatamarina di origine vulcanica ed un piccolo cimitero con le tombe dei re locali. Nei pressi del mercato ci fermiamo.. Mamy scende velocemente e dopo qualche minuto lo vediamo tornare con una sportina blu piena di frittelle di verdure varie.. calde e troppo buone.. nonostante l’ora, non ci tiriamo indietro dall’assaggiarle.. diciamo colazione bis. Il paesaggio che incontriamo tende pian piano a cambiare mentre cominciamo ad avviarci verso l’ovest.. in queste terre è molto diffusa la coltivazione della manioca.. ed ampie distese con campi non mancano di certo, insieme a bei panorami in cui la strada tende a scomparire in lontananza. Ci fermiamo nei pressi di un campo dove ci sono delle piantine ancora piccole ma, poco più avanti, qualche chilometro dopo Maromandray, ci fermiamo di nuovo.. questa volta nel campo ci sono alcune persone ed avremo la possibilità di avere un contatto diretto sia con questa radice che con la gente che ci lavora. Un paio di famiglie, soprattutto donne ma anche bambini.. stanno raccogliendo e lavorando la manioca che poi verrà portata al mercato o essiccata.. è un alimento molto diffuso, ma il suo consumo prolungato non fa bene alla salute e spesso causa diverse malattie o malessere. Esperienza interessante e, come al solito, non manca il tocco da libro cuore in questi incontri.. lasciamo qualcosa per i bambini (banane e frittelle) e qualche ariary per la donna più anziana, quella che sembra essere il “capo”.. Il viaggio prosegue e l’interesse non manca.. altre immagini suscitano la nostra curiosità.. la strada è un luogo fantastico per conoscere un Paese. Quando siamo nel centro di Mandoto, un paese che si snoda proprio lungo la strada, ci fermiamo nuovamente.. motivi gastronomici.. c’è infatti una bancarella di frutta dove Mamy saluta la signora che ci fa assaggiare alcune fette di ananas e papaya.. buonissimi.. frutta di un sapore eccezionale e poco importa se si trova lungo una statale dove passano auto.. assaggiamo anche il tamarindo ma il sapore sembra diverso dal succo che solitamente si beve.. torniamo a papaya ed ananas.. un altro assaggio prima di comprarne un po’ per il viaggio. Lasciata Mandoto, lo stop successivo è nei pressi di una casa dove c’è del mai disteso, pronto per essere venduto al passante di turno.. ma non siamo noi. Proseguiamo poi incrociando diversi ponti, più o meno piccoli, su corsi d’acqua.. qualcuno dal nome anche curioso, anche se molti sembrano piuttosto secchi.. e, nei pressi di uno di questi ponti arriva un’altra fermata.. ma non riusciamo a capirne il motivo finchè, fatti due passi indietro, vediamo alcune persone lavorare tra l’acqua del fiume e le rocce intorno.. sono cercatori d’oro.. un’attività molto diffusa in Madagascar ma, nella maggior parte dei casi, pochi riescono davvero ad avere successo ed a migliorare la propria vita.. E’ interessante osservare l’impegno che queste persone, grandi e piccini, mettono nel cercare un po’ di fortuna.. e con qualcuno scambiamo anche due chiacchiere. La strada alterna pianura e salite e questo forse provoca un “piccolo” imprevisto.. la temperatura dell’auto è salita, meglio fermarsi.. svitiamo il tappo ed esce un piccolo getto d’acqua calda.. fortunatamente senza problemi.. il problema è un altro.. tra lo sguardo di qualche abitante delle case vicine e di qualche “simpatico” bambino sorridente (questa volta siamo noi l’attrazione), Mamy contatta il proprietario dell’auto.. il problema non sembra grave.. forse è colpa del tappo troppo stretto, o probabilmente l’acqua non viene tirata in modo sufficiente.. dovremo aggiungerla manualmente.. Ne recuperiamo una tanica da una casa vicina e riprendiamo a muoverci verso il centro abitato più vicino, Miandrivazo dove facciamo una breve sosta prima di proseguire. La strada da qui in poi dovrebbe essere più leggera e pianeggiante.. così come interessante è il paesaggio.. soprattutto quando vediamo, proprio lungo la strada, un incendio sopra il quale attira la nostra attenzione la presenza dei falchi che, numerosi, volano sopra il terreno in fiamme.. sono lì pronti a colpire le loro prede.. l’incendio, infatti, fa scappare i vari animali e soprattutto i topi sono un bel pranzetto. Qualche chilometro dopo raggiungiamo il ponte sul fiume Tsiribihina.. anche questa è un’altra occasione per osservare un pò di vita quotidiana della gente che abita nei dintorni di questo che è uno dei fiumi più importanti del Paese e lungo il quale è possibile fare interessanti escursioni. Superato il ponte, dopo qualche chilometro ci fermiamo in un piccolo centro abitato per mangiare un po’ della frutta che abbiamo preso.. la giornata è bella ed il sole si sente.. meglio un posticino all’ombra. Proseguiamo lungo la N34.. ci sono ancora diversi chilometri da fare e, imboccata la N35, il paesaggio tende a cambiare.. terra molto più rossa, fiumi secchi, villaggi più diradati così come le persone che incontriamo per strada.. ed anche la tempertaura sale. La strada inizia poi ad inerpicarsi.. si sente e si vede anche dai camion che viaggiano talmente lenti da essere superati anche da qualcuno in bicicletta.. praticamente a passo d’uomo. Ci fermiamo per qualche minuto in un punto panoramico da cui si può ammirare l’intera vallata e, dopo aver scollinato, rivediamo coltivazioni di riso ma, soprattutto, ci appaiono i primi baobab.. paesaggio molto più verde e rigoglioso.. è quello dell’ovest, dove fiumi e temperature più calde e miti favoriscono l’agricoltura. Non siamo lontani.. Morondava è più vicina e si vede anche da vari posti di controllo della polizia.. più numerosi.. praticamente li “conosciamo” tutti… ma sempre tutto OK. Ogni mtero percorso ci avviciniamo sempre di più alla meta.. non sappiamo bene quanto manca e continuiamo a guardare la posizione del sole che è ancora alto finchè Mamy ci dice che riusciremo anche ad andare alla Allèè des Baobab per il tramonto.. fantastico. La frequenza di villaggi e persone aumenta.. ormai siamo quasi a Morondava ma non la raggiungeremo subito.. vediamo anche più baobab lungo la strada prima di prendere, a circa 10 km dalla città, la deviazione su una strada che porta alla nostra meta. La strada è sterrata e c’è un bel traffico… persone a piedi, carretti trainati da zebu, donne con ceste e bidoni sulla testa.. anche qualche fuoristrada con turisti che sembra essere di ritorno.. pochi minuti e siamo arrivati, pronti a goderci l’Allèe des Baobabs ed il tramonto.
  22. ..Antsirabe e dintorni.. Il giro per la città inizia.. fuori città.. Partiamo dal lago Andraikiba che si trova lungo una strada sterrata, dopo la deviazione dalla RN7 . Andraikiba è un luogo di villeggiatura per molte persone, spesso anche da città vicine quando non anche da Tana. Facciamo un giro intorno ma non ci sembra molto particolare ed attraente.. Mamy ci erudisce con qualche racconto ed aneddoti, prima di avviarci lungo le sponde.. lui resterà nei pressi della macchina.. la sicurezza non è mai troppa. La passeggiata ci permette di osservarlo in diversi punti ma la prima impressione non cambia.. non è un luogo imperdibile anche se ci godiamo questa bella giornata che fortunatamente ci sta accompagnando. Il lago è conosciuto anche per i tanti negozi di pietre preziose.. ma l’affare non è scontato e prendere una “sola” non è difficile.. Ci limitiamo quindi a dare una semplice occhiata. Probabilmente sarebbe stato più bello e particolare il lago Tritriva ma è ad una ventina di chilometri da Antsirabe.. e con queste strade vuol dire quasi un'ora di viaggio.. e probabilmente non avremmo avuto il tempo per godercelo per intero.. oppure avremmo dovuto rinunciare a qualsiasi altro giro della città.. Dopo circa un’ora torniamo indietro e ci fermiamo al Tsena Sabotsy, il mercato del sabato… anche se oggi è domenica ..e, come ogni mercato, è uno dei luoghi più interessanti e reali della città.. Banchi di verdura, legumi e cereali.. odori forti, soprattutto quando siamo nei pressi di alcune ceste con pesce essiccato.. ma non mancano altri classici come l’abbigliamento o oggetti e contenitori in alluminio. Dal mercato ci muoviamo verso un piccolo parco all’aperto, dove ci sono tanti ragazzi e bambini che giocano.. da queste parti si trova una sorgente di acqua gassata e le terme di Rano Visy. Antsirabe, infatti, oltre ad essere nota per le aziende, è conosciuta anche per le sue terme, che attirano molte persone così come per minerali e pietre preziose.. e Mamy di porta a visitare “Chez Joseph”, una fabbrica-negozio dove ci accoglie un signore che ci fa da Cicerone sulle varie pietre grezze esposte (con tanto di piccoli campioni omaggio) e sulla loro lavorazione prima di lasciarci, invitandoci ovviamente a fare un giro per il negozio e con l’augurio di avere due nuovi clienti.. ed in un negozio così qualcosa di interessante si trova sempre.. la regola è sempre la stessa.. due chiacchiere e trattativa a go-go. Dalle pietre preziose ci spostiamo in un altro settore.. andiamo infatti in una “fabbrica” artigianale dove si producono tovaglie e tessuti ricamati.. ma qui l’affare non esce.. non siamo molto interessati. Il giro di Antsirabe ci porta a passare in diversi punti della città.. proseguiamo verso piazza dell’Indipendenza, nei pressi della quale si trova sia la stazione, sia uno dei più famosi e lussuosi alberghi della città, l’Hotel delle Terme che però, da voci di corridoio, sembra aver perso un po’ del suo splendore.. In questa piazza è invece molto interessante il Fahaleovantena Tribes Monument, dove ci sono scolpiti i nomi delle principali 18 tribu del Paese. Una passeggiata intorno ci mostra un pò di vita locale.. Il sole sta calando ed è giunto il momento di avviarci verso l’hotel.. passiamo anche nei pressi della cattedrale, molto imponente, ma non ci fermiamo. Ci diamo appuntamento per cena.. Mamy ci porta al ristorante Zandina, un locale carino, frequentato soprattutto da turisti ma non mancano anche alcune persone locali.. che possono permetterselo. Piatti tipici ma c’è anche la pizza che decidiamo di prendere come antipasto prima di gustarci filetto e spiedini di zebù. Il caffè non può mancare... e la giornata si conclude così.. In hotel prepariamo i bagagli per essere già pronti all’indomani.. sarà una lunga giornata di viaggio verso Morondava e, se i tempi ce lo permetteranno, raggiungeremo la Allèe des Babobab ed proveremo a goderci il tramonto in uno dei luoghi più importanti, nonché simbolo di questo Paese. Spese di giornata (ariary) Zandina 50.000 (44500) Frittelle per bimbi 1000 Acquisti vari e souvenir 45000
  23. La temperatura diciamo che era mite.. il loro abbigliamento non è molto indicativo.. ci è capitato di incontrare qualcuno che aveva un giubbotto e dopo qualche metro magari un altro in maniche di camicia o pantaloncino..
  24. 5. 16 agosto - Sulle strade del Madagascar.. andiamo ad Antsirabe Per raggiungere l’ovest, ed in particolare il Parco con gli Tsingy, faremo prima una tappa ad Antsirabe. Da Tana non ci sono tanti chilometri (sono circa 170) ma la N7 non è il miglior esempio di manutenzione e, come spesso accade, è impossibile calcolare i tempi e soprattutto utilizzare come riferimento quelli indicati dai vari portali tipo googlemaps . Partiremo con calma.. avremo tutto il tempo per raggiungere Antsirabe e visitare poi la città ed i dintorni.. L’appuntamento è alle 8.. siamo già d’accordo di cambiare quale altro ariary, soprattutto perché Mamy ci dice che probabilmente il cambio, in altre città, potrebbe essere più sfavorevole. Colazione, bagagli pronti e partiamo. Prima di immetterci sulla RN7 attraversiamo alcune zone di Tana.. scendendo verso la parte bassa passiamo intorno al lago Anosy con il suo Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, dove in cima c’è la statua dell’angelo nero.. proseguendo poi ritroviamo alcuni mercati.. al solito c’è sempre tanta gente, così come non manca il traffico. Mentre siamo in coda, vediamo che addirittura qualcuno davanti scende dall’auto.. non è traffico normale ed infatti, qualche metro dopo, ci si presenta qualcosa di particolare.. un gruppo di persone che si muovono tutte insieme, quasi festeggiando.. uno degli eventi più tradizionali della cultura malgascia, la riesumazione.. Ne avevamo sentito parlare come un’esperienza molto interessante e Mamy ci spiega che quello che stiamo vedendo è il momento iniziale.. i parenti del defunto si dirigono verso la tomba.. Superiamo il corteo, non eccessivamente numeroso, dove notiamo soprattutto una bandiera e la foto del defunto.. ci piacerebbe poterla osservare nella sua interezza, anche se dura un bel pò.. ma non è escluso che, tempi permettendo, non abbiamo la fortuna di incontrare qualche altra cerimonia lungo la strada e magari fermarci. Usciti da Tana e percorsi alcuni chilometri, ci fermiamo nei pressi di una cascata.. piccola, ma con un paesaggio pur sempre interessante.. In realtà, proprio lungo la strada, non lontano da un sentierino che porta verso il fiume, ci sono alcune bancarelle di souvenir dove poter fare qualche acquisto.. la rafia è il materiale con cui sono fatti la maggior parte ma non solo.. Mamy ci da qualche consiglio per quanto riguarda i prezzi.. la trattativa è d’obbligo e, rispetto a quello di partenza, il prezzo giusto dovrebbe aggirarsi sotto la metà, quando anche 1/3.. Nonostante non siano prezzi esorbitanti (soprattutto pensando al cambio in euro.. ma non è così che funziona), i primi acquisti ci sembrano essere andati bene.. quando ci rimettiamo in macchina, Mamy, come una maestro dell’elementare, ci dice che avremmo potuto far meglio.. dobbiamo migliore nell’arte della trattativa . Probabilmente è così ma, come spesso avviene in paesi dove il livello di vita non è alto, insistere in una trattativa dove stiamo parlando di 2-3 o anche 5000 ariary (e quindi tra 1 e 2 euro) ci sembra quasi di voler sfruttare uno stato di bisogno.. in realtà trattare sul prezzo è soprattutto un modo di comunicare che, per quanto possa sembrare strano, a loro non fa altro che piacere.. L’artigianato locale è vario e pochi chilometri dopo ci fermiamo nei pressi di un venditore di statue (gesso o ceramica).. le immagini più rappresentate sono animali e madonne.. Restiamo qui giusto il tempo di una trattativa.. ma non siamo noi gli attori.. è Mamy che prende accordi per un oggetto che poi passerà a ritirare al ritorno. Proseguiamo quindi lungo la N7 attraversando varie cittadine (o villaggi) come Behenjy, la città del foie gras, e Ambatolampy, che raggiungiamo dopo aver raggiunto i 1400m percorrendo questa strada che ci presenta un’altra particolarità, i cosiddetti “nidi di pollo”, come chiamano da queste parti le buche sulle strade.. ma questi non sono nidi.. sono tane di orso quando non anche di elefante.. ed è certamente uno dei motivi che creano difficoltà negli spostamenti nonché incidenti e rotture. Il lato positivo è poter apprezzare meglio paesaggi, villaggi e, tra questi, particolari costruzioni che vediamo all’interno di alcuni campi..sono le tombe. Le spiegazioni di Mamy non si fanno attendere e scopriamo qualcosa in più della cultura e delle tradizioni del popolo malgascio, tra cui alcune cose considerate fady, cioè vietate dalle tradizioni e dalla loro cultura, come indicare persone o cose con il dito disteso.. soprattutto ciò che è sacro come appunto le tombe. La strada offre molti spunti.. piccole baracche dove si può trovare frutta, carbone, come miele o mattoni.. vediamo anche delle belle pannocchie e, visto il nostro interesse, poco dopo ci fermiamo nei pressi di una specie di area di sosta con tante pentole fumanti.. Ci sono donne ma anche tanti bambini, un’immagine che da l’idea della vita delle persone che tuttavia non sembrano rinunciare mai a regalare un sorriso.. accanto vediamo anche ci sono anche alcuni banchi con dei modellini di camion fatti in legno, molto carini. Le pannocchie però non ci sono.. ma ci incuriosisce molto un’altra cosa.. piccoli involucri chiari che tirano su dalle pentole.. sono i SuluVulu, farina di granoturco pressata con acqua ed avvolta in una foglia per essere cotta.. ovviamente da assaggiare.. ma la mangeremo dopo.. Nel frattempo i bambini si sono avvicinati a noi.. i loro sguardi ma soprattutto le mani protese è una scena che si ripete e che più stringe il cuore.. ma cedere e dar loro dei soldi è il contrario di ciò che andrebbe fatto.. queste persone si aiutano in altri modi, forse un po’ più complessi.. ma troviamo la soluzione del momento.. Compriamo 10 frittelle (soprattutto di verdura) da una delle signore per darle a tutti i bambini.. loro possono mangiare un boccone e la signora ha fatto la sua vendita. Il sorriso e lo sguardo dei bambini sono un ricordo che ci portiamo risalendo in macchina.. E’ il momento però di assaggiare il SuluVulu.. sapore particolare, non è male ma non è qualcosa di leggero. Tra agglomerati di case, più o meno piccoli, risaie, persone che spingono carretti pieni di roba o trascinati dagli zebu, forni fumanti dove si preparano i mattoni ed altri paesaggi trascorriamo il resto del viaggio prima di raggiungere Antsirabe .. qui, nonostante sia una delle città con più aziende e sede di quelle più importanti, la realtà non è tanto diversa.. persone e mercati lungo la strada sono praticamente ovunque. La attraversiamo per un po’ è, poco dopo, siamo al notro hotel, il Vatolahy. L’hotel è carino, una bella struttura ed anche la camera non è male. Un pò di relax e poi pomeriggio free..a spasso per la città.
  25. ..continua.. Lasciamo il parco per rientrare a Tana ma non abbiamo tempi da rispettare.. possiamo goderci la strada e tutto ciò che incontriamo mentre Mamy, tra qualche sosta e foto, ci spiega molte cose della vita del suo popolo. Lungo la RN2 riattraversiamo Moramanga per poi proseguire osservando i tanti “negozi” di frutta e verdura ed i tanti baracchini con il cibo esposto in una specie di vetrina.. ma lungo la strada incontriamo anche molti punti in cui si vende il carbone, cataste di sacchi piene, fatto con i rami degli alberi.. Il paesaggio, però, è caratterizzato soprattutto dalle risaie e dalla gente che ci lavora.. ci fermiamo ad osservare come adulti e bambini lavorino in questi appezzamenti di terra, raccogliendo e riponendo ciuffi d’erba (il riso, appunto).. quando si accorgono della nostra presenza e delle foto, è bello vederli salutare e sorridere. E’ un lavoro faticoso ed usurante.. tutto il giorno nell’acqua fino alle ginocchia non è certamente salutare. Restiamo qui per diversi minuti.. una signora piuttosto anziana si avvicina.. sanno che siamo turisti.. Mamy scambia due parole, le consegna pochi ariary ed un paio di sigarette per i lavoranti.. quando rimontiamo in auto i loro gesti di ringraziamento non mancano.. immagini che incontreremo spesso durante i nostri spostamenti e che rendono l’idea di come (giusto o sbagliato che sia) questa gente riesca a vivere ed ad accontentarsi di poco.. praticamente diremmo “di sopravvivere”. Il riso infatti è il principale alimento, coltivato praticamente ovunque .. Nel frattempo è praticamente ora di pranzo… ma non abbiamo fame, siamo abituati a star leggeri a pranzo.. meglio dedicare il tempo a goderci luoghi e persone. Ci fermiamo per comprare delle banane (un casco ci sta tutto) lungo la strada in uno dei tanti chioschetti.. sono tante, piccole e saporite. La strada prosegue, salendo un po’.. poco prima del Mandraka park (dove però non andiamo) ci fermiamo nuovamente nei pressi di una casa fatta in terra ed assi di legno dove ci sono davanti alcuni sacchi di carbone. Troviamo dapprima due anziani ed alcuni bambini, poi ne arrivano altri insieme ai genitori. Mamy scambia due parole con loro e nel frattempo noi diamo un’occhiata intorno e, soprattutto, all’interno della casa.. un’unica stanza dove probabilmente vivono tutti insieme appassionatamente (contiamo 5 adulti e 5-6 bambini), galline comprese. Le immagini ci restano impresse.. e non ci sembra molto carino fare foto a quelle persone. La povertà che vediamo è vera.. quella di persone che cercano di trovare, giorno per giorno, qualcosa che possa permettergli di mangiare… di sopravvivere.. ma questo non fa perdere a queste persone un sorriso da regalare a due perfetti sconosciuti come noi che si fermano con la curiosità del turista.. Ripartiamo con tanti pensieri e lo stato d’animo di chi tocca con mano una realtà che è davvero molto lontana, o che forse per molti è meglio non conoscere.. una realtà che tanti dovrebbero invece comprendere per apprezzare la fortuna di vivere una vita normale.. la vera sofferenza è il rischio di non avere una ciotola di riso da dare ai propri figli e non l’ultimo modello dell’iphone o i giochi del momento. Ma le scene della vita quotidiana continuano.. nei villaggi le case in terra si confondono con tante baracche ma quello che stupisce è vedere grandi chiese, ben costruite e decorate, in mezzo a questi villaggi così poveri, dove uno zebù è quasi un lusso… e gli zebù li ritroviamo spesso anche lungo la strada, a trainare carretti.. ma non mancano anche persone, ed addirittura bambini, che vediamo spingere carri pieni di ogni cosa… Sono molte le persone che ogni giorno fanno tanti chilometri di strada per raggiungere i mercati o anche solo per andare a scuola.. e le strade non sono certamente ben tenute, oltre ad avere davvero tanti saliscendi. Scene che non si dimenticano.. ma nel frattempo siamo a Tana.. poco prima delle 16 siamo di nuovo in hotel.. sempre lo Chalet des Roses. Un po’ di riposo in camera prima di uscire nuovamente con Mamy per fare un giro della città.. molta gente e traffico… Lasciamo le macchine fotografiche in camera e scendiamo verso i mercati che si trovano vicino piazza dell’indipendenza.. qui c’è di tutto.. arnesi, frutta, streetfood” quasi improvvisati.. addirittura c’è che vende bottiglie di plastica vuote.. attraversarli in auto è un’impresa e bisogna fare molta, molta attenzione… soprattutto quando arriva il buio e ciò che si vede sono le ombre delle persone che si muovono e sbucano da tutte le parti.. dall’alto del nostro 4x4 le vediamo praticamente attraversare davanti e scomparire come se fossero finite sotto per poi rivederle dall’altro lato. Rientriamo in hotel dove per la cena non avremo molta strada da fare.. praticamente una scalinata esterna che raggiunge l’omonimo ristorante, conosciuto per la cucina italiana in cui non mancano pizza e primi.. ma preferiamo qualcosa di tipico.. pollo con riso e spiedini di zebù con patate fritte.. ma, in fin dei conti, perché non sentire qualcosa di "tradizionale".. decidiamo per un antipasto a base di pizza al prosciutto.. non è male ma la vera pizza è ancor ben lontana.. meglio la carne.. caffè e limoncello gentilmente offerto chiudono la nostra cena. La giornata è finita.. non ci resta che andare in camera e preparaci per domani.. non sarà una giornata impegnativa.. raggiungeremo Antsirabe, punto di partenza per poi raggiungere i baobab e gli tsingy. Spese Banane (on the road) 2.000 Cena Chalet des Roses 49.500 + 5.000
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