Vai al contenuto

MagicJ69

UOTR Fans
  • Numero contenuti

    1587
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    9

Tutti i contenuti di MagicJ69

  1. ...le finestra dell'isalo... Verso le 16 eccoci pronti.. prima di partire facciamo un breve briefing con Mamy e con la guida che ci accompagnerà domani nel parco.. decidiamo insieme itinerario e cose da vedere.. ci sono vari percorsi ed un po’ di chilometri da fare.. ma quello proposto ci piace. Arrivederci a domani e pronti a salire in macchina per avviarci verso la fenetre de Isalo.. Lungo la strada c’è un bel paesaggio, con una bella luna che sembra accompagnarci.. incontriamo la roccia chiamata la regina dell’isalo, per la sua forma.. poi una piccola deviazione all’omonimo hotel, quello che ci aveva descritto Mamy.. un lodge molto bello che alcuni turisti addirittura visitano come se fosse un’attrazione.. noi preferiamo goderci il paesaggio intorno e quindi decidiamo di andare direttamente alla “fenetre”. Quando arriviamo ci sono già altri fuoristrada.. non manca occasione per scambiare due chiacchiere con altre coppie di italiani presenti mentre aspettiamo il tramonto.. ma intorno ci sono molte cose interessanti.. Due passi nei dintorni per goderci il paesaggio e la forma delle varie rocce. La finestra è certamente l’attrazione principale ma ci sono appunto altre rocce con forme particolari.. e non manca un po’ di sarcasmo nei confronti dei francesi quando ci viene fatto notare come la forma di una roccia rappresenti il profilo del presidente Chirac.. La bellezza del posto offre molti spunti.. le foto ci permettono di immortalare l’immagine della luna che si intravede dal basso della finestra, rendendo ancor più interessante il nostro giro.. Torniamo nella parte alta.. il sole sta scendendo ed è l’ora del tramonto.. Non è probabilmente tra quelli più spettacolari ed indimenticabili anche se non è mai facile fare dei paragoni con altri luoghi che abbiamo visto in altri viaggi.. ognuno ha il suo fascino.. ed anche questo certamente ha una sua particolarità e bellezza e certamente ne vale la pena.. la presenza di tanti altri turisti, che ovviamente potrebbero dire la stessa cosa, non ci permette di godercelo come vorremmo. Prima di rientrare, facciamo qualche altra breve sosta lungo la strada per goderci ancora un po’ il paesaggio.. Prima di salutarci momentaneamente con Mamy e Romeo, ci organizziamo per la cena.. anche questa sera andremo tutti insieme in un locale malgascio che conosce Mamy.. ci fidiamo ad occhi chiusi ed infatti anche le nostre aspettative non restano deluse. Il ristorante non è certamente stellato .. locale molto semplice che si trova praticamente nel retro di una stazione di servizio all’inizio di Ranohira.. è il Mini Gargotte Nam, un piccolo ristorante cinese dove ceniamo a lume di candela, visto che è tutta la giornata che la corrente è stata praticamente assente.. Un antipastino con un classico frittino (i nam), riso alla cantonese ed una bistecca di zebu con contorno di verdure.. per niente male soprattutto perché il prezzo ci lascia ancora una volta estereffatti.. 9500 ariary, praticamente poco meno di 3 euro in due.. La qualità dei piatti finora è sempre stata piuttosto buona.. l’unico “problema” dei ristoranti malgasci, sono gli orari.. Alle 19,45 praticamente siamo già di rientro in hotel.. e qui non c’è molto da fare.. ovviamente non abbiamo la tv (non che avesse cambiato molto) e quindi non ci resta che dare una sistemata alle foto e pensare al programma di domani, studiando un po’ i punti più interessanti da vedere .. Il trekking con le piscine naturali e la visita al parco ci incuriosiscono molto.. e, nonostante la guida abbiamo evidenziato le distanze, non saranno certo una decina di chilometri, o forse qualcuno in più, a spaventarci. Spese di giornata Acqua 8.000 ariary Patisserie 13.500 Cena 9.500 Varie 2.000
  2. 15. 27 agosto – Da Andringitra alla finestra dell’Isalo L’effetto del camaleonte, il relax della piscina e l’atmosfera del camp hanno conciliato perfettamente il sonno.. nonostante alle 5 siamo già svegli, è stata davvero una gran bella dormita. Il camp ancora sta dormendo.. non ci resta che aspettare ancora un po’ prima di goderci l’alba ed i raggi del sole che si riflettono sullo Tsaranoro.. Il tempo di sistemarci ed eccoci pronti per la colazione, fissata per le 7.. buona ed abbondante, con un ottimo pane caldo e marmellata. Ci fermiamo qualche minuto con Mamy per organizzare la giornata.. oggi ci muoveremo verso Ranohira ed il Parco dell'isalo. Rientriamo al bungalow per l’ultimo saluto al camp, a Seraphine ed allo staff.. tutti molto gentili e sorridenti.. è stata certamente una delle più belle esperienze vissute in questo viaggio, anche se ora è arrivato il momento di ripartire. Lasciamo il camp verso le 8,45.. abbiamo una nuova auto, un 4x4 con Romeo, autista e proprietario.. lui ci porterà in giro per il resto del nostro viaggio mentre Mamy farà da guida. La strada non è tanta ma c’è lo sterrato fino all’incrocio con la N7 ed impieghiamo poco più di un’ora, godendoci il paesaggio della valle, le montagne intorno e qualche incontro volante con la gente.. Poco dopo le 10 siamo di nuovo sulla strada asfaltata, direzione Ranohira. Percorriamo alcuni chilometri e ci accorgiamo che il paesaggio è diverso.. strada diritta, molto più scorrevole e soprattutto con meno buche.. e questo rende certamente il viaggio molto più piacevole.. In alcuni momenti ci sembra di essere in una delle lunghe strade del deserto americano.. qualche sosta non manca, soprattutto quando cominciamo a vedere la montagna denominata Fandana, o anche cappello del prete per la sua forma particolare. Qualche sosta nei pressi di alcuni villaggi vedono scene che si ripetono.. bambini che si avvicinano per chiedere qualcosa.. difficile resistere.. Proseguiamo lungo la strada che sembra non finire mai fino ad arrivare nei pressi della montagna da cui iniziano alcuni saliscendi… Dopo circa 2 ore siamo a Ranohira, cittadina che non sembra offrire molto.. la sua importanza è certamente, e forse esclusivamente, legata al Parco dell’Isalo. Durante il viaggio Mamy ci aveva illustrato alcune delle cose più belle ed interessanti della zona, parlandoci anche di un meraviglioso hotel che si trova proprio a ridosso del parco dell’Isalo..le Relais de la Reine, un vero e proprio resort che avevamo pensato fosse il nostro hotel.. piccola distrazione che ci rende un po’ scettici quando arriviamo all’Orchidee dell’Isalo.. Solo ora ci rendiamo conto di aver perso qualche passaggio.. in più la prima stanza che ci assegnano non ci fa un bella impressione.. si trova nell’ala vecchia dell’hotel e, per quanto fosse comunque pulita, ci lascia molto perplessi.. La nostra espressione non sfugge a Mamy che ci chiede più volte se tutto è OK, nonostante le nostre prime risposte di consenso.. ma si accorge che c’è molta diplomazia e così concordiamo un cambio.. pochi minuti e ci spostiamo in un’altra stanza, molto più bella ed accogliente.. mentre ci dirigiamo verso la nuova camera vediamo che ci sono diversi lavori in giro.. in alcuni punti sembra un vero e proprio cantiere.. piscina compresa.. Ma eccoci in camera.. adesso si che ci siamo!! Ci lasciamo con Mamy e Romeo.. appuntamento per il tardo pomeriggio.. la meta di oggi è la finestra dell’Isalo ed il tramonto. L’ora di pranzo è appena passata e forse è il caso di fare almeno uno spuntino.. nei pressi dell’hotel c’è una patisse rie, non molto economica, ma ci sono alcune cose che ci attirano.. mini spesa e torniamo in camera per goderci lo snack e per un po’ di relax prima di andare alla finestra dell'Isalo per il tramonto.
  3. ...continua.. Siamo in anticipo (o almeno così ci dice Ray) e questo in parte ci da anche la sensazione di come in fondo non ce la siamo cavata male nell’ascesa.. poco dopo le 9,30 riprendiamo a camminare.. La strada ora è in discesa e non ci sono punti difficili né pendenti.. il sentiero praticamente si snoda lungo un piccolo corso d’acqua che porta verso il fondo valle.. Sulla nostra sinistra il massiccio del Tsaranoro ci accompagna costantemente.. alziamo di nuovo lo sguardo ma non vediamo più quei puntini che ci sembrava di aver visto quando eravamo in cima.. Poco dopo capiamo il perché.. sentiamo infatti alcune urla che all’inizio sembrano destare anche un po’ di preoccupazione in Mamy e Ray.. poi invece percepiamo la gioia di chi ha compiuto l’impresa.. eccolì, lassù in cima si intravede qualcosa e sentiamo tutta la loro felicità.. Rispondiamo al saluto e proseguiamo verso la piscina naturale.. da quando siamo partiti dalla cima del camaleonte è trascorsa circa un’ora.. ancora pochi passi e ci siamo.. raggiunta la seconda meta di giornata… Tra le rocce compare infatti questa piscina dove vediamo che c’è già qualcuno.. sono tre ragazze americane che fanno il nostro stesso percorso.. ma al contrario.. probabilmente non è la scelta migliore, sia perché affronteranno l’ascesa con il caldo, sia perché vuoi mettere un bel bagno dopo la fatica di salire fino in cima? Ed insieme a loro c’è anche Ourussa con i suoi due cani.. Saluti di rito, due veloci chiacchiere ed inizia l’operazione piscina. Mentre lasciamo gli zaini e siamo intenti a cambiarci (non avevamo indossato il costume e così un paio di rocce diventano uno spogliatoio.. ma solo per me.. Letizia preferisce solo un assaggio dell’acqua), uno strano insetto attira la nostra attenzione.. Tra gli arbusti verdi vediamo una serie di colori molto accesi che hanno la forma di una cavalletta.. forse non bellissima, ma molto particolare.. Ma intanto l’acqua è lì.. il sole si riflette sulla piscina che ci aspetta.. Pensando allo sforzo, un bel bagno ci sta davvero bene.. ingresso soft, visto che l’acqua è fresca.. ma solo all’inizio, ovviamente.. poi la sensazione è meravigliosa.. ed il sole rende tutto ancor più piacevole.. Restiamo qualche minuto nei pressi della piscina a prendere un pò si sole, prima di tornare sulla grande roccia con gli altri per fare due chiacchierare e rifocillarci un po’.. non manca qualche altra curiosità faunistica come una lucertola abbastanza mimetizzata ed un serpente che vediamo in lontananza muoversi su una roccia e dileguarsi nell’erba.. Circa un’ora di sosta e riprendiamo il percorso verso la foresta dei lemuri. Dopo aver superato una tomba (aperta), eccoci nei pressi della foresta.. è molto all’ombra anche se il caldo ed alcuni tratti di umidità si fanno un po’ sentire.. La attraversiamo cercando di trovare i lemuri ma questa volta la fortuna non è dalla nostra parte.. forse l’ora o la giornata.. ma c’è anche un altro fattore che Raimond ci spiega.. un incendio ha infatti da poco distrutto un tratto della foresta ma soprattutto ha fatto impaurire i lemuri che in parte si sono allontanati o comunque tendono a stare molto più coperti, al sicuro. Non ci resta che proseguire, sperando di incontrarne qualcuno ma soprattutto godendoci comunque la passeggiata nella foresta.. in fondo i catta li abbiamo già incontrati.. qualche pausa ci permette di goderci il paesaggio intorno e rivedere anche il nostro amico camaleonte.. ma guarda un pò dove eravamo.. ne abbiam fatta di strada... Finita la foresta, attraversiamo un campo aperto dove incontriamo alcuni zebu al pascolo.. passiamo accanto a loro ma sembrano molto tranquilli.. Pochi metri avanti incrociamo il rosso della strada sterrata ed il villaggio.. da qui riprendiamo la strada che solitamente percorrono anche le auto, incontrando anche alcuni abitanti del villaggio.. ci guardano un po’ incuriositi.. ed anche noi lo siamo.. qualche sorriso, un saluto nella loro lingue (le poche parole che abbiamo imparato) e proseguiamo fino al camp dove in lontananza vediamo il famoso “bagno con vista”.. un ultimo tratto e siamo arrivati. Dopo circa 7 ore dall’inizio della nostra escursione, eccoci di nuovo al camp.. Ci congediamo da Raimond e restiamo qualche minuto a chiacchierare con Mamy.,. poi ci lascia per un impegno importante.. oggi infatti arriva la nuova auto.. ma questa volta ci sarà anche un autista.. l’appuntamento non è al camp e quindi dovrà andare verso le N7 ad aspettare l’arrivo da Tana.. Restiamo a prendere qualcosa di fresco.. una coca ed un fanta da 1,5 lt, mentre ripensiamo al nostro giro, ci stanno bene.. Bella esperienza.. il trail ci è piaciuto molto.. in fondo non è molto difficile.. La presenza della guida è importante perché in caso di imprevisto è fondamentale sapere come muoversi, qual è il villaggio più vicino, come chiedere aiuto.. qui l’elisoccorso è fantascienza.. Durante la camminata, infatti, Mamy ci ha spiegato quali sono i rischi, pensando soprattutto alle ragazze americane che non avevano una loro guida.. scelta piuttosto avventata, proprio perché la sicurezza c’è solo se tutto fila liscio.. l’imprevisto, quando accade, è già troppo tardi.. proprio per l’impossibilità di un eventuale aiuto. Mentre siamo intenti a rilassarci in "veranda" arriva Ourussah.. restiamo a chiacchierare un bel po’.. ci racconta di sè, della sua esperienza malgascia, della sua vita parigina… il tempo passa e praticamente raggiungiamo il nostro bungalow dopo circa due ore dal nostro rientro… Un po’ di relax.. ma c’è ancora tempo per uscire e goderci ancora un giro per il camp, il panorama ed il tramonto.. o quasi… inganniamo così il tempo fino all’ora di cena.. Alle 19 siamo nella sala da pranzo.. due chiacchiere prima di accomodarci e gustarci il menu.. fiori di zucca (frittelle) ed anatra (ci sembrava di averne contato una in più nel laghetto giusto qualche ora prima… certamente è fresca) cucinata con ananas e con un contorno di patate che ricordano un po’ una tradizione del sud Italia (quelle praticamente tagtliete e cotte tutte insieme, appiccicate o, come si dice da qualche parte, “mpacchiuse”).. ovviamente con il dessert finale.. una bella fetta di ananas al rum.. Altre due chiacchiere dopo cena con Ourussah e madame Seraphine mentre aspettiamo il rientro di Mamy.. ormai è buio e la strada non è delle migliori ma, poco dopo le 20, eccolo.. insieme a lui c’è Romeo, sarà lui il nostro nuovo autista.. Ci tratteniamo qualche minuto per organizzare la partenza di domani.. sveglia e partenza con calma.. non abbiamo appuntamenti.. dobbiamo raggiungere Ranohira e, se riusciamo, andare poi alla finestra dell’Isalo. Spese di giornata Cena 40.000 ariary (in due) Bibite varie 16.000 + mancia staff 2.000
  4. Sono due viaggi molto diversi..così come le realtà socio-culturali.. onestamente non saprei dire qual'è il più bello.. il Sudafrica mi ha lasciato molti bei ricordi.. ed il fatto di fare il giro in assoluta autonomia, anche nei parchi, è sempre qualcosa, per me, da qualcosa in più.. ma ovviamente il madagascar ha una caratteristica particolare.. è unico!!
  5. 14. 26 agosto – Andringitra ed il camaleonte Il massiccio del Tsaranoro è sempre lì che ci guarda.. apriamo gli occhi con una sensazione di assoluta tranquillità grazie alla bellezza della natura, della valle ed all’atmosfera del camp.. il modo migliore per iniziare una giornata che sarà piuttosto lunga.. Il sole ancora sta dormendo quando iniziamo a prepararci.. con Raimond infatti abbiamo concordato il trekking che prevede l’ascesa fino al camaleonte per poi riscendere verso la piscina naturale e proseguire nella foresta dei lemuri che si trova nei pressi del Camp Catta, il camp più conosciuto della valle. Partenza prevista per le 6,30 e, puntuale, alle 6 la nostra colazione è già pronta.. caffè, crepes con marmellata e tanta frutta, anche da portare dietro per il pranzo… qualche minuto per goderci i raggi del sole che si riflettono sulla montagna e siamo pronti. La compagnia parte.. c’è anche Mamy, ovviamente.. il percorso inizia sul versante sinistro del camp ed è subito salita.. il panorama è bello ma soprattutto, dopo i primi passi, vediamo già la forma della montagna che ci sta aspettando, il camaleonte. Superiamo una tomba di pietre e, poco dopo, ecco la prima sorpresa.. Su una roccia vediamo un paio di catta in una strana posizione.. sembrano in meditazione, seduti con zampe aperte e petto rivolto verso il sole… si stanno riscaldando con i primi raggi di sole. Sono piuttosto lontani ma, fatti pochi passi, ne incontriamo altri su un albero intenti a mangiare ma soprattutto nella stessa posizione. Piccola deviazione dal sentiero per avvicinarci a loro.. ci muoviamo piano piano tra gli arbusti.. la posizione e la loro l’espressione sono troppo forti e divertenti.. Restiamo qualche minuto ad osservarli prima di rimetterci in marcia.. e, nel frattempo, il camaleonte diventa sempre più grande.. la sua immagine appare sempre più chiara e meravigliosa.. dovremo arrivare lassù. Il percorso non è difficile ma è sempre in salita.. il panorama e le foto ci permettono qualche piccola pausa anche per riprendere fiato.. nonostante sia presto, lo sforzo, qualche breve tratto tra gradini di rocce, la pendenza ed il caldo si fanno sentire.. ma le occasione per fermarci non mancano.. la valle offre paesaggi davvero incantevoli. Quando raggiungiamo un falso piano la visuale si apre su due versanti.. ma la cosa più interessante è vedere la coda del camaleonte.. Non siamo lontani e non ci resta che percorrere un ultimo tratto mentre ci sembra di essere già sulla coda. Dopo circa 2 ore siamo in cima… si vede tutta la vallata e le montagne ma la nostra attenzione è catturata da alcune macchie colorate che vediamo sulla parete del massiccio ... climbing in corso sul Tsaranoro… un puntino rosso che però sembra fermo.. alcuni metri sopra c’è qualcosa invece che sembra muoversi.. non riusciamo a capire bene di cosa si tratti ma possiamo immaginare che qualcuno, su quella parete, ci sia.. poco dopo, con un po’ più attenzione, ne abbiamo la certezza.. qualcuno sta calando la parete.. ma probabilmente avremo modo di osservarli meglio quando scenderemo sull’altro versante.. Intanto noi siamo arrivati.. eccoci sulla testa del camaleonte.. la vetta è raggiunta.. o almeno è quello che pensiamo.. ma non è così. In realtà Raimond ci spiega che, volendo, ci sarebbe un altro piccolo tratto di “strada” da fare per raggiungere il punto in cui si può dominare tutta la valle.. un piccolo extra che non molti fanno.. e quando ci mostra il mini percorso capiamo il perchè.. un tratto per niente agevole anzi, molto pendente.. ci vogliono certamente buone scarpe per far presa sulla roccia.. Letizia è piuttosto titubante e non convinta.. Nel frattempo io inizio a scendere con Raimond lungo questo tratto molto ripido.. si arriva ad un punto dove la roccia finisce e bisogna fare un piccolo saltello per passare dall’altra parte.. sotto, il vuoto...ma il più sembra fatto.. ormai ci siamo!! Quando mi giro, vedo Mamy e Letizia muoversi lungo il pendio.. è riuscito a convincerla a venir giù.. li raggiunge Raiomond, per dare una mano ma soprattutto per avere un margine di sicurezza in più visto che comunque si scende senza alcuna imbracatura… e, seguendo le indicazioni, ecco che arriva anche lei.. brava!!! Adesso possiamo raccontarcelo.. Siamo davvero in cima al camaleonte.. Non ci resta che goderci questo meraviglioso panorama ed immortalare questi momenti.. bello, davvero bello!! Ma è giunto il momento di tornare indietro.. c’è da rifare il medesimo tratto, ma ripercorrerlo in salita dovrebbe essere più semplice.. più o meno. La pendenza c’è così come un po’ di timore.. fatta la mini scalata, ci fermiamo sulle rocce per concederci qualche minuto di pausa.. ma ci sta anche un autoscatto di gruppo.. Il tempo di un rapido cambio maglia, necessario soprattutto per la presenza di qualche folata d’aria che ogni tanto si fa sentire e che non è l’ideale dopo lo sforzo, ed eccoci di nuovo pronti.. Qualche ultimo scatto, un break per il classico ricordo "marlboriano" e la marcia riprende... ...continua....
  6. Non credo sia per gli animali.. anche perchè al più credo che possa entrare qualche catta Forse per favorire la pennica o per addormentarsi meglio, visto che comunque può dondolare..
  7. ...continua.. Tsarasoa camp e dintorni.. La strada per il parco è una delle più brutte (dal punto di vista delle condizioni) fatte finora.. quando deviamo dalla N7, infatti, capiamo da cosa derivassero i dubbi che Mamy ci aveva sempre fatto presente nella programmazione dei tempi delle varie tappe.. basta una pioggia improvvisa ed alkcune strade sarebbero state davvero impraticabili. E questa strada è davvero molto difficile da percorrere.. per fortuna il paesaggio intorno è interessante e lo diventa sempre di più avvicinandoci al camp.. Dalla deviazione ci sono poco più di 25 chilotemetri ma bisogna andare davvero piano, soprattutto per non rischiare di lasciarci la macchina.. e così impieghiamo poco più di un’ora prima di vedere le montagne del parco ed imboccare la stradina al TsaraSoa, il nostro camp. L’atmosfera è fin dall’inizio molto accogliente.. t Troviamo un gruppo che sta per ripartire e subito dopo eccoci alle presentazione con madame Seraphine, colei che gestisce il camp.. Scaricati i bagagli, eccoci nel nostro bungalow.. bello e con una meravigliosa vista sulla valle e sui monti.. è su due livelli, con la camera da letto al piano superiore dove praticamente il letto è appeso al soffitto con dei tiranti.. dormiremo sospesi. Il camp è carino anche se in alcune zone sembrano esserci ancora lavori in itinere.. un breve giro nei dintorni ci sta tutto… il panorama è bello e nel camp non mancano alcuni cose particolari come il barbeque solare o il bagno panoramico. Torniamo verso la “hall” e ci fermiamo a bere qualcosa prima della cena e nel frattempo alcuni bambini ci mostrano le loro doti acrobatiche.. poco dopo arriva Raimond, un ragazzo sarà la nostra guida per l’escursione di domani.. Ray ci propone le varie alternative sui trekking ed alla fine decidiamo combinare l’ascesa fino alla cima del camaleonte per proseguire verso la piscina naturale e la foresta dei catta.. un percorso di circa 6 ore che ci ha subito ispirato. La cena è prevista intorno alle 19-19,15.. ma abbiamo tempo e così ne approfittiamo per ub altro giro nei dintorni e qualche altra foto.. il tramonto non è di quelli da cartolina ma c’è un magnifico cielo e si vede già la luna.. Nel camp, pensiamo, siamo solo noi e lo staff.. quando arriviamo nella sala da pranzo vediamo persone che suonano, ballano e cantano.. ovviamente ci invitano a partecipare ed è impossibile dire di no.. esperienza divertente, molto divertente.. bella atmosfera prima di iniziare la cena.. Tavolo per tre.. chissà come mai.. pensiamo Mamy ma in realtà con noi c’è Ourussah, una ragazza che abbiamo visto nel pomeriggio istruire il personale e che continua a dare indicazioni anche durante la cena.. training on the job in progress... Menu completo.. zuppa di verdure, pollo ai peperoni con “contorno” di spaghetti e dessert.. banane al cioccolato.. Ourussah è simpatica e cordiale.. molto loquace.. ed in viaggio è sempre piacevole intrattenersi con le persone.. Finita la cena, il camp è praticamente deserto.. dal balcone del bungalow ci godiamo la vista della valle dove si intravedono le forme delle montagne e qualche piccola luce dei villaggi intorno.. Ma non sono neanche le 9.. non possiamo certo andare a dormire.. inganniamo il tempo sistemando un po’ i bagagli e dando un’occhiata alle foto prima di provare la sensazione di dormire sospesi nell’aria. Spese di giornata Varie (antaimoro) 15.000 ariary Cena 40.000 ariary
  8. Qualche immagine live dei catta di Anja:
  9. ...Anja.. La nostra guida è uno dei fondatori dell’associazione che gestisce la riserva che è nata con lo scopo di insegnare alla popolazione il modo di coltivare e lavorare la terra ma anche conservare e far riprodurre le specie animali presenti nel parco.. il tutto finanziato appunto attraverso i biglietti dei turisti. La visita si prospetta subito interessante.. fatti i primi passi, eccoci subito di fronte alcuni simpatici catta.. foto e riprese ci tengono fermi per diversi minuti.. ma sono molto vicini e ne vale la pena.. Llungo il sentiero, poco dopo, ecco un camaleonte di dimensioni notevoli.. scorgiamo poi il lago dove ci sono già altri turisti attratti da alcuni pulcini ma soprattutto da un enorme coccodrillo che se ne sta a prendere il sole su un masso in mezzo al lago.. Ma l’attrazione principale restano i catta ed è divertente vederli muoversi, saltare, giocare tra i rami. I lemuri sono davvero tanti.. dovrebbero essere circa 700 quelli presenti in questa riserva.. è il risultato del ripopolamento curato dall’associazione.. ben fatto!! Nonostante ora e sole li incontriamo abbastanza spesso.. ..e non mancano alcune famiglie con i piccoli tenuti come in un marsupio dalla loro mamma. Vederli è un piacere e le foto sono davvero tante, soprattutto per alcuni particolari, il modo di muoversi, lo sguardo ed alcune espressioni.. Dopo circa un’ora torniamo a percorrere il sentiero al contrario.. ovviamente le occasioni per incontrarli nuovamente non mancano.. quando siamo nei pressi del lago li vediamo saltare e muoversi in un prato.. è il momento del loro spuntino.. alcuni, infatti, sono intenti a leccare l’argilla. Scenario divertente.. è bello trovarsi in mezzo a loro, anche se quando ci avviciniamo troppo tendono a defilarsi.. restiamo ancora un po’ insieme ai catta.. sono tanti e li ritroviamo anche quando attraversiamo il prato per riprendere il sentiero verso l’uscita.. La presenza dei turisti spesso vuol dire anche qualcosa da mangiare.. ma non in modo selvaggio.. le guide spesso danno qualcosa.. e questo i catta lo sanno.. per questo sono lì nei dintorni.. Dopo questa bella passeggiata di circa un paio d’ore, eccoci al parcheggio dove ci fermiamo qualche minuto ad ammirare il paesaggio dietro la foresta dei lemuri, prima di ripartire.. E' stato carino incontrare i catta.. questa riserva spesso non è inserita negli itinerari ed infatti non eravamo sicuri di riuscire a vederla.. ma alla fine ne è valda davvero la pena.. E' il momento di rimetterci in macchina.. percorriamo circa una ventina di chilometri sulla N7 ed ecco l'indicazione per Andringitra, uno dei parchi che siamo molto curiosi di scoprire..
  10. 13. 25 agosto – Da Fiana ad Andringitra..ed i catta I chilometri di oggi non sono molti (120 circa) ma la strada è quello che è e faremo qualche tappa intermedia prima di raggiungere il parco di Andringitra ed il camp (Tsarasoa) che in origine sarebbe dovuto essere il Camp Catta e che abbiamo dovuto cambiare per alcuni “problemi gestionali”(litigio familiare con tanto di comunicazioni sul sito reltaive al fatto che non sraebbero stati in grado di assicurare le prenotazioni.. Mamy ha così deciso per una immediata sostituzione.. rischiare non era proprio il caso). La giornata inizia, al solito, presto ma l’appuntamento con Mamy è dopo la colazione… classica petit dejeneur, per niente vicina ai nostri gusti e quindi prevediamo di fare un salto in qualche bakery o simili per un croissant o meglio, pain au chocolat… Carichiamo i bagagli mentre osserviamo la città che si sveglia.. scene di vita quotidiana e della gente che inizia la propria giornata lavorativa… Un giro per la città, prima di fermarci nei pressi di un mercato.. Mamy si allontana e mentre aspettiamo scambiamo due chiacchiere con una ragazzina che alla fine riesce a convincerci ad acquistare un foglio decorato (tipo carta da lettere) che fanno a scuola.. sarà vero? Beh, il viso e soprattutto la voglia di comunicare ci convincono.. Poco dopo ecco Mamy con un sacchetto.. con pain au chocolait enormi e qualche frittella dolce.. praticamente come Aladino, esprimiamo un desiderio e si realizza. Ripartiamo verso la parte alta della città e alcune scene ci colpiscono ancora una volta.. praticamente si fa di tutto per (soprav)vivere… Quando siamo nei pressi della Cattedrale di Ambozontany, imbocchiamo una stradina che sale, molto stretta, fino a raggiungere un punto panoramico da dove si vede tutta la città… chiese, palazzi vari, scuole e lo stadio… Mamy ci fa poi notare la Statua del Cristo.. un po’ come a Rio, anche se “leggermente” più piccola… Una breve sosta alla Cattedrale, giusto per qualche foto, ed eccoci pronti a ripartire… lasciamo Fiana ed torniamo a muoverci lungo la RN7. Abbiamo capito com’è fatta la N7.. ma per foruna non manca qualche altra sosta per ammirare il paesaggio, le risaie, le persone che lavorano ma soprattutto il contatto umano.. sguardi e sorrisi dei bambini, a cui quando è possibile lasciamo qualcosa, danno sempre belle emozioni.. ma fanno anche, al solito, pensare.. e non mancano i controlli della polizia.. due in meno di un chilometro di strada. Le immagini si susseguono.. incontriamo alcune case dove lavorano la corda ed abbiamo anche la fortuna di assistere alla cattura in diretta di un boa nei pressi di una “fabbrica” di mattoni (in cottura).. sembra una festa più che la sensazione di un pericolo sventato. Campi di riso, aree coltivate a terrazza e paesaggio sono una buona occasione per spezzare un pò il viaggio ed ammirare ancora questo Paese. Dopo circa un’ora e mezzo siamo ad Ambalavao… Mamy ci porta a visitare la fabbrica di carta antaimoro che si trova all’interno di un cortile dove c’è l’Hotel Aux Boungainvilles.. ed i fiori si vedono. Il processo di lavorazione è interessante.. dalla trasformazione della pianta fino al prodotto finito completo di decorazioni, rigorosamente fatte a mano.. Un giro nello shop, con relativi acquisti e, mentre aspettiamo di ripartire, ci godiamo un po’ le bouganville.. Ma ecco Mamy.. con lui c’è anche la guida che ci accompagnerà alla prossima meta, la riserva di Anja. Prima di raggiungere il parco, qualche altra sosta non manca.. alcuni minuti li dedichiamo ad ammirare i balconi decorati delle case ad Ambalavao, per poi fermarci nuovamente lungo la strada.. I turisti attirano come sempre sia le persone ma soprattutto i più giovani.. e vediamo alcuni bambini venir giù correndo dal lato opposto della strada mentre siamo intenti ad ammirare montagne e paesaggio, giusto qualche chilometro prima di entrare nel parco. Ormai siamo quasi arrivati.. ed infatti, un paio di chilometri e vediamo la deviazione per Anja.. pochi metri ed eccoci nel parco. ...continua..
  11. Per la zona dello Mpumalanga, il Blyde, le Photoles e Three rondavels sono molto interessanti (soprtattutto le prime due).. le varie cascate e Pilgrim's rest non mi hanno impressionato (l'ho scritto anche sul diario).. si raggiungono tutte in auto.. magari se pensi di non avere tempo valuta quali mettere come priorità.. PS. Peccato per Santa Lucia..
  12. Non mi dire che hai rinunciato... ti dico solo che nel 2012 io ho prenotato i voli a fine maggio.. probabilmente non è possibile far riferimento a 4 anni fa, però io non tralascerei l'idea.. a meno che non hai già pensato ad un altra meta..
  13. Il Madagascar non scappa.. e ci sono talemente tanti posti nel mondo che ci vorrebbero troppe vite per vederli tutti..
  14. Ale, è vero... quando sento molti che si lamentano gli farei fare una settimana (secondo me è sufficiente) da quelle parti, vivendo con una ciotola di riso al giorno, dividendo una stanza con altre 4-5-6 persone (animali compresi), facendo 10-20 km al giorno a piedi per andare a lavorare o per andare a scuola.. così come molti bambini viziati.. altro che traumi psicologici perchè non hanno l'IPAD, la PS o i vestiti di Violetta.. Ma se pensiamo a questo, il mondo è davvero pieno di persone che vivono in queste condizioni.. se solo molti mettessero il naso un pò fuori da casa se ne accorgerebbero.. ma il discorso è molto più complesso.. Comunque questa è una meta che puoi fare.. non ci sono altitudini proibitive..
  15. 12. 24 agosto - E' sempre N7.. e Ranomafana National park Che brutte abitudini che stiamo prendendo.. incredibile.. apriamo gli occhi e l’orologio indica le 4,30.. bisogna fare più vita mondana e notturna.. si fa per dire.Non ci resta che sistemare qualcosa tra foto e diario in attesa della partenza.. ma prima c’è la colazione..semplice ma tutto sommato accettabile anche se il ricordo dei mini croissant fa venire voglia di qualcosa di dolce.. Prima di ripartire facciamo un giro nell’ampio cortile dell’Artisan e Mamy ci da qualche informazione sulle rappresentazioni sui muri, sull’arte e le incisioni tipiche che si vedono sulle porte e su qualche altro oggetto di richiamo della cultura, delle tradizioni e dell’arte (es. il totem) locale, compreso qualche aneddoto di storia e di esperienze vissute. Un breve sguardo alla vista panoramica di Ambositra ed alla sua cattedrale e lasciamo la città… ma la N7 continua ad essere un tormento.. buche e curve non rendono il viaggio molto piacevole.. le soste panoramiche e da sigaretta diventano un modo per spezzare e per apprezzare il paesaggio che diventa sempre più rosso.. ma non c’è solo questo. Lungo la strada ci sono spesso persone che vendono prodotti vari.. tra questi conosciamo un frutto dalla forma particolare, il pokpok, dal sapore un po’ aspro anche se da la sensazione di qualcosa di rinfrescante.. ma è la marmellata che sembra essere davvero qualcosa da assaggiare.. e non mancheremo di farlo alla prima occasione. La prima deviazione per il parco e dopo circa 100km dalla partenza.. l’indicazione è per la N25 ma non svoltiamo subito.. la strada sembra non essere proprio quella migliore e cosi proseguiamo per altri 25 km fino alla deviazione successiva che ci porta prima sulla N45.. abbiamo ancora circa 30km da percorrere fino all’ingresso del parco e la strada si incrocia nuovamente con la N25 che in pratica va verso il mare .. Anche questa volta ci rendiamo conto come le indicazioni sui tempi che si trovano negli itinerari on line non rappresentano la realtà.. le condizioni delle strade allungano in modo consistente i tempi.. In ogni caso, il paesaggio che incontriamo dopo la svolta dalla N7 rende più piacevole quest’ultimo tratto.. nel verde e con un paesaggio diverso.. La prima sosta è nei pressi di una piccola cascata.. una buona occasione per prendere un po’ d’aria e scattare qualche foto.. si sente anche qualche voce dalla foresta ed il gracchiare di qualche rospo nei dintorni.. l’unica forma animale che vediamo, però, sembra essere qualche insetto ed un bruco appeso nel mezzo della strada.. Costeggiando il fiume, dopo alcuni minuti eccoci alla reception del Parco.. è praticamente quasi mezzogiorno e, sbrigate le varie formalità organizzative, ecco arrivare la nostra guida.. siamo pronti ad iniziare la nostra visita a Ranomafana. Il parco è abbastanza grande e ci sono varie possibilità di percorsi (si estende per oltre 400 km quadrati).. per la maggior parte è ricoperto da una foresta pluviale caratterizzata da numerose piante e specie animali… l’umidità si sente molto ed anche il meteo è piuttosto variabile.. piogge di intensità variabile tendono ad essere piuttosto frequenti da queste parti.. ma oggi sembriamo fortunati.. Scendiamo dapprima verso il fiume e lungo la stradina incontriamo un piccolo camaleonte che si muove su alcuni rami.. poco dopo vediamo alcune strane piante su cui vive un insetto piuttosto particolare.. sembra un incrocio tra scarafaggio e coccinella.. simpatico a vedersi.. è l’insetto giraffa.. ma non siamo qui per questo.. mini sosta sul ponte che attraversa il fiume e ci addentriamo nella foresta. Mamy è con noi.. con la guida però c’è anche un “avvistatore”, un ragazzo che va avanti e segnala la presenza dei lemuri.. Il percorso è praticamente tutto tra gli alberi.. un continuo saliscendi dove, nonostante il fresco, l’umidità non da tregua. Mentre camminiamo ecco che arriva il primo segnale.. ci sono dei fulvus e quindi non ci resta che seguire il nostro avvistatore.. la vegetazione, anche in basso, è piuttosto fitta e loro sono abbastanza in alto.. visuale non proprio ottimale… Proseguiamo nella foresta e poco dopo un altro richiamo.. questa volta sono i lemuri bamboo dorati, una particolare specie che sembra sia presente soltanto in questo parco.. anche qui la distanza è tanta e quindi, nonostante un continuo movimento per cercare dei buoni punti di osservazione, riuscire a vederli in modo chiaro non è cosa facile.. usiamo anche il binocolo, che indubbiamente qui si rivela abbastanza utile, se non addirittura necessario in diversi punti.. di foto, invece, quasi non se ne parla.. almeno per ora.. Lungo il percorso incontriamo anche altri turisti, ma per osservare i lemuri bisgna uscire dal sentiero ed inoltrarsi tra gli arbusti.. qualcuno preferisce restare lungo la via maestra senza addentrarsi tra gli alberi o addirittura in zone scoscese dove bisogna fare molta attenzione perché il rischio di scivolare è dietro l’angolo.. Noi ovviamente non ci tiriamo indietro.. Fatti pochi passi la scena si ripete.. questa volta, tra i rami della vegetazione, ci sono i lemuri vari.. qui la sosta è più lunga.. sono lontani e riuscire ad individuarli ma soprattutto a districarsi tra piante, rami e arbusti per trovare una buona posizione non è affatto facile.. l’attesa per poterli osservare nel migliore dei modi si allunga.. Riusciamo comunque a vederli.. si muovono, saltano tra i rami, ma restano lontani.. probabilmente avvertono anche la presenza dell’uomo che resta comunque una minaccia per questi che vivono nel loro habitat naturale.. Poco dopo riprendiamo a muoverci per raggiungere un viewpoint da cui si vede il panorama del parco.. qui non manca un altro incontro.. niente di particolare, si tratta di un animale verde, con delle macchie sul corpo.. è il lizard.. ma se lo incontriamo per strada ci viene in mente la lucertola.. anche se con un colore verde molto molto acceso.. ci sono diversi esemplari, anche se non tutti uguali. Da qui poi riprendiamo il sentiero che porta verso l’uscita.. il percorso è fatto ancora di saliscendi.. Vegetazione fitta a tal punto che in alcuni punti il sole non riesce a passare e sembra quasi buio.. incontriamo qualche altro rettile ma soprattutto qualche specie particolare di uccello che però al nostro avvicinarsi si allontana repentinamente.. luce e fuga non aiutano certo lo scatto!! Quando arriviamo all’ingresso del parco la fatica si sente.. ma soprattutto l’umidità.. siamo accaldati, sudati e piuttosto stanchi..o forse un po’ disidratati.. probabilmente non avremmo fatto male ad avere un po’ d’acqua in più.. Esperienza interessante ma probabilmente questo parco è da inserire tra le prime cose da fare in un viaggio in Madagscar.. abbiamo già visto i lemuri e tante altre specie a distanza molto ravvicinata, addirittura toccandoli (anche se Lemur island era una riserva e non un parco naturale).. la sensazione di vederli qui, ad una delle maggiori distanze viste finora, certamente non ci ha permesso di apprezzare in tutti i suoi aspetti e goderci questa visita.. il parco resta comunque uno dei più famosi e certamente merita un giro. Ripartiamo dal parco in direzione Fianarantsoa (Fiana) ma Mamy si accorge che qualcosa non va.. sembra che durante la nostra assenza la benzina sia evaporata.. o forse qualcuno ha utilizzato il nostro serbatoio come un distributore.. ogni mondo è paese. Ci rimettiamo sulla N7… posto di controllo.. mentre la polizia controlla i documenti un paio di ragazze belghe ci chiedono un passaggio.. qualche attimo di titubanza.. Mamy chiede a noi cosa vogliamo fare.. nessun problema.. d’altronde andiamo anche noi a Fiana, quindi perchè dire di no.. basta stringersi un po’ dietro.. in fondo sono poco più di 20 km ed un modo per fare due chiacchiere in più durante il viaggio. Arriviamo a Fiana che son già le 17,30 e ci dirigiamo in hotel.. mentre saliamo in camera Mamy accompagna le ragazze nei pressi della loro destinazione.. la stazione dei bus da cui avrebbero poi proseguito il loro giro, aspettando l’altra coppia di amici. L’hotel è il Mahamanina.. sembra un po’ più semplice rispetto a tanti altri ma nel complesso non sembra male anche se la camera non è molto grande.. diciamo essenziale.. non vediamo l’ora di fare una bella doccia e rilassarci un po’ (ma non può mancare un mini bucato prima che “magliette e affiliati” diventino “pericolosi”… Rivediamo Mamy verso le 19.. due chiacchiere e ci piace l’idea di andare a cena in un ristorante malgascio.. parliamo anche dell’auto.. Mamy non è convinto e quindi pensa di procedere ad un ulteriore cambio. Il ristorante è il Petite Bouffe e si trova in zona più centrale, nei pressi di un famoso hotel (villa sylvestre).. il menu offre molta cucina cinese ed abbiamo molta fame.. forse l’effetto della camminata di oggi (o magari è nel nostro dna).. la scelta cade su un riso alla cantonese, una zuppa ed un secondo di carne di zebu con contorno che decidiamo però di dividere (giusto per non esagerare, soprattutto viste le porzioni abbondanti che vediamo passare). Ci godiamo la cena mentre parliamo della tappa di domani verso Andringitra (una delle mete che ci incurioscono di più) ed al cambio auto.. anche stasera l’ora non è tarda e qui sembra esserci davvero poco da fare.. niente TV e così, tornati in albergo, dopo un’occhiata al panorama notturno (non esaltante), arriva anche stasera il momento della buonanotte alla giornata ed a Fiana. Spese giornata Acqua 3600 ariary Cena (in due) 18.500 ariary Per i pok pok, come per gli altri assaggi on the road, ci ha pensato Mamy
  16. Aggiungo la mappa del percorso.. anche per evidenziare come le indicazioni sui tempi di gmaps non siano proprio corrette viste le condizioni della strada.. regola che vale un pò sempre, soprattutto sulla N7..
  17. Grazie Luisa... anche a noi piace Si, è proprio lui.. ma credo che sia presente anche in altre foto..
  18. 11. 23 agosto - N7 e villaggio Zafimaniry L’effetto di andare a letto piuttosto presto diventa una sveglia all’alba.. alle 5,20 siamo già in piedi ma restiamo in camera cominciando a preparare i bagagli in attesa della colazione. Nel frattempo il nostro fuoristrada è scomparso.. immaginiamo che durante la notte sia avvenuta la sostituzione del mezzo.. la conferma quando incontriamo Mamy.. alle 2 è arrivato il proprietario con una “nuova” auto.. appena comprata.. anche se ha già percorso i suoi 300.000 km.. Alle 7 inizia la colazione ed eccoci pronti: caffè accompagnato da 2 mini croissant e 4 pain au chocolait.. caldi. Mentre Mamy finisce di controllare il nuovo mezzo, saliamo a prendere i bagagli.. pronti a ripartire ed iniziare il viaggio lungo la RN7.. destinazione di oggi i villaggi Zafimaniry ed Ambositra.. I tempi saranno un lunghi.. nonostante i chilometri non siano molti, la strada non è delle migliori ed inoltre è meglio conoscere bene questa nuova auto. Ci troviamo in un paesaggio diverso… risaie a terrazza e soprattutto zone montane che caratterizzano la parte centrale del Paese. Primo stop nei pressi di un ponte crollato dove, appena il tempo di scendere per scattare qualche foto, ed ecco arrivare alcuni bambini.. spuntano all’improvviso come se fossero lì in attesa. Sosta breve e, poco dopo le 10, siamo ad Ambositra, famosa soprattutto per artigianato e lavorazione del legno.. qualche minuto in un negozio ma la trattativa non va a buon fine. Superiamo Ambositra e raggiungiamo Ivato da cui inizia deviamo verso Antoetra ed i villaggi Zafimaniry. La strada è sterrata ed arriviamo verso le 12. Organizziamo la visita al villaggio Ifasina.. Per raggiungerlo ci sarà da fare un trekking di circa 6 km di sola andata.. Mamy non verrà con noi.. preferisce restare a controllare l’auto visto che non può lasciarla da un amico che purtroppo oggi non c’è e non si fida. Renè sarà la nostra guida… non parla italiano ma l’inglese è OK.. C i spiega il percorso e le cose che vedremo mentre ci avviamo lungo un sentiero fatto di continui saliscendi mentre Antoetra tende pian piano ad allontanarsi ed a scomparire.. La prima sosta è nei presi di alcuni vatolhay dei suoi antenati raccontando storia e tradizioni della sua gente.. Dopo un lungo tratto in falsopiano, la pendenza aumenta.. giornata calda ed il sentiero ha tratti in salita piuttosto ripidi che spezzano fiato e gambe.. faticoso ma interessante. L’ultimo tratto è in discesa (anche se pensiamo al ritorno).. dalla sommità si vede il villaggio che raggiungiamo praticamente dopo quasi due ore di cammino. Prima di entrare Renè ci spiega come comportarci.. andremo prima nella casa del capo villaggio e soltanto dopo potremo fare le foto.. inoltre “potremo” fargli un’offerta che lui utilizzerà per tutto il villaggio. Pu rispettando le loro usanze abbiamo l’impressione che ci sia comunque qualcosa di turistico.. soprattutto l’offerta Attraversiamo parte del villaggio con lo sguardo, in parte, incuriosito di alcuni abitanti prima di entrare nella casa del capo villaggio che ci da il benvenuto. Renè in parte traduce le sue parole.. la casa è composta da un’unica sala con vari angoli, ognuno destinato a zona notte, cucina, zona animali.. al centro poi c’è un buco con della brace ed una pentola.. Nella casa c’è molto fumo e l’aria non è molto respirabile.. in alto vediamo tante pannocchie affumicate.. e mentre parliamo vediamo qualche testolina sbucare dall’esterno dalla finestrella.. Il capo villaggio è piuttosto anziano e mentre parliamo la giovane donna che abbiamo visto all’ingresso e che non ha mai parlato, inizia ad allattare il bimbo che ha in braccio.. è sua moglie. Alla fine chiediamo a Renè se possiamo scattare alcune foto all’interno e come ringraziare per l’ospitalità.. chiediamo se 20000 ariary sono OK e la risposta è affermativa. Usciamo ed iniziamo a fare un giro nel villaggio dove il comportamento delle persone è molto vario.. da chi si nasconde a chi invece sembra aspettare la foto.. e non può mancare l’intraprendenza di qualche bambino che cerca di venderci qualcosa. Una delle particolarità di questi villaggi sono gli intarsi sul legno.. le decorazioni si trovano soprattutto su porte e finestre.. ma, come sempre, c’è la zona commerciale.. accanto alla casa c’è praticamente una distesa di oggetti che ci invitano ad acquistare.. alla fine due maschere possono andar bene.. piccola trattativa ma senza insistere più di tanto. Trascorriamo gli ultimi minuti insieme ad alcuni ragazzini che vogliono vedere le foto scattate chiedendo, ovviamente, qualcosa. Siamo pronti a rientrare.. Iniziamo con una salita piuttosto lunga e ripida, lasciandoci alle spalle un grande vatolhay.. I l sentiero è piuttosto scavato dall’acqua e dal tempo ed, in alcuni punti, poco agevole.. il sole si sente ma una leggera brezza da un po’ di sollievo. La fatica si sente.. Renè ci dice di fare mora mora.. quando siamo nei pressi del viallggio ci chiede se vogliamo passare da casa di suo fratello che è un artigiano del legno.. declinando l’invito, poco dopo le 16 siamo nei pressi del centro culturale dove ritroviamo Mamy. Mentre siamo nuovamente circondati dai bambini e dalle loro richieste (la fantasia si spreca.. qualcuno dei ragazzi più grandi parla anche un po’ italiano e ci chiede qualcosa per la scuola o per comprare un pallone da calcio per giocare..), Mamy ci chiede com’è andata e soprattutto quanto abbiamo lasciato al villaggio, restando un po’ sorpreso dalla nostra risposta.. poco dopo vediamo una mini discussione con Renè e, dopo essere ripartiti, ci spiega che avevamo lasciato troppo e che la guida avrebbe dovuto dirci che 5-10000 erano più che sufficienti.. scusandosi di non essere potuto venire con noi, dice che ci avrebbe restituito i 20.000 perché erano troppi. Restiamo praticamente esterrefatti.. non era stato certo un problema per noi e soprattutto non era certamente uan sua responsabilità.. ma scopriamo ancora di più la professionalità, l’onesta e la fisolofia di Mamy… non credo che ci sia mai successo qualcosa di simile.. Mamy ci sorprende di più ogni giorno. Lungo la strada di ritorno verso Ambositra abbiamo un’altra esperienza da raccontare.. Posto di controllo.. ormai siamo abituati ma questa volta i policeman non sembrano fermarsi al semplice controllo dei documenti.. chiedono un particolare documento chiamato Statistics che Mamy sembra non avere.. prova a chiamare il proprietario il quale gli dice che non è obbligatorio in quanto è unico per le auto possedute e detenuto dal proprietario.. ma insistere sembra inutile.. vediamo Mamy allontanarsi dall’auto, saldare forse una multa e dopo qualche minuto rientrare.. in realtà non è stata proprio una multa ma una “conciliazione” da 5000 ariary.. Arriviamo ad Ambositra che, come le varie città, ha sempre quel tocco di confusione tra gente e traffico.. Hotel Artisan, ecco la nostra accomodation per stasera.. Mamy ci mostra la camera assicurandosi che sia tutto OK.. lasciamo i bagagli ed andiamo a sentire per la cena.. prendiamo insieme un mini aperitivo prima di tornare a sistemarci in camera. Giornata impegnativa ma soddisfacente.. i 12 km però ci hanno messo una discreta fame.. Poco prima delle 20 eccoci a cena.. filetto di pesce con contorno e ananas e banana flambè con rum per me, zuppa di verdure dolce al ciccolato per Leti.. il tutto accompagnato dalla voglia di assaggiare la birra THB, locale e molto famosa nel Paese. Poco dopo ci raggiunge Mamy.. due chiacchiere per il programma di domani ed un sorso di birra prima di darci la buonanotte.. Oggi è stata una giornata un po’ più faticosa del solito.. soprattutto perché non sapevamo del trekking così lungo… ma almeno un po’ di stanchezza è un buon motivo per andare a letto non troppo tardi.. o forse meglio dire così presto. Spese Acqua 4800 ariary (3 bottiglie grandi) Cena 33.000 + 2000 (m) in due Souvenir 30.000
  19. ..e queste sono alcune riprese del Safari night al Kirindy Lemure by night (il fork marked) I piccoli grey mouse
  20. E queste sono le riprese alla Kirindy Forest L'incontro con il fossa Esemplare femmina che si aggira nel camp
  21. E qui siamo al momento di riattraversare il fiume Tsiribihina Arriviamo a Belo... e c'è qualcuno che si diverte Sulla chiatta c'è posto per ogni mezzo..non proprio ecologico ..e saliamo anche noi sulla chiatta
  22. Inserisco qualche altro video.... Great Tsingy di Bemaraha Vista panoramica dei Grandi Tsingy con la voce dei Sifaka in sottofondo Attraversamento del ponte sospeso Lemuri (Fulvus) che giocano nella foresta degli tsingy
  23. Video: Analamazaotra Fulvus che saltano La voce degli Indri Sifaka https://www.youtube.com/watch?v=uNT_AHmmlJ8
  24. Prima di iniziare con la seconda parte del viaggio, lungo la RN7, posto qualche video dei parchi visitati con i protaginisti in versione live: Lemur Island (Vakona Forest)
×
×
  • Crea Nuovo...