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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/08/2019 in tutte le aree

  1. Un altro volume da collezione La copertina è liberamente ispirata a questo incontro al lago Tahoe del 2017
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  2. Anche a me Los Angeles non piace, 4-5 notti mi sembrano tante. Guarda bene le resort fee per gli hotel a Vegas, e anche con MyVegas fai attenzione, diversi premi richiedono che tu faccia almeno una notte in un hotel del gruppo mgm
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  3. Buongiorno! Eccoci a Sarasota...il meteo fa le bizze, ma siamo comunque riusciti a goderci le spiagge, che in questa zona sono davvero fantastiche... Giovedì mattina Nokomis Beach, scelta un po' a caso da Google Maps...verso le 13 il cielo si è chiuso e ne abbiamo approfittato x pranzare da Subway e spostarci verso Siesta Key...la consistenza e il candore della sabbia qui sono qualcosa di unico...fuga verso le 17,30, il cielo è diventato nero in pochi minuti e si è scatenato il nubifragio. Ci sistemiamo in hotel Ramada (niente di che...) e cena da Denny's, in classico dei nostri OTR (questo ristorante un po' deludente però). Ieri sveglia col cielo grigio ma non ci siamo demoralizzati....via verso AnnaMaria Island. Molto bella la spiaggia, quando siamo arrivati le poche persone presenti parlavano di un gruppo di 5 delfini che si era appena allontanato....grrrr...dei ragazzini vicino a riva stavano vedendo una tartaruga marina, e un signore dopo poco ha visto la schiena di un lamantino...indovinate cosa abbiamo visto noi? Zero assoluto! Pranzo in spiaggia nel ristorantino, e dopo un po', complici i nuvoloni che stavano arrivando, ci spostiamo a Lido Beach. Carina anche questa ma striscia di sabbia più sottile... In generale tutte le public beaches che abbiamo incontrato hanno bagni, docce, spesso cabine per cambiarsi, bagnini e bar/ristorante... Per cena siamo stati da Yoder's, il ristorante degli Amish... abbiamo scelto un polpettone fantastico, e una torta ai mirtilli divina....stra-consigliato! Siamo arrivati prima delle 19 e abbiamo fatto un po' di coda... arrivando più tardi invece si era diradata... Per ora è tutto, a presto! Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
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  4. Giovedì 28/06 – 2° parte Percorriamo i chilometri che ci separano dal Mlilwane Wildlife Sanctuary con ancora negli occhi e nel cuore le emozioni appena vissute a Mkhaya. Guido mentre Chiara, ancora in adrenalina, telefona a casa e racconta tutto d’un fiato la magnifica avventura al cospetto dei rinoceronti. Il traffico è piuttosto sostenuto rispetto a quello incontrato finora e arriviamo all’incrocio con la MR3 dopo qualche rallentamento dovuto a lavori stradali, svoltiamo a sinistra in direzione Manzini e incrociamo una pattuglia della polizia locale che ci fa cenno di accostare. Si avvicina un giovane in uniforme che si presenta con un gran sorriso, mi chiede di fargli vedere la patente italiana e si informa da dove arriviamo e dove siamo dirette, rispondiamo con cortesia e lui ci saluta sbracciandosi, dicendo che lo Swaziland è un bellissimo paese e di goderci la vacanza. La gentilezza di questo popolo è davvero disarmante. Proseguiamo fino a Manzini che, insieme alla capitala Mbabane, è la più importante città dello Stato. Attraversiamo la via principale dove ci sono tantissime persone e bancarelle con musica a tutto volume. Parcheggiamo vicino ad una banca perché siamo rimaste senza contanti, avendo dovuto saldare cash il conto a Mkhaya. Preleviamo, per qualsiasi evenienza, l’equivalente di una ventina di euro in valuta locale: occorre ricordare che gli Lilangeni, pur avendo un cambio 1-1 con il rand sudafricano, sono accettati solo in Swaziland. Proseguiamo e in poco più di un’ora e mezza arriviamo all’ingresso del Mlilwane Wildlife Sanctuary, una piccola riserva ma la più antica dello Swaziland che sorge ai piedi di un gruppo di montagne e che ospita unicamente erbivori con nutrite mandrie di zebre, gnu e tantissime specie di antilopi. Essendo priva di predatori, le sue innumerevoli strade sterrate secondarie sono percorribili a piedi, a cavallo o in bicicletta facendone una destinazione molto gettonata, anche per i locali. Mlilwane è anche molto bella paesaggisticamente, soprattutto i contrasti di colore la fanno da padrone: la terra arancione, quasi rossa, grandi pianure di erba secca gialla, macchie di vegetazione tropicale in corrispondenza di un lago artificiale. Superiamo il cartello di benvenuto che riporta una frase di Ghandi “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” e parcheggiamo di fronte alla costruzione che ospita la reception. Paghiamo la tassa di soggiorno per la notte e acquistiamo la mappa cartacea della riserva. Mostriamo lo scontrino ad un vecchietto sdentato in uniforme da ranger che a mano ci sposta il cancello di ingresso ed entriamo. La strada è completamente sterrata ma il fondo sabbioso è perfetto, dopo poche curve ci troviamo letteralmente immerse nell’erba alta con varie tipologie di antilopi che brucano da tutte le parti. Il contesto è davvero incantevole. Arriviamo verso le 11 nei pressi del Mlilwane Rest Camp principale che è piuttosto grande: ci sono una decina di rondavel in muratura affacciate sulla vallata, dove alloggeremo noi, una zona dove è possibile pernottare in costruzioni più tradizionali a capanna disposte in cerchio, un’area attrezzata per chi campeggia, la reception con maneggio e il ristorante. Parcheggiamo e ci dirigiamo alla reception dove lo staff ci informa che la nostra stanza è già pronta consegnandoci la chiave di ingresso. Acquistiamo, a circa 3€, anche un pass per il Wi-FI che è disponibile solo nei pressi di questo edificio. Una ragazza della reception mi accompagna a piedi alla nostra sistemazione mentre Chiara fa manovra e parcheggia accanto alla casetta, proprio come se fosse un motel. La rondavel ci soddisfa molto, è spaziosa, pulita e anche il bagno e grande, con doccia separata da wc e lavandino. C’è anche il frigo e una piccola cucina, all’esterno non manca il caratteristico braai e, proprio di fronte alla porta di ingresso, abbiamo anche a disposizione un piccolo patio con due comodissime sedie “stile canadese”. La vista spazia sulla valle sottostante dove pascola tranquillo un piccolo gruppo di zebre. Che pace! In confronto alle sensazioni bellissime ma wild dello Stone Camp questa sistemazione ci sembra un resort a 5 stelle! Approfittiamo del fatto di avere già a disposizione la stanza e dell’orario per fare un po’ di pulizia dentro la macchina, portiamo dentro i bagagli e li riordiniamo dopo che stamattina, venendo via dallo Stone Camp abbiamo cacciato malamente il vestiario pesante da safari. Ci godiamo infine un po’ di relax e la vista sedute comodamente nel patio esterno. Siamo indecise su come visitare la riserva e andiamo a dare un’occhiata nei pressi della reception. Le biciclette sono tutte prenotate e fa troppo caldo per camminare, decidiamo quindi di bissare l’esperienza a cavallo prenotando la passeggiata di lungo il Chubeka Trail alle ore 15.00. Approfittiamo un po’ del WI-FI e facciamo una passeggiata nei pressi del camp, seguendo il suggerimento della reception ci presentiamo anche al Hippo Haunt Restaurant, l’unica opzione per cenare all’interno del parco, e prenotiamo un tavolo per due per le 19. Alle 15.00 puntuali siamo al maneggio dove apprendiamo con sollievo che il personale è molto più attento e organizzato rispetto a quello di St. Lucia: ci spiegano il percorso e ci danno alcune indicazioni sui cavalli, aiutandoci a montarli. Facciamo conoscenza con una famiglia italiana che scopriamo essere di… Torino! Ma chi ha detto che non c’è turismo italiano in Sudafrica?! La passeggiata è decisamente più tranquilla di quella sperimentata pochi giorni prima, i cavalli sono molto docili, il mio al limite dell’addormentato, e ci accompagnano lungo un bellissimo giro che si allontana dal camp verso nord e si addentra nelle pianure ricoperte d’erba. Ammirare la grande varietà di gnu e antilopi che punteggiano questa distesa dorata a dorso di cavallo è decisamente una bellissima sensazione. Il ritmo è molto lento e, di fatto, non copriamo una grande distanza ma ci rilassiamo tantissimo. Dopo un’ora siamo già di nuovo in vista del camp, dove arriviamo dopo aver costeggiato lo stretto lago artificiale infestato di…giganteschi coccodrilli. Uno pensa di essere finalmente in un posto sicuro e senza sorprese ed invece l’Africa ti stupisce sempre! Tornate al camp, smontiamo da cavallo e torniamo a piedi alla nostra casetta. Proseguiamo il pomeriggio di relax con una meritatissima doccia (che avevamo saltato ieri a Mkhaya!) e facciamo un piccolo aperitivo finendo cracker e patatine, circondate da nyala che, ma mano che fa sera, si avvicinano al camp per brucare. Questo posto ci sta davvero rigenerando. Ci cambiamo perchè la sera rinfresca sempre e camicia, pile e giacca sono d’obbligo e ci avviamo a piedi al ristorante. La costruzione è davvero caratteristica: completamente aperta e riparata solo da un ampio tetto di legno, i tavoli sono allestiti tutti su di una terrazza sopraelevata tipo palafitta che affaccia su una piccola palude che dicono essere abitata da ippopotami che, però, non abbiamo visto. La cena è a buffet e ci serviamo liberamente di insalata di barbabietola, carne, riso e verdure al vapore. Non è stata la cena migliore della vacanza ma abbiamo apprezzato il fatto che fosse tutto molto… casalingo. Terminato di mangiare ci dirigiamo vicino ala reception per usufruire ancora un po’ del WI-FI e incappiamo in una famiglia di facoceri che sta dormendo stretta stretta gli uni agli altri completamente addossata alle braci del fuoco ormai spento nel bel mezzo del campo. Al buio abbiamo scambiato i loro corpi grigi e massicci per tronchi e stavamo quasi per mettergli i piedi addosso! Meraviglioso, cose che succedono solo in Africa e per le quali, dopo quasi una settimana di viaggio, ci stiamo inconsciamente già facendo l’abitudine! Torniamo tranquille verso la nostra rondavel, ci godiamo un ultimo sorso di Amarula e andiamo a dormire completamente rilassate, ci voleva proprio una giornata improntata con ritmi un po’ più bassi! Domani avremo ancora tutta la mattina a disposizione per esplorare la riserva di Mlilwane e poi sarà tempo di dirigerci verso nord e tornare in Sudafrica per prepararci all'incontro con il mitico Kruger!
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