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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/01/2015 in tutte le aree
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Certo. Le strade sono tutte asfaltate, raramente sterrate e di solito sono private. Sent from my SM-G900P1 punto
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San Diego è per il 2017, partenza da Seattle. Ci si porta avanti con i programmi noi inviato da Hogwarts1 punto
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14 Agosto: Hermanus – Betty's Bay – R44 – Stellenbosch La sveglia è sotto una pioggia torrenziale, come già previsto il giorno precedente non effettuano uscite in mare aperto per avvistare le balene quindi ce la prendiamo con calma. Alle nove ci riuniamo al Burgundy Restaurant, dove abbiamo cenato ieri sera, per la robusta colazione. Stamani la colazione è in tema USA: pancakes con le fragole, cheesecakes, caffé, yogurt vari, frutta ecc tanto che usciremo rotolando. Quando usciamo fortunatamente ha smesso di piovere, anche se l'aria è frizzante e non promette nulla di buono, ma anche questo è il Sudafrica con il suo clima da Nord Europa, la nebbiolina che avvolge le coste sul mare è strabiliante. Addirittura si vedono le balene dalla riva ma non ho montato il teleobiettivo per cui mi limito a foto panoramiche, ma vederle sbuffare, sfiatare, saltare è sempre uno spettacolo. Mi ritengo fortunato anche per aver fotografato un arcobaleno che dura una manciata di secondi, cosa che gli altri compagni di viaggio non riusciranno a fare. Arcobaleno.. anzi doppio arcobaleno!! Giriamo una buona mezzora per Hermanus alla ricerca di qualche souvenir ma i negozi qui aprono tardi e alla fine vendono la solita roba che abbiamo trovato nel Kruger. La giornata di oggi si può dire abbastanza piena e incerta in quanto influenzata dal tempo, ma con pochi km da percorrere rispetto ai giorni precedenti: ormai il viaggio è verso la fine. Siamo quasi alle porte di Cape Town. Percorriamo la strada costiera fino a Betty's Bay (Bettysbaai visto che nelle province del Capo i nomi sono tutti in duplice denominazione: inglese e afrikans), paesino rinomato per la sua colonia di pinguini sudafricani. Paghiamo l'entrata irrisoria di 10rand e proseguiamo sulle passerelle sopraelevate sulla spiaggia dove ci sono i nidi e i vari pinguini che barcollano indisturbati e incuriositi dalla moltitudine di gente. Facciamo una moltitudine di foto evitando di sporgerci più di tanto in quanto i rangers sono molto severi: addirittura hanno sgridato una bambina che tirava dei sassolini fino a farla piangere.. han fatto bene!! Ebbene si.. i pinguini son piccolini ini ini pinguini fuffosi I pinguini sono tanto simpatici, maldestri, molto profumati e danno uno spettacolo che ci intrattiene un'ora buona, grazie al tempo che regge. Dopo la visita della colonia pinguina ci mettiamo in macchina e puntualmente scende il finimondo, una pioggia torrenziale che non ci fa vedere nulla per i prossimi 15 minuti. Tempismo perfetto e poi ritorna il sole pallido. Grazie alla robusta colazione decidiamo di saltare il pranzo e di dedicarci alla R44, la strada panoramica costiera, battezzata da me il Big Sur sudafricano: una strada molto scenografica che si snoda sulla costa fino a Cape Town, molto scenografica, con tante piazzole di sosta; sulla sinistra il mare che si scontra sugli scogli e sulla destra la montagna con le sue numerose cascatelle, o meglio l'acqua piovana che scende giù attraverso le scanalature della montagna. South African Big Sur?? Man mano che ci si avvicina a Cape Town il traffico aumenta, cominciano i quartieri abitati considerati periferia della cosiddetta terza capitale del Sudafrica e prendiamo la strada esterna per il distretto delle Winelands, dove si trovano le principali aziende vinicole. Io, in quanto astemio, avrei anche saltato la visita di questa cittadina che non è questo granché, anzi ci può stare una visita di un paio d'ore portando il pernottamento a Cape Town. Ma la maggioranza ha deciso per un pernottamento qui: la notte più brutta e da incubo di tutto il viaggio. L'attenta guida sotto la pioggia torrenziale Non mi ricordo i nomi delle due aziende vinicole, in quanto mentre gli altri assaggiavano i vini io me ne stavo in giro a fare due foto. La prima azienda non era un granché, ne abbiamo scelta una a caso affidandoci alla moltitudine di cartelli che segnalavano le varie cantine, praticamente una accanto all'altra: una cantina con diverse botti, una foto praticamente rubata da una finestra aperta in quanto l'accesso non era permesso. Diciamo che è stato carino il panorama della vigna con l'inizio delle criniere che portano alla Table Mountain sullo sfondo. La seconda azienda, molto più bella della precedente, constava in un blocco moderno al centro della proprietà dove davano la possibilità di assaggiare e comprare il vino e da cui partivano gli itinerari storici per visitare la struttura, giardini, dependances, ecc con il divieto assoluto di entrare nelle vigne. Il luogo dava un vero senso di pace a vedere i giardini accarezzati dal sole, io da solo in compagnia dei gatti. Un omaggio alla Regina Scoiattolaia Dopo la visita dell'azienda vinicola ritorniamo in paese per prendere possesso delle camere dell'ostello (alla faccia di chi diceva che era bellissimo): un posto veramente decadente, camere sporche con letti a castello (eravamo in 10 in una stanza di 6 metri per 5). Qui non c'erano lenzuola, ma il materasso nudo con delle macchie indefinite, una trapuntina altrettanto macchiata e un cuscino con una federa ma ovviamente io ci trovo capelli e addirittura forcine per capelli. Ok che abbiamo speso 9 euro a testa per una notte, ma io come con altri mi lamenterò un po': stanotte si dormirà vestiti nei sacchi lenzuolo. La struttura consta di due bagni (sporchi mi pare poco, tanto che mi terrò il “mostro intestinale” fino a Cape Town) con lavabi arrugginiti e una sala cucina con un tavolo di legno (tipo quelli che si trovano nei giardini pubblici) con le fessure fra una tavola e l'altra piene di briciole, sporco vario (eh si.. ci tengo anche a definire lo sporco!). Dalla cucina si passa poi al giardino (ma quale giardino?) chiuso da un muro con del filo spinato che lasciava presagire la poca sicurezza del luogo, una piscina di quelle gonfiabili al centro con l'acqua ovviamente piovana e un cesso (si, un WC) all'aperto. Disperati decidiamo di mangiarci su con un'ottima cena di pesce al Fishmarket: in realtà durante il giorno fanno il mercato del pesce e fanno anche da ristorante. Io mi affido a un piattone unico che offre di tutto: dal baccalà fritto, alle crab cakes, ai gamberi e scampi alla griglia, oltre che una tempura di totani, il tutto contornato da un'insalatina e patate fritte. Chiudo in bellezza con una bella e orgasmica fetta di dolce al cioccolato sommerso da crema chantilly. Storia di un amore impossibile... Dopo la lauta cena ci imbuchiamo in un pub frequentato esclusivamente da studenti locali sulla via principale (Stellenbosch è anche una cittadina universitaria): le ragazze più avvenenti partono alla scoperta della fauna maschile locale senza risultati, io e altre due ragazze rimaniamo a un tavolo a fare due chiacchiere annaffiate da una ottima Castle cercando di non pensare alla notte da incubo che verrà da lì a poco. Ovviamente non mi sono segnato il nome dell'ostello in quanto non lo consiglio a nessuno, anche se mi rendo conto che un nome poteva essere utile agli altri per evitarlo. Voto Struttura: 2/10 e sono stato anche generoso. Km percorsi: 150 km circa Km totali: 3170 km1 punto
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13 agosto: Witsand – De Hoop Nature Reserve – Cap Agulhas – Hermanus Sveglia rosea (figuriamoci.. dopo i bagordi di ieri sera). Fuori il tempo non promette nulla di buono: un timido sole contornato da nuvoloni neri, pesanti, carichi di pioggia. Facciamo colazione nella sala ristorante dove facciamo pure due chiacchiere con tre rugbysti australiani che facevano la colazione dei campioni lì: a me chiedono pure se sono francese.. che non ho la faccia italiana.. che affronto! La prima tappa è il De Hoop Nature Reserve, un complesso di spiagge bianche a picco sul mare. Si, a picco in quanto le dune arrivano anche a 100 metri di altezza, continuamente modellate dal forte vento che tira da quelle parti. Per raggiungerle dobbiamo fare una strada sterrata rossa di circa 100 km, ben tenuta anche se ci sono diversi wash per colpa della pioggia della notte. Il tempo regge anche se ogni tanto cade qualche goccia. Attraversiamo il fiume Breederiver su una chiatta trainata con delle funi e arriviamo al Parco. Il mio poderoso mezzo! In attesa di attraversare il fiume. Paghiamo la fee per entrare e ci inerpichiamo sulle dune bianchissime, facciamo tante foto sfidando il vento e dopo mezzora corriamo alla macchina in tempo che cade un nubifragio così forte da non vedere nulla. I'm not fat.. it's the wind la burrasca in arrivo. La scarpinata verso la macchina. Sfida contro il vento. Aspettiamo che il tempaccio si calmi un po' e riprendiamo la strada sterrata fino a immetterci sulla R319 per Agulhas, cittadina dell'omonimo capo, la punta più a sud del continente africano, dove l'oceano Atlantico e l'oceano Indiano si incontrano. Ad Agulhas ci fermiamo giusto una mezzora per una foto al monumento con la riga che divide i due oceani. Disclaimer: i cinegiappoturisti sono anche qui.. dovremo faticare non poco per scacciarli dopo che stavano ore e ore a farsi le foto nelle loro originalissime pose sceme. Dopo la foto ci fermiamo lungo la strada principale (eh si.. ce n'è solo una) dove troviamo un chioschetto che frigge il pesce appena pescato: calamari, seppie, gamberi e pesci vari di cui non ricordo il nome insieme alle patatine e verdure. Tutto buonissimo. Qui al momento di pagare mi accorgo del furto, ma ormai il danno è fatto; il coordinatore mi consiglia di mettere soltanto una recensione negativa all'albergo di Witsand su Tripadvisor o perlomeno di consigliare di tenere gli occhi aperti. Alle 17 ci mettiamo di nuovo in auto per la meta finale: Hermanus, dove si vedono le balene da riva e da dove partono le barche per il Whale Watching. Verso Hermanus. Pernottiamo al “Hermanus Esplanade Seafront Holiday Apartments” (mai visto un nome così lungo..): un complesso di appartamenti piuttosto vecchiotti ma puliti.. le riviste almeno erano del 1952. Il complesso di appartamenti ha una bella vista sul mare, si erge su due piani collegati con una scala a chiocciola, due bagni (uno molto vecchio) e due camere da due persone ciascuna, la cucina e un salotto con una tv a tubo catodico che giustamente prendeva un solo canale, un programma di un santone zulu che parlava in una lingua incomprensibile (anche il mattino dopo c'era il solito programma, quindi immagino che lanciasse macumbe per tutta la notte). http://www.hermanusesplanade.com/ Ci informiamo sulle gite in barca ma ci dicono che purtroppo il mare è molto mosso e quindi non fanno uscite, che disdetta. Andiamo a cena al Burgundy Restaurant in una piazzetta adiacente: prendiamo un bell'antipasto ricco di terra e del pesce.. ma non finisce qui, ci viziamo anche con un dolce buonissimo al cioccolato. http://www.burgundyrestaurant.co.za/ Dopo la cena facciamo un giro alla ricerca di un pub per bere una Castle, ma troviamo soltanto una “casa del popolo” dove fanno del karaoke, giocano a biliardo e ci sono i vecchietti che ballano. Se qualcuno ci volesse andare, il locale è il Bojangles Pub. Cantiamo stonatamente tutti insieme al karaoke sotto gli occhi compassionevoli dei residenti e assistiamo addirittura a una rissa: un tipo sulla 60ina ci aveva provato spudoratamente con una ragazza del gruppo, il proprietario insieme ad un compare gli assestano un pugno in pieno petto e lo spingono a strattoni fuori dal locale. Deduco che abbiamo portato un po' di adrenalina in un paese dove apparentemente non era mai successo qualcosa del genere negli ultimi 50 anni. Dopo la serata comunque divertente ci mettiamo a nanna: io non vedo l'ora di arrivare finalmente a Cape Town, mi aspetto fin troppe cose da quella città. Voto struttura: 7/10 Km percorsi: 300 km Km totali: 3014km1 punto