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Tonga soa eto Madagascar, benvenuti nel continente rosso


MagicJ69

Messaggi raccomandati

14.

 

26 agosto – Andringitra ed il camaleonte

 

Il massiccio del Tsaranoro è sempre lì che ci guarda.. apriamo gli occhi con una sensazione di assoluta tranquillità grazie alla bellezza della natura, della valle ed all’atmosfera del camp.. il modo migliore per iniziare una giornata che sarà piuttosto lunga..

 

Il sole ancora sta dormendo quando iniziamo a prepararci.. con Raimond infatti abbiamo concordato il trekking che prevede l’ascesa fino al camaleonte per poi riscendere verso la piscina naturale e proseguire nella foresta dei lemuri che si trova nei pressi del Camp Catta, il camp più conosciuto della valle.

 

Partenza prevista per le 6,30 e, puntuale, alle 6 la nostra colazione è già pronta.. caffè, crepes con marmellata e tanta frutta, anche da portare dietro per il pranzo… qualche minuto per goderci i raggi del sole che si riflettono sulla montagna e siamo pronti.

 

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La compagnia parte.. c’è anche Mamy, ovviamente.. il percorso inizia sul versante sinistro del camp ed è subito salita.. il panorama è bello ma soprattutto, dopo i primi passi,  vediamo già la forma della montagna che ci sta aspettando, il camaleonte.

 

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Superiamo una tomba di pietre e, poco dopo, ecco la prima sorpresa..

Su una roccia vediamo un paio di catta in una strana posizione.. sembrano in meditazione, seduti con zampe aperte e petto rivolto verso il sole… si stanno riscaldando con i primi raggi di sole. Sono piuttosto lontani ma, fatti pochi passi, ne incontriamo altri su un albero intenti a mangiare ma soprattutto nella stessa posizione.

 

Piccola deviazione dal sentiero per avvicinarci a loro.. ci muoviamo piano piano tra gli arbusti.. la posizione e la loro l’espressione sono troppo forti e divertenti..  

 

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Restiamo qualche minuto ad osservarli prima di rimetterci in marcia.. e, nel frattempo, il camaleonte diventa sempre più grande.. la sua immagine appare sempre più chiara e meravigliosa.. dovremo arrivare lassù.

 

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Il percorso non è difficile ma è sempre in salita.. il panorama e le foto ci permettono qualche piccola pausa anche per riprendere fiato.. nonostante sia presto, lo sforzo, qualche breve tratto tra gradini di rocce, la pendenza ed il caldo si fanno sentire.. ma le occasione per fermarci non mancano.. la valle offre paesaggi davvero incantevoli.

 

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Quando raggiungiamo un falso piano la visuale si apre su due versanti..

ma la cosa più interessante è vedere la coda del camaleonte..

 

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Non siamo lontani e non ci resta che percorrere un ultimo tratto mentre ci sembra di essere già sulla coda.

 

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Dopo circa 2 ore siamo in cima… si vede tutta la vallata e le montagne ma la nostra attenzione è catturata da alcune macchie colorate che vediamo sulla parete del massiccio ... climbing in corso sul Tsaranoro… 

un puntino rosso che però sembra fermo.. alcuni metri sopra c’è qualcosa invece che sembra muoversi.. non riusciamo a capire bene di cosa si tratti ma possiamo immaginare che qualcuno, su quella parete, ci sia.. poco dopo, con un po’ più attenzione, ne abbiamo la certezza.. qualcuno sta calando la parete.. ma probabilmente avremo modo di osservarli meglio quando scenderemo sull’altro versante..

 

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Intanto noi siamo arrivati.. eccoci sulla testa del camaleonte.. la vetta è raggiunta..

o almeno è quello che pensiamo.. ma non è così.

 

In realtà Raimond ci spiega che, volendo, ci sarebbe un altro piccolo tratto di “strada” da fare per raggiungere il punto in cui si può dominare tutta la valle.. un piccolo extra che non molti fanno.. e quando ci mostra il mini percorso capiamo il perchè..

un tratto per niente agevole anzi, molto pendente.. ci vogliono certamente buone scarpe per far presa sulla roccia..

Letizia è piuttosto titubante e non convinta..

 

Nel frattempo io inizio a scendere con Raimond lungo questo tratto molto ripido.. si arriva ad un punto dove la roccia finisce e bisogna fare un piccolo saltello per passare dall’altra parte.. sotto, il vuoto...ma il più sembra fatto.. ormai ci siamo!!

 

Quando mi giro, vedo Mamy e Letizia muoversi lungo il pendio.. è riuscito a convincerla a venir giù.. li raggiunge Raiomond, per dare una mano ma soprattutto per avere un margine di sicurezza in più visto che comunque si scende senza alcuna imbracatura…  

e, seguendo le indicazioni, ecco che arriva anche lei.. brava!!!

 

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Adesso possiamo raccontarcelo..

Siamo davvero in cima al camaleonte..

Non ci resta che goderci questo meraviglioso panorama ed immortalare questi momenti.. bello, davvero bello!!

 

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Ma è giunto il momento di tornare indietro..

c’è da rifare il medesimo tratto, ma ripercorrerlo in salita dovrebbe essere più semplice.. più o meno.

 

La pendenza c’è così come un po’ di timore.. fatta la mini scalata, ci fermiamo sulle rocce per concederci qualche minuto di pausa..

ma ci sta anche un autoscatto di gruppo..

 

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Il tempo di un rapido cambio maglia, necessario soprattutto per la presenza di qualche folata d’aria che ogni tanto si fa sentire e che non è l’ideale dopo lo sforzo, ed eccoci di nuovo pronti..

 

 

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Qualche ultimo scatto, un break per il classico ricordo "marlboriano" e la marcia riprende...

 

 

...continua....

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Recuperato altre due giornate, prima o poi mi metterò in pari!

 

Ma quanto è stato bello il tramonto con i baobab?  : Love 2 : Questo Madagascar per me si sta avvicinando ai livelli del Sudafrica... e non ho ancora visto i grandi Tsingy.

 

Un po' ti odio...  :grin:

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Sono due viaggi molto diversi..così come le realtà socio-culturali..  onestamente non saprei dire qual'è il più bello.. il Sudafrica mi ha lasciato molti bei ricordi.. ed il fatto di fare il giro in assoluta autonomia, anche nei parchi, è sempre qualcosa, per me, da qualcosa in più.. ma ovviamente il madagascar ha una caratteristica particolare.. è unico!!

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...continua..

 

Siamo in anticipo (o almeno così ci dice Ray) e questo in parte ci da anche la sensazione di come in fondo non ce la siamo cavata male nell’ascesa.. poco dopo le 9,30 riprendiamo a camminare..

 

La strada ora è in discesa e non ci sono punti difficili né pendenti.. il sentiero praticamente si snoda lungo un piccolo corso d’acqua che porta verso il fondo valle..

Sulla nostra sinistra il massiccio del Tsaranoro ci accompagna costantemente.. alziamo di nuovo lo sguardo ma non vediamo più quei

puntini che ci sembrava di aver visto quando eravamo in cima..

 

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Poco dopo capiamo il perché.. sentiamo infatti alcune urla  che all’inizio sembrano destare anche un po’ di preoccupazione in Mamy e Ray.. poi invece percepiamo la gioia di chi ha compiuto l’impresa.. eccolì, lassù in cima si intravede qualcosa e sentiamo tutta la loro felicità..

 

Rispondiamo al saluto e proseguiamo verso la piscina naturale.. da quando siamo partiti dalla cima del camaleonte è trascorsa circa un’ora.. ancora pochi passi e ci siamo.. raggiunta la seconda meta di giornata…

 

Tra le rocce compare infatti questa piscina dove vediamo che c’è già qualcuno.. sono tre ragazze americane che fanno il nostro stesso percorso.. ma al contrario.. probabilmente non è la scelta migliore, sia perché affronteranno l’ascesa con il caldo, sia perché vuoi mettere un bel bagno dopo la fatica di salire fino in cima?

Ed insieme a loro c’è anche Ourussa con i suoi due cani..

Saluti di rito, due veloci chiacchiere ed inizia l’operazione piscina.

 

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Mentre lasciamo gli zaini e siamo intenti a cambiarci (non avevamo indossato il costume e così un paio di rocce diventano uno spogliatoio.. ma solo per me.. Letizia preferisce solo un assaggio dell’acqua), uno strano insetto attira la nostra attenzione..

Tra gli arbusti verdi vediamo una serie di colori molto accesi che hanno la forma di una cavalletta..

forse non bellissima, ma molto particolare..

 

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Ma intanto l’acqua è lì.. il sole si riflette sulla piscina che ci aspetta..

Pensando allo sforzo, un bel bagno ci sta davvero bene.. ingresso soft, visto che l’acqua è fresca.. ma solo all’inizio, ovviamente.. poi la sensazione è meravigliosa..

ed il sole rende tutto ancor più piacevole..

 

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Restiamo qualche minuto nei pressi della piscina a prendere un pò si sole, prima di tornare sulla grande roccia con gli altri per fare due chiacchierare e rifocillarci un po’..  non manca qualche altra curiosità faunistica come una lucertola abbastanza mimetizzata ed un serpente che vediamo in lontananza muoversi su una roccia e dileguarsi nell’erba..

 

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Circa un’ora di sosta e riprendiamo il percorso verso la foresta dei lemuri.

 

Dopo aver superato una tomba (aperta), eccoci nei pressi della foresta..

è molto all’ombra anche se il caldo ed alcuni tratti di umidità si fanno un po’ sentire..

La attraversiamo cercando di trovare i lemuri ma questa volta la fortuna non è dalla nostra parte.. forse l’ora o la giornata.. ma c’è anche un altro fattore che Raimond ci spiega.. un incendio ha infatti da poco distrutto un tratto della foresta ma soprattutto ha fatto impaurire i lemuri che in parte si sono allontanati o comunque tendono a stare molto più coperti, al sicuro.  

 

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Non ci resta che proseguire, sperando di incontrarne qualcuno ma soprattutto godendoci comunque la passeggiata nella foresta.. in fondo i catta li abbiamo già incontrati.. qualche pausa ci permette di goderci il paesaggio intorno e rivedere anche il nostro amico camaleonte.. ma guarda un pò dove eravamo.. ne abbiam fatta di strada...

 

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Finita la foresta, attraversiamo un campo aperto dove incontriamo alcuni zebu al pascolo.. passiamo accanto a loro ma sembrano molto tranquilli..

 

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Pochi metri avanti incrociamo il rosso della strada sterrata ed il villaggio..  

da qui riprendiamo la strada che solitamente percorrono anche le auto, incontrando anche alcuni abitanti del villaggio.. ci guardano un po’ incuriositi.. ed anche noi lo siamo.. qualche sorriso, un saluto nella loro lingue (le poche parole che abbiamo imparato) e proseguiamo fino al camp dove in lontananza vediamo il famoso “bagno con vista”..

un ultimo tratto e siamo arrivati.

 

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Dopo circa 7 ore dall’inizio della nostra escursione, eccoci di nuovo al camp..

 

Ci congediamo da Raimond e restiamo qualche minuto a chiacchierare con Mamy.,. poi ci lascia per un impegno importante.. oggi infatti arriva la nuova auto.. ma questa volta ci sarà anche un autista.. l’appuntamento non è al camp e quindi dovrà andare verso le N7 ad aspettare l’arrivo da Tana..

 

Restiamo a prendere qualcosa di fresco.. una coca ed un fanta da 1,5 lt, mentre ripensiamo al nostro giro, ci stanno bene..

 

Bella esperienza.. il trail ci è piaciuto molto.. in fondo non è molto difficile..

La presenza della guida è importante perché in caso di imprevisto è fondamentale sapere come muoversi, qual è il villaggio più vicino, come chiedere aiuto.. qui l’elisoccorso è fantascienza..

Durante la camminata, infatti, Mamy ci ha spiegato quali sono i rischi, pensando soprattutto alle ragazze americane che non avevano una loro guida.. scelta piuttosto avventata, proprio perché la sicurezza c’è solo se tutto fila liscio.. l’imprevisto, quando accade, è già troppo tardi.. proprio per l’impossibilità di un eventuale aiuto.

 

Mentre siamo intenti a rilassarci in "veranda" arriva Ourussah.. restiamo a chiacchierare un bel po’..  ci racconta di sè, della sua esperienza malgascia, della sua vita parigina…

il tempo passa e praticamente raggiungiamo il nostro bungalow dopo circa due ore dal nostro rientro…

 

 

Un po’ di relax.. ma c’è ancora tempo per uscire e goderci ancora un giro per il camp, il panorama ed il tramonto.. o quasi… inganniamo così il tempo fino all’ora di cena..

 

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Alle 19 siamo nella sala da pranzo..

due chiacchiere prima di accomodarci e gustarci il menu.. fiori di zucca (frittelle) ed anatra (ci sembrava di averne contato una in più nel laghetto giusto qualche ora prima… certamente è fresca) cucinata con ananas e con un contorno di patate che ricordano un po’ una tradizione del sud Italia (quelle praticamente tagtliete e cotte tutte insieme, appiccicate o, come si dice da qualche parte, “mpacchiuse”).. ovviamente con il dessert finale.. una bella fetta di ananas al rum..

 

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Altre due chiacchiere dopo cena con Ourussah e madame Seraphine mentre aspettiamo il rientro di Mamy.. 

ormai è buio e la strada non è delle migliori ma, poco dopo le 20, eccolo.. insieme a lui c’è  Romeo, sarà lui il nostro nuovo autista..

 

Ci tratteniamo qualche minuto per organizzare la partenza di domani.. sveglia e partenza con calma.. non abbiamo appuntamenti.. dobbiamo raggiungere Ranohira e, se riusciamo, andare poi alla finestra dell’Isalo.

 

 

 

Spese di giornata

 

Cena 40.000 ariary (in due)

Bibite varie 16.000 + mancia staff 2.000

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15.

 

27 agosto  – Da Andringitra alla finestra dell’Isalo

 

L’effetto del camaleonte, il relax della piscina e l’atmosfera del camp hanno conciliato perfettamente il sonno.. nonostante alle 5 siamo già svegli, è stata davvero una gran bella dormita.

 

Il camp ancora sta dormendo.. non ci resta che aspettare ancora un po’ prima di goderci l’alba ed i raggi del sole che si riflettono sullo Tsaranoro.. Il tempo di sistemarci ed eccoci pronti per la colazione, fissata per le 7.. buona ed abbondante, con un ottimo pane caldo e marmellata.

 

Ci fermiamo qualche minuto con Mamy per organizzare la giornata.. oggi ci muoveremo verso Ranohira ed il Parco dell'isalo.

 

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Rientriamo al bungalow per l’ultimo saluto al camp, a Seraphine ed allo staff.. tutti molto gentili e sorridenti.. è stata certamente una delle più belle esperienze vissute in questo viaggio, anche se ora è arrivato il momento di ripartire.

 

Lasciamo il camp verso le 8,45.. abbiamo una nuova auto, un 4x4 con Romeo, autista e proprietario.. lui ci porterà in giro per il resto del nostro viaggio mentre Mamy farà da guida.

 

La strada non è tanta ma c’è lo sterrato fino all’incrocio con la N7 ed impieghiamo poco più di un’ora, godendoci il paesaggio della valle, le montagne intorno e qualche incontro volante con la gente..

 

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Poco dopo le 10 siamo di nuovo sulla strada asfaltata, direzione Ranohira.

 

Percorriamo alcuni chilometri e ci accorgiamo che il paesaggio è diverso.. strada diritta, molto più scorrevole e soprattutto con meno buche.. e questo rende certamente il viaggio molto più piacevole..

In alcuni momenti ci sembra di essere in una delle lunghe strade del deserto americano..  qualche sosta non manca, soprattutto quando cominciamo a vedere la montagna denominata Fandana, o anche cappello del prete per la sua forma particolare.

 

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Qualche sosta nei pressi di alcuni villaggi vedono scene che si ripetono.. bambini che si avvicinano per chiedere qualcosa.. difficile resistere..

 

Proseguiamo lungo la strada che sembra non finire mai fino ad arrivare nei pressi della montagna da cui iniziano alcuni saliscendi…

 

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Dopo circa 2 ore siamo a Ranohira, cittadina che non sembra offrire molto.. la sua importanza è certamente, e forse esclusivamente,  legata al Parco dell’Isalo.

 

Durante il viaggio Mamy ci aveva illustrato alcune delle cose più belle ed interessanti della zona, parlandoci anche di un meraviglioso hotel che si trova proprio a ridosso del parco dell’Isalo..le Relais de la Reine, un vero e proprio resort che avevamo pensato fosse il nostro hotel.. piccola distrazione che ci rende un po’ scettici quando arriviamo all’Orchidee dell’Isalo..

Solo ora ci rendiamo conto di aver perso qualche passaggio.. in più la prima stanza che ci assegnano non ci fa un bella impressione.. si trova nell’ala vecchia dell’hotel e, per quanto fosse comunque pulita, ci lascia molto perplessi..

 

La nostra espressione non sfugge a Mamy che ci chiede più volte se tutto è OK, nonostante le nostre prime risposte di consenso.. ma si accorge che c’è molta diplomazia e così concordiamo un cambio.. pochi minuti e ci spostiamo in un’altra stanza, molto più bella ed accogliente.. mentre ci dirigiamo verso la nuova camera vediamo che ci sono diversi lavori in giro.. in alcuni punti sembra un vero e proprio cantiere.. piscina compresa..

Ma eccoci in camera.. adesso si che ci siamo!!

 

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Ci lasciamo con Mamy e Romeo.. appuntamento per il tardo pomeriggio.. la meta di oggi è la finestra dell’Isalo ed il tramonto.

 

L’ora di pranzo è appena passata e forse è il caso di fare almeno uno spuntino.. nei pressi dell’hotel c’è una patisse rie, non molto economica, ma ci sono alcune cose che ci attirano..

mini spesa e torniamo in camera per goderci lo snack e per un po’ di relax prima di andare alla finestra dell'Isalo per il tramonto.

Modificato da MagicJ69
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...le finestra dell'isalo...

 

Verso le 16 eccoci pronti.. prima di partire facciamo un breve briefing con Mamy e con la guida che ci accompagnerà domani nel parco.. decidiamo insieme itinerario e cose da vedere.. ci sono vari percorsi ed un po’ di chilometri da fare.. ma quello proposto ci piace.

 

Arrivederci a domani e pronti a salire in macchina per avviarci verso la fenetre de Isalo..

Lungo la strada c’è un bel paesaggio, con una bella luna che sembra accompagnarci..

incontriamo la roccia chiamata la regina dell’isalo, per la sua forma.. poi una piccola deviazione all’omonimo hotel, quello che ci aveva descritto Mamy.. un lodge molto bello che alcuni turisti addirittura visitano come se fosse un’attrazione.. noi preferiamo goderci il paesaggio intorno e quindi decidiamo di andare direttamente alla “fenetre”.

 

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Quando arriviamo ci sono già altri fuoristrada.. non manca occasione per scambiare due chiacchiere con altre coppie di italiani presenti mentre aspettiamo il tramonto.. ma intorno ci sono molte cose interessanti..

Due passi nei dintorni per goderci il paesaggio e la forma delle varie rocce.

 

La finestra è certamente l’attrazione principale ma ci sono appunto altre rocce con forme particolari.. e non manca un po’ di sarcasmo nei confronti dei francesi quando ci viene fatto notare come la forma di una roccia rappresenti il profilo del presidente Chirac..

 

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La bellezza del posto offre molti spunti.. le foto ci permettono di immortalare l’immagine della luna che si intravede dal basso della finestra, rendendo ancor più interessante il nostro giro..

 

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Torniamo nella parte alta..

il sole sta scendendo ed è l’ora del tramonto..

 

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Non è probabilmente tra quelli più spettacolari ed indimenticabili anche se non è mai facile fare dei paragoni con altri luoghi che abbiamo visto in altri viaggi.. ognuno ha il suo fascino..

ed anche questo certamente ha una sua particolarità e bellezza e certamente ne vale la pena.. la presenza di tanti altri turisti, che ovviamente potrebbero dire la stessa cosa, non ci permette di godercelo come vorremmo.

 

Prima di rientrare, facciamo qualche altra breve sosta lungo la strada per goderci ancora un po’ il paesaggio..

 

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Prima di salutarci momentaneamente con Mamy e Romeo, ci organizziamo per la cena.. anche questa sera andremo tutti insieme in un locale malgascio che conosce Mamy.. ci fidiamo ad occhi chiusi ed infatti anche le nostre aspettative non restano deluse.

 

Il ristorante non è certamente stellato : Smile : .. locale molto semplice che si trova praticamente nel retro di una stazione di servizio all’inizio di Ranohira.. è il Mini Gargotte Nam, un piccolo ristorante cinese dove ceniamo a lume di candela, visto che è tutta la giornata che la corrente è stata praticamente assente..

 

Un antipastino con un classico frittino (i nam), riso alla cantonese ed una bistecca di zebu con contorno di verdure.. per niente male soprattutto perché il prezzo ci lascia ancora una volta estereffatti.. 9500 ariary, praticamente poco meno di 3 euro in due..

 

La qualità dei piatti finora è sempre stata piuttosto buona.. l’unico “problema” dei ristoranti malgasci, sono gli orari..

Alle 19,45 praticamente siamo già di rientro in hotel.. e qui non c’è molto da fare.. ovviamente non abbiamo la tv (non che avesse cambiato molto) e quindi non ci resta che dare una sistemata alle foto e pensare al programma di domani, studiando un po’ i punti più interessanti da vedere ..

 

Il trekking con le piscine naturali e la visita al parco ci incuriosiscono molto.. e, nonostante la guida abbiamo evidenziato le distanze,  non saranno certo una decina di chilometri, o forse qualcuno in più, a spaventarci.

 

 

Spese di giornata

 

Acqua 8.000 ariary

Patisserie 13.500

Cena 9.500

Varie 2.000

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  • 2 settimane dopo...

16.

 

28 agosto – Isalo National Park

 

L’itinerario di oggi all’Isalo ci porterà a visitare il parco e le sue principali attrazioni.. ed i chilometri che faremo saranno almeno una decina.

 

Gli orari malgasci oramai ci portano a svegliarci molto presto ma qui non c’è molto da fare.. né ci sono cose interessanti da vedere mentre aspettiamo Mamy..

L’aria è abbastanza fresca ed inganniamo l’attesa facendo due passi nei dintorni dell’hotel osservando la città che si sveglia e le prime persone che si ritrovano per iniziare la giornata lavorativa..

Sono appena passate le 6 e finalmente apre la sala ristorante.. ma la colazione non è entusiasmante.. ordiniamo una mezza baguette con marmellata ed un succo..  niente croissant o pain au chocolat, ahimè.. e la patisse rie di fronte è chiusa.

 

Quando arrivano Mamy e la guida saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il Parco.. l’ingresso non è distante.. dalla N7 c’è un breve tratto di sterrato che porta fino al parcheggio da cui inizia il trail che ci porterà verso la piscina naturale.. 

poi proseguiremo verso la Cascata des Nymphes e le piscine nera e blu, attraversando il parco e qualche canyon..

itinerario che si prospetta molto interessante.

 

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Il Parco è molto grande.. 81.500 ettari con paesaggi e formazioni che vento ed acqua hanno reso molto particolari.. e non mancano anche fauna e flora.. il parco infatti offre oltre 50 specie di uccelli e gli immancabili lemuri ( brown, catta e sifaka).. ma anche diversi tipi di piante e fiori tra cui il pachipodium, detta anche zampa di elefante, simile al baobab nano, che conosciamo già e che speriamo di trovare magari già fiorito, anche se non è ancora il periodo giusto.. ma chissà!!

 

Il Madagscar non ha grandi altitudini ed anche nel Parco si va da 500 a circa 1300 metri mentre alcuni canyon possono raggiungere i 200 m di profondità.

 

Le formazioni rocciose ma soprattutto canyon e piscine naturali sono le attrazioni che quindi incontreremo nel nostro itinerario.. ce ne sono diversi e sarebbe bello farli tutti.. ma ci sarebbero voluti almeno un paio di giorni..

 

L’inizio del sentiero tende un po’ a salire ma il ritmo è tranquillo.. il paesaggio è interessante e le rocce hanno spesso forme molto particolari.. un luogo sacro e mentre camminiamo, tra rocce e flora, incontriamo spesso alcune tombe.

 

Finita la piccola ascesa, attraversiamo un piano che ci porta prima fino ad una radura per poi raggiungere un punto panoramico..

 

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Vista e paesaggio belli, particolari e molto differenti rispetto a quanto avevamo visto in altri parchi.. la sensazione è quella di trovarci in un altro viaggio, quello dei parchi americani come le Badlands..

 

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Ci tratteniamo in cima ad alcune rocce e proseguiamo poi per il sentiero che ci permette di osservare non solo rocce dalle forme più varie ma anche alcune tombe (che si riconoscono dalle pietre) e qualche esemplare faunistico come un falco che se ne sta tranquillo ad osservare quello che accade intorno..

 

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Pochi metri più avanti raggiungiamo una tomba dove all’esterno c’è un feretro in metallo con alcuni particolari, come le monete che sembrano bulloni avvitati..

In questa zona infatti vivono i Bara, una tribù che sembra conservare ancora alcune tradizioni e riti religiosi, tra cui la sepoltura dei morti nelle grotte.

 

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Dopo una piccola foresta, tra alberi ed arbusti da forma particolari e dai i colori molto accesi, il sentiero prosegue in un ampio spazio aperto fino a raggiungere la prima tappa di giornata..

 

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E' la piscina naturale.. un’ora di cammino, tre chilometri ed eccoci arrivati.. dopo averla osservata dall'alto, non ci resta che scendere.

 

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Sembra un’oasi e l’idea di fare un bel bagno non manca.. ma è ancora presto.. ci fermiamo a godercela un po’  mentre arrivano alcuni ragazzi che invece non resistono alla tentazione..

 

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Qualche altro istante prima di proseguire nuovamente ed inoltrarci su un grande altopiano..

 

Le formazioni rocciose intorno offrono un paesaggio molto suggestivo.. 

siamo solo noi e questo certamente non ci dispiace.. attraversiamo anche un piccolo ruscello e proseguiamo lungo l’altopiano dove abbiamo anche un simpatico incontro con alcuni uccelli molto simili alla pernice.. una specie endemica del Madagascar che ovviamente ci soffermiamo ad osservare per qualche minuto.. 

 

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Nel parco ci sono diversi circuiti… troviamo varie indicazioni  ma noi proseguiamo verso una foresta oltre quale inizieremo poi a scendere verso il canyon de Maky.

 

Dalla piscina all’inizio della foresta c’è poco più di 1,5 km ed una breve sosta ci sta, anche se non siamo certamente stanchi.. il sole c’è ma non è molto forte.. sono ancora le 9,20 ed abbiamo ancora molte cose da vedere e chilometri da percorrere.

 

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Il sentiero che scende lungo il canyon non è difficile, anche se c’è qualche tratto un po’ più ripido proprio verso la fine.. in poco più di mezz’ora arriviamo alla fine ritrovandoci così su un altro percorso, quello che ci porterà verso la cascata e le altre piscine.

 

L’itinerario si può fare anche al contrario, partendo da un altro parcheggio anche se forse è un po’ più faticoso.. 

il cartello che incontriamo ci indica che dalla piscina naturale abbiamo percorso 4 chilometri.

 

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Qualche passo all’interno di una foresta e raggiungiamo un camp dove ci sono varie  attrezzature per cucinare con accanto una specie di punto di ristoro.. 

ed allora un break per bere e mangiare un po’ di frutta ci sta tutto.

 

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Il Parco dell'Isalo.. continua..

 

La sosta al camp è piacevole e, ad allietare il tempo ci pensano i soliti lemuri.. 

girano e saltano tutt’intorno.. i catta confermano di essere troppo simpatici e l’abitudine a vedere la presenza umana li porta ad avvicinarsi.. anche se non troppo.

 

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Ci fermiamo per un quarto d'ora prima per poi riprendere a muoverci.. una piccola salita, qualche aaltro passo ed eccoci alla deviazione verso la cascata.. 300 metri di gradini.. non è molto..

 

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Il sentiero è stretto.. intorno si sente il fruscio dell’acqua e qualche verso animale… incrociamo alcuni turisti di ritorno e quando arriviamo alla cascata ne troviamo altri..

Lo spazio per muoversi non è molto ampio e bisogna confidare molto sulla benevolenza di chi è già qui.. ma spesso non è così.. un paio di coppie sembrano troppo presi dalle foto per accorgersi che ci sono altri turisti... inoltre, appena dietro di noi, ecco arrivare una scolaresca.. fine dei giochi..

è praticamente impossibile godersi la piscina e la cascata in tranquillità.. così come fare qualche foto..

 

 

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Affrontiamo il sentiero in discesa, reso in alcuni punti un pò scivoloso da qualche rivolo di acqua.. basta fare un po’ di attenzione..

giunti in fondo l’indicazione per le piscine, nera e blu, indica circa 800 metri.

 

Questo tratto è in piano ed è abbastanza semplice.. praticamente si snoda lungo un piccolo ruscello d’acqua.. è davvero un bel paesaggio..

 

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Dopo aver superato alcune rocce eccoci alla piscina blu.. fermata breve, giusto per il primo impatto ed ammirarla..  ma proseguiamo con l'idea di fermarci nuovamente dopo e godercela.

 

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Qualche metro dopo eccoci alla piscina nera.. bella e particolare

 

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La giornata è bella e tornando arriva l’ispirazione.. è possibile fare il bagno in entrambe ma torniamo verso la piscina blu e ci fermiamo qui.. ci siamo solo noi ed è il momento per approfittarne..

 

Via i vestiti e parte il tuffo nel blu.. sensazione meravigliosa.. l’acqua è fresca ma si sta divinamente.. ancor di più restare sotto il getto della piccola cascata che praticamente forma questo piccolo paradiso..

 

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Si sta davvero bene..

 

Il tempo di rivestirmi e l'attenzione si sposta su qualcun altro che forse vuole rinfrescarsi un pò..

 

un piccolo serpente che si muove lungo una roccia proprio nei pressi della piscina.. dovrebbe essere innocuo.. ma meglio limitarsi ad osservarlo ed a non disturbarlo troppo..

 

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Ripercorriamo il sentiero, incontrando  la scolaresca ed altri turisti.

Isalo è molto famoso e turistico, anche a livello locale.. non è difficile trovare una giornata affollata, soprattutto nei punti più belli come le piscine.. e certamente non sarebbe la stessa cosa..

ma è solo questione di fortuna o di tempo..

 

Lasciamo la piscina che è quasi mezzogiorno.. mezzo’ora di strada sempre in mezzo a questa natura fantastica ed eccoci nuovamente al camp..

gli onori di casa questa volta spettano ai lemuri bruni.. sembrano più intraprendenti e dispettosi..

li vediamo praticamente appostati nei pressi di alcuni turisti che, un attimo di distrazione, e vedono sparire dal loro tavolo alcune cose da mangiare..  ecco il modo per farli avvicinare..

 

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Pochi minuti per divertirci un pò con loro ed eccoci sull’ultimo tratto del sentiero, quello che ci porta al parcheggio dove il nostro autista Romeo ci sta aspettando con una piccola sorpresa.. 

 

E' da poco passata l'una ed un pò di fame c'è.. in macchina vediamo una sportina con frittelle e qualche panino.. il contenuto sembra un'omelette ma..

in realtà si tratta di cervello fritto..

scetticismo iniziale ma, dopo il primo morso, diventa una goduria per il palato.. è davvero buono.. e saporito.. quando finiamo praticamente resta la voglia di mangiarne ancora.. altri due morsi non ci sarebbero stati male

 

Mamy e le sue idee.. fantastico!!

 

E mentre siamo intenti a finire il nostro pranzo, intorno all’auto arrivano alcuni bambini.. i volti e le loro espressioni non ci lasciano indifferenti.. sanno che qui si fermano molti turisti e ne approfittano per cercare di vendere qualche souvenir.. ne accontentiamo un paio e così, il tempo di acquistare per pochi ariary qualche piccolo lemure in carta e ceramica e siamo pronti a ripartire.

 

La visita al parco è finita.. ma non la giornata..

230 chilometri di strada che dovremo percorrere per raggiungere Tulear.

Modificato da MagicJ69
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Nessun problema..

i panini li aveva presi dove avevamo mangiato la sera prima, ordinandoli però.. e non era sicuro perchè appunto sarebbe dipeso dalla disponibilità.. il che ci fa pensare che la materia prima sia stata acquistata in giornata..

In ogni caso devo dire che i ristoranti malgasci sono stati una bella sorpresa.. molto semplici ma cibo sempre OK..

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