Classifica
Contenuto Popolare
Mostra il contenuto con la massima reputazione di 05/01/2020 in tutte le aree
-
Eccomi qua con un nuovo diario, finalmente ce l'ho fatta ad iniziarlo Quanto mi fa strano però non scrivere nella sezione West!! Un anno fa, qualcosa tipo 5 secondi dopo essere scesa dall’aereo, iniziavo a pensare a dove sarebbe stato il nostro prossimo viaggio estivo. Le idee erano, come sempre, tantissime: Bali, Thailandia, Cambogia e USA. Potevano forse mancare i miei amati Stati Uniti nelle idee di viaggio? Ovviamente no!! Stavolta però sapevo che tornare negli USA sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile. Luca voleva cambiare meta e, anche da parte mia, c’era la voglia di visitare qualche altro continente. Ok ma…quale? Guardo un po' di mete ma i voli sono alle stelle. Più passano i giorni poi più inizia a tornarmi la voglia di andare, un'altra volta, negli Stati Uniti. No Giò, non ti lusingare, non farlo!! Stavolta Luca ti ammazza se gli proponi di tornare un'altra volta in America!! Riesco a trattenermi e, per farmi venire qualche idea, inizio a leggere i diari di viaggio. Provo a stare lontana dalla sezione USA e ad aprire solo quelli degli altri continenti. Vediamo un po', cosa potrei leggere? Asia, Americhe, Oceania, Europa. Africa no, quella proprio non mi ispira. Luca va spesso in Kenya per lavoro e, ogni suo tentativo di farmi andare in Africa, è sempre fallito miseramente. Nel frattempo esce un volo per Seattle a poco più di 350€ da Venezia, proprio per quelle che sarebbero le nostre eventuali date. Ho una voglia matta di tirare fuori la carta di credito e cliccare su acquista ma so già che finirei per litigare con Luca quindi sono costretta a legarmi le mani. Quando glielo dico mi risponde che ho fatto bene a non comprarlo, altrimenti sarei andata da sola. “Ma Peruz, era un volo per Seattle a 350 euro!!!” “Avrebbe anche potuto essere gratis, io in America quest’anno non ci torno”. Ed è così che anche le mie più piccole speranze vanno in fumo e mi convinco a cercare seriamente una meta alternativa. Un giorno, mentre navigo sul forum, la mia attenzione viene catturata da un diario di viaggio che non parla di America ma di Africa. E’ quello di @pandathegreat e @mouette, dal titolo Namibia on the road. L'Africa la snobbo da sempre ma i loro diari mi piacciono tanto quindi decido di leggerlo lo stesso. Più leggo e più mi convinco che la Namibia potrebbe davvero piacermi. Luca è in Kenya e, quando per telefono glielo accenno, pensa lo stia prendendo in giro. “Tu? In Africa? Certo Giò, guarda che non ti crede nessuno!!!” Il tempo passa, lui torna a casa, e io continuo a leggere le avventure di @pandathegreat e @mouette. Ad ogni giornata pubblicata la mia voglia di andare in Namibia cresce sempre di più e, ad ottobre, sono piuttosto convinta. “Luca, ma allora che ne dici se andiamo in Namibia quest’estate?” Lui mi guarda di traverso, probabilmente chiedendosi cosa avessi fumato. “Come mai improvvisamente vuoi andare in Africa? Hai preso una botta in testa?” Ma no, ti giuro che sono serissima!!! Era ottobre e il discorso è morto cosi’, con Luca convinto che avrei cambiato idea. Insomma, com’era possibile che io volessi andare in Africa? Poi, in una domenica di inizio dicembre, lui ridendo mi chiede se allora sono ancora convinta di andare in Namibia questa estate. Io gli rispondo di si ma che, in realtà, mi piacerebbe davvero anche tornare negli USA. E’ in quel momento, quando sente nominare la parola USA un’altra volta, che il nostro viaggio in Namibia diventa realtà. Non vogliamo prenderci tardi quindi a dicembre decidiamo di prenotare voli e hotel. Purtroppo ci è subito chiaro che la Namibia ha dei costi folli e, quando mi faccio un preventivo personalizzato comprensivo di volo, auto ed hotel per poco non faccio un infarto. Ma che roba è?! Questi non stanno bene!! I lodge costano in media 150€ a notte a persona, arrivando a picchi di 250€ a notte a persona. E pensare che l’anno scorso mi sembrava caro Yellowstone con i suoi 175$ a notte e a stanza per dormire all’interno del parco… non mi lamenterò mai più dei costi negli USA, lo giuro. La macchina ha un costo altrettanto folle, circa 1700€ per 17 giorni di noleggio. Il risultato è che, la cifra finale sul mio foglio excel, supera i 3000 euro a persona soltanto di costi fissi quali volo hotel e auto. A questa cifra bisogna poi aggiungere tutti gli extra. Eh no, io tutti quei soldi per andare in Africa non li spendo manco morta. Lo dico a Luca e lui concorda con me, sono decisamente troppi soldi. Improvvisamente però si fa pensieroso ed io inizio a preoccuparmi. Quale idea malefica starà partorendo? Alza la testa e, con gli occhi che brillano, mi comunica che ha avuto un’idea geniale: andiamo in tenda!!! Lo trafiggo con lo sguardo. “Io in tenda? Ma mi ci vedi? Odio il campeggio, ti pare che vado in Africa in tenda? Non ci penso proprio!!” Lui tenta di convincermi ma non c’è verso, io in Namibia in tenda non ci vado. Li di notte ad Agosto fa freddo ed io voglio avere il mio bagno. Provo allora a pensare ad un’alternativa che ci permetta di fare ugualmente questo viaggio e mi viene in mente una soluzione intermedia, il camper. Costa 1800 euro ma ci permetterà di abbattere il costo dei lodge. Camper sia!!! A Natale Babbo Luca mi fa un regalo e sotto l’albero trovo il biglietto per Windhoek. Avrà voluto assicurarsi che non cambiassi idea? Probabilmente si ma va bene lo stesso, sono felicissima, ad agosto si va in Namibia! Prenoto tutto da me sui siti ufficiali e alla fine l’itinerario diventa questo: 12-13 agosto: Venezia – Windohek 14 agosto: Windhoek – Deserto del Kalahari 15 agosto: Deserto del Kalahari – Fish River Canyon 16 agosto: Fish River Canyon – Luderitz 17 agosto: Luderitz – D707 18 agosto: D707 – Sesriem 19 agosto: Sesriem 20 agosto: Sesriem – Swakopmund 21 agosto: Swakopmund 22 agosto: Swakopmund – Spitzkoppe – Twyfelfontein 23 agosto: Twfelfontein – Palmwag 24 agosto: Palmwag – Etosha 25 agosto: Etosha 26 agosto: Etosha 27 agosto: Etosha – Waterberg 28 agosto: Waterberg – Windhoek 29 agosto: Windhoek – Doha 30 agosto: Doha 31 agosto: Doha - Venezia E’ stato un viaggio meraviglioso e pieno di emozioni ma anche molto impegnativo. Fare campeggio è molto diverso dal dormire comodamente in hotel e le strade sterrate della Namibia non ci hanno aiutato. La sabbia entrava nel camper e, ogni giorno, dovevamo ripulire tutte le nostre cose dallo strato di sabbia che le ricopriva. Siamo tornati a casa più stanchi di prima, guardandoci negli occhi e promettendoci che non avremmo mai più campeggiato in Africa. Tuttavia è stata una esperienza diversa che ricorderemo per sempre, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Ecco, soltanto una però, adesso io ho già dato!! Cosa mi è piaciuto e cosa no? Ho adorato Luderitz e Swakopmund. Non avevo grandi aspettative su queste due località costiere invece sono state la sorpresa del viaggio. A Luderitz ho assistito al più bel tramonto della mia vita, talmente bello da battere perfino quello nei parchi americani. Sorprendentemente mi è piaciuto tanto anche il safari. E’ iniziato male dato che il primo giorno, non vedendo assolutamente nulla, avrei voluto suicidarmi dalla noia. Menomale che poi la situazione è migliorata ed Etosha ci ha regalato avvistamenti incredibili e giornate bellissime. La più grande delusione del viaggio invece è stata sicuramente la zona di Palmwag, poco interessante sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello degli avvistamenti. Meglio l’Africa o l’America? Eccola qua, la domanda più gettonata al nostro ritorno. Non so perché ma, la stragrande maggioranza delle persone, è convinta che l’Africa sia più bella, anche se non ha mai visto nessuna delle 2. E’ per questo che, quando mi chiedono se è meglio l’Africa o l’America, non voglio passare sempre per quella fissata con gli USA e la mia risposta è molto neutra: sono due cose completamente diverse, non sono paragonabili. Di solito la maggioranza delle persone non approfondisce e non mi chiede cosa ne penso davvero, convinti che io non voglia ammettere che in realtà l’Africa mi è piaciuta più dell’America. Qui però posso dire la verità visto che siamo su un forum che parla di USA. La verità è che, per me, non c’è proprio confronto. Gli USA battono l’Africa su quasi tutti i fronti: quello paesaggistico, quello umano, quello delle emozioni. Su cosa l’Africa è nettamente superiore invece? Il cielo stellato e i tramonti. Ecco, i tramonti africani non li dimenticherò mai e per me, da soli, valgono il viaggio. La Namibia ci è piaciuta tantissimo, è un paese bellissimo che ci ha regalato una vacanza splendida. L’america però è un’altra storia tanto che, ne io ne Luca, siamo tornati a casa col mal d’Africa. Il mio mal d’America invece è sempre li e dubito che se ne andrà tanto presto. Ma basta parlare di America, che questo è un diario sulla Namibia!! Vi auguro buona lettura e spero di riuscire a finirlo in tempi brevi1 punto
-
GIOVEDI’ 15 AGOSTO Oggi abbiamo due opzioni, percorrere a ritroso una parte della strada di ieri ed arrivare a Luderitz nel primo pomeriggio oppure fare un'altra strada, quella più scenografica che corre al confine con il Sudafrica e costeggia l’orange river. Tempo di percorrenza di quest’ultima? 7/8 ore. A Luderitz ci aspetta un hotel con vista oceano quindi, con buona pace della strada panoramica, decidiamo per l’opzione A del mio travelbook, quella più comoda. Ci svegliamo poco prima dell’alba, io esco al freddo al gelo, accendo la stufetta e poi aiuto l’elefan…Luca a scendere dal letto. Gli spazi sono stretti, meglio evitare che si ammazzi e mi lasci qua da sola. Mi chiede di controllargli il pigiama per vedere se c’è sabbia. Davanti è tutto apposto ma appena si gira vedo che dietro di sabbia ce n’è, non tantissima ma il pigiama è sporco. Glielo dico e lui impreca “Come ho fatto ad essere così scemo da lasciare il sacco a pelo aperto? Questa è una sbadataggine che potresti fare tu, non io!!” Grazie eh, sei sempre molto gentile Peruz. Ci vestiamo, tostiamo il pane, facciamo colazione e in un batter d’occhio siamo pronti a partire. Prima tappa della giornata la città fantasma di Kolmaskop, se tutto va bene dovremmo riuscire ad arrivare per mezzogiorno e qualcosa, appena in tempo visto che chiude alle 13. Facciamo a ritroso la strada sterrata di ieri ma, una volta sull’asfalto, Luca non ha voglia di perdere mezz’ora a rigonfiare le gomme quindi proseguiamo per la B4 in direzione Luderitz con le gomme leggermente sgonfie. Io sono un po’ in ansia ma alla fine non succederà nulla, aveva ragione lui ma meglio non dirglielo altrimenti si monta la testa. Il panorama cambia radicalmente e ben presto ci troviamo a correre su un serpentone asfaltato proprio in mezzo al deserto, davvero molto scenografico. Arriviamo a Kolmanskoppe a mezzogiorno e un quarto, paghiamo l’ingresso, parcheggiamo, ed iniziamo a girare per la cittadina fantasma. Al tempo era una vera e propria cittadina tedesca, con tanto di scuola ecc. La sabbia la fa da padrona e, anche se ormai è tutto in rovina, lo scenario è estremamente affascinante. Non ho il coraggio di fare la foto dentro la vasca per paura di prendermi qualche malattia quindi alle 13.15 decidiamo che è ormai ora di lasciare la cittadina, abbiamo già sforato di 15 minuti ed il nostro balconcino vista oceano ci aspetta. Ah no, il check in è alle 15…cosa facciamo nel frattempo? Ovvio, andiamo a mangiare pesce, siamo a Luderitz!! Ci fermiamo alDiaz Coffee shop and restaurant e con una miseria facciamo un pranzo di pesce assolutamente favoloso. “ Vedi Giò? In America avremmo mangiato panini!!” “Peruz guarda che inizi a preoccuparmi, ce l’hai davvero sempre in mente!! Chi è quella fissata scusa?” Il nostro hotel, the cormorant house, si trova all’inizio della Shark Island, una specie di penisola leggermente defilata dal centro di Luderitz, un posto tranquillo, di quelli che ti rimette in pace con mondo. E’ ancora presto quindi decidiamo di arrivare fino in fondo alla penisola, dove c’è un faro e una bella vista sulla cittadina di Luderitz. Qui si trova anche il campeggio e Luca, scherzando, mi propone di disdire l’hotel e dormire qua. Siiiicuramente!! Risaliamo in camper e raggiungiamo l’hotel, facciamo il check in e prendiamo possesso della nostra favolosa camera con balconcino vista oceano. Io e Luca ci guardiamo ed abbiamo la stessa idea: annulliamo tutto e passiamo qua le prossime due settimane? Scarichiamo la nostra roba dal camper ( che è di nuovo lurido) e ci sistemiamo in camera. “Che dici Luca, andiamo a fare un po’ di commissioni? Dobbiamo recuperare un po’ di contanti e fare benzina e poi, visto che ci siamo, potremmo andare a vedere la chiesa.” “Non può andare da sola? Io resto qua sul balconcino!!” Ovviamente sta scherzando quindi usciamo e ci diamo tempo fino alle 17.30 per tornare in camera a rilassarci e guardare il tramonto. La chiesa è molto carina, non fosse per un gruppo di italiani che sta amabilmente spettegolando davanti all’altare. Ma io dico, i fatti vostri andate a farveli fuori no? Tanto più che stata parlando male di alcuni vostri compagni di viaggio, in chiesa!! Sconsolata scuoto la testa e aspetto qualche minuto che si spostino ma niente, sono piantati la. A questo punto, spazientita, dico a Luca in italiano forte e chiaro che mi piacerebbe molto fare una foto, ma c’è sempre gente in mezzo. Grazie a Dio recepiscono il messaggio e se ne vanno, era ora!! Missione foto compiuta andiamo a cercare una banca e ci dirigiamo verso la via principale dove, al terzo tentativo, riusciamo finalmente a prelevare. Facciamo benzina e torniamo al nostro paradiso, siamo in perfetto orario. Decidiamo di aprirci una birra, quando ci ricapita un aperitivo con una vista così?! L’atmosfera è magica e ci sentiamo (mi sento ) davvero in pace con il mondo. Il sole inizia piano piano a scendere e tutto è reso ancora più magico dagli uccelli che ci volano davanti rendendo il momento ancora più suggestivo. “Guarda Peruz, non ti sembra che tutti questi uccelli rendano il tramonto ancora più bello!!” “Eh si, per voi donne gli uccelli rendono sempre tutto più bello!!” e scoppia a ridere come un matto da solo. …………..Ma dove l’ho trovato? Il tramonto comunque, uccelli o no, è di quelli magici. Mano a mano che passa il tempo mi rendo conto conto che questo che sto vedendo è forse il tramonto più bello della mia vita. Il rumore delle onde che si infrange sugli scogli, il sole che scende piano piano, l’oceano che si colora ogni secondo di una sfumatura diversa… si, è decisamente il più bel tramonto della mia vita. Ho gli occhi a cuoricino finchè una vocina mi riporta sulla terra…. “io non capisco cosa ci trova la gente nel tramonto, è semplicemente il sole che va giù!!” Mi giro, lo fulmino e torno a godermi lo spettacolo. Ma quanto bene si sta qua?? Appena il sole sparisce inizia a fare freschetto quindi rientriamo e ci prepariamo per la cena. Andiamo da Barrels in camper visto che la signora della reception ci ha caldamente sconsigliato di muoverci a piedi di notte, dicendoci che è pericoloso. Il ristorante è abbastanza blasonato ma purtroppo non è nulla di che e mangiamo del cibo che sembra quello di una mensa. Menomale che abbiamo mangiato bene oggi a pranzo. Dopo cena la città è deserta quindi torniamo in camera e ci prepariamo per andare a letto. Domani andiamo a vedere i pinguini e non vediamo l’ora!!1 punto
-
MERCOLEDì 14 AGOSTO Ci svegliamo nel calduccio dei nostri sacchi a pelo con zona confort -8, non c’è dubbio, il loro lavoro lo fanno benissimo. Adesso il problema è soltanto uno…chi esce da qua? Si gela di sicuro!! Luca mi guarda e sogghigna: “Giò, tocca a te, hai voluto stare all’esterno per andare in bagno e adesso ti alzi e accendi la stufetta elettrica così io poi mi cambio al caldo” Grazie eh!! Dov’è finita la cavalleria?! Dopo alcuni interminabili minuti trovo la forza di uscire dal sacco a pelo, è freddo ma a dire la verità pensavo molto molto peggio. Il deserto del Kalahari non doveva essere uno dei posti più freddi? Accendo la stufetta, mi cambio ed esco per usare i servizi, lasciando a Luca il camper libero per cambiarsi. Sarà così ogni mattina, io che esco al freddo e al gelo e lui che esce dal sacco a pelo a camper caldo. Però devo pur farmi perdonare il cappellino perduto, no?! Andiamo in reception a fare il check out, faccio un paio di foto alla struttura ed approfitto un po' del wifi. Bene, è ora di andare alla Quiver Tree forest e di fermarci, durante il tragitto, alla SPAR di Mariental. Qui non abbiamo alcun problema, una guardia tiene d’occhio il parcheggio e noi riusciamo finalmente a fare una spesa decente. E’ deciso, da oggi in poi solo e soltanto SPAR. Poco prima di Keetmanshoop svoltiamo a sinistra, imbocchiamo la nostra prima breve strada sterrata e in un battibaleno arriviamo alla Quiver tree forest, la foresta degli alberi faretra. L’ingresso è quello del Rest camp e, prima di proseguire, è necessario fermarsi alla reception a pagare il biglietto d’ingresso. La gentilissima signora ha, tanto per cambiare, origini tedesche e ci da alcune indicazioni per visitare la foresta. Risaliamo in camper, prendiamo cappellini e gopro e percorriamo la brevissima salita per raggiungere la quiver tree forest. Lo scenario è bellissimo e c’è pochissima gente. Ma…cos’è questa cosa che brontola?! No, non è luca… è il mio stomaco!!! E’ ora di andare a mangiare. Scendiamo e prendiamo abusivamente possesso di una delle piazzole per sederci ad addentare i nostri panini al salame. Mangiamo di gusto e ripartiamo per raggiungere il Fish River canyon, fermandoci a fa benzina a Keetmanshoop, dove ci rifiutano non una, non due ma ben 4 carte di credito. Si, ho detto proprio 4!! L’ATM non funziona quindi ci tocca pagare in contanti, per fortuna ne abbiamo ancora. Risaliamo in camper e arriviamo alla prima lunga strada sterrata del nostro viaggio, una di quelle in cui è necessario sgonfiare le gomme per evitare di forare. Luca fa tutto e io lo assisto, tenendo in mano i tappini delle gomme. Risultato? Lui è fradicio ed io sono fresca come una rosa. Povero Luca!! Adesso sono proprio curiosa di vedere se le strade sterrate in Namibia sono così tremende come si dice in giro. Quasi dimenticavo, le strade in Namibia si dividono in 3 principali categorie: le B sono asfaltate, le C sono sterrate in condizioni discrete e le D sono sterrate messe più male che bene. Per arrivare al fish river Canyon, dallo sgonfiamento delle gomme in poi, ci aspettano una C e una D. Ce la faranno i nostri eroi? Percorriamo la C piuttosto agevolmente, è in condizioni ottime e facciamo anche qualche piacevole incontro. Quando arriviamo alla D Luca è basito. “Ma non mi avevi detto che le D sono messe male? Se questa strada è una D il fiume che abbiamo fatto in America cos’era, una Z?” (quello del diario del 2017) Io scoppio a ridere: “Luca ma hai sempre in mente l’America!!” Arriviamo al Fish River, ci fermiamo al campeggio di Hobas a pagare l’entrata e ci dirigiamo al viepoint principale, aspettandoci di restare a bocca aperta. Ci affacciamo e…E’ davvero tutto qua? Il canyon non ci impressiona, anche dopo aver visto l’altro Viewpoint. Com’è possibile? La luce è pessima, le foto non mi piacciono per niente e siamo parecchio delusi. Chiedo a Luca di farmi un paio di foto ma lui è talmente deluso che non si impegna e quando gli chiedo se sono venuta bene mi risponde “boh!!” Serve dire che vi dica come sono venuta nelle foto? OSCENA!! Facciamo un ultimo giretto e torniamo sui nostri passi per raggiungere il camping/lodge gondwana, ispirato niente meno che alla route 66. Prendiamo possesso della nostra piazzola e, quando apriamo la porta, facciamo la terribile scoperta: tutto il camper è ricoperto da uno spesso strato di sabbia. E quando dico tutto intendo proprio tutto, letto e sacchi a pelo compresi. Riuscite ad immaginare l’ira di Luca che aveva lasciato il suo aperto?! Puliamo tutto, portiamo fuori i sacchi a pelo e tentiamo di togliere tutta la sabbia. Ci riusciremo? Lo scoprirete nelle prossime puntate Tentiamo di sbollire andando a farci un aperitivo, seguito da una bella bisteccona. Parliamo un po' del Fish River Canyon chiedendoci come mai non ci abbia colpito più di tanto, finendo per dare la colpa a lui, il mio Grande amore. No, non Luca, il Grand Canyon! Entrambi siamo concordi nel dire che forse, se non avessimo visto il canyon americano, probabilmente questo ci avrebbe colpito di più. Nel frattempo finiamo la nostra bistecca e torniamo nelle nostre stanz…nel nostro camper, Luca stanotte scoprirà se siamo riusciti ad eliminare completamente la sabbia dal suo sacco a pelo.1 punto
-
ok,la Namibia non mi avrà mai!! ...poi però guardando le foto del tramonto..🤩1 punto
-
Bellissimo racconto e tramonto magnifico...ma più leggo diari sull'Africa più mi rendo conto che sia io che mio marito forse siamo troppo legati alle "comodità" per questo tipo di viaggio. Io, a dir la verità, sono anche un po' fifona...nella situazione che avete vissuto al parcheggio mi sarebbe venuto un infarto! Peccato perché sia il Sud Africa che la Namibia mi ispirano tantissimo. A proposito....com'è la situazione zanzare? Mio marito è impanicato soprattutto per quello, quando lo pungono ha delle mezze reazioni allergiche...1 punto
-
MARTEDI’ 13 AGOSTO Quando apro gli occhi e vedo la luce filtrare dalla finestra sono al settimo cielo. Quanto è bello svegliarsi di giorno anziché alle 3 di notte?! Sono le 7 passate quindi scendo dal letto e vado a svegliare Luca. “Peruz è giorno, svegliati!!” “Si, lo vedo che è giorno, vedi che su questo l’Africa è meglio dell’America? Non abbiamo il Jet Lag!!” “Come non abbiamo? Mi ha sempre detto che tu il jet lag non lo soffri!!” Lui si accorge della gaffe e tenta di rimediare ma alla fine, dopo ben 3 anni, scopro che anche lui si svegliava nel cuore della notte solo che, a differenza mia, lui riprendeva sonno velocemente. Il maledetto però mi ha sempre detto che lui dormiva come un sasso!! Ci vestiamo e andiamo a fare colazione nella saletta appena sotto le stanze. C’è latte, succo, yogurt, pane e marmellata e, come prima cosa, Luca mi dice che gli manca la sua macchinetta dei waffle. Vedi Luca che su questo sono meglio gli USA?! Siamo 1 a 1!! Torniamo in camera, facciamo i bagagli, li carichiamo sul camper (che dio ci aiuti ) e andiamo a pagare. Bene, siamo pronti a partire. Usciamo dal traffico di Windhoek diretti a Rehoboth per fare la spesa alla Spar. Oggi percorriamo la B1, una lunga strada asfaltata senza particolari attrattive. L’unico passatempo è guardare le scimmiette che ogni tanto attraversano la strada e ascoltare Luca che, come al solito, trova il modo per prendermi in giro. “ Sai Peruz che è la prima volta che vedo una scimmia in libertà?!" “ Non dire cavolate Giò, sai benissimo che non è vero. Non ti guardi allo specchio ogni mattina scusa?!” Io sono basita e lui ride come un matto. Come se le inventa queste battute PESSIME?! Tra una battutaccia e l’altra arriviamo al tropico del Capricorno dove scendiamo e facciamo le solite di foto di rito. Dopo una mezzoretta però accade il dramma. Lo vedete il cappellino militare appoggiato sul camper nella foto sopra? Era il cappellino preferito di Luca. Perché era? Perché è rimasto in Namibia, più precisamente nello spiazzo del cartello del Tropico del Capricorno. Sbadatamente mi sono dimenticata di averlo appoggiato sul camper e quando siamo partiti il cappellino era ancora la. Serve che vi dica il cazziatone che mi sono beccata poi? Dopo una serie infinita di rimproveri tento di farmi perdonare dicendogli che una volta a casa gli prenderò un cappellino nuovo. “Nessuno sarà mai come il mio!!” “Ma dai Luca, l’hai pagato 5 euro, se vuoi ti prendo quello militare bellissimo con lo stemma degli Yankee!” A queste parole lui si rasserena e guardandomi mi dice ok, che gli va bene. Io lo guardo stranita, cosa non mi sta dicendo? Poi, quando dopo una lunga pausa riapre bocca, capisco tutto. “Dai, compra i biglietti Giò!” “Che biglietti?” “Quelli per New York!! Non dobbiamo andare a comprare il cappello? Io lo voglio originale, me lo hai perso tu e adesso i biglietti per andare a prenderlo li paghi tu!!” Si si certo, credici caro!! La tensione ormai si è sciolta e proseguiamo ridendo fino a Rehoboth, dove accade il dramma numero 2 della giornata. L’entrata della Spar ha una sbarra con un’altezza massima di 2 metri, decisamente troppo bassa per il nostro camper. Ci mettiamo quindi a cercare un altro supermercato dato che dobbiamo fare la prima grande spesa (quella da wallmart supercenter per intenderci ) e prendere i panini per pranzare. Guardiamo google maps e vedo che a pochi metri c’è uno shoprite. Ottimo, andiamo la. Non facciamo nemmeno in tempo a parcheggiare il camper nel piazzale adiacente al supermercato che siamo letteralmente accerchiati da 7 uomini. Appena apriamo le portiere iniziano a parlarci, chiedendoci denaro per "tenere il nostro camper al sicuro". Luca, che per fortuna lavorando in Kenya l'Africa la conosce abbastanza, gli assicura che, se "avessero tenuto il nostro camper a sicuro" i soldi glieli da una volta finita la spesa. Serve che vi dica che è stata la spesa più veloce di tutta la nostra vita? Quando usciamo sono ancora la, Luca gli da dei soldi ma loro insistono dicendo che sono 7 uomini e vogliono di più, altrimenti non ci lasciano andare via. Io inizio a perdere la pazienza, tiro fuori il portafoglio, do altri soldi a Luca e gli dico di darglieli, l’unica cosa che voglio è andare via da qui. Lui glieli da ma loro continuano a insistere che ne vogliono di più. Anche Luca è sul punto di perdere la pazienza e, quando mette in moto il camper, temo voglia investirli tutti. Fortunatamente a questo punto capiscono che da noi non avranno altro quindi ci lasciano finalmente partire. Alleluja!!! E’ ora di pranzo perciò, una volta lontani a sufficienza dai centri abitati, decidiamo di fermarci in una delle tante aree di sosta per fare un picnic. Ci sediamo e mangiamo i nostri panini, commentando quanto successo poco prima. Dopo mangiato ho bisogno di andare in bagno ma di toilette nemmeno l’ombra quindi Luca mi suggerisce di usare la toilette del camper. E’ qui che avviene il dramma numero 3 della giornata, per fortuna l’ultimo. Prima di utilizzare il bagno del camper per la prima volta bisogna gettare all’interno del water del disinfettante che nel nostro caso si trova in delle piccole boccettine blu dall’aria innocua. Prendo la boccettina e la capovolgo per gettare il liquido blu nel water. E’ a questo punto che, quando faccio leggermente pressione per far uscire il liquido, la boccetta mi esplode in mano. Resto paralizzata: sembro un puffo, il bagno è ricoperto di schizzi blu ed ho appena distrutto 1 boccettina delle 3 disponibili. Chi lo dice adesso a Luca? Questo mi ammazza!! La situazione però è comica e lui, invece di rimproverarmi, inizia a ridere di gusto. “Sei proprio una donna avventura, lo sai Giò?!” “Si guarda, non ti dico quanto!!” Ridendo pulisco tutto e, con il camper come nuovo, ripartiamo alla volta dell’Anib lodge, la tappa finale della giornata. Quando arriviamo sono da poco passate le 2, facciamo il check in e ci chiedono se vogliamo fare qualche escursione. Qui per fortuna sono gentilissimi e ci spiegano tutto per filo e per segno, consigliandoci di fare il safari al tramonto anziché noleggiare le fat bike. Seguiamo il consiglio e prenotiamo il safari delle 16. Prendiamo possesso della nostra piazzola privata, è tutta nostra ed è fantastica. Sono tutti così i campeggi in Namibia vero? Magari!! Sistemiamo i bagagli ed i sacchi a pelo e in un attimo arrivano le 4. Ci rechiamo alla reception dove veniamo assegnati all’ultima jeep in partenza. Abbiamo una gran botta di c..fortuna visto le altre sono piene mentre noi siamo solamente in 4 . Gli altri due ospiti sono due italiani simpaticissimi con cui, complice anche la guida spassosissima, passiamo proprio un bel pomeriggio. Vediamo tanti animali e il paesaggio ci piace tanto. Al termine del safari parcheggiamo in compagnia di tutte le altre jeep e, finchè le guide preparano l’aperitivo, noi ne approfittiamo per fare un giro e fotogafare il posto. Quasi tutti bevono birra o vino mentre noi prendiamo un gin lemon ciascuno. Che problemi ci sono a bere un gin lemon prima di cena?! Noi siamo veneti! Assaggiamo il biltong, la loro carne secca, e facciamo tantissime altre foto, il tramonto è splendido. E' il nostro primo tramonto Africano e restiamo a bocca aperta. Ne avevo tanto sentito parlare di quanto siano belli i tramonti in Africa ma vederli dal vivo è tutta un'altra storia....Sono davvero da mozzare il fiato. Siamo li intenti a guardare il panorama e a chiacchierare quando vedo la nostra guida che ci fa segno di andare li al banchetto. Ci dice che il vino e quasi finito ma che, visto che gli stiamo simpatici, ne ha tenuti da parte due bicchieri per noi. Abbiamo la faccia da alcolisti per caso?! Il sole tramonta e noi stiamo davvero bene, è stato un pomeriggio fantastico. A destinazione lasciamo una lauta mancia alla guida (se l’è proprio meritata) e ci mettiamo d’accordo con i nostri due nuovi amici italiani per andare a cena insieme. Il buffet è fornitissimo e tutto è davvero buono, talmente tanto da salire sul podio delle miglior cene della vacanza. E’ tardi e, una volta salutati i nostri amici, ce ne andiamo a letto. Sopravviveremo alla prima notte in camper?!1 punto
-
Anche Luca A casa poi lui no (o se l'ha fatto non me l'ha detto ) ma l'aveva già combinata grossa l'anno prima...Tornati a casa dopo aver guidato 3 settimane col cambio automatico saliamo in macchina, prova ad accenderla e la macchina non parte. Riprova un altro paio di volte e non va... "niente Giò, la macchina non parte!!" "Peruz hai premuto la frizione?" ................................... non l'aveva premuta A Windhoek non mi sono mai sentita in pericolo, non l'ho trovata per niente pericolosa... Probabilmente a Nairobi le cose sono diverse se parlava così.. Ho fatto proprio così1 punto
-
LUNEDI' 12 AGOSTO Il nostro volo parte alle 6 di sera quindi possiamo prendercela con calma. Ci sembra quasi strano poter partire così tardi!! Mangiamo e, poco dopo pranzo, mia sorella ci porta in aereoporto a Venezia. Un improbabile selfie, lei che ci propone di nasconderla in valigia e via, verso la lunghissima coda al check in del nostro volo. Sul Venezia - Doha riusciamo a farci assegnare i posti larghi sull’uscita di sicurezza, mentre sul secondo volo saremo proprio in mezzo all’aereo. Passiamo tutti i controlli e cerchiamo un ufficio di cambio, sperando di trovare Rand Sudafricani. In Namibia si possono usare sia dollari namibiani che rand sudafricani, hanno lo stesso valore. La nostra banca però non è riuscita a cambiarci ne dollari ne rand quindi la nostra unica opzione rimane l’ufficio cambio degli aereoporti. E che problema c’è? Non possiamo cambiarli a Windhoek? No, Luca non vuole. Mi dice che devo capire che l’Africa non è l’America ( me lo dirà almeno 100 volte durante il viaggio ) e che bisogna stare molto più attenti. Insomma, cambiare un sacco di soldi a Windhoek, dove potrebbe vederci chiunque, non è contemplabile. Ma scusa Luca, cosa vuoi che succeda? Che ci seguano e vengano a rapinarci in hotel? Lui mi guarda male e mi intima che in Africa la prudenza non è mai troppa. Eh vabbè, ascoltiamolo, io in Africa non ci ho mai messo piede lui invece a Nairobi ci va spesso, evidentemente parla con cognizione di causa. Purtroppo però, a Venezia, riescono a cambiarci soltanto 230€, decisamente non sufficienti. Propongo a Luca di cambiare il resto a Johannesburg. Di sicuro non possono salire sull’aereo, seguirci fino a windhoek e rapinarci, no Luca? Lui mi risponde che sono proprio simpatica e che a Johannesburg non corriamo alcun pericolo. Ma va?! L’aereo parte puntualissimo e, dopo 6 ore di volo, atterriamo a Doha. L’aereoporto è grandissimo ma Luca sa già la strada e un battibaleno siamo al Gate. E via di nuovo, sull’aereo che ci porterà a Johannesburg. Le ore stavolta sono 9 e sembrano non passare più. Il dormiglione accanto a me ronfa come un ghiro, io guardo qualche film e sonnecchio un po’. Perché non sono di quelle che sull’aereo dormono senza problemi?! Uffa!! Arriviamo a Johannesburg e Luca è piuttosto sconvolto. “Ma siamo in Africa? Abbiamo preso il volo giusto?” “Peruz ma ti pare che abbiamo preso il volo sbagliato?” Mi racconta che non gli sembra proprio di essere in Africa dato che qui ci sono solo un paio di neri mentre tutti gli altri sono bianchi. Quando atterra a Nairobi invece è l’unico bianco in mezzo a tutti neri. Eh beh, mi pare anche normale no? Siamo in Sudafrica, mica è il Kenya!! Altre due ore di scalo e siamo di nuovo in aereo, sul bolide che ci porterà a Windhoek. Atterriamo alle 2 del pomeriggio nell'immenso aereoporto di Windhoek, dove ci sono perfino 3 aerei e 2 jet privati. Scendiamo dall’aereo e tiro fuori il cellulare, per fare una foto della zona in cui sono posteggiati gli aerei. Ne avevo visto tante su internet e volevo documentare anche io il nostro arrivo in Namibia. E’ a questo punto che una pazza dello staff dell’aereoporto inizia ad urlarmi contro, dicendomi che non si fa, come mi è saltato in mente e intimandomi di cancellare tutto. Ma che problemi ha? Chi le ha insegnato l’educazione?! Non lo sa che c’è modo e modo di parlare alla gente? Le rispondo tranquillamente che non c’è problema, la cancello. Lei non mi crede e mi dice in malo modo che pretende che le faccia vedere il cellulare per mostrarle che l’ho cancellata davvero. A questo punto inizia a salirmi il nervoso, sono stanca e se continua così va a finire che la prendo a pugni. Luca se ne accorge e mi dice di non risponderle nemmeno, di ignorarla completamente. Ce ne andiamo e, con la coda dell’occhio, la vediamo urlare contro a qualche altro poveretto. Poteva la mia esperienza con la popolazione locale iniziare in modo migliore?! Direi di no!! Facciamo i controlli e, all’uscita dall’aereoporto, troviamo l’autista che ci porterà a prendere il camper. Mentre lui va a prendere la macchina ne approfittiamo per andare al negozio della TMC per acquistare la sim namibiana. Qui faccio subito pace con la popolazione locale, allo sportello sono tutti gentilissimi e cercano di consigliarti al meglio. Facciamo una tariffa con internet, chiamate e messaggi nazionali e spendiamo poco più di 10 euro. In circa mezz’oretta arriviamo a Windhoek, all’ufficio della SA Roadtrippers, la compagnia scelta per il noleggio del camper. Erano gli unici ad offrire camper 4x4, piuttosto nuovi, con un letto abbastanza grande e comodo per contenere la stazza di Luca. Il prezzo poi era il più basso sul mercato quindi, dopo aver letto un po’ di recensioni, non ho avuto dubbi sul scegliere loro. Ci accoglie Katy che ci spiega un bel po’ di cose, ci mostra un video sul funzionamento del camper, e ci fa un bel po’ di terrorismo psicologico. Talmente tanto che, mentre sto uscendo dall’ufficio per andare a vedere il camper, mi ritrovo a pensare “oh mio dio, chi me l’ha fatto fare? Perché ho avuto la malsana idea di noleggiare sto coso?” Katy ci mostra tutto, insieme controlliamo che sia tutto presente e segnamo i danni già presenti sul mezzo visto che non abbiamo la casco. SA roadtrippers infatti offriva soltanto una super cover parziale che non copriva danni a vetri, ruote e gomme. E’ per questo che abbiamo preferito fare soltanto quella base e stipulare l’assicurazione casco completa tramite il sito rentalcovers, un sito che offre la possibilità di assicurare i mezzi anche per la guida su strade sterrate. Tra una cosa e l’altra usciamo dal cancello che sono quasi le 18, menomale che abbiamo deciso di dormire a Windhoek stanotte!! La guida è a destra ed ho perso il conto delle volte in cui Luca ha attivato i tergicristalli invece delle freccie. Io lo guardo con ammirazione, come fa a guidare sto bestione al contrario?! Sto coso io non lo guiderò mai!! Arriviamo alla nostra Tourmaline guesthouse ma abbiamo subito un problema. Il camper è troppo alto e per un pelo non passa sotto l’arco di ingresso al parcheggio della pensione. Il ragazzo che ci accoglie è preoccupato, ci dice che non possiamo assolutamente lasciare fuori il camper durante la notte, è pericoloso. E adesso che si fa?! Ci dice di aspettare un’attimo, che prova a contattare il proprietario della pensione. Al telefono il signore chiede immediatamente a Luca se è tedesco, così si sarebbero capiti meglio. Quando Luca gli dice che è italiano iniziano a parlare in inglese e alla fine il gentilissimo gestore trova la soluzione: parcheggeremo a casa sua, accanto alla guesthouse. Superato il problema camper scambiamo due chiacchiere con il proprietario che ci dice che lasciare fuori camper o auto di notte è impensabile, anche se ci troviamo in quartiere bene della città. Siamo a 5 minuti a piedi da Joe Beerhouse ma ci consiglia di farci venire a prendere dalla navetta, la sicurezza non è mai troppa. Noi non ce lo facciamo ripetere due volte e prenotiamo, stasera abbiamo tutte le intenzioni di provare lo spiedino di carni miste, al ristorante vorremmo arrivarci sani e salvi! Facciamo il check in e andiamo a vedere la nostra stanza, carina ma con letti separati. Ma come? Io avevo prenotato un matrimoniale!! Vabbè, altre stanze libere non ce ne sono quindi ci teniamo questa e andiamo a mangiare da Joe Beerhouse. Il posto è molto carino e la carne buona, anche se troppo cotta. Non ci fregano più la carne da ora in poi la ordineremo medium-rare. Ormai non teniamo più gli occhi aperti quindi saliamo sulla navetta e torniamo in hotel. Domani inizia il nostro on the road, non vediamo l’ora!!1 punto
-
ti seguo volentieri anche se credo proprio che non ci andrò mai! nel mio caso la colpa è di Samuele che non vuole saperne di non andare negli Usa!1 punto